Mi accompagni?

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 aprile con un tema di HYPNOS EDIZIONI e 4000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto!
StefanoGalardini
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Mi accompagni?

Messaggio#1 » lunedì 17 aprile 2023, 23:38

“Quando fai così proprio non ti sopporto, papà!” Maria piegava i maglioni con la foga di chi vendicasse un torto, impilandoli l’uno sull’altro.
Barnaba seduto sul letto guardava l’asse da stiro vicino e l’alone di vapore che ingrigiva il metallo lucido del ferro. Stese una mano per lasciare con il dito una traccia sul vapore, come su uno specchio dopo la doccia, ma rinunciò, il ferro era ancora caldo. Rimise la mano in grembo, tenendosela ferma, assicurata alla catena del suo corpo. Gli occhi si mossero a intuire fuori il verde del pino scurire nel freddo di novembre, l’aveva piantato insieme alla moglie quando avevano comprato la casa.
“E proprio ora, con Edoardo che ha cominciato l’asilo da un mese e mezzo!” Maria schiacciò la lana dei maglioni per far uscire l’aria prima di riporli nell’armadio.
“Oh, se ci fosse ancora la mamma, quante te ne avrebbe dette!” prese le maglie invernali e le pigiò nello scaffale.
“Invece di pensare a me, a tuo nipote, alla tua famiglia.”
A quella parola Barnaba ebbe un sussulto, come se davvero avesse passato il dito sul ferro ancora caldo.
“Io vengo qua tutti i martedì e i venerdì. Faccio in modo che tu abbia sempre i vestiti puliti, il frigo pieno. Non è forse vero che non ti faccio mancare niente?”
Il vecchio fece un cenno affermativo con il capo. Fissava il pavimento di cotto senese. L’aveva scelto lei, Clara, sua moglie. La mamma di Maria. Tutto quello che di buon gusto aveva avuto nella sua vita, Barnaba, l’aveva scelto Clara.
In fondo Maria aveva anche ragione, ma non poteva farci nulla. La decisione era presa, non si tornava indietro. Non poteva ripensarci, così, come a dire ma no, scherzavo. Non era una decisione che si prende alla leggera, quella di morire. E alla leggera non si poteva nemmeno abbandonarla.
“Sto diventando cieco” Barnaba si accorse che erano tre parole, soltanto quando le pronunciò ad alta voce. Tanta preoccupazione per tre parole. Per niente d’importante bastavano tre parole. Ci voleva un panegirico per sposarsi, per fare dei figli. Nessuno aveva mai fatto dei figli nel rispetto e nell’amore spendendo soltanto tre parole. Maria di certo gli era costata molto di più. Tuttavia, non era mai stato così in ansia, nemmeno quando era diventato padre.
Barnaba le ripeté ad alta voce, controllando di non aver dimenticato nulla, ma no. Stava tutto in poco spazio e allo stesso tempo non ci stava.
“E con questo?” Maria sbuffò “Guarda che si vive benissimo anche senza vedere, un sacco di persone vivono in questo mondo ogni giorno, alcune cieche dalla nascita, ma non si fanno venire idee balzane per…”
Maria si era ammutolita. Il gesto di Barnaba, la mano aperta che scattava a chiudersi in pugno che poi suo padre portava alla bocca. Lui non l’aveva mai picchiata, ma quello era il segnale convenuto fin quando era bambina che stava esagerando. Quando riaprì gli occhi, Barnaba si alzò dal letto.
“Non è questione di vedere o non vedere. Non mi interessa il diventare cieco. È che sono stanco di ingannarmi, Marì. Tanto stanco. Finora se non guardavo attentamente, magari voltando le spalle, con la coda dell’occhio, potevo vedere tua madre ancora là, a sferruzzare un paio di scarpine per il piccolo, o sdraiata su un fianco accanto a me nel letto. Se vedo il piatto apparecchiato, posso cominciare a mangiare credendo che lei entrerà dalla porta da un momento all’altro, carica di sporte.”
Maria non osava più guardarlo, ma teneva ancora i pugni puntati sui fianchi, così lui l’abbracciò per tentare di scioglierglieli un’ultima volta.
“Ora non ci riesco più come prima, sta diventando sempre più difficile. È così poco definito adesso il contorno delle cose, che devo sforzarmi troppo. E quando sarò solo, nel buio, che non sentirò il rumore dei suoi passi, che non la sentirò russare prima di addormentarmi, me lo spieghi come potrò fare io, allora?”
Maria si mise a singhiozzare piano, legata a qualche remora antica che la convinceva di dover essere lei quella forte tra i due.
“Mi accompagni, allora?”



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antico
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#2 » lunedì 17 aprile 2023, 23:40

Ecco il vncitore dell'ultima Edizione: Stefano Galardini! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa HYPNOS EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#3 » martedì 18 aprile 2023, 12:43

Ciao Stefano, ben ritrovato. È sempre un piacere leggerti.
Dei tuoi racconti mi piace molto come riesci a fondere le azioni della quotidianità (un soffritto, o piegare i maglioni) con i dialoghi intorno a cui strutturi la trama.
In questo racconto, non so se per scelta stilistica o per la particolarità della declinazione del tema che hai scelto, mi pare che i dialoghi siano un po' ingombranti rispetto alle azioni e al non detto. Anche la dichiarazione sulla cecità poteva essere seminata un po' meglio, lasciata intuire di più, prima di esplicitarla al lettore.
Questo giusto per fare la pulci a un racconto che comunque mi è piaciuto molto. Se le mie osservazioni ti sembrano puntigliose, sappi che lo faccio perché hai una penna che mi piace parecchio, quindi alzo anche la mia asticella delle aspettative :)

A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

alexandra.fischer
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#4 » martedì 18 aprile 2023, 14:09

Mi accompagni? Di Stefano Galardini Tema centrato. Spinoso. In questo caso, Maria deve assecondare il padre Barnaba alla morte assistita perché gli manca la moglie Clara. Finché può vedere, può immaginarne la presenza, rievocare in modo efficace le scene passate. Il buio gli toglierebbe tutto, di qui la drammatica decisione. In questo caso, che spetta alla figlia Maria. Molto ben descritta la casa di Barnaba, con il pavimento di cotto, la finestra con il pino nel paesaggio di novembre. Ben resi i gesti di Maria, che stira i maglioni invernali e anche quello del pugno in bocca di Barnaba, oltre che della mossa verso il vapore del ferro da stiro, quasi fosse un qualcosa di indefinito da afferrare.

StefanoGalardini
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#5 » martedì 18 aprile 2023, 15:14

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Stefano, ben ritrovato. È sempre un piacere leggerti.
Dei tuoi racconti mi piace molto come riesci a fondere le azioni della quotidianità (un soffritto, o piegare i maglioni) con i dialoghi intorno a cui strutturi la trama.
In questo racconto, non so se per scelta stilistica o per la particolarità della declinazione del tema che hai scelto, mi pare che i dialoghi siano un po' ingombranti rispetto alle azioni e al non detto. Anche la dichiarazione sulla cecità poteva essere seminata un po' meglio, lasciata intuire di più, prima di esplicitarla al lettore.
Questo giusto per fare la pulci a un racconto che comunque mi è piaciuto molto. Se le mie osservazioni ti sembrano puntigliose, sappi che lo faccio perché hai una penna che mi piace parecchio, quindi alzo anche la mia asticella delle aspettative :)

A rileggerci presto!
Giuliano


Ciao Giuliano!
Assolutamente no, le tue osservazioni non sono puntigliose, ma puntuali. Ogni commento è materiale di riflessione e quindi di crescita e di quella non se ne può mai fare a meno! Posso solo nascondermi dietro al dito dell'esiguo numero di battute a disposizione, ma ogni tua osservazione è più che giusta e ne faccio tesoro, così come dei tanti e bellissimi complimenti! Non farti mai problemi a farmi notare ciò che non va o potrebbe migliorare nei miei racconti qui. Imparare l'uno dall'altro è il mio primo obiettivo qui a Minuti Contati! Grazie mille e buona giornata!

StefanoGalardini
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#6 » martedì 18 aprile 2023, 15:16

alexandra.fischer ha scritto:Mi accompagni? Di Stefano Galardini Tema centrato. Spinoso. In questo caso, Maria deve assecondare il padre Barnaba alla morte assistita perché gli manca la moglie Clara. Finché può vedere, può immaginarne la presenza, rievocare in modo efficace le scene passate. Il buio gli toglierebbe tutto, di qui la drammatica decisione. In questo caso, che spetta alla figlia Maria. Molto ben descritta la casa di Barnaba, con il pavimento di cotto, la finestra con il pino nel paesaggio di novembre. Ben resi i gesti di Maria, che stira i maglioni invernali e anche quello del pugno in bocca di Barnaba, oltre che della mossa verso il vapore del ferro da stiro, quasi fosse un qualcosa di indefinito da afferrare.


Ciao Alexandra! Ben ritrovata! Grazie mille per la tua analisi come sempre tecnicamente ineccepibile, ma io voglio sapere da te anche una cosa in più: il racconto ti è piaciuto? dove potrei migliorarlo? Ho come idea che manchi qualcosa...

Dash J. Benton
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#7 » martedì 18 aprile 2023, 22:34

Ciao Stefano e complimenti per il racconto.
Molto bella la metafora dei maglioni (piegava i maglioni con la foga di chi vendicasse un torto). Anche l’immagine di lui che vuole toccare il ferro da stiro ma si trattiene é molto evocativa: quanti di noi vagano con gli occhi o con le mani durante una conversazione scomoda!
Invece mi é risultata oscura e forse inutile la descrizione del corpo come una catena (Rimise la mano in grembo, tenendosela ferma, assicurata alla catena del suo corpo): mi aveva fatto pensare a qualche handicap motorio che invece nel resto del racconto non c’é.
Anche la frase di Maria sul bambino che ha appena cominciato l’asilo mi sembra strana (se fosse alle medie sarebbe meglio?). Ma se l’hai inserita per dimostrare che quando le emozioni sono in gioco, la razionalià viene meno, allora é un colpo da maestro.
Per il resto, il dialogo scorre bene anche se tutta la scena é forse un po’ statica per i miei gusti.

Infine, mi sembra che tutto il racconto sia scritto dal punto di vista del padre, ma verso la fine c’é forse un cambio di prospettiva che stona un po’: “Maria si mise a singhiozzare piano, legata a qualche remora antica che la convinceva di dover essere lei quella forte tra i due.” O il padre la conosce cosi’ bene da intuire le sue remore antiche?

Saro’ contento di sapere se i miei contenti ti sembrano azzeccati o meno!

In bocca al lupo!

StefanoGalardini
Messaggi: 97

Re: Mi accompagni?

Messaggio#8 » mercoledì 19 aprile 2023, 8:08

Dash J. Benton ha scritto:Ciao Stefano e complimenti per il racconto.
Molto bella la metafora dei maglioni (piegava i maglioni con la foga di chi vendicasse un torto). Anche l’immagine di lui che vuole toccare il ferro da stiro ma si trattiene é molto evocativa: quanti di noi vagano con gli occhi o con le mani durante una conversazione scomoda!
Invece mi é risultata oscura e forse inutile la descrizione del corpo come una catena (Rimise la mano in grembo, tenendosela ferma, assicurata alla catena del suo corpo): mi aveva fatto pensare a qualche handicap motorio che invece nel resto del racconto non c’é.
Anche la frase di Maria sul bambino che ha appena cominciato l’asilo mi sembra strana (se fosse alle medie sarebbe meglio?). Ma se l’hai inserita per dimostrare che quando le emozioni sono in gioco, la razionalià viene meno, allora é un colpo da maestro.
Per il resto, il dialogo scorre bene anche se tutta la scena é forse un po’ statica per i miei gusti.

Infine, mi sembra che tutto il racconto sia scritto dal punto di vista del padre, ma verso la fine c’é forse un cambio di prospettiva che stona un po’: “Maria si mise a singhiozzare piano, legata a qualche remora antica che la convinceva di dover essere lei quella forte tra i due.” O il padre la conosce cosi’ bene da intuire le sue remore antiche?

Saro’ contento di sapere se i miei contenti ti sembrano azzeccati o meno!

In bocca al lupo!



Ciao Dash! Piacere di ritrovarti! Intanto grazie per i complimenti, fanno sempre piacere!
Nel rispondere ai tuoi commenti parto con il chiarire un punto, forse mi ripeto, ma ci tengo: i vostri commenti sono sempre azzeccati, perché sono l'espressione della sensibilità di chi legge. E dal momento che uno scrittore fa leggere qualcosa di suo, l'interpretazione dell'autore diventa a parere mio solo una tra le tante interpretazioni possibili, a pari grado con quelle dei lettori.
Tutt'al più ci possono essere dei punti di disaccordo, ma è proprio quello il bello, che possa nascere un confronto! Quindi nessuna remora, commenti e critiche sono sempre ben accetti perché fanno riflettere se si tiene una mente aperta! OH e non dimentichiamo gli elogi, fanno bene pure quelli!!!
AH, la "mano assicurata alla catena del suo corpo"! Qui volevo dare l'idea di un'impaccio fisico dovuto alla perdita della vista, ma mi sono reso conto dalla prima rilettura che la frase fosse poco efficace. Ma sai quando ti innamori di un'espressione e vuoi lasciarla a tutti i costi? Ci ho scommesso sopra nonostante non ne fossi convinto e ho evidentemente perso! Imparerò a fidarmi di più della prima sensazione!
Riguardo alla frase di Maria, dai lì era ovvio che fossero in gioco le ragioni di una figlia che cerca una motivazione qualunque per far cambiare idea al padre su una decisione dolorosa: hai una famiglia, a tuo nipote non ci pensi? Lui comincia un percorso nuovo e tu lo vuoi lasciare da solo? Vuoi lasciare me da sola, ora che Edoardo diventa più impegnativo da gestire? Qua non avrei saputo trovare un'altra battuta di dialogo che racchiudesse così tanto in così poche parole.
L'appunto sui pdv. Qua piuttosto è un passo indietro del narratore, da focalizzato su Barnaba, nel momento dell'abbraccio, si allarga a riunire tutti diventando onnisciente. Non pensi che possa essere più efficace un cambio di fuoco, più che un vero spostamento di punto di vista? Per lo meno, io l'avevo pensata così. Fammi sapere cosa ne pensi!
Per il resto, grazie mille per aver letto il mio racconto!

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Pretorian
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#9 » mercoledì 19 aprile 2023, 12:14

Ciao, Stefano è piacere di leggerti. Il racconto è migliorabile sia dal punto di vista di trama che di quello stilistico.
Per la trama, non ho percepito nulla del dramma che dovrebbe trasparire da una situazione simile. Insomma, Maria stira e Barnaba gioca con il ferro mentre discutono della sua scelta di morire, come se si trattasse della scelta delle vacanze estive. Anche il fatto che il tema della discussione come la morte del vecchio emerga solo nella seconda metà della storia riduce l'impatto emotivo: si intuisce la questione fin dall'inizio, ma il fatto di non esplicarla rende le prime battute fiacche. A livello di stile abbiamo il grosso problema del PDV che oscilla: è in terza persona, ma in certi momenti sembra seguire Barnaba (tutto il discorso sul pavimento di cotto), in altri Maria (il fatto che il gesto del pugno avesse un significato per lei fin dall'infanzia o nel finale) in altri è più incerto (un paio di volte il PDV indica Barnaba come "il vecchio", una definizione che non sembra appartenere a nessuno dei due personaggi).
Inoltre, ci sono numerose espressioni che non sembrano avere alcun vero senso come "Piegava i maglioni con la foga di chi si vendicasse di un torto" o "Rimise la mano in grembo, tenendosela ferma, assicurata alla catena del suo corpo".

Insomma, come detto ci sono ampi margini di miglioramento.

Alla prossima!

Dash J. Benton
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#10 » mercoledì 19 aprile 2023, 15:01

Ciao!
Grazie per le tue risposte! Sono d’accordo che la frase della figlia è molto efficace!
Per quanto riguarda il cambio di punto di vista, sono ancora alle prime armi come scrittore (diciamo pure che le armi non me le hanno date perché non si fidano, ho delle pistole ad acqua) ma mi era sembrato di capire che i cambi di punti di vista andrebbero evitati se possibile. In questo caso, secondo me, il “prezzo” di cambiare punto di vista non è compensato dal guadagno per il racconto. È chiaro fin dall’inizio che la figlia vuole bene a suo padre e si occupa e preoccupa per lui. Se la frase fosse finita per esempio così: “Maria si mise a singhiozzare piano, appoggiata alla spalla di Barnaba.” non ci sarebbe stato cambio di punto di vista e il racconto non avrebbe perso nulla!
:)

StefanoGalardini
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#11 » mercoledì 19 aprile 2023, 16:57

Pretorian ha scritto:Ciao, Stefano è piacere di leggerti. Il racconto è migliorabile sia dal punto di vista di trama che di quello stilistico.
Per la trama, non ho percepito nulla del dramma che dovrebbe trasparire da una situazione simile. Insomma, Maria stira e Barnaba gioca con il ferro mentre discutono della sua scelta di morire, come se si trattasse della scelta delle vacanze estive. Anche il fatto che il tema della discussione come la morte del vecchio emerga solo nella seconda metà della storia riduce l'impatto emotivo: si intuisce la questione fin dall'inizio, ma il fatto di non esplicarla rende le prime battute fiacche. A livello di stile abbiamo il grosso problema del PDV che oscilla: è in terza persona, ma in certi momenti sembra seguire Barnaba (tutto il discorso sul pavimento di cotto), in altri Maria (il fatto che il gesto del pugno avesse un significato per lei fin dall'infanzia o nel finale) in altri è più incerto (un paio di volte il PDV indica Barnaba come "il vecchio", una definizione che non sembra appartenere a nessuno dei due personaggi).
Inoltre, ci sono numerose espressioni che non sembrano avere alcun vero senso come "Piegava i maglioni con la foga di chi si vendicasse di un torto" o "Rimise la mano in grembo, tenendosela ferma, assicurata alla catena del suo corpo".

Insomma, come detto ci sono ampi margini di miglioramento.

Alla prossima!


Ciao Pretoriani! Grazie per avermi letto! Il miglioramento è proprio il motivo principale per cui partecipo a MC, per cui faccio tesoro di tutti i commenti. Ti ringrazio per la tua analisi minuziosa e cercherò di riflettere sui tuoi appunti per la prossima volta. Quindi... alla prossima!

StefanoGalardini
Messaggi: 97

Re: Mi accompagni?

Messaggio#12 » mercoledì 19 aprile 2023, 17:10

Dash J. Benton ha scritto:Ciao!
Grazie per le tue risposte! Sono d’accordo che la frase della figlia è molto efficace!
Per quanto riguarda il cambio di punto di vista, sono ancora alle prime armi come scrittore (diciamo pure che le armi non me le hanno date perché non si fidano, ho delle pistole ad acqua) ma mi era sembrato di capire che i cambi di punti di vista andrebbero evitati se possibile. In questo caso, secondo me, il “prezzo” di cambiare punto di vista non è compensato dal guadagno per il racconto. È chiaro fin dall’inizio che la figlia vuole bene a suo padre e si occupa e preoccupa per lui. Se la frase fosse finita per esempio così: “Maria si mise a singhiozzare piano, appoggiata alla spalla di Barnaba.” non ci sarebbe stato cambio di punto di vista e il racconto non avrebbe perso nulla!
:)


Sarai pure alle prime armi come scrittore, ma sono andato a leggermi il tuo racconto e sono tutto fuorché caricate ad acqua quelle pistole!! Hai soprattutto due cose che non si possono imparare, ritmo e spirito e da quelle puoi costruire quello che vuoi!
Per quanto riguarda le "regole". Hai ragione ho fatto un cambio di punto di vista. I censori ti diranno sempre che non si fa, i moderati che le regole sono buone finché non fai qualcosa che le regole dicono di non fare e funziona lo stesso. Va a sentimento, personalmente a me Carver non appassiona proprio perché troppo aderente alle regole del buon scrivere (per fare un esempio celebre). Qui semplicemente ho ritenuto che Barnaba avesse dato tutto in termini di personaggio e che per dare l'ultima emozione bisognasse rimanere con Maria. Sono gusti, ovviamente dipende sempre chi hai davanti, con i colleghi di Minuti Contati posso dissentire, magari se lo stesso appunto me lo facesse un editor di casa editrice sarei sicuramente più umile :)
Detto questo, il confronto è sempre stimolante. Ti ringrazio!!

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AndreaCrevola
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#13 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:11

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Il racconto è molto dolce e commovente, il tema centrato. All’inizio la motivazione di Barnaba per farla finita mi sembrava futile… ma sei riuscito a renderla importante e interessante. L’uomo pensa continuamente alla moglie scomparsa e il testo lascia presagire che non sarà semplice per la figlia far cambiare idea al padre.
Dettagli di poco conto: non mi è piaciuta la frase “Gli occhi si mossero a intuire fuori il verde del pino scurire nel freddo di novembre”. Forse è un po’ contorta, dal mio punto di vista.

Dash J. Benton
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#14 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:23

Grazie Stefano per essere andato a leggere il mio racconto e per le parole di incoraggiamento!
Per quanto riguarda il punto di vista, prendo nota di quanto hai detto per i miei prossimi racconti :)

StefanoGalardini
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#15 » mercoledì 19 aprile 2023, 22:48

AndreaCrevola ha scritto:Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Il racconto è molto dolce e commovente, il tema centrato. All’inizio la motivazione di Barnaba per farla finita mi sembrava futile… ma sei riuscito a renderla importante e interessante. L’uomo pensa continuamente alla moglie scomparsa e il testo lascia presagire che non sarà semplice per la figlia far cambiare idea al padre.
Dettagli di poco conto: non mi è piaciuta la frase “Gli occhi si mossero a intuire fuori il verde del pino scurire nel freddo di novembre”. Forse è un po’ contorta, dal mio punto di vista.


Ciao Andrea! Mi fa molto piacere che il racconto ti sia piaciuto!
Sto ridendo leggendo il riferimento alla frase del pino: rileggendola è ciceroniana in effetti, e non in senso buono! :D
Ti svelo il retroscena: ho usato il verbo "vedere" nella prima stesura, poi no, non va bene. Sta diventando cieco. Allora intuire. Intuire ci sta. Però dovevo tagliare caratteri allora "diventare scuro" è diventato "scurire". La frase su stagione e clima era molto più lunga e allora ho dovuto tagliare ancora... Il risultato è un po' un Limerick, ma alla fine mi cadeva la palpebra la sera che l'ho scritto! Insomma, il pino è stato potato troppo di fretta :D
Scherzi a parte ti ringrazio ancora per le belle parole e anche per l'appunto sulla frase contorta: potevo farci più attenzione in fase di rilettura!

LeggErika3
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#16 » venerdì 21 aprile 2023, 8:51

Ciao Stefano,
partiamo da una premessa: il racconto mi è piaciuto molto e lo vedrai dalla classifica. Hai scelto un argomento interessante (inesauribile), attinente al tema proposto in modo originale e lo hai messo in scena con capacità. Mi sembra di capire che ti piacciano immagini e metafore, io ho trovato molto bella e descrittiva di personaggio e momento quella di Maria che piegava i maglioni con la foga di chi vendica un torto (vado a memoria).
Se devo però fare delle osservazioni, ricalco quanto già notato da altri: il punto di vista è variabile. E benché mi piacciano entrambi i personaggi ( e come lettore mi piace identificarmi in tutti e due, anche questo non è parametro da poco), il fatto di saltellare qui e lì toglie pathos perché non si riesce ad andare a fondo nell'emotività ne' da una parte, ne' dall'altra. Questo non dipende da te scrittore, a mio avviso: è un'inevitabile bias psicologico del lettore. Se nel giro di poche righe mi tiri a fuori dai panni di un personaggio e mi butti in quello di un altro, non mi dimentico di star leggendo un racconto...che è quanto, come lettrice, vorrei sempre. Io non sono una talebana delle regole, ma mi rendo conto che nella forma breve trasgredirle sia più rischioso che in novelle di più ampio respiro.
Questo vale anche per immagini/metafore. Benché le tue siano molto belle, mi sembra siano tante, forse troppe perché siano incisive. Alla fine penso "va' che bella immagine..." e trac, sono fuori dal racconto. Invece l'immagine riuscita è quella che mi trascina ancora più dentro. Bon, ti ho detto la mia. Spero ti serva. Buona Edizione!

StefanoGalardini
Messaggi: 97

Re: Mi accompagni?

Messaggio#17 » venerdì 21 aprile 2023, 11:42

LeggErika3 ha scritto:Ciao Stefano,
partiamo da una premessa: il racconto mi è piaciuto molto e lo vedrai dalla classifica. Hai scelto un argomento interessante (inesauribile), attinente al tema proposto in modo originale e lo hai messo in scena con capacità. Mi sembra di capire che ti piacciano immagini e metafore, io ho trovato molto bella e descrittiva di personaggio e momento quella di Maria che piegava i maglioni con la foga di chi vendica un torto (vado a memoria).
Se devo però fare delle osservazioni, ricalco quanto già notato da altri: il punto di vista è variabile. E benché mi piacciano entrambi i personaggi ( e come lettore mi piace identificarmi in tutti e due, anche questo non è parametro da poco), il fatto di saltellare qui e lì toglie pathos perché non si riesce ad andare a fondo nell'emotività ne' da una parte, ne' dall'altra. Questo non dipende da te scrittore, a mio avviso: è un'inevitabile bias psicologico del lettore. Se nel giro di poche righe mi tiri a fuori dai panni di un personaggio e mi butti in quello di un altro, non mi dimentico di star leggendo un racconto...che è quanto, come lettrice, vorrei sempre. Io non sono una talebana delle regole, ma mi rendo conto che nella forma breve trasgredirle sia più rischioso che in novelle di più ampio respiro.
Questo vale anche per immagini/metafore. Benché le tue siano molto belle, mi sembra siano tante, forse troppe perché siano incisive. Alla fine penso "va' che bella immagine..." e trac, sono fuori dal racconto. Invece l'immagine riuscita è quella che mi trascina ancora più dentro. Bon, ti ho detto la mia. Spero ti serva. Buona Edizione!



Ciao Erika!! Grazie per avermi letto e per i tuoi commenti! sono contento che il racconto ti sia piaciuto, l'argomento mi è molto caro e spero di avere un'occasione per ampliarlo anche oltre i limiti del racconto, prima o poi.
Per quanto riguarda le critiche, devo arrendermi: questo salto dei punti di vista me lo avete fatto notare proprio tutti quindi devo fare un passo indietro e accettare la critica senza ribattere oltre, evidentemente si nota e dà fastidio.
Riguardo alle immagini/metafore: eh, ho già confessato di essere uno che si innamora delle proprie frasi, ci sto lavorando! :)
Grazie per la tua analisi, c'è molto su cui riflettere!

Giovanni P
Messaggi: 209

Re: Mi accompagni?

Messaggio#18 » domenica 23 aprile 2023, 18:02

Buongiorno Stefano,

hai toccato un argomento doloroso e difficile, lo hai fatto con un racconto smaliziato, che non si perde in fronzoli buonistici o sentimentalismi noiosi. Il povero Barnaba mi fa pena, ma più di lui penso alla figlia. Mi è piaciuto come hai caratterizzato Maria, una persona stanca e addolorata che fa il suo dovere prima arrabbiandosi e poi piangendo, ovvero con umanità. Queste scelte rendono il tutto reale e non realistico.

Complimenti

StefanoGalardini
Messaggi: 97

Re: Mi accompagni?

Messaggio#19 » lunedì 24 aprile 2023, 15:32

Giovanni P ha scritto:Buongiorno Stefano,

hai toccato un argomento doloroso e difficile, lo hai fatto con un racconto smaliziato, che non si perde in fronzoli buonistici o sentimentalismi noiosi. Il povero Barnaba mi fa pena, ma più di lui penso alla figlia. Mi è piaciuto come hai caratterizzato Maria, una persona stanca e addolorata che fa il suo dovere prima arrabbiandosi e poi piangendo, ovvero con umanità. Queste scelte rendono il tutto reale e non realistico.

Complimenti


Ciao Giovanni! Grazie mille per le tue parole! È un piacere ritrovarti e sapere che il racconto ti è piaciuto e che è arrivato.
La difficoltà è stata proprio quella di non scadere nel sentimentalismo, che era la mia più grande paura per questo testo. Sono contento e soddisfatto che nonostante i difetti che il racconto può avere, quel tratto particolare sia riuscito! Grazie infinite!

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L'inquisitore
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Re: Mi accompagni?

Messaggio#20 » lunedì 1 maggio 2023, 15:18

Ciao Stefano! Hai interpretato il tema del "non definito" con la cecità. Potrebbe bastare questo a un anziano per prendere una decisione simile? E la reazione della figlia sarebbe davvero questa rabbia semplice? Non so, non mi convince del tutto, ma non è un argomento che conosco, quindi potrebbe essere. Più che un racconto è un dialogo, con uno svelamento interessante, ma non è ancora un racconto.
Sul piano stilistico ho trovato ancora la tua scrittura un po' forzata, frasi molto lunghe, quasi pedanti, e poca chiarezza nei punti di vista, come ti hanno fatto notare. Secondo me lo scoglio da superare ora è proprio l'amore per le tue frasi. Trovo molto utile il commento di Erika e lo condivido. Sul discorso delle regole io ne seguo una: non infrangere le regole A MENO CHE tu non abbia un motivo per farlo (che non sia il semplice desiderio di libertà), ma MC è il luogo ideale per sperimentare.
Nell'insieme direi un pollice tendente all'alto con brio.

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