305 di Emiliano Maramonte

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 16 gennaio con un tema di Giorgio Lupo, scrittore e Direttore Artistico del Temini Book Festival! Edizione con limite massimo di caratteri fissato a 4000 spazi inclusi!
Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 17 gennaio 2023, 0:46

Una granata esplose a pochi metri dalla trincea. Giuseppe si abbassò di scatto e si tenne l’elmetto. Fango e detriti piovvero su di lui. Subito dopo un insistente crepitio annunciò l’arrivo delle pallottole.
«Amedeo!» urlò Giuseppe. «Chiama gli altri. Ripieghiamo!»
L’aria si saturò di urla e del lezzo dei morti. I superstiti della brigata si ricompattarono e percorsero la trincea, in cerca di una posizione meno esposta.
Giuseppe si voltò: la luminosità del crepuscolo era insufficiente per contare i compagni dietro di lui. Amedeo gli si affiancò: aveva il volto segnato da pennellate di terra impastata col sangue. Ansimava. «Gli Austriaci avanzano. Sono troppi.»
Giuseppe si guardò intorno. Il cielo era grigio, la valle divorata dalla foschia.
Altre granate caddero non molto lontano. Dalla trincea partirono spari in sequenza per rallentare l’inarrestabile avanzata dei nemici. Anche Amedeo fece tuonare il suo fedele Carcano.
«Ho trovato» disse Giuseppe. Aveva scorto il campanile di una chiesa. «Ci nasconderemo lì per riprendere fiato e pensare a una soluzione. Dillo agli altri. Ci muoviamo subito.»
Amedeo parve dubbioso. «Ci sono i 305! Arriveranno prima o poi.»
Anche lui aveva paura. Dalle altre brigate erano giunte voci di decine di uomini sollevati in aria e smembrati dalla potenza di quelle armi. «Ecco perché dobbiamo sbrigarci!» spiegò Giuseppe.
La brigata lasciò in fretta e furia la trincea in direzione della chiesa. Giuseppe si avvicinò all’ingresso a schiena bassa, seguito dai compagni ben distanziati l’uno dall’altro. Fece segno col dito di mantenere il silenzio. L’edificio era abbandonato e martoriato dalle bombe. Da quella posizione, il frastuono della guerra sembrava più sopportabile.
Entrò. Prese la lampada dalla borsa a tracolla e l’accese. La navata era una distesa di detriti e calcinacci. I banchi erano sparsi dappertutto, spezzati in più parti. Giuseppe s’inoltrò nella chiesa, pronto a ogni evenienza. Richiamò gli altri e perlustrò la zona dell’altare, anch’esso pesantemente danneggiato, e sul retro scoprì bende insanguinate e una scarpa che conteneva un piede amputato.
Alcuni compagni della brigata lo raggiunsero. Amedeo comparve nel bagliore danzante e anemico della lampada. Giuseppe si sedette su una panca intatta e si accese una sigaretta. Nell’aria si diffuse un mesto piagnucolio; qualcuno pregava a bassa voce.
Giuseppe soffiò il fumo in alto e schiacciò il mozzicone sotto lo stivale incrostato di fango. Si appoggiò contro il muro e si sentì stringere il petto. Pensò a sua madre e sua sorella. Pensò all’orrore senza fine in cui vagava da mesi. Forse non sarebbe mai più tornato a casa.
Amedeo aveva tra le mani una tavoletta di cioccolato. «Ce la faremo?» chiese senza rivolgersi a qualcuno in particolare. Giuseppe gli rivolse un timido sorriso.
«Si avvicinano!» avvisò qualcuno di vedetta all’esterno. Giuseppe e gli altri tornarono alla navata. Gli scoppi aumentarono all’improvviso, poi un fischio spettrale annunciò il peggio.
«305!» gridò Amedeo. E fuggì.
Una terribile esplosione squarciò le pareti e scaraventò Giuseppe lontano, tra le braccia del dolore.
Si riebbe dopo un tempo indefinito. Gli doleva la testa e le orecchie gli rimbombavano, ma provava una strana sensazione di leggerezza. Si rizzò in piedi. A terra, intorno a lui, i cadaveri dei compagni. Barcollò fino all’uscita. Fuori c’erano il sole e Amedeo che lo attendeva sorridente, il volto sgombro da ogni sporcizia.
«Ascolta…» gli disse. «Che bel silenzio.»
«Che è successo?» Giuseppe non poteva credere che i rumori della guerra fossero scomparsi di colpo.
«Sono arrivati i rinforzi. Gli Austriaci sono in fuga. La battaglia è finita. Come ti senti?»
Giuseppe trasse un lungo respiro. L’aria odorava di… primavera. Tutto il peso della paura si era sciolto. La sua anima era in pace. «Siamo vivi?»
Amedeo si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ma possiamo fare una prova.» Gli si avvicinò e gli porse la tavoletta di cioccolato, mezzo scartata.
Giuseppe la prese e diede un morso.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7161

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 17 gennaio 2023, 0:52

Ciao Emiliano! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa GIORGIO LUPO EDITION!

Avatar utente
Sirimedho
Messaggi: 301
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 17 gennaio 2023, 21:23

Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti!

Un racconto di trincea e guerra, di paura e mascolinità. Si uccide, si scappa e si muore, e in effetti sembra che in guerra non ci sia molto altro da fare.
All’inizio il racconto mi ha un po’ confuso, mi sembrava che i soldati stessero aspettando il fuoco dei 305 a propria difesa, ma poi invece viene detto che li hanno gli austriaci. Poi dopo sparano e il pallido rifugio della chiesa salta e con loro i soldati all’interno, per poi ritrovarsi probabilmente in una versione pacificata del mondo ordinario, morti compresi.

I punti di forza sono i numerosi dettagli, anche storici (l’obice 305, il fucile Carcano…). Si fa un po’ il tifo per i soldati, dimenticando che avrebbero volentieri fatto ai loro nemici tutto quello che stavano provando loro.

Sicuramente dovuto alla mancanza di tempo per la pulitura, ci sono alcuni dettagli che, a mio avviso, rallentano la lettura. Ad es. “tra le braccia del dolore” mi sembra eccessivamente retorica, anche se forse serve ad aumentare la dissonanza del risveglio sucessivo, non così tanto doloroso (ma se è nello stato di morte, perché alcuni dolori li sente ancora e gli altri no?). Altro esempio, il “volto segnato da pennellate di terra impastata col sangue” descrive bene il viso ma in un modo che ho trovato un po’ troppo contorto visto la lettura concitata della fuga (e capisco che è essenziale dirlo, visto che invece alla fine Amedeo ha il viso pulito).

Per migliorarlo suggerirei di pulire quei dettagli di cui ho già parlato.

Tema rispettato.

Buona gara!

P.S. Non sapevo cosa fosse il 305, ma sul web ho trovato che erano in possesso degli italiani; forse lo avevano anche gli austriaci?

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » martedì 17 gennaio 2023, 23:03

Ciao Stefano! Che piacere risentirti!
Grazie per il commento franco e circostanziato. Lo apprezzo molto. Le tue indicazioni mi saranno molto utili in futuro, per non cadere troppo in espressioni enfatiche o eccessive.
Per quanto riguarda il "305" citato, si tratta di un pezzo d'artiglieria che, in verità, era molto diffuso proprio in quel periodo ed era in dotazione ad alcuni eserciti europei (anche la Germania) e in varie battaglie. L'Austria ne possedeva alcuni prodotti dalla Skoda. Senza contare che spesso i nemici, grazie alle imboscate, riusciva a sottrarli alle brigate italiane.
Ecco una foto d'epoca: https://www.storiaememoriadibologna.it/ ... 74?galid=3
All'epoca, erano armi assai temute perché sviluppavano una potenza di fuoco elevatissima.

Per altri chiarimenti sono qua!
Buona gara!

alexandra.fischer
Messaggi: 2836

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » mercoledì 18 gennaio 2023, 15:52

Tema centrato. Ottima la ricostruzione dell’esplosione in tutti i dettagli macabri: i corpi dilaniati, le schegge. Si percepisce anche l’angoscia della truppa attraverso i personaggi di Giuseppe e Amedeo, terrorizzati dall’arrivo degli austriaci. Molto efficace la scena della chiesa devastata, ma che pure offre un rifugio all’esercito in rotta, malgrado l’uso del Carcano. Splendida la scena finale con Giuseppe che esce dalla chiesa e trova Amedeo con l’ottima notizia della resa degli austriaci. Il vento primaverile, l’ottimismo, fanno pensare al Lettore che i due siano morti e in paradiso. Invece no, come prova il morso al cioccolato di Giuseppe. Davvero un racconto di grossa qualità.

Sira66
Messaggi: 154

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » mercoledì 18 gennaio 2023, 18:36

Ciao Emiliano. Atmosfera centrata in pieno, per restare in tema! I dettagli infatti sono molti e puntuali, segnando perfettamente la situazione cupa di guerra, la paura e l'atrocità che circonda i protagonisti. Direi anche centrato il tema, con quella chiusura inattesa e quasi estraniante. Buona prova. E buona sfida!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » giovedì 19 gennaio 2023, 10:11

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Ottima la ricostruzione dell’esplosione in tutti i dettagli macabri: i corpi dilaniati, le schegge. Si percepisce anche l’angoscia della truppa attraverso i personaggi di Giuseppe e Amedeo, terrorizzati dall’arrivo degli austriaci. Molto efficace la scena della chiesa devastata, ma che pure offre un rifugio all’esercito in rotta, malgrado l’uso del Carcano. Splendida la scena finale con Giuseppe che esce dalla chiesa e trova Amedeo con l’ottima notizia della resa degli austriaci. Il vento primaverile, l’ottimismo, fanno pensare al Lettore che i due siano morti e in paradiso. Invece no, come prova il morso al cioccolato di Giuseppe. Davvero un racconto di grossa qualità.


Che dire, cara Alexandra? Grazie di cuore! Sono felicissimo che ti sia piaciuto!
Buona gara!

Emiliano.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » giovedì 19 gennaio 2023, 10:11

Sira66 ha scritto:Ciao Emiliano. Atmosfera centrata in pieno, per restare in tema! I dettagli infatti sono molti e puntuali, segnando perfettamente la situazione cupa di guerra, la paura e l'atrocità che circonda i protagonisti. Direi anche centrato il tema, con quella chiusura inattesa e quasi estraniante. Buona prova. E buona sfida!


Grazie per le belle parole. Fanno sempre piacere.
Buona sfida anche a te!

Avatar utente
Domenico
Messaggi: 145

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » giovedì 19 gennaio 2023, 15:04

Ciao Emiliano,
‘la luminosità del crepuscolo era insufficiente per contare i compagni dietro di lui.’
‘Amedeo gli si affiancò: aveva il volto segnato da pennellate di terra impastata col sangue.’
Questo passaggio è bellissimo. Sublime.
Però poi leggo queste due frasi:
‘Amedeo parve dubbioso.’
‘Anche lui aveva paura.’
Qui mi sarebbe piaciuto vedere il dubbio e la paura, ma probabilmente il numero di caratteri e il tempo limitato non hanno giovato.
Ma è l'unica sbavatura, secondo me, di una prova eseguita in modo perfetto.
Racconto con un ritmo calzante e che ti tiene ben attaccato al testo. Tema preso e coniugato perfettamente.
Però, per gusto personale, e per la 'sbavatura' lo metto al secondo posto.
Complimenti!
„Che Dio mi conceda la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la tenacia di cambiare ciò che posso e la fortuna di non fare troppe cazzate.“

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » venerdì 20 gennaio 2023, 0:17

Domenico ha scritto:Ciao Emiliano,
‘la luminosità del crepuscolo era insufficiente per contare i compagni dietro di lui.’
‘Amedeo gli si affiancò: aveva il volto segnato da pennellate di terra impastata col sangue.’
Questo passaggio è bellissimo. Sublime.
Però poi leggo queste due frasi:
‘Amedeo parve dubbioso.’
‘Anche lui aveva paura.’
Qui mi sarebbe piaciuto vedere il dubbio e la paura, ma probabilmente il numero di caratteri e il tempo limitato non hanno giovato.
Ma è l'unica sbavatura, secondo me, di una prova eseguita in modo perfetto.
Racconto con un ritmo calzante e che ti tiene ben attaccato al testo. Tema preso e coniugato perfettamente.
Però, per gusto personale, e per la 'sbavatura' lo metto al secondo posto.
Complimenti!


Ciao Domenico! Lieto di conoscerti.
Grazie per le belle parole. Addirittura passaggio "sublime". Sono contento!
Grazie anche per la franchezza nel sottolineare ciò che non ti ha convinto. Bene così, mi servirà la prossima volta per migliorare ancora.

Buona gara!
Emiliano.

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » sabato 21 gennaio 2023, 14:02

Ciao Emiliano, piacere di leggerti.

Prima un paio di note stilistiche e poi una sulla storia.
Mi ha bloccato qualche secondo quel "rallentare l'inarrestabile avanzata", mi ha costretto a rileggere il periodo per capire cosa mi sembrava stonato. Forse sarebbe bastato "rallentare l'avanzata" per evitare tutte quelle R ravvicinate.
Relativamente al Carcano e al 305, non conoscevo nessuno dei due, ma sul secondo dai subito il dettaglio della potenza e degli effetti, quindi un'immagine si forma in testa, invece del Carcano sappiamo solo che tuona. Se avessi accennato alla necessità di impugnarlo, a un grilletto da tirare, al calcio posato sulla spalla oppure a una mira non presa per la fretta avresti dato qualche indizio in più per confermare che si tratti di un fucile.
In merito al piede amputato, per le bende pensiamo a una operazione compiuta sull'altare. Ma quale medico non valuterebbe lo stato del piede togliendo la scarpa prima di tagliarlo via? Diverso sarebbe un piede perso con tutta la scarpa per una esplosione, come potrebbe trovarsi sul bordo di un cratere.
In merito alla storia, mi lascia perplesso la rilassatezza dei soldati appena entrati nella chiesa. Il protagonista non sa nemmeno in quanti sono, presumibilmente anche gli altri sono nella stessa condizione, e invece di riunirsi e contarsi, valutare la quantità di munizioni e lo stato dei feriti, ci racconti una scenetta che mi sembra più adatta a un riposo serale in caserma, con la sigaretta e la cioccolata, che a un teatro di guerra a battaglia in corso.
Ciò nonostante, sono tutti dettagli veniali e la storia si è lasciata leggere dall'inizio alla fine, portandomi ad empatizzare e ad accogliere quasi con sollievo il finale, per la ritrovate 'pace' delle due anime che hanno smesso di tribolare per la guerra.
Secondo me, seppure con questi nei, hai dimostrato di cavartela molto bene anche con lo stile del racconto storico.
Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
laleti
Messaggi: 64

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » sabato 21 gennaio 2023, 15:14

Ciao Emiliano, ti faccio i miei complimenti. Il tuo racconto mi è piaciuto molto perché dal mio punto di vista è assolutamente centrato: la leggerezza arriva imprevedibile - anche se ce la aspettiamo, prima o poi, il pregio è che non la vediamo arrivare in anticipo. Hai gestito molto bene il finale, che non rassicura con un lieto fine semplice, la narrazione è immersiva e crea uno spazio e immagini chiare. Nella situazione di emergenza in cui si trovano Giuseppe e Amedeo, credo che le battute dei dialoghi potrebbero essere ancora più secche ed essenziali. Bella prova!

LeggErika3
Messaggi: 133

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » domenica 22 gennaio 2023, 12:08

Buongiorno Emiliano, un buon racconto per il quale il primo aggettivo che mi viene in mente è "solido". Fatti, eventi, movimento che porta avanti la storia. Competenza sui particolari d'epoca, psicologia di chi è costretto a scegliere in continuo fra lotta e fuga. L'empatia con Giuseppe mi è sfuggita un po' (forse perché ha pensato a madre e sorella in maniera generica, senza una minima personalizzazione; anche "l'orrore in cui vagava da mesi" è generico, preferisco le immagini più circostanziate, come la scarpa con il piede amputato).
Il tema è declinato correttamente, con una scelta di realismo che apprezzo. Condivido le osservazioni di quanti hanno trovato qualche passaggio un po' pesante (qualche aggettivo/avverbio ridondante) o individuato una formula retorica, ma sono parole che cascano giù dalla penna quando si scrive di getto, in genere poi è più facile limare in un secondo momento.

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » domenica 22 gennaio 2023, 17:25

Ciao Emanuele.
Racconto molto emozionante dal punto di vista degli avventimenti, ma forse alcuni passaggi potevano essere scritti in modo diverso per rendere più vivida la paura del soldato durante la fuga. Per esempio:
la luminosità del crepuscolo era insufficiente per contare i compagni dietro di lui

Provo a immaginarmi di essere in fuga, con la pochissima luce del tramonto, con proiettili che fendono l'aria e il mio plotone che scappa con me. Non mi verrebbe da pensare "la luce è insufficiente per contare i miei compagni", avrei un lessico più concitato per l'azione, tipo (esempio a caso) "non c'è abbastanza luce per contare quanti siamo", che nella forma è molto simile, ma dà un tono diverso. Poi quando arrivano alla chiesa e si calmano un po', ci sta usare un modo di descrivere più rilassato.
A parte questo, l'unico neo a mio parere è il finale un po' deus ex machina, di fatto il protagonista non è stato molto "protagonista": prima scappa, poi si rifugia in una chiesa, poi sviene. All'inizio dice anche "rifugiamoci per trovare una soluzione", però poi non lo fa. Sarebbe stato già diverso se, per esempio, nella prima parte avesse corso qualche rischio per inviare una richieta di soccorso (non so che mezzi avessero all'epoca per farlo, ma immagino esistesse qualche modo per comunicare a distanza e chiedere aiuto). In questo modo poi limitarsi a sopravvivere aspettando i soccorsi sarebbe stata l'azione più logica e l'arrivo degli alleati sarebbe stato merito suo, e non una "manna dal cielo".

Avatar utente
Shanghai Kid
Messaggi: 333

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » lunedì 23 gennaio 2023, 22:22

Ciao Emiliano,
come sempre è un piacere leggerti e anche con te si rischia davvero di essere ripetitivi.
Il tuo racconto mi è piaciuto e più di tutto mi è piaciuta la declinazione che hai dato al tema. Arrivata alla liberazione ho davvero tirato un sospiro di sollievo e ho provato una sensazione di leggerezza. Questo ci dice che sei riuscito a farmi empatizzare bene con il protagonista e che sicuramente il racconto è molto buono.
Lo stile, come sempre, molto bello.
Un appunto sciocco: io avrei fatto a meno di quei puntini di sospensione.
Buona edition,
a rileggerti.
Elisa

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » martedì 24 gennaio 2023, 11:18

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Emiliano, piacere di leggerti.

Prima un paio di note stilistiche e poi una sulla storia.
Mi ha bloccato qualche secondo quel "rallentare l'inarrestabile avanzata", mi ha costretto a rileggere il periodo per capire cosa mi sembrava stonato. Forse sarebbe bastato "rallentare l'avanzata" per evitare tutte quelle R ravvicinate.
Relativamente al Carcano e al 305, non conoscevo nessuno dei due, ma sul secondo dai subito il dettaglio della potenza e degli effetti, quindi un'immagine si forma in testa, invece del Carcano sappiamo solo che tuona. Se avessi accennato alla necessità di impugnarlo, a un grilletto da tirare, al calcio posato sulla spalla oppure a una mira non presa per la fretta avresti dato qualche indizio in più per confermare che si tratti di un fucile.
In merito al piede amputato, per le bende pensiamo a una operazione compiuta sull'altare. Ma quale medico non valuterebbe lo stato del piede togliendo la scarpa prima di tagliarlo via? Diverso sarebbe un piede perso con tutta la scarpa per una esplosione, come potrebbe trovarsi sul bordo di un cratere.
In merito alla storia, mi lascia perplesso la rilassatezza dei soldati appena entrati nella chiesa. Il protagonista non sa nemmeno in quanti sono, presumibilmente anche gli altri sono nella stessa condizione, e invece di riunirsi e contarsi, valutare la quantità di munizioni e lo stato dei feriti, ci racconti una scenetta che mi sembra più adatta a un riposo serale in caserma, con la sigaretta e la cioccolata, che a un teatro di guerra a battaglia in corso.
Ciò nonostante, sono tutti dettagli veniali e la storia si è lasciata leggere dall'inizio alla fine, portandomi ad empatizzare e ad accogliere quasi con sollievo il finale, per la ritrovate 'pace' delle due anime che hanno smesso di tribolare per la guerra.
Secondo me, seppure con questi nei, hai dimostrato di cavartela molto bene anche con lo stile del racconto storico.
Alla prossima.


Ciao Pietro!
Grazie per gli approfonditi rilievi e gli apprezzamenti finali.
Giusto per la precisione - ed è un appunto che farò alla fine anche con riferimenti ad altri commentatori - in un racconto tutto si può fare, nel senso che si possono dettagliare situazioni, gesti, descrizioni, emozioni e così via, però a Minuti Contati sai benissimo i caratteri sono limitati, per cui bisogna fare delle scelte assai oculate per non dilungarsi troppo salvaguardando, però, la comprensibilità del testo. Se mi fossi soffermato sul dettaglio del fucile o sulla scena della chiesa, facendo fare alla brigata determinate cose o altre azioni integrative, avrei avuto necessità di almeno 8000 caratteri.
Per ciò che riguarda il piede amputato, ho semplicemente ripreso il racconto REALE di un reduce, che col suo battaglione all'inseguimento di soldati austriaci in fuga, si fermò in una chiesa per riposarsi, e lì trovò bende insanguinate (forse medicazioni d'urgenza di soldati feriti in battaglia) e una scarpa con dentro un piede mozzato. Non mi sono fatto altre domande sull'episodio; in fondo, in guerra, non ci sono regole e tutto è precario...
La scena nella chiesa mi serviva per dare un minimo di respiro alla cupezza dell'atmosfera e per sottolineare l'orrore della guerra. E questo è quanto.

Buona gara!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » martedì 24 gennaio 2023, 11:20

laleti ha scritto:Ciao Emiliano, ti faccio i miei complimenti. Il tuo racconto mi è piaciuto molto perché dal mio punto di vista è assolutamente centrato: la leggerezza arriva imprevedibile - anche se ce la aspettiamo, prima o poi, il pregio è che non la vediamo arrivare in anticipo. Hai gestito molto bene il finale, che non rassicura con un lieto fine semplice, la narrazione è immersiva e crea uno spazio e immagini chiare. Nella situazione di emergenza in cui si trovano Giuseppe e Amedeo, credo che le battute dei dialoghi potrebbero essere ancora più secche ed essenziali. Bella prova!


Grazie, Letizia! Incasso con molto piacere i complimenti e ti auguro in bocca al lupo per questa Edizione!

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1014
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » martedì 24 gennaio 2023, 11:28

LeggErika3 ha scritto:Buongiorno Emiliano, un buon racconto per il quale il primo aggettivo che mi viene in mente è "solido". Fatti, eventi, movimento che porta avanti la storia. Competenza sui particolari d'epoca, psicologia di chi è costretto a scegliere in continuo fra lotta e fuga. L'empatia con Giuseppe mi è sfuggita un po' (forse perché ha pensato a madre e sorella in maniera generica, senza una minima personalizzazione; anche "l'orrore in cui vagava da mesi" è generico, preferisco le immagini più circostanziate, come la scarpa con il piede amputato).
Il tema è declinato correttamente, con una scelta di realismo che apprezzo. Condivido le osservazioni di quanti hanno trovato qualche passaggio un po' pesante (qualche aggettivo/avverbio ridondante) o individuato una formula retorica, ma sono parole che cascano giù dalla penna quando si scrive di getto, in genere poi è più facile limare in un secondo momento.


Ciao Erika!
Grazie per l'attenta lettura e per le considerazioni, sempre ben accette così come gli apprezzamenti. Le prossime volte metterò più attenzione alla retorica di alcuni passaggi.

Buona Edition!

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#19 » mercoledì 25 gennaio 2023, 12:51

Emiliano Maramonte ha scritto: Se mi fossi soffermato sul dettaglio del fucile o sulla scena della chiesa, facendo fare alla brigata determinate cose o altre azioni integrative, avrei avuto necessità di almeno 8000 caratteri.


Non mi riferivo all'inserimento di altri 4000 caratteri, ma solo di una ventina di caratteri in più in riferimento al Carcaro, come appunto hai fatto con il cannone. Ho visto in un video il 'Duca di baionette' tuonare contro chi scriveva "alabarde" in un romanzo storico e non ci infilava in qualche modo accanto, alla prima citazione, che si tratta di armi ad asta, a favore dei lettori non avvezzi al periodo storico. Mi è rimasto impresso e da allora faccio molto caso a situazioni simili. Mi spiace.

Emiliano Maramonte ha scritto: Per ciò che riguarda il piede amputato, ho semplicemente ripreso il racconto REALE di un reduce, che col suo battaglione all'inseguimento di soldati austriaci in fuga, si fermò in una chiesa per riposarsi, e lì trovò bende insanguinate (forse medicazioni d'urgenza di soldati feriti in battaglia) e una scarpa con dentro un piede mozzato.


A volte la realtà è più sorprendente della fantasia, e in un racconto (che non è un documentario) a volte arriva di più se si scrive il realistico che il reale. Concordo pienamente sulla possibilità di scegliere di raccontare quel che si vuole, erano solo i miei due cents in proposito.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
L'inquisitore
Messaggi: 152

Re: 305 di Emiliano Maramonte

Messaggio#20 » lunedì 30 gennaio 2023, 18:27

Ciao Emiliano! Racconto denso di suggestioni e dettagli interessanti, il fango, i suoni... La persona narrante è un po' in bilico tra una focalizzazione interna e un narratore esterno limitato. L'idea è buona, sarebbe stato un punto a favore se avessi suscitato anche nel lettore la paura del 305 invece che limitarti a dire che i personaggi ne hanno. In effetti non mi sono preoccupato di fare ricerche, ma dal racconto non emergono dettagli significativi sul tipo di minaccia che i nostri si aspettano.
Sul piano stilistico ci sono delle migliorie possibili. Oltre a quelle che ti hanno fatto notare, io vorrei sottolineare alcuni aspetti che potresti facilmente rendere meglio. Ho scelto un passaggio:

«Ho trovato» disse Giuseppe. Aveva scorto il campanile di una chiesa. «Ci nasconderemo lì per riprendere fiato e pensare a una soluzione. Dillo agli altri. Ci muoviamo subito.»
Amedeo parve dubbioso. «Ci sono i 305! Arriveranno prima o poi.»

Nella prima frase trovo quel "disse Giuseppe" un po' grossolano. Inoltre trascrivi la sua battuta prima di far sapere al lettore cosa l'ha suscitata, che non è la sequenza migliore. Se avessi costruito diversamente avresti potuto evitare il "dire" e il trapassato prossimo.
Similmente col dubbio di Amedeo, avrei preferito che tu lo facessi trasparire dalla sua battuta, piuttosto che dirlo. Avresti anche arricchito il dialogo che qui è piattarello.

Nel complesso un racconto interessante come immagini e movimento, che risulterebbe ancora migliore con uno stile un pelo più pulito.
Pollice tendente al positivo!

Torna a “170° All Time - Giorgio Lupo Edition - la 5° della Decima Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite