Johnny Robot

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 15 maggio con un tema dello staff di MC e un'edizione all stars con i giudizi finali di Franci Conforti, Davide Mannucci, Masa, Giorgio Lupo, Andrea Lauro, Silvia La Posta, Andrea Vaccaro, Davide Di Tullio, Luca Nesler, Francesco Nucera e Maurizio Bertino!
Lidia Malizia
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Johnny Robot

Messaggio#1 » lunedì 15 maggio 2023, 23:58

Quel giorno l’idea di diventare psicologa delle IA mi si rivelò pessima.
Il robot che mi avevano assegnato per il tirocinio obbligatorio stava aumentando la mia frustrazione, mi sentivo incapace di comunicare con lui e non potevo farci nulla: lo ero. Il robot, a cui avevano dato il nome di Johnny, non reagiva alle sollecitazioni già da tempo. Prima di rottomarlo era necessaria la mia relazione tecnica che attestasse l’impossibilità di ripristino. La diagnosi riscontrata era chiara: Depressione da impotenza prestazionale sopravvenuta. Come al solito, non me la sentivo di mandarlo al macero senza aver tentato di tutto, ma quella volta era davvero difficile anche solo attrarre la sua attenzione.
In quegli anni ne avevo visto di tutti i colori. Proprio l’anno precedente il mio capo Dipartimento mi aveva convocata d’urgenza per cercare di interagire con un robot impazzito: era risultato incapace di rapportarsi con le procedure amministrative universitarie. C’ero riuscita, ma costò rinunciare al concerto dei Rockers che io e il mio compagno avevamo atteso da tempo. Poco male, la storia col mio compagno di lì a poco finì e a me restò la soddisfazione di aver salvato un paziente.
Johnny aveva qualcosa di diverso. Quando arrivò presso il Laboratorio di Scrittura Creativa del Dipartimento di Lettere, il suo ruolo era ben noto a tutti. Ma già dopo il primo anno, a furia di riprogrammarsi tramite l’interazione con gli esseri umani, sembrava che fosse divenuto più umano di tutti. Questa sensazione cresceva di giorno in giorno, la avvertivo nelle reazioni che Jonny mostrava alle mie sollecitazioni: a volte mi sembrava che piangesse. Non c’erano lacrime sulle sue guance, ma l’espressione del suo volto cambiava palesemente ogni volta che gli sottoponevo le foto di alcuni momenti trascorsi in Laboratorio insieme a tutto il team di ricerca.
“Johnny cosa ti ricorda questa foto?” continuavo a chiedergli una mattina durante una seduta, senza avere alcuna risposta. “Perchè hai smesso di scrivere? Sei molto bravo, sai?”
“Lascia perdere! Oramai è andato” mi disse un collega che si era affacciato sull’uscio della porta, “faresti meglio a venire con noi a pranzo”.
“Andate pure” gli risposi “mangerò qualcosa qui con Johnny” e guardai il robot facendogli l’occhiolino.
Johnny sollevò il capo leggermente e mi sorrise.
“Cos’è questo sorrisino? Non mi dire che hai fame? I robot non hanno fame” gli dissi guardandolo negli occhi.
Johnny si sollevò lentamente e prese qualcosa nello zaino.
“Tieni, non ho più voglia di nutrirmi. Oramai è tutto inutile” disse mentre mi porgeva un pacco.
Aprendolo esclamai con sorpresa “Ma è la Divina Commedia di Dante!”
Johnny annuì. “Ho iniziato ad elaborarla come ho fatto con tutti gli altri libri che mi hanno caricato in memoria ma qualcosa mi ha spiazzato. Sono andato in stand by ogni volta che ho avviato l’elaborazione. Mi hanno spento e riacceso più volte fino a quando hanno deciso di sostituire il file.”
“Non avevano capito che non era questione di file ma di contenuti” disse sempre più agitato, quasi da sembrare un umano. “Qualcosa in quello scritto ha spento il robot e ha acceso una sensazione sconosciuta che mi tormenta” così dicendo alzò leggermente lo sguardo su di me, proiettando un fascio di luce intensa all’altezza del mio cuore.
Sentivo il calore della luce sul petto che diventava sempre più forte. Gli spostai leggermente il capo per deviare il fascio luminoso. La lamiera di cui era fatto Johnny era bollente.
“Dove hai preso questo libro?” gli chiesi per distrarlo e tentare di farlo tornare alla normalità, la sua normalità. Ma era veramente difficile trovare una soluzione al caso che avevo di fronte.
“In biblioteca, qui a fianco, l’altra notte” disse accarezzando il libro “volevo scoprire cosa fosse un libro vero. Nella biblioteca ne ho visti e toccati tantissimi”
“In memoria ne hai molti di più, Johnny!” gli feci notare nella convinzione di dire qualcosa di utile ai miei fini. Invece mi sbagliavo.
Johnny alzò lo sguardo verso di me e disse: “Io non potrò mai scrivere nemmeno uno di quei libri. Non ho motivo di esistere”
Abbassò lo sguardo sul libro e quella luce intensa tornò a splendere dai suoi occhi.
“Johnny, lo sappiamo tutti che tu non potrai scrivere un libro come quello. Del resto sono davvero pochi gli umani che potrebbero farlo” gli dissi provando a farlo ragionare “Ma potrai scrivere per gli uomini tanti altri libri o semplicemente aiutarli a farlo. Questo è il motivo della tua esistenza.”
Johnny sembrava non ascoltarmi, era immobile e il fascio di luce continuava a fissare la copertina.
Provai a scuoterlo delicatamente ma non potei appoggiare le mani su di lui, era rovente! Iniziò ad uscire del fumo dalla sua nuca, aveva un odore talmente intenso che scattò l’allarme antincendio.
Ricordo vagamente cosa accadde subito dopo: qualcuno mi prese di peso e mi condusse fuori. Tenevo stretto fra le braccia quel libro: la copertina era ancora calda.



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antico
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Re: Johnny Robot

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2023, 0:02

Ciao Lidia e benvenuta nell'Arena! Ho visto che sei già nel gruppo FB. Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION!

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#3 » martedì 16 maggio 2023, 0:03

Bentrovati e grazie per l'accoglienza!

alexandra.fischer
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Re: Johnny Robot

Messaggio#4 » martedì 16 maggio 2023, 10:59

Johnny Robot di Lidia Malizia. Tema centrato. Bellissima l’idea della psicologa che rimette a nuovo i robot in crisi e questo malgrado il lavoro abbia rovinato il suo privato: dal concerto mancato alla rottura con il fidanzato. Il caso del robot Johnny è disperato, perché lui si è reso conto della propria inferiorità dopo aver cercato di assimilare la Divina Commedia e di aver capito di non essere in grado di scrivere un’opera del genere. Le rassicurazioni della psicologa sono inutili: il robot vorrebbe scrivere qualcosa di suo ma sa di non poterlo fare e non gli basta aiutare gli altri a farlo. Per questo entra in tilt, gli fuma la testa e la protagonista fa appena in tempo a portare in salvo il libro.

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BruceLagogrigio
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Re: Johnny Robot

Messaggio#5 » martedì 16 maggio 2023, 12:43

In prima persona. Tempo verbale passato remoto. Ambientazione: Fantascientifica (futuro). Reparto di Psichiatria Robotica. Tema centrato.

Ciao Lidia, prima volta che leggo un tuo racconto e devo ammettere che l’ho fatto con molto piacere. La protagonista mi ricorda enormemente la robopsicologa Susan Calvin del ciclo robotico di Asimov; anche se lei era talmente stacanovista da non avere avuto relazioni con umani (lasciamo perdere il film: Io Robot) . Il tema mi ha sempre affascinato e l’hai saputo riprodurre in maniera molto immersiva. Livello stilistico molto buono. Il finale non mi ha fatto impazzire ma nel complesso nulla da aggiungere. Forse avrei fatto qualche riferimento in più con la relazione finita di lei che avrebbe sicuramente dato qualcosa di più al racconto. Buonissima prova secondo me.
Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#6 » mercoledì 17 maggio 2023, 19:37

Ciao Bruce. Ti ringrazio molto per il tuo commento. Sono felice di essere riuscita a farti immergere nella storia. Leggevo Asimov da ragazza, può essere che sia stata inconsciamente ispirata dai suoi personaggi. Sono d'accordo con te sul finale. Farò tesoro dei tuoi consigli e grazie ancora.

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#7 » mercoledì 17 maggio 2023, 19:41

Ciao Alexandra. Grazie per il tuo commento. Percepisco che la storia è risultata abbastanza chiara e che ti è piaciuta. Essendo la mia prima esperienza in quest'Arena, il tuo commento mi è molto utile. Grazie ancora!

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#8 » mercoledì 17 maggio 2023, 19:43

Ti ho risposto senza citarti, chiedo scusa!

BruceLagogrigio ha scritto:In prima persona. Tempo verbale passato remoto. Ambientazione: Fantascientifica (futuro). Reparto di Psichiatria Robotica. Tema centrato.

Ciao Lidia, prima volta che leggo un tuo racconto e devo ammettere che l’ho fatto con molto piacere. La protagonista mi ricorda enormemente la robopsicologa Susan Calvin del ciclo robotico di Asimov; anche se lei era talmente stacanovista da non avere avuto relazioni con umani (lasciamo perdere il film: Io Robot) . Il tema mi ha sempre affascinato e l’hai saputo riprodurre in maniera molto immersiva. Livello stilistico molto buono. Il finale non mi ha fatto impazzire ma nel complesso nulla da aggiungere. Forse avrei fatto qualche riferimento in più con la relazione finita di lei che avrebbe sicuramente dato qualcosa di più al racconto. Buonissima prova secondo me.
Bruce

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#9 » mercoledì 17 maggio 2023, 19:45

Ti ho risposto senza citarti, chiedo scusa!

alexandra.fischer ha scritto:Johnny Robot di Lidia Malizia. Tema centrato. Bellissima l’idea della psicologa che rimette a nuovo i robot in crisi e questo malgrado il lavoro abbia rovinato il suo privato: dal concerto mancato alla rottura con il fidanzato. Il caso del robot Johnny è disperato, perché lui si è reso conto della propria inferiorità dopo aver cercato di assimilare la Divina Commedia e di aver capito di non essere in grado di scrivere un’opera del genere. Le rassicurazioni della psicologa sono inutili: il robot vorrebbe scrivere qualcosa di suo ma sa di non poterlo fare e non gli basta aiutare gli altri a farlo. Per questo entra in tilt, gli fuma la testa e la protagonista fa appena in tempo a portare in salvo il libro.

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GiulianoCannoletta
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Re: Johnny Robot

Messaggio#10 » giovedì 18 maggio 2023, 15:54

Ciao Lidia, piacere di conoscerti e di averti letto!
Il tuo racconto mi è piaciuto, molto interessante la declinazione che hai dato al tema.
Riguardo al tuo stile di scrittura, ho notato che nei dialoghi usi spesso il verbo "dire" e "dire"+gerundio; secondo me appesantisce un po' il testo.

Ti faccio un esempio:
“In biblioteca, qui a fianco, l’altra notte” disse accarezzando il libro.

Può diventare:
“In biblioteca, qui a fianco, l’altra notte.” Accarezzò il libro.

Si capisce comunque chi sta parlando grazie all'azione, ma eviti la ripetizione di "dire" e la pesantezza del gerundio. Che ne pensi?
A parte questo dettaglio, per me è un racconto davvero piacevole da leggere.
Spero di rileggere presto qualcosa di tuo, alla prossima!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#11 » giovedì 18 maggio 2023, 16:13

Ciao Giuliano, anche per me è un piacere conoscerti!
Ti ringrazio moltissimo per il tuo suggerimento di cui farò certamente tesoro, non mi ero resa conto di questo appesantimento.
Leggerò anch'io qualcosa di tuo.
Alla prossima!
Lidia

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Lidia, piacere di conoscerti e di averti letto!
Il tuo racconto mi è piaciuto, molto interessante la declinazione che hai dato al tema.
Riguardo al tuo stile di scrittura, ho notato che nei dialoghi usi spesso il verbo "dire" e "dire"+gerundio; secondo me appesantisce un po' il testo.

Ti faccio un esempio:
“In biblioteca, qui a fianco, l’altra notte” disse accarezzando il libro.

Può diventare:
“In biblioteca, qui a fianco, l’altra notte.” Accarezzò il libro.

Si capisce comunque chi sta parlando grazie all'azione, ma eviti la ripetizione di "dire" e la pesantezza del gerundio. Che ne pensi?
A parte questo dettaglio, per me è un racconto davvero piacevole da leggere.
Spero di rileggere presto qualcosa di tuo, alla prossima!
Giuliano

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Mario Mazzafoglie
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Re: Johnny Robot

Messaggio#12 » venerdì 19 maggio 2023, 11:22

Ciao Lidia, un piacere leggerti.
Parto con la declinazione del tema, a mio avviso assolutamente centrato.
Per quanto riguarda il contenuto, il mio giudizio rimane un po' sospeso a metà perchè da una parte ho trovato il racconto molto interessante dal punto di vista della trama, ma dall'altro lato non sono così convinto dello stile col quale hai deciso di raccontarlo.
Cerco di spiegarmi: tutta la prima parte è costruita con quello che in gergo si definisce "spiegone". La protagonista in una decina di righe ci racconta chi è lei, dove ci troviamo, e tutto l'antefatto.
Per una costruzione ottimale, a mio avviso, avresti potuto inserire magari (esempio eh) un assistente con il quale avere uno scambio di battute che ci avrebbe fatto capire che lei era una psicologa di robot e delle difficoltà che stava attraversando sul lavoro. Avresti avuto lo stesso risultato, ma in un contesto più dinamico.
Detto questo, ripeto, la storia mi è piaciuta, scorre bene e non necessita di riletture (cosa che odio).
Quindi per me è una buona prova, con alcuni punti migliorabili.

Alla prossima.

viviana.tenga
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Re: Johnny Robot

Messaggio#13 » venerdì 19 maggio 2023, 23:36

Ciao Lidia,
Tema centrato, interessante l'idea di una psicologa per robot e il modo in cui hai sviluppato il conflitto interiore dell'automa.
Non sono riuscita a crearmi un'immagine nitida della protagonista, che come personaggio rimane un po' sfocata. L'uso del passato remoto unito al racconto in prima persona mi ha trasmesso un ulteriore senso di distacco. Nulla di grave, ma l'effetto generale che mi ha fatto il racconto è quello di una bella storia che non mi ha coinvolto emotivamente come avrebbe potuto.
Un paio di osservazioni:
Lidia Malizia ha scritto: Come al solito, non me la sentivo di mandarlo al macero senza aver tentato di tutto

Qui mi sono un attimo persa. Prima parlavi di "tirocinio obbligatorio", quindi avevo immaginato una protagonista che stava concludendo il suo percorso di studi, ma quel "come al solito" fa sembrare che invece abbia una lunga esperienza nella professione.
Lidia Malizia ha scritto: “Qualcosa in quello scritto ha spento il robot e ha acceso una sensazione sconosciuta che mi tormenta”

Frase non chiarissima a una prima lettura. Immagino che volessi mostrare come Johnny abbia raggiunto un livello di "umanità" tale da esprimersi per metafore, però quel "ha spento il robot" detto dal robot in questione mi ha confuso un po', forse si poteva trovare un altro modo per esprimere il concetto.

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#14 » sabato 20 maggio 2023, 9:10

viviana.tenga ha scritto:Ciao Lidia,
Tema centrato, interessante l'idea di una psicologa per robot e il modo in cui hai sviluppato il conflitto interiore dell'automa.
Non sono riuscita a crearmi un'immagine nitida della protagonista, che come personaggio rimane un po' sfocata. L'uso del passato remoto unito al racconto in prima persona mi ha trasmesso un ulteriore senso di distacco. Nulla di grave, ma l'effetto generale che mi ha fatto il racconto è quello di una bella storia che non mi ha coinvolto emotivamente come avrebbe potuto.
Un paio di osservazioni:
Lidia Malizia ha scritto: Come al solito, non me la sentivo di mandarlo al macero senza aver tentato di tutto

Qui mi sono un attimo persa. Prima parlavi di "tirocinio obbligatorio", quindi avevo immaginato una protagonista che stava concludendo il suo percorso di studi, ma quel "come al solito" fa sembrare che invece abbia una lunga esperienza nella professione.
Lidia Malizia ha scritto: “Qualcosa in quello scritto ha spento il robot e ha acceso una sensazione sconosciuta che mi tormenta”

Frase non chiarissima a una prima lettura. Immagino che volessi mostrare come Johnny abbia raggiunto un livello di "umanità" tale da esprimersi per metafore, però quel "ha spento il robot" detto dal robot in questione mi ha confuso un po', forse si poteva trovare un altro modo per esprimere il concetto.


Ciao Viviana,
ti ringrazio moltissimo per il tuo commento.
Quando ho scritto “come al solito non me la sentivo…” intendevo mettere in evidenza la propensione caratteriale della protagonista a tentare di tutto prima di rassegnarsi all’idea di non poter salvare qualcuno o qualcosa. Evidentemente non sono riuscita a trasmettere il concetto.
Quando, invece, ho messo in bocca al robot l’affermazione “qualcosa in quello scritto ha spento il robot” forse avrei dovuto aggiungere “che è in me” oppure “quale sono” oppure “quale ero” per esprimere una sorta di trasformazione avvenuta nel robot a causa del contatto con la meraviglia umana.
Ti ringrazio ancora per i suggerimenti, mi sono molto utili.
Spero di leggerti presto.
Buona Edition!

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Daniele
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Re: Johnny Robot

Messaggio#15 » domenica 21 maggio 2023, 16:19

Ciao Lidia, penso sia la prima volta che leggo qualcosa si tuo e l'ho fatto con piacere.
Il tema è perfettamente centrato, quasi superfluo dirlo.
Il racconto secondo me ha molto cuore, forse nel finale avresti potuto dare qualcosa in più ma poco male, la reazione del robot è comunque chiara e coerente con il resto.
A livello stilistico non sono un fan della prima persona al posto ma qui ci sta perfettamente, la protagonista è una psicologa, sa molto di diario clinico e secondo me hai fatto la scelta giusta. Qualcuno ti ha già detto che poteva essere alleggerito e concordo, poco male considerando i tempi ristretti per scrivere ma in questo minuti contati è una grande palestra, concordo con quel che ti ha scritto giuliano riguardo al come alleggerirlo.
Nel complesso una buona prova per quel che ne penso, buona edition e a rileggerci nella prossima era!

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#16 » domenica 21 maggio 2023, 16:58

Daniele ha scritto:Ciao Lidia, penso sia la prima volta che leggo qualcosa si tuo e l'ho fatto con piacere.
Il tema è perfettamente centrato, quasi superfluo dirlo.
Il racconto secondo me ha molto cuore, forse nel finale avresti potuto dare qualcosa in più ma poco male, la reazione del robot è comunque chiara e coerente con il resto.
A livello stilistico non sono un fan della prima persona al posto ma qui ci sta perfettamente, la protagonista è una psicologa, sa molto di diario clinico e secondo me hai fatto la scelta giusta. Qualcuno ti ha già detto che poteva essere alleggerito e concordo, poco male considerando i tempi ristretti per scrivere ma in questo minuti contati è una grande palestra, concordo con quel che ti ha scritto giuliano riguardo al come alleggerirlo.
Nel complesso una buona prova per quel che ne penso, buona edition e a rileggerci nella prossima era!


Ciao Daniele, ti ringrazio per il commento. Ho molta strada da fare, ne sono consapevole. Minuti contati mi sta dando molto, mi impegnerò a fare altrettanto con gli altri.
Spero di leggerti presto.
Buona Edition
Lidia

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Stefano.Moretto
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Re: Johnny Robot

Messaggio#17 » giovedì 25 maggio 2023, 22:25

Ciao Lidia
L'idea dello psicologo delle i.a. è affascinante dal punto di vista realistico della cosa. Attualmente non siamo assolutamente a un livello tale per cui una i.a. potrebbe essere depressa, ma pensando in ottica fantascientifica l'idea che un'intelligenza artificiale sia talmente evoluta da soffrire di disturbi mentali apre a una miriade di porte nel campo della narrativa.
Dal punto di vista stilistico, ti invito a fare attenzione a come gestisci i dialoghi. Per esempio:
Johnny annuì. “Ho iniziato ad elaborarla come ho fatto con tutti gli altri libri che mi hanno caricato in memoria ma qualcosa mi ha spiazzato. Sono andato in stand by ogni volta che ho avviato l’elaborazione. Mi hanno spento e riacceso più volte fino a quando hanno deciso di sostituire il file.”
“Non avevano capito che non era questione di file ma di contenuti” disse sempre più agitato, quasi da sembrare un umano.

Queste due battute sono una di seguito all'altra, il che significa che c'è un'alternanza di chi parla; invece è sempre il robot a parlare. Fare un'unica battuta di dialogo così lunga è in effetti controproducente, ma non puoi semplicemente "spezzarla a metà", altrimenti chi legge, quando inizia la seconda battuta, pensa che sia l'altro personaggio ad aver preso la parola.
Al netto della confusione nel parlato, il racconto scorre liscio fino alla fine.

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#18 » venerdì 26 maggio 2023, 7:13

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Lidia
L'idea dello psicologo delle i.a. è affascinante dal punto di vista realistico della cosa. Attualmente non siamo assolutamente a un livello tale per cui una i.a. potrebbe essere depressa, ma pensando in ottica fantascientifica l'idea che un'intelligenza artificiale sia talmente evoluta da soffrire di disturbi mentali apre a una miriade di porte nel campo della narrativa.
Dal punto di vista stilistico, ti invito a fare attenzione a come gestisci i dialoghi. Per esempio:
Johnny annuì. “Ho iniziato ad elaborarla come ho fatto con tutti gli altri libri che mi hanno caricato in memoria ma qualcosa mi ha spiazzato. Sono andato in stand by ogni volta che ho avviato l’elaborazione. Mi hanno spento e riacceso più volte fino a quando hanno deciso di sostituire il file.”
“Non avevano capito che non era questione di file ma di contenuti” disse sempre più agitato, quasi da sembrare un umano.

Queste due battute sono una di seguito all'altra, il che significa che c'è un'alternanza di chi parla; invece è sempre il robot a parlare. Fare un'unica battuta di dialogo così lunga è in effetti controproducente, ma non puoi semplicemente "spezzarla a metà", altrimenti chi legge, quando inizia la seconda battuta, pensa che sia l'altro personaggio ad aver preso la parola.
Al netto della confusione nel parlato, il racconto scorre liscio fino alla fine.

Ciao Stefano. Ti ringrazio per il commento. Applicherò i tuoi suggerimenti.
Buona Edition
Lidia

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L'inquisitore
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Re: Johnny Robot

Messaggio#19 » lunedì 29 maggio 2023, 11:57

Ciao Lidia, piacere e benvenuta! In qualità di Inquisitore sono chiamato a dare l'ultimo giudizio al tuo racconto.
Stilisticamente hai scelto un racconto a posteriori che dà la sensazione che tu stia facendo una lunga premessa, anche quando arrivi a descrivere il presente narrativo l'utilizzo dei verbi dichiarativi appesantisce la lettura. Insomma concordo con le indicazioni che ti sono state date e sono certo che tu sia nel posto giusto per avere uno sprint stilistico di cui saremo presto testimoni. L'idea è interessante, anche se si chiude con un finale che non lascia davvero soddisfatti. Ti invito a fare attenzione anche ad alcuni dettagli come il robot che va al macero e il chiamare "Divina Commedia di Dante" dove "di Dante" è superfluo. Sono dettagli che tolgono autorevolezza all'autore e suscitano pregiudizi nei lettori anche per il proseguo della storia.
Diirei una buona prova che merita un pollice tendente al positivo!

Lidia Malizia
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Re: Johnny Robot

Messaggio#20 » lunedì 29 maggio 2023, 17:35

L'inquisitore ha scritto:Ciao Lidia, piacere e benvenuta! In qualità di Inquisitore sono chiamato a dare l'ultimo giudizio al tuo racconto.
Stilisticamente hai scelto un racconto a posteriori che dà la sensazione che tu stia facendo una lunga premessa, anche quando arrivi a descrivere il presente narrativo l'utilizzo dei verbi dichiarativi appesantisce la lettura. Insomma concordo con le indicazioni che ti sono state date e sono certo che tu sia nel posto giusto per avere uno sprint stilistico di cui saremo presto testimoni. L'idea è interessante, anche se si chiude con un finale che non lascia davvero soddisfatti. Ti invito a fare attenzione anche ad alcuni dettagli come il robot che va al macero e il chiamare "Divina Commedia di Dante" dove "di Dante" è superfluo. Sono dettagli che tolgono autorevolezza all'autore e suscitano pregiudizi nei lettori anche per il proseguo della storia.
Diirei una buona prova che merita un pollice tendente al positivo!

Grazie per il commento ed i suggerimenti. Mi sento spronata a continuare.
A presto

Lidia

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