Una lettera - (Alessandro Canella)

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2022, 1:30

Dita che scivolano su una vecchia cornice in legno, la polvere che si raccoglie sotto i polpastrelli. «Quanti anni avevate tu e la mamma in questa foto?»
Una poltrona che scricchiola, passi che si avvicinano. «Fammi vedere… Venti, mi pare. Forse ventuno. Ci conoscevamo da poco, comunque. Credo almeno.»
«Come “credo”? Non ricordi quando hai conosciuto mamma?»
«Che vuoi che ti dica? È passato tanto tempo. E poi all’inizio mica avevo capito che era lei quella giusta. A me piaceva più l’amica.» L’indice batte su un angolo della foto. «Quella sullo sfondo è la vecchia casa della nonna, quella di Meina. Te la ricordi?»
«Vagamente.»
«E la nonna, invece?»
«Anche.»
«E allora vedi di non rompere troppo le scatole a me, che almeno io ho qualche anno in più sulle spalle come scusa.»
Labbra che si avvicinano a una tempia, un bacio schioccato che riempie la stanza. «D’accordo, vecchietto.»
«Ora vedi di non fare la sfrontata.»
«Solo se tu la smetti di chiamarmi in quel modo.»
«Come? Sfrontata?»
Un sospiro. «Sai bene cosa intendo.»
Occhi che si separano da altri occhi per tornare alla foto. «In certe foto sembrate due gocce d’acqua, lo sai?»
«Papà…»
«No, davvero. Soprattutto in quelle in cui portava i capelli corti. C’è stato un periodo in cui sembrava un vero maschiaccio.»
«Smettila papà, ti prego…»
«Di fare cosa? Non è forse vero? Dovrei fare finta di essermi scordato di lei solo perché a te fa comodo così?»
Dita che si chiudono a pugno, unghie che affondano nella carne. «Non ti ho mai chiesto farlo. Solo… smettila di pensare che io sia come lei. Non lo sono.»
La cornice riappoggiata sulla mensola, gambe stanche che si trascinano verso la poltrona. «Tutte stronzate. Non è questione di cosa sei. È questione di cosa vuoi essere.»
«Ciò che voglio essere è esattamente ciò che sono. Da sempre. Solo che tu questo non lo hai ancora capito.» Rumore di passi che si riavvicinano, dita che si vanno a intrecciare con altre dita, più ruvide. «Non voglio che tu la dimentichi. Voglio che tu capisca che io sono altro. Lo devi anche a lei. Per non deformare tutti quei bei ricordi.»
Uno sbuffo, labbra che si tendono e su cui i denti vorrebbero affondare per impedire loro di aprirsi e parlare. «E cosa dovrei fare, allora? Dimmi.»
Un sorriso. «Basta una lettera. Soltanto una piccola, inutile lettera. Non chiedo altro.»
Dita che tremano, che vorrebbero sottrarsi a quella stretta, e che eppure non lo fanno, non ci riescono. «È tanto quello che mi chiedi. Quel nome… È… Non so se te l’ho mai detto, ma è stata lei…»
Un altro sorriso, e una carezza. «Lo so. È stata lei a sceglierlo. E non lo rinnego.»
Labbra che si dischiudono, parole che graffiano la gola e che non sanno ancora bene se uscire o nascondersi. «Come vuoi tu, Lucio.»
Lacrime che si arrampicano ai lati degli occhi e che si lasciano scivolare sulle guance. «Vedi? Non era difficile.» Silenzio, un abbraccio, ancora silenzio. «Come ti senti ora?»
Il tremore alle mani è svanito. «Fuori posto. Come se non riuscissi più a capire nulla di ciò che mi circonda. E la cosa mi fa paura.»
Ancora un abbraccio, più breve, corpi che si separano e che tornano a osservarsi negli occhi. «Allora saremo in due ad affrontarla.»


lupus in fabula

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antico
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 1:33

Ciao Alessandro! Caratteri ok, malus minimo tempo per te. Buona DAVIDE MANNUCCI EDITION!

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DandElion
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#3 » mercoledì 19 ottobre 2022, 17:27

Vediamo se ho capito.
Lui la ama, lei muore, il frutto del loro amore è trans (ma non ho capito se uomo o donna trans) e se il nome anagrafico fosse Lucìa con Lùcio mi suona male, tanto più che nella maggior parte dei casi il dead name viene proprio lasciato stare in favore di un nome che non suoni simile.
Scritto bene, un po' confuso, non proprio collimante al 100% con il tema.
Sarebbe stato interessante lasciar andare l'identità più che la madre morta.
O forse non ci ho capito un cavolo?
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
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Polly Russell
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#4 » giovedì 20 ottobre 2022, 12:47

mmm… ni. Stavolta: ni.
Capisco l’esigenza di non avere un pdv solido e il non poter usare troppo soggetti o articoli (immagino che in inglese avresti avuto meno problemi) ma tutto questo “mani che” “dita che” stanca da morire. va bene una volta, poi sembra che tu abbia litigato con la grammatica e abbia vinto lei. Tutto funzionale alla sorpresa finale, ma troppo. Diventa tanto stancante che a metà racconto ti chiedi dove voglia andare a parare. Almeno io me lo sono chiesta perché so come scrivi. In un altro caso avrei semplicemente pensato “ok, uno alle prime armi”.
anche perché sono abbastanza certa che se ti sforzi un po’, lo trovi il modo di lasciare comunque il dubbio sul genere di lui (nonostante il padre le si rivolga al femminile), mantenendo una scrittura più fluida.
per la trama, ok. Oh Dio, credo che il fatto che da donna somigliasse alla madre sia l’ultimo dei “problemi” di un uomo che, pare, abbastanza aperto mentalmente; ma ci sta.
Tema centrato.
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#5 » lunedì 24 ottobre 2022, 13:49

DandElion ha scritto:Vediamo se ho capito.
Lui la ama, lei muore, il frutto del loro amore è trans (ma non ho capito se uomo o donna trans) e se il nome anagrafico fosse Lucìa con Lùcio mi suona male, tanto più che nella maggior parte dei casi il dead name viene proprio lasciato stare in favore di un nome che non suoni simile.
Scritto bene, un po' confuso, non proprio collimante al 100% con il tema.
Sarebbe stato interessante lasciar andare l'identità più che la madre morta.
O forse non ci ho capito un cavolo?


Ciao Dandelion.
Direi che invece in buona parte ci hai preso. Solo due appunti.
Riguardo la questione del dead name tu stessa scrivi che nella "maggior parte dei casi" viene abbandonato in toto. Ecco, questo è uno degli altri casi :)
In merito al tema invece ho giocato su due livelli, quindi mi fa un po' specie leggere che non è stato rispettato al 100%. Abbiamo un uomo e due donne agli estremi della sua vita. La morte della prima lo porta a riflettere sulla seconda i suoi ricordi. Affinché la figlia possa essere lasciata andare (con l'accettazione da parte del padre che in verità lui ha un figlio, non una figlia) deve in parte lasciar andare via il ricordo della moglie. Cervellotico, ok, ma a mio avviso perfettamente rispettoso del tema.
Detto questo, grazie delle note, soprattutto considerando che a questo giro ho voluto giocare un po' con lo stile uscendo dalla mia comfort zone.
lupus in fabula

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#6 » lunedì 24 ottobre 2022, 13:59

Polly Russell ha scritto:mmm… ni. Stavolta: ni.
Capisco l’esigenza di non avere un pdv solido e il non poter usare troppo soggetti o articoli (immagino che in inglese avresti avuto meno problemi) ma tutto questo “mani che” “dita che” stanca da morire. va bene una volta, poi sembra che tu abbia litigato con la grammatica e abbia vinto lei. Tutto funzionale alla sorpresa finale, ma troppo. Diventa tanto stancante che a metà racconto ti chiedi dove voglia andare a parare. Almeno io me lo sono chiesta perché so come scrivi. In un altro caso avrei semplicemente pensato “ok, uno alle prime armi”.
anche perché sono abbastanza certa che se ti sforzi un po’, lo trovi il modo di lasciare comunque il dubbio sul genere di lui (nonostante il padre le si rivolga al femminile), mantenendo una scrittura più fluida.
per la trama, ok. Oh Dio, credo che il fatto che da donna somigliasse alla madre sia l’ultimo dei “problemi” di un uomo che, pare, abbastanza aperto mentalmente; ma ci sta.
Tema centrato.


Ciao Polly.
Sì, a questo giro ho adottato uno stile un po' particolare e molto lontano da quello mio abituale. La scelta però in verità non dipende tanto dal voler nascondere l'identità di genere del figlio. Quando ho letto il tema era infatti circa mezzanotte, all'uscita dal lavoro. Durante il tragitto, sapendo che sarei arrivato tardi davanti al computer, ho pensato "e se fosse la volta buona di provare con la grande bestia nera della narrativa, altrimenti nota come talking heads"? Solo che a me, il più delle volte, lo stile talking heads non piace (eufemismo usato solo per non cadere nel volgare), anche perché preferisco infondere dinamismo alle scene che descrivo e le talking heads rappresentano l'esatto opposto. Ho quindi pensato di creare un ibrido, con un narratore non focalizzato su nessun personaggio in particolare e dove le parti non dialogate rappresentassero soltanto dei "fermoimmagine". Mentirei se dicessi di essere soddisfatto del risultato finale, ma scrivere questo racconto mi ha comunque divertito. A prescindere di come andrà a finire questo girone, ho intenzione di tornarci su e limarlo per benino, magari rendendolo un po' meno confusionario e pesante. :)
Grazie mille del commento e alla prossima.
lupus in fabula

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DandElion
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#7 » martedì 25 ottobre 2022, 11:13

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:
Ciao Dandelion.
Direi che invece in buona parte ci hai preso. Solo due appunti.
Riguardo la questione del dead name tu stessa scrivi che nella "maggior parte dei casi" viene abbandonato in toto. Ecco, questo è uno degli altri casi :)


Ok diciamo che nella mia esperienza personale nessuno dei miei amici e conoscenti ha mantenuto traccia del Deadname, ma non posso escludere che almeno uno al mondo lo mantenga :P

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:In merito al tema invece ho giocato su due livelli, quindi mi fa un po' specie leggere che non è stato rispettato al 100%. Abbiamo un uomo e due donne agli estremi della sua vita. La morte della prima lo porta a riflettere sulla seconda i suoi ricordi. Affinché la figlia possa essere lasciata andare (con l'accettazione da parte del padre che in verità lui ha un figlio, non una figlia) deve in parte lasciar andare via il ricordo della moglie. Cervellotico, ok, ma a mio avviso perfettamente rispettoso del tema.

Ok, ma il fatto che per me sia stato difficile capire se era una donna trans o un uomo trans probabilmente mi ha fatto perdere la centratura del tema. O poco male eh, non è che per questo muoia nessuno.
Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:Detto questo, grazie delle note, soprattutto considerando che a questo giro ho voluto giocare un po' con lo stile uscendo dalla mia comfort zone.

Mi piace molto che si rinunci per gioco alle proprie abitudini ;)
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Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Shanghai Kid
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#8 » mercoledì 26 ottobre 2022, 22:29

Ciao Alessandro e piacere di averti letto!
Devo ammettere che anche per me il tuo testo è stato parzialmente di difficile decifrazione. Ho capito la situazione, ma in alcuni punti mi è parsa un po’ confusa. Apprezzo molto che tu abbia provato a sperimentare e anche la declinazione per niente banale - anzi - che hai dato al tema. Ammiro sempre chi osa e si spinge fuori dal seminato. Penso tuttavia che, seppur con una buona ed originale storia, tu abbia un po’ pagato lo scotto dell’esiguo numero di caratteri che ti era concesso per raccontarla.
Al netto di una costruzione complessa, stilisticamente il testo mi è piaciuto molto.
A rileggerti,
Elisa

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Stefano.Moretto
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#9 » giovedì 27 ottobre 2022, 1:22

Ciao Alessandro
Parto dal dire che capisco la voglia di sperimentare, ma una cosa alla volta. Anzi, secondo me così ti sei bruciato ben due idee che separatamente potevano funzionare (beh, almeno una. Fare tutta la narrazione in "che" penso sia contro la convenzione di Ginevra).
Il pov è abbastanza ambiguo, ma dopo un po' è chiaro che sia il ragazzo. Il problema è quel "dopo un po'": per esempio quando stringe il pugno ancora non mi era chiaro e a causa della narrazione alla che persona singolare non stavo capendo chi è che stringeva i pugni.
Per esempio se avessi usato come pov il padre, che pensa all'interlocutore come "lei" e poi, alla fine, passa al "lui", secondo me avrebbe avuto un impatto maggiore. Giusto come spunto, non pretendo di avere la verità in tasca.
L'idea generale del testo mi piace, però secondo me hai cercato di mettere insieme troppe cose in troppo poco spazio.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#10 » giovedì 27 ottobre 2022, 11:37

Ciao Alessandro, piacere di leggerti.

Sono d'accordo con Stefano in merito alla narrazione del tipo 'oggetto che fa qualcosa'. L'effetto che hai ottenuto è di farmi continuamente pensare a una sorta di famiglia Addams in cui non ci fosse una sola 'Mano', ma tutta una serie di mobili e organi in grado di agire da soli. Perfetto per un racconto creepy ma non credo che fosse il tuo intento.
Ho apprezzato moltissimo invece il senso che hai dato al tema, molto laterale rispetto a quello immediato. Leggo comunque un lasciare andare, ma inteso come accettazione di scelte esistenziali invece che del trapasso o dell'indipendenza. Molto ben pensato.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

alexandra.fischer
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#11 » giovedì 27 ottobre 2022, 16:44

Tema centrato. Un padre e una figlia ricordano la madre attraverso una vecchia foto impolverata: una casa che non esiste più, la nonna sullo sfondo. Il padre pare abbia dimenticato quando ha conosciuto la madre. E intende lasciarla andare tramite una lettera. Il che, per cosa ne ho capito io, significa un lasciare andare la donna al suo destino, dal momento che è andata via con un altro, ma vuole che il ricordo della madre resti nella mente della figlia. Io la vedo così. Al padre bastano i bei ricordi, ma è cambiato. Ottima la resa emotiva con i gesti del caso, le lacrime, gli abbracci.
Attenzione: il fatto che la figlia chiami il padre Lucio verso il finale disorienta il Lettore.

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Rick Faith
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2022, 18:10

Ciao Alessandro, felice di leggerti.
Butto via subito la patata bollente e ammetto che il racconto non mi ha convinto purtroppo. Tuttavia sono assolutamente pro sperimentazione, è una buonissima cosa provare delle idee, testare i propri limiti, vedere che effetto fanno certe cose che ci frullano in testa, tornarci sopra, pensarci ancora. Da questo punto di vista sono felicissimo di aver letto questo pezzo e che mi sia capitato nel gruppo da commentare. Per esserti utile ti devo onestà e ahimè leggere di mani, occhi, dita mi ha dato un sacco fastidio, anche provando a concentrarmi sulla curiosità di scoprire dove volevi andare a parare. Non sono riuscito a evitare di pensare che il tutto sia stata una scusa per non usare le desinenze e ciò mi ha lasciato un retrogusto di estrema artificiosità sul finale, poi leggendo la tua spiegazione ho capito cosa volevi fare (ma devo considerare la lettura fredda, non sempre si ha la possibilità di sentire l'autore).
Secondo me hai messo su una scena con ottimo potenziale emotivo da poter esplorare. Un punto di vista interno, capace di esprimere sentimenti e emozioni, sarebbe stato interessante da vedere sia quello del padre, sia quello del figlio, praticamente due possibili racconti molto diversi. Alla fine sei rimasto un po' nel mezzo.
Anche se purtroppo a questo giro il mio giudizio non è positivo, ti rinnovo il pieno sostegno per il mettersi alla prova, il rischiare e il giocare con gli strumenti della scrittura. Buona edizione

EDIT: non ero sicuro di averti già letto in passato quindi sono andato a controllare, ora ricordo: Punto e a capo mi era piaciuto moltissimo! Al prossimo incrocio di penne
Ultima modifica di Rick Faith il giovedì 27 ottobre 2022, 22:49, modificato 1 volta in totale.

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SarahSante
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#13 » giovedì 27 ottobre 2022, 19:23

Ciao Alessandro, racconto interessante, ma ho dovuto rileggere più volte il testo. Nelle prime letture non riuscivo a capire chi parlasse e se alcune frasi si riferissero alla madre o alla figlia diventata figlio.
Alcune immagini non mi sono piaciute come quella delle dita che intrecciano, labbra che si tendono e in generale ho trovato faticoso il mancato uso di alcuni soggetti certamente funzionale a lasciare nel dubbio il tema figlia-figlio, ma che non hanno contribuito alla chiarezza e scorrevolezza del testo. Lo spunto è veramente buono e secondo me merita una riscrittura con più tempo. La parte finale con loro che si abbracciano e poi tornano ad osservarsi negli occhi l’ho trovata molto tenera.

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Il Saggio
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Re: Una lettera - (Alessandro Canella)

Messaggio#14 » martedì 1 novembre 2022, 10:16

Ciao Alessandro
Il tema mi sembra centrato. Mi è piaciuto molto l'escamotage dei beat in cui "mostri" le sensazioni tattili e uditive per rendere l'idea delle emozioni del momento. In alcuni punti, avresti potuto chiarire meglio il soggetto parlante, vista l'ambiguità delle battute di dialogo (segno, comunque, che si è sulla buona strada, cioè che si sta rinunciando alla battuta "on the nose")
Non era facile mostrare una scena di outing (se così la vogliamo chiamare) senza nominarla mai, e secondo me ci sei riuscito piuttosto bene. Per me un pollice su convinto, con qualche alone da lucidare.

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