Chiarle Edition - Maschere - di Adriano Muzzi

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Adry666
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Chiarle Edition - Maschere - di Adriano Muzzi

Messaggio#1 » lunedì 2 novembre 2015, 17:14

Ciao Spartaco,

posso già iscrivermi per il lab di novembre?

MASCHERE

Come un lungo nastro di seta nera, l’asfalto si srotola sotto le ruote della mia moto che, con il suo rombo, zittisce il frinire caotico delle cicale. La via Lattea approfitta della strada senza lampioni per mostrarsi in tutta la sua fredda bellezza, costringendomi ad alzare lo sguardo per ammirarla: un sentiero luminoso che dovrebbe guidarci in qualche modo. Il mio lungo mantello vibra come una bandiera cercando di staccarsi dalla schiena, mentre l’aria tiepida si infila nella maschera che porto sul viso facendomi socchiudere gli occhi. Il bagliore all’orizzonte sta aumentando d’intensità: la città è vicina. Inizio a guardarmi attorno con circospezione, la notte a volte può trasformare le persone in modo inimmaginabile: rispettabili padri di famiglia che celano rapinatori seriali, mamme baciapile che battono le strade come professioniste.
Un semaforo lampeggiante trasforma un incrocio desolato in una strana scena stroboscopica: un ragazzo sta camminando sul marciapiede, mi scorge e rimane per un attimo a bocca aperta, poi riprende la via con la testa immersa in un modo virtuale creato dal suo walkman. Ormai qui in zona mi conoscono tutti; i giornali parlano spesso di me e delle mie gesta eroiche: ladri di supermercati acciuffati in flagrante e consegnati alla prima volante dei Ranger. Ma non è tutto, non è la parte più interessante, vedrete.
Alla fine lo scorgo sotto una pensilina di un negozio di cianfrusaglie cinesi. Il volto, reso scuro dalla barba ispida, assume colori giallastri a causa dei neon che illuminano un dragone. Quando vede i fari della mia moto cerca di coprirsi con i cartoni, che probabilmente sono anche le sue coperte, il suo materasso e il suo orinatoio. Rallento, mi accosto e spengo la moto mettendo il cavalletto. Lui mi guarda e fa un gesto con la mano come per allontanare quell’apparizione; lo capisco, non deve essere normale vedere Batman che compare improvvisamente dal nulla. Ma lui almeno può imputare la visione alla fiasca di liquore che fa capolino da una tasca del cappotto consunto.
Apro una tasca del borsone laterale della moto e ne tiro fuori un contenitore di plastica trasparente, ancora caldo. Mi avvicino. Il tizio agita con più forza la mano come per cacciarmi. Gli faccio un cenno di stare calmo, apro la scatola e gliela porgo insieme a un cucchiaio: all’interno c’è una minestra di fagioli. L’uomo la prende con prudenza e inizia a mangiare velocemente mentre mi guarda di sottecchi, un po’ come fanno i gatti quando gli offri un bocconcino.
Mi inginocchio vicino a lui, lo fisso negli occhi e gli sorrido, ma so che attraverso al maschera non può vederlo.
Mi guardo intorno per capire se siamo soli, lo siamo. Da una tasca tiro fuori un coltello e, con un gesto fulmineo, ormai reso automatico dalla pratica, gli taglio la gola incidendo profondamente. Un guizzo di sangue bagna la minestra e l’asfalto sudicio.
Ritorno in sella alla moto, la notte è ancora lunga, e le sorprese per voi sono solo all’inizio.



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