Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 16 gennaio con un tema di Giorgio Lupo, scrittore e Direttore Artistico del Temini Book Festival! Edizione con limite massimo di caratteri fissato a 4000 spazi inclusi!
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Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 gennaio 2023, 2:12

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BENVENUTI ALLA GIORGIO LUPO EDITION, LA QUINTA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 170° ALL TIME!

Questo è il gruppo SANTO della GIORGIO LUPO EDITION con GIORGIO LUPO come guest star.

Gli autori del gruppo SANTO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo PIETRE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ANIME.


Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da GIORGIO LUPO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DECIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SANTO:

La storiella inventata, di Matteo Mantoani, ore 23.04, 3993 caratteri
Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli, ore 23.50, 3993 caratteri
Sii te stesso, di Christian Floris, ore 22.39, 2557 caratteri
La cella, di Andrea Crevola, ore 00.56, 3985 caratteri
C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia, ore 00.48, 3992 caratteri
Saper lasciare andare, di Rigget, ore 23.53, 3968 caratteri
FAME, di Paola Grifo, ore 23.57, 3969 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo PIETRE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo PIETRE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo PIETRE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA GIORGIO LUPO EDITION A TUTTI!



Cinzia Fabretti
Messaggi: 157

Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 18 gennaio 2023, 16:22

La storiella inventata di Matteo Mantoani Il tema mi sembra centrato. Il racconto si avvia bene. Si coglie presto che per necessità la ragazza sta vendendo qualcosa di sé, ma non si arriva a immaginare cosa, fino al finale. L’autore racconta di un’epoca in cui la tecnologia riesce a ripulire un’anima ‘sporca’ attraverso il contatto con un’anima più pura e leggera. E naturalmente, tale tecnologia è disponibile a pagamento. L’idea disturbante suggerita è che tutto si possa comprare.
Tuttavia, qualcosa non mi torna. A rifletterci, il tema è impostato su categorie tradizionali: buono-cattivo, paradiso-inferno, cattivo che compra un futuro a spese di altri. Io avrei introdotto riflessioni che portassero il lettore a guardare le cose in modo diverso: se un’anima nasce con un suo ‘peso’, come ipotizzato nel racconto, che responsabilità ha il suo portatore, che senza alcuna colpa è già assegnato a un destino? Riequilibrare i pesi non sarebbe immorale, semmai un’opera di equità. Insomma, che colpa ha un ‘bastardo’ se è nato così e non ha alternative? E dunque il vecchio che ingiustamente è diretto all’inferno perché dovrebbe dolersi di farsi ‘aiutare’ a salvarsi? Capovolgere la prospettiva avrebbe offerto una narrazione più intrigante.
Dal punto di vista della forma, scrivere: Il secondo grande uomo fu…, e poco dopo: Il terzo grande uomo fu… richiederebbe logicamente trovare, prima, un: Il primo grande uomo fu… formulazione che manca.
Queste osservazioni non tolgono che il racconto sia interessante e a mio avviso ben scritto.

Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli Tema abbastanza centrato. Il racconto è ben scritto, formalmente impeccabile. Mi lascia alquanto perplessa, però, la verosimiglianza della situazione.
Un divorzio implica, credo, situazioni di tale conflitto, e di tale irrimediabile mancanza di comunicazione, da immaginare con fatica un dialogo come quello nel taxi. Che con il tempo il conflitto si possa placare, fino a recuperare la vecchia complicità, è immagino possibile, ma non mentre si sta andando in tribunale. È da riflettere che già in partenza la moglie voglia offrirgli un’opportunità: altrimenti, nella già strana coincidenza della macchina guasta PROPRIO in quel giorno e in quell’ora, avrebbe chiamato un taxi per proprio conto. La dimenticanza finale la devo interpretare come premeditata. Ma se è così, si arriva al giorno dell’udienza?
Detto ciò, il racconto scorre ed è di davvero di piacevole lettura.

Sii te stesso di Christian Floris Tema centrato. Se proprio volessi fare un appunto all’autore, potrebbe essere di aver scelto astutamente di raccontare qualcosa che ci tocca particolarmente, noi tutti che partecipiamo alla sfida. Per darci poi il finale che tutti vorremo.
Stringere un manoscritto, ed essere sul punto di proporlo... Crederci, ma avere paura. Non sapere come proporlo in modo diverso, come aprirgli la strada, come valorizzarlo. Essere anche stanchi, sfiduciati, tentati di mollare. Addossarsi colpe, sentirsi inadeguati. E avere bisogno, BISOGNO di una rassicurazione, anche semplice, anche di uno sconosciuto, che però ti ricordi chi sei e ti ridia fiducia. Ecco, raccontare questo significa smuovere qualcosa nelle fibre di ogni scrittore che ricordi i suoi inizi e di ogni scribacchino che negli inizi ancora sguazza. Soprattutto se alla fine va tutto bene. Ben scritto.

La cella, di Andrea Crevola Ho letto con piacere questo racconto, la cornice storica che hai ideato è, per i miei gusti, affascinante. Naturalmente hai rielaborato in termini personali la vicenda leggendaria della torre di Babele che, però, fin dal suo comparire sullo sfondo anticipa il finale, riducendo l’imprevedibilità del racconto. Per il resto, ho alcuni dubbi sugli accadimenti. Ho avuto l'impressione che le accuse di aver offerto a stranieri i piani della torre fossero false, perché si maledice non per aver venduto delle carte, ma per aver pronunciato certe parole. Ovvio che la sofferenza che subisce spingerebbe qualsiasi uomo a pentirsi di aver parlato in un certo modo, ma potrebbe aver parlato contro il progetto della torre per semplice prudenza? E nella convinzione di essere nel giusto? E poi, perché si rivolge a Dio chiedendo perdono? Non dovrebbe chiedere il soccorso, che infatti arriva? Alla fine, il mio dubbio è di non aver compreso bene tutto. Le suggestioni suggerite dalle descrizioni sono state, però, molto gradevoli.

C’è sempre tempo di Maurizio Chierchia Sono incerta sul giudicare del tutto centrato il tema. C’è l'imprevedibilità, ma non ho colto la leggerezza. Il racconto è piuttosto permeato d’angoscia, l’angoscia del non ricordare, dello smarrimento. E se è vero che nel finale il protagonista comprende, e che tale comprensione ci fa scoprire che la vita non si conclude con la morte, è pur vero che l’orizzonte non si illumina, che il semplice esistere ancora non coincide con la gioia. Insomma, manca proprio l’apertura finale sulla leggerezza e sulle promesse del futuro. Che ragionando posso dedurre, ma che il racconto non mi mette davanti nella loro bellezza. Per il resto, scrittura fluida e impeccabile. Bel racconto.

Saper lasciare andare, di Rigget Tema direi centrato. Si può percepire l’esistenza come un groviglio di situazioni che schiaccia, o si può imparare a deporre certi pesi, a lasciar correre. Un po’ tutti sperimentiamo la prima condizione, e la sensazione di sollievo quando impariamo a lasciar andare, a ridimensionare, a dare più valore a noi stessi. Non sappiamo granché della donna che vive questo percorso, non è lei la voce narrante. Ma sappiamo che sta imparando a sorridere di più e con più convinzione. Un solo appunto: che la voce narrante sia un animale l’ho sospettato subito, ma l’autrice tenta giustamente di non darmi subito conferma. Però, usa un trucco che viola una sorta di regola della scrittura: non ingannare mai il lettore. Se scrivi che qualcuno è ’seduto sul divano del salotto’, e che ha ‘le gambe raccolte al busto’, non parli di un animale ma di un essere umano. Avrei tentato di mostrare la scena in modo diverso, (tipo: dal divano vedeva oltre la finestra ecc. ecc.) senza usare né la parola zampe (rivelatrice) né quella gambe (altrettanto rivelatrice e dunque, in più, ingannatrice). Fatta eccezione per questo minuscolo appunto, davvero un bel racconto.

Fame di Paola Grifo Tema centrato. Letto con piacere un racconto che ricapitola un percorso a volte comune, per certe donne cresciute con l’ansia di essere come la famiglia le ha concepite. Brave, in tutti i ruoli possibili. La storia di Paola, affamata di approvazione, che tiene per sé solo un minuscolo spazio nascosto in cui esprimersi con libertà, è ben disegnata e partecipata. La si immagina, la si sente. Ha sostanza di realtà. Ho poco o nulla da dire anche sulla forma. Forse, eviterei di rincarare in certi punti che il peso è simbolo o metafora di una pressione interiore, che si rovescia sul fuori. Lo capiamo bene, anche senza che ci venga più volte suggerito. Evitata questa sottolineatura, il resto è per me davvero piacevole. Complimenti



Faccio una premessa: riesco per la prima volta e con enorme difficoltà a postare qualcosa. Per me, voi tutti che partecipate spesso siete dei mostri di bravura. Dover quindi leggere e commentare mi ha imbarazzato. La classifica, poi, l’ho stilata tra mille dubbi, segno che per me i valori erano davvero tanto vicini tra loro.

Fame di Paola Grifo

Sii te stesso di Christian Floris

Dimenticanza freudiana di Andrea Spinelli

Saper lasciare andare di Rigget

C’è sempre tempo di Maurizio Chierchia

La cella di Andrea Crevola

La storiella inventata di Matteo Mantoani

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Daniele
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 19 gennaio 2023, 17:03

Eccoci alla classifica finale. Un gruppo questo con racconti molto diversi tra loro nelle intenzioni, nell'interpretazione del tema e nello stile adottato, per questo non è stato facile stilare una classifica.
Parto da una premessa: nei miei commenti sono andato a cercare spesso il pelo nell'uovo, sapendo in primis che i miei giudizi sono estremamente personali sia nell'interpretazione dei racconti sia per influenze dei miei gusti in fatto di stile. Cosa più importante, giudicare e analizzare è estremamente più facile di scrivere, e i miei sono comunque giudizi e analisi di un ragazzo che attualmente è meno che un esordiente e che sta cercando di crescere e formarsi come scrittore.
Detto ciò, ecco in spoiler i miei commenti ai racconti e la mia classifica finale:

► Mostra testo



1) La storiella inventata, di Matteo Mantoani
2) Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli
3) C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia
4) FAME, di Paola Grifo
5) Saper lasciare andare, di Rigget
6) La cella, di Andrea Crevola
7) Sii te stesso, di Christian Floris

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Michael Dag
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 19 gennaio 2023, 17:37

Devo dire che nonè stato facile creare la clasifica. Il tema di questo mese era particolarmente ... strano... e ognuno l'ha interpretato a modo suo. io per primo, col mio racconto, non sono cero di averlo espresso pienamente.
Gli unici due che mi pare abbiano davvero centrato il tema li ho messi primi, il resto della classifica è stao complicato.
Buona scrittura a tutti.



1- Saper lasciare andare, di Rigget,
2- La storiella inventata, di Matteo Mantoani,
3- C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia,
4- La cella, di Andrea Crevola,
5- Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli,
6- Sii te stesso, di Christian Floris,
7- FAME, di Paola Grifo,




La storiella inventata, di Matteo Mantoani,
Bella pensata e interessante acrobazia filosofica. Ci si potrebbe ragionare tantissimo, se uno è cattivo, perché dovrebbe voler diventare buono? Di solito è il contrario, e infatti quando il tizio diventa più bravo si pente eccetera.
Ma in tutto questo si presume che ci siano prove certe della vita dopo la morte e del giudizio divino, giusto?
Però a quel punto chi si sporcherebbe l'anima per soldi?

Bella, mi è piaciuta, anche la voce esterna narrante è ben fatta.
Avrei nominato ghandi invece che il papa, ma quello è parere personale.



Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli,

Due personaggi caratterizzati davvero bene, anche se nessuno dei due suscita una vera simpatia creano l'atmosfera perfetta per il racconto.
Anzi, tre, perché nominare il tassista Callaghan è un tocco di classe, rende tutto più reale, e non una sagoma vuota.
Non mi è stato chiarissimo se lui aveva programmato tutto il tour nei punti importanti, ma vabbe. Magari no, e meglio così.
Il finale che si riallaccia al titolo è una cosa che apprezzo sempre, e lascia quella speranza che alla fine, i due possano anche tornare insieme


Sii te stesso, di Christian Floris,
Una storia piuttosto leggera, che di per se non mi ha lasciato nulla. Sarò onesto, mi pare una scena già vista molte volte, la banalità del "sii te stesso" è ormai un cliché da evitare, secondo me.
Anche i dialoghi mi sembrano un po'… piatti, ecco. È tutto una chiacchiera da sala d'aspetto, con un blando colpo di scena finale.
Ho già letto roba tua in passato e so che puoi fare di meglio!


La cella, di Andrea Crevola,
Sarà che ultimamente sto bazzicando la mitologia ebraica ma ho capito subito la cornice in cui è ambientato il racconto e la cosa mi è piaciuta.
La sofferenza del protagonista è molto sentita.
Una cosa che mi ha stonato è che dopo anni di pubblica umiliazione la gente mi pare ancora troppo esaltata, ma è un dettaglio.
Buono lo stile, buona la semina del sandalo dorato del sacerdote.. insomma, un buon racconto che ho letto volentieri.

Un masso sfonda la parete della cella. I mattoni sbalzati percorrono traiettorie miracolose.
Tasto il mio corpo illeso, diventato ora più leggero dell’aria.

Bellissimo passaggio, bravo!


C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia,
Non male, anche se ti ho visto fare di meglio.
L'atmosfera è molto misteriosa e avevo intuito qualcosa tipo esperienza di premorte, solo che sono stato troppo ottimista.
O forse perché per me è naturale proteggere?
Questa è una buona semina, che mi ha acceso una lampadina di "perché me lo fa notare?"
La cosa che più mi ha lasciato perplesso è lui si descrive come "un ragazzo dal costume rosso". Ma magari la distanza o il semplice shock gli impediscono di dire le cose come stanno.
In fondo, non è mai troppo tardi per salvare qualcuno!
Ecco, qui proprio non ho capito.


Saper lasciare andare, di Rigget,

Il punto di vista dell'animale è una sfida durissima, ci abbiamo provato tutti almeno una volta e con pessimi risultati. Tu invece, l'hai reso davvero bene. Ok,è vero, hai parlato di braccia e gambe, ma alla fine siamo noi umani a chiamare zampe gli arti degli animali. Perché non dovremo avere anche noi delle zampe superiori, invece che le braccia? Secondo me il tuo è un trucco lecito.

Anche l'interpretazione mi è piaciuta. Questo mese non era affatto facile, il tuo è uno dei pochi racconti che ha davvero colto il senso.
L'appunto che ti faccio è una sottigliezza di stile: usi troppi pronomi. Rileggi bene il testo, ti accorgerai che hai iniziato la frase con "lui" qualche volta di troppo.


FAME, di Paola Grifo,
Non è mai bello criticare qualcuno, ma questo racconto mi ha annoiato. È la cronaca della vita di una tizia che nono conosco, non so cosa fa, che obbiettivi ha…
Qual è il suo conflitto narrativo? Ci parli di un personaggio senza mai farcelo vedere in azione o farci sentire la sua voce.

Inoltre, l'incipit proprio non l'ho capito.
“Il bambino è troppo magro, per la sua età,” sentenzia il dottore, “gli serve un fratellino”.
Giuro, pensavo a un fantasy/fantascienza dove il fratellino viene usato come nutrimento per il bimbo magro. Nutrimento in senso fisico proprio. Dopo qualche righa ho capito che era una metafora, ma non ho più capito la metafora.
Mi spiace, sarà per la prossima

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Pretorian
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 21 gennaio 2023, 14:47

Ecco la mia classifica e i miei commenti:

1) La storiella inventata, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di leggerti.
Allora, a livello stilistico il racconto è davvero di alto livello e ti faccio i miei complimenti. L'unico elemento che ho trovato stonato è la voce narrante che alterna la storia principale. Intendiamoci, la scrittura è essellente anche in quel caso... ma chi è che sta parlando? In queste circostanze di solito si usa la fictio di un'intervista o di un personaggio presente all'interno del testo che racconta delle vicende: è un metodo un po' grossolano per nascondere quello che questi paragrafi sono, alla fine, ossia degli spiegoni al limite dell'infodump che servono per contestualizzare quello che succede nel resto della storia. Per come hai scritto bene anche quella parte, se l'avessi messa in bocca a un personaggio sarebbe stata perfettamente integrata, ma messa in questo modo stona davvero tanto.
A livello di storia, funziona alla grande e lo spiegone contribuisce a dare un utile contesto. Il mio unico dubbio è se davvero ne valga la pena per i clienti ricchi: se già a 200 si rendono conto che stanno facendo qualcosa di orribile, cosa succederà quando il livello scenderà ancora? O si rifiuteranno di proseguire o proseguiranno la loro vita in modo miserabile, consapevoli del male fatto.
Bello il tocco delle mani sui fianchi per rivelare che la ragazza è diventata più "dura".

Alla prossima!


2)Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli
Ciao, Andrea. Stilisticamente parlando, non penso che l'uso del passato remoto per la prima persona sia molto efficace. Per la terza può andar bene, ma per la prima da sempre una certa sensazione di "persona che sta raccontando" che funziona solo se effettivamente il tuo narratore sta anche raccontando una storia nella storia.
La trama è semplice, ma efficace. Il passaggio dalla poesia ai pompini mi è sembrato un po' brusco, e mi ha fatto quasi pensare ai cinepanettoni, ma rileggendo il tutto si intuisce dove volevi andare e devo dire che ti permette di centrare il tma in modo efficace. Buona prova, anche se stilisticamente migliorabile.

Alla prossima!


[size=150]3)Saper lasciare andare, di Rigget,[/size]
Ciao, Rigget e piacere di leggerti.

Giuro, ero convintissimo di aver già commentato questa storia, ma probabilmente devo aver scritto il commento e poi devo essermi dimenticato di inviarlo. Dunque, ho molto apprezzato tanto il colpo di scena finale quanto il modo con cui hai disseminato la vicenda di tanti piccoli elementi che acquistano tutto un altro significato con una seconda lettura alla luce della scoperta finale. Stilisticamente parlando, il racconto è discreto, ma dovresti lavorare su un più corretto dosaggio degli aggettivi e magari evitare alcune esagerazioni che suonano troppo enfatiche (tutta la parte dell'ombra del tiglio è troppo ampollosa). Anche l'unico dialogo è troppo pesante: prova a calarlo nella vita reale e dimmi se ti vedi una persona normale con la tazza di thè in mano a parlare con il cane dell'inesistenza del tempo.
Niente di grave che un po' di pratica non possa ridurre.

4)La cella, di Andrea Crevola
Ciao, Andrea e piacere di leggerti.
Posto che sto mantenendo una larga interpretazione del tema, ma ancora non comprendo come il crollo della torre di Babele si riconduca alla "insostenibile leggerezza". A livello di trama, non riesco a comprendere il collegamento tra l'intervento divino e l'operato dell'architetto: in fondo, da quello che sembra emergere, parliamo di una persona che ha venduto i segreti del suo sovrano a degli stranieri, mentre la tradizionale interpretazione è che il crollo fu causato dall'arroganza degli uomini.
A livello di stile è una buona prova. Forse mantenere un po' meno enfasi su certi termini (ad esempio, il tappeto sfavillante nella cella ha necessitato più di una lettura per essere compreso), ma nulla che un po' di esperienza in più non possa risolvere.
Alla prossima


5)C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia
Ciao, Maurizio e piacere di leggerti.

Allora a livello sia di stile che di trama, il racconto presenta parecchie problematiche. Per la trama abbiamo uno scenario confuso, in cui non è ben chiaro cosa stia accadendo. Mi è chiaro che la bambina sia morta e il giovane sia morto per salvare la madre, ma tutto il resto? L'isola è reale o immaginaria? Perché la bambina è nella caverna e perché saltella tutta allegra? Perché ricorda della morte, mentre il protagonista deve vedere il suo tesso cadavere per farlo? Cosa è successo ai tre personaggi di preciso? Tutte domande che restano senza risposta.
A livello di stile abbiamo un deciso profluvio di periodi lunghi, pieni di aggettivi ed espressioni eccessivamente enfatiche, che finiscono per rendere il testo pesante senza aggiungere effettivi elementi. Per dire "Le nuvole sulla mia testa fanno da tetto alla valanga di domande che mi attanagliano, imprigionandole nella mente, senza dargli possibilità di fuggire in cerca di risposte." le nuvole che fanno da tetto alle idee cosa dovrebbe significare? O in seguito, come può il protagonista pensare che il suo costume rosso spicchi in mezzo ai colori dell'isola se lui lo sta indossando, quindi non è in grado di vederlo?
Questo senza contare le incongruenze, come quando specifichi che l'isola non è grande, ma subito dopo dai l'idea che l'ammasso di pietre sia così grande che solo avvicinandosi ci si rende conto delle sue reali dimensioni.

Insomma, un lavoro che ha risentito del poco tempo concesso, ma miglorabile.

Alla prossima

6)Sii te stesso, di Christian Floris
Ciao, Cris e piacere di leggerti.

Allora, il problema principale di questa storia... è che non è davvero una storia. Un aspirante scrittore presenta il suo romanzo, parla con un editor e viene accettato. Stop. Dov'è la trama? Dove è lo svolgimento? Il contrasto? Il testo è solo una cosa che succede. Non basta descrivere un evento per avere una storia.
A livello stilistico, c'è ancora molto da lavorare: troppi dialoghi senza che accada nulla, un inizio confuso in cui non è ben chiaro chi stia parlando e un narratore che non è ben chiaro se sia onnisciente o da quale punto di vista. Di sicuro, un testo migliorabile con un maggiore esperienza


7)FAME, di Paola Grifo
Ciao, Paola e piacere di leggerti.
Allora, il racconto soffre alla base del fatto di essere impostato nella narrazione più pura. Non si opera una finzione che cerca di mostrare la storia come in avvenimento, ma vede direttamente il racconto di una vicenda, come potrebbe essere quello di un personaggio a un altro. Per di più, si tratta di una narrazione riassuntiva, che racchiude un intero arco di vita in poche righe, con sbalzi temporali, accellerazioni e momentanei soffermi su singoli elementi. Con questa impostazione, più che una storia vera e propria mi ha ricordato quei riassunti dei romanzi che si trovano sui libri di letteratura italiana delle scuole, in cui in due o tre righe si devono condensare avvenimenti di decine o centinaia di pagine. Posto questo problema narrativo, è anche difficile valutare la trama: una bambina viene concepita come "supporto emotivo" al fratellino e cresce con la costante ansia di dover provare sé stessa, finché non decide di accontentarsi. è una trama impegnativa, che dovrebbe svilupparsi con cura e con il necessario approfondimento e che non si può pensare di condensare in poche righe. C'è una ragione se l'Ulisse di Joyce non è un racconto breve.

Alla prossima!

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gcdaddabbo
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 22 gennaio 2023, 18:48

Sono alla classifica finale. Il momento in cui spero di aver operato in maniera giudiziosa e rispettosa. Se qualche commento risulta un po' crudo ne chiedo umilmente scusa. Ovviamente una classifica deve avere necessariamente un primo ed un ultimo posto.

La mia classifica è:
1. La storiella inventata, di Matteo Mantoani
2. Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli
3. La cella, di Andrea Crevola
4. Saper lasciare andare, di Rigget
5. FAME, di Paola Grifo
6. Sii te stesso, di Christian Floris
7. C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia

La storiella inventata, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo! Ho letto più volte il tuo racconto per poterne apprezzare tutte le sfumature. Anubi, Martin Lutero, Oppenheimer, Borroughs? Sembra un trattato di dinamica spirituale. Il tema indubbiamente è centrato. La storia è un po’ sacrificata dalle citazioni, ma resta piacevole nonostante l’abbondante amaro cinismo di fondo. Non concordo su alcune valutazioni, ma chi sono io per giudicare? Lo stile è eccellente. Riesci a ridurre al minimo i passaggi tra il racconto e le considerazioni reali, realistiche, fantasiose o fantastiche. A mio giudizio, una buona prova.

Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli
Ciao Andrea! Sono di nuovo a leggerti. L’ambientazione in un taxi, questa volta una Opel bianca, riduce gli eccessi della “Seconda casa”. Tutto sommato il tema mi sembra centrato. La storia scivola tranquillamente tra qualche sorriso e qualche incongruenza. Ho imparato anche qualcosa. Non conoscevo Nikita Denise. In un racconto al passato in prima persona, mi fa rabbia che il protagonista mi nasconda il finale. Ti è sfuggito anche un imbocco senza accento. Non riesco a far a meno di chiederti: “Come ci stai nel gruppo SANTO?”

Sii te stesso, di Christian Floris
Ciao Christian! Ho letto il tuo racconto con attenzione. Lo stile non mi ha entusiasmato, ma soprattutto la storia non mi ha appassionato. Il dialogo tra i due protagonisti descrive Marco, i suoi dubbi, il suo stato d’animo, ma lascia Giovanni nell’ombra. Parli di una situazione comune a tanti scrittori in erba e riesci a parlarne descrivendo sensazioni che probabilmente hai vissuto, ma non ho provato empatia per il protagonista. Il colpo di scena finale è un martelletto di gomma. Avevi ancora tanto tempo e caratteri. Potevi fare meglio! Accettiamo anche il tema, ma la storia non mi ha preso proprio. Mi dispiace!

La cella, di Andrea Crevola
Ciao Andrea! Mi ritrovo con piacere a leggerti. Non sono affatto convinto che il tema sia centrato. Basta quel riferimento incomprensibile al corpo diventato più leggero dell’aria? Tutta la storia parla di pesantezza dei materiali, delle sofferenze, delle situazioni. Sei finito in Mesopotamia ai tempi della costruzione della torre di Babele e già questa lontananza rende più gravoso il tutto.
La descrizione dei luoghi, della cella, del piazzale mi piace. La scena con la folla che urla ed il sacerdote che avanza è di effetto. Non capisco come il pavimento possa essere un tappeto sfavillante e la folla ancora così incattivita, ma quello che mi manca è soprattutto la chiusa ad effetto di Escher.

C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia
Ciao Maurizio! Mi trovo a rileggerti. Sul tema non so dire. Non capisco in cosa consiste l’imprevedibile leggerezza dell’essere. Che la bambina di 3 anni sia leggera mi sembra prevedibile. Potrei non aver capito la storia. Non me ne stupisco. Mi sembra piena di incongruenze. La spiaggia è piena di pietre taglienti, poi il protagonista si fionda. Si abitua in poco tempo al buio. Perché? Non è un’azione volontaria. Il soffitto lavagna è un’immagine poetica? “Che grid”_ spezzato il pensiero per un rumore che fa sobbalzare. Si torna fuori e le pietre taglienti non ci sono più. C’è qualcosa che non mi quadra. Sarà l’effetto del gas putrescente che mi annebbia i sensi? Qualcosa di più l’ho capita dalle tue spiegazioni in risposta agli altri commenti. Meglio tardi che mai.

Saper lasciare andare, di Rigget
Ciao Federica! Piacere di rileggerti. Inutile negarlo, il tuo legame con i felini casalinghi lo annunci già nella tua stessa presentazione. Devo ammettere che sono rimasto comunque intrappolato tra le parole fino allo scodinzolamento finale. Ho dovuto perciò rileggere la storia da un’altezza di un mezzo metro circa. Non mi hanno convinto le dita storte del tiglio. Il tema c’é. L’atmosfera è diafana, impalpabile, la lettura scorrevole. Gambe o zampe non fa differenza. Un buon lavoro tutto sommato. Buona Giorgio Lupo edition!

FAME, di Paola Grifo
Ciao Paola! Ben arrivata qui a Minuti Contati! Ho letto il tuo racconto che è la storia di una vita, anzi di due. Difficile con un limite di quattromila caratteri riuscire a coinvolgere il lettore. Paola, la tua alter ego, ha un nome che significa piccolo, ma non ha quasi nulla di piccolo. Hai tratteggiato una Paola nata e vissuta con la fame di tutto. La prima lettura non mi ha coinvolto. Solo l’ipotesi che si tratti della tua descrizione virtuale mi ha fatto entrare nel personaggio che inventa storie che poi chiude in un cassetto e mi sono appassionato alle vicende di una sconosciuta appena arrivata in un gruppo di appassionati scrittori o scribacchini. Spero di rileggerti presto. Buona Giorgio Lupo Edition!

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antico
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 25 gennaio 2023, 17:55

Avete ricevuto cinque classifiche. Oltre a quella di SPARTACO, dovete ancora riceverne altre due.

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Polly Russell
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 25 gennaio 2023, 18:37

Eccoci qui.
È stato piacevole leggervi, un po’ meno mettervi in fila, ma questo è il gioco.
Buona edition!

1) Storiella inventata di Matteo Mantoani
Questo pezzo è nato per far discutere, vedo!
Allora, i miei due spicci sull’idea, che è e resta una figata. Gli egizi pensavano che Anubi pesasse il cuore, è vero, ma la leggerezza era data dalle azioni in vita, Quindi citazione carina, ‘sta storia del peso del cuore fa sempre la sua porca figura, ma fuori contesto.
Per il resto ci sta che un vecchio in fin di vita si pulisca il cuore per assicurarsi il paradiso, ma cacchio, stai ammettendo che Dio esiste e che ci odia!

A parte questo, il pezzo mi piace, ma dovresti fare “qualcosa” per quella voce fuori campo. Metterla in corsivo non cesserà di farla essere infodump.
però l’idea della quarta parete è perfetta, quindi dovresti insistere su quella è far capire, senza ombra di dubbio, che la voce fuori campo sia a tutti gli effetti il personaggio e che stia parlando con noi.
Tutto sommato una gran bella prova.

2) Andrea Spinelli Dimenticanza Freudiana
Posto che a ‘sto tizio gli darei fuoco, il pezzo mi piace. Lui è insopportabile, mi immagino in quella situazione, con tutto il dolore e la fatica per prendere una decisione del genere, e quando finalmente prendi il toro per le corna, arriva lui! che fa il romanticone e ricorda ogni dettaglio della vostra vita insieme. Sei stato bravissimo a rendere lui, ma soprattutto lei! infastidita, scocciata oltre misura, ma che alla fine cede a una risata in memoria di quello che era stato.
buoni i dialoghi e gli agganci per farli.
Tema centrato.
cos’è l’imbocco delle cosce? XD

3)Maurizio Cicerchia C’è sempre tempo
Ciao Maurizio!
Parto col dire che le storie di sacrificio, protezione e amore come me, almeno, sfondando una porta aperta. il finale non era telefonato, arriva al momento giusto lasciando al
lettore il tempo di metabolizzare gli accadimenti.
Purtroppo l’assenza della “leggerezza” si sente, potevi risolvere nel finale facendolo sentire sollevato, rilassato. L’intento c’era (abbraccia Maria e guardano l’orizzonte) ma è un po’ fiacco.

Qualche nota: non puoi parlare di “piccola figura” e la battuta dopo vedere il costume. perché se il pdv riesce a distinguere il costume ha anche già capito che si trattava di una bambina. Tanto dire che vede entrare una bambina non fa perdere pathos alla narrazione. Idem quando non riconosce sé stesso. per il resto un gran buon lavoro, forse qualche aggettivo di troppo, ma la descrizione dell’inizio della tempesta, per esempio, è davvero evocativa.


4) Saper lasciare andare di Rigget
Ciao e ben trovata!
Le gambe te le potevi proprio risparmiare! XD
Nel senso che se avessi usato la parola piedi, per dire, avresti avuto un risultato ottimo e nessuno si sarebbe sentito ingannato. Anzi ti dirò di più, a parte quel particolare, si capisce che non si sta parlando di un umano. prima è piccolo e spaventato, poi parla del suo corpo vecchio, le corse al parco, odori, sensazioni e sudditanza… insomma io non ho avuto la sensazione che si trattasse di una persona. Non ho nemmeno pensato a un cane finché non ha scodinzolato, ma comunque avevo subodorato un animale. Per cui potevi spiattellarcelo subito, saremmo entrati in empatia con lui prima e non credo che il pezzo avrebbe perso verve.
Detto questo, mi manca un po’ il non sapere cosa angustia la sua umana. All’inizio credevo fosse malata, invece forse ha avuto un periodo di depressione… insomma la mia curiosità avrebbe voluto capire cosa la affliggeva prima e cosa l’ha risollevata dopo. magari proprio dal punto di vista del cane, che ci avrebbe fatto capire a “parole sue” cosa la turbava.
Comunque una lettura piacevole.

5) Fame di Paola Grifo
Ciao! Potrebbe essere la prima volta che ti leggo, ma il ho la memoria di un pesce rosso, quindi, se non lo è, fammi un pat lat sulla spalla e passa oltre.
Veniamo a noi. Sinceramente il narratore che hai scelto proprio non mi piace, ma questo è un gusto personale. il problema vero è l’aver condensato una vita in 4000 battute.
Per forza poi non entriamo in empatia col personaggio.
Mi piacciono molto alcuni trick letterari che hai usato. Bilancio e bilancia, per nominare solo l’ultimo in ordine cronologico. Mi hanno fatto sorridere e hanno dato la leggerezza richiesta dal tema, a tutto il pezzo.
L’inizio non l’ho proprio capito, e per un momento ho sperato in un novello Johnny Freak in versione cannibale, ma la mia vena gore si è spenta al secondo capoverso. mannaggia!
Il problema vero però è che, per quanto lo stile mi abbia divertita, io di Paola non so niente. So quello che il narratore mi racconta, ma non so cosa pensa, cosa spera. Non so come si rapporta col mondo, visto che hai scelto di non inserire i dialoghi.
insomma, al netto della leggerezza vedrei questo stile e questa trama, su un racconto lungo.


6) Andrea a regola la cella
Ciao Andrea!
Devo dire che se non avessi letto la spiegazione che dai nei commenti, io il racconto non lo avrei capito. Non avrei capito l’aderenza al tema, per dirla tutta.
Non capisco quanto possa essere interessante insultare un uomo, per quanto sia un traditore, da far rinunciare ai contadini di arare i campi e agli artigiani di lavorare le loro materie. Nel senso, va bene il primo giorno, forse i primi due o tre, ma qui la cosa va avanti da troppo tempo per giustificare tutta quella folla. A meno che tutta la città non si fermi tre ore al giorno sono per andarlo a insultare.
(A me comunque, avrebbero fatto più male le frustate XD)
Ci sono delle frasi un po’ macchinose, che il talento sfavillante fosse il riverbero del sole nell’arena l’ho capito dopo mezz’ora e non sono nemmeno sicura sia così.
In realtà non capisco nemmeno perché abbia dato via i progetti, in che modo vuole sostituirsi al re?

a parte questi dubbi, sono stata in lena per lui, quindi hai lavorato bene con la costruzione del personaggio e con l’empatia. Bravo!


7) Christian Floris Sii te stesso
Ciao Christian!
Mi dispiace ma questa volta ti ho trovato davvero sotto tono. Ho letto altre cose tue e sono decisamente sopra a questa.
Intanto per l’impossibilità della situazione. Anche chi lavora con i pitch, non è che fa andare in ufficio (ammesso che ce l’abbia) tutti gli aspiranti scrittori per parlargliene. Vorrebbe dire passare la vita ad ascoltare una pletora di sfigati che crede di aver scritto il romanzo del secolo, nella speranza di trovare ogni cento, uno che sia, forse, accettabile.
Ci sono le e mail, e prima (ma parli di pitch, quindi siamo ai giorni nostri) c’era la posta. Guarda le uniche volte che sono capitata nell’ufficio di un editore era, dopo ce avevano letto e accettato il romanzo, per parlare di soldi, e siccome anche quella è una cosa che si fa via mail, era per parlare di come avrebbero cercato di pagarmi il meno possibile! XD

Ancora: perché l’editori è in sala d’attesa a impronte consigli? Se non è Marck, il segretario di Homer, non ha alcuna ragione per essere lì.

La rivelazione finale che dovrebbe commuovere gli aspiranti scrittori, comunque farli emozionare, è un po’ freddina.

insomma, se lo legge un editor, si sentirà probabilmente lusingato, ma per il resto l’ho trovato ben scritto ma con poca sostanza. Diciamo un compito nei narrazione ben svolto, ma senza perdere tempo con la trama.

peccato perché di solito mi piace quello che scrivi, sarà per la prossima!
Polly

Giovanni P
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 26 gennaio 2023, 14:19

Buongiorno a tutti, questa è la mia soffertissima classifica. Faccio i miei complimenti a tutti i partecipanti.

1)La storiella inventata, di Matteo Mantoani
2)Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli
3)FAME, di Paola Grifo
4)C’è sempre tempo, di Maurizio Chierchia
5)La cella, di Andrea Crevola
6)Saper lasciare andare, di Rigget
7)Sii te stesso, di Christian Floris


La storiella inventata, di Matteo Mantoani

Buongiorno Matteo,

hai scritto qualcosa di bello e complesso, una sorta di vendita dell'anima, qualcosa che mi ricorda in qualche modo la vendita delle indulgenze, ma in una chiave molto più inquietante.
Il racconto mostra poco, ma quel poco è più che efficace per calarsi nel racconto e creare empatia e antipatia.

Complimenti.



Dimenticanza freudiana, di Andrea Spinelli


Buongiorno Andrea,


il tuo racconto è semplice e delicato allo stesso tempo, senza scadere in inutili scene stucchevoli. Il tema per me è più che centrato, non sei dovuto ricorrere a spiegoni inutili.
Mi sono piaciuti molto i dialoghi, fanno scorrere la lettura e rendono bene anche se le descrizioni sono poche.

Complimenti.


FAME di Paola Grifo


Ciao Paola,

il tuo racconto probalminte non è il massimo dell'immersività, ma a me piace moltissimo. Ci sono molte riflessioni da fare dopo averlo letto e nessuna di queste è banale.
Dal fratello venuto a mancare per la ricerca malata di leggerezza, alla protagonista che diventa una vincente grazie alla sua pesantezza tossica, che però a suo modo riesce a trovare il suo equilibrio.

Complimenti



C'È SEMPRE TEMPO di Maurizio Chierchia


Ciao Maurizio,

il tuo racconto mi è piaciuto molto, il finale è bellissimo e in poco hai messo tanto.
ti ho scritto alucni suggerimenti, sentiti libero di farne quello che vuoi, sono i suggerimenti di un neofita della scrittura.

Complimenti.

della schiuma malsana

Le nuvole sulla mia testa fanno da tetto alla valanga di domande che mi attanagliano, imprigionandole nella mente, senza dargli possibilità di fuggire in cerca di risposte. Immagine molto poetica ma che si dilunga troppo.

Attraverso la spiaggia di pietre taglienti. Immagine efficace ma molto raccontata.


La cella di Andrea Crevola.

Buongiorno Andrea,

il tuo racconto mi è piaciuto, la cornice narrativa non è noiosa (anzi) le immagini e le azioni si legano bene fra di loro e si riesce a empatizzare con il protagonista che alla fine trova la sua salvezza dalla cattività, anche se non capisco se la salvezza è fisica o spirituale.
Comunque sia buon lavoro!





Saper lasciare andare di F.M. Rigget

Ciao Federica,

il racconro mi è piaciuto molto e il tema direi che è più che centrato. Ci sono molte decrizioni che però non stonano e non appesantiscono il racconto. E' interessante come hai costruito questo racconto seguendo il punto di vista di un animale, cosa non banale né semplice.

Ottimo lavoro.



Sii te stesso di Christian Floris

Buongiorno Christian,

il tuo racconto è scritto molto bene, ma personalmente non mi ha colpito molto. Succede troppo poco e i personaggi sono comparse più che protagonisti, visto che non viene detto nulla su di loro.
Il messaggio che secondo me volevi dare è tuttalatro che banale, ma secondo me passa troppo in sordina, o almeno è una mia impressione.

A presto.

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antico
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 26 gennaio 2023, 18:59

Avete ricevuto tutte le classifiche. Quella di Pratesi non ha i commenti della giusta lunghezza e quindi può ancora essere modificata (nei commenti) per evitare la penalizzazione. Ora tocca a SPARTACO.

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Spartaco
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Re: Gruppo SANTO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » domenica 29 gennaio 2023, 15:52

Piccola premessa. Non ho inserito i voti in stile Antico, con pollici e cose del genere, perché, in generale, non sono rimasto soddisfatto dei racconti in gara, tanto che non mi sentirei di promuoverne nemmeno uno. Mi rendo conto che MC serve anche per testare nuove vie, ma ritengo che dobbiate lavorare meglio sulla gestione del tema.
Cerco di spiegarmi: negli ultimi tempi ho notato questa necessità di inserire forzatamente il tema nel racconto, tanto da pensare che non sia presente quando non esplicitato. Questo mese, gioco forza, eravate costretti a una maggiore interpretazione dello stesso, cosa che portava a una sua declinazione diversa da quella, a mio parere un po’ passiva, cui eravate abituati e questo ha originato svariate problematiche.

Francesco Nucera



La storiella inventata
Un racconto che non c’è. Cosa rappresenta tutta la parte in corsivo?
Un flusso di pensieri? Un trattato? Una pubblicità? Non mi è arrivato.
Trovo che sia un brutto escamotage per creare un racconto che doveva essere totalmente diverso. Quelle informazioni andavano gestite nel testo e non servite come il retro del volantino di una RSA.

Dimenticanza freudiana
Ciao, una prima persona un po’ impersonale e troppo distante. Manca la caratterizzazione di una voce troppo scolastica. Prima di scrivere una storia pensa al tuo protagonista, se puoi dagli qualcosa che lo caratterizzi (un pensiero ricorrente, una frase. Per esempio potevi fargli pensare ai pompini dall’inizio. Un “che peccato io l’amavo e poi… i suoi pompini…”). È importante che ci sia una voce forte a guidare la prima persona, serve anche a te per non perdere il controllo che qui, a mio avviso, non hai.

Mentre andavamo mi squillò il telefono. Guardai lo schermo, era mia moglie.
Risposi.
“Mi si è rotta la macchina” la sua voce era più gentile del solito. “Puoi passare a prendermi?”

Il cellulare mi vibrò in mano. Poggiai il pollice sulla cornetta verde e lo feci scorrere verso l’alto.
“Dimmi am…” no, non dovevo più chiamarla così.
“Mi si è rotta la macchina” la sua voce era più gentile del solito. “Puoi passare a prendermi?”

È la stessa cosa però sei più dentro il protagonista e mi dai già delle notizie importanti. Me le fai intuire.

Il taxi superò una serie di ponti fluviali.

Permetti, ma non funziona. Fammeli vedere attraverso gli occhi del protagonista i ponti. Così come la tenda del ristorante e tutto il resto.
Purtroppo non sei dentro il protagonista e si percepisce.

La prima persona ha bisogno di carattere e coinvolgimento.

Per il resto il racconto scorre bene, è un po’ fiacco il finale.

Sii te stesso

Non sei partito male, ma poi ti sei perso. Parti con il pdv su Marco e nel finale non si capisce su chi sia. È una terza esterna? Un’onnisciente che nulla sa?
Tra l’ingresso per la presentazione e l’uscita dacci spazio. Metto un doppio a capo, fai partire un paragrafo nuovo.
La storia è parecchio fiacca, ma devo dire che riscontro la cosa su tutti, mi sa che il tema vi ha messo in ginocchio.
Un piccolo accorgimento. Il racconto è sì breve, ma ciò nonostante ci sono parti superflue. Taglia dove il particolare non aggiunge nulla al racconto.

un giovane seduto alla sua sinistra, nella seconda sedia di una breve fila.

È importante che sia a sinistra e non a destra? Altrimenti toglilo e semplifica.


Per tutta risposta, Marco sorrise, abbassò lo sguardo e cominciò a flettere velocemente gli avanpiedi.

“Per tutta risposta” Serve?

La cella

Racconto carino, bella la chiusura che lo valorizza.
Devo ammettere che nel momento in cui ho approcciato la lettura mi sono messo le mani tra i capelli. I racconti a blocco unico, ossia con pochi a capo e quasi privi di dialogo di solito sono dei mattoni difficili da digerire. In questo caso lo è solo in parte. La lettura è buona, però sento la mancanza della voce del popolo e dello stesso sacerdote che poteva iniziare il suo monologo molto prima, permettendoci anche di comprendere ancora meglio la sua tracotanza.

Comunque è un racconto valido, migliorabile.

C’è sempre tempo

Racconto che nelle intenzioni vuole emozionare ma che lo fa solo in parte per la narrazione piatta. Mettere aggettivi ricercati, o descrivere turbini e tempeste, può abbellire la lettura ma tiene a distanza il lettore. Nel racconto manca il coinvolgimento perché racconti tutto ma non lo fai vivere al protagonista e, di conseguenza, al lettore.

Attraverso la spiaggia di pietre taglienti cercando di stare attento a non squartarmi un piede.

Così mi lasci indifferente, perché lui mi riferisce quello che è successo. Invece faglieli fare questi passi, dammi il dolore e lo smarrimento. Taglia la cartolina iniziale, tanto bella quanto inutile, e regalami sentimenti e dolore.
Questo è solo un esempio, ma è tutto un tell che allontana il lettore.

Saper lasciare andare

Rendere umani gli animali è un errore che facciamo tutti prima o poi e lo hai fatto anche tu. Se lo fai devi essere onesta con il lettore e rendere i tratti animali come tali, non puoi parlare di gambe. Nella seconda parte va meglio, peccato che però a un certo punto la lettura diventa un po’ troppo lenta. Troppe descrizioni inutili, troppi termini che giusto un cane laureato a Oxford potrebbe usare.
Manca la semplicità degli animali, quello che li rende migliori di noi.
Insomma, il tentativo ci sta anche, l’esecuzione no. Dobbiamo adattare la narrazione ai personaggi che usiamo per raccontare la nostra storia.

FAME

Filastrocca carina, troppo lunga per essere bella ma a tratti divertente. Il vero problema è che non siamo davanti a un racconto. Se volessi prenderla seriamente potrei dire che è una sinossi su cui costruire un romanzo breve che dubito possa essere interessante, ma che almeno avrebbe un senso. Se volessi invece prenderla sul ridere ti consiglierei di tagliare un po’ perché a metà ho iniziato a sentire il peso dell’inutilità di alcuni passaggi.

Classifica

1) La cella
2) Sii te stesso
3) C’è sempre tempo
4) Dimenticanza freudiana
5) Saper lasciare andare
6) La storiella inventata
7) FAME

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