Dietro un vetro appannato

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 aprile con un tema di HYPNOS EDIZIONI e 4000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto!
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Davide_Mannucci
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Dietro un vetro appannato

Messaggio#1 » lunedì 17 aprile 2023, 23:46

Il confine tra follia ed equilibrio è dietro un vetro appannato

Camilla chiuse il libro. Quella frase la turbava e la affascinava allo stesso tempo.
Si passò il dito sul piccolo promontorio di carne che le insediava il labbro inferiore. Che schifo. Eppure, anche Marco in classe il giorno prima le aveva fatto capire di non essergli indifferente.
«Camilla, noi andiamo, mi raccomando, dai un occhio al nonno» papà urlava come se fosse solo.
«Guarda che non sono sordo e so badare a me stesso, razza di deficiente! Sono rimasto vedovo, non sono diventato tetraplegico». Camilla guardò la mamma e non riuscì a trattenere una risata. La mamma le fece un cenno di saluto. «Se hai bisogno chiama. E, anche se il nonno pensa di essere forte, ogni tanto vai da lui». Camilla buttò un bacio alla mamma. «Divertitevi!».
La morte della nonna era stato un trauma ma perderla ad opera del serial killer che da sei mesi terrorizzava il quartiere era un incubo.
Camilla si gettò sul letto. Finalmente sola. Il nonno tra poco si sarebbe addormentato e lei avrebbe fatto la videochiamata con Marco. Le aveva già scritto tre volte. Sembrava davvero interessato a lei. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Poco prima aveva visto che mancavano ancora venti minuti all’appuntamento con Marco. Decise di fare una doccia per rilassarsi.
Aprì gli occhi con l’intenzione di alzarsi ma restò immobile e senza fiato. Il nonno era chino su di lei e la guardava con gli occhi semi aperti.
«So badare a me stesso. Diglielo ai tuoi».
Camilla dovette respirare a fondo per non urlare. «Nonno mi hai spaventata. Non ti avevo sentito entrare».
Il nonno si girò e si diresse verso la porta, come se non l’avesse sentita. «So badare a me stesso, lo dicevo anche alla nonna ma lei non mi ascoltava». Si voltò e la guardò sorridendo. «Principessa, vado a distendermi sul letto. Non preoccuparti per me». Le buttò un bacio e sparì nel corridoio.
Camilla corse a chiudere la porta a chiave. Non le era piaciuta quell’intrusone. Voleva bene al nonno ma a tutto c’era un limite. Ok il trauma e l’efferato omicidio ma anche meno.
Un rumore improvviso di vetri che andavano in frantumi la fece sussultare.
«AIUTO! CHI CAZZO SEI?» il nonno stava gridando terrorizzato. «CAMILLA, CHIUDITI DENTRO E NON USCIRE PER NESSUN MOTIV...AH!».
Il silenzio improvviso la terrorizzò. Cercò di respirare piano. Ma che stava succedendo? Chi era entrato? Camilla pensò al serial killer ma cacciò quel pensiero e si raggomitolò in fondo alla stanza, come se farsi piccola la rendesse invisibile.
Ad un tratto nel corridoio si materializzò il rumore di passi pesanti e accelerati. Qualcuno stava correndo. Un tonfo violento scosse la porta. «Apri piccola puttanella. Il nonno ha fatto la fine della nonna e ora tocca a te». Camilla aveva la nausea ma cercò di non cedere. Un secondo colpo alla porta, più forte e violento la fece cedere. Si preparò al peggio ma quello che vide le restituì una piccola speranza. «Nonno! Sei vivo. Ma lui dov’è finit...NONNO NO».
Camilla saltò sul letto, cercando di schivare il colpo. Il nonno agitava una mannaia e sembrava in trance.
Evitò un secondo colpo e si diresse verso la porta. Un paio di passi lunghi e ce l’avrebbe fatta. Il rumore di un terzo colpo dietro di lei la costrinse a saltare in avanti ma inciampò e rotolò per terra. Si voltò in tempo per vederlo sollevare la mannaia. «Salutami quella troia di tua nonna». Camilla chiuse gli occhi.
«FERMO PEZZO DI MERD...». Un rantolo disgustoso e poi silenzio. Aprì gli occhi e vide il nonno con un coltello infilato in gola. Il sangue era dappertutto e la mano che stringeva il coltello perse forza fino a staccarsi. Il nonno si era ucciso.
Il corpo non fece molto rumore quando cadde sul pavimento. Sembrava tutto rallentato.
Il cellulare cominciò a vibrare. La videochiamata con Marco.
«Ciao Marco, eccomi. Sono sola soletta, sì. I mei sono fuori e il nonno finalmente dorme. Siamo tutte tue».

Il confine tra follia ed equilibrio è dietro un vetro appannato
Ultima modifica di Davide_Mannucci il martedì 18 aprile 2023, 0:03, modificato 2 volte in totale.


Davide Mannucci

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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#2 » lunedì 17 aprile 2023, 23:50

Ecco uno dei due Campioni in carica! Ciao Davide! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa HYPNOS EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#3 » martedì 18 aprile 2023, 14:40

Dietro un vetro appannato di Davide Mannucci Tema centrato. A partire dalla frase che apre il racconto e mostra il confine labile fra follia ed equilibrio. Nel racconto nulla è come sembra. Camilla appare dapprima come un’adolescente un po’ complessata da un piccolo difetto a un labbro, ma con il corteggiatore Marco pronto per la videochiamata. I genitori appaiono sereni, le dicono solo di far compagnia al nonno vedovo da poco. Invece, tutto cambia poco alla volta. La nonna è morta assassinata da un serial killer. E il nonno sembra stare per fare la stessa fine. Poco dopo, però, è il nonno a comparire con la mannaia, deciso a uccidere la nipote. E ammette di aver ucciso la nonna lui stesso. Infine, muore, assassinato dalla stessa mannaia che stava per usare sulla nipote. Suicida? No, perché nel finale quel “siamo tutte tue” suggerisce una personalità multipla in Camilla. Storia da brividi. Avvincente.
Attenzione:
non le era piaciuta quell’intrusione.
Apri, piccola puttanella.

Dash J. Benton
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#4 » martedì 18 aprile 2023, 22:58

Ciao Davide, complimenti per il bel racconto.

Un primo colpo di scena con il nonno killer: schizzofrenia? bipolarita? sonnambulismo? O é posseduto?
Non lo sappiamo ma non cambia l’effetto sorpresa. E poi finale da brividi con il “Siamo tutte tue” (che ammetto di non aver notato in prima lettura e ringrazio Alexandra per farlo notare nel suo commento): l’esperienza traumatica ha rotto qualcosa nella testa di Camilla? O la malattia del nonno é genetica?
Tante domande ma che non tolgono nulla al racconto, anzi lo rendono più interessante e misterioso! Per me, si tratta di un’ottima prova.

In bocca al lupo!

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Pretorian
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#5 » mercoledì 19 aprile 2023, 15:22

Ciao, Davide e piacere di leggerti. Se dal punto di vista stilistico il racconto è abbastanza scorrevole, dal punto di vista dei dialoghi e della trama ci sono parecchie problematiche.
In primis, il fatto che tu debba far venir fuori dal pdv il fatto che la nonna della protagonista sia stata assassinata da un serial killer rompe l'immersivita della narrazione, perché è scritto in un modo che non sembra coerente con il pensiero della ragazza. Sarebbe stato molto meglio far emergere il tutto in un modo più naturale, magari da un dialogo tra la madre e Camilla. Poi, la scena di Camilla che si sveglia e trova il nonno che la guarda mentre dorme serve a poco dal put i di vista della storia, ma anche lo svantaggio che, legandosi a quanto detto a proposito del serial killer faccia capire anche al lettore più smaliziato che l'assassino sia proprio il nonno, cosa che rovina totalmente il colpo di scena finale. La mia impressione è che sia questa, che la scena di "combattimento" successiva siano state influenzate da certi trope del cinema horror, soprattutto quelli della scena "Jump scare", con il problema che in un film queste scene hanno una certa valenza horrorifica, per quanto a grana grossa, ma non funzionano nel mezzo letterario, che si basa molto di più si altre corde. Anche i dialoghi sono molto "cinematografici", con il caps lock e le interruzioni che potrebbero essere riportati di peso nello script di un film.
Il finale è frettoloso, come se avessi sentito la necessità di virare verso un Bad ending, avendo come unico pretesto la frase iniziale, che infatti sei stato costretto a ripetere.

Purtroppo, un racconto non all'altezza dei tuoi altri lavori.

Alla prossima.

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AndreaCrevola
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#6 » mercoledì 19 aprile 2023, 18:40

Ciao Davide, piacere di averti letto.
Il racconto è un breve thriller che si dipana con buon ritmo. I punti deboli sono, a mio avviso, l’inizio e la fine. Nella parte iniziale potevi iniziare dalla frase “Camilla buttò un bacio…” (espressione che poi si ripete più avanti, ripetizione che avrei evitato) e dedicato la frase seguente a fare una sintesi del perché Camilla deve badare al nonno. Per esempio:

Camilla buttò un bacio alla mamma. «Divertitevi!»
La morte della nonna era stato un trauma ma perderla ad opera del serial killer che da sei mesi terrorizzava il quartiere era un incubo. Il nonno pensa di essere forte, ma papà ha ragione quando mi chiede di tenerlo sott’occhio.


Il finale, invece, m’è parso confuso. Il nonno si suicida (ok) ma non mi è chiara la battuta finale al plurale. Forse sono io a non aver capito, ma te lo segnalo. Lo stesso vale per l'attinenza col tema, forse preso un po' alla larga.

Occhio alle “d” eufoniche (“ad opera”)

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Davide_Mannucci
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#7 » mercoledì 19 aprile 2023, 18:57

AndreaCrevola ha scritto:Ciao Davide, piacere di averti letto.
Il racconto è un breve thriller che si dipana con buon ritmo. I punti deboli sono, a mio avviso, l’inizio e la fine. Nella parte iniziale potevi iniziare dalla frase “Camilla buttò un bacio…” (espressione che poi si ripete più avanti, ripetizione che avrei evitato) e dedicato la frase seguente a fare una sintesi del perché Camilla deve badare al nonno. Per esempio:

Camilla buttò un bacio alla mamma. «Divertitevi!»
La morte della nonna era stato un trauma ma perderla ad opera del serial killer che da sei mesi terrorizzava il quartiere era un incubo. Il nonno pensa di essere forte, ma papà ha ragione quando mi chiede di tenerlo sott’occhio.


Il finale, invece, m’è parso confuso. Il nonno si suicida (ok) ma non mi è chiara la battuta finale al plurale. Forse sono io a non aver capito, ma te lo segnalo. Lo stesso vale per l'attinenza col tema, forse preso un po' alla larga.

Occhio alle “d” eufoniche (“ad opera”)



Ciao Andrea! Piacere di trovarti.
Ti ringrazio per i consigli e per il tempo che hai dedicato al commento. La prima parte è preziosa e ne terrò di conto. Graize di cuore...in effetti avrebbe suonato tutto meglio.

Per quanto riguarda la frase finale...te la segnalo io :) Nel senso che è quello il colpo di scena come ha fatto notare capendo tutto molto bene Alexandra. Tutto è confuso perché confuso è nella testa dei protagonisti...direi tutto cosi poco definito. Il tema c'è nel momento in cui si evince che il confine tra follia ed equilibrio è dietro a un vetro appannato...quindi non definito... Per comprenderlo direi di leggere i commenti di Dash e Alexandra. Comunque la mia è stata una sfida: scrivere un racconto non del mio genere e giocare sul filo della follia, quindi lasciando tutto molto in sospeso, quindi ci sta di lasciare alcuni lettori perplessi.
Per le d eufoniche, proprio per quello che significa eufoniche, non sono mai talebano nell'usarle solo in.presenza di due vocali uguali. "Ad opera" trovo che sia più eufonico di "A opera".
Ti saluto però ringraziandovi perché sei stato utile, esauriente e soprattutto gentilissimo!
Grazie!!!
Davide Mannucci

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GiulianoCannoletta
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#8 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:02

Ciao Davide, è sempre un piacere quando riappari da queste parti!
Il racconto è come al solito ben scritto e si legge che è un piacere.
Il problema principale a mio avviso è la "compressione" in poco spazio di una storia che ne avrebbe necessitato di più. Questo ti ha costretto a dialoghi un po' forzati e ad accelerare il ritmo senza lasciar depositare la giusta tensione tra gli eventi.
Detto questo, rimane comunque un testo assai buono e il finale con la nipote che chiama il ragazzo parlando al plurale è una chicca!
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Davide_Mannucci
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#9 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:10

Pretorian ha scritto:Ciao, Davide e piacere di leggerti. Se dal punto di vista stilistico il racconto è abbastanza scorrevole, dal punto di vista dei dialoghi e della trama ci sono parecchie problematiche.
In primis, il fatto che tu debba far venir fuori dal pdv il fatto che la nonna della protagonista sia stata assassinata da un serial killer rompe l'immersivita della narrazione, perché è scritto in un modo che non sembra coerente con il pensiero della ragazza. Sarebbe stato molto meglio far emergere il tutto in un modo più naturale, magari da un dialogo tra la madre e Camilla. Poi, la scena di Camilla che si sveglia e trova il nonno che la guarda mentre dorme serve a poco dal put i di vista della storia, ma anche lo svantaggio che, legandosi a quanto detto a proposito del serial killer faccia capire anche al lettore più smaliziato che l'assassino sia proprio il nonno, cosa che rovina totalmente il colpo di scena finale. La mia impressione è che sia questa, che la scena di "combattimento" successiva siano state influenzate da certi trope del cinema horror, soprattutto quelli della scena "Jump scare", con il problema che in un film queste scene hanno una certa valenza horrorifica, per quanto a grana grossa, ma non funzionano nel mezzo letterario, che si basa molto di più si altre corde. Anche i dialoghi sono molto "cinematografici", con il caps lock e le interruzioni che potrebbero essere riportati di peso nello script di un film.
Il finale è frettoloso, come se avessi sentito la necessità di virare verso un Bad ending, avendo come unico pretesto la frase iniziale, che infatti sei stato costretto a ripetere.

Purtroppo, un racconto non all'altezza dei tuoi altri lavori.

Alla prossima.



Ciao Agostino, sempre un piacere sentirti!
Grazie per il commento...anche se non mi trova del tutto d'accordo ma è grazie ai commenti negativi come questi che sono migliorato in questa meravigliosa community! Quindi fancu...no scusa...volevo dire grazie :D
Scherzi a parte ogni commento tuo lo leggo e rileggo sempre con attenzione...sei spietato ma giusto e sai quel che scrivi...ma fanculo lo stesso...no aspetta....subentra il mio alter ego....volevo dire grazie...ecco...ripeto...fanc...graz...cul..mg.. fottit...grazie...ecco...ce lho fatta...grazie!!
Ok torno serio...un abbraccio Ago!

PS
Ho scritto la frase finale nel pieno delle mie facoltà...senza costrizione alcuna...giuro! :D
Davide Mannucci

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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#10 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:12

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Davide, è sempre un piacere quando riappari da queste parti!
Il racconto è come al solito ben scritto e si legge che è un piacere.
Il problema principale a mio avviso è la "compressione" in poco spazio di una storia che ne avrebbe necessitato di più. Questo ti ha costretto a dialoghi un po' forzati e ad accelerare il ritmo senza lasciar depositare la giusta tensione tra gli eventi.
Detto questo, rimane comunque un testo assai buono e il finale con la nipote che chiama il ragazzo parlando al plurale è una chicca!
A rileggerci presto.
Giuliano


Grande Giuliano!! Io e Lauro siamo qui col testimone in mano....DAJE!!!
Detto questo...sempre un onore un tuo commento...quando è positivo poi è un vanto perché viene da un autore con le contropalle!
Hai ragione...ho dovuto comprimere tutto...troppo
A presto e grazie!
Davide Mannucci

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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#11 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:14

Dash J. Benton ha scritto:Ciao Davide, complimenti per il bel racconto.

Un primo colpo di scena con il nonno killer: schizzofrenia? bipolarita? sonnambulismo? O é posseduto?
Non lo sappiamo ma non cambia l’effetto sorpresa. E poi finale da brividi con il “Siamo tutte tue” (che ammetto di non aver notato in prima lettura e ringrazio Alexandra per farlo notare nel suo commento): l’esperienza traumatica ha rotto qualcosa nella testa di Camilla? O la malattia del nonno é genetica?
Tante domande ma che non tolgono nulla al racconto, anzi lo rendono più interessante e misterioso! Per me, si tratta di un’ottima prova.

In bocca al lupo!



Ciao Dash...piacere di conoscerti! E che dire? Sono felicissimo per il bel commento!
A presto
Davide Mannucci

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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#12 » mercoledì 19 aprile 2023, 19:27

alexandra.fischer ha scritto:Dietro un vetro appannato di Davide Mannucci Tema centrato. A partire dalla frase che apre il racconto e mostra il confine labile fra follia ed equilibrio. Nel racconto nulla è come sembra. Camilla appare dapprima come un’adolescente un po’ complessata da un piccolo difetto a un labbro, ma con il corteggiatore Marco pronto per la videochiamata. I genitori appaiono sereni, le dicono solo di far compagnia al nonno vedovo da poco. Invece, tutto cambia poco alla volta. La nonna è morta assassinata da un serial killer. E il nonno sembra stare per fare la stessa fine. Poco dopo, però, è il nonno a comparire con la mannaia, deciso a uccidere la nipote. E ammette di aver ucciso la nonna lui stesso. Infine, muore, assassinato dalla stessa mannaia che stava per usare sulla nipote. Suicida? No, perché nel finale quel “siamo tutte tue” suggerisce una personalità multipla in Camilla. Storia da brividi. Avvincente.
Attenzione:
non le era piaciuta quell’intrusione.
Apri, piccola puttanella.


Graize Alexandra...sempre precisa e gentilissima
Davide Mannucci

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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#13 » giovedì 20 aprile 2023, 8:19

Davide_Mannucci ha scritto:
Pretorian ha scritto:Ciao, Davide e piacere di leggerti. Se dal punto di vista stilistico il racconto è abbastanza scorrevole, dal punto di vista dei dialoghi e della trama ci sono parecchie problematiche.
In primis, il fatto che tu debba far venir fuori dal pdv il fatto che la nonna della protagonista sia stata assassinata da un serial killer rompe l'immersivita della narrazione, perché è scritto in un modo che non sembra coerente con il pensiero della ragazza. Sarebbe stato molto meglio far emergere il tutto in un modo più naturale, magari da un dialogo tra la madre e Camilla. Poi, la scena di Camilla che si sveglia e trova il nonno che la guarda mentre dorme serve a poco dal put i di vista della storia, ma anche lo svantaggio che, legandosi a quanto detto a proposito del serial killer faccia capire anche al lettore più smaliziato che l'assassino sia proprio il nonno, cosa che rovina totalmente il colpo di scena finale. La mia impressione è che sia questa, che la scena di "combattimento" successiva siano state influenzate da certi trope del cinema horror, soprattutto quelli della scena "Jump scare", con il problema che in un film queste scene hanno una certa valenza horrorifica, per quanto a grana grossa, ma non funzionano nel mezzo letterario, che si basa molto di più si altre corde. Anche i dialoghi sono molto "cinematografici", con il caps lock e le interruzioni che potrebbero essere riportati di peso nello script di un film.
Il finale è frettoloso, come se avessi sentito la necessità di virare verso un Bad ending, avendo come unico pretesto la frase iniziale, che infatti sei stato costretto a ripetere.

Purtroppo, un racconto non all'altezza dei tuoi altri lavori.

Alla prossima.



Ciao Agostino, sempre un piacere sentirti!
Grazie per il commento...anche se non mi trova del tutto d'accordo ma è grazie ai commenti negativi come questi che sono migliorato in questa meravigliosa community! Quindi fancu...no scusa...volevo dire grazie :D
Scherzi a parte ogni commento tuo lo leggo e rileggo sempre con attenzione...sei spietato ma giusto e sai quel che scrivi...ma fanculo lo stesso...no aspetta....subentra il mio alter ego....volevo dire grazie...ecco...ripeto...fanc...graz...cul..mg.. fottit...grazie...ecco...ce lho fatta...grazie!!
Ok torno serio...un abbraccio Ago!

PS
Ho scritto la frase finale nel pieno delle mie facoltà...senza costrizione alcuna...giuro! :D



Ciao, Davide. Eh, purtroppo farsi Skannare i racconti è il modo più efficace per imparare. L'ho imparato a mie spese ;)

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Davide_Mannucci
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#14 » giovedì 20 aprile 2023, 8:40

Ma è il bello di MC. Se si ha la costanza e l’umiltà di prendere le critiche come spunto per migliorarsi si ottengono risultati. Non mi sarei mai tolto la soddisfazione di dividere la poltrona di Campione con un mostro sacro come Andrea se non avessi respirato e contato fino a dieci ogni volta che ricevevo commenti brutali. Ok, uno ci mette del suo ma riesci a fare il salto solo se passi dalle correzioni. Quindi tu sei uno degli artefici del mio miglioramento....ma naturalmente vaffanculo ugualmente. :D

Ti voglio bene Agostino :D
Davide Mannucci

LeggErika3
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#15 » venerdì 21 aprile 2023, 9:18

Ciao Davide, piacere di leggerti.
Un racconto scorrevole e scritto in modo efficace. L'indefinitezza è resa nell'horror psicologico e anche questa è una declinazione interessante.
La scena d'azione mi è piaciuta, ho capito sempre chi faceva cosa (è un problema che ho spesso con questo genere di letture e la colpa forse non è sempre degli autori) e il finale è buono, pur senza essere stupefacente per il lettore/scrittore di MC che cerca tricks in ogni angolo (il povero nonno era il sospettato numero uno fin dall'inizio, la ragazzina è adolescente quindi la virata psyco ci sta sempre). Due criticità, a mio avviso. Al di là delle paturnie fisiche adolescenziali, l'introduzione mostrava un contesto molto tranquillo: i genitori escono, battuta sul nonno che vuol fare da sé. Mi sembra però poco credibile che dopo pochi mesi dall'omicidio della nonna per mano di un serial killer (di cui tutti hanno ancora paura, lo dici poche righe sotto) ci sia in famiglia un clima così rilassato, addirittura da permettere la sortita serale degli adulti. Oltre tutto: "Serial" killer. Quindi si presuppone che ci siano stati altri omicidi...dove, come, quando? Nel quartiere? Il fatto di sottolineare la serialità non può (deve) essere casuale perché modifica il contesto. Soprattutto in una narrazione così breve, dove ogni parola ha un peso.
Se hai voglia, dimmi cosa ne pensi.

Giovanni P
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#16 » domenica 23 aprile 2023, 19:57

Buonasera Davide,

Aaaa le malattie genetiche e le loro fantastiche conseguenze (almeno io l'ho interpretata così)
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, scorre bene e hai fatto un utilizzo perfetto dei caratteri a disposizione . Le poche descrizioni che incontro sono efficaci al massimo.
Complimenti

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L'inquisitore
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Re: Dietro un vetro appannato

Messaggio#17 » lunedì 1 maggio 2023, 15:16

Ciao Davide! Il confine tra follia e "normalità" non è ben definito, almeno nel cervello dei tuoi personaggi. Condivido l'idea di Erika che all'inizio il clima che semini sia forse un tantino troppo normale, ma il racconto in generale mi ha convinto abbastanza. Probabilmente con un po' più di spazio e una revisione sui dialoghi o sulla consequenzialità suggerita da Andrea, il racconto migliorerebbe molto. Mi è piaciuto scoprire che il nonno era il responsabile e subito dopo che aveva due personalità. L'improvvisa follia di Camilla mi è piaciuta molto, anche se un po' troppo repentina.
In generale direi un racconto da pollice quasi su!

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