Simonia

Appuntamento fissato per le ore 21.00 di lunedì 21 novembre
Dario17
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Simonia

Messaggio#1 » martedì 22 novembre 2022, 1:10

«Questo più che un luogo di miracoli» il dottor Lorenzo Magnanelli puntò il dito verso padre Gujic «è un circo bello e buono.»
E ci aveva davvero sperato, cazzo.
Una nuvola improvvisa coprì il sole dietro l’ampio lucernario dello studio e abbassò di parecchio la luminosità nello studio.
Il cristo in croce, inchiodato sulla parete accanto la libreria strapiena, distoglieva lo sguardo e lo puntava al soffitto.
La madonna, braccia aperte e la veste in legno laccato, si guardava i piedi nudi poggiati sul piedistallo incastonato nella scrivania.
«Dottore, evitiamo di correre a conclusioni sgraziate.» padre Gujic si accomodò meglio sulla poltrona in pelle di lusso, facendola scricchiolare.
«Non c’è nulla di sgraziato, padre.» Lorenzo agitò il tablet con l’altra mano come per farsi aria in un pomeriggio afoso «Qui ho tutti i dati sulla ricerca condotta dai miei collaboratori! Sui suoi cosiddetti Veggenti! Presentano tutti forme isteriche riconducibili a epilessia e catalessia. E per quanto riguarda le guarigioni, i miei due colleghi hanno scoperto che…»
«I suoi colleghi sono già di ritorno a casa, a quest’ora staranno già atterrando all’aeroporto di Fiumicino.» Gujic diede uno sguardo distratto al quadrante placcato oro che sbucava in buona parte dalla manica nera. «E hanno riconosciuto la natura misteriosa delle guarigioni come eventi inspiegabili dalle loro conoscenze mediche. Come asserrà lei, d’altronde. A questo proposito…»
I peli dietro il collo di Lorenzo formicolarono.
Padre Gujic estrasse un borsone da palestra da sotto la scrivania e lo appoggiò con garbo al centro della scrivania .
Pazzesco. Sta davvero succedendo. Se non sapessi che questa è la realtà, penserei di essere finito in un filmaccio tra Gomorra e Il Codice da Vinci.
«Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini, caro dottore. Credo che troverà soddisfacente il contenuto.»
Lorenzo si avvicinò.
Aprì la lampo e scostò i lembi del borsone. Si trattenne dal ripulirsi i polpastrelli sull’orlo del camice, li sentiva bisunti come dopo aver mangiato del pollo con le mani.
Mazzette di banconote viola accatastate una sull’altra tra le pieghe del tessuto plasticoso.
Inutile lambiccarsi per scoprirne la provenienza.
Il giro di hotel, pensioni, trasporti e souvenir.
Un filo a piombo attraversò lo stomaco di Lorenzo.
«Sarebbe un…vero peccato se li lasciasse qui.» sospirò Gujic.

-

Lorenzo Magnanelli rilesse le stesse parole sul referto medico per l’ennesima volta.
Il duro marmo bianco sotto il sedere era il più comodo dei giacigli.
Giovanni Paolo II, curvo al centro della piazzetta del Policlinico Gemelli, si reggeva al bastone e pareva volesse sbirciare dall’alto del suo basamento albino per leggere meglio.

. Kevin Magnanelli nato il 15/08/2009...Remissione...Netta ripresa grazie alla cura sperimentale...Guarigione

Un sonetto che risuonava melodioso, anche se sussurrato.
Remissione e Guarigione. La rima perfetta.
Il dottor Antonio Bottazzi, la pelata luccicante sotto il sole primvarelile, lo raggiunse.
Il collega gli strinse la spalla, la mano calda come solo quella di chi ha studiato con te per dieci lunghi anni nello stesso appartamento senza finestre nel bagno può esserlo.
«Tra un mesetto potrà tornare a scuola, Lollo.» sussurrò Antonio
«L’oncologo sei tu, doc.»
«Sarà anche vero, ma la cura sperimentale scoperta grazie a quella donazione anomina dell’anno scorso non l’ho fatta io. Salverà parecchie vite. Vieni, dai. Mentre tua moglie è su in reparto con Kevin, tienimi compagnia mentre sono in pausa.»
Arrivati al portone, incrociarono un uomo e una donna che si cingevano la vita a vicenda.
I volti rigati di lacrime.
Dei fogli stretti nella mano di lei, usciti dalla stessa stampante a toner che aveva vergato quelli di suo figlio.
Ma diversi come il giorno e la notte.
Come la vita e la morte.
Lorenzo si fermò e si voltò.
«Molliamo questo ospedale del cazzo, prendiamo l’aereo e facciamo quel pellegrinaggio nel santuario di padre Gujic! Alcuni guariscono!» disse lui tra i singhiozzi.
«C-ci credi davvero?»
La coppia uscì dal portone principale che si richiuse dietro di loro, soffocando la risposta di lui.
Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini
Lorenzo Magnanelli avvertì di nuovo il filo a piombo nello stomaco
A volte la penna fa cilecca, però.



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antico
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Re: Simonia

Messaggio#2 » martedì 22 novembre 2022, 1:24

Ciao Dario! Caratteri ok, malus minimo tempo per te, buona MICHELE VACCARI EDITION!

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Debora D
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Re: Simonia

Messaggio#3 » sabato 26 novembre 2022, 16:56

Ciao Dario, piacere di leggerti.
Eccomi qui a spiegarti perché nonostante il racconto sia completo a me non ha preso.
Lo stile è buono, scorrevole senza inciampi o eccessi. La prima sequenza è fluida. La seconda parte l’ho colta meno bene perché mentre prima c’è una sola questione ben trattata (falso miracolo, corruzione) nella seconda hai voluto mettere tantissimo (malattia, relazione padre figlio, altri personaggi sofferenti, senso di colpa). Anche se l’idea è buona, la realizzazione finale mi è parsa un poco pesante. Inoltre non ho capito benissimo il finale. Sei passato da uno stile molto chiaro a un flusso di pensieri anche metaforici.
Il tema è centrato anche se l’argomento e la sua trattazione non mi sono risultati appassionanti. Mi è mancato il coinvolgimento emotivo.
Diciamo che è una buona prova, ma c'è qualche altro racconto che mi ha convinto di più

StefanoGalardini
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Re: Simonia

Messaggio#4 » sabato 26 novembre 2022, 19:41

Ciao Dario, interessante questo tuo racconto, lascia il lettore in una posizione moralmente scomoda. Il protagonista si lascia corrompere e grazie alla corruzione riesce a fare qualcosa di buono, ma l'ombra del peccato originale (la coppia che decide di rivolgersi al guaritore) rimane come una spada di Damocle sulla felice conclusione della storia personale del protagonista. Ci si può interrogare su quante persone truffate sia costata quella cura miracolosa finanziata con i soldi elargiti per perpetrare la truffa. E l'arzigogolo morale è sicuramente la parte più riuscita di tutto il racconto, davvero complimenti, non è per niente facile.
Anche la struttura è buona, con la frase quasi oracolare di padre Gujic
-Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini-
che suona sia come un tentativo di giustificare il proprio operato, quanto, nel finale, un'accettazione della casualità della vita e dei meccanismi imperscrutabili (di dio? del fato? del caso?).
Riguardo alla scrittura, credo che il racconto paghi di una certa fretta o impossibilità di rileggere alcune parti. Peccato, con qualche aggiustata qua e là sarebbe potuto essere anche migliore, ma soprattutto nella seconda parte si perde un po' di chiarezza. Complimenti comunque per avere saputo condensare in così poche battute un dilemma così complesso!!

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F.M.Rigget
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Re: Simonia

Messaggio#5 » domenica 27 novembre 2022, 11:44

Ciao Dario!
Esordisco dicendo che ho letto il tuo racconto ben tre volte, per essere sicura di non essermi persa nulla (sono vittima del mio lavoro, dormire è un’illusione, il riposo è solo una speranza… il che conduce il mio cervello ad una progressiva distruzione, abbi pazienza, ti prego).
Ti ripropongo le mie osservazioni e sarei felice di parlarne con te, se ti va!

Per quanto riguarda il tema, ritengo che sia centrato. La narrazione scorre a discapito di alcuni errori di battitura (“asserrà” e “primvarelile” i due più evidenti), che riconduco tuttavia al poco tempo a disposizione e alla stanchezza della giornata.

La voce narrativa, invece, mi ha forse indotto più riflessioni, in quanto ho trovato alcuni inceppamenti, ma su questo vorrei davvero confrontarmi con te!
Ad esempio, una cosa che mi ha lasciata un po’ interdetta è stato questo passaggio, che si legge verso la fine del primo paragrafo: “Pazzesco. Sta davvero succedendo. Se non sapessi che questa è la realtà, penserei di essere finito in un filmaccio tra Gomorra e Il Codice da Vinci.”
Il racconto è scritto in terza persona, eppure qui improvvisamente abbiamo un cambio di prospettiva. Il narratore diventa il protagonista stesso, senza però che in qualche modo venga riallacciato alla narrazione precedente e a quella che, subito dopo, riprende a scorrere. Di nuovo in terza persona.
Non ho le competenze narratologiche (ma neanche grammaticali o sintattiche, per carità) per poter correggere qualcuno, quindi ti prego di prendere la mia osservazione come l’opinione di una lettrice!
Forse avrebbe tutto assunto una forma migliore chiudendo l'osservazione personale del protagonista con, per esempio: “- pensò Lorenzo, spalancando una bocca”.
Che ne pensi?

Nel complesso il racconto non mi è dispiaciuto, probabilmente perché l’ho sentito reale. Nel senso drammatico del termine.

Ti ringrazio di aver proposto lo scritto e spero di avere altre occasioni di leggere qualcosa di tuo!

Federica
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"La vita alle volte è anche questo."

#ladonnadaicommentilunghi

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Maurizio Chierchia
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Re: Simonia

Messaggio#6 » domenica 27 novembre 2022, 15:59

Ciao Dario.
A differenza di altri, che rileggendo più volte il testo hanno capito, io non ci ho capito niente.
Partiamo dal fatto che, nella prima parte, ho intuito chi fosse il protagonista solo nelle ultime battute. Nella seconda parte invece non ho capito proprio niente. Non ho trovato il collegamento con la prima, sicuramente sarò io a dover rileggere ancora meglio, ma veramente mi trovo in difficoltà.
Prima di dare un giudizio finale mi rileggerò più volte il racconto per analizzarlo, ma dopo due letture ancora non mi dice nulla, mi dispiace.
Ti auguro buona gara e a rileggerti presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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Shanghai Kid
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Re: Simonia

Messaggio#7 » domenica 27 novembre 2022, 16:39

Ciao Dario e piacere di averti letto.
Come ti scrivono altri, anche io ho trovato migliore e più chiara la prima parte del racconto. Poi, devo ammettere che ho un po’ faticato a seguire il discorso. Peccato, perchè l’idea di base è molto buona.
Nel testo ci sono un po’ di refusi, immagino tu l’abbia scritto velocemente. Ti segnalo alcuni passaggi che, per come sono stati scritti, mi hanno reso più complicata la lettura o l’hanno appesantita (anche se immagino che la fretta abbia avuto un ruolo).
“Padre Gujic estrasse un borsone da palestra da sotto la scrivania e lo appoggiò con garbo al centro della scrivania .”, la ripetizione di scrivania è del tutto superflua.
“Dei fogli stretti nella mano di lei, usciti dalla stessa stampante a toner che aveva vergato quelli di suo figlio.
Ma diversi come il giorno e la notte.” Anche la costruzione di questa frase non aiuta.
Ho apprezzato moltissimo, invece, il ruolo che hai dato alle effigi sacre.
A rileggerti presto,
Elisa

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laleti
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Re: Simonia

Messaggio#8 » martedì 29 novembre 2022, 18:35

Ciao Dario, in generale trovo che la seconda parte del racconto sia più fluida della prima, ma il testo nel suo complesso è frammentato e poco coeso. A parte i refusi che sono già stati segnalati, la punteggiatura non sempre è precisa e ho notato un paio di ridondanze (“studio” e “scrivania”, ripetuti due volte nella stessa frase). Il racconto è narrato in terza persona, ma c’è una frase che sembra pensata in prima persona da Lorenzo, che crea un po’ di confusione: “Se non sapessi che questa è la realtà, penserei di essere finito in un filmaccio tra Gomorra e Il Codice da Vinci.” Ho apprezzato l’uso delle immagini (il Cristo e la Madonna dell’inizio) e delle metafore (sentirsi le mani sporche come unte di pollo).

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Pietro D'Addabbo
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Re: Simonia

Messaggio#9 » mercoledì 30 novembre 2022, 17:54

Ciao Dario, piacere di leggerti.

Il Dottore, ossia l'uomo di Scienza, protesta contro le truffe della Religione, ma sceglie un approccio cinico/pragmatico pur di poter fare anonimamente del bene; finisce pero' oppresso dai sensi di colpa per non aver fermato quella bieca struttura truffaldina che lucra sulle malattie e sul dolore.
Lo stile mi sembra mostrare alcuni limiti che credo supererai facilmente con la pratica. Ad esempio, chiamare il protagonista con il solo nome rende la narrazione piu' intima, ma ti serviva il cognome per rafforzare il collegamento al figlio malato, quindi hai avuto la necessita' di sottolineare piu' volte l'intero nome e cognome, appesantendo moltissimo la lettura.
Un altro inciampo e' la descrizione della 'donazione anonima' che metti in bocca a un personaggio secondario perche' la dica al protagonista per farla sapere al lettore; forse hai gia' sentito la frase "As you known, Bob", e' uno dei peccati veniali della scrittura.
Ma mi piace molto la trama circolare che hai creato, e con quella guadagni alcune posizioni nella mia personale graduatoria.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Andrea Furlan
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Re: Simonia

Messaggio#10 » mercoledì 30 novembre 2022, 23:55

Ciao Dario,
Buon racconto, soprattutto nella prima parte che ho trovato molto fluida e ben costruita, con pochi flash che catturano il lettore. Ottima l'immagine delle sculture sacre che sembrano imbarazzate e guardano altrove, geniale la frase "Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini" ripresa nel finale.
La seconda parte mi ha un po' spiazzato e ho trovato il finale un po' confuso, tanto che non sono sicuro di aver capito bene: il figlio si salva grazie alla "donazione", cioè i soldi dati dal prete, mentre Lorenzo si emoziona a pensare che altri sono stati meno fortunati? Peccato perché con una seconda parte più chiara sarebbe stato ottimo.

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Stefano.Moretto
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Re: Simonia

Messaggio#11 » giovedì 1 dicembre 2022, 0:54

Ciao Dario
Anch'io purtroppo mi devo accodare nella fila di quelli che hanno avuto bisogno di rileggere più volte per capire meglio il racconto. Forse la colpa è dell'inizio un po' troppo brusco, un'apertura che non permette di capire fino in fondo in che tipo di storia ci stiamo immergendo. Un'altra parte problematica è nel finale: ho dovuto fermarmi a rileggere per capire chi stava parlando di andare al santuario, colpa principalmente dei pronomi "anonimi" che mi hanno tratto un po' in inganno. Qualche riferimento più specifico mi avrebbe aiutato a capire meglio.
La storia in sé è carina, per quanto anche qui un po' "piatta", nel senso che accade molto poco e c'è poco a cui il lettore possa appigliarsi per avere un aggancio emotivo. La malattia viene presentata quando già sconfitta e usata come "pretesto" per giustificare l'avvenuta corruzione, ma messa così è meno efficiente di quanto avrebbe potuto essere un elemento del genere. L'unica cosa che fa veramente venire un po' il magone è il dialogo finale tra i due poveretti che devono fare i conti con una malattia incurabile e che verranno presto truffati.
Nel complesso penso che ci sia alla base un'idea molto valida, ma che non sia stata sfruttata bene quanto avrebbe potuto.

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antico
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Re: Simonia

Messaggio#12 » mercoledì 7 dicembre 2022, 19:06

Anche tu paghi dazio al tempo. Non so quanto ne abbia avuto, ma penso poco, perché parecchie imprecisioni non ti appartengono (su tutte, quando passi alla prima persona). Il tutto arriva, ma privo della giusta forza, quasi tu abbia faticato a dargli una struttura e anche qui ci vedo la fretta e il poco tempo. Interessante, del resto, l'idea: complessa da realizzare e forse il peccato originario è stato di puntare su di lei invece che su qualcosa di più semplice che avresti potuto gestire meglio. Direi un pollice tendente al positivo, ma al pelo.

Dario17
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Re: Simonia

Messaggio#13 » venerdì 9 dicembre 2022, 13:26

Popolo!
F.M.Rigget ha scritto:Ad esempio, una cosa che mi ha lasciata un po’ interdetta è stato questo passaggio, che si legge verso la fine del primo paragrafo: “Pazzesco. Sta davvero succedendo. Se non sapessi che questa è la realtà, penserei di essere finito in un filmaccio tra Gomorra e Il Codice da Vinci.”
Il racconto è scritto in terza persona, eppure qui improvvisamente abbiamo un cambio di prospettiva. Il narratore diventa il protagonista stesso, senza però che in qualche modo venga riallacciato alla narrazione precedente e a quella che, subito dopo, riprende a scorrere. Di nuovo in terza persona.


Citando Federica posso rispondere a parecchi altri che hanno evidenziato questo stacco.
Non è un cambio di soggetto ma semplicemente un pensiero diretto.
Sarebbe stato più aggraziato da parte mia metterlo in corsivo per staccarlo dal resto, però tempus fugit come si è capito dagli svivoloni qui e li e una struttura del testo non immediata, sopratutto nella seconda parte.

Pietro D'Addabbo ha scritto:Un altro inciampo e' la descrizione della 'donazione anonima' che metti in bocca a un personaggio secondario perche' la dica al protagonista per farla sapere al lettore; forse hai gia' sentito la frase "As you known, Bob", e' uno dei peccati veniali della scrittura.


Beh, qui ho "peccato" ben sapendo di "peccare" (alcuni dicono che valga doppio).
So bene che non si fa e so ancora meglio che chi viene qua su MC spesso ci viene per mettere alla prova ciò che impara coi manuali di scrittura.
E cavolo, fa benissimo a farlo! Qui ti leggono dedicandoti tempo gratis! Non scontato.
Però il rovescio della medaglia è che quando viene tenuto a valutare altri scritti ovviamente tende a cogliere certi peccatucci.
Me ne guardo bene dal commetterli quando scrivo per altri progetti, qua su MC però lo considero terreno franco date le tempistiche e il conteggio breve dei caratteri, prediligendo che al lettore arrivi tutto più chiaro possibile, anche "tellando" oppure "asyouknowbobbizzando". Meno ortodosso, ecco.
Poi in questo caso la gente non ha capito lo stesso, quindi figurati se nemmeno mettevo in bocca al pg le info! :)

antico ha scritto:Anche tu paghi dazio al tempo. Non so quanto ne abbia avuto, ma penso poco, perché parecchie imprecisioni non ti appartengono (su tutte, quando passi alla prima persona). Il tutto arriva, ma privo della giusta forza, quasi tu abbia faticato a dargli una struttura e anche qui ci vedo la fretta e il poco tempo. Interessante, del resto, l'idea: complessa da realizzare e forse il peccato originario è stato di puntare su di lei invece che su qualcosa di più semplice che avresti potuto gestire meglio. Direi un pollice tendente al positivo, ma al pelo.


Eh, hai capito tutto al volo.
Non si è Antichi per nulla!
Confermo fino all'ultima sillaba.

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