Mi vivi dentro

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
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Mi vivi dentro

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2022, 0:29

Quando la veterinaria ha detto “diagnosi nefasta" e ha suggerito l’eutanasia, io non le ho creduto. Sbaglia, mi sono risposta subito. Sbaglia perché la mia Astrid mangia come un leone nonostante perda peso, perché è forte. La chiamiamo “il gatto di titanio” da sempre.
Sbaglia perché ha tre anni, è ancora piccola.
Sbaglia perché ho scritto a mano tutte le medicine - cortisone, antinfiammatorio, antidolorifici - su un foglio a quadretti. Si chiama “piano di guarigione del gatto di titanio” e c’è chiaramente scritto che le cure vanno avanti per quattro mesi. Ce le hanno prescritte in quella stessa clinica meno di una settimana fa: sono passati cinque giorni.

Astrid non è un gatto comune. Io le parlo da sempre, e lei miagola sempre in risposta. Se le chiedi come fanno i dinosauri, lei miagola. Se le dici di parlare a bassa voce e lo fai con un filo di voce, lei riduce il suo sussurro a un miagolio. Ora nel suo trasportino è spenta, ha lo sguardo perso. Il pelo rasato qua e là, segno di tutte le visite, mostra il suo corpicino ossuto. “Non mangerà nulla” ci hanno detto, ma non la conoscono: Astrid ama il cibo. Ha imparato in pochi mesi ad aprire il mobile dove teniamo il bidone dell’umido e il cassetto dove teniamo le sue crocchette. Nel bel mezzo della notte mi sono trovata più volte costretta a correre in cucina per impedirle di rovistare tra i rifiuti.
Nel tragitto che ci separa da casa, allora, le pongo un biscotto e lei, sebbene accigliata e indispettita dall’ulteriore visita, lo prende. Gliene do un secondo e un terzo. Le sussurro che andrà tutto bene anche se ho le lacrime agli occhi. Ma io ci credo: andrà tutto bene. Se sbagliano sul suo appetito, sbagliano anche sulla diagnosi.
Dopotutto, fino a pochi giorni prima si era ripresa alla grande. Astrid è un gatto di titanio.
In radio Neffa canta.
Io sono qui, in un mondo che ormai. Gira intorno al vuoto, lontano dal mio sole.

Astrid esce dal trasportino e cade. Urina sul pavimento con gli occhi che si muovono frenetici a destra e sinistra, a destra e a sinistra. Il movimento dura svariati secondi. Mi spavento, ma non la lascio sola. Le apro tre diverse scatolette di umido e gliele lascio vicine. Lei si avvicina zoppicando, annusa e cade.
Mi accovaccio accanto a lei nel buio del bagno dove ormai vive da giorni piango disperata, colta da una consapevolezza: non parleremo mai più. Le dico che mi dispiace, che mi mancherà e che non la dimenticherò mai.
Lei fa le fusa e miagola di risposta.

Astrid non ha mangiato nulla.
Neppure il prosciutto crudo, neppure il lardo fresco. La guardo: il mio gatto di titanio che si muove caotica in una casa che sembra non riconoscere su zampe che non sono in grado di tenerla su. Cade, si rialza e va a sbattere contro il muro. Si trascina verso la lettiera, ma non riesce a entrarci e cade di nuovo. La inseguiamo con ogni forma di salume, ma lei rimane impassibile persino di fronte al cibo. Guarda noi ma sembra non vederci, disorientata.

Chiamiamo il veterinario: non merita di morire di fame.
Mettiamo Astrid nel trasportino un’ultima volta.

Le ho stretto la zampina mentre moriva. Mi ha dato un morso mentre il veterinario le stringeva il laccio emostatico: ho sperato che quel segno via non andasse mai.

Ho sperato che scrivendo questo potessi liberarmi, piangere ancora un’ultima volta tutte le mie lacrime, magari perdonarmi. Il segno sulla mano è andato via, ma lei no. Lei è un pensiero costante che attende sotto gli impegni, sotto la mia testa sempre piena. Lei è in quella canzone di Neffa.
La verità è che non serve a nulla: non puoi lasciare andare chi ti vive dentro.



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antico
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 0:32

Ciao Morena! Caratteri e tempo ok, buona DAVIDE MANNUCCI EDITION!

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DandElion
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#3 » mercoledì 19 ottobre 2022, 17:44

Fa malissimo.

Smetto di piangere e poi in seconda lettura ti scriverò il commento.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Polly Russell
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#4 » venerdì 21 ottobre 2022, 16:09

ciao.
Ci sono un po’ di errori, sembra che ti abbia scritto di getto, talmente tanto da non essere riuscito a riordinare le idee. “Trasforma il suo sussurro in un miagolio” ma magari è il contrario. Idem per il cibo. Mi pare strano che abbiano un bidone per l’umido è un cassetto per le crocchette, il contrario suona meglio. A meno che il padrone di casa non apra tutte le scatolette e le versi in un bidone, che voglio dire, ognuno a casa sua fa quello che vuole.
Le virgole mancano un po’ dappertutto, non ti sto a riportare le frasi ma a un certo punto sembra che la povera Astrid urini dagli occhi.
C’è un po’ di confusione anche all’inizio. Dici che Astrid mangi come un leone, invece non lo fa. Sarebbe stato meglio un tempo al passato, magari mangiava come un leone appena prima di essere portata in clinica.
Verso la fine scrivi “rimane impassibile perfino davanti al cibo” come se fosse una cosa strana, mentre per tutto il racconto non ha fatto altro.
L’aderenza al tema è perfetta e il “lasciare andare” la gatta è stato un vero e proprio atto d’amore.
Mi piace come hai reso le emozioni del narrante e il suo non volersi arrendere fino alla fine.
Da rivedere un po’ la forma.
Polly

Sira66
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#5 » sabato 22 ottobre 2022, 18:42

Ciao, curioso dopo aver assolto il mio dovere Altrove. E piango. Sono stata lì con te e gatto titanio dal primo all'ultimo momento e ti assicuro è stato doloroso. Molto bene secondo me, grazie.
Simona

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Shanghai Kid
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#6 » domenica 23 ottobre 2022, 20:32

Ciao Morena e piacere di leggerti!
Come per Andrea, sai quanto apprezzi la tua penna e le storie che ne cavi fuori.
Ti dico che io non ho mai avuto un gatto, non sono emotivamente molto toccata dalle storie sugli animali, eppure con la tua ho quasi pianto. Direi, quindi, un risultato più che ottimo. Se uno scrittore riesce a farti empatizzare con cose che non appartengono a chi sei, per me ha fatto ciò che di più nobile e utile c’è in questa meravigliosa faccenda di scrivere.
Da un punto di vista stilistico, invece, il racconto è ben scritto, ma ti sono scappati diversi errorini (nulla di grave), vedi ad esempio la punteggiatura qui: “Mi accovaccio accanto a lei nel buio del bagno dove ormai vive da giorni piango disperata,”.”
Anche la costruzione sintattica di questa frase, per quanto poetica, secondo me rompe un po’ il ritmo: “ho sperato che quel segno via non andasse mai.” Io avrei scritto “ho sperato che quel segno non andasse mai via”.
Il finale manca un po’ di mordente.
Tutto questo al netto di una prova, come sempre, molto buona.
Grazie per la bella esperienza.
Elisa

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#7 » domenica 23 ottobre 2022, 22:50

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Morena e piacere di leggerti!
Come per Andrea, sai quanto apprezzi la tua penna e le storie che ne cavi fuori.
Ti dico che io non ho mai avuto un gatto, non sono emotivamente molto toccata dalle storie sugli animali, eppure con la tua ho quasi pianto. Direi, quindi, un risultato più che ottimo. Se uno scrittore riesce a farti empatizzare con cose che non appartengono a chi sei, per me ha fatto ciò che di più nobile e utile c’è in questa meravigliosa faccenda di scrivere.
Da un punto di vista stilistico, invece, il racconto è ben scritto, ma ti sono scappati diversi errorini (nulla di grave), vedi ad esempio la punteggiatura qui: “Mi accovaccio accanto a lei nel buio del bagno dove ormai vive da giorni piango disperata,”.”
Anche la costruzione sintattica di questa frase, per quanto poetica, secondo me rompe un po’ il ritmo: “ho sperato che quel segno via non andasse mai.” Io avrei scritto “ho sperato che quel segno non andasse mai via”.
Il finale manca un po’ di mordente.
Tutto questo al netto di una prova, come sempre, molto buona.
Grazie per la bella esperienza.
Elisa


Ciao Elisa,
grazie mille per il tuo commento e per l'esempio specifico sull'errore. Purtroppo la storia è mia (nel senso di realmente accaduta), e a essere sincera non sono riuscita a rileggere senza piangere neppure una volta. Ci ho provato, ma faceva troppo male. Questo non vuole essere un tentativo di giustificarsi, è stata una mia decisione espormi così tanto (e ti confesso che non so quanto ne sia valsa la pena). L'idea era davvero provare a stare meglio, scrivere mi ha sempre aiutata... quindi anche il finale, per quanto meno poco d'effetto, non è altro che qualcosa che sento.
Grazie ancora, è sempre un piacere confrontarmi con te :)
Morena

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#8 » domenica 23 ottobre 2022, 22:50

Sira66 ha scritto:Ciao, curioso dopo aver assolto il mio dovere Altrove. E piango. Sono stata lì con te e gatto titanio dal primo all'ultimo momento e ti assicuro è stato doloroso. Molto bene secondo me, grazie.
Simona


Ciao Simona,
grazie di cuore per essere passata e per le belle parole.
Morena

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#9 » domenica 23 ottobre 2022, 22:58

Polly Russell ha scritto:ciao.
Ci sono un po’ di errori, sembra che ti abbia scritto di getto, talmente tanto da non essere riuscito a riordinare le idee. “Trasforma il suo sussurro in un miagolio” ma magari è il contrario. Idem per il cibo. Mi pare strano che abbiano un bidone per l’umido è un cassetto per le crocchette, il contrario suona meglio. A meno che il padrone di casa non apra tutte le scatolette e le versi in un bidone, che voglio dire, ognuno a casa sua fa quello che vuole.
Le virgole mancano un po’ dappertutto, non ti sto a riportare le frasi ma a un certo punto sembra che la povera Astrid urini dagli occhi.
C’è un po’ di confusione anche all’inizio. Dici che Astrid mangi come un leone, invece non lo fa. Sarebbe stato meglio un tempo al passato, magari mangiava come un leone appena prima di essere portata in clinica.
Verso la fine scrivi “rimane impassibile perfino davanti al cibo” come se fosse una cosa strana, mentre per tutto il racconto non ha fatto altro.
L’aderenza al tema è perfetta e il “lasciare andare” la gatta è stato un vero e proprio atto d’amore.
Mi piace come hai reso le emozioni del narrante e il suo non volersi arrendere fino alla fine.
Da rivedere un po’ la forma.


Ciao,
grazie per il commento. Mi permetto un paio di rettifiche su alcuni punti:

Mi pare strano che abbiano un bidone per l’umido è un cassetto per le crocchette, il contrario suona meglio.

No, il bidone dell'umido è inteso come "rifiuto umido". A meno che il padrone di casa non metta i rifiuti organici in un cassetto, che voglio dire, ognuno a casa sua fa quello che vuole.

C’è un po’ di confusione anche all’inizio. Dici che Astrid mangi come un leone, invece non lo fa. Sarebbe stato meglio un tempo al passato, magari mangiava come un leone appena prima di essere portata in clinica.

No, al momento della presenza di Astrid in clinica (al momento della diagnosi) Astrid mangia ancora come un leone.

Verso la fine scrivi “rimane impassibile perfino davanti al cibo” come se fosse una cosa strana, mentre per tutto il racconto non ha fatto altro.

All'inizio è scritto che "mangia come un leone", quindi di fatto è una cosa strana (ti assicuro che lo è stato :) ). Inoltre nel secondo paragrafo mangia dei biscotti, quindi dire che non fa altro non mi sembra accurato.

Grazie ancora,
Morena

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DandElion
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#10 » martedì 25 ottobre 2022, 11:28

Partendo dal presupposto estremamente scomodo e poco politically correct del "se non l'hai vissuto non puoi capirlo" avendolo vissuto e potendo veramente putroppo capirlo, ti mando un virtuale abbraccio e le mie più emotivamente instabili condoglianze.
Una gatta domestica giovane e amata che se ne va è uno strappo lacerante e chi ti dice che è solo un animale può andare riccamente a farsi benedire altrove. Perdere la mia per me è stato perdere una compagna e una figlia, era la persona con cui vivevo, la mia famiglia. Fatta questa doverosa precisazione inizia il commento vero e proprio.

Tutte le emozioni che hai espresso sono assolutamente genuine, autentiche, seriamente improntate su come sta un gatto che fino a ieri era sano apparentemente e oggi è praticamente morto e non lo sa ancora, il gatto è molto resistente e davvero crolla di getto in maniera inaspettata. Il climax per cui il sussurro diventa miagolio è perché veramente da non si sa dove prendano la forza di cercare di vivere un altro istante, senza riuscirci. Dolorosissima la diagnosi che non lascia speranze e a volte anche il veterinario che vedendo scappare la gallina dalle uova d'oro (l'umano di riferimento disperato darebbe un rene per salvare il proprio gatto) magari lo munge di quei 5-600€ inutili covando la falsa ed improbabile speranza di un miracolo..
Bene io mi sono rivista in ogni singolo passaggio ed è terribile quanto a distanza di qualche anno ancora faccia malissimo ed è incredibile quanto lei sia ancora qui con me, nella sua assenza concreta, in tutto quello che faccio.


Ecco io non lo posso rileggere il tuo racconto, non una terza volta, perché mi sono rimessa a piangere.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#11 » martedì 25 ottobre 2022, 11:54

DandElion ha scritto:Partendo dal presupposto estremamente scomodo e poco politically correct del "se non l'hai vissuto non puoi capirlo" avendolo vissuto e potendo veramente putroppo capirlo, ti mando un virtuale abbraccio e le mie più emotivamente instabili condoglianze.
Una gatta domestica giovane e amata che se ne va è uno strappo lacerante e chi ti dice che è solo un animale può andare riccamente a farsi benedire altrove. Perdere la mia per me è stato perdere una compagna e una figlia, era la persona con cui vivevo, la mia famiglia. Fatta questa doverosa precisazione inizia il commento vero e proprio.

Tutte le emozioni che hai espresso sono assolutamente genuine, autentiche, seriamente improntate su come sta un gatto che fino a ieri era sano apparentemente e oggi è praticamente morto e non lo sa ancora, il gatto è molto resistente e davvero crolla di getto in maniera inaspettata. Il climax per cui il sussurro diventa miagolio è perché veramente da non si sa dove prendano la forza di cercare di vivere un altro istante, senza riuscirci. Dolorosissima la diagnosi che non lascia speranze e a volte anche il veterinario che vedendo scappare la gallina dalle uova d'oro (l'umano di riferimento disperato darebbe un rene per salvare il proprio gatto) magari lo munge di quei 5-600€ inutili covando la falsa ed improbabile speranza di un miracolo..
Bene io mi sono rivista in ogni singolo passaggio ed è terribile quanto a distanza di qualche anno ancora faccia malissimo ed è incredibile quanto lei sia ancora qui con me, nella sua assenza concreta, in tutto quello che faccio.


Ecco io non lo posso rileggere il tuo racconto, non una terza volta, perché mi sono rimessa a piangere.


Grazie di cuore (per il commento, per l'abbraccio, per avermi capita).

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Rick Faith
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2022, 1:17

I gatti sono un po' il mio punto debole e devo sforzarmi per fare un commento onesto sul racconto.
Spesso quando si pesca nelle proprie esperienze personali diventa difficile concentrarsi a pieno su cose come stile e forma, ma senza dubbio si riesce a trasmettere molto e questo pezzo ci riesce. Tuttavia è difficile dire qualcosa sulle emozioni, soprattutto quando non si parla di fiction, quindi nel commentare si può solo cercare di concentrarsi sulla tecnica.
Personalmente per questo racconto approvo la scelta della prima persona, la più intima e diretta, che ci permette di entrare nel personaggio protagonista completamente. Proprio per questo (ma posso immaginare il perché) cose come il discorso indiretto tolgono molta potenza alla scena.
Per esempio quando "le dico che mi mancherà" è sì doloroso, ma una scena puntuale di un grattino seguito da un «mi mancherai» sarebbe stato un pugno ancora più forte ed efficace. Chiaro, non è detto che uno ci riesca su argomenti personali, ma è un consiglio generale che torna utile.
Ciao e buona edizione.

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Stefano.Moretto
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#13 » giovedì 27 ottobre 2022, 1:59

Ciao Morena,
Questo racconto mi ha fatto più male del dovuto, essendoci passato pure io (e vedo che, purtroppo, è un'esperienza più comune di quanto credessi). Non mi dilungo a dire quello che ti è già stato abbondantemente detto dagli altri, aggiungo solamente che se sei riuscita a farmi rivivere in modo così vivido un'esperienza così dolorosa, hai fatto un ottimo lavoro. Ora devo solo decidere se fa più male la tua lenta agonia o il calcio improvviso che mi ha dato Nicoletta. Per ora so solo che vado a dormire dolorante stanotte.

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#14 » giovedì 27 ottobre 2022, 9:26

Rick Faith ha scritto:I gatti sono un po' il mio punto debole e devo sforzarmi per fare un commento onesto sul racconto.
Spesso quando si pesca nelle proprie esperienze personali diventa difficile concentrarsi a pieno su cose come stile e forma, ma senza dubbio si riesce a trasmettere molto e questo pezzo ci riesce. Tuttavia è difficile dire qualcosa sulle emozioni, soprattutto quando non si parla di fiction, quindi nel commentare si può solo cercare di concentrarsi sulla tecnica.
Personalmente per questo racconto approvo la scelta della prima persona, la più intima e diretta, che ci permette di entrare nel personaggio protagonista completamente. Proprio per questo (ma posso immaginare il perché) cose come il discorso indiretto tolgono molta potenza alla scena.
Per esempio quando "le dico che mi mancherà" è sì doloroso, ma una scena puntuale di un grattino seguito da un «mi mancherai» sarebbe stato un pugno ancora più forte ed efficace. Chiaro, non è detto che uno ci riesca su argomenti personali, ma è un consiglio generale che torna utile.
Ciao e buona edizione.


Ciao Rick, grazie mille per il commento e soprattutto per l'osservazione sul discorso diretto, sono d'accordo con te. Spero di riuscire a farne tesoro in futuro.
A presto,
Morena

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Pietro D'Addabbo
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#15 » giovedì 27 ottobre 2022, 12:27

Ciao Morena, piacere di leggerti.

Cercando di mantenere il distacco, trovo sia un punto debole nel racconto il ricordo dell'abilità notturna del gatto di rovistare nell'immondizia; mi ha fatto pensare a una semina che avrebbe avuto un disvelamento successivo. L'attesa creata non trova sfogo e mi lascia un senso di incompletezza.
Però si nota da quello e dagli altri dettagli che racconti che la storia ha uno spessore emotivo personale.
In casi come questo, per quanto talvolta in maniera inconsapevole, si riesce a coinvolgere il lettore. Soprattutto chi ha già vissuto esperienze simili, ma pur non essendo fra loro hai coinvolto emotivamente anche me.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#16 » giovedì 27 ottobre 2022, 13:31

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Morena,
Questo racconto mi ha fatto più male del dovuto, essendoci passato pure io (e vedo che, purtroppo, è un'esperienza più comune di quanto credessi). Non mi dilungo a dire quello che ti è già stato abbondantemente detto dagli altri, aggiungo solamente che se sei riuscita a farmi rivivere in modo così vivido un'esperienza così dolorosa, hai fatto un ottimo lavoro. Ora devo solo decidere se fa più male la tua lenta agonia o il calcio improvviso che mi ha dato Nicoletta. Per ora so solo che vado a dormire dolorante stanotte.


Ciao Stefano,
grazie mille (e mi dispiace per aver contribuito con Nicoletta a farti andare a letto sofferente).

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#17 » giovedì 27 ottobre 2022, 13:32

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggerti.

Cercando di mantenere il distacco, trovo sia un punto debole nel racconto il ricordo dell'abilità notturna del gatto di rovistare nell'immondizia; mi ha fatto pensare a una semina che avrebbe avuto un disvelamento successivo. L'attesa creata non trova sfogo e mi lascia un senso di incompletezza.
Però si nota da quello e dagli altri dettagli che racconti che la storia ha uno spessore emotivo personale.
In casi come questo, per quanto talvolta in maniera inconsapevole, si riesce a coinvolgere il lettore. Soprattutto chi ha già vissuto esperienze simili, ma pur non essendo fra loro hai coinvolto emotivamente anche me.


Ciao Pietro,
grazie per l'osservazione, ne farò tesoro in futuro (mi dispiace averti lasciato quella sensazione, so bene di cosa parli). Vedrò di fare più attenzione.
A presto,
Morena

alexandra.fischer
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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#18 » giovedì 27 ottobre 2022, 16:54

Tema centrato. La protagonista è la gatta Astrid, il “gatto di titanio”. Agli inizi sembra reagire bene alle cure veterinarie, ma il declino arriva inesorabile. Il Lettore rimane straziato dal comportamento della padrona: l’ha sempre vista vivace, dispettosa, golosa, in grado di miagolare a comando, l’ha curata con estrema diligenza con tanto di quaderno dei farmaci. Il tutto malgrado la diagnosi senza speranza della veterinaria e i tre anni della micia. L’ultima parte è la più commovente. L’ultima visita, con in sottofondo la canzone di Neffa è un preludio a questo addio annunciato, Astrid è ormai debole, incontinente e va incontro alla soppressione, ma almeno, con accanto la padrona, che morde appena sente il laccio emostatico. Ecco, il coraggio della padrona di assistere alla fine dell’amata gatta è un particolare commovente. Ottimo il finale. Astrid non c’è più, ma la padrona non la lascerà andare. La terrà nel cuore associata alle strofe della canzone di Neffa.

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#19 » giovedì 27 ottobre 2022, 19:49

Ciao Morena, anche io ho un gatto e quindi il tuo racconto l’ho sentito molto, immedesimandomi facilmente nel rapporto speciale con il gatto di titanio (bella immagine). Ho provato molta pena nel leggere come stesse perché hai descritto bene le pessime condizioni della gattina che arrancava, muoveva gli occhi caoticamente in giro e non ce la faceva, trascinandosi. Mi è piaciuto anche come hai reso il passaggio dalla speranza contro tutte le evidenze della protagonista fino alla rassegnazione e alla decisione – terribile – dell’eutanasia, il tutto con il sottofondo delle parole di Neffa che riecheggiavano. E la frase finale, non puoi lasciare chi ti vive dentro, che dire… molto vera e molto centrata come chiusura.

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Re: Mi vivi dentro

Messaggio#20 » martedì 1 novembre 2022, 10:52

Ciao Morena
Un racconto intimo e struggente. Una storia d'amore verso un animale che non ha nulla da invidiare a qualsiasi storia d'amore si possa raccontare. Ho trovato il racconto coerente fino alla fine, un viaggio nella consapevolezza che malgrado la morte, questo amore non finirà. Direi un pollice su tendente alla stabilità

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