Josef - di David Galligani
- david.callaghan
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Josef - di David Galligani
Una casetta in un antico borgo in pietra.
La luce arancione si diffonde soffusa dalle finestre al piano terra, rumore di stoviglie e di acqua che scorre. Un’aggraziata silhouette femminile appare e scompare alla vista, indaffarata.
Sulla porta all’esterno una figura alta e massiccia, intagliata nell’ombra della luce riflessa, esita.
Veste abiti umili. In mano, un mazzo di fiori.
L’aria profuma di umidità, il vento spira forte e qualche petalo vola via e si perde nella notte.
Tra non molto pioverà.
La figura finalmente si decide e alza la mano per bussare alla porta.
«Josef.»
La voce proviene dalle sue spalle. Josef si gira.
Un uomo anziano si stringe in un cappotto.
«Cosa stai facendo? Sono giorni che ti cerco.»
Josef ha lo sguardo smarrito «Io… Sono dei fiori!»
«Davvero stai portando dei fiori alla ragazza più bella della città?»
Josef fa un passo indietro. «Mi sono innamorato!»
«Josef...»
«Io mi sono innamorato...» Sussurra ancora, abbassando gli occhi.
«Che vorresti fare, sposarla?»
«Potrei essere un buon marito. Meglio di tanti altri. Meglio di tanti.»
«Josef...» l’anziano si avvicina e lo prende delicatamente per mano «tu non sei un uomo, sei un Golem.»
«Lo so Rabbi. Io… Io me lo ero dimenticato.»
Una lacrima si affaccia sul volto del Rabbi.
«הוה קא משתעי בהדיה ולא הוה קא מהדר ליה אמר ליה מן חבריא את הדר לעפריך»
Il Golem perde le sembianze umane, si sgretola, si spacca e si riversa a terra in polvere di argilla.
L’anziano con fatica si piega e raccoglie delicatamente i vestiti di Josef. Poi prende il mazzo di fiori e lo appoggia contro la porta.
Un tuono, un altro.
Il Rabbi si guarda un attimo indietro prima di sparire nella notte.
Poi la pioggia.
Qualche goccia sfiora i petali dei fiori e ne rimane intrappolata.
Scrosci d’acqua rimbalzano con forza contro il selciato, rivoli scivolano tra le pietre e uno a uno si portano via tutti i granelli d’argilla.
Tutti i granelli di qualcosa che non era abbastanza per poter amare una donna.
La luce arancione si diffonde soffusa dalle finestre al piano terra, rumore di stoviglie e di acqua che scorre. Un’aggraziata silhouette femminile appare e scompare alla vista, indaffarata.
Sulla porta all’esterno una figura alta e massiccia, intagliata nell’ombra della luce riflessa, esita.
Veste abiti umili. In mano, un mazzo di fiori.
L’aria profuma di umidità, il vento spira forte e qualche petalo vola via e si perde nella notte.
Tra non molto pioverà.
La figura finalmente si decide e alza la mano per bussare alla porta.
«Josef.»
La voce proviene dalle sue spalle. Josef si gira.
Un uomo anziano si stringe in un cappotto.
«Cosa stai facendo? Sono giorni che ti cerco.»
Josef ha lo sguardo smarrito «Io… Sono dei fiori!»
«Davvero stai portando dei fiori alla ragazza più bella della città?»
Josef fa un passo indietro. «Mi sono innamorato!»
«Josef...»
«Io mi sono innamorato...» Sussurra ancora, abbassando gli occhi.
«Che vorresti fare, sposarla?»
«Potrei essere un buon marito. Meglio di tanti altri. Meglio di tanti.»
«Josef...» l’anziano si avvicina e lo prende delicatamente per mano «tu non sei un uomo, sei un Golem.»
«Lo so Rabbi. Io… Io me lo ero dimenticato.»
Una lacrima si affaccia sul volto del Rabbi.
«הוה קא משתעי בהדיה ולא הוה קא מהדר ליה אמר ליה מן חבריא את הדר לעפריך»
Il Golem perde le sembianze umane, si sgretola, si spacca e si riversa a terra in polvere di argilla.
L’anziano con fatica si piega e raccoglie delicatamente i vestiti di Josef. Poi prende il mazzo di fiori e lo appoggia contro la porta.
Un tuono, un altro.
Il Rabbi si guarda un attimo indietro prima di sparire nella notte.
Poi la pioggia.
Qualche goccia sfiora i petali dei fiori e ne rimane intrappolata.
Scrosci d’acqua rimbalzano con forza contro il selciato, rivoli scivolano tra le pietre e uno a uno si portano via tutti i granelli d’argilla.
Tutti i granelli di qualcosa che non era abbastanza per poter amare una donna.
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Imperial Aramaic: הוה קא משתעי בהדיה ולא הוה קא מהדר ליה אמר ליה מן חבריא את הדר לעפריך : "You were created by the sages; return to your dust"
Re: Josef - di David Galligani
Ciao David! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa MOSCABIANCA EDITION!
- GiulianoCannoletta
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David, ben ritrovato.
Bello, bello.
Mi è piaciuto davvero molto, costruisci bene l'atmosfera e il personaggio di Josef, così impacciato e confuso, è veramente ben riuscito. La rivelazione sulla sua natura mi ha sorpreso, non me l'aspettavo.
Lo stile che hai adottato mi pare adatto al racconto, delicato e un po' distaccato, a tratti poetico.
Non so che altro dire, te l'ho già scritto che mi è piaciuto?
A rileggerci presto!
Giuliano
Bello, bello.
Mi è piaciuto davvero molto, costruisci bene l'atmosfera e il personaggio di Josef, così impacciato e confuso, è veramente ben riuscito. La rivelazione sulla sua natura mi ha sorpreso, non me l'aspettavo.
Lo stile che hai adottato mi pare adatto al racconto, delicato e un po' distaccato, a tratti poetico.
Non so che altro dire, te l'ho già scritto che mi è piaciuto?
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
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Re: Josef - di David Galligani
Josef di David Galligani Tema centrato. Idea notevole. Josef si appresta a portare dei fiori alla donna della quale si è innamorato, ma il Rabbino lo ferma, ricordandogli che è un Golem, quindi non può amare. Notevole l’uso della formula ebraica, che se non erro, corrisponde alla morte. Quindi il povero Josef, che si riteneva un marito adatto alla giovane donna affaccendata in casa, scompare in tanti pezzi di argilla sotto alla pioggia insieme ai fiori. L’inizio della storia è uno splendido acquarello, con la ragazza ignara che sbriga le faccende domestiche. Unico appunto: riguardo alla luce avrei usato arancio, ma è un punto di vista soggettivo. Per il resto, ottima prova soprattutto nei dialoghi. Il Lettore si commuove davanti ai sentimenti di Josef e alla sua difesa. Stupenda l’immagine della pioggia.
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David!
Il tuo racconto mi è sembrato poetico nella sua grande tristezza. Riesce con poche parole a raccontare molto più di quello che c’è sulla pagina. La metamorfosi del golem da essere senza sentimenti a uomo innamorato è chiaramente più prominente che la sua metamorfosi da golem a polvere. Proprio per cercare il pelo nell’uovo, non mi è piaciuto particolarmente l’uso della parola francese silhouette, che stona un po’ con il contesto di piccolo villaggio che hai creato.
Il tuo racconto mi è sembrato poetico nella sua grande tristezza. Riesce con poche parole a raccontare molto più di quello che c’è sulla pagina. La metamorfosi del golem da essere senza sentimenti a uomo innamorato è chiaramente più prominente che la sua metamorfosi da golem a polvere. Proprio per cercare il pelo nell’uovo, non mi è piaciuto particolarmente l’uso della parola francese silhouette, che stona un po’ con il contesto di piccolo villaggio che hai creato.
Re: Josef - di David Galligani
Ciao David,
il tuo racconto mi è piaciuto, con poche pennellate sei riuscito a descrivere la difficoltà nel rapportarsi di Josef, con quel suo esitare prima di bussare, con battute di dialogo indecise ma realistiche.
purtroppo a causa dei 3.000 caratteri succede tutto un po' troppo in fretta e per dedicarti alla chiusa poetica (che mi è piaciuta, sia chiaro) hai lasciato poco tempo all'intervento del Rabbi e alla trasformazione da essere umano a polvere.
più che altro al rendersi conto di Josef di non essere una persona, di non poter amare.
è comunque un racconto dove il non detto è importante e lascia trasparire molto più di quanto c'è in superficie.
il tuo racconto mi è piaciuto, con poche pennellate sei riuscito a descrivere la difficoltà nel rapportarsi di Josef, con quel suo esitare prima di bussare, con battute di dialogo indecise ma realistiche.
purtroppo a causa dei 3.000 caratteri succede tutto un po' troppo in fretta e per dedicarti alla chiusa poetica (che mi è piaciuta, sia chiaro) hai lasciato poco tempo all'intervento del Rabbi e alla trasformazione da essere umano a polvere.
più che altro al rendersi conto di Josef di non essere una persona, di non poter amare.
è comunque un racconto dove il non detto è importante e lascia trasparire molto più di quanto c'è in superficie.
- Emiliano Maramonte
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David!
La curiosità mi ha spinto a uscire fuoripista (dal girone obbligatorio) e venirti a leggere.
Bravo. Bel racconto, molto d'atmosfera e mi è piaciuta molto la metamorfosi che rimanda a leggende ebraiche, sempre suggestive. Malinconico il finale.
Buona gara!
Emiliano.
La curiosità mi ha spinto a uscire fuoripista (dal girone obbligatorio) e venirti a leggere.
Bravo. Bel racconto, molto d'atmosfera e mi è piaciuta molto la metamorfosi che rimanda a leggende ebraiche, sempre suggestive. Malinconico il finale.
Buona gara!
Emiliano.
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Re: Josef - di David Galligani
Josef, di David Galligani Tema centrato. Una storia tenera, tratteggiata in modo delicato. Usi bene il poco spazio concesso per mostrarci Il protagonista, il suo desiderio, il suo sentimento sincero ma improponibile. Nulla da eccepire, le immagini sfumate dalla pioggia, i fiori bagnati, l’argilla che scorre via disperdendosi chiudono con poetica malinconia questa breve favola. Bravo davvero
- christianfloris
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Re: Josef - di David Galligani
Declinazione del tema interessante e originale, considerato il poco tempo a disposizione (e la stanchezza di fine giornata). C’è una dimensione onirica che si percepisce non dico da subito ma quasi, quando il lettore attento capisce che si sta preparando un acquazzone e il vento inizia a corrompere i fiori facendo volare via i petali: un piccolo segno del disfacimento/metamorfosi che si presenterà più avanti. Un punto in più per aver avuto la lucidità e l’inventiva di recuperare la frase in aramaico del ritorno alla polvere che segna la fine di ogni vita umana.
Veniamo ora agli aspetti migliorabili.
D’accordo che siamo in una dimensione mistico-fiabesca-onirica, ma questo rabbi che compare alle spalle del golem come se fosse uscito da un buco spaziotemporale creatosi nell’antico borgo in pietra, forse poteva essere annunciato un attimo prima (magari dallo stesso vento che, all’improvviso, muta d’intensità?).
A mio sommesso avviso, i due aggettivi qualificativi arancione e aggraziata non aggiungono né tolgono nulla alla funzionalità della narrazione (è importante che la luce sia arancione e non gialla paglierina? E come facciamo a dire che la silouhette è aggraziata? Siamo in PoV onnisciente? Siamo in focalizzazione interna sul protagonista che però ancora non è comparso sulla scena?). Sul termine silouhette, mi sembra fuori contesto: meglio forse figura, per evitare di entrare in ripetizione più avanti con figura alta e massiccia avresti potuto usare semplicemente uomo. Certo, poi avresti dovuto a tua volta trovare una soluzione per l’uomo anziano che compare e che a questo punto entrerebbe in ripetizione con uomo, usato al posto di figura per definire il golem: è tutto concatenato, ma non è impossibile da gestire trovando altri sinonimi.
Il finale (“tutti i granelli di qualcosa…”) è spiegato. L’ultima frase non l’avrei messa, avrei chiuso con i granelli di argilla trascinati via dall’acqua, lasciando l’interpretazione finale al lettore.
A parte questi dettagli che, secondo la mia valutazione soggettiva, potrebbero essere limati, si tratta senz’altra di una prova più che buona. Non da finale, ma più che buona.
La mia valutazione è 9.
Veniamo ora agli aspetti migliorabili.
D’accordo che siamo in una dimensione mistico-fiabesca-onirica, ma questo rabbi che compare alle spalle del golem come se fosse uscito da un buco spaziotemporale creatosi nell’antico borgo in pietra, forse poteva essere annunciato un attimo prima (magari dallo stesso vento che, all’improvviso, muta d’intensità?).
A mio sommesso avviso, i due aggettivi qualificativi arancione e aggraziata non aggiungono né tolgono nulla alla funzionalità della narrazione (è importante che la luce sia arancione e non gialla paglierina? E come facciamo a dire che la silouhette è aggraziata? Siamo in PoV onnisciente? Siamo in focalizzazione interna sul protagonista che però ancora non è comparso sulla scena?). Sul termine silouhette, mi sembra fuori contesto: meglio forse figura, per evitare di entrare in ripetizione più avanti con figura alta e massiccia avresti potuto usare semplicemente uomo. Certo, poi avresti dovuto a tua volta trovare una soluzione per l’uomo anziano che compare e che a questo punto entrerebbe in ripetizione con uomo, usato al posto di figura per definire il golem: è tutto concatenato, ma non è impossibile da gestire trovando altri sinonimi.
Il finale (“tutti i granelli di qualcosa…”) è spiegato. L’ultima frase non l’avrei messa, avrei chiuso con i granelli di argilla trascinati via dall’acqua, lasciando l’interpretazione finale al lettore.
A parte questi dettagli che, secondo la mia valutazione soggettiva, potrebbero essere limati, si tratta senz’altra di una prova più che buona. Non da finale, ma più che buona.
La mia valutazione è 9.
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao David, ben ritrovato.
Bello, bello.
Mi è piaciuto davvero molto
Giuliano
Che dire a parte grazie? :)
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
alexandra.fischer ha scritto:Josef di David Galligani Tema centrato. Idea notevole. Josef si appresta a portare dei fiori alla donna della quale si è innamorato, ma il Rabbino lo ferma, ricordandogli che è un Golem, quindi non può amare.
Grazie Alexandra
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Dash J. Benton ha scritto:Ciao David!
Il tuo racconto mi è sembrato poetico nella sua grande tristezza. Riesce con poche parole a raccontare molto più di quello che c’è sulla pagina. La metamorfosi del golem da essere senza sentimenti a uomo innamorato è chiaramente più prominente che la sua metamorfosi da golem a polvere. Proprio per cercare il pelo nell’uovo, non mi è piaciuto particolarmente l’uso della parola francese silhouette, che stona un po’ con il contesto di piccolo villaggio che hai creato.
Grazie per il commento sono contento ti sia piaciuto!
Secondo treccani :
Silhouette: Nell’uso com., profilo, linea del corpo (soprattutto femminile, e in quanto si presenti sottile e slanciato)
Trovo che sia il vocabolo più adatto, mentre la versine italianizzata siloetta mi fa ridere :D
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Fagiolo17 ha scritto:Ciao David,
purtroppo a causa dei 3.000 caratteri succede tutto un po' troppo in fretta e per dedicarti alla chiusa poetica (che mi è piaciuta, sia chiaro) hai lasciato poco tempo all'intervento del Rabbi e alla trasformazione da essere umano a polvere.
più che altro al rendersi conto di Josef di non essere una persona, di non poter amare.
è comunque un racconto dove il non detto è importante e lascia trasparire molto più di quanto c'è in superficie.
Ciao e grazie del tuo commento.
Però non mi trovi d'accordo. Mi avanzavano parecchi caratteri e ho scelto di non usarli :)
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao David!
La curiosità mi ha spinto a uscire fuoripista (dal girone obbligatorio) e venirti a leggere.
Bravo. Bel racconto, molto d'atmosfera e mi è piaciuta molto la metamorfosi che rimanda a leggende ebraiche, sempre suggestive. Malinconico il finale.
Buona gara!
Emiliano.
Grazie di cuore per il tempo che ti sei preso per leggermi :)
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Cinzia Fabretti ha scritto:Josef, di David Galligani Tema centrato. Una storia tenera, tratteggiata in modo delicato. Usi bene il poco spazio concesso per mostrarci Il protagonista, il suo desiderio, il suo sentimento sincero ma improponibile. Nulla da eccepire, le immagini sfumate dalla pioggia, i fiori bagnati, l’argilla che scorre via disperdendosi chiudono con poetica malinconia questa breve favola. Bravo davvero
Grazie Cinzia sono contento ti sia piaciuto :)
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
christianfloris ha scritto:Declinazione del tema interessante e originale, considerato il poco tempo a disposizione (e la stanchezza di fine giornata). C’è una dimensione onirica che si percepisce non dico da subito ma quasi, quando il lettore attento capisce che si sta preparando un acquazzone e il vento inizia a corrompere i fiori facendo volare via i petali: un piccolo segno del disfacimento/metamorfosi che si presenterà più avanti. Un punto in più per aver avuto la lucidità e l’inventiva di recuperare la frase in aramaico del ritorno alla polvere che segna la fine di ogni vita umana.
Veniamo ora agli aspetti migliorabili.
D’accordo che siamo in una dimensione mistico-fiabesca-onirica, ma questo rabbi che compare alle spalle del golem come se fosse uscito da un buco spaziotemporale creatosi nell’antico borgo in pietra, forse poteva essere annunciato un attimo prima (magari dallo stesso vento che, all’improvviso, muta d’intensità?).
A mio sommesso avviso, i due aggettivi qualificativi arancione e aggraziata non aggiungono né tolgono nulla alla funzionalità della narrazione (è importante che la luce sia arancione e non gialla paglierina? E come facciamo a dire che la silouhette è aggraziata? Siamo in PoV onnisciente? Siamo in focalizzazione interna sul protagonista che però ancora non è comparso sulla scena?). Sul termine silouhette, mi sembra fuori contesto: meglio forse figura, per evitare di entrare in ripetizione più avanti con figura alta e massiccia avresti potuto usare semplicemente uomo. Certo, poi avresti dovuto a tua volta trovare una soluzione per l’uomo anziano che compare e che a questo punto entrerebbe in ripetizione con uomo, usato al posto di figura per definire il golem: è tutto concatenato, ma non è impossibile da gestire trovando altri sinonimi.
Il finale (“tutti i granelli di qualcosa…”) è spiegato. L’ultima frase non l’avrei messa, avrei chiuso con i granelli di argilla trascinati via dall’acqua, lasciando l’interpretazione finale al lettore.
A parte questi dettagli che, secondo la mia valutazione soggettiva, potrebbero essere limati, si tratta senz’altra di una prova più che buona. Non da finale, ma più che buona.
La mia valutazione è 9.
Ciao Christian,
sono contento tu abbia apprezzato.
Non mi trovi d'accordo sulle tue osservazioni, dato che fanno parte dell'intenzione del pezzo.
Il rabbi arriva di sorpresa a interrompere la scena intima di Josef ed è intenzionale.
Come l'aggettivo arancione, che descrive il colore della luce. Poteva essere gialla o rosa. Ma gli aggettivi servono per quello, a descrivere una qualità. E io volevo trasmettere quella.
Lo stesso per la parola silhouette, presente nel vocabolario italiano Treccani e indicante:
Nell’uso com., profilo, linea del corpo (soprattutto femminile, e in quanto si presenti sottile e slanciato):
Quindi in questo caso il termine in assoluto più adatto, senz'altro meglio di figura. Non vedo ragione d'incasinarsi tanto.
- christianfloris
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Re: Josef - di David Galligani
Grazie per aver chiarito meglio i tuoi intenti autoriali.
Buona gara.
Buona gara.
- Rick Faith
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David, ben ritrovato.
Devo dire che sei riuscito proprio a mettermi in difficoltà, accidenti. Trovo la tua interpretazione interessante, davvero bella l'idea e l'aramaico poi è un tocco di classe (e se probabilmente scandalizzerà qualche purista, pazienza). Tuttavia la scelta del narratore esterno non mi ha convinto. Sicuramente avrai avuto le tue buone ragioni, ma almeno per quanto mi riguarda è uno sguardo che non mi ha trasmesso emozioni. Avrei desiderato sentire i sentimenti del golem, soprattutto quando gli è stato ricordato di non essere umano, l'ansia davanti la porta, avrei voluto vedere la sua idea di amore, non so se mi spiego.
Sarebbe però stato un altro racconto e tu hai scritto quello che volevi scrivere, purtroppo il senso di distacco nel mio caso non è stato un valore aggiunto.
Un saluto e buona edition
Devo dire che sei riuscito proprio a mettermi in difficoltà, accidenti. Trovo la tua interpretazione interessante, davvero bella l'idea e l'aramaico poi è un tocco di classe (e se probabilmente scandalizzerà qualche purista, pazienza). Tuttavia la scelta del narratore esterno non mi ha convinto. Sicuramente avrai avuto le tue buone ragioni, ma almeno per quanto mi riguarda è uno sguardo che non mi ha trasmesso emozioni. Avrei desiderato sentire i sentimenti del golem, soprattutto quando gli è stato ricordato di non essere umano, l'ansia davanti la porta, avrei voluto vedere la sua idea di amore, non so se mi spiego.
Sarebbe però stato un altro racconto e tu hai scritto quello che volevi scrivere, purtroppo il senso di distacco nel mio caso non è stato un valore aggiunto.
Un saluto e buona edition
- AndreaCrevola
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David, piacere d’averti letto.
Racconto gradevole e lineare. Il nome Josef m’aveva subito fatto pensare a Kafka e a Praga, sebbene poi il racconto prenda un’altra direzione. Il tema della creatura mostruosa innamorata della fanciulla è un classico, ma non ho percepito una trattazione da “cliché”.
Critiche costruttive: la descrizione iniziale della casa in pietra, mi ha fatto pensare a un tempo passato, tuttavia la presenza dell’acqua corrente (?) e di altri dettagli mi hanno confuso. È un golem che esiste ai giorni nostri oppure no? Te lo segnalo perché questo dettaglio mi ha un po’ rovinato la partenza del racconto. La formula in ebraico l’avrei evitata, parere mio personale.
Racconto gradevole e lineare. Il nome Josef m’aveva subito fatto pensare a Kafka e a Praga, sebbene poi il racconto prenda un’altra direzione. Il tema della creatura mostruosa innamorata della fanciulla è un classico, ma non ho percepito una trattazione da “cliché”.
Critiche costruttive: la descrizione iniziale della casa in pietra, mi ha fatto pensare a un tempo passato, tuttavia la presenza dell’acqua corrente (?) e di altri dettagli mi hanno confuso. È un golem che esiste ai giorni nostri oppure no? Te lo segnalo perché questo dettaglio mi ha un po’ rovinato la partenza del racconto. La formula in ebraico l’avrei evitata, parere mio personale.
Re: Josef - di David Galligani
Bella la messinscena di questo racconto, mi sono ben immaginato un ambiente rurale e le ombre serali di un paesaggio di campagna. Struggente e a tratti poetico il personaggio del Golem che vorrebbe osare di più ma poi rimane prigioniero del suo aspetto che lo rende impotente nel raggiungere l’oggetto del suo desiderio. Sì, la forma è tutto: è il segreto della vita. È a questa massima di Wilde che mi ha fatto pensare il tuo racconto.
- L'inquisitore
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Re: Josef - di David Galligani
Ciao David! Racconto superlativo, con un ottimo uso di una focalizzazione esterna limitata che non si vede spesso e che in genere non piace. Ma per questo pezzo è perfetta perché, oltre a permettere le pennellate perfettamente riuscite che danno atmosfera e si leggono come acqua fresca, permettono di nascondere legittimamente la reale natura di Josef. Ottime le battute di dialogo, brillante la poetica. Dimostri come sempre una grande consapevolezza autoriale e gestione del testo. Insomma, pollice su!
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Rick Faith ha scritto:Sarebbe però stato un altro racconto e tu hai scritto quello che volevi scrivere, purtroppo il senso di distacco nel mio caso non è stato un valore aggiunto.
Un saluto e buona edition
Ciao , non so davvero cosa rispondere al tuo commento, quindi non lo farò. In bocca al lupo.
Ultima modifica di david.callaghan il giovedì 6 aprile 2023, 14:08, modificato 1 volta in totale.
- Rick Faith
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Re: Josef - di David Galligani
david.callaghan ha scritto:
Ciao , non so davvero cosa rispondere al tuo commento, quindi non lo farò. In bocca al lupo.
Sì, probabilmente nel mio commento c'era troppa pancia e poca testa. Rivedendolo a distanza di giorni mi sembra poco utile
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
AndreaCrevola ha scritto:Critiche costruttive: la descrizione iniziale della casa in pietra, mi ha fatto pensare a un tempo passato, tuttavia la presenza dell’acqua corrente (?) e di altri dettagli mi hanno confuso. È un golem che esiste ai giorni nostri oppure no? Te lo segnalo perché questo dettaglio mi ha un po’ rovinato la partenza del racconto. La formula in ebraico l’avrei evitata, parere mio personale.
Presto, leviamo l'acqua corrente a tutti borghi e i centri storici!
Ma dai! :)
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
Andrea76 ha scritto:...il personaggio del Golem che vorrebbe osare di più ma poi rimane prigioniero del suo aspetto che lo rende impotente nel raggiungere l’oggetto del suo desiderio. Sì, la forma è tutto: è il segreto della vita. È a questa massima di Wilde che mi ha fatto pensare il tuo racconto.
In realtá una versione della storia del Golem di Praga, racconta che fosse andato berserk distruggendo tutto a causa di un amore non corrisposto. È per questa ragione che il Rabbi lo spegne.
- david.callaghan
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Re: Josef - di David Galligani
L'inquisitore ha scritto:Ciao David! Racconto superlativo, con un ottimo uso di una focalizzazione esterna limitata che non si vede spesso e che in genere non piace. Ma per questo pezzo è perfetta perché, oltre a permettere le pennellate perfettamente riuscite che danno atmosfera e si leggono come acqua fresca, permettono di nascondere legittimamente la reale natura di Josef. Ottime le battute di dialogo, brillante la poetica. Dimostri come sempre una grande consapevolezza autoriale e gestione del testo. Insomma, pollice su!
Grazie mille caro Inquisitore!
Questo è uno dei commenti che incornicerò per i tempi duri!
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