VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
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Maurizio Chierchia
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VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2022, 0:52

Una corrente d’aria gelida entra indisturbata dalla finestra, mi sventola i capelli e fa oscillare il cappio legato alla trave. L’ombra della corda dondola come un pendolo, proiettata sulla parete scarna e rovinata dalla muffa.
Nella bottiglia di Alchermes giace l’ultimo rimasuglio di alcol presente in casa. I cocci di vetro ammucchiati sul pavimento sono la dimostrazione che questa è davvero l’ultima notte, ora non ho più niente che mi tenga ancorato qui.
Trangugio il liquore zuccherino e mi sollevo dalla poltrona, rovesciando la boccia vuota sul parquet.
La tua foto sulla mensola mi fissa, segue i miei movimenti e osserva la mia disperazione. È l’unica che ho tenuto perché non ho il coraggio di cancellarti dalla mia vita, ma non potevo sopportare il peso di tutti gli altri ricordi. Ho bruciato ciò che potevo dare alle fiamme e ho sfogato il dolore distruggendo ogni cosa riguardasse noi due.
Ho provato ad andare avanti come mi dicevi, a non guardarmi indietro. A lasciare andare il passato e ciò che abbiamo costruito. Ho provato a lavorare intensamente per distrarmi, per avere la mente occupata, ma il tuo pensiero mi affliggeva comunque.
Allora ho iniziato a bere. Prima solo dopo il lavoro, poi durante le pause e poi durante i turni, fino a quando non ci sono più stati giorni in cui ero sobrio. E lo stesso, la situazione non migliorava, anzi, l’angoscia aumentava.
Tre giorni fa mi sono licenziato, ho lanciato la corda sulla trave del soffitto e ho fatto il nodo al cappio. E tre giorni fa ho deciso che una volta finite le riserve di alcolici ti avrei raggiunto.
Ora, le riserve sono esaurite.
Salgo sulla sedia barcollando e oscillando anche io come la corda. Infilo il cappio al collo con le mani tremanti e controllo che sia ben tesa, assicurata alla trave in legno. Il tuo volto continua a fissarmi, mi implora di non farlo, di non andarmene… ormai è tardi. Non ci sei più tu a rassicurarmi come hai sempre fatto. Ora, le mie certezze sono crollate. È tempo di andarsene da un mondo che non ha nulla da offrirmi, e che mi ha tolto ciò che mi ha reso vivo per trent’anni.
Col piede destro calcio la sedia e resto appeso.
La trave cigola mentre prova a sostenere il mio corpo… spero solo che regga. La tua voce in lontananza sembra sofferente, il cerchio alla testa provocato dall’alcol sta scomparendo e mi sento più leggero.
Così leggero, che l’asse che fa da forca si spezza con un frastuono infernale. Volo col culo per terra, e schegge di legno mi cadono addosso seguite da polvere e tarli. Per fortuna l’alcol ha attutito ogni botta.
«Non vuoi proprio lasciarmi andare, eh? Ma io non ce la faccio più… ho bisogno di te… non ho più niente per cui vivere…» La gola mi fa male. Singhiozzo e mi spolvero le spalle.
Devo trovare un’alternativa.
Mi alzo e corro verso la finestra ma intuisco che, essendo al secondo piano, rischierei solo di rompermi qualche osso, prolungando così la mia agonia. Devo andare più in alto.
Esco sul pianerottolo senza preoccuparmi di indossare le scarpe, non mi servono più. Salgo fino all’ultimo piano del palazzo, ho il fiatone e lo stomaco sottosopra. Calo la scala retrattile e mi fiondo fuori, sopra al tetto. L’aria dicembrina mi investe assieme a una brina leggera che mi accarezza il viso. Avanzo verso la balaustra e guardo di sotto, la vista è mozzafiato, le auto sembrano minuscole. Erano secoli che non venivo quassù, da quando ci siamo baciati la prima volta e abbiamo inciso il nostro amore sul muretto, un cuore stilizzato con le nostre iniziali.
Non c’è posto che non mi ricordi te, e non c’è posto dove voglio stare senza te.
Salgo sul muretto e metto il piede destro accanto al nostro segno.
La tua voce melodiosa mi implora di stare qui, il tuo canto si trasforma in preghiera, in supplica.
«Mi dispiace… devo farlo!»
Salto e mi lancio nel vuoto.
La tua voce ora non può più fermarmi.
Volo da te, perché non posso stare al mondo senza averti.
Volo da te, perché anche se tu mi hai lasciato andare, io non lo farò mai.


Maurizio Chierchia
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antico
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 0:54

Ciao Maurizio! Parametri ok, buona DAVIDE MANNUCCI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#3 » sabato 22 ottobre 2022, 18:41

Tema centrato. La storia è ottima per via dei dettagli. Il freddo che entra dalla finestra, il protagonista, solo, in mezzo a cocci di bottiglie di alcolici, e un’unica foto, quella della persona amata, della quale ha distrutto tutte le altre istantanee, oltre al cappio appeso alla trave. Molto bello anche il paragone cappio-pendolo. Il fallimento del primo tentativo di suicidio per colpa del legno marcio non fa desistere il protagonista, alcolizzato, distrutto dal dolore, così grande da far pensare a un lutto più che a una rottura sentimentale: le parole di incoraggiamento della persona amata che sta per andarsene, infatti, possono essere state pronunciate in qualunque contesto e sono inutili. Commoventi le immagini della persona scomparsa: pare implorarlo di vivere dalla foto. E lui ne sente la voce prima di gettarsi nel vuoto, scavalcando il muretto con le loro iniziali e teatro del primo bacio. No, impossibile vivere senza quella persona. Tanto più che lui si è licenziato tre giorni prima.
Attenzione:
ti segnalo la frase corretta: volo con il culo per terra

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Maurizio Chierchia
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#4 » lunedì 24 ottobre 2022, 17:03

Ciao Alexandra.
Grazie mille per il commento incoraggiante.
Buona gara!
Maurizio Chierchia
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DandElion
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#5 » martedì 25 ottobre 2022, 11:39

Uh wow!
L'amore finito, non più sostenuto diventa il trampolino di lancio - è il caso di dirlo- per un passaggio di stato.
L'autolesionismo del protagonista non è dettato da "una botta di matto" ma una oculata ricerca di andarsene.
Generalmente i suicidi mancati non hanno il coraggio di fare un secondo giro, quando la botta di adrenalina della quasi morte li risveglia dalla trance autolesionistica e altrettando generalmente le travi di legno se crollano per lo strattone coinvolgono nel crollo tutto il pavimento sovrastante.. insomma resa benissimo l'idea della disperazione, ma un po' irrealistico a tratti.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Maurizio Chierchia
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#6 » martedì 25 ottobre 2022, 12:00

Ciao DandElion.
Grazie del commento. Sono felice che tu abbia apprezzato il racconto per quanto riguarda l'emozione trasmessa. Per quanto riguarda il reiterare il suicidio puoi avere ragione, è vero. Ma ci sono tantissimi casi, purtroppo anche vissuti da persone a me care, dove la voglia di andarsene è più forte di qualsiasi cosa li provi a trattenere. Per il discorso trave hai ragione, potevo impegnarmi di più forse nell'immaginare al meglio la scena.
Grazie ancora e a rileggerti presto!
Maurizio Chierchia
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Polly Russell
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#7 » martedì 25 ottobre 2022, 15:08

Ciao!
Allora, il tema è centrato. Purtroppo il racconto è tanto, tanto tell… Mi spiego: a che serve raccontarci gli step della sua discesa nell’alcolismo? uno che si attacca al collo di una bottiglia di Alchermes rende già l’idea.
Guarda andava tutto bene all’inizio, bella la descrizione della stanza, due pennellate che però hanno reso l’idea della sua disperazione in modo perfetto, poi sei partito col raccontato. Troppo raccontato, bastavano un paio di accenni.
Anche perché non ho nemmeno ben capito se la sua lei sia morta o solo andata via.
Ha ragione la “vecchia” Dandelion sulla trave, e non solo, aggiungerei che si sarebbe portato via pure un pezzo di solaio. oltretutto non ho ben capito di che costruzione si tratti, perché delle travi di legno a vista, su un palazzo con la terrazza all’ultimo piano, mi sembrano davvero strane. Chi è quel pazzo che costruisce un grattacielo con le travi in legno? perché sono almeno tredici-quattordici piani per vedere le auto minuscole. oltretutto una trave che si spezza in due per quanto? 80-100 chili? Se l’inquilino del piano di sopra mette un acquario è la fine.
E ancora, si stava ammazzando per strangolamento, (troppo poco spazio per rompersi il collo) e non sente niente? Ci liquidi un soffocamento con un po’ di mal di gola?
Insomma, mi è piaciuta l’idea, molto romantico è terribile il tutto, molto forte, però devi rivedere le dinamiche e un po’ la forma.
alla prossima
Polly

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Maurizio Chierchia
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#8 » martedì 25 ottobre 2022, 15:25

Ciao Polly, grazie del commento.
Per quanto riguarda il tell hai ragione. È stato voluto ma non ho reso bene l'idea che avevo in mente. Forse avrei dovuto sistemarlo con dei dialoghi rivolti alla foto, un po' più naturale. Per quanto riguarda gli errori "tecnici" riguardo al palazzo dovevo sicuramente descrivere meglio la situazione. Farò tesoro di tutti i commenti.
Grazie ancora e a rileggerti presto.
Maurizio Chierchia
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Shanghai Kid
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#9 » mercoledì 26 ottobre 2022, 22:23

Ciao Maurizio e piacere di averti letto!
Sono in difficoltà a riempire questo spazio perchè il tuo racconto mi è semplicemente piaciuto. Mi è piaciuta la storia e mi è piaciuta come l’hai raccontata. Ho trovato nel tuo testo un mix di disperazione e delicatezza davvero ben amalgamati. Mi è piaciuta la descrizione che ha aggiunto una sfumatura poetica, senza essere stucchevole. Il tuo è un testo aggraziato e la tua storia struggente. Se proprio devo trovare qualcosa su cui romperti, ti dirò che ci sono alcuni clichè che avrei preferito resi con più originalità (ma ti sto proprio facendo le pulci, eh). Un esempio su tutti, il cuore con incise le iniziali dei due amanti. Ma sai cosa ti dico? Che poi la vita a volte a più clichè che botte di originalità.
Ottima prova.
A rileggerti,
Elisa

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Maurizio Chierchia
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#10 » mercoledì 26 ottobre 2022, 23:12

Ciao Elisa, sono veramente stra contento del tuo commento e della tua classifica. Non posso fare altro che ringraziarti! Spero di riuscire a emozionarti ancora in futuro. Buona gara e a rileggerti presto!
Maurizio Chierchia
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Stefano.Moretto
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#11 » giovedì 27 ottobre 2022, 2:46

Ciao Maurizio
Parto con un complimento e una stroncatura:
La descrizione iniziale l'ho amata, il modo in cui presenti il cappio, come fosse un normale elemento in scena usando il vento per rivelarlo attraverso una descrizione dinamica, è fantastico.
Quindi perché hai inserito 30 righe (sono da cellulare) di riassunto delle sue tragedie? Hai dimostrato di saper usare a livello eccelso elementi esterni per portare il lettore dove vuoi tu, fallo! Per esempio può vedere la lettera di licenziamento e fare un pensiero sul fatto che in soli tre giorni si è inzuppata di alcool e schifezze.
Detto questo, sinceramente speravo, dato l'esito con la trave, che ci fosse un nuovo colpo di scena. Il finale così senza sorprese mi ha lasciato un po' di amaro in bocca

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Pietro D'Addabbo
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2022, 13:00

Ciao Maurizio, piacere di leggerti.

Ho letto che hanno già commentato la mancanza di verosimiglianza nelle modalità in cui il protagonista cerca la morte, perciò cercherò di dare un commento più utile focalizzandomi su un altro paio di dettagli.
Ho molto gradito l'incipit, fino a "Trangugio il liquore zuccherino". E' stato come inciampare sul gradino dietro la soglia. Credo tu volessi solo una perifrasi per non dire nuovamente la marca, ma sarebbe bastato 'liquore'. L'aggettivo piazzato in quel modo ha suggerito un intervento autoriale. Espresso diversamente, ad esempio "Trangugio il liquore, piacevolmente zuccherino." nonostante l'avverbio mi sembra che lo trasformi meglio in una nota sensoriale del protagonista, lasciando fuori dal testo l'autore.
Il secondo appunto che posso farti, riguarda la lucidità descrittiva del punto di vista, che dovrebbe essere ubriaco al punto da non avvertire dolore. Non ho mai personalmente sperimentato un tale livello di alcool in corpo, ma l'idea che me ne sono fatto è di tutt'altra capacità di seguire razionalmente un pensiero e descrivere quel che sta accadendo a se stessi. La prima persona non mi ha portato dentro di lui, in questo caso.
Apprezzabile la declinazione del tema nel senso di "lasciare andare se stessi" alla pulsione che metterà fine alle sue sofferenze.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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SarahSante
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#13 » giovedì 27 ottobre 2022, 20:12

Ciao Maurizio, mi è piaciuto il tuo racconto, costruito bene dalla perdita della compagna attraverso l’alcol, le dimissioni, il tentativo di suicidio e il suicidio riuscito. Mi sono piaciute alcune immagini, i cocci rotti nella stanza, il cappio che sventola come un pendolo con l’ombra proiettata sulla parete, lui che dialoga con l’unica foto rimasta di lei che gli parla durante tutto il tempo, lui che barcolla e oscilla come la corda. Funziona anche l’alchermes, liquore che ho sempre e solo visto usare nelle torte, come ultimo alcolico consumato. Non l’ho mai sentito come alcolico consumato di per sé.
E’ reso bene anche il senso di disperazione. Non mi convince fino in fondo il secondo tentativo di suicidio, avrei fatto volare direttamente lui dalla finestra e invece mi piace molto la frase “volo da te perché non posso stare al mondo senza averti”.

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Rick Faith
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#14 » giovedì 27 ottobre 2022, 22:22

Ciao Maurizio, felice di rileggerti.
È il secondo tuo racconto che mi trovo a commentare, ma ovviamente non è abbastanza per inquadrarti bene come scrittore. In "Quando inizia sta serata?" avevi prodotto un'ottima introspezione del personaggio, ma non eri riuscito a dare al pezzo una forma omogenea. Qui invece sei riuscito a mantenere piuttosto coesa la narrazione, ma effettivamente (come ti hanno già fatto notare) l'aver "raccontato" troppo non ha permesso all'interiorità del personaggio di uscire fuori come avrebbe meritato. Penso che stai cercando ancora il tuo equilibrio, sono convinto che è solo questione di tempo.
Il vento che fa oscillare il cappio come il pendolo è una "bella" immagine, e anche laltra volta ricordo di aver notato una buonissima abilità dello scegliere i dettagli. Hai una penna davvero interessante che piano piano riuscirai ad affilare, ne sono certo.

Buona edizione

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Il Saggio
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Re: VOLO DA TE di Maurizio Chierchia

Messaggio#15 » martedì 1 novembre 2022, 11:29

Ciao Maurizio

Tema centrato. Anche per il tuo racconto riscontro una certa linearità. L'idea del suicidio fallito poteva essere sfruttata meglio, forse, poteva essere un occasione di riflessione o di crescita per il protagonista, che invece prosegue nel suo intento. Sembra quasi un episodio casuale, che non sembra veramente funzionale alla storia, se non a ribadire il fatto che la persona persa sta cercando di trattenere il protagonista dal farsi del male. Ti invito a riflettere sull'importanza che ciascuno evento raccontato un racconto breve ha ai fini della sua "fioritura", qualsiasi messaggio si voglia incanalare. Per me un pollice tra il su e il mezzo, in un testa a testa con Giovanni.

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