Il morto col garofano arancio

Il tema verrà svelato alle 21.00 di lunedì 19 dicembre e si avranno quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3000 caratteri
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SilviaCasabianca
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Il morto col garofano arancio

Messaggio#1 » martedì 20 dicembre 2022, 0:09

Luna piena, ottima per piantare le patate. Nilde scese dalla macchina attenta a non rigare i sedili. Angelo le tirò un bacio, sbatté la portiera della macchina e schizzò via sul brecciolino come gesso sulla lavagna. Una Chrysler Crown nuova di zecca e guarda come la tratta! Sicuramente non avrebbe patito la fame accanto a lui, ma tutto questo sfarzo, questa coccia di zucca senza polpa, sarebbe stata all’altezza della sua anima semplice di contadina? Camminò tra lapidi di marmo e cipressi, le cui teste appuntite scuotevano fra le nuvole. Varcò il grande cancello di ferro. Croci nere grandi e piccole in prospettiva, su uno sfondo blu cielo opaco.

Sulla tomba di Ada Belli c’erano fiori colorati. Inusuali per un omaggio mortuario. Eccolo là il suo babbo, il custode del cimitero, col cappotto infeltrito e la barba bianca che brontolava sotto al borsalino appoggiato sul naso. Guardalo là come dorme, bucciotto! Accanto alla mamma col libro de poesie in mano! Trattenne una risata. Un lacrima: un rivolo bollente sulla pelle raggelata dalla notte autunnale. Avrebbe voluto un amore così.  

Un improvviso gracchiare ruppe il silenzio. Un’ombra nera le volò a pochi centimetri dalla faccia. Il corvo si posò sulla croce. Dietro di lui le parve di riconoscere… Oh miseria ladra, era proprio lui, Natalino Ferri. Stringeva un garofano arancio precedentemente appartenente al mazzo di fiori della nonna. Beh, era anche accanto alla sua di tomba, perché Natalino era morto… 2 anni prima. Il cuore batté all’impazzata. «Babboo!Ba-»

«Non può sentirti» sussurrò.
«Ma tu sei morto!»
«Avessi avuto un corpo di sangue e carne ti avrei abbracciato e mangiato di baci».

Non avrà avuto carne e sangue però la presa sugli avambracci Nilde la sentì e pure bene! Natalino la strinse e la tirò a sé verso il feretro che, ora si accorse, era aperto. «Vié co me!» Disse. Scivolarono abbracciati e quella discesa verso gli inferi parve durare un secolo. Il posteriore sbatté a terra. Un dolore sordo, di quelli che lasciano il livido. I raggi del sole l’accecarono. Il profumo di mandarini era così forte che sembrava incredibile potesse provenire solo dal frutteto. Attorno a sé: un ponticello sopra al ruscello proprio come al paese, aranci, viti, proprio come quando è il 15 di agosto e si fa festa.
«Ma siete tutti morti!»
«Sì ma si sta bene!»
«È il paradiso?»
Natalino scosse il capo. «Questo è un limbo. Non si muore mai. Si sta qui il tempo necessario per capire i propri errori, parlare con chi ci ha conosciuto da vivi, fare terapia con quelli che sulla terra chiamate angeli e decidere in chi o in cosa reincarnarsi».
«E quanto tempo si sta?» Domandò Nilde. Si sbottonò il cappotto, troppo pesante per quell’estate senza tempo.
«105, 106 anni… E mi chiedevo se ti andasse di passarli qui ora, e decidere insieme di reincarnarci in due vite destinate a incrociarsi, oppure… Puoi tornare su», indicò con il mento il buco del feretro in cielo, «e di tutto questo non avrai memoria, così come scelgono di far tutti». 
Ultima modifica di SilviaCasabianca il martedì 20 dicembre 2022, 0:31, modificato 2 volte in totale.



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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#2 » martedì 20 dicembre 2022, 0:13

Silvia, bentornata! Parametri tutti rispettati, divertiti in questa MASA EDITION!

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#3 » martedì 20 dicembre 2022, 10:27

Ciao Antico, grazie. Volevo dirti che non mi sono appena accorta che il copia-incolla mi ha uniformato le frasi in corsivo...sob.

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Polly Russell
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#4 » lunedì 26 dicembre 2022, 11:23

Ciao Silvia, ho letto che hai avuto problemi con la
formattazione, e forse parte della confusione che si è creata nel testo è per questo motivo. fatto sta che non ho capito tanto bene chi dice cosa, per esempio qui “ «Non può sentirti» sussurrò.
«Ma tu sei morto!»
«Avessi avuto un corpo di sangue e carne ti avrei abbracciato e mangiato di baci».”
o se il babbo è già lì come fantasma o no. nel senso che una foto che “brontola” è strana. come è parecchio inusuale una foto con un libro di poesie in mano.
Prima lo chiama babbo, poi con nome e cognome, che anche questo è strano e manda in confusione. Cioè si può fare, ma non i 3k.
anche la battuta finale, l’avrei articolata meglio, il padre sa che lei non accetterà l’offerta ma gliela fa comunque, sarò rendilo più rassegnato.
Ultimo appunto, se parli di marca e modello
di un’auto mi stai dicendo implicitamente che il pdv se ne intende, io, per dire avrei pensato a “un macchinone” e bona così. però poi dice di essere una contadina. non escludo che una contadina su intenda di macchine, ma
di solito su pochi caratteri si cerca di andare un po’ per stereotipi, per risparmiare battute.
Insomma poteva essere parecchio buono, l’idea mi piace ma va un po’ aggiustato.
Polly

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#5 » lunedì 26 dicembre 2022, 12:49

Ciao Polly,

Grazie di aver rotto il ghiaccio al mio racconto col primo commento e grazie del feedback. Caspita. Mi stupisce vedere tutta questa confusione. Pensavo di aver reso chiari tutti i passaggi che dici.

Riguardo al padre, che ipotizzi possa essere un fantasma, è in realtà il custode del cimitero appunto, per quello è là e che si è addormentato perché non fa un lavoro ricco di grandi colpi di scena =)

Eccolo là il suo babbo, il custode del cimitero, col cappotto infeltrito e la barba bianca che brontolava sotto al borsalino appoggiato sul naso. Guardalo là come dorme, bucciotto! Accanto alla mamma col libro de poesie in mano!

Quest'ultimo "guardalò ecc" sarebbe dovuto essere in corsivo ma appunto la formattazione, sob.

Natalino invece è un altro personaggio. Uno che è morto due anni prima e che non si aspetta di trovarselo là sotto forma di spirito appunto. Si dovrebbe capire da qui:

Un’ombra nera le volò a pochi centimetri dalla faccia. Il corvo si posò sulla croce. Dietro di lui le parve di riconoscere… Oh miseria ladra, era proprio lui, Natalino Ferri. Stringeva un garofano arancio precedentemente appartenente al mazzo di fiori della nonna. Beh, era anche accanto alla sua di tomba, perché Natalino era morto… 2 anni prima.

Infine, la macchina. In parte ti do ragione: una contadina non avrebbe un fidanzato così ricco. Tuttavia non se ne intende, semplicemente Angelo è il fidanzato e gli avrà fatto due palle così su quanto la sua nuova macchina sia bella e di valore, ecc. lei conosce solo il modello, non è che ha parlato di quanti cavalli ha o dettagli di carrozzeria. Non ci capisco molto di macchina ma so che esiste ad esempio la BMW, ancor più lo saprei se un amico mi ci scarrozzasse tutti i giorni. =)

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Polly Russell
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#6 » lunedì 26 dicembre 2022, 13:20

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Polly,

Grazie di aver rotto il ghiaccio al mio racconto col primo commento e grazie del feedback. Caspita. Mi stupisce vedere tutta questa confusione. Pensavo di aver reso chiari tutti i passaggi che dici.

Riguardo al padre, che ipotizzi possa essere un fantasma, è in realtà il custode del cimitero appunto, per quello è là e che si è addormentato perché non fa un lavoro ricco di grandi colpi di scena =)

Eccolo là il suo babbo, il custode del cimitero, col cappotto infeltrito e la barba bianca che brontolava sotto al borsalino appoggiato sul naso. Guardalo là come dorme, bucciotto! Accanto alla mamma col libro de poesie in mano!

Quest'ultimo "guardalò ecc" sarebbe dovuto essere in corsivo ma appunto la formattazione, sob.
Eh ho capito, infatti lì per lì ho pensato fossero papà è mamma seduti vicini a rimirare le tombe. Anche perché ribadisco, una foto con un libro di poesie in mano è strana.
[quite]
Natalino invece è un altro personaggio. Uno che è morto due anni prima e che non si aspetta di trovarselo là sotto forma di spirito appunto. Si dovrebbe capire da qui:

Un’ombra nera le volò a pochi centimetri dalla faccia. Il corvo si posò sulla croce. Dietro di lui le parve di riconoscere… Oh miseria ladra, era proprio lui, Natalino Ferri. Stringeva un garofano arancio precedentemente appartenente al mazzo di fiori della nonna. Beh, era anche accanto alla sua di tomba, perché Natalino era morto… 2 anni prima.
[/quote] sì ora che lo rileggo e me lo hai spiegato, l’ho capito. però continuo a non capire perché hai staccato la battuta (che ora capisco essere del padre) l’abbia messa dopo una riga vuota.

Infine, la macchina. In parte ti do ragione: una contadina non avrebbe un fidanzato così ricco. Tuttavia non se ne intende, semplicemente Angelo è il fidanzato e gli avrà fatto due palle così su quanto la sua nuova macchina sia bella e di valore, ecc. lei conosce solo il modello, non è che ha parlato di quanti cavalli ha o dettagli di carrozzeria. Non ci capisco molto di macchina ma so che esiste ad esempio la BMW, ancor più lo saprei se un amico mi ci scarrozzasse tutti i giorni. =)
Si ci sta, ma come ti dicevo su poche battute preferisco vedere personaggi facili da interpretare, ma questo è un mio limite.
Polly

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Emiliano Maramonte
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#7 » lunedì 26 dicembre 2022, 18:06

Ciao Silvia! Credo che sia la seconda volta che leggo qualcosa di tuo qui a MC.
Subito gli elementi positivi: 1 - l'atmosfera, lugubre, cimiteriale, malinconica, avvolgente, questa amalgama ha un certo impatto emotivo. 2 - Una prosa molto particolare che con il sapiente e preciso uso delle parole evoca esattamente le atmosfere di cui ti ho parlato al punto 1. 3 - lo spaccato sul mondo dei morti, o meglio il purgatorio.
E ora le note dolenti. Confusione, tanta confusione. Ho riletto più e più volte tutti i paragrafi del racconto e ancora ho tanti dubbi in testa. Ho intuito che i vari personaggi si incontrano nel limbo, in quanto tutti morti, ma non ne sono sicuro. Inoltre c'è un problema serio di punti di vista. Si inizia con Nilde e Angelo, si prosegue col custode del cimitero (con un accenno a una defunta, tale Ada Belli), passando per Natalino Ferri (e una manciata di dialoghi che non si capisce a chi debbano essere attribuiti) e si conclude con l'incontro tra Natalino e Nilde che parlano del purgatorio. Fine. In sostanza, in quale personaggio, come lettore, devo immedesimarmi? Nell'incipit mi aggancio a un punto di vista per poi vedermelo stravolgere costantemente... e l'esperienza di lettura, in tal modo, diventa frustrante.
Peccato davvero, perché come storia aveva delle premesse ottime!
Il tema mi sembra preso (il mondo secondario, penso, sia quello dei defunti...) ma validità della storia pesantemente condizionata dagli inconvenienti che ho segnalato.

Buona Edition!
Emiliano.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#8 » lunedì 26 dicembre 2022, 18:33

Ciao Silvia, un piacere leggerti.
Nel tuo racconto sicuramente abbiamo un tema centrato, con un ambientazione forse al limite del clichè, ma per me molto buona.
Per quanto riguarda l'esecuzione, si nota la voglia di migliorarsi con la narrazione immersiva in terza persona, con la quale noi dilettanti, non padroneggiandola al meglio, spesso cadiamo in errori.
L'esempio più stupido che ti faccio è questo:
Una Chrysler Crown nuova di zecca e guarda come la tratta! Sicuramente non avrebbe patito la fame accanto a lui...
Tecnicamente, qui, quando attacca la seconda frase, il soggetto è ancora la Chrysler, o addirittura potrebbe essere il suo fidanzato che la tratta male, ma di sicuro non può essere la ragazza che parla.
Per il resto, anche io, come chi ti ha commentato in precedenza, ho fatto un po' di confusione con i personaggi, e quando ritorno indietro per rileggere dei paragrafi poco chiari non sono mai particolarmente contento.
Per me una buona prova, ma con moltissimi punti migliorabili.
Alla prossima, buona edition.

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Davide_Mannucci
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#9 » martedì 27 dicembre 2022, 0:26

Ciao Silvia,
Be'...sono rimasto con l'espressione con cui rimango quando leggo qualcosa che mi piace e mi cattura. Trovo il tuo racconto piacevolmente e "macabramente" romantico e allo stesso tempo romanticamente piacevole e macabro, dando a quest'ultima parola un'accezione totalmente positiva.
Bella prova davvero...il messaggio che dai è chiaro e profondo e l'atmosfera decisamente avvolgente. Trovo pure l'idea originale e allora...direi uno dei migliori tra quelli che ho letto.
Devo quindi essere sincero: io non ce la vedo tutta questa confusione che altri hanno trovato. Mi sembra un racconto lineare dove c'è Nilde che scende da una macchina e arriva al cimitero. Lì trova il babbo sulla tomba della mamma e poi...vabbè la storia la sai :)
Non trovo tutti questi cambi di punti di vista e non ho mai pensato che la macchina fosse il soggetto. Mi ha fatto sorridere questa cosa: mi ha ricordato chi vedeva l'ostia del mio racconto dell'ultima Edition come un presunto PDV (!).
Io ho letto il racconto senza radiografarlo e devo dire che la lettura andava liscia...il contenuto lo capivo (anche se sono stanco e pieno di cibo e alcol) quindi il racconto è scritto bene. Migliorabile senz'altro ma ne senso di dedicarvi più caratteri e aggiungere ancora più fascino e atmosfera.
Una bella prova
Davide Mannucci

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#10 » martedì 27 dicembre 2022, 9:07

Ciao Polly,

Quanto al fatto che non ti abbia convinto il modo in cui ho declinato il finale e che non ti sia piaciuto l'aver scelto un personaggio non troppo stereotipo ci sta. I gusti non si discutono. Mi dispiace non averti convinto ma è più che comprensibile e lo accetto.

[quote="Polly Russell"] l’ho capito. però continuo a non capire perché hai staccato la battuta (che ora capisco essere del padre) l’abbia messa dopo una riga vuota.[quote]

La battuta non è del padre. Il padre dorme tutto il tempo e infatti è proprio lui che non può sentirli. Lei prova a chiamarlo, ma Natalino le dice: non può sentirti. Ho staccato la battuta perché ho pensato fosse più carino ricreare il dialogo a capo ma evidentemente è un errore mio. Tuttavia davvero non comprendo come non si capisca che il padre e Natalino siano due personaggi diversi.

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#11 » martedì 27 dicembre 2022, 10:51

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Silvia! Credo che sia la seconda volta che leggo qualcosa di tuo qui a MC.
Subito gli elementi positivi: 1 - l'atmosfera, lugubre, cimiteriale, malinconica, avvolgente, questa amalgama ha un certo impatto emotivo. 2 - Una prosa molto particolare che con il sapiente e preciso uso delle parole evoca esattamente le atmosfere di cui ti ho parlato al punto 1. 3 - lo spaccato sul mondo dei morti, o meglio il purgatorio.
E ora le note dolenti. Confusione, tanta confusione. Ho riletto più e più volte tutti i paragrafi del racconto e ancora ho tanti dubbi in testa. Ho intuito che i vari personaggi si incontrano nel limbo, in quanto tutti morti, ma non ne sono sicuro. Inoltre c'è un problema serio di punti di vista. Si inizia con Nilde e Angelo, si prosegue col custode del cimitero (con un accenno a una defunta, tale Ada Belli), passando per Natalino Ferri (e una manciata di dialoghi che non si capisce a chi debbano essere attribuiti) e si conclude con l'incontro tra Natalino e Nilde che parlano del purgatorio. Fine. In sostanza, in quale personaggio, come lettore, devo immedesimarmi? Nell'incipit mi aggancio a un punto di vista per poi vedermelo stravolgere costantemente... e l'esperienza di lettura, in tal modo, diventa frustrante.
Peccato davvero, perché come storia aveva delle premesse ottime!
Il tema mi sembra preso (il mondo secondario, penso, sia quello dei defunti...) ma validità della storia pesantemente condizionata dagli inconvenienti che ho segnalato.

Buona Edition!
Emiliano.


Ciao Emiliano,

Grazie del tuo commento. Ho visto che mi hai messo all'ultimo posto e non ho nulla da dire a riguardo, sicuramente me lo sono meritata e mi avrebbe fatto piacere leggere il perché non ti sia piaciuto fino a tal punto per conoscere i gusti dei miei lettori, oppure leggere delle spiegazioni logiche e comprensibili su degli errori da me fatti.

Quello che invece leggo è il lamento su una terribile confusione percepita, condivisa vedo da altri quindi indubitabile, e che lascia me doppiamente confusa, direi sgomenta, tanto che comincio a credere che forse ho seri problemi io, o cognitivi, o con la lingua italiana, in ogni caso suppongo che ho sbagliato proprio hobby.

Mi chiedi in chi dovresti immedesimarti. Mi dici che cambio continuamente POV. Ma io ti chiedo: è mai possibile che se nella scena viene citata la presenza di altri personaggi (o addirittura oggetti) allora questo venga interpretato come cambio di POV? E poi mi chiedo anche, anche fosse, possibile che un cambio di POV rende un racconto così brutto da metterlo all'ultimo posto? E come mai? Non lo spieghi.
Nell'incipit, dici, ti viene offerto un POV che cambia e io non comprendo, davvero, dove tu lo veda stravolto. Vedi forse dei pensieri che possono essere interpretabili come fatti da qualcun'altro? Vedi forse le cose viste e ascoltate da un narratore onnisciente? Angelo viene descritto in quanto esperienza percettiva di Nilde o ha dei pensieri e vede e/o sente cose? e quando schizza via sul brecciolino come può essere un pov di lui? Chi può vedere un brecciolino che schizza via se non uno che sta dietro la macchina? Uno che sta dentro alla macchina ? Alla guida?

Addirittura Ada Belli viene ipotizzata come POV! Una che viene citata solo in seguito a una preposizione genitiva (di) a sua volta posta in seguito a un oggetto inanimato: la tomba. Fammi capire, cosa avrei dovuto scrivere? La tomba di un essere umano morto e sepolto là sotto e quindi non presente in scena dal nome Ada Belli? O forse non può avere senso che uno vada a un cimitero e conosca a chi appartiene una tomba, che c'è pure scritto sopra? E se Nilde avesse usato la matita della sua amica Giovanna e avesse scritto: uso la matita di Giovanna, avresti pensato che improvvisamente il POV era di Giovanna? Come funziona? O meglio: come funziono io?

Poi supponi il POV del padre. Interessante. Un uomo che viene citato con un "eccolo là", che dovrebbe far capire che Nilde lo cercava o quanto meno si aspettava di trovare (quindi è il POV di Nilde, non credo che uno di sé stesso dica: eccolo la, sei d'accordo?) e che... dorme! Dorme dall'inizio alla fine del racconto. Leggi forse i suoi sogni? Leggi forse i suoi pensieri? Leggi forse le sue esperienze sensoriali? ha freddo? ha fame? tocca cose fredde e/o calde? Vede sua figlia e la saluta? I pensieri sono ancora una volta di Nilde, che vorrebbe un'amore così, come quello che vede e descrive. Come avrei dovuto far capire che il POV è sempre il suo? Nominando Nilde ad ogni inizio frase? O forse usando dei verbi percettivi? Ah no, quelli no. E allora come? Come dico che quello è ciò che VEDE, se poi se scrivo "VEDE" mi mettete all'ultimo posto perchè uso i verbi percettivi? Forse il mio errore di formattazione che mi ha eliminato il corsivo ha inficiato tutto il racconto, va bene, lo accetto, eppure molte volte ho letto che quando è una focalizzata in terza persona il corsivo è superfluo perché sono tutti pensieri del Personaggio. Ciò che vede, descrive, tutto. Quindi, ripeto, come avrei dovuto segnalare che il POV era sempre il suo?
Scrivi "una manciata di dialoghi" come se li avessi buttatati là a membro di segugio, e poi aggiungi fine". Che ti aspettavi? Sono stata così tanto sciapa? I dialoghi sono fatti dagli unici personaggi che si parlano su tutto il racconto, gli unici che si muovono nella scena: Nilde e Natalino. E Natalino arriva prima del dialogo ma dopo che Nilde vede suo padre. Il suo arrivo è segnalato in tutti i modi possibili in cui potevo farlo, e quindi è un'altro personaggio. Lo chiama Natalino e non papà....sai perchè? perchè è Natalino e non suo papà! E quindi no, non sono tutti morti. Il limbo c'è dopo, quando i due personaggi scendono nel feretro e rotolano giù negli inferi, cosa che scrivo praticamente esattamente con queste parole quindi se la capite qua, perché non la capite là?

Commentate con sufficienza dei racconti che poi mettete all'ultimo posto senza neanche dare il tempo all'altro di dire niente. Stronchi con superficialità ma dall'altra parte c'è uno che ci sta provando come ci stai provando tu, lo sai? Chiedi empatia e immedesimazione ma dov'è la tua prova di empatia? Dici che non si capisce ma tu pensi che invece ti sei fatto capire? Non hai spiegato nulla.
Ribadisco che mi sta bene l'ultimo posto, mi sta bene non piacere. Ma quanto alla tua esperienza frustrante nel leggermi sappi che non supererà mai la frustrazione che provo io nel leggere il tuo commento. Siamo pari in esperienza.

Ciao.

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#12 » martedì 27 dicembre 2022, 11:05

Mario Mazzafoglie ha scritto:Ciao Silvia, un piacere leggerti.
Nel tuo racconto sicuramente abbiamo un tema centrato, con un ambientazione forse al limite del clichè, ma per me molto buona.
Per quanto riguarda l'esecuzione, si nota la voglia di migliorarsi con la narrazione immersiva in terza persona, con la quale noi dilettanti, non padroneggiandola al meglio, spesso cadiamo in errori.
L'esempio più stupido che ti faccio è questo:
Una Chrysler Crown nuova di zecca e guarda come la tratta! Sicuramente non avrebbe patito la fame accanto a lui...
Tecnicamente, qui, quando attacca la seconda frase, il soggetto è ancora la Chrysler, o addirittura potrebbe essere il suo fidanzato che la tratta male, ma di sicuro non può essere la ragazza che parla.
Per il resto, anche io, come chi ti ha commentato in precedenza, ho fatto un po' di confusione con i personaggi, e quando ritorno indietro per rileggere dei paragrafi poco chiari non sono mai particolarmente contento.
Per me una buona prova, ma con moltissimi punti migliorabili.
Alla prossima, buona edition.


Ciao Mario,
Grazie del tuo commento. Mi dispiace non ti sia piaciuto del tutto il racconto ma comprendo totalmente e non c'è problema. Mi spiace anche che non si sia compreso molto ciò che succede nella scena, ma è opinione condivisa e quindi è evidente che devo aver sbagliato molte cose io. Ti ringrazio per aver almeno riportato un esempio di cosa non ti abbia convinto, almeno posso ragionarci, sebbene non sono sicura di essere d'accordo. Quello infatti è un pensiero di Nilde. Errore mio quello di non essermi accorta che nel copia e incolla sono saltati i corsivi (quella frase era in corsivo infatti, ma non potevate saperlo giustamente). Tuttavia essendo un pensiero non vedo la necessità della rigidità grammaticale del soggetto-verbo-complemento. Un pensiero è meno castrato secondo me e può anche esprimersi tramite soggetto partitivo, ma comunque terrò conto del consiglio per le prossime volte. Farsi capire è fondamentale e un racconto non può dare ambiguità. Sono felice che per altre cose ti sia piaciuto.
A presto.

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AndreaCrevola
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#13 » martedì 27 dicembre 2022, 11:06

Ciao Silvia, piacere di averti letto.
Ho trovato il racconto ben scritto, sebbene non mi siano piaciuti alcuni passaggi. Per esempio, il modo in cui presenti i personaggi (per nome e cognome, anche se si tratta della madre della narratrice) mi ha fatto storcere in naso. Dal punto di vista della trama, m’è parso che ti sarebbero serviti altri capoversi: lasci il personaggio di fronte a una scelta e mi sarebbe piaciuto conoscere la sua decisione, anche perché nel racconto non ci sono elementi che ti potrebbero suggerire quale potrebbe essere il suo punto di vista rispetto al dilemma che Natalino le sottopone. Il tema è suggerito ma, come detto, sarebbe stato interessante capire se in quel mondo secondario la protagonista ci sarebbe andata.

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Polly Russell
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#14 » martedì 27 dicembre 2022, 11:09

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Polly,

Quanto al fatto che non ti abbia convinto il modo in cui ho declinato il finale e che non ti sia piaciuto l'aver scelto un personaggio non troppo stereotipo ci sta. I gusti non si discutono. Mi dispiace non averti convinto ma è più che comprensibile e lo accetto.

Polly Russell ha scritto: l’ho capito. però continuo a non capire perché hai staccato la battuta (che ora capisco essere del padre) l’abbia messa dopo una riga vuota.

La battuta non è del padre. Il padre dorme tutto il tempo e infatti è proprio lui che non può sentirli. Lei prova a chiamarlo, ma Natalino le dice: non può sentirti. Ho staccato la battuta perché ho pensato fosse più carino ricreare il dialogo a capo ma evidentemente è un errore mio. Tuttavia davvero non comprendo come non si capisca che il padre e Natalino siano due personaggi diversi.

non ho detto che non mi sia piaciuto il finale, semmai ho parlato della battuta finale.
per il resto ok, il padre e Natalino sono due persone diverse, e ora dopo averlo letto di nuovo ho anche capito dove ho fatto confusione. Questo Natalino è un perfetto nessuno, o il pdv l’avrebbe esplicitato. Il fantasma di un perfetto nessuno vorrebbe mangiarla di baci? perché?
le offre di passare “l’eternità” con lui nel limbo? e perché se non li lega qualcosa? non la sta rapendo, le offre una scelta. Ecco perché devo aver pensato che si parlasse sempre del padre. La battuta che ti ho indicato prima non aiuta, non si capisce chi la fa, non è legata a nessuno, un bit ce lo dovevi mettere.
la confusione sul fatto che il padre fosse vivo o morto, nemmeno aiuta. in che modo posso distinguere che il padre sia vivo e vegeto e la madre no?
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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#15 » martedì 27 dicembre 2022, 11:11

AndreaCrevola ha scritto:Ciao Silvia, piacere di averti letto.
Ho trovato il racconto ben scritto, sebbene non mi siano piaciuti alcuni passaggi. Per esempio, il modo in cui presenti i personaggi (per nome e cognome, anche se si tratta della madre della narratrice) mi ha fatto storcere in naso. Dal punto di vista della trama, m’è parso che ti sarebbero serviti altri capoversi: lasci il personaggio di fronte a una scelta e mi sarebbe piaciuto conoscere la sua decisione, anche perché nel racconto non ci sono elementi che ti potrebbero suggerire quale potrebbe essere il suo punto di vista rispetto al dilemma che Natalino le sottopone. Il tema è suggerito ma, come detto, sarebbe stato interessante capire se in quel mondo secondario la protagonista ci sarebbe andata.


Ciao Andrea,

Grazie del tuo commento. Si, hai ragione su tutti i fronti. Ci sono dei tagli in effetti, che ho dovuto operare perchè avevo sforato e pure di tanto i 3k e immaginavo si sarebbero notati ma non avevo scelta. Mannaggia. D'accordissimo anche sul dilemma lasciato aperto. Non è il massimo.

Grazie!

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Emiliano Maramonte
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#16 » martedì 27 dicembre 2022, 12:25

SilviaCasabianca ha scritto:
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Silvia! Credo che sia la seconda volta che leggo qualcosa di tuo qui a MC.
Subito gli elementi positivi: 1 - l'atmosfera, lugubre, cimiteriale, malinconica, avvolgente, questa amalgama ha un certo impatto emotivo. 2 - Una prosa molto particolare che con il sapiente e preciso uso delle parole evoca esattamente le atmosfere di cui ti ho parlato al punto 1. 3 - lo spaccato sul mondo dei morti, o meglio il purgatorio.
E ora le note dolenti. Confusione, tanta confusione. Ho riletto più e più volte tutti i paragrafi del racconto e ancora ho tanti dubbi in testa. Ho intuito che i vari personaggi si incontrano nel limbo, in quanto tutti morti, ma non ne sono sicuro. Inoltre c'è un problema serio di punti di vista. Si inizia con Nilde e Angelo, si prosegue col custode del cimitero (con un accenno a una defunta, tale Ada Belli), passando per Natalino Ferri (e una manciata di dialoghi che non si capisce a chi debbano essere attribuiti) e si conclude con l'incontro tra Natalino e Nilde che parlano del purgatorio. Fine. In sostanza, in quale personaggio, come lettore, devo immedesimarmi? Nell'incipit mi aggancio a un punto di vista per poi vedermelo stravolgere costantemente... e l'esperienza di lettura, in tal modo, diventa frustrante.
Peccato davvero, perché come storia aveva delle premesse ottime!
Il tema mi sembra preso (il mondo secondario, penso, sia quello dei defunti...) ma validità della storia pesantemente condizionata dagli inconvenienti che ho segnalato.

Buona Edition!
Emiliano.


Ciao Emiliano,

Grazie del tuo commento. Ho visto che mi hai messo all'ultimo posto e non ho nulla da dire a riguardo, sicuramente me lo sono meritata e mi avrebbe fatto piacere leggere il perché non ti sia piaciuto fino a tal punto per conoscere i gusti dei miei lettori, oppure leggere delle spiegazioni logiche e comprensibili su degli errori da me fatti.

Quello che invece leggo è il lamento su una terribile confusione percepita, condivisa vedo da altri quindi indubitabile, e che lascia me doppiamente confusa, direi sgomenta, tanto che comincio a credere che forse ho seri problemi io, o cognitivi, o con la lingua italiana, in ogni caso suppongo che ho sbagliato proprio hobby.

Mi chiedi in chi dovresti immedesimarti. Mi dici che cambio continuamente POV. Ma io ti chiedo: è mai possibile che se nella scena viene citata la presenza di altri personaggi (o addirittura oggetti) allora questo venga interpretato come cambio di POV? E poi mi chiedo anche, anche fosse, possibile che un cambio di POV rende un racconto così brutto da metterlo all'ultimo posto? E come mai? Non lo spieghi.
Nell'incipit, dici, ti viene offerto un POV che cambia e io non comprendo, davvero, dove tu lo veda stravolto. Vedi forse dei pensieri che possono essere interpretabili come fatti da qualcun'altro? Vedi forse le cose viste e ascoltate da un narratore onnisciente? Angelo viene descritto in quanto esperienza percettiva di Nilde o ha dei pensieri e vede e/o sente cose? e quando schizza via sul brecciolino come può essere un pov di lui? Chi può vedere un brecciolino che schizza via se non uno che sta dietro la macchina? Uno che sta dentro alla macchina ? Alla guida?

Addirittura Ada Belli viene ipotizzata come POV! Una che viene citata solo in seguito a una preposizione genitiva (di) a sua volta posta in seguito a un oggetto inanimato: la tomba. Fammi capire, cosa avrei dovuto scrivere? La tomba di un essere umano morto e sepolto là sotto e quindi non presente in scena dal nome Ada Belli? O forse non può avere senso che uno vada a un cimitero e conosca a chi appartiene una tomba, che c'è pure scritto sopra? E se Nilde avesse usato la matita della sua amica Giovanna e avesse scritto: uso la matita di Giovanna, avresti pensato che improvvisamente il POV era di Giovanna? Come funziona? O meglio: come funziono io?

Poi supponi il POV del padre. Interessante. Un uomo che viene citato con un "eccolo là", che dovrebbe far capire che Nilde lo cercava o quanto meno si aspettava di trovare (quindi è il POV di Nilde, non credo che uno di sé stesso dica: eccolo la, sei d'accordo?) e che... dorme! Dorme dall'inizio alla fine del racconto. Leggi forse i suoi sogni? Leggi forse i suoi pensieri? Leggi forse le sue esperienze sensoriali? ha freddo? ha fame? tocca cose fredde e/o calde? Vede sua figlia e la saluta? I pensieri sono ancora una volta di Nilde, che vorrebbe un'amore così, come quello che vede e descrive. Come avrei dovuto far capire che il POV è sempre il suo? Nominando Nilde ad ogni inizio frase? O forse usando dei verbi percettivi? Ah no, quelli no. E allora come? Come dico che quello è ciò che VEDE, se poi se scrivo "VEDE" mi mettete all'ultimo posto perchè uso i verbi percettivi? Forse il mio errore di formattazione che mi ha eliminato il corsivo ha inficiato tutto il racconto, va bene, lo accetto, eppure molte volte ho letto che quando è una focalizzata in terza persona il corsivo è superfluo perché sono tutti pensieri del Personaggio. Ciò che vede, descrive, tutto. Quindi, ripeto, come avrei dovuto segnalare che il POV era sempre il suo?
Scrivi "una manciata di dialoghi" come se li avessi buttatati là a membro di segugio, e poi aggiungi fine". Che ti aspettavi? Sono stata così tanto sciapa? I dialoghi sono fatti dagli unici personaggi che si parlano su tutto il racconto, gli unici che si muovono nella scena: Nilde e Natalino. E Natalino arriva prima del dialogo ma dopo che Nilde vede suo padre. Il suo arrivo è segnalato in tutti i modi possibili in cui potevo farlo, e quindi è un'altro personaggio. Lo chiama Natalino e non papà....sai perchè? perchè è Natalino e non suo papà! E quindi no, non sono tutti morti. Il limbo c'è dopo, quando i due personaggi scendono nel feretro e rotolano giù negli inferi, cosa che scrivo praticamente esattamente con queste parole quindi se la capite qua, perché non la capite là?

Commentate con sufficienza dei racconti che poi mettete all'ultimo posto senza neanche dare il tempo all'altro di dire niente. Stronchi con superficialità ma dall'altra parte c'è uno che ci sta provando come ci stai provando tu, lo sai? Chiedi empatia e immedesimazione ma dov'è la tua prova di empatia? Dici che non si capisce ma tu pensi che invece ti sei fatto capire? Non hai spiegato nulla.
Ribadisco che mi sta bene l'ultimo posto, mi sta bene non piacere. Ma quanto alla tua esperienza frustrante nel leggermi sappi che non supererà mai la frustrazione che provo io nel leggere il tuo commento. Siamo pari in esperienza.

Ciao.


Ciao Silvia.
Incasso l'invettiva finale della tua risposta, per la quale mi amareggio, in quanto palesa un livore eccessivo, che mal si addice a chi partecipa a un torneo letterario. Dico solo che, per quanto mi riguarda, in questi anni, su MC ho mangiato montagne di sale, per non parlare di ultimi e penultimi posti, feedback più simili a fustigazioni pubbliche che a commenti costruttivi, per cui, va bene, ci può stare. Comprendo.
L'ultimo posto in classifica è stato dettato da valutazioni su tutta una serie di parametri soggettivi e non e, soprattutto, dall'obbligo di stilare una classifica. Non c'è stato alcun intento subdolo, se non quello di rispettare le regole del gioco. Ma mi rendo conto che questo non vale per tutti; grazie a Dio non siamo tutti uguali.
Le critiche al tuo racconto sono assolutamente in buona fede e derivanti dalla mia personale visione della narrativa. Non solo: se dalla lettura ottengo delle sensazioni, posso mai sopprimerle? Se ho provato difficoltà nel seguire la trama o il punto di vista, non devo palesarle? Oppure adesso dovremo chiedere all'Antico di introdurre una nuova regola per cui i racconti dobbiamo farceli piacere per forza?
E per tua informazione, il racconto di Cinti mi è piaciuto di più. Ha diversi difetti, ma, nonostante tutto mi ha garantito una maggiore unitarietà sia dell'azione che della percezione dei personaggi e dei passaggi della vicenda. In fondo è ciò che cerco in qualsiasi storia, che sia romanzo, film o racconto breve. Col tuo racconto, questo non è accaduto. E aggiungo che un tema così delicato e profondo come il lutto, l'aldilà e compagnia bella meritava uno sviluppo più preciso e non un atteggiamento sufficiente (uso le tue parole) per cui shakero degli elementi e poi che sia il lettore a rompersi la testa per riordinarli.
In ogni caso - e concludo - il racconto nel complesso ha dei meriti per i quali ho fatto una più che positiva premessa.

Alla prossima!

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#17 » martedì 27 dicembre 2022, 13:29

Emiliano Maramonte ha scritto:
Ciao Silvia.
Incasso l'invettiva finale della tua risposta, per la quale mi amareggio, in quanto palesa un livore eccessivo, che mal si addice a chi partecipa a un torneo letterario. Dico solo che, per quanto mi riguarda, in questi anni, su MC ho mangiato montagne di sale, per non parlare di ultimi e penultimi posti, feedback più simili a fustigazioni pubbliche che a commenti costruttivi, per cui, va bene, ci può stare. Comprendo.
L'ultimo posto in classifica è stato dettato da valutazioni su tutta una serie di parametri soggettivi e non e, soprattutto, dall'obbligo di stilare una classifica. Non c'è stato alcun intento subdolo, se non quello di rispettare le regole del gioco. Ma mi rendo conto che questo non vale per tutti; grazie a Dio non siamo tutti uguali.
Le critiche al tuo racconto sono assolutamente in buona fede e derivanti dalla mia personale visione della narrativa. Non solo: se dalla lettura ottengo delle sensazioni, posso mai sopprimerle? Se ho provato difficoltà nel seguire la trama o il punto di vista, non devo palesarle? Oppure adesso dovremo chiedere all'Antico di introdurre una nuova regola per cui i racconti dobbiamo farceli piacere per forza?
E per tua informazione, il racconto di Cinti mi è piaciuto di più. Ha diversi difetti, ma, nonostante tutto mi ha garantito una maggiore unitarietà sia dell'azione che della percezione dei personaggi e dei passaggi della vicenda. In fondo è ciò che cerco in qualsiasi storia, che sia romanzo, film o racconto breve. Col tuo racconto, questo non è accaduto. E aggiungo che un tema così delicato e profondo come il lutto, l'aldilà e compagnia bella meritava uno sviluppo più preciso e non un atteggiamento sufficiente (uso le tue parole) per cui shakero degli elementi e poi che sia il lettore a rompersi la testa per riordinarli.
In ogni caso - e concludo - il racconto nel complesso ha dei meriti per i quali ho fatto una più che positiva premessa.

Alla prossima!


Caro Emiliano,

al contrario. Non c'è livore bensì dispiacere. Apprezzo molto la tua severità e sono addirittura felice che non ti sia piaciuto. Trovo infatti sia molto più utile leggere critiche che complimenti. Tuttavia non comprendo il riferimento al racconto di Cinti (???), nè mi è stato semplice capire come e dove io generi confusione coi POV. E' un peccato non portare a casa una lezione, ma solo una stroncatura. D'altronde tu chiami "concorso letterario" quello io vivevo piuttosto come un forum dove il confronto e la possibilità di apprendere fra pari fossero la parte bella.

Grazie comunque.
Buona Edition a te.

alexandra.fischer
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#18 » martedì 27 dicembre 2022, 15:49

Tema centrato. Storia molto originale. Una contadina con compagno ricco torna al cimitero per salutare il padre che ne è custode e ritrova un antico amore, il quale le propone un centinaio e passa di anni in un limbo dove è sempre estate per riflettere sugli errori e farsi consolare dagli angeli. Propone, appunto, perché la via d’uscita c’è salendo di nuovo sul feretro di lui. Storia molto originale e simpatica per via delle espressioni dialettali. Molto bella l’ambientazione gotica autunnale con tanto di corvo e apparizione dell’antico amore che ha rubato un garofano dalla tomba della vicina.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#19 » martedì 27 dicembre 2022, 20:07

Ciao Silvia, piacere di leggerti.

Il tuo racconto gotico ha alcuni punti che mi hanno lasciato un po' perplesso.
Il primo è la scelta di inserire brevi incursioni in romanesco. Leggo che hai tagliato molto, forse in quelle parti è rimasta una fetta importante della caratterizzazione dei personaggi che avrebbe giustificato questo misto di linguaggio forbito e di dialetto.
Il secondo è la tempistica della morte di Natalino. Come mai aspetta 2 anni per farsi vedere dalla ragazza, che come figlia del custode dovrebbe essere spesso nel cimitero? E perché sceglie proprio lei per fare una domanda alla quale, lo dice nel finale, tutti danno risposta negativa e dimenticano?
A parte questo, non mi ha dato invece problemi il finale 'incompleto', che invece definirei 'aperto'. In risposta alla brevità concessa funziona lo scrivere un testo che 'suggerisca' una storia completa invece che narrarla.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#20 » martedì 27 dicembre 2022, 20:45

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Silvia,
Be'...sono rimasto con l'espressione con cui rimango quando leggo qualcosa che mi piace e mi cattura. Trovo il tuo racconto piacevolmente e "macabramente" romantico e allo stesso tempo romanticamente piacevole e macabro, dando a quest'ultima parola un'accezione totalmente positiva.
Bella prova davvero...il messaggio che dai è chiaro e profondo e l'atmosfera decisamente avvolgente. Trovo pure l'idea originale e allora...direi uno dei migliori tra quelli che ho letto.
Devo quindi essere sincero: io non ce la vedo tutta questa confusione che altri hanno trovato. Mi sembra un racconto lineare dove c'è Nilde che scende da una macchina e arriva al cimitero. Lì trova il babbo sulla tomba della mamma e poi...vabbè la storia la sai :)
Non trovo tutti questi cambi di punti di vista e non ho mai pensato che la macchina fosse il soggetto. Mi ha fatto sorridere questa cosa: mi ha ricordato chi vedeva l'ostia del mio racconto dell'ultima Edition come un presunto PDV (!).
Io ho letto il racconto senza radiografarlo e devo dire che la lettura andava liscia...il contenuto lo capivo (anche se sono stanco e pieno di cibo e alcol) quindi il racconto è scritto bene. Migliorabile senz'altro ma ne senso di dedicarvi più caratteri e aggiungere ancora più fascino e atmosfera.
Una bella prova


alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Storia molto originale. Una contadina con compagno ricco torna al cimitero per salutare il padre che ne è custode e ritrova un antico amore, il quale le propone un centinaio e passa di anni in un limbo dove è sempre estate per riflettere sugli errori e farsi consolare dagli angeli. Propone, appunto, perché la via d’uscita c’è salendo di nuovo sul feretro di lui. Storia molto originale e simpatica per via delle espressioni dialettali. Molto bella l’ambientazione gotica autunnale con tanto di corvo e apparizione dell’antico amore che ha rubato un garofano dalla tomba della vicina.


Davide e Alexandra che dire? Grazie, un po' di conforto natalizio. Sono felice vi sia piaciuto e che si sia compreso tutto. Alexandra nello specifico confermo che hai colto tutti i passaggi e le intenzioni, brava.

Ho voluto concentrarmi sul tema, il mondo secondario e la declinazione scelta, ovvero l'idea di una reincarnazione in una nuova vita, che si può scegliere, ma non a cuor leggero: il prezzo da pagare è infatti alto. Un ritiro spirituale che si volge in un tempo lunghissimo e fermo, dove ci si può facilmente annoiare, dove manca l'azione, i colpi di scena, l'alternarsi delle stagioni, e dove c'è solo riflessione e psicoanalisi, consapevole che poi si dovrà comunque ricominciare tutto da capo, ignari dell'esperienza che ha fatto l'anima. Volevo generare questo senso di inadeguatezza di fronte alle proprie stesse aspettative, del tipo: ok, lettore, ti piacerebbe scegliere in cosa puoi reincarnarti e con chi? Si? Bene, saresti disposto a vivere però prima in un limbo di non vita, di 100 e passa anni in cui devi avere l'onestà di destrutturare tutto il tuo io fino all'osso? ne avresti la forza e la pazienza?

Da qui mi riallaccio all'ultimo commento:

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Silvia, piacere di leggerti.

Il tuo racconto gotico ha alcuni punti che mi hanno lasciato un po' perplesso.
Il primo è la scelta di inserire brevi incursioni in romanesco. Leggo che hai tagliato molto, forse in quelle parti è rimasta una fetta importante della caratterizzazione dei personaggi che avrebbe giustificato questo misto di linguaggio forbito e di dialetto.
Il secondo è la tempistica della morte di Natalino. Come mai aspetta 2 anni per farsi vedere dalla ragazza, che come figlia del custode dovrebbe essere spesso nel cimitero? E perché sceglie proprio lei per fare una domanda alla quale, lo dice nel finale, tutti danno risposta negativa e dimenticano?
A parte questo, non mi ha dato invece problemi il finale 'incompleto', che invece definirei 'aperto'. In risposta alla brevità concessa funziona lo scrivere un testo che 'suggerisca' una storia completa invece che narrarla.


Partiamo dal finale aperto, che come cogli bene tu, è stata una scelta, e nello specifico di unione dell'utile al dilettevole. Ho pochi caratteri (utile) ma l'idea del finale aperto in fondo ci sta, mi da modo di dare il tempo al lettore di chiedersi "io che farei al suo posto"? e quel tempo è giusto che interrompa il tutto, o almeno, è una possibile resa.

Quanto al resto, ok, comprendo la sensazione che hai provato. Il dialetto, che è umbro non romano ahiaiai (scherzo), si mescola a un linguaggio più forbito perché ci troviamo di fronte a un registro medio. Anche io passo tranquillamente da momenti di burinaggine cruda a espressioni ricercate e latinismi. Devo essermi riconosciuta. Io e Sgarbi. =)
Quanto al perché aspetta 2 anni, ci sta come domanda, ma non lo so. Non pensavo fosse importante. Forse in quei suoi 2 anni di terapia sotterranea è arrivato alla conclusione che vorrebbe provarci, nonostante sia quasi convinto che riceverà una risposta negativa, come da tutti gli altri a cui l'ha chiesto (non dico da nessuna parte siano altri amori, magari sono altre persone a lui care). Perché sceglie proprio lei? Beh, qua la domanda potrebbe essere rigirata: perché non dovrebbe, se ne ha la possibilità?

Come dicevo prima in pochi caratteri ho preferito concentrarmi sull'esperienza di Nilde, che ci fa da "Dante" diciamo così (e ora che ci penso Natalino è un po' un Virgilio), e sulla declinazione tematica in sè.

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F.M.Rigget
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#21 » mercoledì 28 dicembre 2022, 14:27

Ciao Silvia, piacere di conoscerti!
Di seguito ti offro le mie osservazioni, e se ne vorrai parlare, ne sarei felice!

Per quanto riguarda il tema, lo ritengo centrato.
Il mondo secondario di cui tratti si rinviene in quello spirituale senza alcuna difficoltà e sin dalle prime battute del testo, perciò da questo punto di vista non ho avuto problemi, anzi, l’ho trovata una declinazione del tema molto intrigante!

Le mie difficoltà attengono principalmente all’orientarmi nella storia. Mi sono sentita un po’ confusa mentre leggevo e ho seguito con una leggera fatica l’avvicendarsi degli eventi. Non so se questo dipenda dal ritmo o dalla sintassi, che come ti dicevo ho percepito un po’ caotica in punto di descrizione.
Sinceramente non ho le competenze professionali per poterti offrire alcuna correzione, quindi ti prego di prendere le mie osservazioni come quelle di una lettrice, e se ti va di parlarne mi farebbe piacere!

Ciò che mi è piaciuto maggiormente è stato l’utilizzo del dialetto per il personaggio di Natalino, che a mio avviso ha dato un booster di caratterizzazione molto gradevole e per nulla scontato!

Sono felice di aver letto il tuo racconto, e spero che avremo presto occasione di confrontarci nuovamente!

Federica
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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#22 » mercoledì 28 dicembre 2022, 19:37

Ciao Federica,

grazie del tuo commento.

Ti capisco, anche io fatico a dare spiegazioni tecniche da esperta e dico sempre che mi sento più a mio agio a offrire osservazioni da lettrice.
Tuttavia mi spiace. Di tutti i commenti ricevuti non sono riuscita davvero a estrapolare l'informazione utile, di come, dove, e quando, devo aver agito male, generando tutto questo scompiglio. E' un peccato perché credo che poter capire dove si sbaglia sia un enorme privilegio umano, di cui avrei tanto voluto fruire.
Se dunque hai voglia, a tempo perso, di provare a farmi un esempio concreto di passaggio confuso, di sicuro mi sarà utile.

A presto e grazie.

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Rick Faith
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#23 » mercoledì 28 dicembre 2022, 21:40

Ciao Silvia, piacere di conoscerti!
I racconti nei cimiteri mi piacciono molto, è un'ambientazione che secondo me riesce a calare subito nel mood giusto e quando i caratteri sono pochi non può che essere un vantaggio.
Ora, ho visto che avete scritto tantissimo nei commenti, ma non mi sono soffermato troppo a leggerli per poterti dare un giudizio quanto più possibile genuino, quindi mi perdonerai se magari mi capiterà di dire qualcosa di già ampiamente dibattuto e spiegato.
Il primo paragrafo mi piace molto. Inizialmente non avevo capito cosa c'entrassero le patate, ma poi quando ho scoperto la sua estrazione sociale ho sorriso. Bel dettaglio, la luna e le patate, la zucca, il pensare alla fame, ben scelti.
Sono un po' perplesso sull'ambientazione, inizialmente una scelta così particolare di auto (non so se ce ne sono altre, ma io ho pensato al tipico macchinone anni 60) mi ha fatto subito immaginare una scena da america di quel periodo lì (radio, rock'n'roll, vietnam e tutto il pacchetto completo), ma poi tutto il resto (i nomi, il modo di parlare, il paesello con gli aranci, il 15 agosto) mi ha fatto capire di essere in errore. Però ci sta, le sfumature sono le cose più difficili da bilanciare con il tempo che scorre e il numero di caratteri da tenere d'occhio.
Detto questo, sento un po' troppa distanza con l'interiorità di Nilde, personalmente avrei preferito più cose carine come il commento sul babbo addormentato. Anche il pensiero sull'auto costosa è molto interessante, mi sarebbe piaciuto vedere qualche sua reazione emotiva anche quando vede Natalino, quando è circondata dai morti, quando le parlano del "limbo". So che i caratteri sono limitati, quindi il lavoro di asciugatura e selezione è molto delicato, per esempio avrei preferito questo genere di commenti piuttosto che quelli sul frutteto o sul caldo (magari per sottolineare il cambio di atmosfera ne basta uno).
Insomma con accorgimenti del genere mi avrebbe convinto totalmente, ma in ogni caso non una brutta prova.

Buona edition e buone feste!

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#24 » mercoledì 28 dicembre 2022, 22:52

Rick Faith ha scritto:[...]


Ciao Rick,
piacere mio.

Non hai usato il termine confuso. Questa è una prova madre della tua sincerità sul fatto che non hai letto i commenti! =D
Grazie, da quello che scrivi sembri mediamente allietato di quanto letto, il che mi fa felice. Grazie per aver colto i dettagli qua e là, seminati per la caratterizzazione. Comprendo ciò che dici: La Crysler è lì perché volevo in un colpo solo dire qualcosa sull'ambientazione (umbria, anni '50), su Angelo, e sul conflitto di Nilde. Diciamo che è il simbolo del conflitto di Nilde. E' vero, negli anni 50 era in voga in America (bravissimo), ma anche in Italia ( solo fra quelli più ricchi/alla moda). Con un modello analogo ma italiano per ricchi avrei fatto bingo, ma per quanto ho googlato non ho trovato nulla di adatto, sob.

Per il resto si, ho dovuto tagliare diverse caratteri, Ero titubante sul pubblicare ma rileggendola mi sembrava funzionare comunque. Quanto al frutteto, forse è un mio difetto quello di affezionarmi troppo ai dettagli sensoriali, che io prediligo molto, però hai ragione.

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Andrea76
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#25 » giovedì 29 dicembre 2022, 15:18

Il racconto ha una serie di criticità non trascurabili, tra tutte i salti di pdv che generano equivoci sia nell’identità dei personaggi (Natalino e il babbo sono la stessa persona? Forse è un problema mio, ma non sono riuscito a capirlo) sia in alcuni casi nella chiarezza per il lettore sul “chi dice cosa”. Di contro la storia è suggestiva così come l’ambientazione cimiteriale che ne rappresenta il contesto, oltre che splendida - a mio avviso - è la battuta finale del racconto.

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#26 » giovedì 29 dicembre 2022, 19:10

Ciao Andrea,
grazie.

Ho voluto mettermi alla prova con una terza focalizzata, ma forse sarebbe stato meglio fare tutto in prima. Tutta questa confusione sembra essersi generata a causa dell'interlinea, che ha compromesso la comprensione del testo anche laddove ho usato parecchi caratteri per mettere in chiaro l'entrata in scena di un nuovo personaggio: Natalino, che quindi, arrivando in un secondo momento, non può essere il padre. L'interlinea, per come mi è stato insegnato a me, si mette quando c'è un cambio di scena. Io l'ho messa perché ho pensato: ok qui Nilde è all'ingresso del cimitero, nella scena successiva è già a cimitero inoltrato, di fronte al padre, il custode appunto, che si è addormentato su una tomba. Tutto qua. Non era previsto nessun cambio di pdv, che è sempre e solo di Nilde. Forse uso male la tecnica del cambio scena, forse ho frainteso le regole dell'interlinea ma per come lo so io questa non indica necessariamente un cambio di PDV, anzi.

Al rogo le interlinee comunque. Oddio l'ho appena usata. Aaaaaah!

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Il Saggio
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#27 » sabato 31 dicembre 2022, 17:02

Ciao
Racconto molto evocativo che mi è piaciuto. Forse avrei evitato i pensieri diretti in un registro con la terza persona al passato (per qualche ragione mi risuonano parecchio; magari con una prima funziona, ma con una terza al passato forse sono un inciampo stilistico). Metto il racconto subito sotto quello di Mantoani, perché ho trovato il finale sospeso (e non aperto, come qualcuno potrebbe interpretare) il che rende questo racconto non chiuso, di fatto. Malgrado ciò, mi sembra abbia un grosso potenziale.

Per me un pollice su, ma con qualche interferenza.

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SilviaCasabianca
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Re: Il morto col garofano arancio

Messaggio#28 » domenica 1 gennaio 2023, 14:22

Ciao!
Wow Saggio, non me l'aspettavo. Ti ringrazio di cuore!

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