Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Il tema verrà svelato alle 21.00 di lunedì 19 dicembre e si avranno quattro ore di tempo per scrivere un racconto di massimo 3000 caratteri
Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 20 dicembre 2022, 0:49

Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni.
Città. Le chiamavano così.
Si avvicinò a un edificio e scorse una larga apertura in un muro. Vi si introdusse, assaporando la solidità dei materiali che le sue mani toccavano. Filtravano dall’alto raggi di luce perlacea. L’ambiente era popolato di oggetti di varie dimensioni. Aaron si spostò tra di essi, in cerca di un segno tangibile del passato.
Si fermò vicino a una struttura di legno.
Adesso mi siedo.
Un manufatto cilindrico e trasparente attirò i suoi occhi. Lo afferrò per esaminarlo da vicino. So a cosa serve. Articolò quello che sapeva essere un sorriso. Con l’altra mano fece un gesto antico: versò una sostanza inesistente.
Emise una manciata di vibrazioni vocali che riecheggiarono in quel luogo perso nei millenni. «Berrò alla vostra salute!» Sollevò il bicchiere e immaginò di deglutire, poi rise.
«Vattene dal nostro pianeta!»
L’eco di una voce profonda proruppe dietro di lui.
Scese dal sedile di legno e si girò. Tre individui in carne e ossa lo scrutavano. Sembravano espressioni rancorose quelle che vibravano sui volti sozzi, solcati da oscure rughe di vecchiaia. Provò stupore. Impossibile che fosse rimasto qualcuno sulla Terra, dopo tutto quel tempo.
Mosse qualche passo verso di loro. Indossavano stracci. Avevano capelli incrostati di terra. «Chi siete?»
«Vattene dal nostro pianeta» gli ripeté il più vecchio.
«Non resterò a lungo» rispose Aaron. «Ma mi stupisce che ci sia ancora qualche umano vivo…»
«Perché sei venuto? Come hai osato?» lo sfidò il vecchio.
«Volevo capire cosa si provasse a vivere come voi, come i miei antenati» rispose lui.
«Tu non sei come noi. Non lo sarai mai» ribatté l’altro e agitò minaccioso un bastone scorticato.
«Non ha importanza ormai» concluse Aaron. «La Terra non ha più alcun valore per noi.»
Gli stranieri ammutolirono.
«Tornerò nella mia Unimatrice energetica e da lassù assisterò allo spettacolo della fine del pianeta.»
«Io ti maledico in eterno» sbraitò un altro straniero.
Il vecchio col bastone zoppicò nella sua direzione e lo fissò con disprezzo, poi gli assestò un colpo in testa. Indietreggiò ansante e fiero del gesto che aveva appena compiuto. Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice. Attivò il Visore Universale e attese la distruzione della Terra. Al suo posto sarebbe nato un nuovo, scintillante cunicolo iperspaziale. Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero.
Contattò il Supremo dell’Unimatrice e gli chiese un rinvio della demolizione per motivi di ricerca.
Creò un altro simulacro dalle sembianze cadenti e andò in cerca degli uomini.
Ultima modifica di Emiliano Maramonte il martedì 20 dicembre 2022, 0:52, modificato 1 volta in totale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7232

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 20 dicembre 2022, 0:51

Ciao Emiliano! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa MASA EDITION!

Avatar utente
Proelium
Messaggi: 293
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 20 dicembre 2022, 22:29

Ciao Emiliano,
piacere di leggerti. La Terra al collasso come mondo secondario (mi piace leggerla così, al di là del sistema di ologrammi e proiezioni simulate) è una splendida declinazione del tema. Non so se è solo una mia impressione, ma le tue storie e la tua scrittura migliorano costantemente, specialmente quando ti muovi tra i binari confortevoli del genere scifi. Ho ben poco da segnalare, a livello di economia narrativa mi sembra funzioni tutto, c'è il giusto equilibrio tra testa e cuore, i personaggi sono semplici ma mai banali. Ben fatto!

Buona edition,
Francesco

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » mercoledì 21 dicembre 2022, 16:34

Carissimo Francesco! Che dire? Grazie davvero tanto per i tuoi apprezzamenti. Non posso negarlo: la fantascienza è la mia casa.
Buona Edizione anche a te!!

Avatar utente
Laura Brunelli
Messaggi: 211

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » sabato 24 dicembre 2022, 11:49

Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni [Da cosa? Mi manca un pezzo, non riesco a capire se ha un supporto informatico o se le richiama alla mente].
Città. Le chiamavano così.
Si avvicinò a un edificio e scorse una larga apertura in un muro. Vi si introdusse, assaporando [il gerundio mi confonde, avevo immaginato che l’apertura fosse la porta, ma se passa attraverso la porta non capisco quali materiali possano toccare le sue mani. Non riesco a immaginarmi la scena.] la solidità dei materiali che le sue mani toccavano. Filtravano dall’alto raggi di luce perlacea. L’ambiente era popolato di oggetti di varie dimensioni. Aaron si spostò tra di essi, in cerca di un segno tangibile del passato [in realtà di segni tangibili del passato ce ne sono già tanti. La casa, gli oggetti che popolano l’ambiente].
Si fermò vicino a una struttura di legno.
Adesso mi siedo.
Un manufatto cilindrico e trasparente attirò i suoi occhi. Lo afferrò per esaminarlo da vicino. So a cosa serve. Articolò quello che sapeva essere un sorriso. Con l’altra mano fece un gesto antico: versò una sostanza inesistente.
Emise una manciata di vibrazioni vocali che riecheggiarono in quel luogo perso nei millenni. «Berrò alla vostra salute!» Sollevò il bicchiere e immaginò di deglutire, poi rise.
«Vattene dal nostro pianeta!»
L’eco di una voce profonda proruppe dietro di lui.
Scese dal sedile di legno e si girò. Tre individui in carne e ossa lo scrutavano. Sembravano espressioni rancorose quelle che vibravano sui volti sozzi, solcati da oscure rughe di vecchiaia. Provò stupore. Impossibile che fosse rimasto qualcuno sulla Terra, dopo tutto quel tempo.
Mosse qualche passo verso di loro. Indossavano stracci. Avevano capelli incrostati di terra. «Chi siete?»
«Vattene dal nostro pianeta» gli ripeté il più vecchio.
«Non resterò a lungo» rispose Aaron. «Ma mi stupisce che ci sia ancora qualche umano vivo…»
«Perché sei venuto? Come hai osato?» lo sfidò il vecchio.
«Volevo capire cosa si provasse a vivere come voi, come i miei antenati» rispose lui.
«Tu non sei come noi. Non lo sarai mai» ribatté l’altro e agitò minaccioso un bastone scorticato.
«Non ha importanza ormai» concluse Aaron. «La Terra non ha più alcun valore per noi.»
Gli stranieri ammutolirono.
«Tornerò nella mia Unimatrice energetica e da lassù assisterò allo spettacolo della fine del pianeta.»
«Io ti maledico in eterno» sbraitò un altro straniero.
Il vecchio col bastone zoppicò nella sua direzione e lo fissò con disprezzo, poi gli assestò un colpo in testa. Indietreggiò ansante e fiero del gesto che aveva appena compiuto. Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice. Attivò il Visore Universale e attese la distruzione della Terra. Al suo posto sarebbe nato un nuovo, scintillante cunicolo iperspaziale. Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero.
Contattò il Supremo dell’Unimatrice e gli chiese un rinvio della demolizione per motivi di ricerca.
Creò un altro simulacro dalle sembianze cadenti e andò in cerca degli uomini.


Ciao Emiliano,
piacere di leggerti.
Tema: centrato. Trovo ci sia un buon bilanciamento tra la descrizione del mondo reale e del mondo secondario, interpretato in chiave evolutiva, ma pur sempre secondario.
Punti di forza: il vero punto di forza di questo racconto sta nel ripensamento che il protagonista ha nel finale quando comincia a dubitare della superiorità della nuova condizione incorporea degli umani. Ma trovo che il tutto sia stato presentato in modo troppo superficiale e frettoloso. Credo che il problema vero di questo racconto stia nel fatto che avrebbe avuto bisogno di molti più caratteri.
Punti deboli: a mio gusto personale il maggior difetto di questo racconto è lo stile troppo raccontato. Non sono riuscita a farmi un’idea dell’ambientazione. Anche se l’ambiente terrestre è ben riconoscibile, la sedia e la bottiglia ci proiettano immediatamente in un salotto o in una cucina, anche se non ce lo chiarisci, trovo lo stesso il tutto troppo freddo e poco chiaro. L’altro punto debole è il finale, trovo difficile che un solo piccolo assaggio di realtà, espresso poi attraverso il dolore, possa effettivamente mutare le convinzioni del protagonista.
Detto questo, il racconto si lascia leggere, la situazione è chiara, al contrario dell’ambientazione. Buona l’idea di rappresentare gli umani come vecchi e malconci in contrasto alla luminosità e perfezione dell’Unimatrice, che rende l’idea dello sviluppo verso qualcosa di migliore.
Alla prossima e buona edition

Avatar utente
GiulianoCannoletta
Messaggi: 520

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » sabato 24 dicembre 2022, 18:41

Ciao Emiliano, ben ritrovato. È sempre un piacere leggerti!
La tua declinazione del tema mi è piaciuta, e il racconto scivola via che è un piacere. Mi ha intrigato la caratterizzazione di questo essere evoluto che guarda con curiosità "da antropologo" i resti della civiltà umana e prova a mimarne i rituali, come anche è stata convincente la tua rappresentazione degli ultimi umani.
Ho notato che nel finale della storia hai spinto sull'acceleratore e sul "raccontato". Non so s e è stata scelta voluta o spinta dall'esaurimento dei caratteri, ma personalmente non mi ha infastidito, anzi, ha dato un buon ritmo alle battute finali senza prolungarle più del dovuto.
Bel lavoro, a rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Avatar utente
Michael Dag
Messaggi: 428

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » lunedì 26 dicembre 2022, 10:32

Molto bella l'ambientazione, creare mondi del genere è la tua specialità e ci sei riuscito molto bene nonostante il pochissimo spazio a disposizione.
Purtroppo minutiContati risente un po' di questa cosa…. I caratteri sono pochi e se si da spazio al worldBuilding si toglie spazio alla storia in se.
Quelle che hai descritto è una scena interessante e sicuramente mi piacerebbe leggerne ancora, ma di per se mi ha lasciato un senso di incompiuto.

Avatar utente
Davide_Mannucci
Messaggi: 434

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » martedì 27 dicembre 2022, 0:15

Ciao Emiliano, la storia è molto buona e lo stile come sempre è una solida piattaforma. È vero che la storia alla fine ti lascia un po' in attesa...come se la tua sete da lettore gridasse vendetta ma nel complesso e considerato il contesto è una prova ottima. È poi...continui a dare pennellate nell'universo e lo fai con una maestria sfacciata. Le tue descrizioni nel campo della fantascienza sono naturali e piene di fascino.
Bravo!
Davide Mannucci

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » martedì 27 dicembre 2022, 11:21

Laura Brunelli ha scritto:Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni [Da cosa? Mi manca un pezzo, non riesco a capire se ha un supporto informatico o se le richiama alla mente].
Città. Le chiamavano così.
Si avvicinò a un edificio e scorse una larga apertura in un muro. Vi si introdusse, assaporando [il gerundio mi confonde, avevo immaginato che l’apertura fosse la porta, ma se passa attraverso la porta non capisco quali materiali possano toccare le sue mani. Non riesco a immaginarmi la scena.] la solidità dei materiali che le sue mani toccavano. Filtravano dall’alto raggi di luce perlacea. L’ambiente era popolato di oggetti di varie dimensioni. Aaron si spostò tra di essi, in cerca di un segno tangibile del passato [in realtà di segni tangibili del passato ce ne sono già tanti. La casa, gli oggetti che popolano l’ambiente].
Si fermò vicino a una struttura di legno.
Adesso mi siedo.
Un manufatto cilindrico e trasparente attirò i suoi occhi. Lo afferrò per esaminarlo da vicino. So a cosa serve. Articolò quello che sapeva essere un sorriso. Con l’altra mano fece un gesto antico: versò una sostanza inesistente.
Emise una manciata di vibrazioni vocali che riecheggiarono in quel luogo perso nei millenni. «Berrò alla vostra salute!» Sollevò il bicchiere e immaginò di deglutire, poi rise.
«Vattene dal nostro pianeta!»
L’eco di una voce profonda proruppe dietro di lui.
Scese dal sedile di legno e si girò. Tre individui in carne e ossa lo scrutavano. Sembravano espressioni rancorose quelle che vibravano sui volti sozzi, solcati da oscure rughe di vecchiaia. Provò stupore. Impossibile che fosse rimasto qualcuno sulla Terra, dopo tutto quel tempo.
Mosse qualche passo verso di loro. Indossavano stracci. Avevano capelli incrostati di terra. «Chi siete?»
«Vattene dal nostro pianeta» gli ripeté il più vecchio.
«Non resterò a lungo» rispose Aaron. «Ma mi stupisce che ci sia ancora qualche umano vivo…»
«Perché sei venuto? Come hai osato?» lo sfidò il vecchio.
«Volevo capire cosa si provasse a vivere come voi, come i miei antenati» rispose lui.
«Tu non sei come noi. Non lo sarai mai» ribatté l’altro e agitò minaccioso un bastone scorticato.
«Non ha importanza ormai» concluse Aaron. «La Terra non ha più alcun valore per noi.»
Gli stranieri ammutolirono.
«Tornerò nella mia Unimatrice energetica e da lassù assisterò allo spettacolo della fine del pianeta.»
«Io ti maledico in eterno» sbraitò un altro straniero.
Il vecchio col bastone zoppicò nella sua direzione e lo fissò con disprezzo, poi gli assestò un colpo in testa. Indietreggiò ansante e fiero del gesto che aveva appena compiuto. Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice. Attivò il Visore Universale e attese la distruzione della Terra. Al suo posto sarebbe nato un nuovo, scintillante cunicolo iperspaziale. Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero.
Contattò il Supremo dell’Unimatrice e gli chiese un rinvio della demolizione per motivi di ricerca.
Creò un altro simulacro dalle sembianze cadenti e andò in cerca degli uomini.


Ciao Emiliano,
piacere di leggerti.
Tema: centrato. Trovo ci sia un buon bilanciamento tra la descrizione del mondo reale e del mondo secondario, interpretato in chiave evolutiva, ma pur sempre secondario.
Punti di forza: il vero punto di forza di questo racconto sta nel ripensamento che il protagonista ha nel finale quando comincia a dubitare della superiorità della nuova condizione incorporea degli umani. Ma trovo che il tutto sia stato presentato in modo troppo superficiale e frettoloso. Credo che il problema vero di questo racconto stia nel fatto che avrebbe avuto bisogno di molti più caratteri.
Punti deboli: a mio gusto personale il maggior difetto di questo racconto è lo stile troppo raccontato. Non sono riuscita a farmi un’idea dell’ambientazione. Anche se l’ambiente terrestre è ben riconoscibile, la sedia e la bottiglia ci proiettano immediatamente in un salotto o in una cucina, anche se non ce lo chiarisci, trovo lo stesso il tutto troppo freddo e poco chiaro. L’altro punto debole è il finale, trovo difficile che un solo piccolo assaggio di realtà, espresso poi attraverso il dolore, possa effettivamente mutare le convinzioni del protagonista.
Detto questo, il racconto si lascia leggere, la situazione è chiara, al contrario dell’ambientazione. Buona l’idea di rappresentare gli umani come vecchi e malconci in contrasto alla luminosità e perfezione dell’Unimatrice, che rende l’idea dello sviluppo verso qualcosa di migliore.
Alla prossima e buona edition


Ciao Laura!
Sono sempre molto grato a chi mi fa i complimenti (e ci mancherebbe! Fanno un gran piacere!) ma soprattutto a chi mi dà delle preziose indicazioni anche severe.
Mi hai fatto notare difetti che, anche dopo diverse letture, mi sono sfuggite.
Vorrei però dire una cosa, e questo ha una valenza generale.
Scrivere un racconto così breve comporta delle scelte drastiche. Da quando sono a Minuti Contati (quasi 5 anni ormai) ho assistito sino alla noia a dibattiti sul "raccontato" e sul "mostrato"... non che ci sia niente di male, anzi!, non si finisce mai di imparare... però in determinate situazioni, in relazione alla storia che si vuole raccontare, occorre procedere in una certa maniera. Mi spiego: se t'avesse fatto piacere leggere un racconto con uno stile marcatamente immersivo, sicuramente avresti letto qualcosa di diverso, fors'anche una trama ancora più "monca" di quella che hai trovato, in quanto la ricostruzione di un orizzonte soggettivo (del personaggio) fortemente focalizzato determina tempi narrativi più lunghi e/o dilatati. Indulgendo a qualche passaggio più "tell", invece, c'è la possibilità di garantire al lettore una maggior completezza degli input dello scenario che si sta raccontando. Non esistono alternative, secondo me. In ogni caso, mi riservo la possibilità di rileggere il racconto per cercare passaggi troppo raccontati.
Punto secondo: la svolta nell'arco di trasformazione di Aaron. Insufficiente il dolore che gli ha procurato il vecchio umano? Probabilmente, ma interviene in un quadro di più ampio respiro nel percorso di "umanizzazione" del discendente dell'uomo. Nel senso che Aaron cerca da un po' di capire come vivevano i suoi antenati, ne é affascinato (e credo che questo traspaia un po' dal testo) ma il momento della bastonata è fondamentale, è un punto di innesco del cambiamento; il guscio proteico - che non è altro che una parodia di un essere umano - genera una sensazione simile a quella della sofferenza umana ed è qualcosa di dirompente per un'entità quasi esclusivamente energetica che riscopre la concretezza di una condizione perduta (o anche presente nella memoria ancestrale...). La letteratura, non solo di fantascienza, è piena di simili punti di innesco, o punti di rottura, se vogliamo chiamarli così. Quel piccolo dolore è stato sufficiente da un punto di vista narrativo per cambiare Aaron? Per me sì. E, secondo me, il racconto non è incompleto. Aaron alla fine decide di "travestirsi" da umano (cadente) per andare alla ricerca degli uomini e quindi, in ultima analisi, della propria condizione umana.
Per il resto, rinnovo i ringraziamenti per le parole di apprezzamento.

Buona gara!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » martedì 27 dicembre 2022, 11:31

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Emiliano, ben ritrovato. È sempre un piacere leggerti!
La tua declinazione del tema mi è piaciuta, e il racconto scivola via che è un piacere. Mi ha intrigato la caratterizzazione di questo essere evoluto che guarda con curiosità "da antropologo" i resti della civiltà umana e prova a mimarne i rituali, come anche è stata convincente la tua rappresentazione degli ultimi umani.
Ho notato che nel finale della storia hai spinto sull'acceleratore e sul "raccontato". Non so s e è stata scelta voluta o spinta dall'esaurimento dei caratteri, ma personalmente non mi ha infastidito, anzi, ha dato un buon ritmo alle battute finali senza prolungarle più del dovuto.
Bel lavoro, a rileggerci presto!
Giuliano


Ciao Giuliano!
Grazie mille per i tuoi apprezzamenti. Mi fa piacere che la "spruzzatina" di raccontato nel finale non ti abbia infastidito. E' un piccolo azzardo a cui ho ceduto per cercare di chiudere il cerchio della trama.

Buona gara!
Emiliano.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » martedì 27 dicembre 2022, 11:35

Michael Dag ha scritto:Molto bella l'ambientazione, creare mondi del genere è la tua specialità e ci sei riuscito molto bene nonostante il pochissimo spazio a disposizione.
Purtroppo minutiContati risente un po' di questa cosa…. I caratteri sono pochi e se si da spazio al worldBuilding si toglie spazio alla storia in se.
Quelle che hai descritto è una scena interessante e sicuramente mi piacerebbe leggerne ancora, ma di per se mi ha lasciato un senso di incompiuto.


Ciao Michael!
Grazie per le belle parole, sono contento tu abbia gradito il racconto.
Capisco la sensazione di incompletezza, ma come ho spiegato qui sopra a Laura Brunelli, penso sia solo apparente. Alla fine Aaron cede al desiderio di recuperare l'umanità perduta, perché egli stesso ne é affascinato, per cui si "traveste" da vecchio anche lui e va alla ricerca degli ultimi umani, e, in ultimi analisi, della sua condizione umana perduta.

Buona Edition!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » martedì 27 dicembre 2022, 11:37

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Emiliano, la storia è molto buona e lo stile come sempre è una solida piattaforma. È vero che la storia alla fine ti lascia un po' in attesa...come se la tua sete da lettore gridasse vendetta ma nel complesso e considerato il contesto è una prova ottima. È poi...continui a dare pennellate nell'universo e lo fai con una maestria sfacciata. Le tue descrizioni nel campo della fantascienza sono naturali e piene di fascino.
Bravo!


Davide carissimo. Mi fa particolarmente piacere ricevere da te un feedback anche se, per questa Edition, sei fuori dal contest... vuol dire che ci vuoi bene. Un Campione d'Era non dimentica gli amici... :-D
Grazie per gli apprezzamenti.
"Maestria sfacciata". Caspita. Con questo complimento posso anche lasciare MC felice!
Grazie ancora!

Avatar utente
Shanghai Kid
Messaggi: 342

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » martedì 27 dicembre 2022, 12:45

Ciao Emiliano,
piacere di averti letto!
Come sempre, il tuo racconto è scorrevole e piacevole. Devo essere sincera (anche se so che quanto sto per dirti corrisponde a un’enorme zappa sui piedi): io non sono una cultrice della fantascienza, per cui queste ambientazioni “mi prendono” sempre parzialmente.
Ma uscendo dalla soggettività, il tuo è sicuramente un bel racconto. Sono d’accordo con chi trova il finale meno armonico del resto del brano, più “sbrigativo” e didascalico, ma immagino il numero di caratteri e il tempo siano stati tiranni in questo.
Tuttavia, ho apprezzato molto (e credo sia il tocco di originalità e profondità del tuo pezzo) questo passaggio: “Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero. (...) andò in cerca degli uomini.”
Davvero bello.
Buona prova.
In bocca al lupo per l’edition.
A rileggerti,
Elisa

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 336

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » martedì 27 dicembre 2022, 18:30

Salve, Emiliano! Torno in Minuti Contati e mi ritrovo a leggere e dover giudicare un tuo racconto. Il tema del mondo diverso, secondario, in posizione successiva rispetto al nostro abituale, indubbiamente c’è. Sei andato molto oltre. Siamo ad una TAV del futuro millennio. Distruzione della Terra per creare un cunicolo iperspaziale. Qui ormai il protagonista non ricorda più cosa significhi essere un corpo. E’ forse un discendente di Axa? Gode della riscoperta della sensazione del dolore. Ho paura di aver perso un frammento della tua saga fantascientifica. Che fine hanno fatto gli animali della Terra? In un mondo così, dovrebbero essersi moltiplicati e diffusi in ogni dove, invece solo vecchi arzilli e rancorosi. Ne hanno ragione. Stanno per essere eliminati, ma la questione non se la pone Aaron. Da contattatore del Supremo, il suo problema è capire cosa significhi essere vivo. Possiamo considerarlo un Superuomo? Come vedi il tuo scritto mi ha posto qualche problema e te lo pongo. Le descrizioni sono ben curate. Buona Masa edition e buon 2023!

Avatar utente
kruaxi
Messaggi: 163

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » martedì 27 dicembre 2022, 21:28

Aaron è vivo

Ciao Emiliano.
Il buon Maramonte non si smentisce e ci propone un racconto che, pur non essendo forse fra i suoi migliori, colpisce nel segno. La descrizione, breve ma efficace, di un pianeta ormai morente, condannato dalla burocrazia di esseri ormai semidivini (palesi gli echi adamsiani), risulta intrigante.
Tema ben centrato, svolgimento, al solito, ineccepibile.

Stefano aka kruaxi

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » mercoledì 28 dicembre 2022, 2:10

Ciao Emiliano.
Il racconto offre una bella idea di fantascienza, anche se non spiega come mai si sono create due "umanità" diverse, una più evoluta e futuristica e una "rimasta indietro". Immagino che l'idea di distruggere la Terra per creare un cunicolo iperspaziale sia una citazione a Guida Galattica per Autostoppisti e apprezzo molto la cosa (anche se qui come allora trovo ridicolo che un sassolino nell'immensità cosmica possa essere d'intralcio per qualsiasi cosa).
Ho trovato solo due punti "critici" nel racconto, rispettivamente all'inizio e alla fine:
Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni.

"Che strana sensazione" –> quale? Perché sapendo solo che si sfiora il petto al tepore del sole non ho idea di quale sensazione stia provando. È il tepore a essere strano, oppure il tatto sul petto? Per quale ragione? Inoltre, più avanti si intuisce che il suo corpo non è completamente umano, ma dalle prime righe si capisce solo che è "strano" caratterialmente. Si intuisce che ha una psiche ben lontana da un umano, ma non ci dai molti appigli per capire le differenze fisiche, cosa che invece gli umani "normali" vedono subito.
Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice.

Questo è il secondo pezzo che non mi ha convinto: "il guscio proteico che simulava un corpo umano" che poi diventa "simulacro", "anello circumpolare", "unimatrice", sono tutte parole che non significano nulla se non vengono presentate, in tutto questo pezzo la mia immagine mentale del racconto è diventata completamente bianca. Visto la mancanza di caratteri, forse avrei optato per qualche forma più semplice e riconoscibile. Messa così fa molto effetto "Mistborn", in cui nei primi capitoli c'è gente che mangia pezzi di metallo e li "brucia" senza spiegare cosa significhi.
Mi è piaciuta invece la parte centrale, dove c'è un po' di interazione tra gli umani e Aaron.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » mercoledì 28 dicembre 2022, 10:30

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Emiliano,
piacere di averti letto!
Come sempre, il tuo racconto è scorrevole e piacevole. Devo essere sincera (anche se so che quanto sto per dirti corrisponde a un’enorme zappa sui piedi): io non sono una cultrice della fantascienza, per cui queste ambientazioni “mi prendono” sempre parzialmente.
Ma uscendo dalla soggettività, il tuo è sicuramente un bel racconto. Sono d’accordo con chi trova il finale meno armonico del resto del brano, più “sbrigativo” e didascalico, ma immagino il numero di caratteri e il tempo siano stati tiranni in questo.
Tuttavia, ho apprezzato molto (e credo sia il tocco di originalità e profondità del tuo pezzo) questo passaggio: “Eppure non riusciva a essere elettrizzato per quel trionfo: il ricordo del dolore procuratogli dal vecchio non lo abbandonò. Forse significava qualcosa. Essere vivo davvero. (...) andò in cerca degli uomini.”
Davvero bello.
Buona prova.
In bocca al lupo per l’edition.
A rileggerti,
Elisa


Ciao Elisa! Grazie per gli apprezzamenti e per la franchezza. Quando a Minuti Contati partecipo con racconti di fantascienza mi assumo sempre dei rischi, tra cui quello di non piacere o di risultare "ostico". Comunque ci provo.

Grazie e buona gara!

Avatar utente
Laura Brunelli
Messaggi: 211

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » mercoledì 28 dicembre 2022, 11:07

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Laura!
Sono sempre molto grato a chi mi fa i complimenti (e ci mancherebbe! Fanno un gran piacere!) ma soprattutto a chi mi dà delle preziose indicazioni anche severe.
Mi hai fatto notare difetti che, anche dopo diverse letture, mi sono sfuggite.
Vorrei però dire una cosa, e questo ha una valenza generale.
Scrivere un racconto così breve comporta delle scelte drastiche. Da quando sono a Minuti Contati (quasi 5 anni ormai) ho assistito sino alla noia a dibattiti sul "raccontato" e sul "mostrato"... non che ci sia niente di male, anzi!, non si finisce mai di imparare... però in determinate situazioni, in relazione alla storia che si vuole raccontare, occorre procedere in una certa maniera. Mi spiego: se t'avesse fatto piacere leggere un racconto con uno stile marcatamente immersivo, sicuramente avresti letto qualcosa di diverso, fors'anche una trama ancora più "monca" di quella che hai trovato, in quanto la ricostruzione di un orizzonte soggettivo (del personaggio) fortemente focalizzato determina tempi narrativi più lunghi e/o dilatati. Indulgendo a qualche passaggio più "tell", invece, c'è la possibilità di garantire al lettore una maggior completezza degli input dello scenario che si sta raccontando. Non esistono alternative, secondo me. In ogni caso, mi riservo la possibilità di rileggere il racconto per cercare passaggi troppo raccontati.
Punto secondo: la svolta nell'arco di trasformazione di Aaron. Insufficiente il dolore che gli ha procurato il vecchio umano? Probabilmente, ma interviene in un quadro di più ampio respiro nel percorso di "umanizzazione" del discendente dell'uomo. Nel senso che Aaron cerca da un po' di capire come vivevano i suoi antenati, ne é affascinato (e credo che questo traspaia un po' dal testo) ma il momento della bastonata è fondamentale, è un punto di innesco del cambiamento; il guscio proteico - che non è altro che una parodia di un essere umano - genera una sensazione simile a quella della sofferenza umana ed è qualcosa di dirompente per un'entità quasi esclusivamente energetica che riscopre la concretezza di una condizione perduta (o anche presente nella memoria ancestrale...). La letteratura, non solo di fantascienza, è piena di simili punti di innesco, o punti di rottura, se vogliamo chiamarli così. Quel piccolo dolore è stato sufficiente da un punto di vista narrativo per cambiare Aaron? Per me sì. E, secondo me, il racconto non è incompleto. Aaron alla fine decide di "travestirsi" da umano (cadente) per andare alla ricerca degli uomini e quindi, in ultima analisi, della propria condizione umana.
Per il resto, rinnovo i ringraziamenti per le parole di apprezzamento.

Buona gara!


Ciao Emiliano,
Concordo perfettamente con il tuo pensiero sul fatto che in un contest di questo genere si debbano fare delle scelte e, ti assicuro, la mia non era una critica tout court, ma piuttosto l’espressione di un gusto personale.
Purtroppo, anche i commenti risentono dello stesso limite temporale e di caratteri del contest e capisco che forse non sono stata abbastanza chiara. Non sono una integralista dell’immersività e non credo si debba scrivere tutto in mostrato, cosa che, tra l’altro hai fatto per buona parte del racconto.
Quello che intendevo dire è che, in questo racconto in particolare, avrei ridotto un po’ la parte descrittiva iniziale per recuperare qualche carattere da investire per dare più spazio al cambiamento del personaggio, relegato a tre sole righe. Proprio in questo punto avrei mostrato di più.
Poi, ci sta che un ribaltamento finale in poche battute sia più incisivo di uno lungo, ma forse poteva essere preparato meglio.
Ci sta pure che date le modalità del contest uno arrivi alla fine un po’ stanco e non riesca a dare il meglio. A me capita sempre. Spesso i miei finali sono flosci peggio del tuo, ma insisto, prima o poi ce la farò a scrivere un finale decente anche in queste condizioni.
In ogni caso, i miei commenti o vogliono essere delle critiche, ma piuttosto suggerimenti. Il motivo per cui adoro questo contest è proprio il confronto continuo. Probabilmente, alcuni dei miei suggerimenti saranno del tutto inutili per alcuni dei partecipanti che, in situazioni di maggior tranquillità, scriverebbero molto meglio. Magari, invece, a qualcuno possono essere utili. È davvero solo in quest’ottica che li faccio, non per criticare o sminuire il lavoro altrui.
Ed è anche per questo che non sono i rilievi “tecnici” che faccio a determinare la classifica o la valutazione finale del racconto, per la quale vado più a sentimento. A meno che, ovviamente non siano tali da rendere illeggibile o incoerente il racconto.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#19 » mercoledì 28 dicembre 2022, 12:03

Laura Brunelli ha scritto:
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Laura!
Sono sempre molto grato a chi mi fa i complimenti (e ci mancherebbe! Fanno un gran piacere!) ma soprattutto a chi mi dà delle preziose indicazioni anche severe.
Mi hai fatto notare difetti che, anche dopo diverse letture, mi sono sfuggite.
Vorrei però dire una cosa, e questo ha una valenza generale.
Scrivere un racconto così breve comporta delle scelte drastiche. Da quando sono a Minuti Contati (quasi 5 anni ormai) ho assistito sino alla noia a dibattiti sul "raccontato" e sul "mostrato"... non che ci sia niente di male, anzi!, non si finisce mai di imparare... però in determinate situazioni, in relazione alla storia che si vuole raccontare, occorre procedere in una certa maniera. Mi spiego: se t'avesse fatto piacere leggere un racconto con uno stile marcatamente immersivo, sicuramente avresti letto qualcosa di diverso, fors'anche una trama ancora più "monca" di quella che hai trovato, in quanto la ricostruzione di un orizzonte soggettivo (del personaggio) fortemente focalizzato determina tempi narrativi più lunghi e/o dilatati. Indulgendo a qualche passaggio più "tell", invece, c'è la possibilità di garantire al lettore una maggior completezza degli input dello scenario che si sta raccontando. Non esistono alternative, secondo me. In ogni caso, mi riservo la possibilità di rileggere il racconto per cercare passaggi troppo raccontati.
Punto secondo: la svolta nell'arco di trasformazione di Aaron. Insufficiente il dolore che gli ha procurato il vecchio umano? Probabilmente, ma interviene in un quadro di più ampio respiro nel percorso di "umanizzazione" del discendente dell'uomo. Nel senso che Aaron cerca da un po' di capire come vivevano i suoi antenati, ne é affascinato (e credo che questo traspaia un po' dal testo) ma il momento della bastonata è fondamentale, è un punto di innesco del cambiamento; il guscio proteico - che non è altro che una parodia di un essere umano - genera una sensazione simile a quella della sofferenza umana ed è qualcosa di dirompente per un'entità quasi esclusivamente energetica che riscopre la concretezza di una condizione perduta (o anche presente nella memoria ancestrale...). La letteratura, non solo di fantascienza, è piena di simili punti di innesco, o punti di rottura, se vogliamo chiamarli così. Quel piccolo dolore è stato sufficiente da un punto di vista narrativo per cambiare Aaron? Per me sì. E, secondo me, il racconto non è incompleto. Aaron alla fine decide di "travestirsi" da umano (cadente) per andare alla ricerca degli uomini e quindi, in ultima analisi, della propria condizione umana.
Per il resto, rinnovo i ringraziamenti per le parole di apprezzamento.

Buona gara!


Ciao Emiliano,
Concordo perfettamente con il tuo pensiero sul fatto che in un contest di questo genere si debbano fare delle scelte e, ti assicuro, la mia non era una critica tout court, ma piuttosto l’espressione di un gusto personale.
Purtroppo, anche i commenti risentono dello stesso limite temporale e di caratteri del contest e capisco che forse non sono stata abbastanza chiara. Non sono una integralista dell’immersività e non credo si debba scrivere tutto in mostrato, cosa che, tra l’altro hai fatto per buona parte del racconto.
Quello che intendevo dire è che, in questo racconto in particolare, avrei ridotto un po’ la parte descrittiva iniziale per recuperare qualche carattere da investire per dare più spazio al cambiamento del personaggio, relegato a tre sole righe. Proprio in questo punto avrei mostrato di più.
Poi, ci sta che un ribaltamento finale in poche battute sia più incisivo di uno lungo, ma forse poteva essere preparato meglio.
Ci sta pure che date le modalità del contest uno arrivi alla fine un po’ stanco e non riesca a dare il meglio. A me capita sempre. Spesso i miei finali sono flosci peggio del tuo, ma insisto, prima o poi ce la farò a scrivere un finale decente anche in queste condizioni.
In ogni caso, i miei commenti o vogliono essere delle critiche, ma piuttosto suggerimenti. Il motivo per cui adoro questo contest è proprio il confronto continuo. Probabilmente, alcuni dei miei suggerimenti saranno del tutto inutili per alcuni dei partecipanti che, in situazioni di maggior tranquillità, scriverebbero molto meglio. Magari, invece, a qualcuno possono essere utili. È davvero solo in quest’ottica che li faccio, non per criticare o sminuire il lavoro altrui.
Ed è anche per questo che non sono i rilievi “tecnici” che faccio a determinare la classifica o la valutazione finale del racconto, per la quale vado più a sentimento. A meno che, ovviamente non siano tali da rendere illeggibile o incoerente il racconto.


Grazie per le illuminanti precisazioni. Ci mancherebbe: il confronto è l'anima di questo forum, altrimenti non sarebbe altro che uno sterile concorso. E io non smetto di imparare proprio grazie a questi dibattiti (costruttivi). Ti ringrazio ancora e spero di interagire ancora con te.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#20 » giovedì 29 dicembre 2022, 10:46

gcdaddabbo ha scritto:Salve, Emiliano! Torno in Minuti Contati e mi ritrovo a leggere e dover giudicare un tuo racconto. Il tema del mondo diverso, secondario, in posizione successiva rispetto al nostro abituale, indubbiamente c’è. Sei andato molto oltre. Siamo ad una TAV del futuro millennio. Distruzione della Terra per creare un cunicolo iperspaziale. Qui ormai il protagonista non ricorda più cosa significhi essere un corpo. E’ forse un discendente di Axa? Gode della riscoperta della sensazione del dolore. Ho paura di aver perso un frammento della tua saga fantascientifica. Che fine hanno fatto gli animali della Terra? In un mondo così, dovrebbero essersi moltiplicati e diffusi in ogni dove, invece solo vecchi arzilli e rancorosi. Ne hanno ragione. Stanno per essere eliminati, ma la questione non se la pone Aaron. Da contattatore del Supremo, il suo problema è capire cosa significhi essere vivo. Possiamo considerarlo un Superuomo? Come vedi il tuo scritto mi ha posto qualche problema e te lo pongo. Le descrizioni sono ben curate. Buona Masa edition e buon 2023!


Ciao Giovanni!
Innanzitutto complimenti per il tuo racconto, letto poco fa e attesta una crescita tecnica e stilistica. E' proprio ciò che tutti cechiamo a MC!
Grazie per la sempre attenta lettura. Devo solo capire se la moltitudine di domande è un bene o un male... :-D Il mio racconto ti ha sollecitato delle riflessioni? Allora okay, ne sono contento. Ti ha lasciato tanti dubbi insoluti? Ahi ahi. Me ne dispiace. Ci starò più attento la prossima volta. Grazie ancora e buona gara!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#21 » giovedì 29 dicembre 2022, 10:48

kruaxi ha scritto:Aaron è vivo

Ciao Emiliano.
Il buon Maramonte non si smentisce e ci propone un racconto che, pur non essendo forse fra i suoi migliori, colpisce nel segno. La descrizione, breve ma efficace, di un pianeta ormai morente, condannato dalla burocrazia di esseri ormai semidivini (palesi gli echi adamsiani), risulta intrigante.
Tema ben centrato, svolgimento, al solito, ineccepibile.

Stefano aka kruaxi


Ciao Stefano!
Grazie per la disamina breve ma intensa. Sì, probabilmente qualche eco adamsiano c'è, anche se completamente mondato da qualsiasi riferimento all'ironia scanzonata del grande autore britannico.

Alla prossima e buona Masa Edition a te!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1053
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#22 » giovedì 29 dicembre 2022, 11:24

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Emiliano.
Il racconto offre una bella idea di fantascienza, anche se non spiega come mai si sono create due "umanità" diverse, una più evoluta e futuristica e una "rimasta indietro". Immagino che l'idea di distruggere la Terra per creare un cunicolo iperspaziale sia una citazione a Guida Galattica per Autostoppisti e apprezzo molto la cosa (anche se qui come allora trovo ridicolo che un sassolino nell'immensità cosmica possa essere d'intralcio per qualsiasi cosa).
Ho trovato solo due punti "critici" nel racconto, rispettivamente all'inizio e alla fine:
Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni.

"Che strana sensazione" –> quale? Perché sapendo solo che si sfiora il petto al tepore del sole non ho idea di quale sensazione stia provando. È il tepore a essere strano, oppure il tatto sul petto? Per quale ragione? Inoltre, più avanti si intuisce che il suo corpo non è completamente umano, ma dalle prime righe si capisce solo che è "strano" caratterialmente. Si intuisce che ha una psiche ben lontana da un umano, ma non ci dai molti appigli per capire le differenze fisiche, cosa che invece gli umani "normali" vedono subito.
Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice.

Questo è il secondo pezzo che non mi ha convinto: "il guscio proteico che simulava un corpo umano" che poi diventa "simulacro", "anello circumpolare", "unimatrice", sono tutte parole che non significano nulla se non vengono presentate, in tutto questo pezzo la mia immagine mentale del racconto è diventata completamente bianca. Visto la mancanza di caratteri, forse avrei optato per qualche forma più semplice e riconoscibile. Messa così fa molto effetto "Mistborn", in cui nei primi capitoli c'è gente che mangia pezzi di metallo e li "brucia" senza spiegare cosa significhi.
Mi è piaciuta invece la parte centrale, dove c'è un po' di interazione tra gli umani e Aaron.


Ciao Stefano! Bentrovato e grazie per l'attenta lettura e i precisi rilievi critici.
Devo darti ragione, ma in parte. In più provo a fugare qualche dubbio.
Aaron è un lontano discendente degli umani "tradizionali", o meglio una evoluzione dell'umanità. Ho provato a trasmettere al lettore un senso di uniformità. La parola "unimatrice" dovrebbe rendere l'idea. Sulla Terra che sta per essere demolita (qualche eco adamsiano c'è...) non dovrebbe più vivere alcun umano "tradizionale" ma evidentemente così non è. Il resto della trama lo hai letto.
Quanto ad alcuni concetti fantascientifici "ostici" che ti hanno provocato "immagine bianca", dico che con la fantascienza è così; e aggiungo che con una dotazione di 3000 caratteri la questione non è di facile soluzione. Semmai tutto si riduce a come un autore voglia procedere con l'approccio alla storia. Se vuole scrivere una storia "leggera" allora semplifica al massimo i concetti per essere letto da chiunque. Se invece intende scrivere una storia di fantascienza con un minimo di aderenza ai registri e ai canoni del genere, si assume dei rischi, anche di essere capito poco.
La soluzione che proponi ("optare per qualche forma più semplice e riconoscibile") per me è poco praticabile, non se ho la volontà precisa di scrivere fantascienza. E basta guardare ciò che accade altrove. Esempio emblematico: Interstellar di Nolan. Il regista ha sviluppato un intero film su premesse di fantascienza hard (pur con una spruzzata di sentimentalismo e romanticismo) adottando concetti ostici per il grande pubblico come "tesseratto", "singolarità", "relatività" e così via, oltretutto lasciando aperti e insoluti scenari (soprattutto nel finale) e implicazioni di ampio respiro (l'aiuto nel passato da parte di quella che sembra un'umanità evolutasi in modi incomprensibili nel futuro). Moltissima gente non ha capito la trama, proprio per i motivi che suggerisci tu, eppure è considerato uno dei più grandi film di fantascienza degli ultimi decenni.
Con ciò non voglio assolutamente mettermi al livello di Nolan, non ho ambizioni di tal genere!, ma voglio semplicemente precisare che certi approcci narrativi sono connaturati ad alcuni generi (come anche nel fantasy, che hai citato tu). Cercare di seminare chiarimenti a ogni possibile concetto "oscuro" di stampo fantascientifico, in un racconto di 3000 caratteri, è impresa folle, oltre ché di scarsa applicabilità tecnica, se non in opportune condizioni, che non sto qui ad approfondire.
D'altro canto, però, i tuoi consigli mi hanno aperto gli occhi su alcune questioni che approfondirò con me stesso in vista delle prossime Edizioni.

Alla prossima e buona gara!

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Aaron è vivo di Emiliano Maramonte

Messaggio#23 » giovedì 29 dicembre 2022, 22:39

Emiliano Maramonte ha scritto:
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Emiliano.
Il racconto offre una bella idea di fantascienza, anche se non spiega come mai si sono create due "umanità" diverse, una più evoluta e futuristica e una "rimasta indietro". Immagino che l'idea di distruggere la Terra per creare un cunicolo iperspaziale sia una citazione a Guida Galattica per Autostoppisti e apprezzo molto la cosa (anche se qui come allora trovo ridicolo che un sassolino nell'immensità cosmica possa essere d'intralcio per qualsiasi cosa).
Ho trovato solo due punti "critici" nel racconto, rispettivamente all'inizio e alla fine:
Aaron si sfiorò il petto al tepore del sole. Che strana sensazione, pensò. Vagò tra i ruderi ricoperti da rampicanti violacei e richiamò alcune informazioni.

"Che strana sensazione" –> quale? Perché sapendo solo che si sfiora il petto al tepore del sole non ho idea di quale sensazione stia provando. È il tepore a essere strano, oppure il tatto sul petto? Per quale ragione? Inoltre, più avanti si intuisce che il suo corpo non è completamente umano, ma dalle prime righe si capisce solo che è "strano" caratterialmente. Si intuisce che ha una psiche ben lontana da un umano, ma non ci dai molti appigli per capire le differenze fisiche, cosa che invece gli umani "normali" vedono subito.
Aaron si toccò la fronte. Rapidi impulsi sgradevoli s’irradiarono per tutto il guscio proteico che simulava un corpo umano.
Lasciò le rovine della città e si disconnesse dal simulacro. Ascese all’Anello circumpolare e si rinchiuse nell’Unimatrice.

Questo è il secondo pezzo che non mi ha convinto: "il guscio proteico che simulava un corpo umano" che poi diventa "simulacro", "anello circumpolare", "unimatrice", sono tutte parole che non significano nulla se non vengono presentate, in tutto questo pezzo la mia immagine mentale del racconto è diventata completamente bianca. Visto la mancanza di caratteri, forse avrei optato per qualche forma più semplice e riconoscibile. Messa così fa molto effetto "Mistborn", in cui nei primi capitoli c'è gente che mangia pezzi di metallo e li "brucia" senza spiegare cosa significhi.
Mi è piaciuta invece la parte centrale, dove c'è un po' di interazione tra gli umani e Aaron.


Ciao Stefano! Bentrovato e grazie per l'attenta lettura e i precisi rilievi critici.
Devo darti ragione, ma in parte. In più provo a fugare qualche dubbio.
Aaron è un lontano discendente degli umani "tradizionali", o meglio una evoluzione dell'umanità. Ho provato a trasmettere al lettore un senso di uniformità. La parola "unimatrice" dovrebbe rendere l'idea. Sulla Terra che sta per essere demolita (qualche eco adamsiano c'è...) non dovrebbe più vivere alcun umano "tradizionale" ma evidentemente così non è. Il resto della trama lo hai letto.
Quanto ad alcuni concetti fantascientifici "ostici" che ti hanno provocato "immagine bianca", dico che con la fantascienza è così; e aggiungo che con una dotazione di 3000 caratteri la questione non è di facile soluzione. Semmai tutto si riduce a come un autore voglia procedere con l'approccio alla storia. Se vuole scrivere una storia "leggera" allora semplifica al massimo i concetti per essere letto da chiunque. Se invece intende scrivere una storia di fantascienza con un minimo di aderenza ai registri e ai canoni del genere, si assume dei rischi, anche di essere capito poco.
La soluzione che proponi ("optare per qualche forma più semplice e riconoscibile") per me è poco praticabile, non se ho la volontà precisa di scrivere fantascienza. E basta guardare ciò che accade altrove. Esempio emblematico: Interstellar di Nolan. Il regista ha sviluppato un intero film su premesse di fantascienza hard (pur con una spruzzata di sentimentalismo e romanticismo) adottando concetti ostici per il grande pubblico come "tesseratto", "singolarità", "relatività" e così via, oltretutto lasciando aperti e insoluti scenari (soprattutto nel finale) e implicazioni di ampio respiro (l'aiuto nel passato da parte di quella che sembra un'umanità evolutasi in modi incomprensibili nel futuro). Moltissima gente non ha capito la trama, proprio per i motivi che suggerisci tu, eppure è considerato uno dei più grandi film di fantascienza degli ultimi decenni.
Con ciò non voglio assolutamente mettermi al livello di Nolan, non ho ambizioni di tal genere!, ma voglio semplicemente precisare che certi approcci narrativi sono connaturati ad alcuni generi (come anche nel fantasy, che hai citato tu). Cercare di seminare chiarimenti a ogni possibile concetto "oscuro" di stampo fantascientifico, in un racconto di 3000 caratteri, è impresa folle, oltre ché di scarsa applicabilità tecnica, se non in opportune condizioni, che non sto qui ad approfondire.
D'altro canto, però, i tuoi consigli mi hanno aperto gli occhi su alcune questioni che approfondirò con me stesso in vista delle prossime Edizioni.

Alla prossima e buona gara!


Ti rispondo solo in merito al film, non per avviare una discussione ma solo per dare i miei non richiesti ultimi 50 cent. Interstellar è uno dei film che mi sono piaciuti meno, sia di Nolan che in generale (mi fa molto ridere la cosa perché ne parlavo settimana scorsa coi colleghi e proprio stasera con mia moglie). Nella mia classifica di Nolan ci sono Dunkirk, Inception, Tenet, qualsiasi altro film fatto da Nolan, qualsiasi film fatto da qualsiasi altro, Interstellar, i cinepanettoni e Twilight. Sì l'ho trollata un po', però il senso è quello. A parte il comparto audio che in un paio di scene mi ha impedito di capire cosa dicessero i personaggi, ci sono così tante cose che non mi piacciono della trama che sinceramente faccio fatica a capire come possa essere considerato un capolavoro da così tante persone. Che possa piacere lo capisco e non lo metto in dubbio, sono anche gusti, ma che abbia un consenso così ampio mi fa davvero strano.

Torna a “169° All Time - Masa Edition - la 4° della Decima Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti