Un'altra volta

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 febbraio con un tema del Campione in carica (ex aequo con Davide Mannucci) Andrea Lauro!
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Stefano.Moretto
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Un'altra volta

Messaggio#1 » martedì 21 febbraio 2023, 0:39

La luce nello studio è ancora accesa, Andrea starà ancora lavorando. Busso piano, nessuna risposta. Da dentro arrivano rumori di passi e un tonfo sordo. Deve aver acceso il ricordatore. Di nuovo.
Spalanco la porta, Andrea è sdraiato in mezzo a una strada, una Jeep nera è ferma a un centimetro dal suo viso. Tra le braccia ha il corpicino di nostra figlia Anna, un rivolo di sangue le scende dalla testa. Distolgo lo sguardo e fisso il ricordatore, la scatolina nera è sospesa a circa un metro da terra, all'angolo della stanza.
Mi avvicino. – Ferma il ricordo
La scatolina interrompe la visione e lo studio torna a essere una normale stanza con una scrivania e qualche libreria.
Andrea mi guarda, i suoi occhi sono arrossati. – Marta?
Sospiro e mi chino su di lui. I suoi pantaloni sono strappati all'altezza delle ginocchia.
– Quante volte l'hai rivissuto ancora?
Lui abbassa lo sguardo.
– Dai, – gli prendo un braccio. – Alzati.
Lo aiuto a tirarsi su. Ha delle occhiaie talmente profonde da far sembrare che lo abbiano picchiato.
Gli trema il labbro. – Sei arrabbiata?
– No scemotto, ma devi smetterla di torturarti così.
– È che... – gli trema la voce. – L'ho simulato così tante volte, e ogni volta che sono da solo non riesco a fermarla. Quando lei scappa le corro dietro, mi lancio persino davanti alla macchina, ma—
Lo abbraccio così forte da mozzargli il fiato. – Quante volte l'hai simulato ancora?
Tossisce.
– Prometti di non arrabbiarti?
– Sì.
– Cinque.
Sbuffo.
– Dimmi la verità o non ti mollo.
Appoggia il mento sulla mia spalla. È sempre stato così leggero?
– Questa era la ventiquattresima. Oggi.
Che idiota che è. Stringo le braccia un po' più forte.
Andrea lancia un rantolo soffocato. – Marta... avevi detto che non ti arrabbiavi.
– Non sono arrabbiata. Ti sto ricordando che vivi nel presente.
Mi guarda con i suoi occhioni da cerbiatto. Sospiro.
– Ascolta. – Inizio, ma non so come continuare. Questo discorso lo abbiamo già fatto troppe volte. – Non importa quante volte fai quella simulazione. Di quanto cambi la posizione della macchina, o la tua, o quella di Anna. Quello che è successo tre anni fa non cambierà. Okay?
Andrea si stacca da me e mette qualche passo di distanza tra noi.
– E se dovesse succedere di nuovo? – Alza la voce. – E se io, di nuovo, non fossi pronto?
Incrocio le braccia. – Non è tutto sulle tue spalle, Andre. Esisto anch'io.
– Ma sono stato io – si appoggia una mano sul petto – a dirti di andare avanti quel giorno. Avrei dovuto raggiungerti con Anna sana e salva, come un qualsiasi padre normale!
Ora basta. Mi avvicino e gli afferro la testa tra le mani.
– Andre, fermati. Quel ricordatore, accidenti a me quando ti ho permesso di comprarlo, non è Dio. Non può sapere cosa sarebbe successo, si basa sui tuoi ricordi. Non importa quante simulazioni fai, non saranno mai la realtà.
Lui mi prende le mani nelle sue e le abbassa.
– Lo so... scusa. In questo periodo sono parecchio stressato, e quando sono stressato mi torna in mente quel giorno.
Finalmente riconosco l'uomo che amo. Mi avvicino e gli stampo un breve bacio sulle labbra. Non troppo lungo, non se lo merita.
– Bravo bimbo. Ti va se ci guardiamo un film stasera?
Dei passettini si avvicinano dietro di me e Andrea mi stringe le mani un po' più forte. Mi giro, Anna ci guarda da dietro l'uscio.
– Mamma? Che succede?
Sbuffo e fulmino Andrea con lo sguardo. – Visto? A tuffarti per la stanza l'hai svegliata.
– Mamma? – Anna mi guarda confusa. – Perché papà si tuffa?
Le sorrido e le faccio cenno di entrare. – Non è nulla. – Mi viene un'idea. – Ti abbiamo mai raccontato di quella volta che ci hai fatto venire i capelli bianchi?
Anna scuote la testa e sgrana i suoi occhietti. – Perché? Che ho fatto?
Sorrido e mi giro verso il ricordatore. – Accedi ai miei ricordi. Proiezione semplice, nessuna alterazione.
Il cubo nero si accende, il flusso elettrico mi fa pizzicare la testa. Riporto alla mente quel giorno, a come sono andate davvero le cose, senza tutte le paranoie di Andrea; la macchina mi preleva il ricordo e lo proietta.
Attorno a noi si materializza una strada, noi tre compariamo sul marciapiede. Anna, quella vera, mi corre incontro e mi afferra i pantaloni con le manine.
Andrea di tre anni fa guarda la me di tre anni fa. – Sicura di non voler andare a casa? Farai tardi per il lavoro.
La me di tre anni fa scuote la testa e sorride. Anna vede qualcosa dall'altro lato della strada e si mette a correre. Io e Andrea le saltiamo davanti e l'afferriamo per le spalle. La Jeep nera ci sfreccia davanti.
La proiezione si interrompe e lo studio torna a essere uno studio.
Anna ridacchia, attaccata ai miei pantaloni.
– Scusa mamma.
Le accarezzo la testolina.
Andrea sta fissando ancora il punto in cui abbiamo schivato la Jeep. La sua espressione sembra un po' più distesa. Ne usciremo, un passo alla volta.
– Marta. – La sua voce è un po' più ferma rispetto a prima.
– Dimmi.
– Non ti arrabbiare ma...
Sospiro. – Cosa c'è?
– Potresti farmelo vedere un'altra volta?
Un timido sorriso si affaccia sul suo volto. E anche sul mio.
Ultima modifica di Stefano.Moretto il martedì 21 febbraio 2023, 0:55, modificato 2 volte in totale.



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Re: Un'altra volta

Messaggio#2 » martedì 21 febbraio 2023, 0:41

Ciao Stefano! Tutto ok con i parametri, buona ANDREA LAURO EDITION!

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Pretorian
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Re: Un'altra volta

Messaggio#3 » martedì 21 febbraio 2023, 23:11

Ciao Stefano e piacere di leggerti. A livello di stile il racconto è solido, anche se ti suggerisco di gestire meglio gli a capo dei dialoghi, che in alcune circostanze stonavano se messi sullo stesso rigo dell'azione, mentre sono molto buone le descrizioni dei personaggi. A livello di trama, non mi è chiaro il comportamento di Andrea: capisco che volessi ottenere un colpo di scena, ma perché continua a rivivere il mancato incidente? Cioè, posso capire che l'evento lo abbia sconvolto, ma il fatto che lo veda ventiquattro volte in una sola giornata non è spiegabile con il semplice stress: è da problema psichiatrico e lo stress non basta come causa scatenante. Insomma, se avesse perso la figlia avrebbe avuto senso, perché parliamo di un evento che può avere un enorme impatto sulla psiche di una persona, ma nel contesto in cui l'ha i presentato quel comportamento non ha senso. Non inseguire il colpo di scena ad ogni costo se non sei sicuro di poterlo assicurare in modo coerente alla trama

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Stefano.Moretto
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Re: Un'altra volta

Messaggio#4 » mercoledì 22 febbraio 2023, 18:37

Pretorian ha scritto:Ciao Stefano e piacere di leggerti. A livello di stile il racconto è solido, anche se ti suggerisco di gestire meglio gli a capo dei dialoghi, che in alcune circostanze stonavano se messi sullo stesso rigo dell'azione, mentre sono molto buone le descrizioni dei personaggi. A livello di trama, non mi è chiaro il comportamento di Andrea: capisco che volessi ottenere un colpo di scena, ma perché continua a rivivere il mancato incidente? Cioè, posso capire che l'evento lo abbia sconvolto, ma il fatto che lo veda ventiquattro volte in una sola giornata non è spiegabile con il semplice stress: è da problema psichiatrico e lo stress non basta come causa scatenante. Insomma, se avesse perso la figlia avrebbe avuto senso, perché parliamo di un evento che può avere un enorme impatto sulla psiche di una persona, ma nel contesto in cui l'ha i presentato quel comportamento non ha senso. Non inseguire il colpo di scena ad ogni costo se non sei sicuro di poterlo assicurare in modo coerente alla trama

Ciao pretorian e grazie per il commento! Ho paura di non essere riuscito a passare lo stato d'animo che avevo in testa quando ho scritto il pezzo. Lo stato di Andrea nel racconto è ovviamente uno stato patologico e anche molto grave, tanto che Marta lo sa benissimo (come pensavo si capisse dal "ne usciremo, un passo alla volta"). Lo stress è una scusa che lui (si) racconta per giustificarsi. Lo stato di Andrea è quell'angoscia che ti porta a stare male quando sai che per colpa tua di è rischiata la tragedia, portato a livelli estremi. Non è una sensazione facile da descrivere e infatti mi deve essere uscito male.
Sul colpo di scena, in realtà non puntavo tanto all'effetto wow quanto al ribaltamento della prospettiva: con una informazione in più (l'incidente non è avvenuto realmente) cambia la chiave di lettura di quanto visto fino a quel momento. Però deve essermi uscito male anche questo. È stato un esperimento.

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BruceLagogrigio
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Re: Un'altra volta

Messaggio#5 » venerdì 24 febbraio 2023, 15:02

Ciao Stefano complimenti per il testo!
Scrittura trasparente. Focalizzazione interna. In prima persona, tempo presente. Ambientazione fantascientifica (leggera credo) nello studio del protagonista. Tema centrato.
Buonissimo livello di scrittura. I dialoghi così così: devo dire che la lineetta - per i discorsi non mi fa impazzire ma va a gusti.
Il fatto di rivedere così tante volte quell'avvenimento dopo addirittura tre anni sembra assurdo; può essere giustificato solo da qualche problema psicologico (che effettivamente ha ma non è chiaro quale sia). Avrei magari fatto risaltare un po’ di più la malattia dai racconti della moglie o da qualche oggetto in studio. Vista l’ambientazione futuristica mi ero fatto l’idea che l’Anna che compare alla fine fosse un clone o, meglio ancora, un cyborg della figlia morta nell'incidente. Sarebbe stato un bel twist narrativo: la moglie che “rompeva” tanto al marito di non aver ancora superato il lutto ci sarebbe riuscita solo grazie ad un surrogato. In ogni caso, è stata una piacevole lettura.
Bruce Lagogrigio.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Stefano.Moretto
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Re: Un'altra volta

Messaggio#6 » sabato 25 febbraio 2023, 11:21

BruceLagogrigio ha scritto:Ciao Stefano complimenti per il testo!
Scrittura trasparente. Focalizzazione interna. In prima persona, tempo presente. Ambientazione fantascientifica (leggera credo) nello studio del protagonista. Tema centrato.
Buonissimo livello di scrittura. I dialoghi così così: devo dire che la lineetta - per i discorsi non mi fa impazzire ma va a gusti.
Il fatto di rivedere così tante volte quell'avvenimento dopo addirittura tre anni sembra assurdo; può essere giustificato solo da qualche problema psicologico (che effettivamente ha ma non è chiaro quale sia). Avrei magari fatto risaltare un po’ di più la malattia dai racconti della moglie o da qualche oggetto in studio. Vista l’ambientazione futuristica mi ero fatto l’idea che l’Anna che compare alla fine fosse un clone o, meglio ancora, un cyborg della figlia morta nell'incidente. Sarebbe stato un bel twist narrativo: la moglie che “rompeva” tanto al marito di non aver ancora superato il lutto ci sarebbe riuscita solo grazie ad un surrogato. In ogni caso, è stata una piacevole lettura.
Bruce Lagogrigio.

Ma... ma sai che sarebbe stato un twits BELLISSIMO? Il fatto è che per questa Era sto provando a sperimentare in una certa direzione per cui sarebbe uscito un po' dal mio schema, ma dannazione, se mi fosse venuto in mente probabilmente lo avrei fatto lo stesso.
Ok, momento di realizzazione di aver sprecato un'occasione a parte, il punto in cui compare Anna sapevo che sarebbe stato molto critico per la comprensione e ho fatto del mio meglio per renderlo più chiaro possibile, ma non era per nulla facile fare quello che avevo in mente e infatti non m'è uscito perfetto, ma sono contento che almeno si capisca cosa succede. Anche sul problema psicologico di Andrea, ho capito che avrei dovuto marciarci sopra di più per farlo capire e probabilmente usando altri numeri sarebbe stato più facile farlo passare.
Alla fine sto facendo questi esperimenti proprio per ricevere i vostri feedback e capire come aggiustare il tiro. Rispetto all'inizio dell'Era penso di essere migliorato un pochino, quindi grazie mille per i vostri commenti, mi state davvero aiutando molto a migliorare.

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GiulianoCannoletta
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Re: Un'altra volta

Messaggio#7 » sabato 25 febbraio 2023, 16:08

Ciao Stefano, è sempre un piacere leggerti!
Mi unisco ai complimenti sullo stile, è solido e la scena risulta vivida.
La storia mi è risultata chiara alla prima lettura. Credo però che risulterebbe più convincente (e di maggior impatto emotivo) se il pdv della moglie fosse meno accondiscendente e più esasperato nei confronti del marito che a tre anni di distanza continua a simulare un incidente non avvenuto.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Pietro D'Addabbo
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Re: Un'altra volta

Messaggio#8 » sabato 25 febbraio 2023, 20:51

Ciao Stefano, piacere di averti letto.

La perplessità principale riguarda la moglie. Pare conoscere il problema del marito, perché certa che ci sarà un lungo percorso di recupero, ma lo interroga e si mostra sorpresa come se stesse 'scoprendo' per la prima volta dei sintomi inattesi.
Una nota stonata è l'uso di Andre/Andrea da parte dello stesso personaggio/narratore per riferirsi al marito. Quando narra pensa a lui come Andrea, mentre quando gli parla usa sempre Andre. Tra l'altro alla prima occorrenza di 'Andre' avevo pensato a un refuso, cosa che non avrei pensato se invece avessi trovato André (con l'accento) come abbreviativo.
Mi unisco a Bruce nel dire che, quando la bambina è comparsa in scena viva e senza sedia a rotelle (i finali che avevo ipotizzato erano morta e semiparalizzata), la storia mi sembrava instradata verso la soluzione 'surrogato artificiale' come in https://it.wikipedia.org/wiki/A.I._-_Intelligenza_artificiale. Punto a favore per aver scelto una quarta opzione.
Però proprio a causa di queste ipotesi alternative, ancora aperte a metà racconto, risulta debole secondo me la gestione della presenza in scena di due copie dei personaggi tramite l'uso di 'Anna vera' in contrapposizione a 'Anna di tre anni prima'.
Alla fine una buona idea con una realizzazione un po' altalenante.
Giudizio comunque in media positivo.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Domenico
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Re: Un'altra volta

Messaggio#9 » domenica 26 febbraio 2023, 17:37

Ciao Stefano,
i racconti che mescolano fantascienza con i sogni e la psiche umana mi piacciono molto!
Sei stato molto bravo ad aver saputo declinare il tema della edition in un racconto del genere.
I miei complimenti.
Però, appunto, toccare queste tematiche è molto difficile.
I ricordi di per se sono sempre soggettivi. Quando ho letto la prima volta il racconto pensavo che anche il ricordo di lei fosse fasullo e che la bambina fosse una specie di cyborg.
L'ho dovuto rileggere più volte per metabolizzare.
Anche per questo il colpo di scena finale non mi è arrivato. Avrei preferito una sola verità (la bambina effettivamente morta) e le conseguenze di quest'ultima per poi trovare un colpo di scena diverso. Alla fine, per me, farla più semplice sarebbe stato meglio.
Per il resto niente da dire. Il racconto scorre fluido e veloce. Tecnica e tema centrato.

Buona edition

ciao
Dom
„Che Dio mi conceda la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la tenacia di cambiare ciò che posso e la fortuna di non fare troppe cazzate.“

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SarahSante
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Re: Un'altra volta

Messaggio#10 » lunedì 27 febbraio 2023, 18:34

Ciao Stefano,
mi ha lasciato perplessa la declinazione della trama nel senso che anche io mi aspettavo Anna morta o semiparalizzata o, quando invece compare saltellando, cyborg o clone. Non ho pensato (finché non l'ho letto nei commenti) a una difficoltà psicologica del protagonista. E anche rileggendo il racconto in questa ottica ho trovato troppo comprensiva la moglie, che avrei immaginato più esasperata dopo tre anni di rimestio del marito su una tragedia solo sfiorata. E' un peccato perché trovo il racconto e i dialoghi scritti bene, forse avresti potuto aggiungere qualcosa di più sul tipo di difficoltà psicologica di lui così da rendere anche maggiormente comprensibile l'atteggiamento accogliente della moglie.

StefanoGalardini
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Re: Un'altra volta

Messaggio#11 » lunedì 27 febbraio 2023, 19:33

Ben trovato Stefano!
molto bello il tuo racconto, sia a livello di scrittura (tutto molto curato, non sono d'accordo con chi ti ha puntualizzato su alcune scelte di norma editoriale, finché si è soltanto a tu per tu con la pagina, per me, vale tudo) che soprattutto a livello di storia.
Utilizzi in modo interessantissimo il cliché della tragedia che non si riesce a superare per parlare di una patologia tutt'altro che fantascientifica nonostante l'ambientazione del tuo racconto. La consapevolezza del tema reale arriva insieme al colpo di scena e cresce piano piano nelle battute successive. L'ho trovato davvero commovente e verosimile, il suo stato mentale, la reazione della moglie. Secondo me l'idea è così intrigante e i personaggi così ben scritti che potresti prendere in considerazione di partire da questo racconto e ampliarlo cercando di farlo diventare un romanzo. A parer mio (si parla sempre di gusto personale, nel bene e nel male) ne varrebbe davvero la pena!

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Shanghai Kid
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Re: Un'altra volta

Messaggio#12 » lunedì 27 febbraio 2023, 21:05

Ciao Stefano,
piacere di averti letto.
Il tuo racconto mi è piaciuto. Mentre leggevo la prima parte mi sembrava fuori luogo che Marta sminuisse il sentire del marito circa un evento così tragico e pensavo di fartelo notare nel commento, ma quando è comparsa Anna tutto ha preso finalmente senso. La dimensione personale del vissuto del padre dà un tocco di complessità, delicatezza e tenerezza a un testo che avrei altrimenti considerato ben scritto, ma un po’ scontato.
Queste mie riflessioni ti fanno capire quanto il tuo racconto sia riuscito.
Dunque, una buona prova.
A rileggerti presto,
Elisa

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Il Saggio
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Re: Un'altra volta

Messaggio#13 » mercoledì 8 marzo 2023, 16:38

Ciao Stefano

Sviluppi l’intreccio con buona padronanza. Chiarisci subito che sarà un racconto di fantascienza grazie al termine “ricordatore” e riesci a tenere alta l’attenzione fino alla fine. Ma qui nascono i problemi, o meglio i problemi precipitano. Perché, malgrado tu abbia fatto tutto da manuale, hai creato un aspettativa eccessiva, caricando troppo sulla drammaticità degli eventi che alla fine, visto l’epilogo, assumono un tono melodrammatico, e questo ridimensiona l’ottima performance che avevi condotto fino a questo momento. La mia sensazione è che volendo giustamente terminare il racconto stupendo il lettore, tu ti sia infilato in un vicolo cieco e questo ti ha costretto in qualche modo a chiudere un occhio sullo sbilanciamento drammaturgico dell’intreccio (gli abbracci calorosi, gli occhi arrossati, ecc.)

Per me un pollice tendente verso l’alto ma con la bonaccia

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