Dimenticanza freudiana

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 16 gennaio con un tema di Giorgio Lupo, scrittore e Direttore Artistico del Temini Book Festival! Edizione con limite massimo di caratteri fissato a 4000 spazi inclusi!
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Andrea76
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Dimenticanza freudiana

Messaggio#1 » lunedì 16 gennaio 2023, 23:50

Il taxi che mi portava in tribunale si chiamava Milano Tre. Era una Opel bianca guidata dal sosia dell’ispettore Callaghan. I suoi occhi, stretti a fessura, ogni tanto mi interrogavano dal retrovisore.
Mentre andavamo mi squillò il telefono. Guardai lo schermo, era mia moglie.
Risposi.
“Mi si è rotta la macchina” la sua voce era più gentile del solito. “Puoi passare a prendermi?”
“Certo.” Feci un segno all’autista. “Può fare una deviazione per Via Efeso?”
Callaghan annuì e sterzò verso sinistra. Tornammo indietro fino a casa di Maia. La trovammo giù al portone: indossava un vestito lungo a fiori e si era anche truccata.
Entrò in macchina e mi sedette accanto. “Ciao.” Aveva tra le mani una ventiquattrore di pelle.
“Che c’è lì dentro?”.
“Le carte del divorzio. Sei pronto a firmarle?”
“Più o meno.”
“Bene, andiamo.”
Callaghan diede gas e il taxi ripartì in direzione centro. C’era traffico e procedevamo a passo d’uomo. Io guardavo fuori dal mio finestrino, Maia dal suo.
“Ecco. Lì ti ho portata a cena la prima volta,” indicai l’insegna di un posto che si chiamava La Mansarda. All’interno si intravedevano tante fotografie in bianco e nero appese alle pareti. “Te lo ricordi, Maia?”
Lei lo guardò con aria distratta. “Vagamente.”
“Mangiammo arrosticini e trippa alla romana. E facemmo un gioco bellissimo. Tu praticamente copiavi tutto quello che facevo io. Se spostavo il bicchiere, tu spostavi il tuo; se mangiavo con le mani, tu mi imitavi; se mettevo la forchetta nel…”
Lei scosse la testa. “Che cazzo di memoria, Claudio.”
Mi strinsi nelle spalle. “Eri così bella quella sera.”
Maia abbassò lo sguardo sulla valigia che teneva in grembo. “Beh, ormai è acqua passata.”
“Potremmo riprovare.”
“Non essere ridicolo.”
Spostò la ventiquattrore sul sedile. Con le mani si tirò giù il vestito che le era risalito verso l’imbocco delle cosce. “Accidenti, perché non camminiamo?”
Guardai Callaghan dal retrovisore. “Può prendere un’altra strada?”
Lui annuì, sterzò e imbocco una strada che costeggiava il fiume.
“Lì ti ho baciato la prima volta” le indicai un edificio a forma di piramide.
“Davvero?”
“Eravamo andati a vedere la mostra su Faber. E io ti mostrai una teca che conteneva uno dei suoi spartiti.”
Maia si rimise la valigia sulle gambe.
“Si chiamava Dolcenera.” Mulinai l’indice nell’aria. “Come fa questo amore che dall'ansia di perdersi ha avuto in un giorno la certezza di aversi.”
Lei alzò il mento. “Embè?”
“È una delle strofe della canzone.”
Lei scosse di nuovo la testa.
Il taxi superò una serie di ponti fluviali. Passammo di fronte a un hotel con i balconi rococò.
“Lì è stata la nostra prima volta.”
Maia aggrottò la fronte. “Facevamo anche sesso io e te?”
“Prenotai una suite con l’idromassaggio. Fu la notte più bella della mia vita.”
Lei rimise la valigia sul sedile. “Penso che l’amore finisce perché ne dimentichiamo le origini.”
Annuii. “Io ricordo molte cose.”
“Lo vedo.”
“Ricordo che ti amavo e che tu mi amavi e che il nostro amore era…”
Lei alzò gli occhi al tettuccio. “Oddio che palle, Claudio!”
Mi voltai verso Callaghan . I suoi occhi a fessura, riflessi nello specchietto, mi incitarono a non pensare.
“Ricordo anche un’altra cosa, Maia.”
“Cosa?”
Le feci l’occhietto. “I tuoi pompini.”
Lei soffocò una risata e si voltò verso il finestrino. Rimasi in attesa di un’altra reazione. Lei si girò di nuovo verso di me. “Ero brava?”.
Annuii. “Eri meglio di Nikita Denise.”
“E chi è?”
“Una grande attrice.”
Scoppiamo a ridere. Fu un bel momento perché lei mi poggiò la testa sulla spalla.
Il taxi si fermò davanti al tribunale. Pagai Callaghan e scendemmo. L’Opel bianca ripartì lasciandosi dietro una nuvola di gas.
Salimmo le scale che conducevano alle aule di udienza. Lei era bella, il suo vestito a fiori la slanciava come una giraffa. A metà ascesa le toccai una spalla.
“Sei sicura di volere il divorzio?”.
Maia si bloccò e si mise una mano davanti alla bocca: “Oddio!”.
“Che c’è?”
“La valigia!”
“Cosa?”
“Ho dimenticato la valigia in taxi.”
Ci guardammo per un lungo istante, poi scoppiammo di nuovo a ridere.



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antico
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#2 » lunedì 16 gennaio 2023, 23:57

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa GIORGIO LUPO EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#3 » martedì 17 gennaio 2023, 12:01

Tema centrato. Claudio e Maia stanno per divorziare e lui ricorda tutti i luoghi del loro amore, come tappe di un viaggio che li ha resi felici. Molto bella l’evoluzione di Maia, prima sembra infastidita dai ricordi, ma dopo, con la dimenticanza finale della valigia in taxi, ride insieme al suo quasi ex marito. Molto ben congegnati i dialoghi e credibile la serie di ambientazioni: il ristorante, il gioco dei gesti, la mostra, l’albergo, le allusioni erotiche. Di sicuro il racconto è ulteriormente abbellito dalla canzone che mostra la fragilità dei sentimenti.

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Polly Russell
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#4 » martedì 17 gennaio 2023, 16:32

Posto che a ‘sto tizio gli darei fuoco, il pezzo mi piace. Lui è insopportabile, mi immagino in quella situazione, con tutto il dolore e la fatica per prendere una decisione del genere, e quando finalmente prendi il toro per le corna, arriva lui! che fa il romanticone e ricorda ogni dettaglio della vostra vita insieme. Sei stato bravissimo a rendere lui, ma soprattutto lei! infastidita, scocciata oltre misura, ma che alla fine cede a una risata in memoria di quello che era stato.
buoni i dialoghi e gli agganci per farli.
Tema centrato.
cos’è l’imbocco delle cosce? XD
Polly

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Pretorian
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#5 » martedì 17 gennaio 2023, 23:34

Ciao, Andrea. Stilisticamente parlando, non penso che l'uso del passato remoto per la prima persona sia molto efficace. Per la terza può andar bene, ma per la prima da sempre una certa sensazione di "persona che sta raccontando" che funziona solo se effettivamente il tuo narratore sta anche raccontando una storia nella storia.
La trama è semplice, ma efficace. Il passaggio dalla poesia ai pompini mi è sembrato un po' brusco, e mi ha fatto quasi pensare ai cinepanettoni, ma rileggendo il tutto si intuisce dove volevi andare e devo dire che ti permette di centrare il tma in modo efficace. Buona prova, anche se stilisticamente migliorabile.

Alla prossima!

Cinzia Fabretti
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#6 » mercoledì 18 gennaio 2023, 14:39

Buongiorno, Andrea. Tema abbastanza centrato, credo. Il racconto è ben scritto, formalmente impeccabile. Mi lascia alquanto perplessa, però, la verosimiglianza della situazione.
Un divorzio implica, credo, situazioni di tale conflitto, e di tale irrimediabile mancanza di comunicazione, da immaginare con fatica un dialogo come quello nel taxi. Che con il tempo il conflitto si possa placare, fino a recuperare la vecchia complicità, è immagino possibile, ma non mentre si sta andando in tribunale. È da riflettere che già in partenza la moglie voglia offrirgli un’opportunità: altrimenti, nella già strana coincidenza della macchina guasta PROPRIO in quel giorno e in quell’ora, avrebbe chiamato un taxi per proprio conto. La dimenticanza finale la devo interpretare come premeditata. Ma se è così, si arriva al giorno dell’udienza?
Detto ciò, il racconto scorre ed è di davvero di piacevole lettura.

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Daniele
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#7 » mercoledì 18 gennaio 2023, 19:10

Ciao Andrea piacere di leggerti!
Hai scritto secondo me un racconto piacevole e interessante. Scorre bene anche se non sono sicuro che la prima al passato sia la migliore opzione per questo racconto in particolare, ma va anche a gusti personali questo.
Ho trovato lei un po troppo "smemorata", il finale aperto mi piace e personalmente trovo il tema azzeccato.
Forse avresti potuto asciugare qualcosa nella parte iniziale, un esempio può essere quel "guardò il telefono", qualche carattere prezioso avresti potuto risparmiarlo, oro puro su un limite di 4000 caratteri.
Bello il cambio di tono (negli argomenti) usato da lui per smuovere la moglie, significativi e non superflui i dettagli usati per far intuire le sensazioni di lei.
In definitiva ho apprezzato il racconto, bella prova!

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Michael Dag
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#8 » giovedì 19 gennaio 2023, 16:18

Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli,
Due personaggi caratterizzati davvero bene, anche se nessuno dei due suscita una vera simpatia creano l'atmosfera perfetta per il racconto.
Anzi, tre, perché nominare il tassista Callaghan è un tocco di classe, rende tutto più reale, e non una sagoma vuota.
Non mi è stato chiarissimo se lui aveva programmato tutto il tour nei punti importanti, ma vabbe. Magari no, e meglio così.
Il finale che si riallaccia al titolo è una cosa che apprezzo sempre, e lascia quella speranza che alla fine, i due possano anche tornare insieme

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gcdaddabbo
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#9 » sabato 21 gennaio 2023, 16:13

Ciao Andrea! Sono di nuovo a leggerti. L’ambientazione in un taxi, questa volta una Opel bianca, riduce gli eccessi della “Seconda casa”. Tutto sommato il tema mi sembra centrato. La storia scivola tranquillamente tra qualche sorriso e qualche incongruenza. Ho imparato anche qualcosa. Non conoscevo Nikita Denise. In un racconto al passato in prima persona, mi fa rabbia che il protagonista mi nasconda il finale. Ti è sfuggito anche un imbocco senza accento. Non riesco a far a meno di chiederti: “Come ci stai nel gruppo SANTO?”

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Andrea76
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#10 » domenica 22 gennaio 2023, 10:27

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Claudio e Maia stanno per divorziare e lui ricorda tutti i luoghi del loro amore, come tappe di un viaggio che li ha resi felici. Molto bella l’evoluzione di Maia, prima sembra infastidita dai ricordi, ma dopo, con la dimenticanza finale della valigia in taxi, ride insieme al suo quasi ex marito. Molto ben congegnati i dialoghi e credibile la serie di ambientazioni: il ristorante, il gioco dei gesti, la mostra, l’albergo, le allusioni erotiche. Di sicuro il racconto è ulteriormente abbellito dalla canzone che mostra la fragilità dei sentimenti.

Ciao Alexandra, grazie mille per essere passata a leggermi. Come al solito, a prescindere che io riesca o meno a esprimerla bene, riesci sempre a cogliere la ragione che mi spinge a scrivere un determinato racconto. Ti ringrazio davvero per l'attenzione con cui sai leggere le cose degli altri, comprese la mie.

Michael Dag ha scritto:Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli,
Due personaggi caratterizzati davvero bene, anche se nessuno dei due suscita una vera simpatia creano l'atmosfera perfetta per il racconto.
Anzi, tre, perché nominare il tassista Callaghan è un tocco di classe, rende tutto più reale, e non una sagoma vuota.
Non mi è stato chiarissimo se lui aveva programmato tutto il tour nei punti importanti, ma vabbe. Magari no, e meglio così.
Il finale che si riallaccia al titolo è una cosa che apprezzo sempre, e lascia quella speranza che alla fine, i due possano anche tornare insieme
.
Ciao Micheal, grazie per il commento e per aver apprezzato la psicologia dei personaggi messi in scena.

Polly Russell ha scritto:Posto che a ‘sto tizio gli darei fuoco, il pezzo mi piace. Lui è insopportabile, mi immagino in quella situazione, con tutto il dolore e la fatica per prendere una decisione del genere, e quando finalmente prendi il toro per le corna, arriva lui! che fa il romanticone e ricorda ogni dettaglio della vostra vita insieme. Sei stato bravissimo a rendere lui, ma soprattutto lei! infastidita, scocciata oltre misura, ma che alla fine cede a una risata in memoria di quello che era stato.
buoni i dialoghi e gli agganci per farli.
Tema centrato.
cos’è l’imbocco delle cosce? XD

Ciao Polly, e grazie mille per il tuo commento. Sono contento di aver suscitato quel tipo di reazione che tu hai avuto leggendo il racconto, perchè più o meno questa è la voce che voglio avere. Tendo cioè a parlare di personaggi non esattamente smpatici e per i quali sulla carta è difficile provare anche un minimo di empatia.
Per quanto riguarda "imbocco", sono andato a cercare sul web per vedere se mi aveva detto bene e invece mi ha detto male. Non esiste l'imbocco delle cosce. Quando l'ho scritto mi sembrava un termine molto onomatopeico per descrivere la gonna che risale vertiginosamente lungo le gambe, ma in realtà (ahimè) non significa nulla. Touchè!

Pretorian ha scritto:Ciao, Andrea. Stilisticamente parlando, non penso che l'uso del passato remoto per la prima persona sia molto efficace. Per la terza può andar bene, ma per la prima da sempre una certa sensazione di "persona che sta raccontando" che funziona solo se effettivamente il tuo narratore sta anche raccontando una storia nella storia.
La trama è semplice, ma efficace. Il passaggio dalla poesia ai pompini mi è sembrato un po' brusco, e mi ha fatto quasi pensare ai cinepanettoni, ma rileggendo il tutto si intuisce dove volevi andare e devo dire che ti permette di centrare il tma in modo efficace. Buona prova, anche se stilisticamente migliorabile.

Alla prossima!

Ciao Agostino, grazie per essere passato. Concordo più o meno con tutto quello che mi hai fatto notare: il passaggio dalla poesia ai pompini è troppo brusco, bisognava dilatarlo un po' di più sacrificando dei caratteri da qualche altra parte; l'uso del passato remoto toglie immediatezza e trasparenza alla scena, anche se a volte amo comunque usarlo perchè in generale lo trovo più elegante del presente indicativo. Sono cotento comunque che tu abbia apprezzato nel complesso il racconto.

Cinzia Fabretti ha scritto:Buongiorno, Andrea. Tema abbastanza centrato, credo. Il racconto è ben scritto, formalmente impeccabile. Mi lascia alquanto perplessa, però, la verosimiglianza della situazione.
Un divorzio implica, credo, situazioni di tale conflitto, e di tale irrimediabile mancanza di comunicazione, da immaginare con fatica un dialogo come quello nel taxi. Che con il tempo il conflitto si possa placare, fino a recuperare la vecchia complicità, è immagino possibile, ma non mentre si sta andando in tribunale. È da riflettere che già in partenza la moglie voglia offrirgli un’opportunità: altrimenti, nella già strana coincidenza della macchina guasta PROPRIO in quel giorno e in quell’ora, avrebbe chiamato un taxi per proprio conto. La dimenticanza finale la devo interpretare come premeditata. Ma se è così, si arriva al giorno dell’udienza?
Detto ciò, il racconto scorre ed è di davvero di piacevole lettura.

Ciao Cinzia, grazie del commento e, leggendo la classifica, grazie per averlo complessivamente apprezzato. Ho riflettuto sui tuoi appunti e forse hai ragione sull'anello debole del testo che sta nel fatto che Maia poteva benissimo prendere un taxi per conto suo senza chiamare il marito. Si tratta di una forzatura unita ad altre coincidenze strane (come le hai definite tu), delle quali però non mi pento perchè senza (appunto) quelle forzature e/o coincidenze, io non saprei scrivere di narrativa. Spero di leggerti presto.

Daniele ha scritto:Ciao Andrea piacere di leggerti!
Hai scritto secondo me un racconto piacevole e interessante. Scorre bene anche se non sono sicuro che la prima al passato sia la migliore opzione per questo racconto in particolare, ma va anche a gusti personali questo.
Ho trovato lei un po troppo "smemorata", il finale aperto mi piace e personalmente trovo il tema azzeccato.
Forse avresti potuto asciugare qualcosa nella parte iniziale, un esempio può essere quel "guardò il telefono", qualche carattere prezioso avresti potuto risparmiarlo, oro puro su un limite di 4000 caratteri.
Bello il cambio di tono (negli argomenti) usato da lui per smuovere la moglie, significativi e non superflui i dettagli usati per far intuire le sensazioni di lei.
In definitiva ho apprezzato il racconto, bella prova!

CIao Daniele, grazie per il tuo commento. Sull'uso del passato remoto mi hai fatto la stessa osservazione che mi hanno fatto altri, e io ti dò ragione. Sul piano della tecnica dello show don't tell, il presente sarebbe stato più funzionale. Grazie comunque per aver apprezzato il racconto al netto di qualche forzatura sul comportamento dei personaggi in scena.

gcdaddabbo ha scritto:Ciao Andrea! Sono di nuovo a leggerti. L’ambientazione in un taxi, questa volta una Opel bianca, riduce gli eccessi della “Seconda casa”. Tutto sommato il tema mi sembra centrato. La storia scivola tranquillamente tra qualche sorriso e qualche incongruenza. Ho imparato anche qualcosa. Non conoscevo Nikita Denise. In un racconto al passato in prima persona, mi fa rabbia che il protagonista mi nasconda il finale. Ti è sfuggito anche un imbocco senza accento. Non riesco a far a meno di chiederti: “Come ci stai nel gruppo SANTO?”

Ciao Giovanni, e grazie per il tuo commento. No, non sono un santo, ma tutto sommato sono felice di non esserlo. Anche tu mi hai fatto degli appunti sull'uso del passato remoto, ne prendo atto soprattutto in considerazione di ciò che scriverò la prossima volta. Hai anche accennato a delle incogruenze all'interno del racconto, se hai la possibilità mi piacerebbe che tu le specificassi in modo che io possa farne tesoro per il futuro. A rileggerti.

Giovanni P
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Re: Dimenticanza freudiana

Messaggio#11 » lunedì 23 gennaio 2023, 10:52

Buongiorno Andrea,

il tuo racconto è semplice e delicato allo stesso tempo, senza scadere in inutili scene stucchevoli. Il tema per me è più che centrato, non sei dovuto ricorrere a spiegoni inutili.
Mi sono piaciuti molto i dialoghi, fanno scorrere la lettura e rendono bene anche se le descrizioni sono poche.

Complimenti.

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