Marina, di Letizia Merello

Il tema verrà svelato alle 21.00 di lunedì 19 dicembre e si avranno quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3000 caratteri
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laleti
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Marina, di Letizia Merello

Messaggio#1 » martedì 20 dicembre 2022, 0:16

La porta era stata chiusa a doppia mandata da una piccola mano irsuta. Le aveva rubato un dente e tra le sue unghie gialle l'aveva trasformato in una chiave, che aveva poi sbriciolato tra le dita setolose e sudicie. La stessa mano aveva spalancato la finestra, aprendo a fatica la grossa maniglia riverniciata di bianco alla bell'e meglio. Marina aveva osservato con interesse e invidia tutta la manovra. Non aveva più due gambe, ma un paio di birilli tozzi su cui continuava a cadere; a ogni botta per terra si scheggiava, affilando i rostri che le crescevano sulle spalle. Invidiava quella zampetta nervosa che correva sul davanzale avanti e indietro, senza mai inciampare.
Adesso c'era lei, in equilibrio sul davanzale, il silenzio increspato dalle foglie che strusciavano l'una con l'altra, il vento caldo che le spettinava il pube. Giovanni era dietro un albero, sotto di lei. Non lo vedeva in faccia, ma portava la stessa camicia con cui l'aveva visto l'ultima volta. O mia bella mora, no, non mi lasciare, cantava con le sopracciglia ad apostrofo e la voce profonda. Marina aveva di nuovo delle gambe, addirittura dei piedi con le unghie gialle e troppo lunghe. Voleva buttarsi, anche se le dispiaceva spaccarsi a morte mentre suo marito le cantava la serenata. Decise di volare giù e di posarsi sull'erba accanto a lui, insieme alle lucciole che erano arrivate a sorreggerla. Avrebbe aspettato che scoppiasse, come una cicala in calore, dandogli qualche bacio dietro le orecchie paonazze.
Dopo uno di quei baci le era venuto da ridere, forse era stato un pelo uscito dall'orecchio di Giovanni che le aveva fatto il solletico. Quella risata era diventata una bolla di schiuma e sangue, rosa alla luce della luna. Dentro c'era una minuscola bambina, appesa come un ciondolo a un cordone grande come una collana, con la chiusura a forma di ombelico. Marina la indossò e quel serpentello viscido e rosa iniziò a stringerla forte e a soffiare, ad affannarsi. Più il cordone si stringeva, più la piccolissima bambina-ciondolo rideva, colma di felicità. L'ho fatta io, questa bella bambolina: la mia unica gioia, pensò Marina mentre aspettava che un'ultima stretta le segasse via la testa.
Il bianco igienico delle lenzuola le aprì un varco nel buio. Uno dopo l'altro, tanti punti in movimento rischiararono la stanza: non lucciole, ma persone verniciate di bianco, che intrecciavano le loro traiettorie evitando accuratamente il suo letto. Marina era seduta dentro una nuvola di carta e cotone, zuppa di pioggia rancida. Un donnone grande e grosso le accarezzava la testa come se dentro volesse vederci il suo futuro. "Se avessi battuto con questa avresti rotto il pavimento", le diceva mentre controllava se c'era ancora qualcuno lì dentro. La riconobbe perché singhiozzò e cercò di nasconderlo con una risatina forzata. Ora la sua piccolina era gigante, e lei si era rimpicciolita. Marina si fece ancor più minuta e provò a dormire, cullata dal pensiero di tornare dalla sua mamma.



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antico
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#2 » martedì 20 dicembre 2022, 0:17

Ecco la vincitrice dell'ultima edizione: Letizia Merello! Caratteri e tempo ok, buona MASA EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#3 » martedì 20 dicembre 2022, 9:13

Ciao Letizia,
Piacere di leggerti. Accidenti, mi metti in seria difficoltà. Da un lato trovo una narrazione molto efficace, con figure sensoriali chiare e vivide, dall'altro vedo tante scene al limite del surrealismo che non riesco a collegare per avere una chiave di lettura corretta. Sebbene le sequenze oniriche mi piacciano, mi piace anche riuscire a dare un'interpretazione alla storia che risulti più o meno coerente. In questo caso buio, non so proprio di cosa stai parlando, anche se ho letto il racconto più di una volta. Direi che si tratta di una donna che sta trapassando e ha diverse visioni della sua vita trascorsa e del suo funerale. Ma non posso confermare né smentire quest'ipotesi perché non ho elementi che mi aiutino a capire.
Vediamo un po' se chi ti commenta dopo di me avrà il lampo di genio, e riuscirà a unire i pezzi del puzzle. Ma io purtroppo non ci sono arrivato, e per questo sono costretto al momento a fermarmi su un nì.

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christianfloris
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#4 » mercoledì 21 dicembre 2022, 1:19

Racconto controverso, che ho dovuto rileggere due volte per avere una configurazione definita e definitiva d’insieme. Partiamo dagli aspetti positivi: nelle tue corde c’è senz’altro una grande padronanza nell’uso appropriato dei ferri linguistici del mestiere e questo ti permette di mascherare (o quanto meno di ovviare a) difetti strutturali dello sviluppo della trama, dovuti a una carenza di ispirazione. Dietro una storia che ripropone l’eterno conflitto vita-morte, anche se in salsa fantasy quasi horror, dietro una dislocazione onirica e l’accostamento incongruo di oggetti (“un paio di birilli tozzi”), situazioni (“in equilibrio sul davanzale”) e persone (il marito Giovanni che le canta la serenata), fatico a ritrovare l’attinenza al tema, se non come dimensione sottintesa che il lettore deve intuire nella filigrana delle fantasmagoriche descrizioni, intrise peraltro di significati simbolici. Come forza evocativa, tutto questo immaginario mi evoca canzoni criptiche come Parlando del naufragio della London Valour. Ma l’aderenza alla traccia? E’ sfuggente. E questo, a mio avviso, pur ammaliando chi legge dal principio alla fine, inficia il pur discreto risultato finale.

La mia valutazione è 7,5

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#5 » mercoledì 21 dicembre 2022, 14:16

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Letizia,
Piacere di leggerti. Accidenti, mi metti in seria difficoltà. Da un lato trovo una narrazione molto efficace, con figure sensoriali chiare e vivide, dall'altro vedo tante scene al limite del surrealismo che non riesco a collegare per avere una chiave di lettura corretta. Sebbene le sequenze oniriche mi piacciano, mi piace anche riuscire a dare un'interpretazione alla storia che risulti più o meno coerente. In questo caso buio, non so proprio di cosa stai parlando, anche se ho letto il racconto più di una volta. Direi che si tratta di una donna che sta trapassando e ha diverse visioni della sua vita trascorsa e del suo funerale. Ma non posso confermare né smentire quest'ipotesi perché non ho elementi che mi aiutino a capire.
Vediamo un po' se chi ti commenta dopo di me avrà il lampo di genio, e riuscirà a unire i pezzi del puzzle. Ma io purtroppo non ci sono arrivato, e per questo sono costretto al momento a fermarmi su un nì.


Ciao Matteo, e grazie per la tua analisi! Non voglio dare spiegazioni su ciò che succede nel racconto per non influenzare chi lo leggerà in seguito, quindi sulla tua interpretazione posso solo dirti "fuochino". Nulla da controbattere sui tuo commenti: sono al mio terzo racconto qui e mi sembra di ripetere sempre la stessa scelta, molto "visionaria" e sensoriale e poco strutturata a livello narrativo; a volte funziona bene, altre meno bene. Spero che continuando a fare pratica riuscirò a integrare più azione e struttura nei miei scritti.

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#6 » mercoledì 21 dicembre 2022, 14:24

christianfloris ha scritto:Racconto controverso, che ho dovuto rileggere due volte per avere una configurazione definita e definitiva d’insieme. Partiamo dagli aspetti positivi: nelle tue corde c’è senz’altro una grande padronanza nell’uso appropriato dei ferri linguistici del mestiere e questo ti permette di mascherare (o quanto meno di ovviare a) difetti strutturali dello sviluppo della trama, dovuti a una carenza di ispirazione. Dietro una storia che ripropone l’eterno conflitto vita-morte, anche se in salsa fantasy quasi horror, dietro una dislocazione onirica e l’accostamento incongruo di oggetti (“un paio di birilli tozzi”), situazioni (“in equilibrio sul davanzale”) e persone (il marito Giovanni che le canta la serenata), fatico a ritrovare l’attinenza al tema, se non come dimensione sottintesa che il lettore deve intuire nella filigrana delle fantasmagoriche descrizioni, intrise peraltro di significati simbolici. Come forza evocativa, tutto questo immaginario mi evoca canzoni criptiche come Parlando del naufragio della London Valour. Ma l’aderenza alla traccia? E’ sfuggente. E questo, a mio avviso, pur ammaliando chi legge dal principio alla fine, inficia il pur discreto risultato finale.

La mia valutazione è 7,5


Ciao Christian, grazie per la tua lettura! Come spiegavo a Matteo qui sopra, la struttura debole è per ora il grosso "tallone da killer" delle mie narrazioni, che spero di superare con tanta pratica e leggendo commenti come il tuo. Sempre senza spoilerare troppo ai lettori e alle lettrici che commenteranno in seguito, la mia scelta è stata quella di interpretare i "mondi secondari" come "stanze" della psiche di Marina, percepite da lei come veri e propri luoghi fisici, con regole proprie e con i rispettivi abitanti. Quella che tu percepisci come scarsa ispirazione forse è proprio dovuta alla scelta di restare chiusa nella testa di qualcuno, invece di esplorare altri universi.

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christianfloris
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#7 » mercoledì 21 dicembre 2022, 16:17

Cara Marina, naturalmente il mio giudizio è circoscritto unicamente a ciò che mi ha comunicato e trasmesso la tua prova, con riferimento al tema del contest.
Sicuramente è come dici e la tua è una bella sfida con te stessa. Ritengo che l'utilità di queste sfide stia proprio nel clima di confronto e scambio che, al di là della contingenza legata ai minuti che passano e che ci obbliga a "cucinare con gli ingredienti che abbiamo", è il vero valore aggiunto di Minuti Contati.
Buona gara!

Dario17
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#8 » mercoledì 21 dicembre 2022, 18:43

Credo che sia la prima volta che mi trovo davanti a un racconto così asimmetrico: A una proprietà di linguaggio davvero superiore si contrappone un assoluta confusione di soggetti e circostanze fin quasi al nonsense.
Mi ha ricordato un po' i Fantasia della Disney, col dovuto rispetto.
Onirico all'ennesima potenza, ma ultravivido e colorato.
Purtroppo io non sono assolutamente un lettore in target e per come ahimè sono fatto io davvero non riesco a coglierne il messaggio ne a rimanere in qualche modo intrattenuto da una storia-non storia.
Peccato.
Di mondi ce ne sono a iosa, ma quello secondario? Tema non proprio colto.

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#9 » mercoledì 21 dicembre 2022, 20:24

Dario17 ha scritto:Credo che sia la prima volta che mi trovo davanti a un racconto così asimmetrico: A una proprietà di linguaggio davvero superiore si contrappone un assoluta confusione di soggetti e circostanze fin quasi al nonsense.
Mi ha ricordato un po' i Fantasia della Disney, col dovuto rispetto.
Onirico all'ennesima potenza, ma ultravivido e colorato.
Purtroppo io non sono assolutamente un lettore in target e per come ahimè sono fatto io davvero non riesco a coglierne il messaggio ne a rimanere in qualche modo intrattenuto da una storia-non storia.
Peccato.
Di mondi ce ne sono a iosa, ma quello secondario? Tema non proprio colto.


Ciao Dario! Riconosco, come te, l'estremo squilibrio tra linguaggio e storia in questo mio racconto, ma credo che i mondi scaturiti dalla mente della mia personaggia abbiano una loro dignità come mondi secondari, anche se non ho declinato il tema nell'accezione convenzionale né, facendo la media dei commenti ricevuti, in maniera particolarmente riuscita. Grazie per la tua lettura!

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Pretorian
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#10 » giovedì 22 dicembre 2022, 14:25

Ciao Letizia e piacere di leggerti.

Allora, questo racconto è strano e mi mette davvero in seria difficoltà. La prosa surrealista mi ha catturato e devo dire che, nonostante non sia propriamente il mio genere, è dannatamente efficace e trascende ogni giudizio di "narrato e mostrato". mi sembra (ma non e sono sicuro) che il racconto tratti di una donna che tenta il suicidio dopo che la figlia è morta strangolata dal cordone ombelicale dopo il parto. Niente, non so cosa aggiungere: non mi è mai capitato un racconto che, allo stesso tempo, mi è piaciut0 così tanto, ma di cui non ho molte cose da dire in positivo o negativo.
Alla prossima"

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#11 » giovedì 22 dicembre 2022, 17:17

Pretorian ha scritto:Ciao Letizia e piacere di leggerti.

Allora, questo racconto è strano e mi mette davvero in seria difficoltà. La prosa surrealista mi ha catturato e devo dire che, nonostante non sia propriamente il mio genere, è dannatamente efficace e trascende ogni giudizio di "narrato e mostrato". mi sembra (ma non e sono sicuro) che il racconto tratti di una donna che tenta il suicidio dopo che la figlia è morta strangolata dal cordone ombelicale dopo il parto. Niente, non so cosa aggiungere: non mi è mai capitato un racconto che, allo stesso tempo, mi è piaciut0 così tanto, ma di cui non ho molte cose da dire in positivo o negativo.
Alla prossima"


Ciao Pretorian, grazie per la lettura e per aver partecipato anche tu a "indovina di cosa parla il racconto di Letizia" :D la mia risposta alla tua ipotesi, necessariamente sibillina, è: qualcosa corrisponde, qualcos'altro no. La tua interpretazione è interessante e il tuo commento mi ha lusingata. A rileggerci!

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Andrea Furlan
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#12 » sabato 24 dicembre 2022, 13:23

Ciao Letizia,
il tuo racconto mi ricorda un gioco da tavolo chiamato “Dixit”, tutto basato su immagini graficamente bellissime e volutamente ambigue, che associano significati diversi, a volte contrapposti, lasciando al lettore/giocatore un’infinità di interpretazioni possibili.
Quello che ho capito: ci sono quattro sogni/stanze/immagini/mondi. Il filo conduttore sembrano essere i momenti chiave della vita di Marina: l’infanzia (forse), il marito, la figlia, la morte o comunque un momento di sofferenza che potrebbe ancora essere legato alla figlia. Tutto molto vivido e interessante, per uno come me a cui piacciono molto gli universi onirici e surreali. Ma che continua a spiazzarmi anche dopo quattro o cinque letture.
Un suggerimento per incanalare la tua ottima capacità di racconto per immagini potrebbe essere di comunicare il messaggio che vuoi dare usando elementi ripetitivi che tornano: ad esempio mi sono chiesto che funzione avessero le unghie gialle, o il colore bianco che ritorna in diverse parti del racconto. Forse chiarendo con poche, giuste parole (o forse meglio indizi?), miglioreresti la possibilità di comprensione: è una cosa che sto imparando a fare io stesso edizione dopo edizione.
Di solito preferisco postare i miei commenti alla fine, dopo aver letto tutti i racconti, ma in questo caso faccio un’eccezione, sono curioso di capire meglio dalle tue risposte e dai commenti che seguiranno.

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SilviaCasabianca
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#13 » lunedì 26 dicembre 2022, 13:27

Ciao Letizia e grazie del tuo racconto.

Sicuramente non si può dire non sia originale. Hai una bella e vividissima fantasia! hai anche centrato il tema sebbene più che mondo secondario qua abbiamo mondi infiniti.
Purtroppo tutta la tua intenzione si condensa in una sensazione di sballottamento claustrofóbico fra immagini importanti. Immagini che mentre ti stai ancora domandando cosa significhino, cosa hai appena letto, cambiano subito scenario.
Capisco la difficoltà di rendere l'idea però secondo me avresti dovuto un attimo riflettere e decidere di rendere due o tre scene al massimo e usare i caratteri rimanenti per offrire al lettore un minimo di contesto, una manciata di realismo, un antipasto di logica.

Brava comunque!

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#14 » lunedì 26 dicembre 2022, 14:41

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Letizia,
il tuo racconto mi ricorda un gioco da tavolo chiamato “Dixit”, tutto basato su immagini graficamente bellissime e volutamente ambigue, che associano significati diversi, a volte contrapposti, lasciando al lettore/giocatore un’infinità di interpretazioni possibili.
Quello che ho capito: ci sono quattro sogni/stanze/immagini/mondi. Il filo conduttore sembrano essere i momenti chiave della vita di Marina: l’infanzia (forse), il marito, la figlia, la morte o comunque un momento di sofferenza che potrebbe ancora essere legato alla figlia. Tutto molto vivido e interessante, per uno come me a cui piacciono molto gli universi onirici e surreali. Ma che continua a spiazzarmi anche dopo quattro o cinque letture.
Un suggerimento per incanalare la tua ottima capacità di racconto per immagini potrebbe essere di comunicare il messaggio che vuoi dare usando elementi ripetitivi che tornano: ad esempio mi sono chiesto che funzione avessero le unghie gialle, o il colore bianco che ritorna in diverse parti del racconto. Forse chiarendo con poche, giuste parole (o forse meglio indizi?), miglioreresti la possibilità di comprensione: è una cosa che sto imparando a fare io stesso edizione dopo edizione.
Di solito preferisco postare i miei commenti alla fine, dopo aver letto tutti i racconti, ma in questo caso faccio un’eccezione, sono curioso di capire meglio dalle tue risposte e dai commenti che seguiranno.


Ciao Andrea,
ho giocato a Dixit qualche volta ed è uno dei pochi giochi che non mi fa venire l'ansia di fare brutte figure. Questo spiegherebbe molte cose :)
Ti ringrazio per la tua attenta lettura, che mi fa rendere conto che la mia semina di indizi non è stata efficace e va rivista. In questo racconto volevo che il bianco simboleggiasse l'ospedale, il luogo "reale" dove si trova Marina, e che le unghie gialle rappresentassero invece la sporcizia, la trasandatezza, l'abbandono. Mi tengo stretto il tuo suggerimento e proverò a dare indizi più chiari e saldamente radicati nei prossimi tentativi di scrittura per immagini!

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#15 » lunedì 26 dicembre 2022, 14:43

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Letizia e grazie del tuo racconto.

Sicuramente non si può dire non sia originale. Hai una bella e vividissima fantasia! hai anche centrato il tema sebbene più che mondo secondario qua abbiamo mondi infiniti.
Purtroppo tutta la tua intenzione si condensa in una sensazione di sballottamento claustrofóbico fra immagini importanti. Immagini che mentre ti stai ancora domandando cosa significhino, cosa hai appena letto, cambiano subito scenario.
Capisco la difficoltà di rendere l'idea però secondo me avresti dovuto un attimo riflettere e decidere di rendere due o tre scene al massimo e usare i caratteri rimanenti per offrire al lettore un minimo di contesto, una manciata di realismo, un antipasto di logica.

Brava comunque!


Ciao Silvia, e grazie per la lettura! Le intenzioni per le prossime sfide sono: domare la mia tendenza a uno stile "immaginifico" e misurarmi con narrazioni più semplici e basate sull'azione. Ce la farà la nostra eroina? Intanto un altro grazie per l'incoraggiamento :)

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SilviaCasabianca
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#16 » lunedì 26 dicembre 2022, 14:55

No no, parli con una che ama il realismo magico e le narrazioni oniriche. Non ti consiglierei affatto di buttarti su narrazioni semplici e basate sull'azione anzi, ti consiglio di trattare con maggior cura e protezione i prodotti della tua fantasia. Scegli. Seleziona. Accompagna un po' di più il lettore all'ingresso del tuo mondo, così da renderlo poi autonomo durante il resto della lettura. Questo è il mio personalissimo parere. =)

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Debora D
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#17 » martedì 27 dicembre 2022, 17:27

Ciao Letizia, ben trovata!

Leggendoti ho capito di avere di fronte a una grande fantasia lasciata libera di scorrere. Ci sono tante immagini, alcune si colgono meglio di altre, alcune mi restano a livello di suggestione.
Nel tuo racconto l’immaginazione in atto è quella di una persona in fase terminale. Almeno io ho capito questo. Quindi per quanto riguarda la declinazione del tema credo che il mondo secondario sia nella commistione tra realtà e sogno, tra malattia e frutto della mente che mescola ricordi e immaginazione, una declinazione laterale che c’è ma è per me un pochino più debole di altre soluzioni.

Hai deciso in tremila caratteri di buttarti su qualcosa di complicatissimo come il descrivere uno stato di mancata coscienza o razionalità.
Io ho sofferto moltissimo a leggere Un oscuro scrutare di Dick, per dire.
Il testo è ricchissimo ma è proprio la ricchezza che mi ha lasciato anche un lieve senso di fatica.
Provo a spiegarmi con una metafora e poi con un esempio. Mi pare che la tua scrittura sia ora un grande fiume che score senza argini come il Nilo degli Egizi, mi pare che per aiutare i contadini lettori che arrivano alle tue acque ci sia bisogno di una Diga di Assuan. Cioè hai bisogno di argini solidi che in questo caso mi sono mancati.

Ora esco dalla metafora con l'esempio
Questo è il passaggio che ho apprezzato di più perché crea un equilibrio.
Il bianco igienico delle lenzuola le aprì un varco nel buio. Uno dopo l'altro, tanti punti in movimento rischiararono la stanza: non lucciole, ma persone verniciate di bianco, che intrecciavano le loro traiettorie evitando accuratamente il suo letto.
Qui il fiume ha i suoi argini. Cioè ci sono elementi concreti e immaginabili che danno sensazioni certe e costruiscono la scena come il bianco, le lenzuola, il letto, questi elementi si uniscono alle pennellate più oniriche come l’espressione evocativa “verniciate di bianco.”
Nel resto del testo a volte sono mancati gli appigli e le immagini erano così tante da non farmi capire bene e immaginare tutto.

Spero di esserti stata utile, tutto è comunque frutto della mia esperienza di lettura, fanne pure l'uso che preferisci.
Dovrò stilare una classifica progressiva alla fine, ma al di là del risultato, sono convinta che tu sia una bella penna, spero di rileggerti presto!

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L'inquisitore
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#18 » lunedì 2 gennaio 2023, 17:00

Ciao Letizia, penso sia la prima volta che ti incrocio. Apprezzo chi utilizza l'arena per sperimentare: è una cosa furba e nobile. Compito dei commentatori far parte dell'esperimento parlando della sua riuscita o meno, commentando cosa ha funzionato e cosa no per l'arricchimento comune.
Quindi, in questo ruolo, la prima cosa che segnalo è una cosa di cui sono pienamente convinto: non possiamo chiedere tanta pazienza al lettore. Il lettore non ci deve nulla e si mette a leggerci con delle speranze, delle aspettative. La pazienza c'è raramente e qui tu ne chiedi tanta.
Costruisci un racconto irreale, astratto senza nessun appiglio di significato. Anche a voler riportare tutto a uno svelamento sorprendente finale che raggruppi l'intero raccontato in un'esperiena riconoscibile, lo sforzo per arrivarci sarebbe stato eccessivo. I commentatori di MC sono costretti a leggerci, non dobbiamo farci ingannare dalla loro attenzione al nostro pezzo.
Qui abbiamo molte immagini che si inseguono in modo caotico. Un caos che confonde, ma non penso sia in grado di suscitare alcun interesse nel lettore.
Diversi hanno apprezzato la proprietà linguistica, ma fuori dalle barriere del senso e della struttura tutti saremmo capaci di cose simili. Anche questa è una trappola. Non lo dico per levarti i tuoi meriti, ma per metterti in guardia: non fare troppo affidamento alla poprietà linguistica. A volte siamo tentati di puntare sui nostri "punti di froza", ma prima è sempre più costruttivo cercare di limare i nostri difetti. Per ora il tuo modo di raccontare assomiglia più alla pittura che alla narrativa.
Quindi assegno a questo tuo racconto un pollice ni, ma sono desideroso di vedere le tue prossime prove.

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#19 » martedì 10 gennaio 2023, 16:13

Debora D ha scritto:Ciao Letizia, ben trovata!

Leggendoti ho capito di avere di fronte a una grande fantasia lasciata libera di scorrere. Ci sono tante immagini, alcune si colgono meglio di altre, alcune mi restano a livello di suggestione.
Nel tuo racconto l’immaginazione in atto è quella di una persona in fase terminale. Almeno io ho capito questo. Quindi per quanto riguarda la declinazione del tema credo che il mondo secondario sia nella commistione tra realtà e sogno, tra malattia e frutto della mente che mescola ricordi e immaginazione, una declinazione laterale che c’è ma è per me un pochino più debole di altre soluzioni.

Hai deciso in tremila caratteri di buttarti su qualcosa di complicatissimo come il descrivere uno stato di mancata coscienza o razionalità.
Io ho sofferto moltissimo a leggere Un oscuro scrutare di Dick, per dire.
Il testo è ricchissimo ma è proprio la ricchezza che mi ha lasciato anche un lieve senso di fatica.
Provo a spiegarmi con una metafora e poi con un esempio. Mi pare che la tua scrittura sia ora un grande fiume che score senza argini come il Nilo degli Egizi, mi pare che per aiutare i contadini lettori che arrivano alle tue acque ci sia bisogno di una Diga di Assuan. Cioè hai bisogno di argini solidi che in questo caso mi sono mancati.

Ora esco dalla metafora con l'esempio
Questo è il passaggio che ho apprezzato di più perché crea un equilibrio.
Il bianco igienico delle lenzuola le aprì un varco nel buio. Uno dopo l'altro, tanti punti in movimento rischiararono la stanza: non lucciole, ma persone verniciate di bianco, che intrecciavano le loro traiettorie evitando accuratamente il suo letto.
Qui il fiume ha i suoi argini. Cioè ci sono elementi concreti e immaginabili che danno sensazioni certe e costruiscono la scena come il bianco, le lenzuola, il letto, questi elementi si uniscono alle pennellate più oniriche come l’espressione evocativa “verniciate di bianco.”
Nel resto del testo a volte sono mancati gli appigli e le immagini erano così tante da non farmi capire bene e immaginare tutto.

Spero di esserti stata utile, tutto è comunque frutto della mia esperienza di lettura, fanne pure l'uso che preferisci.
Dovrò stilare una classifica progressiva alla fine, ma al di là del risultato, sono convinta che tu sia una bella penna, spero di rileggerti presto!


Debora, nonostante il mostruoso ritardo con cui rispondo al tuo commento ti sono davvero grata! L'esempio che mi hai fatto mi ha fatto capire bene come arginare in maniera costruttiva la mia fantasia :)

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laleti
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Re: Marina, di Letizia Merello

Messaggio#20 » martedì 10 gennaio 2023, 16:17

L'inquisitore ha scritto:Ciao Letizia, penso sia la prima volta che ti incrocio. Apprezzo chi utilizza l'arena per sperimentare: è una cosa furba e nobile. Compito dei commentatori far parte dell'esperimento parlando della sua riuscita o meno, commentando cosa ha funzionato e cosa no per l'arricchimento comune.
Quindi, in questo ruolo, la prima cosa che segnalo è una cosa di cui sono pienamente convinto: non possiamo chiedere tanta pazienza al lettore. Il lettore non ci deve nulla e si mette a leggerci con delle speranze, delle aspettative. La pazienza c'è raramente e qui tu ne chiedi tanta.
Costruisci un racconto irreale, astratto senza nessun appiglio di significato. Anche a voler riportare tutto a uno svelamento sorprendente finale che raggruppi l'intero raccontato in un'esperiena riconoscibile, lo sforzo per arrivarci sarebbe stato eccessivo. I commentatori di MC sono costretti a leggerci, non dobbiamo farci ingannare dalla loro attenzione al nostro pezzo.
Qui abbiamo molte immagini che si inseguono in modo caotico. Un caos che confonde, ma non penso sia in grado di suscitare alcun interesse nel lettore.
Diversi hanno apprezzato la proprietà linguistica, ma fuori dalle barriere del senso e della struttura tutti saremmo capaci di cose simili. Anche questa è una trappola. Non lo dico per levarti i tuoi meriti, ma per metterti in guardia: non fare troppo affidamento alla poprietà linguistica. A volte siamo tentati di puntare sui nostri "punti di froza", ma prima è sempre più costruttivo cercare di limare i nostri difetti. Per ora il tuo modo di raccontare assomiglia più alla pittura che alla narrativa.
Quindi assegno a questo tuo racconto un pollice ni, ma sono desideroso di vedere le tue prossime prove.


Ciao Inquisitore, grazie per il tuo commento! Più scrivo qui e più mi rendo conto concretamente delle giuste critiche che mi hai mosso e, nonostante sul piano teorico mi siano chiarissime, metterle in pratica è un po' meno immediato. Sperimenterò ancora per trovare l'equilibrio giusto, ma vedrò di farlo senza abusare troppo dei lettori :)

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