La Regina
Inviato: martedì 21 marzo 2023, 0:50
I pretendenti si inginocchiano come tessere di domino. L’inquadratura dall’alto li rende un magma bianco, eppure uno di loro diverrà il nuovo Re.
Chissà che tipo di uomini sono.
Porgo a Silvio la mia tisana al finocchio. Non fa neppure il gesto di afferrarla. La adagio sul tavolino e mi avvolgo nella copertina di pile. «Sembra un’onda che s’infrange su uno scoglio, non è vero?»
Silvio intinge le labbra nel bicchierino di Cynar. «A me, sembra una marea di stupidi.»
«Non sono proprio gli ultimi arrivati. Il meno qualificato ha un dottorato in Biochimica.»
«Peggio ancora. Sprecare la propria vita a quel modo. Li manderei su un’isola deserta, così che non facciano del male a nessuno.»
«Dicono che la Regina doni parte della sua intelligenza aliena.»
«Sei proprio un’ingenua. Devi avere qualcosa di guasto al cervello per entrare nello Sciame, figurati voler diventare il Prescelto. Se penso che fra poco uno di loro sarà lo sposo di quel mostro… mi fanno vomitare.»
Le immagini indugiano sulla membrana traslucida del sarcofago. Il corpo della Regina è soltanto una viscida intuizione. Brevi tremori agitano la cuticola. Si sta per schiudere.
Silvio frappone una mano aperta tra sé e lo schermo, volta il viso verso il soffitto. «Gesù!»
«Devo cambiare canale?»
Nemmeno mi risponde. Svuoto la tazza in tre sorsi. Perché non capisce che per me è importante? Sono settimane che non si parla d’altro.
«Marco, il mio collega, dice che questa sarà una delle ultime trasformazioni», sussurro.
Sarà la quinta volta che me lo ripeti!» sbuffa. «Vammi a prendere il telefono in cucina, piuttosto.»
Eseguo l’ordine più per disinnescare la discussione che per gentilezza. Finisce che ci mettiamo a litigare proprio durante la schiusa. Cerco sul tavolo e accanto al piano cottura, ma non lo trovo. Mi riaffaccio in salotto. «Sicuro sia di qui?»
«Fallo squillare.»
Con lo sguardo fisso sullo televisore, tasto il divano alla cieca in cerca del mio cellulare. La regia compie una carrellata sui volti dei pretendenti in prima fila. Gli occhi chiusi, labbra che sussurrano una litania.
«Si confessano?», sghignazza Silvio.
«È il richiamo. Ci siamo quasi. Alza il volume.»
«Il mio telefono?»
Cerco il suo nome tra gli ultimi messaggi e provo a contattare il suo. «Non suona.»
«Guarda in bagno. O in camera.»
«Ora vado, ma tu alza.»
Proseguo la ricerca. È la serata più importante dell’anno e mi tocca vagare come un’idiota per casa. Possibile che non capisca?
Non cambierà mai.
«Oddio che schifo!», urla dal salotto.
Corro alla TV. Il bozzolo è esploso in centinaia di frammenti. Il primo piano della Regina non ha nulla di umano. Spiega le ali e volteggia sopra la folla dei pretendenti. Molti fuggono, non erano pronti. I più determinati, o folli, implorano di essere scelti. La Regina scende in picchiata. Arpiona il nuovo sposo e lo trascina al centro della navata. Lo schiaccia sotto l’addome e inizia l’accoppiamento.
Silvio nasconde gli occhi con l’avambraccio.
Prendo il telecomando e alzo il volume.
Chissà che tipo di uomini sono.
Porgo a Silvio la mia tisana al finocchio. Non fa neppure il gesto di afferrarla. La adagio sul tavolino e mi avvolgo nella copertina di pile. «Sembra un’onda che s’infrange su uno scoglio, non è vero?»
Silvio intinge le labbra nel bicchierino di Cynar. «A me, sembra una marea di stupidi.»
«Non sono proprio gli ultimi arrivati. Il meno qualificato ha un dottorato in Biochimica.»
«Peggio ancora. Sprecare la propria vita a quel modo. Li manderei su un’isola deserta, così che non facciano del male a nessuno.»
«Dicono che la Regina doni parte della sua intelligenza aliena.»
«Sei proprio un’ingenua. Devi avere qualcosa di guasto al cervello per entrare nello Sciame, figurati voler diventare il Prescelto. Se penso che fra poco uno di loro sarà lo sposo di quel mostro… mi fanno vomitare.»
Le immagini indugiano sulla membrana traslucida del sarcofago. Il corpo della Regina è soltanto una viscida intuizione. Brevi tremori agitano la cuticola. Si sta per schiudere.
Silvio frappone una mano aperta tra sé e lo schermo, volta il viso verso il soffitto. «Gesù!»
«Devo cambiare canale?»
Nemmeno mi risponde. Svuoto la tazza in tre sorsi. Perché non capisce che per me è importante? Sono settimane che non si parla d’altro.
«Marco, il mio collega, dice che questa sarà una delle ultime trasformazioni», sussurro.
Sarà la quinta volta che me lo ripeti!» sbuffa. «Vammi a prendere il telefono in cucina, piuttosto.»
Eseguo l’ordine più per disinnescare la discussione che per gentilezza. Finisce che ci mettiamo a litigare proprio durante la schiusa. Cerco sul tavolo e accanto al piano cottura, ma non lo trovo. Mi riaffaccio in salotto. «Sicuro sia di qui?»
«Fallo squillare.»
Con lo sguardo fisso sullo televisore, tasto il divano alla cieca in cerca del mio cellulare. La regia compie una carrellata sui volti dei pretendenti in prima fila. Gli occhi chiusi, labbra che sussurrano una litania.
«Si confessano?», sghignazza Silvio.
«È il richiamo. Ci siamo quasi. Alza il volume.»
«Il mio telefono?»
Cerco il suo nome tra gli ultimi messaggi e provo a contattare il suo. «Non suona.»
«Guarda in bagno. O in camera.»
«Ora vado, ma tu alza.»
Proseguo la ricerca. È la serata più importante dell’anno e mi tocca vagare come un’idiota per casa. Possibile che non capisca?
Non cambierà mai.
«Oddio che schifo!», urla dal salotto.
Corro alla TV. Il bozzolo è esploso in centinaia di frammenti. Il primo piano della Regina non ha nulla di umano. Spiega le ali e volteggia sopra la folla dei pretendenti. Molti fuggono, non erano pronti. I più determinati, o folli, implorano di essere scelti. La Regina scende in picchiata. Arpiona il nuovo sposo e lo trascina al centro della navata. Lo schiaccia sotto l’addome e inizia l’accoppiamento.
Silvio nasconde gli occhi con l’avambraccio.
Prendo il telecomando e alzo il volume.