Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
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Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2022, 2:08

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BENVENUTI ALLA DAVIDE MANNUCCI EDITION, LA SECONDA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 167° ALL TIME!

Questo è il gruppo WINNIE THE POOH della DAVIDE MANNUCCI EDITION con DAVIDE MANNUCCI, Campione della Nona Era di Minuti Contati, come guest star.

Gli autori del gruppo WINNIE THE POOH dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DER SCHREIBER.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ALTROVE.


Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DAVIDE MANNUCCI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DECIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per non fare capitare nello stesso gruppo due racconti con Malus.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo WINNIE THE POOH:

La superficie dell’acqua, di Matteo Mantoani, ore 23.33, 3996 caratteri
Cosa vuoi?, di Mario Pacchiarotti, ore 22.43, 3458 caratteri
Veglia, di Stefano Floccari, ore 23.18, 3401 caratteri
Eden, di Andrea Spinelli, ore 23.23, 3927 caratteri
Ancora qui?, di Michael Dag Scattina, ore 23.36, 3952 caratteri
Don’t say a prayer for me now, di David Galligani, ore 00.56, 2864 caratteri
Ti prego, di Gabriele Loddo, ore 23.32, 1473 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo DER SCHREIBER Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DER SCHREIBER e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DER SCHREIBER.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA DAVIDE MANNUCCI EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 17:41

Buona sera, ecco i miei commenti ai racconti Winnie the Pooh e relativa classifica
La superficie dell’acqua di Matteo Mantovani Tema centrato. Il protagonista è ancora legato alla sua ex, al punto da spiarla di notte mentre dorme. La loro relazione è appena finita, la sofferenza è grande. Neppure lei lo ha dimenticato malgrado il nuovo fidanzato, Arturo. La forma è ottima, sembra proprio di essere al mare, vedere questa ragazza sul cemento del molo, addolorata mentre osserva il mare in attesa dell’arrivo di Arturo. Molto belle le immagini del mare in tumulto come lo stato d’animo del protagonista e dei tatuaggi ginko mai realizzati, che si contrappongono al tatuaggio draghesco di Arturo. Indovinate in modo particolare le immagini dell’albero dei calzini, dei riferimenti favolistici: i fagioli magici, le monete di Pinocchio. E anche una quotidianità rimpianta: il cuscino di Hello Kitty da antipatico a oggetto del desiderio, la foto sbirciata in ufficio dalla ragazza in un fiotto di nostalgia. Bello anche il personaggio di Arturo il quale vorrebbe sposare la ragazza, ma è disposto ad aspettare che le passi il dolore per la perdita dell’ex. Il finale è splendido: per il protagonista, un nuovo sole a compensare lo strazio provato quando si è avvicinato alla coppia e ha sentito della proposta.

Cosa vuoi? Di Mario Pacchiarotti Tema centrato. Il protagonista ricorda la tragedia patita da giovane, la perdita del padre per un morbo che immagino sia la SLA. La psicologia del protagonista è molto ben resa, potrebbe essere chiunque, combattuto fra strazio e affetto. La madre è un personaggio molto riuscito: devota al marito al punto da dormire in lungodegenza pur di non fargli mancare il sostegno, malgrado la casa e i figli. Il padre strazia il Lettore: trovarsi a cinquant’anni, vivi, ma con la sola possibilità di dire sì o no muovendo o meno un dito è terribile. La notizia della morte del padre, desideroso di andarsene, è davvero straziante, come pure il senso di impotenza davanti alla situazione da parte dei familiari e il problema di essere divisi fra affetto ed egoismo. Giusta l’osservazione che chiunque si trovasse nel ruolo del malato e del familiare che lo assiste, beh, rimarrebbe impossibilitato a decidere cosa fare.

Veglia di Stefano Floccari Tema centrato. Un uomo in coma desidera che i suoi stacchino la spina che lo mantiene in vita artificialmente, ma non può, malgrado abbia lasciato precise disposizioni in merito alla donazione degli organi. Questo per l’affetto dei genitori: lo mostri molto bene attraverso i ricordi di pesca del padre, la madre che trascina la sedia. Solo il fratello si è allontanato e la sorella appare come una presenza molto sullo sfondo. Particolare, questo, molto bello, che arricchisce di complessità i personaggi e dà ulteriore pregio alla storia. Molto belli i particolari quotidiani vivi nella mente del protagonista, le liti fra i genitori per la sedia, l’uso del bagno, gli sfoghi circa il lavoro, le discussioni sul calcio. Assurda la sorte del protagonista, vittima delle strisce pedonali maltenute e di un pirata della strada in motocicletta. Non può andarsene neppure con l’eutanasia, per via della religiosità della madre e della bontà e dell’ottimismo paterni. E il problema che sollevi è profondo, visto che il ragazzo pensa, ed è in grado di immaginare lo scorrere del tempo, come da descrizione sull’aspetto della madre.
Attenzione:
Ti riporto la frase corretta:
Ha una bella risata, profonda, la immagino con un volto giovane, i capelli lunghi raccolti, le tette grandi, le occhiaie.

Eden di Andrea Spinelli Tema centrato. Molto bella la contrapposizione fra l’Eden, il locale dei vincenti, dei colletti bianchi, degli studenti superficiali, delle donne vanitose, e il protagonista, giunto lì per un appuntamento ma di certo per la prima volta. Agrodolce la scenetta con la cameriera Brigitta dal ventre prominente e non per una dolce attesa: la poverina se ne va in lacrime. Geniale la trovata di descrivere il protagonista attraverso lo specchio: di lì il Lettore capisce che è un tipo ansioso, già per come si fa la barba, che è insicuro per via dei capelli che sta perdendo mentre i peli del naso abbondano, proprio come i guai che lo affliggono. Ben descritto anche lo specchio, dalla cornice lunga. Il protagonista, Giacomo, incontra Sara, la sua amante, con tanto di figlio malato. Da parte di lei è l’addio, entrambi sono sposati. Giacomo si aggrappa alla speranza di poterla incontrare il ventun settembre di ogni anno, l’anniversario dell’addio, dove avranno molto da raccontarsi. Questo, malgrado la determinazione di Sara di troncare. Finale che piacerebbe a Murakami.

Ancora qui? Di Michael Dag Tema centrato, dove il protagonista divide la propria condizione di emarginato con un uomo come lui. Entrambi rifuggono i centri di accoglienza. Bello l’uso del discorso diretto. Il Lettore vede il protagonista acquistare spessore. E apprende dei pericoli della strada, con i picchiatori di turno, come pure l’uso dell’oblio da parte di certi sfortunati: il propano, lo straccio imbevuto d’olio. Bello anche l’uso di una lingua volutamente quotidiana per dare credibilità alla storia. L’ironia del protagonista sulla sua condizione: casa sua è un ammasso di cartone, la villa delle vacanze una baracca e anche il gradino è una sorta di sistemazione. Il rapporto fra i due è complesso: il protagonista non vuole questo ospite, ma ha tentato di aiutarlo a trovare una sistemazione e se lo ritrova davanti. Lo aiuta a sopravvivere dividendo un panino ottenuto grazie alla generosità di un bimbo. Il finale è straziante: l’ospite finisce accoltellato dopo essere sparito per un po’, e il protagonista capisce di non voler restare solo. Inoltre, nel protagonista c’è una grandezza, ama leggere, elemosina libri, sa di filosofia per quanto presa da un libro di gangster. Ed è riuscito a salvarsi da un brutto agguato.

Attenzione:
ti riporto la frase corretta:
ti ho riportato al tuo posto l’altra sera, ma sei corso via subito




Don’t say a prayer for me now di David Galligani Tema centrato a suon di confronti generazionali. Il padre separato che vorrebbe trascorrere il suo giorno stabilito dal Tribunale, il venerdì, e che invece si vede messo da parte in favore di un concerto. Simpatica l’idea di usare il brano dei Duran Duran che la figlia diciottenne confonde con gli Eagles. C’è anche il personaggio del fidanzato della madre, un tipo che gioca alla Playstation, ma il padre rimorchia fanciulle su Tinder. L’affetto della ragazza si vede quando prende i Ray Ban del padre per andare al concerto previa doccia e quando gli comunica il nome del locale, il Bataclan. Addolcisce la mancata serata pizza e film promettendogli di rimanere con lui l’indomani, prima di correre giù per le scale. Forse per seminare i sensi di colpa?

Ti prego di Gabriele Loddo Tema centrato in modo originale. In questo caso, chi vorrebbe essere lasciato andare è un libro sgridato dal suo autore: essere complesso, pieno di errori, e con poche caratteristiche di un romanzo: un eroe, un mentore, una rivelazione. Manca una scaletta, una trama. L’insieme di immagini poetiche non va: soli fulgidi che irridono il tempo, dolori passati che graffiano l’anima, aquile nude che nuotano al vento. Questo è il regno della mente dell’Autore, ossessionato dalla ricomparsa del libro su appuntamento alle ventitré di ogni giorno e alla presenza di un elisir che al libro manca. In questo caso, l’elisir è l’ispirazione, il colpo che lo farebbe smettere di essere uno zimbello. L’allusione ai corsi fa pensare a un libro così divergente e dal pensiero laterale da essere impossibile da sistemare per via di questa testardaggine nel voler essere diverso a tutti i costi. Bella l’allusione ai guardiani della soglia come avvertimento al libro da parte del suo Autore. Ci sono parti da sistemare, io avrei fatto capire meglio al Lettore la funzione dell'elisir e spiegato meglio chi sono i guardiani della soglia e il perché dell'ora in cui compare sempre nella mente dell'autore.
Attenzione:
ti riporto le frasi corrette:
non hai né capo né coda
né una rivelazione


La mia classifica è stata un lavoro complesso, siete tutti ottimi autori:

Veglia di Stefano Floccari

Eden di Andrea Spinelli

La superficie dell’acqua di Matteo Mantovani


Ancora qui? Di Michael Dag

Cosa vuoi? Di Mario Pacchiarotti

Don’t say a prayer for me now di David Galligani

Ti prego di Gabriele Loddo

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Daniele
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » martedì 18 ottobre 2022, 19:30

Stilare una classifica è davvero dura per questo gruppo, sono nuovo del forum e non conosco molto il livello generale e lo storico, ma fosse per me in vetrina ci andrebbero più di tre racconti di questo gruppo. Proviamoci:

1. Don’t say a prayer for me now di David Galligani

2. Ancora qui? Di Michael Dag

3. Veglia di Stefano Floccari

4. La superficie dell’acqua di Matteo Mantovani

5. Cosa vuoi? Di Mario Pacchiarotti

6. Eden di Andrea Spinelli

7. Ti prego di Gabriele Loddo

Ecco i miei commenti.

La superficie dell'acqua:

Argomento che mi aspettavo di trovare in questa gara, anche questo era tra le mie opzioni. Una trama stile "sesto senso" secondo me gestita molto bene e che aspetta fino all'ultimo prima di rivelare la verità.
Non capisco se mi piace o meno il preambolo iniziale, che suona più come una lettera che come un racconto, un po pesante da leggere forse, poi nella seconda parte prendi ritmo e scorre molto di più, sia come stile sia come interesse suscitato.
Molto bella la figurazione finale con il secondo sole ad illuminare il momento in cui lui trapassa.
Centrato il tema: il fatto che lui sia ancora nei pensieri di lei gli impedisce di andare, quindi corretto il "lasciami andare", anche se per lui in ogni caso è tosto da compiere come passo.



Cosa vuoi?

Molto bello l'argomento, che pensavo di trovare con più frequenza nei racconti di ieri (anche se ne ho letti ancora meno della metà).
Argomento spinoso per molti versi e che sento vicino lavorando in ospedale ed avendo spesso a che fare con persone ricoverate per sla.
Sul piano tecnico trovo qualche incongruenza conoscendo l'ambito ed i malati. In ospedale un malato di SLA non è un lungodegente, in ospedale vengono ricoverati per periodi relativamente brevi in seguito a problematiche acute ed una volta risolte tornano a casa o nella struttura che li ospita, per questo ho trovato inverosimile il fatto che stesse in ospedale per chissà quanto tempo. Inverosimile anche il fatto che digiuni i denti, poco prima hai scritto che era in grado di muovere solo gli occhi ed un dito. Rendiamoci conto di quanto sia bastarda la SLA, manco digrignare i denti uno può ad un certo punto. Perdonami la digressione. Anche il fatto che dica di sì col dito è un po inverosimile, generalmente le risposte "si" e "no" le comunicano sbattendo una o due volte le palpebre, ma questi sono tecnicismi relativamente utili in questo caso, l'idea l'hai resa perfettamente.
In genere non sono un fan delle considerazioni finali da parte dell'autore, forse io non lo avrei fatto (non voglio aprire un dibattito sul tema, molto delicato, sul quale sono tra l'altro totalmente in linea col tuo pensiero).
In definitiva tema centrato, bel racconto scritto bene. Quando in altri giudizi ho scritto che il vostro gruppo è tosto e pieno di racconti meritevoli mi riferivo anche al tuo.



Veglia:

L'argomento è tra quelli che più mi aspettavo di trovare ed al quale io stesso personalmente avevo pensato inizialmente.
Il tema è senza dubbio centrato.
A livello stilistico trovo un po' pesanti quei periodi lunghi, non sono un fan dei testi frammentati, ma a livello di punteggiatura secondo me poteva essere alleggerito. Probabilmente, anzi sicuramente, sarà stata una problematica dettata dal poco tempo a disposizione.
A livello di scelte, pensieri del protagonista e verosimili ho apprezzato molto. I pensieri sono verosimili e tutti ipoteticamente plausibili (unico appunto: come fa a sapere che il rosario è grigio se non lo vede? Ma poteva essere un cimelio di famiglia e lascio il beneficio del dubbio). Sempre parlando del protagonista ho apprezzato la coerenza nell'essere altruista: dalla prima all'ultima riga si preoccupa di chi gli sta intorno e questo sentimento stravince contro una disperazione sul piano personale della quale, coerentemente in quest'ottica, non viene fatto il minimo cenno.
Molto molto bella la chiusura sull'importanza della vita. Soprattutto della vita di chi assiste persone in queste situazioni senza ritorno o spazio terapeutico che le si voglia definire. Lavoro da anni in ospedale e queste situazioni le vedo e sento ogni giorno, purtroppo la considerazione finale è attualissima: chi ci è dentro non se ne rende conto, e chi non le vive da fuori spesso ha più il focus sulla sofferenza di chi è in stato vegetativo e non su quella a mio modo di vedere per certi versi maggiore di chi lo assisterà fino all'ultimo.
Tirando le somme un bel racconto. È il mio primo commento su questo forum, ma la sensazione è quella di trovarmi sicuramente di fronte ad una penna esperta.



Eden:

Racconto molto scorrevole, personalmente mi piace leggere parti con lunghi dialoghi, soprattutto se hanno un bel ritmo, come questi.
A livello stilistico poco da dire, scrivi bene e scommetto che anche tu, come altri che ho letto nei winnie the pooh, hai sicuramente un certo background. Un paio di cose però mi sono piaciute meno del resto. L'inizio l'ho trovato un pelo piatto, per me la descrizione del locale sarebbe potuta essere più mostrata, restando comunque il fatto che l'ambiente risulta chiaro al lettore e con così poco tempo e caratteri a disposizione non è per nulla scontato. Caratteri che, sempre a livello stilistico, potevano essere in parte risparmiati togliendo qualche dialogo tag: personalmente avrei fatto a meno dei "domando" e "protesta", già chiari dal virgolettato, ma è anche vero che il tempo a disposizione è poco già per ideare e scrivere, ancor meno per autorevisionarsi.
A livello di tema sono un po combattuto, perché più che "lasciami andare", da questo punto di vista, mi arriva più un "resta con me". Per avere davvero il tema "lasciami andare" avresti dovuto raccontarlo dal punto di vista di lei.
In definitiva bel racconto, scritto bene. Ad una prima lettura il vostro mi sembra un gruppo tosto, bello competitivo.



Ancora qui:

Altro racconto strameritevole in questo girone di ferro, per usare un'espressione sportiva.
L'argomento è importante ed assolutamente non banale, non ci avevo minimamente pensato e questo è un punto tuo favore nel mio giudizio.
Sei stato molto abile, con pochi caratteri e tempo a disposizione, a dare idea al lettore della realtà in cui vive il protagonista e del mondo che ha costruito sia intorno a sé che nella sua testa.
Molto bello in cui trasmetti il misto di ottimismo, leggerezza, amarezza e rassegnazione che vive il protagonista.
Stilisticamente alcune parti sono rivedibili, c'è qualche refuso di troppo (qualche maiuscola e sicuramente un errore di battitura) ma la pasta c'è. Hai creato un personaggio che crea empatia e molto ben caratterizzato nonostante la bassa quantità di tempo è caratteri a disposizione.
Come dicevo all'inizio, giudizio positivo su questo racconto. Sarà dura stilare una classifica su questo gruppo.



Don't say a prayer for me now:

Bell'argomento e molto adatto, anche questo tra le mie opzioni iniziali.
Bello tutto. Stra apprezzo lo stile, con i dialoghi a dominare la scena, bello io confronto generazionale, la caratterizzazioni delle situazioni di padre, figlia, patrigno... nulla da dire se non complimenti.
Il tema è doppiamente centrato, perché quel lasciamo andare, una volta conosciuto il nome del locale, col sennò di poi, rischia purtroppo di diventare doppio.
Chiusura davvero spettacolare, si vede che sai quello che fai, sia a livello di trama sia a livello di stile.
Altro racconto tostissimo di questo gruppo di fuoco.



Ti prego:

Apprezzo il tentativo, idea molto originale, e questo è un punto a tuo favore, centrato il tema, ma personalmente non mi è arrivato molto.
Sarò banale, ma il libro lo ha scritto l'autore, dovrebbe più prendersela con se stesso che col libro, o ancora meglio riprogettare e riscriverlo, ma ci sta il fantasioso dibattito, può essere letto come una tentazione repressa di pubblicarlo da parte dell'autore stesso.
Mi sembra un'idea bella ma buttata giù in modo troppo frettoloso e poco approfondito, peccato, considerando che avevi ancora un bel margine da sfruttare prima di arrivare al limite.
Sfiga vuole poi che questo racconto sia capitato in un gruppo con racconti veramente validi.

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 21 ottobre 2022, 19:00

Ho trovato ottimi racconti e stavolta è stato difficilissimo stilare la classifica. La parte più tosta è stata decretare il capolista e alla fine ho scelto. Comunque complimenti a tutti! Sto notando che il livello tecnico si sta alzando e tanto!

CLASSIFICA

1. Ancora qui? di Michael Dag Scattina
2. "Don't say a prayer for me now" di David Galligani
3. Eden di Andrea Spinelli
4. Cosa vuoi? di Mario Pacchiarotti
5. La superficie dell'acqua di Matteo Mantoani
6. Veglia di Stefano Floccari
7. Ti prego di Gabriele Loddo


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COMMENTI

LA SUPERFICIE DELL’ACQUA di Matteo Mantoani
Seconda Edition e secondo racconto da te scritto che devo commentare per obbligo! Ma l'avrei letto comunque... ;-)
Vado dritto al sodo: ho apprezzato molto di più quello del mese scorso.
Confesso di aver avuto come prima intuizione per il mio racconto qualcosa riguardante gli spiriti o le anime tormentate, ma l'ho scartato. Non che sia un tema banale, intendiamoci, in quanto ricorre spessissimo in letteratura e nel cinema (Stephen King ci ha scritto romanzi stupendi!) ma immaginavo che in questa Edizione sarebbe stato usato in maniera più massiccia...
Il racconto è gradevole, arriva dove deve arrivare, con alcuni passaggi di trama scontati. A metà avevo già più o meno capito dove volevi andare a parare, però sono arrivato alla fine non del tutto deluso. A mio modesto parere, si poteva fare di più, perché le tue capacità ti permetterebbero di scrivere racconti superiori a questo, ne sono sicuro.
Il testo è ancora un po' da sbozzare. La regola che mi sono dato nelle mie sessioni di scrittura è: SEMPLIFICARE, semplificare (ove possibile) più che si può!
Esempio: "Non abbiamo più avuto modo di parlare". Farei così: "Non abbiamo più parlato."
Altra cosa: nella prima persona è tendenza comune (a tratti naturale) abusare di elementi del tipo "da me", "da te", "con me", "a me" e similari. Troppi danno fastidio.
Esempio: "Guardo in alto, un altro sole si accende in cielo, ma con una luce più forte, più buona, una luce che mi attrae, ma che mi allontana da te.
Non so cosa succederà adesso, ma anche se non sarò più qui con te, so che ti porterò sempre con me. Sì, va bene così: lasciami pure andare."
In quattro righe ce ne sono tre. Sfoltire! Sfoltire! Le frasi scorrono molto meglio e si capiscono lo stesso.
Nel complesso, racconto senza infama e senza lode.

COSA VUOI? di Mario Pacchiarotti
Sono molto contento di ritrovarti e leggere nuovamente un tuo scritto.
Ed è il classico testo che crea un'empatia immediata con il lettore, soprattutto se il lettore ha vissuto un'esperienza simile (anche il sottoscritto ha vissuto qualcosa del genere...).
Non è che ci sia molto da dire. Racconti del genere vanno apprezzati per quello che trasmettono, perché in fondo nascondono (se ho capito bene, anche dal tuo messaggio su Facebook), pezzi di vita vissuta. Ha fatto vibrare qualche corda dentro di me e questo è sufficiente, la storia ha fatto il suo dovere.
Per il resto mi accodo a chi ha segnalato alcune imperfezioni che, per certi aspetti, sono comprensibili perché ho capito che lo hai scritto più sull'onda emotiva che su quella della programmazione razionale della trama...
Tema centrato.

VEGLIA di Stefano Floccari
Secondo racconto a tema ospedaliero. Comincio a pensare che a quasi tutti i partecipanti sia venuto come intuizione iniziale, ma ovviamente questo non è certo un reato, anzi. Ero curioso di capire come l'avresti declinato.
Il punto di vista è interessante perché permette di vivere in maniera più intensa l'impatto emotivo della vicenda, e il racconto riesce a coinvolgere, ma a metà, per quanto mi riguarda.
La parte centrale ha una narrazione appesantita da periodi lunghissimi, incisi e quelli che io chiamo "pensieri in libertà", che vanno anche bene, ma se non ben dosati, fanno perdere il filo del discorso.
In sostanza: apprezzabile il tentativo di dare spessore emotivo alla storia pur con momenti di leggerezza a tratti un pochino sopra le righe (l'infermiera tettona, la merda Svizzera...), migliorabile l'esecuzione.

EDEN di Andrea Spinelli
Parto dall'incipit e ti faccio i miei complimenti perché è molto bello, scorrevole, brioso... Insomma, il tipo di attacco che vorrei vedere in un racconto.
Il racconto mi è piaciuto. Scritto molto bene, con pochissime sbavature e, direi, con mano sicura.
La storia è particolare: due "fedifraghi" si incontrano e lei vuole troncare la relazione clandestina. Lui non vuole che finisca e propone almeno un incontro all'anno. Mi è molto piaciuto questo voler restare attaccato almeno a una chiacchierata, per non far svanire l'ìllusione di un rapporto e sentirsi vivo.
Probabilmente lo spazio a disposizione non ha consentito di chiarire meglio la situazione, ma a me non ha dato fastidio l'eccesso di info.
Per il momento sei sul mio personale podio. Bravo.

ANCORA QUI? di Michael Dag Scattina
Adoro lo stile colloquiale in "presa diretta". Ho scritto diversi racconti così e hanno un effetto notevole. Anche Stephen King ha usato questo approccio in "Dolores Claiborne" e infatti il romanzo è una bomba, uno dei miei preferiti.
Ho poco da aggiungere se non che hai buttato giù un ottimo pezzo, gradevolissimo, scorrevole, a suo modo profondo e pure col colpo di scena finale!
Finisco dichiarando una promozione piena!

DON’T SAY A PRAYER FOR ME NOW di David Galligani
Mi ha fatto davvero molto piacere leggere il tuo racconto. Per tutta la sua durata mi sono chiesto dove fosse il trucco, pur considerando che l'agrodolce battibecco tra padre e figlia non mi ha annoiato. E poi è arrivata la mazzata e poi un bell'applauso.
Scritto molto bene, con qualche minuscola sbavatura e/o forzatura, ma tutto ampiamente nel tollerabile. Non mi sento di aggiungere altro se non che hai fatto un ottimo lavoro e sicuramente potrai guadagnarti un posto nel mio personale podio!

TI PREGO di Gabriele Loddo
Dico più o meno le stesse cose che ho detto nella scorsa Edizione quando ho trovato racconti di questa tipologia: fanno sempre un certo effetto, perché colpiscono soprattutto per la ricorsività dell'intuizione, per l'idea stessa di metanarrativa, però il rischio (grande) è che simili testi finiscano per essere fini a se stessi, girando in tondo e raggiungendo risultati assai poco ragguardevoli.
Interessante l'idea della storia che vuole finalmente nascere e svincolarsi dal suo autore, sostenuta da una prosa gradevole, carente, però, nel finale. Sono sicuro che con un paio di migliaia di caratteri in più avresti potuto dare a tutto il racconto un'impronta più incisiva, soprattutto nella parte finale.
Tema centrato.

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GiulianoCannoletta
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 21 ottobre 2022, 19:03

Era da tanto che non mi trovavo così in difficoltà a stendere la classifica, vi avrei veramente messi tutti sul podio!

CLASSIFICA:
1) Cosa vuoi?, di Mario Pacchiarotti,
2) Ancora qui?, di Michael Dag Scattina,
3) Don’t say a prayer for me now, di David Galligani,
4) La superficie dell’acqua, di Matteo Mantoani,
5) Eden, di Andrea Spinelli,
6) Veglia, di Stefano Floccari,
7) Ti prego, di Gabriele Loddo


La superficie dell’acqua, di Matteo Mantoani
Un bel racconto, senza dubbio. Bellissimi i piccoli richiami alla vita passata insieme che hai seminato con naturalezza nel testo: i calzini, il tatuaggi che dovevano farsi insieme, il cuscino. Per me, sono il punto forte del racconto.
La storia è lineare e va dove ci si aspetta che vada (soprattutto conoscendo il tema). Se devo trovare un punto debole forse è proprio la mancanza di un guizzo che sorprenda, ma la dolcezza delle immagini che evochi, anche nel finale, compensa questa mancanza.


Cosa vuoi?, di Mario Pacchiarotti
Taglio la testa al toro, col tuo racconto mi hai emozionato come non mi succedeva da un po'.
Al di là delle imperfezioni, è un testo che trasuda tensione e realtà, e quel "vuoi morire?" sussurrato, anche se sapevo benissimo che stavamo andando a parare lì, mi ha lasciato un groppo in gola.
Anche le considerazioni finali, che solitamente non mi entusiasmano, mi pare che qui calzino a pennello.
Avevo pensato anche io di declinare così il tema per la sfida ma sono contento di non averlo fatto, perché sono certo che non sarei riuscito a dargli la profondità che gli hai dato te.


Veglia, di Stefano Floccari
Un bel racconto, con una declinazione del tema senza dubbio potente e toccante, simile a quello di Mario ma da un altro punto di vista.
Il punto di vista scelto è il valore aggiunto del tuo testo, quello che a mio avviso alza l'asticella e lo rende originale rispetto ad altri simili. Da una parte hai reso bene i pensieri del protagonista e li hai usati per restituire efficacemente al lettore i fatti e le dinamiche familiari. Dall'altra, quello che mi è mancato è stata un po' di tensione in più, la sensazione di claustrofobia che mi sarei aspettato, mentre tutto si dispiega in maniera molto razionale.
A parte questo, è un buon lavoro che emoziona e trasmette il suo messaggio.


Eden, di Andrea Spinelli
Mi piace il tuo modo di tratteggiare i personaggi perché riesci a renderli tridimensionali con una serie di pennellate che non mi paiono mai banali. In questo caso le riflessioni sugli avventori del bar che con cui riesci a definire il protagonista "per contrapposizione" rispetto alle persone che detesta. O ancora la gaffe che fa con la cameriera.
Tutto il confronto fra Sara e Giacomo si svolge con uno scambio di battute in cui riesci a presentarci dettagli della loro vita e della relazione. L'unico appunto è che forse sono veramente troppe cose concentrate in uno spazio breve (le due rispettive famiglie, la malattia del figlio Daniele) e che restituiscono solo in parte un rapporto certamente profondo.


Ancora qui?, di Michael Dag Scattina
Bel racconto, mi è piaciuto come hai tratteggiato personaggio e contesto. Interessante anche la forma stilistica, una sorta di monologo rivolto al cane, senza dubbio originale.
Prendendoti i giusti spazi, hai ripercorso un bell'arco narrativo, dal rifiuto, alla timida accettazione, fino alla disperazione finale che rivela quanto si fosse affezionato al suo compagno di strada.
Menzione d'onore per la bestemmia che per il cane suonerebbe come un complimento!


Don’t say a prayer for me now, di David Galligani
Le righe finali sono un bello schiaffone nei denti e danno un altro significato al racconto, che fino a quel momento mi era parso una scena simpatica e ben scritta ma che non conduceva da nessuna parte.
Racconti così, dove la normalità impatta bruscamente su un fatto di cronaca, mi fanno sempre tornare a rileggere dall'inizio, per vedere se la rivelazione arriva totalmente inaspettata (in questo caso mi risulta meno convincente) o se era stata seminata. Nel tuo caso la semina c'era (i gruppi, i nomi francesi) ma non sarei mai riuscito a coglierla.
Per il resto, lo scambio di battute è davvero ben riuscito, forse alcune appaiono un po' più legnose, ma tutto assolutamente godibile.


Ti prego, di Gabriele Loddo
Un'interpretazione tra le più originali del tema, richiama quasi il tema della scorsa edizione dove l'approccio metanarrativo era andato per la maggiore.
Il racconto "poco ispirato", che prega il suo autore di lasciarlo andare è una buona idea e fa sorridere, ma forse allo scambio di battute manca un guizzo in più, qualcosa che lo renda più frizzante, mentre rimane un po' fermo sul solito schema (supplica da una parte / lungo rimprovero dall'altra).
In particolare l'ultimo paragrafo è quello che mi è parso più pesante e senza una conclusione davvero convincente per un testo che, seppur breve, è più che buono.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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kruaxi
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 22 ottobre 2022, 7:35

Ti prego

Di Commissa’

Metanarrazione di buon livello. Ho provato immediatamente empatia per questo racconto perché, al di là del fatto che sia, indubbiamente, scritto bene (e ruffiano, nel modo giusto), è soprattutto incredibilmente simile a quanto sono stato vicino a scrivere. Per fortuna ho deciso di seguire altre strade: non sarei stato così brillante e il paragone sarebbe stato impietoso…
Per come la vedo io non stai discutendo con un fantomatico romanzo incompiuto: stai discutendo di (e con) questo racconto in particolare, i 4000 caratteri che hanno "Lasciami andare" come traccia.
La tua la vedo come una piacevolissima furbata. Ti contesto, e non sono il solo, un'ultima parte un po' pesante, quasi slegata dal resto.
Bravo.

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Veglia

Di Signor_Darcy

Avevo previsto, vista la traccia, che il tema della persona in coma, o giù di lì, si sarebbe presentato più di una volta in questo contest. “Veglia” è un bel racconto; sfugge il rischio del patetico, pericolo assai concreto in una narrazione del genere, per donarci un’immagine onesta, concreta, del mondo in movimento intorno ad un corpo sospeso fra la vita e la morte. La presenza di una carta delle volontà dello sfortunato “protagonista”, bellamente ignorata dai genitori, è un tocco di classe, assolutamente realistico. Qualche incertezza sulla punteggiatura, ma niente che infici il tutto.
Molto buono.

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Ancora qui

Di Michael Dag

Un uomo e un cane… una storia d’amore, se vogliamo, amore vero e incondizionato.
Secondo me riesci a descrivere con grazia la realtà di chi vive al margine, ed oltre, della società.
Il protagonista, grazie al suo nuovo e inizialmente non voluto, amico, ritrova quell’umanità persa da tempo. La sopravvivenza dell’animale sarà la sua unica possibilità di redenzione.
Qualche banale refuso.
Mi è piaciuto, l’ho trovato ben scritto, sentito. Ottimo.

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Cosa vuoi?

Di JimJams

La situazione di un uomo completamente immobilizzato, in grado di comunicare col mondo esterno (quando è in grado) soltanto tramite un dito o poco più, è la classica situazione che ho sempre considerato ben più spaventosa e terribile della morte stessa. L’autore è bravo a proporcela senza troppi orpelli e sensazionalismi: semplice orrore quotidiano.
Non so quanto di autobiografico possa esserci in questo racconto, molto se ho ben capito, cosa che parrebbe suggerita dal vero e proprio appello “politico” finale, che peraltro condivido al cento per cento: di certo si sente che l’argomento è fortemente sentito dall’autore.
La figura della moglie (e madre) è ben caratterizzata, tridimensionale, e bastano poche righe all’autore per tratteggiarla. Bravo.

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“Don’t say a prayer for me now”

Di David Galligani

Galligani ci propone un normale spaccato di vita quotidiana, una conversazione fra padre e figlia, leggero come una piuma, con tanto di colonna sonora anni 80.
Un padre preoccupato, una figlia emancipata, una sera come tante altre.
Ma non siamo più negli anni 80 della (presunta) spensieratezza…
Non sappiamo se la figlia tornerà a casa.
Un raccontino che ha la sua ragion d’essere nel colpo di scena finale.
Piacevole.

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La superficie dell’acqua

Di MatteoMantoani

Il Mantoani è uno che sa scrivere bene, anzi, molto bene. Ho regolarmente apprezzato i suoi racconti e, da un punto di vista stilistico, anche questo è indiscutibile, però… però stavolta non sono riuscito a goderne a fondo, perché il colpo di scena finale, l’effetto Ghost, è troppo telefonato e si intuisce fin dalla prima riga, così come l’intero componimento mi è apparso come un esercizio di (bello) stile ma… freddo. Non mi ha emozionato. Aspetto L’ottimo Mantoani alla prossima prova.

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Eden

Di Andrea76

Non sono ben sicuro di aver compreso il senso di questo racconto. Ci sono tanti particolari che sembrano nascondere significati evidentemente al di fuori della mia portata, credo.
Stiamo parlando di un’ossessione d’amore, di una metafora delle stagioni o di cosa? Mi ha lasciato davvero perplesso. Beninteso, non è scritto male, anzi, ma non l’ho capito.
Piacevole, però mi ha lasciato un senso di irrisolto.



La mia classifica:

1) Ti prego di Commissa’
2) Veglia di signor_Darcy
3) Ancora qui di Michael dag
4) Cosa vuoi? di JimJams
5) “Don’t say a prayer for me now” di David Galligani
6) La superficie dell’acqua di MatteoMantoani
7) Eden di Andrea76

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 23 ottobre 2022, 21:40

Ecco la mia classifica:

1) Don’t say a prayer for me now - David Galligani
Ciao David.
Bel racconto. Il dialogo tra padre e figlia è molto riuscito e realistico e mi ha trasmesso una bella carica emotiva, immedesimandomi nella frustrazione del padre.
Il tema è declinato in maniera originale e corretta, perché viene messo in risalto anche il punto di vista della figlia.
Il finale è ottimamente seminato e colpisce. Bravo.
Ho letto nei tuoi commenti che ci sono anche ulteriori letture tra le righe che arricchiscono la narrazione e questo indica ancor di più quanto sia egregio il lavoro.
Insomma, se non si è capito, ti metto al primo posto del girone. Complimenti.
Buona edition!

2) La superficie dell’acqua - Matteo Mantoani
Ciao Matteo.
Racconto sicuramente ben scritto. Molto flusso di coscienza che però ben fa immedesimare. Ammetto di esserne stato particolarmente coinvolto. Quindi, da quel punto di vista, complimenti.
La semina per l'effetto sorpresa del finale non è invece riuscitissima. Si è capito dall'inizio si trattasse di un fantasma. Ho cercato di capire quale fosse il punto in cui questa intuizione emergesse e ho notato sia nel momento in cui parli del fatto che lui la osserva di notte, mentre dorme. Credo che togliendo quelle poche frasi si possa mantenere l'ambiguità, sempre che quello fosse l'intento.
Racconto da podio. Buona edition!

3) Ancora qui? -Michael Dag
Ciao Michael.
Declinazione del tema molto originale. Gioca a tuo favore.
Mi è piaciuto lo svolgersi del racconto attraverso il pensiero del senzatetto, come se fosse una sorta di dialogo unico, senza risultare pesante.
Per quanto nascosta, la figura del cane è comunque riconoscibile già dall'inizio del racconto, quindi la semina, forse, non è stata ottimale, ma non saprei in che altro modo si sarebbe potuta fare.
Ti faccio i miei complimenti per il racconto. Lo metto sul podio ma sul gradino più basso per il semplice fatto che per declinare correttamente il tema, la storia avrebbe dovuto essere dal punto di vista del cane.
Buona edition!

4) Veglia - Signor Darcy
Ciao Stefano.
Secondo racconto del gruppo a tema "coma". Tu, a differenza di Mario, hai scelto il punto di vista del paziente e non del familiare. Mi è piaciuto come hai toccato diversi punti della vita del ragazzo riuscendo a racchiuderli nelle poche battute. Molto coinvolgente e poetico. Questo tratto, però, trovo stoni un po' con la volgarità presente in diversi punti. E' come se ci fossero due registri diversi che viaggiano in parallelo. Non so, è come se non ci fosse stato un amalgamarsi, almeno questa è stata la sensazione che mi ha dato.
Ti metto sopra al racconto di Mario perché trovo comunque la tua struttura più solida.
Buona edition!

5) Eden - Andrea Spinelli
Ciao Andrea.
Allora, da dove partiamo? Il racconto è scritto bene, ma trovo abbia diverse problematiche.
Il primo problema è che è ricco di parentesi che non hanno una collocazione precisa nella storia. Tutta la descrizione della cameriera, la figuraccia sul pancione, lo specchio e i peli del naso, lui che si accorge dei jeans a vita alta... Trovo sia semplice riempitivo che distoglie l'attenzione dagli eventi che contano. Perché il lettore attento, soprattutto in racconti brevi, si chiede: perché mi sta dando questa informazione? Perché mi sta mostrando questa scena? Vuole indicarmi qualcosa? E di conseguenza la storia perde potenza, perché il lettore (o almeno io) cerca risposte che non ci sono, dal momento che sono immagini buttate un po' lì così.
Altra cosa, ho trovato i dialoghi un po' artificiosi, come il fatto che i due si chiamino continuamente per nome (generalmente non lo facciamo quasi mai, nella realtà) o le informazioni ovvie che vengono date più al lettore che ai personaggi ("io sono sposata e lo sei pure tu", si dicono davanti a tutti. Informazione che i due già sanno e che non sbandiererebbero di certo ai presenti in un bar, dopo che lui ha alzato la voce puntandole contro il dito).
Insomma, ci sarebbero degli elementi da sistemare.
Buona edition!

6) Cosa vuoi? - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario.
Ho difficoltà a commentare il racconto dal momento che ho capito si tratta di una storia vera che ti riguarda.
Questo perché nella prima parte la storia scorre molto bene e ti ci fa buttare dentro di testa, trasmettendo non poche emozioni.
Il problema si pone nella seconda parte. Da quando la madre torna a comunicare la notizia, mi è parso di vedere i frammenti scorrere a velocità raddoppiata, come se ci fosse una sorta di riassunto in contrasto con il passo che fino a quel momento si era tenuto. E dopo il discesone ci si trova davanti il muro delle considerazioni finali, che ti ci fanno sbattere il naso. Insomma, mi hanno un po' stordito e hanno stonato. Forse l'aver raccontato qualcosa di così intimo e personale ti ha portato da un lato a dare molta emozione, dall'altro a scivolare in considerazioni personali che potrebbero far storcere la bocca al lettore.
Per queste ragioni, trovo che il testo abbia perso potenza e quindi posizioni in classifica.
Buona edition!

7) Ti prego - Gabriele Loddo
Ciao Gabriele.Metaracconto che declina il tema in maniera originale, ma non molto. Dopo un bel po' di tempo a frequentare Minuti Contati, mi ci sono imbattuto spesso e l'idea che ormai mi trasmettono è che è un bel modo per mettere giù qualcosa in caso di mancanza di idee. In alcuni casi mi sono trovato davanti a testi comunque geniali, nella restante parte ho trovato testi che finiscono lì, fanno sorridere e niente più, ottimi più che altro come forma di esercizio. In conclusione, sul lungo termine non è un racconto che lasci impresso qualcosa, seppur ottimamente scritto. Forse, con un po' di pazienza e sfruttando meglio tutti i caratteri a disposizione, poteva uscirne qualcosa di più impattante. Buona edition!

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antico
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 24 ottobre 2022, 12:22

Avete già ricevuto sei classifiche. Oltre a quella di Spartaco ve ne dovranno arrivare altre due.

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Gennibo
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 26 ottobre 2022, 1:24

Ecco qui la mia classifica, molto sofferta.

1 Don’t say a prayer for me now di David Galligani
2 Veglia di Stefano Floccari
3 Cosa vuoi? di Mario Pacchiarotti
4 La superficie dell’acqua di Matteo Mantoani
5 Ancora qui? di Michael Dag Scattina
6 Ti prego di Gabriele Loddo
7 Eden di Andrea Spinelli

La superficie dell’acqua di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto, il tuo è un bel racconto poetico, anche se si capisce dove andrà a parare. Ma vabbè, anche se è vero che il tema non è chissà che trama originale lo hai comunque condotto bene sia con i pensieri del protagonista, sia con la gestione delle informazioni, l'ho letto con piacere e trovo che sia una buona prova.
Alla prossima e buona edition!
Cosa vuoi? di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario e ben ritrovato, molto toccante il tuo racconto, ben scritto e ti entra dentro con la consapevolezza e la tristezza di sapere che è una storia vera, e che per questo dobbiamo cercare di vivere al meglio delle nostre possibilità perché non sappiamo domani cosa succederà, e mi hai ricordato una storia simile capitata nella mia famiglia, che purtroppo è durata molto di più.
Un abbraccio e buona edition!
Veglia di Stefano Floccari
Ciao Stefano, oh, che bel racconto, ti stritola il cuore. Mi è piaciuta anche la gestione delle informazioni. All’inizio c'è la scena del padre che ripete le cose e ti puoi immaginare che sia lui quello ricoverato, ma poi si scopre che è il protagonista in ospedale con una condanna terribile, anche per me non è stato facile seguire qualche frase, ma penso che visto lo stato del tipo ci potrebbe stare.
Per me un racconto molto buono.
A rileggerti e buona edition!
Eden di Andrea Spinelli
Ciao Andrea e piacere di averti letto, l’incipit del tuo racconto mi è piaciuto molto, ma più andavo avanti e più mi chiedevo il senso di alcuni tratti, tipo: perché la scena con la cameriera? Perché sceglie proprio quel posto?
La mano piccola, da bambina, mi ha distratto, mi ha fatto pensare a qualcuno di molto giovane per poi capire che invece era la donna con cui aveva una relazione.
Una storia che mi sembra scritta per depistare il lettore con la possibilità di varie letture per arrivare al finale che volevi.
Sono d’accordo con Daniele, scrivendolo dal punto di vista di lei il tema sarebbe stato più azzeccato.
Comunque è scritto bene e la lettura è piacevole.
Alla prossima e buona edition!
Ancora qui? di Michael Dag Scattina
Ciao Michael e piacere di averti letto! Un bel racconto che declina il tema al contrario con un “non voglio lasciarti andare” in modo originale.
Bello il personaggio del barbone che dialoga con il cane, e bello il punto di vista con la sua visione del mondo, con la villetta per le vacanze estive :D.
Mi sono chiesta se dare più spazio alle immagini del cane avrebbe potuto migliorare l’empatia con il lettore in una storia che comunque funziona bene.
Alla prossima e buona edition!
P.S. Al punto: Dai, finisci di mangiare e vai via. Non ho niente da darti. (direi: non ho più niente da darti)
Don’t say a prayer for me now di David Galligani
Ciao David e piacere di averti letto. Il racconto funziona molto bene, la canzone è una delle mie preferite e ho capito subito dove volevi andare a parare anche se fino alla fine non sapevo il come e il perché. Il nome del locale è la giusta chiusa raggelante.
Una prova molto buona, i dialoghi funzionano e il tema è centrato.
Bravo.
Alla prossima e buona edition!
Ti prego di Gabriele Loddo
Ciao Gabriele e piacere di averti letto, il tuo, più che un racconto mi è sembrato un brillante esercizio di stile, questo per dire che ho apprezzato l’idea e lo svolgimento, ma la storia mi è sembrata mancare di qualcosa, che in effetti ci starebbe con l’idea del libro di cui l’autore non è contento.
Alla prossima e buona edition!

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christianfloris
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 27 ottobre 2022, 13:10

1. Don't say a prayer for me now
2. Ancora qui?
3. Ti prego
4. La superficie dell'acqua
5. Veglia
6. Cosa vuoi?
7. Eden

La superficie dell’acqua

Tema colto in modo pieno con un racconto lineare, di un amore finito, osservato dall’ex come da una camera in soggettiva. Plot non originale, ma nella sua sintassi piana, nella sua scorrevolezza interiore ai limiti del solipsismo, è un testo che lascia in bocca un retrogusto di sincera malinconia. Rintraccio alcuni punti da migliorare nell’uso di qualche cliché d’ambientazione e nelle battute di dialogo un po’ telefonate. Ma è un lavoro senz’altro più che buono.

La mia valutazione è 8,5.


Cosa vuoi?


Un racconto che parte bene, con molte frasi nominali a conferire ritmo all’io narrante. Vedo la parola “ospedale” e comprendo che il tema declinerà presto su tonalità di sofferenza e dolore, infatti così è. Certamente il tema ci sta tutto, le pennellate per catturare la benevolenza del lettore sono date con forza e carattere, ma vengono sfumate anche in modo delicato, quando occorre. Segno che la padronanza dei registri dell’autore è senz’altro notevole. Ciò che però non mi convince sono gli ultimi paragrafi, perché a mio giudizio lasciano la non piacevole impressione che al PoV in focalizzazione interna si sovrapponga un narratore onnisciente. Quasi un deus ex-machina a suggerirci il succo della storia. A questo, aggiungo qualche notazione stilistica: alcuni passaggi potevano essere gestiti meglio. Ad esempio, quando viene detto “con quella felicità amara e lieve che solo le madri possono emanare nei momenti impossibili” poteva risolversi con “la felicità amara e lieve di mia madre”, senza universalizzare. Lavoro più che discreto, ma non sul podio dei migliori.

La mia valutazione è 7,5.

Veglia

Tecnicamente ineccepibile. Stile maturo, fresco, gran bell’uso del discorso diretto libero, a trascinarti nel flusso dei pensieri, dei giorni e dei giorni su giorni. Due pennellate sui personaggi e siamo dentro la storia (forse avrei anche evitato di svelare che era in coma, si capisce prima di arrivare a metà racconto). C’è qualche déjà-vu e l’uso di clichès un po’ ridondanti nel delineare il conflitto del protagonista, lungo l’asse di opposizione mamma-papà-vecchivalori-parroco/figlioincoma-donazioneorgani-eutanasia-Svizzera. Che ci sta, intendiamoci, nella dinamica narrativa del racconto. Ma sa di già sentito. In ogni caso, plot che va a bersaglio in modo convincente.

La mia valutazione è 8,25.

Eden

L’idea è buona, il tema rimane per lungo tempo sottotraccia ma poi emerge con chiarezza. Quello che mi convince meno è una certa teatralità eccessiva che si coglie nei due personaggi e nelle rispettive battute di dialogo che fanno rapidamente perdere di credibilità alla storia. Una piccola imprecisione – ma è una quisquilia -: l’autunno astronomico comincia il 23 settembre. Inoltre, viene forzata un po’ troppo la mano nella descrizione dell’Eden come un posto per gente con portafogli e pancia piena, ma si crea in questo modo un’antipatia per degli arricchiti che però non si comprende in che modo c’entri col dramma dei protagonisti. Bene, ma forse un’ultima revisione finale avrebbe dato maggior lustro all’impalcatura complessiva.

La mia valutazione è 7.

Ancora qui?

Racconto che spinge sull’acceleratore dei sentimenti, ma lo fa dosando in sapienti dosi empatia e gradualità. Si vede bene l’evoluzione del rapporto tra il clochard e il cane, soltanto un lettore dal cuore di ghiaccio non si affezionerebbe a questa storia. E questo permette di passare sopra alcune (lievi) incertezze sull’uso della punteggiatura e a qualche refuso sfuggito in fase di revisione. Buona anche la scelta dell’adozione di un registro linguistico appropriato, anche se la brusca deviazione citazionistica su Schopenauer e Nietzsche resta un po’ appesa là e dà l’idea di un sottile autocompiacimento dell’autore. Ben congegnato, finirà senz’altro sul podio. Bravo.

La mia valutazione è 9,25.

Don’t say a prayer for me now

Tra quelli che ho letto è senz’altro il racconto che preferisco. Perché il plot-twist arriva sulla linea del traguardo, anche se lo hai preparato bene disseminando gli indizi fin dall’inizio. Vado a elencarli: 1) lei si chiama Marie, perciò c’è la possibilità che i due protagonisti siano francesi. Possibilità, non ancora certezza. Ma intanto tintinna un primo campanellino nella testa; 2) la citazione ambigua degli Eagles. Ambigua, perchè al lettore musicofilo ma disattento verrebbe da dire: ah certo, come no: quelli di Hotel California. Sbagliato, Watson: sono gli Eagles of Death metal, che suonarono al Bataclan il 13 novembre del 2015. La sera dell’attentato. Vogliamo il terzo indizio che ci costituisce la prova? Eccolo: 3) Lei si veste in stile dark-metal, ce lo dice il padre commentando il collare di Marie al collo (magari nero con le punte in metallo). Si rivedranno domani? E chi lo sa? Ben bilanciato nei dialoghi, brillante nello svolgimento e nella gestione dei tempi narrativi, nel colpo di scena finale. Ottima prova, davvero. Unico rilievo che non mi permette di darti dieci: “E cominciò a scendere di fretta per le scale”. Perché non un meno laborioso “E s’affrettò per le scale”?

La mia valutazione è 9,5


Ti prego

L’idea di giocare col lettore come al gatto col topo mi diverte sempre, e non importa se, a seconda dei contesti in cui ci si confronta, questa possa essere un espediente già visto o sia indice di altro. Io cerco, per quanto possibile, di attenermi al dato. Esercizio di stile? Senz’altro. Metanarrativa a carriolate? Ma certo. Ma anche un bel chissenefrega, siamo qua per divertirci e questo è un divertissement. A tutti gli effetti. Il dialogo è serrato e sottilmente ironico, non vedo cali di tensione, arriva dove deve arrivare. Senza immaginare messaggi nascosti, voli pindarici, operazioni di alta ingegneria letteraria nel poco tempo che si ha a disposizione. Lo trovo da terzo posto. Molto bene.

La mia valutazione è 9

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antico
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 27 ottobre 2022, 15:07

Avete ricevuto tutte le classifiche, arriverà anche quella di Spartaco.

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Spartaco
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Re: Gruppo WINNIE THE POOH: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » domenica 30 ottobre 2022, 23:38

La superficie dell’acqua

Sarò brutale, scusami.
Il racconto è noioso. Hai preso una non trama classica e l’hai appesantita con passaggi inutili. Per esempio l’inizio è tutt’altro che coinvolgente con l’immagine del mare.
L’idea di farlo sembrare un maniaco (un marito geloso) per poi farci capire che è morto non sarebbe stata poi male (anche se trita) ma hai gestito male informazioni e sentimenti.

Esempio:
“Ma tu sei confusa. Ieri ti ho vista in ufficio, stavi guardando una nostra foto convinta che nessuno lo notasse. Avevi le occhiaie, so che non dormi. Non è facile trovare il coraggio, ma i metodi per entrare in casa tua non mi mancano.”

Qui cerchi di ingannare il lettore, ma lo fai in maniera “meschina”. Sei sul PDV in prima persona. Il protagonista sa che lei non può vederlo, non perché è nascosto ma perché è solo uno spirito. Piuttosto scrivi un “Tranquilla, ieri nessuno ti ha notata mentre guardavi di nascosto la nostra foto. Erano tutti impegnati a lavorare mentre tornavi con me su quella spiaggia di Maiorca. Se chiudo gli occhi posso sentire ancora la sabbia tra le dita dei piedi e il tuo profumo…”
Sei tu, in prima persona. Devi darmi dettagli personali, ricordi forti che mi facciano vivere il loro amore e nel frattempo mi fai capire che tu la stavi guardando. Oppure, se vuoi farmi credere che è un maniaco, fammi sentire la perversione.
Poi peggiori con “i metodi per entrare in casa tua non mi mancano” È ingannevole. Piuttosto scrivi che lei non potrà far nulla per impedirti di entrare in casa. Sembra la stessa cosa ma non lo è perché in un caso rispetti il lettore, nell’altro no.

Nel complesso è un racconto che non mi è piaciuto. Pollice tendente verso il basso.


Cosa Vuoi?

Anche qui mi ritrovo a leggere una storia in prima persona, senza nulla che la distingua. Io adoro la prima persone, mi piace leggere e scrivere in prima persona, ma solo se è una prima persona vera e non preconfezionata, con pensieri “classici”. Non credo nelle persone buone al 100% eppure il tuo protagonista lo è. Mai uno scatto d’ira, mai un attimo di schifo. L’odore degli ospedali è nauseante, soprattutto quando entri nella stanza di una persona paralizzata. Io voglio leggere quello e non frasi al miele tipo “mia madre, con quella felicità amara e lieve che solo le madri possono emanare nei momenti impossibili”.
Una tragedia del genere debilita e logora rapporti e persone e qui mi manca quell’aspetto.
Ho trovato tutto poco coinvolgente perché la narrazione è impersonale.

Occhio alle frasi al negativo, sono ostiche. “Nessuno poteva non rimanere colpito da quell’amore impenetrabile.”

Pollice tendente verso il basso.

Veglia

Finalmente una bella prima persona. C’è della personalità tra queste poche righe, abbastanza da sostenere una storia breve e lineare. Non c’è nulla che faccia sussultare il lettore, ma i concetti espressi risultano meno banali quando li si esprime con personalità e quindi risulta un’ottima lettura.
Pollice tendente verso l’alto.

Eden

Anche in questo caso siamo al cospetto di una prima persona, mi chiedo se sia un complotto a questo punto. In questo caso si è fatto uno sforzo maggiore per caratterizzare il protagonista, ma non sufficiente a dare vitalità a una storia senza picchi. I dialoghi sono un po’ forzati, brutta l’uscita finale in cui lei ci dice che sono entrambi sposati. Certe cose devono uscire spontaneamente. Potevi far giocare lui con la fede che purtroppo era diversa da quella di lei… per esempio.
Nel complesso un racconto senza lode e senza infamia. Pollice stabile a metà.

Ancora qui

In un primo momento il racconto mi piaceva nella sua struttura priva di dialoghi e di avvenimenti. Il flusso di pensiero aveva il suo perché e si intuiva un’anima nascosta dietro le parole. Però alla lunga questa scelta ha penalizzato la lettura perché non mi ha permesso di emozionarmi. Questo è un racconto monosensoriale (permettimi questo termine). Mancano almeno tatto e olfatto, che permettono al lettore di immedesimarsi nel racconto.
Pollice stabile a metà.

Don’t say a prayer for me now

Parto con un grazie perché finalmente affronto una terza persona. La storia è carina, scorre rapida. Sembra talmente leggera che il twist finale arriva come un pugno nello stomaco. Ottimo.
Ho dei dubbi sulla gestione della terza persona che rimane un po’ troppo distaccata. Un focus un po’ più stretta su uno dei due avrebbe strappato qualche sussulto in più su quel colpo di scena.
Pollice tendente verso l’alto.

Ti prego

La carta della disperazione a volte può salvare la vita, e secondo me questa volta c’è quasi riuscita. Quasi perché, per assurdo, potevi chiudere un po’ prima. In questo racconto si può premiare solo l’idea, che si esaurisce alla nona riga. Il resto è superfluo.
Pollice sospeso a metà.


1. Don’t say a prayer for me now
2. Veglia
3. Ti prego
4. Ancora qui
5. Eden
6. Cosa Vuoi?
7. La superficie dell’acqua

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