Aiuti animati

[Dario17]

Il commissario Avena infilò la provetta nella narice e la svuotò di ogni granello di metanfetamina.
La cassa toracica avviò il solito concerto dubstep, il verde del prato e il rosso dello scivolo avvamparono.
La ghiaia del sentiero crepitava come rocce di una frana.

Candy Candy uscì da dietro la quercia, i fiocchetti scarlatti nei capelli.
Indicò l’altalena.
«L’hanno vista qua per l’ultima volta, no?»
«Già.» confermò Avena.
Judy Abbott raggiunse Candy.
«L’avranno attirata fuori dal parco spacciandosi per un amico del…suo nuovo papà?»
«Può darsi.»
Avena superò Candy e Judy e raggiunse il bordo del parco in cui uno spazietto tra due ontani dava sul marciapiede.
L’uomo scansò con la punta della Tod’s un mucchietto di foglie.
Un braccialetto di cuoio a cui aveva ceduto il sostegno.
La piccola doveva aver perso fiducia nel suo nuovo accompagnatore e tirato per fuggire.
Portò il bracciale al naso.
«Puzza di fumo.» brontolò Jigen, seduto sul marciapiede.
«Io sento anche un profumo francese.» Oscar giochicchiava con la punta del fioretto
Sigarette. Tabaccheria.
Jean Paul Gualtier. Profumeria di lusso.
La mappa della città gli brillò nelle retine.
«Bel lavoro, ragazzi.» sorrise Avena.

Il commissario entrò dalla finestra.
La metanfetamina rockeggiava ancora ma stava suonando gli ultimi pezzi.
No time, baby. Il tavolo della cucina apparecchiato. Un bicchiere di coca e uno di birra.
Un cartone con dentro gli ultimi due spicchi di una Diavola.
«Non male!» Michelangelo allungò tre dita verdi verso la pizza.
«Non ci provare.»
«Va bene va bene! Tu non la senti ma io ho fame!»
Sempre il solito.
Avena estrasse la pistola e salì le scale. Era parecchio buio.
«Mimetizzati nell’oscurità.» sussurrò Batman tre scalini sotto.
«Contaci.»
Aprì la porta da cui traspariva della luce.
Una fortissima vibrazione dolorosa gli restituì la mano vuota.
La pistola rimbalzò a terra.
«Entri da solo, sbirro? Allora è vero quel che dicono.» Il rapitore roteò il taser tra le dita. «Sei fuso.»
La bambina, legata e imbavagliata, lo scrutava con occhi sgranati da sopra il letto.
«Mettiti in guardia!» sbraitò Kenshiro, le braccia nodose incrociate al petto «Ora punterà allo sterno.»
«Lo so. Lo so.»
«Con chi parli, coglione?!»
La corrente blu del taser lo mancò.
«Ora danneggiagli la carotide.» suggerì Ken.
Le punte delle dita di Avena affondarono nella carne morbida del collo.
«E ora un gancio allo stomaco, per concludere.»
Sferrò il destro. Il rapitore si sgonfiò sul tappeto persiano.
Avena fece un cenno di ringraziamento a Kenshiro che però non c’era già più. Tornato nel suo mondo devastato.
Il visetto tondo di Heidi sbucò dietro il letto.
«Dille che tornerà a casa.»
Avena si chinò e prese a scogliere le corde.
«Tornerai a casa.»
La bambina rapita le affondò il volto ancora imbavagliato tra collo e spalla.
Avena la prese in braccio.
Anche Heidi era sparita. Tra i suoi monti, a respirare aria più buona.
L’anfetamina era agli sgoccioli.
Ma tutto andava bene.

つづく

[antico]

Ciao Dario! Tutto ok con i parametri, buona MASA EDITION!

[alexandra.fischer]

Tema centrato in modo originale. Il commissario Avena è legato al mondo dei cartoni animati. Geniale il fatto che lo sia attraverso la metanfetamina, della quale rendi gli effetti in mondo molto realistico. Fra gli i testimoni ci sono Candy Candy e Judy Abbott. Fra gli aiutanti Jigen, Ken Shiro, Batman e per finire Heidi. Bella anche la comparsa di Michelangelo alla tavola del rapitore. La storia è molto ben costruita: si parte da un braccialetto rotto, una serie di odori: sigarette, profumo francese di gran marca, e si arriva alla casa del rapitore, dove Avena riesce a trovare la bambina rapita e legata al letto e mette fuori combattimento il rapinatore con la lotta corpo a corpo, malgrado la presenza di un taser.

Attenzione:
La bambina rapita gli affondò il volto ancora imbavagliato fra collo e spalla.

[christianfloris]

Carina la scelta di inserire la parola "tsuzuku" alla fine dell'"episodio". Mi ha riportato indietro a quarant'anni fa.

[Polly Russell]

Ciao Dario.
Molto bella la scelta del nome del commissario anche se a questo punto mi sarei limitato ai cartoni di cui la Cristina nazionale ha effettivamente cantato la sigla. Quando ti cienti in un argomento da nerd, devi tenere presente che i nerd (io) sono dei gran rompicoglioni. A questo proposito Ken non avrebbe mai e poi mai consigliato un gancio, potevi inserire Sugar o RpckyJoe, tanto ne hai messi un milione.
Non riesco a collegare le visioni di Avena con la metanfetamina, che per quanto ne so non da allucinazioni. e i personaggi sono troppi per essere una spalla divertente. Mi dispiace perché sono stata obbligata a rileggere il racconto per capire in che modo lo avessero aiutato e apprezzare i loro suggerimenti. forse se ne avessi messi di meno mi sarebbe venuto più facile. In fondo la ragazzina di papà Gambalunga, per esempio, e la tartaruga ninja non sono serviti a nulla. La mia nerdaggine mi ha portato anche a storcere un po’ il naso quando hai inserito la parola “continua” ma non hai usato solo anime.
comunque alla fine un lavoro divertente, che va un po’ limato, ma che è comunque una buona idea

[Emiliano Maramonte]

Ciao Dario!
E' stato bello ritornare bambino per un po'. Cristina D'Avena, Kenshiro, Candy Candy... avrebbe persino potuto scendermi la lacrimuccia. Di questo ti sono grato. Rievocare quel periodo è sempre un gran piacere.
La storia è gradevole ed è carina l'"intersezione" tra la realtà e il cartone animato. In tanti decenni lo hanno fatto in tanti (soprattutto al cinema) e ogni volta il risultato si è sempre rivelato ad effetto, soprattutto in una storia scritta è molto piacevole che sia il lettore a ricostruire con la mente immagini e disegni animati...
Le modalità di sviluppo della storia sono un po' confuse e forse è proprio il punto di innesco di tutta la vicenda che traballa: in primis per il tipo di sostanza che, a quante ne so, non determina allucinazioni, a meno che il commissario Avena non avesse già delle turbe psichiche tali da generare delle visioni. Ecco, io avrei fatto così: accorciato tutta la fase del ritrovamento della rapita a favore di un paio di input relativi alle motivazioni delle turbe di Avena. In fondo è proprio l'estrinsecazione del "fatal flaw" che rende interessante un personaggio. Mi rendo conto che i caratteri a disposizione sono pochissimi, ma un tentativo si poteva fare. Mi accodo a Polly Russel per le critiche relative all'utilità di qualche personaggio dei cartoni animati come anche del modo improprio in cui è stato usato.
In ogni caso, buon tentativo di dare al tema una declinazione diversa da ciò che mediamente ci si poteva aspettare.

Buona gara!
Emiliano.

[Mario Mazzafoglie]

Ciao Dario, un piacere leggerti.
Il tema è sicuramente centrato, e il fatto che il mondo secondario sia generato dall'uso di droghe gli conferisce particolare originalità.
Per quanto riguarda altri aspetti positivi, mi piace quando qualcuno gioca con i nomi, per cui il fatto di scoprire, man mano che va avanti la storia, che il nome Avena non è casuale ma è stato scelto appositamente, mi strappa sempre un sorriso.
Detto questo, vengo a quello che non mi è piaciuto.
Parto dall'aspetto personaggi: davvero troppi per così pochi caratteri. Non c'è un minimo di presentazione e davanti ai nostri occhi vediamo comparire in pochissime righe batman, kenshiro etc. che per il lettore sono immagini forti e suggestive, però compaiono dal nulla e non ci fanno capire moltissimo.
Sempre in merito ai pochi caratteri, non ho apprezzato particolarmente nemmeno il fatto di spezzare il racconto in addirittura 3 paragrafi. Di solito non mi piace nemmeno quando ce ne sono 2 (in questa edition li ho utilizzati anche io, ci mancherebbe) ma 3 sono troppi.
Per cui, per concludere, l'idea iniziale mi è piaciuta molto, mentre lo svolgimento un po' meno.
A rileggerti, buona edition.

[AndreaCrevola]

Ciao Dario, piacere di averti letto.
Parto sottolineando che il tema mi pare centrato. Dal punto di vista della struttura, il racconto è molto buono. In poche righe sei riuscito a raccontare indagini e scioglimento del mistero: non male! Il breve spazio a disposizione ti ha costretto a essere molto sintetico e sbrigativo in alcuni passaggi, ma dò la colpa alle regole del gioco più che alla tua creatività. Un difetto? Forse ci sono troppi personaggi e la loro presenza mi ha spinto più a pensare ai riferimenti esterni che alla vera e propria trama.

[Pietro D'Addabbo]

Ciao Dario, piacere di leggerti.

Ho apprezzato molto il tuo racconto. Al contrario degli altri commenti, avrei gradito molto che i personaggi citati fossero ancora di più.
Infatti (quasi) ogni azione è 'condizionata' da un personaggio sul quale il detective non ha controllo, però il combattimento risulta 'monopolizzato' da un unico personaggio, Ken. Ogni colpo poteva essere suggerito da un cartone animato differente!
Non trovo fastidiosa qualche apparente incoerenza fra personaggio e azione suggerita, poiché attiene al modo in cui il detective (e probabilmente tu stesso) ha vissuto quel personaggio. Le sue fantasia e memoria gli danno questo potere se stimolate 'opportunamente'.
Ottimo.

[F.M.Rigget]

Ciao Dario, felice di leggerti ancora una volta!
Ho letto con piacere il tuo racconto e di seguito ti offro le mie osservazioni. Come sempre, se ti va di parlarne, ci sono volentieri!

Per quanto riguarda il tema, lo considero ampiamente centrato.
Ho apprezzato la rivisitazione del mondo animato anni ‘80, anche se alcuni personaggi non li ho goduti pienamente (per quanto io sia nerd, non sono della mia generazione, purtroppo!).
La scelta del nome del Commissario l’ho trovata originale e piacevole, un tocco di classe perfetto, così come la chiusura in Hiragana, che mi è piaciuta da matti!

Lo stile è discreto: la sintassi è lineare e pulita, il ritmo buono.
In tutta onestà ho trovato alcune difficoltà a seguire così tanti personaggi. Alcuni nomi – a maggior ragione non riuscendo a ricondurli a un personaggio e dunque alle sue caratteristiche – mi sono scivolati tra le dita, dandomi qualche problema nell’orientarmi nel testo. Niente che abbia invalidato l’esperienza di lettura, in ogni caso.
Ciò che forse mi ha fatto corrucciare di più è stata la scelta di mandare sempre a capo il periodo. Leggendo mi sono sentita un po’ singhiozzante, devo riconoscerlo!

Ciò detto, nel complesso lo ritengo un buon testo e una discreta prova, che mi ha fatto piacere leggere!

Spero che avrò presto l’occasione di leggere qualcos’altro di tuo,

Federica

[Rick Faith]

Ciao Dario, felice di rileggerti!
Devo dire che dopo il racconto spogliarello del tema quarta parete riesci nuovamente a presentarmi un pezzo che non mi aspettavo. Non sei affatto scontato, questo te lo concedo.
Adoro i vecchi cartoni animati e ammetto che mi hai strappato più di un sorriso nel corso della lettura. Un bel tocco quello di legare la fame di Michelangelo all'inappetenza da meth.
Mi sa però che, come spesso accade quando si ha una trovata che ci rapisce totalmente, l'idea abbia preso il controllo del racconto. I personaggi sono tanti e danno l'impressione di essere poco più che comparse, citazioni a uso e consumo del lettore più che della storia. Non aiuta il fatto che la loro scelta paia casuale, il mix di cartoni occidentali e giapponesi l'avrei compreso di più se le sigle fossero cantate tutte da Cristina D'Avena. Mi spiego meglio: visto il poco spazio era difficile rendere le visioni un elemento di caratterizzazione per il commissario, quindi avrei cercato di dare una parvenza di logica dietro la loro selezione.
Detto questo, un pezzo simpatico e un'aderenza al tema un po' borderline per come la vedo (ma mi accorgo di essere io magari troppo rigido).

Buona edition e buone feste!

[Andrea76]

La declinazione del tema, caratterizzata dalle allucinazioni dovute all’assunzione di droghe, è il punto forte del racconto. Ho apprezzato di meno il word building per via dell’overdose dei personaggi in scena e per la ripartizione in tre paragrafi che mi ha impedito di seguire con filo logico la lettura. Uno spunto eccellente, peccato per la resa a mio avviso non all’altezza dell’idea.

[Il Saggio]

Ciao

tema centrato su un racconto non particolarmente originale, ma che mi ha divertito molto. La storia fila abbastanza liscia, sebbene si sarebbe potuto fare a meno di qualche personaggio superfluo. Nel complesso una buona perfromance.

Per me un pollice tendente all'alto con qualche spintarella