Natale di G. C. D'Addabbo

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 330

Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2022, 0:30

Natale

“Mi raccomando festeggiate il Natale, ma fate anche i compiti. Dopo tre mesi di scuola, tutti hanno diritto allo svago. Approfittatene per stare con la famiglia, giocare con gli amici e riflettere su questa ricorrenza. Buon Natale!”.
“Buon Natale, professore!”.
La scuola si apprestava a ritornare nel freddo silenzio che avrebbe custodito per più di due settimane, quando: “Professore! Al telefono!”
“Pronto? Cosa? Papà? All’ospedale? Dove? Perché? Vado.”
Per fortuna che sono venuto in auto.
La provinciale passa vicino al cimitero e poi tra campi di viti ed ulivi. Una strada tutta curve, percorsa tante volte. La mente rivede già gli anni passati insieme. Il papà ha più di novant’anni, ma lui gli vuole un gran bene.
“Enfisema polmonare. Ci dispiace. E’ inutile tenerlo qui. Riportatelo a casa. Se volete, potete curarlo come faremmo qui. Una bombola di ossigeno e una flebo di soluzione fisiologica. Ha il pace-maker. Potrebbe durare anche settimane, mesi.”
Il tempo di guardarlo. Ha gli occhi chiusi. La maschera dell’ossigeno sulla barba bianca ed ispida. Nonostante rantolo e gorgoglio, il fisico abbandonato e trascurato lascia intuire l’imponenza di un tempo. Era stato carabiniere a cavallo, guardia al Palazzo Reale, lottatore di greco-romana.
Lui non lo ricorda così perché non era ancora nato allora, ma lo ha visto a sessant’anni sollevare un tufo di trenta chili da terra fino all’altezza di due metri.
Il ritorno non ha più speranze né ricordi. L’autoambulanza resta muta e lui riesce a seguirla senza problemi.
A casa del padre, la madre resta in cucina. Sono ormai cinque anni che vive in un suo mondo oscuro e non fa che ripetere “Mamma, mamma, mamma!”. La sorella si limita a dire: “Mettetelo sul letto matrimoniale di là. Io continuerò a dormire con mamma nell’altra stanza sui lettini.”.
Una telefonata a casa: “Papà sta male. Devo dare una mano. Probabilmente dormirò qui stanotte. Se ci sono novità, vi faccio sapere.”
Organizzare tutto è semplice. Non c’è molto da fare. Regolare l’ossigeno, cambiare le flebo.
C’è tanto tempo per ripensare a quell’uomo. Si siede a guardarlo. Lo immagina ragazzo.
Gli ha raccontato che da piccolo viveva in una masseria, non andava a scuola e giocava a nascondersi nei covoni di fieno. Erano gli anni della prima guerra mondiale ed il fratello più grande c’era andato e c’era pure tornato, ma l’avevano ammazzato poco dopo per una ragazza sbagliata.
La stanza scivola in penombra. Inutile accendere la luce. Basta il lumino per controllare il livello della flebo. Il respiro, o meglio il rantolo, è sempre uguale. Di fuori, il suono di campane.
Come avrebbe voluto che suo padre si riprendesse per potergli chiedere di più di quella storia e del processo. Un miracolo ci si poteva aspettare. Bisognava sperare. Bisognava pregare. Lui non lo sapeva fare, ma ci poteva provare.
In testa ha il solito cappuccio di lana perché non ha capelli. Dice sempre che li ha persi per tenere il cappello da carabiniere. C’era diventato perché, alla visita di leva, tutti i suoi compaesani avevano chiesto di essere arruolati in quell’arma e lo aveva fatto pure lui. Si era poi sposato nel ’40 con una donna che amava tantissimo. La guerra li aveva tenuti lontani e nel ’45 li aveva separati definitivamente. Si era risposato perché lei, in sogno, gli aveva chiesto di farlo e di avere i figli ed era nato lui.
Quante poche parole gli aveva sentito pronunciare nella sua vita! Qualche episodio, giusto se sollecitato.
Sembra respirare meglio. Chissà che non si riprenda. Sento che si muove. Vado a stendermi anch’io accanto. Mi sono abituato al suo ritmo e mi sembra regolare.
Non parlava mai di lei, ma si capiva che dopo cinquant’anni, ancora l’amava.
“Papà, quanto ti voglio bene! Ti ricordi quando in campagna io ti aiutavo nella vigna e tu correvi per farmi fare meno strada. Forza! Coraggio. Cerca di risvegliarti! Senti, ti abbraccio forte. Prendi un po’ del mio calore.”
Ecco. Si muove. Tenta di girarsi verso di me. Emette un sussurro: “Lasciami andare!”



Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 0:34

Ciao Giovanni! Parametri tutti ok. Hai postato due volte lo stesso racconto, ma questa mi sembra la versione definitiva pertanto procedo con il cancellare quella precedente. Buona DAVIDE MANNUCCI EDITION!

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#3 » mercoledì 19 ottobre 2022, 17:50

Splendido. Dolorosamente splendido.
sarà molto dura fare la classifica.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 330

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#4 » giovedì 20 ottobre 2022, 10:56

Grazie, DandElion!
DandElion ha scritto:Splendido. Dolorosamente splendido.
Le tue tre parole ripagano di gran lunga i miei 3993 caratteri. Grazie!

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#5 » venerdì 21 ottobre 2022, 12:34

gcdaddabbo ha scritto:Grazie, DandElion!
DandElion ha scritto:Splendido. Dolorosamente splendido.
Le tue tre parole ripagano di gran lunga i miei 3993 caratteri. Grazie!

Dovere! ;*
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
Polly Russell
Messaggi: 812

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#6 » venerdì 21 ottobre 2022, 15:08

Ciao e ben trovato.
Non mi soffermo sulla trama, la traccia evocava qualcosa di simile, e tu come molti altri hai creato una storia struggente. Nulla da dire e tema centrato. Anche se il “lasciami andare” finale è poco giustificato. Non è che il figlio si sia accanito per tenerlo in vita, è con lui solo da pochi minuti.
Mi soffermerò sullo stile, premettendo che tutto quello che dico è solo volto a migliorare il testo.
Inizi la narrazione con un onnisciente, poi lo perdi nella telefonata, in teoria dovremmo sapere cosa gli stanno dicendo al telefono, ma visto il numero dei caratteri dati, è solo un peccato veniale.
Passi per il tell di cui è infarcito tutto il pezzo, sei con un onnisciente, lo puoi fare.
Solo che poi passi in prima senza alcun preavviso. Il pezzo in cui il figlio ricorda che il padre amava tanto la madre esce da un fianco, avrei capito se lo avessi messo qualche rigo prima, quando parli della prima moglie morta e delle seconde nozze, così sono solo informazioni date a caso.Non c’è un motivo vero e proprio perché lui decida di sdraiarsi lì accanto proprio in quel momento. Capisci che intendo? non è successo nulla per fargli prendere quella decisione.
o almeno noi non l’abbiamo visto. Magari un sussulto, una lacrima che scivola via.
insomma, l’idea c’è e fa il suo dovere ma riguarderei la stesura. e te lo dico, e sono anche un po’ pedante, perché ci vedo un gran potenziale.
Polly

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 330

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#7 » venerdì 21 ottobre 2022, 19:07

Ciao Polly!
Polly Russell ha scritto: il “lasciami andare” finale è poco giustificato. Non è che il figlio si sia accanito per tenerlo in vita, è con lui solo da pochi minuti. il padre amava tanto la madre esce da un fianco, avrei capito se lo avessi messo qualche rigo prima, quando parli della prima moglie morta e delle seconde nozze così sono solo informazioni date a caso.Non c’è un motivo vero e proprio perché lui decida di sdraiarsi lì accanto proprio in quel momento. Capisci che intendo? non è successo nulla per fargli prendere quella decisione
sullo stile non ho nulla da obiettare. Mi ero accorto del passaggio alla prima persona. Mi è sembrato giusto lasciarlo. Si collegava con il passaggio ad un momento più intimo.
Non avevo ipotizzato si potesse equivocare sulla persona amata. Il padre ha sempre continuato ad amare solo la prima moglie ed è lei che vuole raggiungere. Ha continuato a vivere solo con il pensiero di eseguire quanto da lei desiderato. I figli sono stati concepiti con la seconda moglie e lui sente che ormai ha compiuto il suo compito e vuole tornare da lei. Dovevo essere più chiaro. Mi dispiace.

Avatar utente
Shanghai Kid
Messaggi: 342

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#8 » lunedì 24 ottobre 2022, 20:08

Ciao G.C.D’Addabbo e piacere di averti letto!
Sicuramente il tema è centrato e l’argomento toccante. Sono d’accordo solo parzialmente con Polly circa il “lasciami andare” finale, perchè il figlio in qualche modo lo sta tenendo in vita mediante le cure e quindi potrebbe avere senso, ma credo che avresti potuto accompagnare diversamente e meglio il lettore a questa battuta.
Il tuo racconto non è originale, ma non importa, perchè è delicato ed è una carezza sul cuore, però l’ho trovato un filo confuso in alcuni passaggi, come ti hanno già segnalato.
A rileggerti,
Elisa

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#9 » martedì 25 ottobre 2022, 11:34

Quando ero giovane e l'esperienza dell'accudimento, dell'accompagnare, del nascondere il dolore non l'avevo ancora vissuta, una mia amica molto più grande di me mi disse di suo padre in fin di vita: "Arriva un momento in cui il corpo e l'anima non vanno più d'accordo e l'anima soffre perchè vuole staccarsi dal corpo." li per lì mi era sembrato orribile, vedere il trapasso come una azione volontaria e non come una tagliola che prima o poi colpisce tutti.
Col passare degli anni e ahimè delle esperienze accumulate hai pienamente colto il segno. Arriva un momento in cui la persona non è che smetta di "lottare perchè è stanca", ma semplicemente vuole andare, tutto questo accanimento innaturale - specie di alcune frange "pro vita" che parlano a sproposito di cosa voglia Dio - non è benefico.
Ottima centratura del tema, ottima scrittura.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

alexandra.fischer
Messaggi: 2875

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#10 » martedì 25 ottobre 2022, 20:19

Tema centrato. Il Natale degli allievi, fra svaghi e compiti, si contrappone a quello del docente che li saluta: il padre si è ammalato di enfisema ed è in condizioni critiche. Lui fa quello che può, con l’aiuto della sorella, fra una cura e l’altra rievoca i ricordi di quando lo aiutava nella vigna. Il padre, tuttavia, gli chiede, in un momento di lucidità, di lasciarlo andare. Ha vissuto a lungo, è stato carabiniere, campione di lotta greco-romana, e ha conservato la forza prodigiosa fino ai sessant’anni. Ha avuto una vita segnata dalla guerra, dalla tragedia del fratello salvatosi dal conflitto e morto per una ragazza contesa. Non solo, il ricordo di un antico amore lo ha segnato: lei gli ha chiesto in sogno di lasciarla libera, perché morta. Il Lettore lo immagina desideroso di ricongiungersi a lei, soprattutto dopo che la moglie è finita in un mondo oscuro. Bella l’ambientazione di campagna con il cimitero, le vite, gli ulivi, i ricordi del professore in merito al personaggio del padre lo arricchiscono: è stato un bambino vivace, vissuto in una masseria, senza andare a scuola, ma immerso nei giochi dei covoni di fieno. Credibile la ricostruzione dell’ambiente medico e delle cure: flebo, maschera a ossigeno. Ottima l’idea degli archi temporali: lo zio ha vissuto la prima guerra mondiale, il padre la seconda.

Avatar utente
Rick Faith
Messaggi: 228

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#11 » mercoledì 26 ottobre 2022, 0:52

Ciao Giovanni, ben ritrovato, ormai riucirei a riconoscerti anche senza leggere il nome dell'autore!
Una storia struggente la tua, come il tema suggeriva in maniera abbastanza forte. Il titolo "Natale" mi piace, ma se devo essere onesto l'ho trovato poco presente nel racconto. È giusto un piccolo dettaglio in apertura, ma poi devo ammettere di essermelo perso. Mi piace molto il contrasto che volevi dare usando il periodo felice per antonomasia, quindi è un po' un peccato non ritrovare qualche dettaglio, qualche richiamo, qualche pensiero oltre agli auguri iniziali.
Riguardo alla narrazione devo dirmi d'accordo con Polly, personalmente ti sconsiglio di saltellare dentro e fuori la testa dei personaggi perché è molto più facile confondere i lettori, soprattutto con una prosa come la tua già molto "abbondante".
Comunque tema preso e storia dolorosa che ahimé molti vivono troppo da vicino. Un abbraccio a tutti e buona edizione :)

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 330

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#12 » mercoledì 26 ottobre 2022, 12:16

Ciao, Elisa!
Shanghai Kid ha scritto: credo che avresti potuto accompagnare diversamente e meglio il lettore a questa battuta.
Il tuo racconto non è originale, ma non importa, perchè è delicato ed è una carezza sul cuore, però l’ho trovato un filo confuso in alcuni passaggi, come ti hanno già segnalato Elisa
.
Ti ringrazio per i suggerimenti e per quella "carezza sul cuore". Il mio difetto principale, credo, sia quello di scrivere di getto rivivendo storie personali. Lo spazio di un racconto è sempre troppo breve per descrivere le situazioni complesse che si riscontrano nella realtà della vita. Dovrò farmene una ragione. Sto pensando di continuare ad utilizzare Minuti Contati come stimolo per scrivere, ma di non lasciarmi limitare dal numero dei caratteri assegnato.

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 330

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#13 » mercoledì 26 ottobre 2022, 12:30

Ciao
Rick Faith ha scritto:Ciao Giovanni, ben ritrovato, ormai riucirei a riconoscerti anche senza leggere il nome dell'autore!
Una storia struggente la tua, come il tema suggeriva in maniera abbastanza forte. Il titolo "Natale" mi piace, ma se devo essere onesto l'ho trovato poco presente nel racconto. È giusto un piccolo dettaglio in apertura, ma poi devo ammettere di essermelo perso. Mi piace molto il contrasto che volevi dare usando il periodo felice per antonomasia, quindi è un po' un peccato non ritrovare qualche dettaglio, qualche richiamo, qualche pensiero oltre agli auguri iniziali.

Ti ringrazio per il commento ed i suggerimenti. Non so se considerare la riconoscibilità un pregio o un difetto.
Nella bozza il racconto si chiudeva con "E' Natale. Lasciami andare!" come dire "Penso di aver eseguito completamente il compito che mi era stato assegnato. Non ho più nulla da fare qui. Sono vecchio, stanco. Mi vergogno della mia condizione. Non posso essere più d'aiuto a nessuno. Sei rimasto l'unico legame che mi tiene. Lasciami andare a festeggiare questo Natale con lei." Ovviamente sia per ragioni di spazio sia per le condizioni fisiche non poteva pronunciare tutte quelle parole, anche se si potevano intuire.

Avatar utente
Rick Faith
Messaggi: 228

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#14 » mercoledì 26 ottobre 2022, 12:53

gcdaddabbo ha scritto:Ciao
Ti ringrazio per il commento ed i suggerimenti. Non so se considerare la riconoscibilità un pregio o un difetto.


Lo vedo come riconoscere qualcuno da lontano dal modo di camminare, prima ancora di afferrarne i dettagli. Lo riconosci e basta, non riesco a dargli una dimensione qualitativa. Penso che più si legge qualcuno e più s'impara il suo modo di scrivere, una questione di esperienza insomma :)

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#15 » giovedì 27 ottobre 2022, 2:32

Questo tema si presta decisamente bene a questo genere di interpretazione, quindi non mi meraviglia vedere così tanti racconti relativamente simili. Riguardo lo stile ti dò un consiglio: non cambiare mai stile narrativo all'interno dello stesso capitolo / della stessa scena; in generale è una pessima idea farlo, a meno che non ci sia un motivo estremamente fondato alla base della scelta (e sottolineo estremamente).
Questo perché il lettore ha bisogno di qualche riga per ambientarsi e capire come funziona il tuo testo, se ogni tot righe le regole cambiano, il lettore è spiazzato

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 354
Contatta:

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#16 » giovedì 27 ottobre 2022, 12:42

Ciao Giovanni, anzi, ciao papà. Piacere di leggerti.

Nonostante questo tipo di storia sia il primo a cui ho pensato (probabilmente non sono l'unico) prima di cercare altre declinazioni del tema, sei l'unico in questo gruppo ad averlo affrontato e perciò un plauso, anche al coraggio di mettersi in gioco.
Mantenere un distacco oggettivo nel valutare questo racconto non è facile per me perché so che racconti solo la realtà, senza fronzoli creativi, e tutto è intimamente vero, e riguarda la nostra famiglia.
Lascio il compito agli altri di commentare gli aspetti stilistici qui; sai che alcuni di questi me li aspettavo e so che sei anche consapevole dei limiti del tuo stile (unico e riconoscibile e nel mio caso è un complimento).
Pubblicamente voglio riconoscere come, rispetto alle altre Arene, tu sia riuscito a mettere molta più emozione questa volta nello scrivere, al di là di quella che poi sei riuscito anche a trasmettere.
Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
SarahSante
Messaggi: 170

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#17 » giovedì 27 ottobre 2022, 20:20

Ciao Giovanni, ho dovuto rileggere due volte il tuo racconto perché in prima lettura non avevo capito tutto lo svolgimento, ma ciononostante devo dirti che mi è piaciuto per il tono dolce e nostalgico. Ho apprezzato anche le descrizioni del padre, sia presenti (il padre con la maschera dell’ossigeno sulla barba bianca o che tiene il cappuccio di lana perché non ha capelli) che passate (il padre ragazzo che viveva in una masseria e giocava nei covoni o che diceva di avere i capelli per colpa del cappello da carabiniere. Mi è piaciuta tanto la storia della prima moglie che compare in sogno per dire al padre di risposarsi, ci farei un racconto a parte. Una buona prova.

Avatar utente
Il Saggio
Messaggi: 81

Re: Natale di G. C. D'Addabbo

Messaggio#18 » martedì 1 novembre 2022, 11:16

Ciao Giovanni

il tema c'è tutto, anche se devo dire che al netto di un epilogo un po' telefonato, ho trovato la chiosa un po' forzata. Cerco di spiegarmi. La richiesta del padre in punto di morte non è mi è parsa giustificata dalle premesse. Non si percepisce l'accanimento del figlio a voler a tutti i costi tener in vita il padre (cosa che avrebbe reso la richiesta di suo padre del tutto legittima.) Viene raccontato, vero, l'excursus della malattia, ma il messaggio scivola via, non suscita trasporto emotivo. In questo senso, la drammaticità della scena sfiora in una richiesta che appare un po' meccanica perché sembra tesa esplicitamente a tener fede al tema del contest. Per me un pollice che naviga tra il mezzo e i tre quarti.

Torna a “167° Edizione All Time - Davide Mannucci Edition - La 2° della Decima Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti