Il soldato Duecentocinquanta

Il tema verrà svelato alle 21.00 di lunedì 19 dicembre e si avranno quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3000 caratteri
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christianfloris
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Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#1 » martedì 20 dicembre 2022, 0:17

- Soldato Centoventidue, hai già fatto il conto delle perdite?
- Sissignore. Sono trentanove soldati semplici e due capitani.
Il colonnello Redant si grattò il capo. Guardò i corpi senza vita davanti a lui, immersi in una densa fanghiglia. Nessuno aveva ancora provveduto a portarli via.
- Lasciateli là, come sempre. La natura farà il resto.
- Signorsì, signore.
- Stavolta è andata bene. Qualche giorno fa le perdite sono state più ingenti.
- Settantasei soldati semplici, signore.
- Settantasei… Porca miseria, soldato Centoventidue.
- Sono tanti, sì.
Lo sguardo di Redant si volse verso il cielo, di un azzurro terso e luminoso. Non trovava le parole giuste e sembrava cercare ispirazione in un punto di fuga.
- Qual è il tuo nome, Centoventidue?
- Messor, signore.
- Da quanto sei con noi?
- Tre settimane.
- Non è molto, ma non è nemmeno poco. Hai fatto un buon addestramento, mi sembri sveglio.
- Grazie, signore.
- Eri presente quando morirono i settantasei soldati semplici?
- Sissignore.
- La dinamica è stata la stessa di oggi, immagino…
- Il sole si è oscurato, ho sentito un grande boato e poi la terra ha tremato.
- Impronte?
Messor fece uno sforzo di memoria: - Sì, ce n'erano. Sul terreno sono rimaste impresse tante tracce simili, parallele tra loro.
- Il doppio simbolo?
- Lo abbiamo rilevato, quando abbiamo subito la perdita precedente.
- Lo ricordi? Sapresti riprodurlo?
Il soldato disegnò due segni sulla sabbia.
- 44. Corretto?
- Affermativo, signore.
- E questa volta?
Messor si guardò in giro e lo individuò, stampato nel fango.
- Eccolo, signore: è un 31.
- E questo significa…?
- Stiamo studiando il fenomeno. Sembra che il numero di morti del nostro esercito sia in stretta correlazione. E anche la scossa tellurica è stata più lieve.
Senza badare troppo a Messor, Redant cominciò a girare in tondo una, due, più volte. Allargò il suo percorso e ispezionò qualche corpo, constatandone l'integrale schiacciamento. Poi raccolse un chicco di grano da terra.
- Centoventidue, anzi no, scusami… Messor, giusto? Ecco… sai quanto è importante il grano. Non possiamo mollare. Tu sai che per noi l’organizzazione è tutto.
- Certo, signore.
- Bene. Dobbiamo allertare le nostre sentinelle. Far scattare prima l’allarme generale. Quando arriverà la prossima arma dal cielo per colpirci, non possiamo farci trovare impreparati.
- Come possiamo fare?
- Correre velocemente nei cunicoli sotterranei, là saremo al sicuro. Ora non riusciamo a difenderci in modo più efficace. E non sappiamo se mai ci riusciremo.
A interromperli sopraggiunse un capitano.
- Colonnello Redant, noi siamo pronti per la nuova missione.
- Molto bene, Lasius. Avete autonomia operativa.
- Colonnello, mi scusi.
- Dimmi, Messor.
- Fra i morti ho riconosciuto il soldato Duecentocinquanta. Eravamo diventati amici: posso chiederle di tumularlo nei sotterranei?
- Permesso accordato, Messor.
Si lasciarono. Messor raggiunse la sagoma piatta di Duecentocinquanta, se la caricò addosso e la trascinò a fatica dentro il formicaio.
Ultima modifica di christianfloris il martedì 20 dicembre 2022, 0:26, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#2 » martedì 20 dicembre 2022, 0:19

Ciao Christian! Parametri tutti ok, buona MASA EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#3 » giovedì 22 dicembre 2022, 15:05

Tema centrato in modo profondo e originale. Il linguaggio militaresco è molto credibile. Dapprima al Lettore sembra di essere in un racconto ucronico dove la Terra è minacciata da alieni che sanno contare. Solo nel finale si capisce che l’esercito è costituito da formiche e i numeri diversi da quelli dei caduti sul campo riguardano con tutta probabilità la coltivazione di un campo grano e un’operazione di disinfestazione contro le formiche, divise in gerarchie, solo i più alti in grado hanno un nome, gli altri sono numeri. Commovente il gesto del capitano Messor nei riguardi di Duecentocinquanta, uno dei caduti sul campo.

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#4 » giovedì 22 dicembre 2022, 17:36

Grazie per esserti soffermata, Alexandra.
Sul significato dei numeri dirò dopo, per non influenzare gli altri giudici. Intanto ti ringrazio per la lettura che hai fatto del mio testo.

Buona gara!

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Emiliano Maramonte
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#5 » domenica 25 dicembre 2022, 23:08

Ciao Christian! Piacere di leggerti.
Non ho molto da dire sul tuo racconto, nel senso che è ben scritto e fila via liscio. Tutta la vicenda militaresca è gestita in maniera interessante, ingenerando l'equivoco (voluto) che il lettore si trovi nel pieno di una guerra. Unico problema: il colpo di scena è lampante. Hai calcato troppo la mano sulla struttura comunitaria delle formiche e, più o meno a metà del testo, si capisce a cosa fai riferimento. Non che sia un male, ma si sgonfiano un po' l'effetto sorpresa e la tensione narrativa. Si vede che ti sei divertito e il racconto non è molto più di questo. Direi che non ha altre ambizioni.

Buona Edition!
Emiliano.

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#6 » lunedì 26 dicembre 2022, 1:14

Ciao, immagino dove abbia "sgamato" che si trattava di formiche: è il punto in cui Redant fa il predicozzo sul fatto che l'organizzazione è tutto. E in effetti sono stato indeciso fino all'ultimo se lasciarlo o meno. L'ho lasciato e, con tutta probabilità, non è stata una scelta vincente.
In realtà, a voler fare una piccola indagine, il contesto era intuibile anche da prima: Red Ant, Messor e Lasius sono tutte specie di formiche.
Dalla tua lettura non comprendo però se il tema ti risulta centrato.

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Polly Russell
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#7 » lunedì 26 dicembre 2022, 10:41

ciao!
un’idea carina per un racconto gradevole (che parlando di una strage non è proprio il termine adatto, ma va beh).
purtroppo il fatto che si tratti di formiche arriva troppo presto, in così pochi caratteri o dai subito tutte le informazioni o cerchi di tenerci in bilico il più a lungo possibile. Ma magari è solo colpa del fatto che avevo scritto una cosa del genere per un MC di parecchi anni fa distinguendo tra esercito nero e rosso. Quindi ho riconosciuto gli escamotage al volo.
Mi piace parecchio la potenza del terremoto e il numero di morti proporzionale al numero delle scarpe.
Polly

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#8 » lunedì 26 dicembre 2022, 10:53

Ciao, grazie per esserti soffermata. Concordo con te sul fatto che la tua sensazione di déjà-vû sia dovuta al fatto che abbia già scritto qualcosa di simile, succede anche a me quando mi capita di leggere un testo su cui ho già avuto un'idea sovrapponibile.
Brava per aver colto che il "doppio simbolo" si riferiva al numero delle scarpe.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#9 » lunedì 26 dicembre 2022, 19:04

Ciao Cristian, un piacere leggerti.
Racconto molto carino, con il colpo di scena finale che invece secondo me è riuscito bene.
Tanto se tu non avessi messo nessun riferimento in mezzo al testo ti avrebbero detto che "Oh, no. Il colpo di scena arriva troppo di colpo, senza semina" giusto per dire qualcosa.
Invece hai sparso tracce e poi hai svelato alla fine.
Non ho avuto bisogno di riletture, al contrario di quasi tutti i racconti del tuo gruppo, perchè tutto quello che leggi ti fa sì, creare delle domande, ma poi le risposte vengono date tutte, senza bisogno di tornare a leggere dall'inizio perchè magari c'era da ricollegare altre cose.
Bello l'aspetto del numero delle scarpe, molto bello.
A me il racconto è piaciuto molto.
A rileggerti, buona edition.

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#10 » lunedì 26 dicembre 2022, 20:58

Grazie per aver letto il mio racconto, sono lieto che ti sia piaciuto anche nei particolari che volevo che emergessero (i soldati-formiche muoiono per lo schiacciamento dovuto a suole di scarpe di uomini: un classico horror).
Sulla questione spoiler, colpi di scena, plot-twist e via dicendo mi sono fatto la mia idea: la capacità del lettore di interpretare o leggere un testo dipende molto anche dalle letture fatte e dall'immaginario che si è costruito nel tempo. È per questo motivo che la percezione cambia in modo radicale, anche nelle valutazioni.

Buona gara!

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AndreaCrevola
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#11 » martedì 27 dicembre 2022, 11:08

Ciao Christian, piacere di averti letto.
Premetto che non amo i racconti con una rivelazione finale di questo genere, ma non ho problemi a evidenziare come il tuo lavoro sia riuscito. Tema centrato. Al termine della lettura sono tornato indietro agli indizi che avevi lasciato qua e là e mi hai strappato un sorriso di sorpresa. L’altro lato della medaglia? L’umanizzazione degli animali è sempre rischiosa e, nonostante il “twist” finale, rompe la credibilità del racconto. Riconosco tuttavia che sia un punto di vista personale. Ad altri lettori potrebbe non importare nulla di questo aspetto.

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#12 » martedì 27 dicembre 2022, 11:56

Grazie per aver letto con attenzione la mia prova.

Mi fa piacere che, nonostante la struttura narrativa non fosse propriamente nelle tue corde, abbia fatto ciò che un lettore è auspicabile che faccia, dopo aver letto un racconto con plot-twist finale. Vale a dire, ripercorrere tutti i passaggi per vedere se l'autore ha usato il fair play col lettore, mettendogli a disposizione le tracce nel cammino.

È anche per questo motivo che, quando espongo la mia valutazione, non leggo i commenti precedenti. Gli spoiler possono rovinare la lettura e condizionare il giudizio.

Buona gara!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#13 » martedì 27 dicembre 2022, 18:48

Ciao Christian, piacere di leggerti.

Il rischio quando si entra in un POV diversi da quello umano è di contaminare di umanità il narratore 'alieno'.
Ad esempio il secondo scambio di frasi mi ha perplesso, sembra innaturale.
christianfloris ha scritto:- Lasciateli là, come sempre. La natura farà il resto.
- Signorsì, signore.

Se è come sempre, perché l'ufficiale dovrebbe aver bisogno di dare l'ordine quando può semplicemente ignorare la cosa, che non rappresenta un problema?
Anche il "Porca miseria" qualche riga dopo mi è arrivato subito stonato. In un mondo in cui i soldati sono numeri, e 32 morti un 'bene' perché pochi, 76 sono appena il doppio e fra essi non ci sono nemmeno ufficiali.
Non avevo assolutamente pensato alla taglia delle scarpe, anche perché non ho mai visto scarpe lasciare nell'impronta il numero se non ciabatte sulla sabbia fine.
Ciò detto, il Twist con me ha funzionato e mi ha divertito. Una riuscita che trovo mediamente superiore a quella di altre storie di Minuti contati con il pov in un animale.
Ultima modifica di Pietro D'Addabbo il mercoledì 28 dicembre 2022, 17:06, modificato 1 volta in totale.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#14 » martedì 27 dicembre 2022, 21:59

Pietro D'Addabbo ha scritto:Se è come sempre, perché l'ufficiale dovrebbe aver bisogno di dare l'ordine quando può semplicemente ignorare la cosa, che non rappresenta un problema?


Perché, come si evince dallo scambio di battute seguente, Redant non conosce (ancora) 122-Messor. Quindi gli dà un ordine che darebbe a qualunque recluta che, inserita da poco in un esercito, potrebbe non sapere come comportarsi.

Sulla questione dei numeri lasciati come impronte non saprei, a me è capitato di vederne.

Grazie per le tue osservazioni e per aver gradito il racconto.

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F.M.Rigget
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#15 » mercoledì 28 dicembre 2022, 14:22

Ciao Christian, piacere di conoscerti!
Ti propongo le mie osservazioni, e se ti va mi farebbe piacere cosa ne pensi!

Per quanto riguarda il tema, lo considero centrato.
Ho trovato incredibilmente interessante il tipo di mondo secondario che hai ideato, che a mio avviso non è propriamente fantasy, ma nemmeno troppo realistico. È una rivisitazione romanzata di quella che alla fine potrebbe essere la realtà dei fatti (alla fine la gerarchia nei formicai è cosa risaputa). Mi è piaciuto tanto!

Per quanto riguarda lo stile, non ho niente da dire: la sintassi è pulita, il ritmo è discreto e il racconto scivola via liscio.
In particolare, ciò che ho apprezzato molto non è tanto il colpo di scena finale – in ogni caso gradevolissimo –, ma la struttura che hai dato al tuo racconto. Con così pochi caratteri a disposizione, abbandonarsi alla descrittività poteva essere un azzardo: tu hai usato l’escamotage dei dialoghi botta e risposta, riuscendo a gestire molto bene il flusso di informazioni in arrivo al lettore.

Sono stata felice di leggere il tuo scritto e spero di aver presto modo di leggere qualcos’altro di tuo!

Federica
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"La vita alle volte è anche questo."

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Rick Faith
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#16 » mercoledì 28 dicembre 2022, 15:07

Ciao Christian, felice di rileggerti.
Il tema secondo me è preso. Dopotutto la definizione di secondary world non è che un altro mondo con proprie regole e quello in miniatura delle formiche per me lo è assolutamente.
La trovata è carina, anche io ci sono arrivato circa a metà, ma un po' prima della parte sull'organizzazione. Avere abbastanza ravvicinati "impronte" e "44" mi ha fatto pensare subito alle scarpe. Però ci sta, è difficile intuire cosa farà accendere la lampadina. Capita spesso che indizi evidenti messi lì con intenzione vengano ignorati, mentre cose ritenute ininfluenti vadano a svelare troppo. A volte ci vuole anche un pizzico di fortuna.
Un racconto di (quasi) soli dialoghi è molto rischioso e in generale non ne sono amante per via dello spiacevole effetto di teste parlanti nel vuoto, ma nel tuo caso non mi ha dato fastidio al punto da rovinare la lettura e con i pochi caratteri a diposizione era evidentemente un rischio calcolato.
In conclusione un lavoro piacevole che ho letto volentieri.

Alla prossima, buona edition e buone feste!

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christianfloris
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#17 » mercoledì 28 dicembre 2022, 17:52

Ciao Federica, grazie per esserti soffermata. Mi fa molto piacere che abbia apprezzato la mia prova. Credo che le tue osservazioni abbiano colto i punti fondamentali che mi ero posto di raggiungere. Il tempo e lo spazio a disposizione è sempre poco, però è sempre un bel risultato vedere che c'è qualcuno che arriva alla fine del tuo racconto, senza perdere nulla e senza dover tornare indietro per la poca chiarezza espressiva.

Grazie ancora e buona gara!

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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#18 » mercoledì 28 dicembre 2022, 17:55

Ciao Rick, grazie per la tua lettura. Non posso che concordare sul fatto che, a volte, una concatenazione di indizi può svelare subito la strada della soluzione. Come diceva Battiato, "è colpa dei pensieri associativi". E in ogni caso, dipende da tante variabili.
Mi fa piacere che abbia apprezzato il plot e il suo sviluppo in un tema coerente, sebbene intuito nel suo twist prima della fine.

Grazie, buone feste anche a te e buona gara!

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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#19 » giovedì 29 dicembre 2022, 16:28

Racconto che era molto difficile da scrivere per due motivi: un testo con soli dialoghi può creare lo spiacevole effetto delle teste parlanti nel vuoto; usare animali come protagonisti può generare battute didascaliche e poco realistiche. In questo caso l’autore ha evitato entrambi gli errori portando avanti la storia nei dialoghi e utilizzando le formiche per una riuscita metafora sul tema della sopravvivenza.

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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#20 » giovedì 29 dicembre 2022, 19:21

Ti ringrazio per la tua lettura e il tuo commento. Come hai giustamente rilevato il rischio THOTV ("talking heads on the void") era molto elevato. La carta che mi sono giocato è stata quella di iniziare la narrazione in media res, così da coinvolgere il lettore in modo immediato nel flusso del racconto, quasi in modo cinematografico. Ho dato soltanto i tocchi essenziali di ambientazione perché era notevole l'eventualità di fare un passo falso, dicendo troppo e svelando così le caratteristiche del mondo secondario descritto.

Come giustamente hai colto, metafora della sopravvivenza. Aggiungerei, ingerenza di un mondo primario (quello umano) che impatta in modo drammatico su un mondo - dal punto di vista umano - secondario (quello delle formiche).

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Il Saggio
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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#21 » sabato 31 dicembre 2022, 16:52

Ciao

tema centrato. Il racconto fila liscio e gli scambi dialogici sono buoni, anche se onestamente non ho ben capito dove voglia andare a parare. Il finale, che dovrebbe essere una specie di colpo di scena, dapprincipio mi è sembrata una metafora. Il formicaio potrebbe essere infatti una specie di eufemismo per parlare di una caserma, o qualcosa del genere. Ho capito che si trattava veramente di un formicaio solo leggendo gli altri commenti. Alla luce di ciò ho avuto la sensazione che abbia puntato tutto su questo finale a sorpresa (la storia del grano doveva farmi capire che si trattavano di formiche, ma non è arrivata come semina), perché si parla certo di un conflitto ma non c'è un conflitto.

Per me un pollice "beh?"

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Re: Il soldato Duecentocinquanta

Messaggio#22 » domenica 1 gennaio 2023, 1:49

Ciao, grazie per aver letto la mia prova.
Non condivido la tua valutazione, ma va bene così.

Buon anno.

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