Nina

Il tema verrà svelato alle 21.00 di lunedì 19 dicembre e si avranno quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3000 caratteri
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Andrea Furlan
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Nina

Messaggio#1 » martedì 20 dicembre 2022, 0:44

Sudore. Fiatone. Gambe dure.
Stefano arriva al rifugio Boè, si toglie lo zaino di cuoio con un sospiro di sollievo.
È stata una lunga camminata, ma ora può godersi il panorama, senza fretta: la cima splendente della Marmolada, le guglie del Sassolungo, l’altipiano pietroso.
Ordina una limonata, sta morendo di sete. Si rilassa, gusta il sapore acidulo e frizzante.
Una discussione al tavolo vicino cattura la sua attenzione.
«Ho detto di no, Papà. È l’ultima volta che mi portate in questo stupido posto. Non lo sopporto. L’estate prossima me ne vado al mare con gli altri.»
«Nina, ora basta! Ci stanno guardando tutti.»
Gira un po’ la testa per vedere senza farsi notare. L'uomo è furioso, parla con una ragazza giovane, mora.
Stefano la fissa, senza fiato: occhi azzurri, capelli ribelli, un corpo scattante, i pantaloni alla zuava che modellano un sedere perfetto. Giudica che abbia più o meno la sua età, fra i diciotto e i venti. Non sa perché, ma gli è tornata sete.
Lei si allontana con un gesto irriverente. Il padre sembra volerla trattenere, ma viene distratto dai due figli più piccoli che fanno confusione. La madre, esasperata, urla per tenerli calmi.
Un ragazzo gli passa davanti, sembra notarla, poi le si avvicina: alto e magro, con occhiali spessi, indossa vestiti che sembrano più grandi di due taglie. Ha un fare timido che gli ricorda qualcosa e una macchina fotografica a tracolla.
Attacca discorso, un sorriso nella voce. «Adoro questo posto, potrei viverci. Salgo spesso quassù: arrivo alla mattina presto e rimango fino al tramonto. Spendo una fortuna in rullini.» Lei lo guarda, sorride a sua volta.
«Fortunato te che lo apprezzi. Io vorrei solo andare al mare con le mie amiche.»
«Va bene, affare fatto. L’anno prossimo vengo con te.»
Si presentano, parlano un po’. Nina si è calmata, sembra che lo trovi interessante. In un momento di silenzio lei guarda l’orizzonte. Il ragazzo ruba uno scatto, nella sua direzione.

Il cellulare suona, lo riporta alla realtà.
Stefano scuote la testa, confuso, fatica a capire dove si trovi, poi ricorda.
Casa dei nonni. Il suono di Nonna Argentina che russa nella sua stanza lo rassicura.
La mamma lo ha obbligato ancora una volta a badarla, in pieno luglio, dicendo che non è colpa sua se si è presa l’Alzheimer. Questa volta hanno quasi litigato: non ne aveva voglia, voleva solo andare in piscina con i suoi amici.
Annoiato, si è messo a sbirciare in un cassetto che non aveva mai notato. Ha trovato una vecchia scatola, piena di immagini in bianco e nero.
Non ha mai amato quei ricordi: sono mondi remoti, dimenticati, che ha sempre trovato vecchi e polverosi. Però in queste ha riconosciuto le sue montagne, dove va ogni estate. Il Nonno gli ha insegnato i nomi di tutte le cime.
Solo in quel momento si accorge che stringe in mano una delle foto: ritrae una ragazza dai capelli scuri, che guarda la Marmolada sullo sfondo. Non può vederne il viso, ma ha qualcosa di familiare.
Dietro, trova una scritta: “Nina – 21 luglio 1952”.



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antico
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Re: Nina

Messaggio#2 » martedì 20 dicembre 2022, 0:46

Ciao Andrea! Parametri tutti ok, buona MASA EDITION anche a te!

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Emiliano Maramonte
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Re: Nina

Messaggio#3 » sabato 24 dicembre 2022, 10:20

Ciao Andrea! Bentrovato!
Parto subito da un elemento positivo: il racconto è scritto benissimo, senza evidenti sbavature. Stile sorvegliato e buona padronanza dei mezzi.
Ora le considerazioni "critiche".
La prima parte è abbastanza gradevole, si respira una buona tensione narrativa, anche se nulla di eclatante. Poi arriva una seconda parte emotivamente più enfatica che si chiude con un colpo di scena. E fin qui tutto bene. Dov'è il problema, allora?
1) Il punto di vista. Come lettore, prendo contatto con un certo Stefano, ossia il personaggio portatore di punto di vista e mi aspetto che faccia qualcosa. Nel primo blocco logico (chiamiamolo così) accade un evento che però, riga dopo riga, genera uno scollamento col PDV di Stefano. Stefano osserva la ragazza, segue lo sviluppo della sua frustrazione, ma non partecipa all'azione. Finché poi non arriva un altro personaggio che interagisce con la ragazza e tutti finisce lì. Il PDV di Stefano, parola dopo parola, si sfalda. Mi sarei aspettato una maggiore partecipazione (anche solo "mentale") di Stefano, non so, con pensieri del tipo "Ora che vuole questo?", oppure "Ma perché quel tipo non la lascia in pace?". Invece inneschi il PDV ma poi lo abbandoni a sé stesso; io come lettore ho perso di vista Stefano e la storia ha perso mordente.
2) La seconda parte. Quando ho concluso la lettura del secondo "blocco logico" ho avuto la stessa identica sensazione di quando guardai per la prima volta "Shining", nell'esatto momento della scena finale con la celeberrima foto del 1921, mi sono chiesto "e quindi"? Credimi, ho letto e riletto almeno una decina di volte la parte finale, ma mi sono rimasti in testa tantissimi dubbi. Mi auguro che le difficoltà di comprensione siano solo mie, in quanto non ho capito se la "riemersione" alla realtà di Stefano sia semplicemente dovuta a visioni, ricordi di un passato diverso, una piano di realtà alternativo... In sostanza, Stefano è nipote di Nina, ma all'epoca era adulto? Oppure era un ragazzo? E guarda Nina e nota che è bellissima e intuiamo che si infatua, in un certo senso, ma allora si infatua della nonna? E alla fine, come sono collocati i piani temporali tra di loro? E' il passato, è il futuro... Mah. la prima parte sembra ambientata ai giorni nostri, però non ci sono veri e propri riferimenti per farcelo capire...
Tutte queste criticità, purtroppo, determinano una forte frattura tra la prima e la seconda parte tale per cui si fa fatica ad apprezzare appieno il racconto. Peccato, perché ci sono buone potenzialità.
Chiudo dicendo che ho avuto difficoltà anche a rintracciare il tema. Dispiace anche per questo.

In bocca al lupo e alla prossima!
Emiliano.

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Polly Russell
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Re: Nina

Messaggio#4 » lunedì 26 dicembre 2022, 10:33

Ciao! Allora, parto con il dire che la scrittura è fluida e il narrato scorre bene. Purtroppo il finale l’ho dovuto rileggere un paio di volte finché ho dedotto che stefano si sia addormentato con la foto della nonna in mano e abbia sognato un evento plausibile o magari anche accaduto, infilandoci anche l’elemento fantastico.
Ci può stare, anche se avrei preferito farlo destare direttamente con la foto in mano. A parte questo però il problema principale è che non vedo il mondo secondario. Stefano sta solo sognando, o magari anche avendo una visione, ma, in ogni caso non è un altro mondo.
oltretutto a cosa ci serve sapere che la nonna sia malata e che lui non volesse essere lì?
Occhio, perché “badarla” è un regionalismo: badarle.
Polly

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Mario Mazzafoglie
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Re: Nina

Messaggio#5 » lunedì 26 dicembre 2022, 20:45

Ciao Andrea, un piacere leggerti.
Voglio essere subito schietto e sincero: non ci ho capito molto.
Ho letto anche i commenti precedenti ai miei per vedere se fosse un mio problema, ma mi sembra di aver capito che è stata una sensazione generale. Rileggere per due/tre volte un breve racconto senza riuscire ad avere la certezza di aver compreso appieno di cosa si parli non è stato il massimo.
Il tuo stile di scrittura però è molto buono, in linea con gli standard a cui ormai ci hai abituato.
Forse era proprio l'idea di fondo che, anche se carina, era di difficile sviluppo in così pochi caratteri, o magari hai dovuto tagliare (come tutti noi) qualche pezzo che favoriva la comprensione del tutto.
Alla prossima, buona edition.

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AndreaCrevola
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Re: Nina

Messaggio#6 » martedì 27 dicembre 2022, 11:08

Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Ho trovato il tuo racconto ben scritto dal punto di vista stilistico: i dettagli, le sensazioni, il punto di vista della prima parte. Con la seconda parte, a mio avviso, arriva qualche problema. Il “colpo di scena” sembra un po’ forzato e scontato. Era un sogno? Se così fosse, la prima parte non sembra un sogno. Dal mio punto di vista, le esperienze oniriche sono fantastiche, illogiche, imprecise… quindi rischiose da mettere sulla carta. Non significa che non ci si debba provare, ovviamente: ma in questo caso l’esperimento mi ha lasciato insoddisfatto.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Nina

Messaggio#7 » martedì 27 dicembre 2022, 13:25

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Immagino che il Secondo mondo non sia solo nel contrasto fantasia/realtà ma anche in quello dei tempi antico/moderno. Purtroppo mancano un po' di dettagli che permettano di consolidare nel passato la prima parte, i pantaloni alla zuava e la macchina a tracolla danno un senso retrò al tutto ma non abbastanza da collocare a metà del 1900 questa vicenda, come immagino volessi.
La prima parte è molto ricca di descrizioni sensoriali del narratore, che sta immaginando, mentre paradossalmente sono assenti nella seconda, dove invece agisce davvero.
La riga vuota non è bastata a darmi uno 'stacco' sufficiente tra fantasia e realtà, poiché cominci con un pronome che si riferisce a qualcosa di precedente e in genere è 'la riga' e non 'l'intero testo' precedente. Quindi istintivamente ho considerato la riga come un refuso, tranne poi essere confuso dalla confusione di Stefano.
In pratica ho letto così:
Andrea Furlan ha scritto:Si presentano, parlano un po’. Nina si è calmata, sembra che lo trovi interessante. In un momento di silenzio lei guarda l’orizzonte. Il ragazzo ruba uno scatto, nella sua direzione.
Il cellulare suona, lo riporta alla realtà.

Sembra che a suonare sia il cellulare del fotografo, e proprio questo personaggio a venire riportato alla realtà (di non poter fantasticare su quella ragazza perché già fidanzato, ad esempio).
Credo sia meglio chiarire il soggetto dopo uno stacco.
Andrea Furlan ha scritto:Si presentano, parlano un po’. Nina si è calmata, sembra che lo trovi interessante. In un momento di silenzio lei guarda l’orizzonte. Il ragazzo ruba uno scatto, nella sua direzione.
Il cellulare di Stefano suona, lo riporta alla realtà. Scuote la testa, confuso, fatica a capire dove si trovi, poi ricorda.

Buona l'idea e potenzialmente una buona accezione di questo tema, ma i difetti la fanno scendere purtroppo nella mia classifica.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Rick Faith
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Re: Nina

Messaggio#8 » mercoledì 28 dicembre 2022, 1:25

Ciao Andrea, ti ritrovo per la terza volta!
Che piacere ritornare tra le "tue" montagne, si vede che è un'ambientazione che conosci e ti piace, ricordo con piacere il primo tuo brano che ho letto, "l'ottava meraviglia".
La tua scrittura è scorrevole e l'idea dietro il racconto è gradevole, ma secondo me non è la tua prova migliore. Stefano non fa praticamente nulla e noi lettori siamo insieme a lui semplici spettatori, quindi con pochissimo coinvolgimento. La butto lì: e se avesse "vissuto" il sogno/visione nei panni del nonno? Impacciato, timidino, ma con un grande amore per la montagna e un colpo di fulmine?
I tuoi due precedenti racconti che ho avuto il piacere di commentare li ho messi sul podio, ma stavolta ammetto di non essere particolarmente convinto.

Ti auguro una buona edition e buone feste!

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F.M.Rigget
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Re: Nina

Messaggio#9 » mercoledì 28 dicembre 2022, 14:18

Ciao Andrea, piacere di conoscerti!
Sono una neofita in questo ambiente, perciò ti prego di prendere le mie osservazioni come quelle di una lettrice. Se ti va, poi, potremmo parlarne insieme, mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista!

Partiamo dal tema, che non so se riesco a definire centrato.
In realtà, ho avuto alcune difficoltà a comprendere quale fosse il mondo secondario di cui tratti. Ho riletto il racconto due volte, ma purtroppo ancora non mi è chiaro e in questo, se ti va, vorrei il tuo aiuto!
Credo di poter supporre che si tratti del ricordo (che poi, è davvero un ricordo, magari che trasmette in qualche modo la nonna con l’Alzheimer? Oppure è una visione? O magari, ancora, un binomio delle due cose? Non riesco a capirlo), ma anche in questo caso... è davvero un mondo secondario?
Correggimi se sbaglio, ma credo che, in realtà, tu volessi offrire un’altra chiave di interpretazione, che però purtroppo non riesco a fare mia. Mi rimetto a te!

Ciò detto, dal punto di vista stilistico ritengo che il tuo elaborato sia incredibilmente gradevole: la sintassi è pulita, priva di sbavature, il ritmo è costante e c’è un’ottima tecnica!
Per quanto abbia riscontrato le difficoltà di cui sopra, ho trovato la lettura nel complesso gradevole, soprattutto nella prima parte, che sono riuscita a mettere a fuoco con maggior chiarezza e quindi ad apprezzare meglio!


Spero di avere presto l’occasione di leggere qualcos’altro di tuo!


Federica
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"La vita alle volte è anche questo."

#ladonnadaicommentilunghi

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Andrea Furlan
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Re: Nina

Messaggio#10 » giovedì 29 dicembre 2022, 0:10

Grazie a tutti per i vostri commenti, molto utili.
L'idea di fondo era sviluppare la storia su un oggetto antico che facesse vivere a una persona dei nostri giorni una storia avvenuta nel passato.
Il tema ho cercato di chiarirlo nella seconda parte, dove secondo il protagonista il passato è un mondo secondario, di poco interesse, ma che riesce a vivere grazie alla visione, vivendo uno scorcio di vita dei nonni che ormai vede inutili e ingombranti proprio come le loro vecchie foto.
Mi piaceva anche creare una storia circolare: Nina e Stefano vivono una situazione che non vogliono, ma che li porta attraverso momenti cruciali della loro esistenza, sullo sfondo l'amore per un luogo che attraversa le generazioni.
I punti deboli e i margini di miglioramento mi sono ora più chiari: la scelta di far raccontare a Stefano come spettatore non partecipante la prima parte, l'elemento soprannaturale della visione che non ho voluto descrivere di proposito, migliorare la gestione delle informazioni nella seconda per far capire meglio i punti chiave e che si tratta di due momenti diversi, caratterizzare meglio il fatto che la prima parte si svolge nel passato.
Grazie comunque per aver apprezzato lo stile e la descrizione del contesto.

alexandra.fischer
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Re: Nina

Messaggio#11 » giovedì 29 dicembre 2022, 15:11

Tema centrato. In questo caso il mondo secondario è il passato. Molto bella l’idea di mettere un personaggio di un’altra epoca nelle esperienze del protagonista. La scena del litigio in montagna ha un che di psicoanalitico: si tratta di un sogno di Stefano dove compaiono i desideri repressi, ossia l’essere in piscina con gli amici contrapposti alla realtà di doversi occupare della nonna malata. È una trama molto particolare, soprattutto con l’arrivo, nella scenetta in montagna, del giovanotto con la passione per la fotografia e vestito in modo buffo. Molto credibili anche le sensazioni di Stefano all’arrivo al rifugio dopo l’escursione. Anche qui un miscuglio di ricordi personali e di fatiche presenti.

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Andrea76
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Re: Nina

Messaggio#12 » giovedì 29 dicembre 2022, 15:36

Lo stile è pulito e il racconto è chiaramente scritto da una penna solida. Il problema sta nella passività del pdv della prima parte del racconto che rende la narrazione troppo esterna e priva di mordente. Per quanto riguarda la seconda parte, devo accodarmi a quanti ti hanno già espresso le loro perplessità sullo sviluppo e la conclusione del racconto. Purtroppo non sono riuscito a comprendere la relazione che intercorre tra lo Stefano del presente e lo Stefano del passato.

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Il Saggio
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Re: Nina

Messaggio#13 » sabato 31 dicembre 2022, 16:05

Ciao

un racconto che ho fatto fatica a comprendere fino in fondo in relazione al tema. Al netto di questo, ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capire (forse) che alla fine con Nina ci ha parlato con Stefano. Ma è forse la nonna Argentina? Anche lui soffre di alzheimer? Ci sono molti punti interrogativi che spingono ad inserire questo racconto in fondo alla classifica.

Per me un pollice "uhm"

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