Un cane poco domestico
- giulio.palmieri
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Un cane poco domestico
Il cane del signor Boraghi pisciava soltanto sulla parte più alta dei muri.
Aveva lo strano potere di risalire le pareti, zampettare fino al soffitto o fino a un balcone, e… quante volte Boraghi s’era trovato ad ammirare uno scolo gocciolante su un balcone ornato di fiori, il quale, invece di acqua, grondava piscio. E la gente che passava guardava come lui e non capiva: perché nel frattempo Gengio, il cane, era tornato a scodinzolargli vicino.
Gengio era un beagle da caccia della sua ex-moglie.
La signora Matilde Boraghi se ne era andata un giorno, per motivi inderogabili: non aveva più tempo per il parrucchiere, per giocare a tennis, o per quel corso online di meccatronica dei sistemi energetici che era la sua passione.
Si era trasferita in fondo alla strada, in una villetta a due piani.
– Per favore – aveva detto a Boraghi quel pomeriggio – stasera portami una batteria.
– Quale?
– Una VRLA a massima corrente di spunto. Grazie.
– Dove la trovo?
– Al negozio di Pombi, in centro. Ah, portami pure Gengio, voglio fare una passeggiata.
– Cosa devi farci con la batteria?
– Non ti riguarda.
– Allora non porto niente.
– Voglio automatizzare i pannelli fotovoltaici sul tetto, my dear. Tu non hai mai avuto cuore di capire.
– Mi sono sempre occupato delle bollette. E di Gengio.
– Sappi che in casa mia, adesso, le porte si aprono a comando vocale. Posso impostare con la voce temperatura e umidità. I toast al mattino escono bruciacchiati come piace a me, esattamente due minuti dopo le sette. Questo è potere. Ah, non hai mai capito.
– Cosa?
– Che l’energia è utilissima. Prendi un paio di ampere di corrente. Finalmente, li posso trasformare in un toast bruciacchiato, in una porta che si apre, in una serranda che si chiude.
– E ti basta per essere felice?
Matilde, dall’altra parte, aveva già chiuso la conversazione.
A Boraghi, il negozio di Pombi faceva spavento. Se gli piscia sui computer, quello mi chiede i danni pensò. E gli venne un’idea.
Compose di nuovo il numero nella cornetta.
– Matilde, cara. Ti faccio recapitare la batteria per domani. Invece, va bene se ti porto Gengio adesso? Me lo riporti stasera.
– Ma certo.
– Sicura?
–Yes, my dear. E sorridi: la libertà è meravigliosa!
Quella sera Boraghi sedette sulla panchina del campo di calcio fronte a casa, per assistere a una partita.
I giocatori stavano facendo il loro ingresso, quando, verso le sette, si udì una macchina sgommare sulla ghiaia presso il campo: Matilde scese tutta rossa in viso, i capelli scarmigliati di fuliggine, con Gengio in braccio che scodinzolava felice.
– Come è andata? – fece Boraghi, in piedi.
– Ha pisciato pure sui condizionatori! – fece lei. – E su tutte le centraline. C’era qualcosa che non sapevo e tu non me lo hai mai detto!
– E quindi?
– Questa sera devo dormire da te.
– Bene – fece lui, con un sorriso. E aggiunse: – Hai visto? Anche Gengio ha un potere: può cambiare la vita delle persone!
Aveva lo strano potere di risalire le pareti, zampettare fino al soffitto o fino a un balcone, e… quante volte Boraghi s’era trovato ad ammirare uno scolo gocciolante su un balcone ornato di fiori, il quale, invece di acqua, grondava piscio. E la gente che passava guardava come lui e non capiva: perché nel frattempo Gengio, il cane, era tornato a scodinzolargli vicino.
Gengio era un beagle da caccia della sua ex-moglie.
La signora Matilde Boraghi se ne era andata un giorno, per motivi inderogabili: non aveva più tempo per il parrucchiere, per giocare a tennis, o per quel corso online di meccatronica dei sistemi energetici che era la sua passione.
Si era trasferita in fondo alla strada, in una villetta a due piani.
– Per favore – aveva detto a Boraghi quel pomeriggio – stasera portami una batteria.
– Quale?
– Una VRLA a massima corrente di spunto. Grazie.
– Dove la trovo?
– Al negozio di Pombi, in centro. Ah, portami pure Gengio, voglio fare una passeggiata.
– Cosa devi farci con la batteria?
– Non ti riguarda.
– Allora non porto niente.
– Voglio automatizzare i pannelli fotovoltaici sul tetto, my dear. Tu non hai mai avuto cuore di capire.
– Mi sono sempre occupato delle bollette. E di Gengio.
– Sappi che in casa mia, adesso, le porte si aprono a comando vocale. Posso impostare con la voce temperatura e umidità. I toast al mattino escono bruciacchiati come piace a me, esattamente due minuti dopo le sette. Questo è potere. Ah, non hai mai capito.
– Cosa?
– Che l’energia è utilissima. Prendi un paio di ampere di corrente. Finalmente, li posso trasformare in un toast bruciacchiato, in una porta che si apre, in una serranda che si chiude.
– E ti basta per essere felice?
Matilde, dall’altra parte, aveva già chiuso la conversazione.
A Boraghi, il negozio di Pombi faceva spavento. Se gli piscia sui computer, quello mi chiede i danni pensò. E gli venne un’idea.
Compose di nuovo il numero nella cornetta.
– Matilde, cara. Ti faccio recapitare la batteria per domani. Invece, va bene se ti porto Gengio adesso? Me lo riporti stasera.
– Ma certo.
– Sicura?
–Yes, my dear. E sorridi: la libertà è meravigliosa!
Quella sera Boraghi sedette sulla panchina del campo di calcio fronte a casa, per assistere a una partita.
I giocatori stavano facendo il loro ingresso, quando, verso le sette, si udì una macchina sgommare sulla ghiaia presso il campo: Matilde scese tutta rossa in viso, i capelli scarmigliati di fuliggine, con Gengio in braccio che scodinzolava felice.
– Come è andata? – fece Boraghi, in piedi.
– Ha pisciato pure sui condizionatori! – fece lei. – E su tutte le centraline. C’era qualcosa che non sapevo e tu non me lo hai mai detto!
– E quindi?
– Questa sera devo dormire da te.
– Bene – fece lui, con un sorriso. E aggiunse: – Hai visto? Anche Gengio ha un potere: può cambiare la vita delle persone!
Ultima modifica di giulio.palmieri il martedì 21 marzo 2023, 0:56, modificato 5 volte in totale.
Re: Un cane poco domestico
Ciao Giulio! Tutto ok con i parametri, buona MOSCABIANCA EDITION!
Re: Un cane poco domestico
Un incipit che mette parecchia curiosità e che cattura con i suoi argomenti super-weird. Un cane che risale le pareti. Wow.
Peccato per lo sviluppo.
Ci si perde nei meandri del rapporto tra i due coniugi separati, delle pinzillacchere tecno-stravaganti di Matilde, dei dialoghi un po’ meh che sembrano una via di mezzo tra le vignette della settimana enigmistica e le beccate alla Raimondo Vianello e Sandra Mondaini sotto le lenzuola.
Se la metamorfosi sarebbe il ritorno dei due coniugi a dormire insieme, mi pare attinente ma deboluccio.
Peccato per lo sviluppo.
Ci si perde nei meandri del rapporto tra i due coniugi separati, delle pinzillacchere tecno-stravaganti di Matilde, dei dialoghi un po’ meh che sembrano una via di mezzo tra le vignette della settimana enigmistica e le beccate alla Raimondo Vianello e Sandra Mondaini sotto le lenzuola.
Se la metamorfosi sarebbe il ritorno dei due coniugi a dormire insieme, mi pare attinente ma deboluccio.
Re: Un cane poco domestico
ciao Giulio,
è stato un vero piacere leggere il tuo racconto. Mi sono divertito parecchio!
L'idea del cane che piscia per aria è davvero particolare: bravo!
Non ho afferrato bene la declinazione del tema e quanto sia conforme.
La metamorfosi avviene perché tornano insieme?
Il racconto non presenta sbavature grammaticali, né di forma. Scorre bene e si fa leggere agilmente.
In bocca al lupo per l'edition!
ciao
Dom
è stato un vero piacere leggere il tuo racconto. Mi sono divertito parecchio!
L'idea del cane che piscia per aria è davvero particolare: bravo!
Non ho afferrato bene la declinazione del tema e quanto sia conforme.
La metamorfosi avviene perché tornano insieme?
Il racconto non presenta sbavature grammaticali, né di forma. Scorre bene e si fa leggere agilmente.
In bocca al lupo per l'edition!
ciao
Dom
„Che Dio mi conceda la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la tenacia di cambiare ciò che posso e la fortuna di non fare troppe cazzate.“
- giulio.palmieri
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Re: Un cane poco domestico
Dario17 ha scritto:Un incipit che mette parecchia curiosità e che cattura con i suoi argomenti super-weird. Un cane che risale le pareti. Wow.
Peccato per lo sviluppo.
Ci si perde nei meandri del rapporto tra i due coniugi separati, delle pinzillacchere tecno-stravaganti di Matilde, dei dialoghi un po’ meh che sembrano una via di mezzo tra le vignette della settimana enigmistica e le beccate alla Raimondo Vianello e Sandra Mondaini sotto le lenzuola.
Se la metamorfosi sarebbe il ritorno dei due coniugi a dormire insieme, mi pare attinente ma deboluccio.
Hey Dario, ci voleva il tuo commento al vetriolo! L'intento ("nostro è l'intento, ma l'esito no") era di impostare un racconto umoristico, con tutto ciò che ne consegue. Su tema e altro rispondo dopo gli altri commenti (tanto più spiego, meno riuscita è la narrazione). Un saluto!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Un cane poco domestico
Domenico ha scritto:ciao Giulio,
è stato un vero piacere leggere il tuo racconto. Mi sono divertito parecchio!
L'idea del cane che piscia per aria è davvero particolare: bravo!
Non ho afferrato bene la declinazione del tema e quanto sia conforme.
La metamorfosi avviene perché tornano insieme?
Il racconto non presenta sbavature grammaticali, né di forma. Scorre bene e si fa leggere agilmente.
In bocca al lupo per l'edition!
Ciao Domenico, grazie! Per il tema rispondo dopo gli altri commenti (tanto, come detto prima, più spiego, meno riuscita è la narrazione). Un saluto e buona edition a te.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Un cane poco domestico
Sorry Bro, ma devo bocciarti.
L'idea del cane che piscia sui terrazzi è strepitosa, e mi aspettavo grandi risate ma purtroppo, non è stato così. È tutto troppo finto e fine a se stesso per essere credibile e soprattutto non accade nulla di davvero interessante. Un banale battibecco tra marito e moglie.
Anche il tema, mi sfugge proprio.
Però ti devo riconoscere che il personaggio di matilde l'hai tratteggiato bene, con 2 frasi e un intercalare mi hai dato subito un immagine di questa tizia strampalata.
L'idea del cane che piscia sui terrazzi è strepitosa, e mi aspettavo grandi risate ma purtroppo, non è stato così. È tutto troppo finto e fine a se stesso per essere credibile e soprattutto non accade nulla di davvero interessante. Un banale battibecco tra marito e moglie.
Anche il tema, mi sfugge proprio.
Però ti devo riconoscere che il personaggio di matilde l'hai tratteggiato bene, con 2 frasi e un intercalare mi hai dato subito un immagine di questa tizia strampalata.
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: Un cane poco domestico
Ciao Giulio,
il tuo racconto mi ha divertito e mi è piaciuto a parte per il finale che ho trovato un po' debole, mi aspettavo qualcosa di più scoppiettante che poteva anche essere quello che dici tu (i due che dormono insieme di nuovo), ma scritto in un altro modo. Mi rendo conto che 3000 caratteri e poco tempo non aiutino- Mi è piaciuto anche come hai tratteggiato sia il protagonista sia Matilde, che ho trovato veramente simpatico come personaggio nel suo amare l'elettricità e osannare la libertà
il tuo racconto mi ha divertito e mi è piaciuto a parte per il finale che ho trovato un po' debole, mi aspettavo qualcosa di più scoppiettante che poteva anche essere quello che dici tu (i due che dormono insieme di nuovo), ma scritto in un altro modo. Mi rendo conto che 3000 caratteri e poco tempo non aiutino- Mi è piaciuto anche come hai tratteggiato sia il protagonista sia Matilde, che ho trovato veramente simpatico come personaggio nel suo amare l'elettricità e osannare la libertà
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Un cane poco domestico
Ciao Michael e Sarah,
sì, in effetti ho dato troppa priorità al fatto umoristico, e questo ha cozzato col principio di coerenza interna (!). Anche il finale risulta un po' troppo semplicistico. La prossima volta cercherò di equilibrare e di fare un esercizio più profondo. Di sicuro una prova con 3000 caratteri si prestava a un esercizio letterario più classico. Grazie e un saluto
sì, in effetti ho dato troppa priorità al fatto umoristico, e questo ha cozzato col principio di coerenza interna (!). Anche il finale risulta un po' troppo semplicistico. La prossima volta cercherò di equilibrare e di fare un esercizio più profondo. Di sicuro una prova con 3000 caratteri si prestava a un esercizio letterario più classico. Grazie e un saluto
- david.callaghan
- Messaggi: 220
Re: Un cane poco domestico
Ciao
anche io mi ero entusiasmato col cane che piscia sulla parte alta del muro, però poi devo dire che la storia si è risolta
in un modo piuttosto scialbo... Perchè? Non ho trovato il tema, dove sta la metamorfosi? Insomma, mi dispiace ma il tuo racconto mi ha smarrito proprio per strada. Peccato! Anche io sono un po' scemo e ho bisogno di spiegazioni :)
Un saluto!
anche io mi ero entusiasmato col cane che piscia sulla parte alta del muro, però poi devo dire che la storia si è risolta
in un modo piuttosto scialbo... Perchè? Non ho trovato il tema, dove sta la metamorfosi? Insomma, mi dispiace ma il tuo racconto mi ha smarrito proprio per strada. Peccato! Anche io sono un po' scemo e ho bisogno di spiegazioni :)
Un saluto!
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Un cane poco domestico
un cane poco domestico di Giulio Palmieri.
Hola!
Ecco, pensa che invece a me il cane che liscia sui terrazzi non aveva fatto né caldo m, né freddo! XD però mi è piaciuto tanto come hai tratteggiato i personaggi. Sembra di conoscerli di già, e tu per farlo hai usato una manciata di parole. davvero notevole.
Avrei posto un accento sulle intenzioni del marito, sarebbe bastato un sorriso sornione quando le lascia il cane, o potevi fargli preparare la cena per due… cose così, che facessero intuire la premeditazione. Ma il difetto maggiore è che non vedo traccia del tema. Detto questo, si lascia leggere piacevolmente.
Hola!
Ecco, pensa che invece a me il cane che liscia sui terrazzi non aveva fatto né caldo m, né freddo! XD però mi è piaciuto tanto come hai tratteggiato i personaggi. Sembra di conoscerli di già, e tu per farlo hai usato una manciata di parole. davvero notevole.
Avrei posto un accento sulle intenzioni del marito, sarebbe bastato un sorriso sornione quando le lascia il cane, o potevi fargli preparare la cena per due… cose così, che facessero intuire la premeditazione. Ma il difetto maggiore è che non vedo traccia del tema. Detto questo, si lascia leggere piacevolmente.
Polly
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Un cane poco domestico
Ciao Giulio,
Un racconto con diverse buone idee, come le abitudini del cane, la figura della moglie che mi ha ricordato il personaggio di Furio in un famoso film di Verdone, le sue idee strampalate. Lo stile comico traspare ma purtroppo non è efficace e così l'aderenza al tema che mi manca. Come hanno rilevato altri, nell'insieme un po' troppa confusione e idee di fondo che continuano a sfuggirmi. Suggerisco di lavorarci ancora e metterlo nel Laboratorio per esprimere appieno le sue potenzialità non espresse.
Un racconto con diverse buone idee, come le abitudini del cane, la figura della moglie che mi ha ricordato il personaggio di Furio in un famoso film di Verdone, le sue idee strampalate. Lo stile comico traspare ma purtroppo non è efficace e così l'aderenza al tema che mi manca. Come hanno rilevato altri, nell'insieme un po' troppa confusione e idee di fondo che continuano a sfuggirmi. Suggerisco di lavorarci ancora e metterlo nel Laboratorio per esprimere appieno le sue potenzialità non espresse.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Un cane poco domestico
Ciao Andrea, Polly e David, grazie mille per i commenti. Sì, l'idea del laboratorio è ottima; il raccontino però è molto sperimentale, e dovrei lavorare molto per coniugare il fatto umoristico con trama, personaggi, ambientazione (magari surrealistica) etc. Vedo se mi viene in mente qualche idea valida a riguardo, altrimenti aspetto il prossimo contest. Un saluto
Ultima modifica di giulio.palmieri il giovedì 30 marzo 2023, 22:12, modificato 1 volta in totale.
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 376
Re: Un cane poco domestico
Ciao Giulio. Scusami il commento breve.
La metamorfosi mi appare deboluccia, l'umorismo ci sta e mi sono divertito in alcune scene ma non basta a farne un buon racconto. L'incipit mi ha colpito ma ha anche creato aspettative che poi non sono state soddisfatte.
La metamorfosi mi appare deboluccia, l'umorismo ci sta e mi sono divertito in alcune scene ma non basta a farne un buon racconto. L'incipit mi ha colpito ma ha anche creato aspettative che poi non sono state soddisfatte.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Un cane poco domestico
Ciao Salvo, don't worry, grazie per il commento. In effetti ho dato preponderanza alla dinamica umoristica, senza tenere in conto gli altri elementi. Un saluto
- L'inquisitore
- Messaggi: 196
Re: Un cane poco domestico
Ciao Giulio! Condivido l'opinione di chi ti ha detto che l'incipit ha creato aspettative, ma poi ti sei spostato altrove, verso lidi più consueti e meno intriganti. Un racconto che probabilmente necessita di una maggiore strutturazione. Penso che ci siano troppi elementi surreali che si spengano a vicenda: serve qualcosa per questa strana donna coi suoi strani eccessi, allora arriva un cane ancor più strano usato da un uomo dall'atteggiamento sicuramente strano e poco credibile. Il tutto non fornisce un appiglio al lettore che si sente lontano da tutto e non viene coinvolto e convinto da ciò che accade. Anch'io non colgo l'aderenza al tema.
Pollice verso le quattro!
Pollice verso le quattro!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Un cane poco domestico
Ok, grazie per il commento. Il tema (nella mia testa) dovrebbe consistere in un confronto tra il discorso di Matilde (quando dice che può trasformare l'elettricità in una sorta di potere di controllo sulle cose) e l'ironia di Boraghi, quando afferma che anche Gengio, il cane-personaggio che unisce i due, ha un potere: quello di cambiare la vita alle persone, cioé di far cambiare loro prospettiva (dato il suo strano potere di salire sui muri e fare le cose usuali un po' al contrario). La metamorfosi era il cambio di prospettiva dei due in funzione del "potere" casinista di Gengio. Insomma, tra un po' scrivo un altro racconto per spiegare perché non si capisce il tema nel racconto iniziale. Alla prossima!
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