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Appuntamento alle 21.00 di lunedì 16 gennaio con un tema di Giorgio Lupo, scrittore e Direttore Artistico del Temini Book Festival! Edizione con limite massimo di caratteri fissato a 4000 spazi inclusi!
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Pietro D'Addabbo
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Messaggio#1 » martedì 17 gennaio 2023, 0:59

Stefano correva sul cavalcavia, saliva tenendosi sul bordo strada fino a raschiare la sacca con il cambio per la danza contro la rete metallica di protezione. Non si vedevano fari in arrivo. Gli stivali dei suoi inseguitori invece si facevano sentire. Prendere il ponte gli aveva fatto guadagnare metri, ma aveva sperato invano che la fatica li facesse mollare.
Più avanti la strada tagliava i vigneti e continuava ad essere deserta. Al di sotto invece le auto dei pendolari sfrecciavano a decine sulla statale. Non riusciva a pensare ad un modo per attirarne l’attenzione.
Osò voltarsi indietro, il più vicino dei teppisti era a metà salita. Il primo che aveva cominciato a seguirlo e insultarlo, quello che aveva ignorato, all’inizio. Una fortuna essersi accorto che arrivavano anche i compari, e via a gambe levate.
Oltre il ponte non c’era altro che aperta campagna, non avrebbe trovato aiuto contro la banda. I vigneti, interrotti solo dalla strada e da un casolare, parevano una cattiva idea, lo avrebbero rallentato.
L’edificio, in un appezzamento di terra che aveva concesso di crescere solo a rovi secchi, poteva dargli rifugio. Nessuno dei muri esterni pareva diroccato, fino al terrazzo sopra il primo piano. Le finestre ad arco, murate quasi completamente con mattoni di tufo bianco fino a lasciare una lunetta vuota da cui sarebbe passato al massimo un po’ di luce e il vento, contrastavano con il pesante portone di legno, lasciato invece accostato.
Forse poteva barricarsi là.
Approfittò della discesa per aumentare la falcata e non pensò ad altro che a non inciampare, non aveva intenzione di concedere quel divertimento ai suoi aguzzini.
Quando arrivò in fondo, prestò attenzione e si fermò, non udiva più alcun passo dietro di sé. Tutto pareva cessato, solo due dei ragazzi lo guardavano, fermi in cima al ponte, lontani perfino per tirare sassi. L’aveva scampata?
Si concesse di sorridere, avrebbe atteso che tornassero a casa per tornare indietro anche lui.
Fu il rombo dei motorini, ancor prima che la luce dei tre fari superasse la cresta del ponte, che gli fece venire la pelle d’oca. Non attese di averne conferma, prese a correre lungo la strada, verso il viale d’accesso del casolare, e poi verso il portone. Gli sterpi si aggrappavano alla tuta, ma non erano ostacoli che potessero fermarlo. E nemmeno le moto.
Barricare il portone o a nascondersi, non aveva alternative.
Come una lucertola fra le rocce sgusciò fra le due ante, poggiò la schiena e spinse perché quella aperta si accostasse all’altra serrando l’apertura. Ottenne di smuoverla, un acuto stridio di pietra contro pietra, e un breve graffio fresco sui lastroni del pavimento. Non abbastanza da tenere fuori gli altri.
I fasci di luce dei fari saettarono attraverso l’apertura, vincendo facilmente sulla flebile luce del crepuscolo che ancora entrava dalle finestre.
L’atrio d’ingresso era vuoto, nessun mobilio che potesse essere spostato, niente altro che segni di falò e di candele, spazzatura in ogni angolo, le porte verso due stanze minori e delle scale. Si immaginò topo, scappare via indisturbato; invece doveva giocarsi la pelle in quel postaccio sconosciuto. Scattò verso le scale a gradini bassi, di pietra, verso i piani superiori.
I ragazzi facevano rombare i motori, qualcuno prendeva a calci, o forse a spallate, la porta, per aprirla del tutto; un fracasso tale che Stefano non sentiva i propri stessi passi. Attraversò la stanza al primo piano, il pavimento di legno vibrava sotto i suoi piedi, come un palcoscenico. Anche quella era vuota. Raggiunse le scale dalla parte opposta, sentendo di nuovo la pietra sotto i suoi piedi. Inutile andare oltre, la terrazza non avrebbe offerto riparo.
Le moto invasero il piano terra, le ruote morsero le scale con un rombo assordante, salendo.
Quando spuntarono al primo piano, Stefano fu abbagliato da due fari, ma attese invano il terzo. Scomparvero, in un boato di ferro misto al gracchiare di legno in frantumi..


"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Corri

Messaggio#2 » martedì 17 gennaio 2023, 1:02

Ciao Pietro! Parametri ok, buona GIORGIO LUPO EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: Corri

Messaggio#3 » martedì 17 gennaio 2023, 19:40

Ciao Pietro, sempre un piacere passare a trovarti.
Allora, ottima narrazione, tieni alta l'attenzione con questo inseguimento ben descritto. Forse un narratore più interno avrebbe giovato a far partecipare ancora di più all'ansia e alla disperazione del protagonista, ma va bene anche così.
Per me avresti potuto alleggerire un momento tutta la parte centrale e dare un po' di contesto in più: chi sono questi aguzzini? Perché il tizio scappa? Avresti in questo modo avuto più spazio anche per declinare meglio il finale, che certamente fa il suo effetto, ma magari qualche dettaglio in più l'avrebbe potenziato.
Per me è un buon lavoro. Buona fortuna e alla prossima!

Graifus
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Re: Corri

Messaggio#4 » mercoledì 18 gennaio 2023, 12:43

Forse qui, parafrasando il tema, c’è più che altro l’imprevedibile pesantezza delle motociclette… Anche in questo racconto inseguimenti, tensione che sale e scende, bene. Mi è mancato un po’ capire perché lo inseguissero, a ‘sto povero ragazzo, la borsa da danza mi ha fatto pensare a un gruppetto omofobo di bulli, ma avrei voluto sapere un po’ di più sul protagonista… lo vedo fuggire, ma non capisco bene quali emozioni provi, oltre alla paura. 4000 battute però sono pochissime, lo so. Forse cala un po’ la tensione quando lui entra nella casa, l’idea che le moto salgano le scale, boh, forse ci sta, non me ne intendo… bello comunque il colpo di scena del solaio che crolla sotto il peso delle moto.

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christianfloris
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Re: Corri

Messaggio#5 » giovedì 19 gennaio 2023, 1:15

Buono. Buona l’idea, bene lo sviluppo, il climax della tensione è presente e non si capisce, fino all’ultimo, quale potrà essere la conclusione. Il focus sul tema (senz’altro di non facile svolgimento e speriamo che la prossima edition non sia Mille splendidi soli) è presente anche se, curiosamente, lo si apprezza come in un negativo fotografico: da come i teppisti piombano giù dal tetto pericolante verrebbe da dire che il titolo dell’edition fosse “la prevedibile pesantezza degli stronzi in motocicletta”. Per contro, il povero malcapitato si salva proprio per la sua esile corporatura. In altre parole, lo sviluppo della traccia rientra nei canoni prefissati, ma ci si arriva come in una traiettoria da biliardo, dopo due o tre sponde.
Ciò non toglie che si tratti di un racconto equilibrato, ben scritto, che non mira a stupire con effetti speciali, ma a giungere in meta con una narrazione asciutta e lineare.

La mia valutazione è 9,25

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Andrea76
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Re: Corri

Messaggio#6 » martedì 24 gennaio 2023, 17:12

Ciao Pietro, secondo me il racconto è ben scritto. Nonostante la narrazione sia abbastanza esterna rispetto al filtro del personaggio, durante tutto l’inseguimento il testo è permeato da una sottile tensione che personalmente ho apprezzato. Bella la chiusura, con le moto inghiottite dal pavimento di legno. La descrizione dell’ambente in cui il protagonista si trova a essere inseguito è ben dettagliata Forse anche troppo. Probabilmente per rendere meglio l’immediatezza intrinseca alla scena sarebbe stato meglio non descrivere troppo minuziosamente il casolare. Ad esempio, l’espressione le finestre ad arco, murate quasi completamente con mattoni di tufo bianco fino a lasciare una lunetta vuota l’ho trovata incongruente rispetto a una scena rapida come dovrebbe essere quella del tuo racconto. Penso cioè che se mi trovassi a essere inseguito in una situazione di panico, non mi soffermerei su certi particolari. A parte questa minuzia, ho trovato il tema del contest non totalmente centrato: l’imprevedibilità c’è, non la leggerezza visto che le moto in realtà precipitano a causa del loro peso. Poi, in ultima analisi, mi mancano le motivazioni per cui Stefano venga inseguito da quei teppisti, e questa mancanza riduce l’effetto emotivo sul lettore. C’è un indizio che ci fornisci, ovvero la sacca con il cambio per la danza, ma poi non sviluppi ulteriormente questa informazione e ciò, a mio avviso, rappresenta un ulteriore minus del racconto.

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Maurizio Chierchia
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Re: Corri

Messaggio#7 » mercoledì 25 gennaio 2023, 18:48

Ciao Pietro.
Allora, il racconto mi è piaciuto in parte. L'inizio me lo sono gustato, mi ha ricordato la scena dell'omosessuale buttato giù dal ponte in IT. La fine invece mi ha deluso un po'. Secondo me potevi impegnarti un po' di più nel descrivere la caduta dei motorini, ho riletto più volte perchè all'inizio pensavo fossero fantasmi.
In ogni caso nel complesso è un buon lavoro.
Ti auguro buona gara e a rileggerci presto!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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F.M.Rigget
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Re: Corri

Messaggio#8 » mercoledì 25 gennaio 2023, 20:34

Ciao Pietro e piacere di conoscerti!
Il mal di testa mi uccide, ma sono pronta a offrirti le mie osservazioni! Se ne vorrai parlare mi farebbe piacere!

Per quanto riguarda il tema lo ritengo centrato.
Non è stato facile dare questa valutazione, in quanto mi trovo concorde con chi mi ha preceduto nei commenti: il focus narrativo permette di arrivare al punto di vista tematico con un po’ di difficoltà, quasi in calcio d’angolo.
Credo – correggimi se sbaglio – che la tua intenzione fosse quella di tenere il lettore in tensione, lasciando cadere (a tutti gli effetti) il punto di rottura e poi quello di rilascio in rapida successione, per non permettere la ripresa di fiato. È il risvolto finale del racconto a fornirci l’imprevedibilità, mentre l’interpretazione della leggerezza è pratica, più che simbolica. Giusto?
Se è così, penso che l’idea sia stimolante, ma non nego di aver avuto un po’ di difficoltà ad arrivarci!

La sintassi è pulita, la narrazione fluida e scorrevole.
Ho apprezzato molto la gestione delle informazioni che hai fornito al lettore. A mio avviso in una scena di inseguimento non è affatto scontato riuscire a collocare bene il personaggio, offrendo poche e incalzanti descrizioni utili a non perdere per strada il lettore!


Sono felice di averti letto e spero di aver ci saranno presto altre occasioni di confronto!

Federica
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#ladonnadaicommentilunghi

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AndreaCrevola
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Re: Corri

Messaggio#9 » giovedì 26 gennaio 2023, 19:19

Ciao Pietro, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto. Seguire la fuga dell’uomo è una trama lineare che rischia di essere banale, ma mi pare che tu abbia dato il ritmo giusto ai vari accadimenti. Nonostante il protagonista compia numerose azioni, ho trovato semplice seguire i vari passaggi. Ho trovato anche facile visualizzare le scene grazie ai dettagli che hai inserito nel testo.
Il tema è rispettato.
Alcune imperfezioni: avrei chiarito meglio le motivazioni della fuga, anche per empatizzare di più; il numero dei teppisti all’inseguimento non è precisato (prima sono due, poi ci sono tre moto…), dunque non capisco se alla fine il protagonista sia salvo oppure no.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Corri

Messaggio#10 » domenica 29 gennaio 2023, 12:15

Grazie a tutt* per i vostri commenti.
Questo racconto è partito con una idea precisa in mente, della quale l'inseguimento era solo l'innesco, la causa dell'uscita del protagonista dal mondo ordinario. Mettendolo su carta, però, la scena mi ha preso la mano e i caratteri, mi ha 'tirato nella storia' e costretto a cambiare totalmente la scaletta per adottare il finale che avete letto.

MatteoMantoani ha scritto:... un narratore più interno avrebbe giovato a far partecipare ancora di più all'ansia e alla disperazione del protagonista...
... dare un po' di contesto in più: chi sono questi aguzzini? Perché il tizio scappa? ...
... declinare meglio il finale, che certamente fa il suo effetto, ma magari qualche dettaglio in più l'avrebbe potenziato...


Sono d'accordo con tutti e tre i punti.
Ho considerato di utilizzare la prima persona, ma il plot originale prevedeva di descrivere un balletto su un palcoscenico e mi sono chiesto se sarei riuscito, nel tempo a disposizione, a immedesimarmi nel ballerino per descrivere le figure. Quando ho cambiato la scaletta della storia non sono tornato a riscrivere l'inseguimento cambiando persona.
Il contesto era in un paio di righe che ho dovuto sottrarre all'ultimo minuto proprio per dare spazio al finale, non riuscivo a tagliare altro dall'inseguimento. Speravo che il contrasto scarpe da ginnastica/stivali degli inseguitori desse una vaga idea del tipo di antagonisti, ero cosciente che era forse un po' sotto il minimo.

Graifus ha scritto:... l’imprevedibile pesantezza delle motociclette…
... perché lo inseguissero, a ‘sto povero ragazzo, la borsa da danza mi ha fatto pensare a un gruppetto omofobo di bulli...
... non capisco bene quali emozioni provi, oltre alla paura…


D'accordissimo anche con te, ho 'sfiorato' il tema. Doveva esserci un inseguimento di poche righe e un balletto di tre mila caratteri, ma le dita mi hanno portato verso altri tasti. Grazie per aver apprezzato comunque.
La borsa doveva fare da contraltare agli anfibi e ai giubbotti borchiati di metallo, ma ho dovuto ridurre all'osso quella parte per avere spazio per il finale. Con 5000 sarei stato più comodo. ^__^

christianfloris ha scritto:...focus sul tema è presente anche se, curiosamente, lo si apprezza come in un negativo fotografico...
... non mira a stupire con effetti speciali, ma a giungere in meta con una narrazione asciutta e lineare.


Grazie per queste considerazioni, mi fanno molto piacere. La seconda in particolare mi riporta a una vecchia pubblicità che adoravo. D'altra parte il mio obbiettivo è proprio quello, piccoli passi e arrivare alla meta.

Andrea76 ha scritto:... Probabilmente per rendere meglio l’immediatezza intrinseca alla scena sarebbe stato meglio non descrivere troppo minuziosamente il casolare. Ad esempio, l’espressione le finestre ad arco, murate quasi completamente con mattoni di tufo bianco fino a lasciare una lunetta vuota l’ho trovata incongruente rispetto a una scena rapida...
... ho trovato il tema del contest non totalmente centrato: l’imprevedibilità c’è, non la leggerezza visto che le moto in realtà precipitano a causa del loro peso...
... C’è un indizio che ci fornisci, ovvero la sacca con il cambio per la danza, ma poi non sviluppi ulteriormente questa informazione...


Hai beccato un punto che avrei limato volentieri anch'io, con una mezz'ora in più a disposizione. Mi sono trovato in difficoltà nel giustificare le finestre murate e la presenza di luce all'interno, perciò ho inserito la descrizione, contando di limarla in seguito. Sarà sicuramente un punto che riguarderò se questa storia avrà altri destini oltre a Minuti contati.
Quanto al tema, so di averlo sfiorato. Con più tempo avrei messo a fuoco la Leggerezza del protagonista, che supera indenne il pavimento di legno poco solido, al contrario degli antagonisti.
Quanto alla sacca, la storia inizialmente doveva essere incentrata su un balletto, e la sacca sarebbe stata pienamente sviluppata. E' rimasta a suggerire il retroscena di bullismo verso un ragazzo con la passione per la danza, ma non potevo farlo inseguire in scarpe da punta per dare maggiore spessore nella storia che invece mi è venuta fuori dalle dita.
^__^

Maurizio Chierchia ha scritto:... L'inizio me lo sono gustato, mi ha ricordato la scena dell'omosessuale buttato giù dal ponte in IT...
... Secondo me potevi impegnarti un po' di più nel descrivere la caduta dei motorini...


Non amo gli horror, perciò la scena mi manca, ma me la cercherò visto che mi hai incuriosito.
Scena della caduta sicuramente da migliorare, come tutti i miei finali risente molto di essere scritto 'in ansia per la consegna'. Ma sto lentamente migliorando la gestione del tempo.

F.M.Rigget ha scritto:... il focus narrativo permette di arrivare al punto di vista tematico con un po’ di difficoltà, quasi in calcio d’angolo...
... È il risvolto finale del racconto a fornirci l’imprevedibilità, mentre l’interpretazione della leggerezza è pratica, più che simbolica...


Sapevo di stare sfiorando il tema di quel tantino che non mi avrebbe messo in 'fuorigioco', per rimanere nello stesso campo della tua metafora. Sono contento di non essere stato fischiato. :-)
Il finale voleva proprio sottolineare l'imprevedibilità, il ragazzo si è messo in un vicolo cieco pensando di potersi barricare, ma se la cava per la differenza di peso, la sua Leggerezza (d'animo e di corpo) contro il peso dei suoi inseguitori, morale e materiale.

AndreaCrevola ha scritto:... la fuga dell’uomo è una trama lineare che rischia di essere banale, ma mi pare che tu abbia dato il ritmo giusto ...
... Alcune imperfezioni: avrei chiarito meglio le motivazioni della fuga, anche per empatizzare di più; il numero dei teppisti all’inseguimento non è precisato (prima sono due, poi ci sono tre moto…), dunque non capisco se alla fine il protagonista sia salvo oppure no.


Grazie, non immaginavo che potesse essere apprezzato tanto quanto tu hai fatto, ero ben conscio dei difetti e ho poi letto racconti nel gruppo che ho apprezzato molto di più del mio quanto ad originalità.
Sono d'accordo sulla scarsezza di informazioni in merito allo 'scontro' iniziale, questo inseguimento doveva essere solo un incipit a un'altra storia, quando è diventato una storia intera non mi sono reso bene conto che era lui, adesso, ad aver bisogno di un incipit. ^__^

A tutt*
Ancora grazie. Alla prossima!
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Corri

Messaggio#11 » giovedì 2 febbraio 2023, 14:57

Un shot bello preciso che rimane coerente per tutta la sua durata. Certo, più contesto non avrebbe fatto schifo e questo l'hai pagato al tempo e ai caratteri, quindi è da conteggiare come un malus. Bene il tema, declinato quasi letteralmente e allora ecco che, in effetti, a poco serve il contesto e bene che non ci sia, cosa che limita il malus. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.

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