La suocera - di David Galligani
Inviato: martedì 21 febbraio 2023, 0:56
La Suocera - di David Galligani
CRASH!
Il piatto di porcellana andò in pezzi contro la parete della cucina.
«Basta! Io non la sopporto più quella STRONZA di tua madre!»
Mei Ling prese un altro piatto del servito buono.
«Amore, tesoro, non fare così, sai che mia madre non ha cattive...»
Il nuovo proiettile partì, ma Zhao si lanciò e prese il piatto a un centimetro dal suolo.
«Amore, cara quello è il servito buono che»
«Che ci hanno regalato i tuoi, appunto! E allora...»
Un altro pezzo del servito volò attraverso la cucina.
L’uomo si tuffò, scivolò elegantemente di pancia sulla tovaglia del tavolo, fece una mezza capriola e stoppò l’oggetto curvando le dita del piede.
Anni di Kung Fu e Thai Chi Chuan davano i loro frutti.
Nelle acrobazie e anche nell’ignorare il dolore lancinante che il piatto gli aveva causato nell’impatto.
Con calma appoggiò entrambi i pezzi appena recuperati per terra in un angolo.
CRASH!
Mei Ling ne aveva tirato un altro dall’altra parte della stanza.
«Così non vale amore non»
«Così non vale amore?»
CRASH!
«Si è messa a pulire tutti gli interruttori della luce! Erano sporchi gli interruttori?»
«No amore certo che»
CRASH!
«E ha guardato in tutti gli angoli delle stanze! C’era dello sporco?»
«Lo so che a volte è un po' insopportabile, ma vedrai che con il tempo poi cambia.»
Mei Ling si avvicinò col fuoco negli occhi.
I lisci capelli neri avevano perso la pettinatura e le erano ricaduti in parte sulla faccia.
«C’era. Dello. Sporco?»
«No amore mio, certo che non c’era!»
«AAAArrgh!»
Mei Ling fece il giro del tavolo, prese il preziosissimo vassoio con i bordi dorati dalla credenza e lo lanciò.»
Zhao scattò in aria come un ghepardo, come un Buffon dei tempi d’oro.
Si allungò in un elegante gesto atletico.
Toccò il suo bersaglio.
Quasi.
Il vassoio ovale volteggiò volando.
Felice.
Zhao lo sfiorò di nuovo con l’altra mano. Ansimante.
Anelando quel contatto che gli si rendeva schivo.
Ma l’altro lo eluse.
E roteò, nell’aire.
Gaio.
Allora l’uomo frappose la propria gamba.
Il prezioso bordo dorato colpì tra la rotula e l’attaccatura del quadricipite.
Secco e preciso.
Un dolore lancinante devastò il sistema nervoso di Zhao.
Dalla rotula su su per la gamba, su per la schiena, sin dietro l’occhio destro.
«Ahia»
Mentre l’uomo ricadeva per terra da un lato, dall’altro il prezioso manufatto si deliziava con ricercate piroette che coinvolgevano tutte le leggi della fisica newtoniana.
E poi si sfracassò al suolo.
Zhao, sconfitto, si sedette a gambe incrociate.
Sospirò, e cominciò lentamente a raccattare tutti i pezzetti.
«Certo, scusa, amore non ti arrabbiare ma...»
«MA COSA?»
«Di certo non sarà la fine del mondo, però devi ammettere che...»
«AMMETTERE CHE?»
«… che la zuppa di pipistrello un po’cruda era!»
CRASH!
Il piatto di porcellana andò in pezzi contro la parete della cucina.
«Basta! Io non la sopporto più quella STRONZA di tua madre!»
Mei Ling prese un altro piatto del servito buono.
«Amore, tesoro, non fare così, sai che mia madre non ha cattive...»
Il nuovo proiettile partì, ma Zhao si lanciò e prese il piatto a un centimetro dal suolo.
«Amore, cara quello è il servito buono che»
«Che ci hanno regalato i tuoi, appunto! E allora...»
Un altro pezzo del servito volò attraverso la cucina.
L’uomo si tuffò, scivolò elegantemente di pancia sulla tovaglia del tavolo, fece una mezza capriola e stoppò l’oggetto curvando le dita del piede.
Anni di Kung Fu e Thai Chi Chuan davano i loro frutti.
Nelle acrobazie e anche nell’ignorare il dolore lancinante che il piatto gli aveva causato nell’impatto.
Con calma appoggiò entrambi i pezzi appena recuperati per terra in un angolo.
CRASH!
Mei Ling ne aveva tirato un altro dall’altra parte della stanza.
«Così non vale amore non»
«Così non vale amore?»
CRASH!
«Si è messa a pulire tutti gli interruttori della luce! Erano sporchi gli interruttori?»
«No amore certo che»
CRASH!
«E ha guardato in tutti gli angoli delle stanze! C’era dello sporco?»
«Lo so che a volte è un po' insopportabile, ma vedrai che con il tempo poi cambia.»
Mei Ling si avvicinò col fuoco negli occhi.
I lisci capelli neri avevano perso la pettinatura e le erano ricaduti in parte sulla faccia.
«C’era. Dello. Sporco?»
«No amore mio, certo che non c’era!»
«AAAArrgh!»
Mei Ling fece il giro del tavolo, prese il preziosissimo vassoio con i bordi dorati dalla credenza e lo lanciò.»
Zhao scattò in aria come un ghepardo, come un Buffon dei tempi d’oro.
Si allungò in un elegante gesto atletico.
Toccò il suo bersaglio.
Quasi.
Il vassoio ovale volteggiò volando.
Felice.
Zhao lo sfiorò di nuovo con l’altra mano. Ansimante.
Anelando quel contatto che gli si rendeva schivo.
Ma l’altro lo eluse.
E roteò, nell’aire.
Gaio.
Allora l’uomo frappose la propria gamba.
Il prezioso bordo dorato colpì tra la rotula e l’attaccatura del quadricipite.
Secco e preciso.
Un dolore lancinante devastò il sistema nervoso di Zhao.
Dalla rotula su su per la gamba, su per la schiena, sin dietro l’occhio destro.
«Ahia»
Mentre l’uomo ricadeva per terra da un lato, dall’altro il prezioso manufatto si deliziava con ricercate piroette che coinvolgevano tutte le leggi della fisica newtoniana.
E poi si sfracassò al suolo.
Zhao, sconfitto, si sedette a gambe incrociate.
Sospirò, e cominciò lentamente a raccattare tutti i pezzetti.
«Certo, scusa, amore non ti arrabbiare ma...»
«MA COSA?»
«Di certo non sarà la fine del mondo, però devi ammettere che...»
«AMMETTERE CHE?»
«… che la zuppa di pipistrello un po’cruda era!»