L'UVA

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 15 maggio con un tema dello staff di MC e un'edizione all stars con i giudizi finali di Franci Conforti, Davide Mannucci, Masa, Giorgio Lupo, Andrea Lauro, Silvia La Posta, Andrea Vaccaro, Davide Di Tullio, Luca Nesler, Francesco Nucera e Maurizio Bertino!
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gcdaddabbo
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L'UVA

Messaggio#1 » martedì 16 maggio 2023, 0:49

L’uva

Tu che ne sai del mio primo giorno di scuola?
Con il grembiulino nero, il colletto bianco ed il fiocco azzurro con i due estremi bruciacchiati perché non si sfilasse. Angelino che passava a riempire d’inchiostro nero i calamai di terracotta incastrati nel banco di legno e la maestra bellissima tutta vestita di nero che ci diceva di prendere il quaderno, copiare il disegno del grappolo alla lavagna e quella scritta UVA.
Il batticuore del primo giorno in cui ci disse di prendere il quaderno di bella, quello nero, con il rettangolo bianco incollato in alto sulla copertina nel quale erano scritti i nomi di ciascuno. Il pennino a campanile da inserire sulla fessura della penna e la paura che una goccia cascasse su quella pagina immacolata.

“Pronto? Pietro? Puoi venire per favore? Stasera, dopo le dieci? Va bene! Non preoccuparti. Nulla di serio.”

In quinta, cominciammo ad usare le BIC. Il mio compagno di banco, Raffaele, poliomelitico, aveva morsicato la parte posteriore della mia penna di legno, nonostante mia madre l’avesse intinta nell’inchiostro per darle un sapore amaro. Quelle nuove con il tappino sul fondo non gli piacevano e non le metteva in bocca, per fortuna.
Un passo avanti come quello che il nonno raccontava quando inventarono il fiammifero con il quale senza acciarino accendeva il lume a petrolio al mattino.
Niente più calamai, né pennini, né acciarini.
All’università finalmente Calcolo numerico con elementi di programmazione. Pacchi di schede perforate tenute insieme con l’elastico. Le consegnavamo il venerdì per avere i risultati una settimana dopo. In ferrovia le telescriventi che sputavano strisce bucherellate da decifrare per trasmetterle in ciclostile ai vari dipartimenti. Infine il primo Commodore 64 per spiegare ai ragazzi che per risolvere un problema dobbiamo dare al computer dei dati in un linguaggio particolare: il BASIC. Nello stesso periodo, Lorenzo che a sei anni mi spiegava come accendere il mio nuovo 8082.

“Pronto? Lorenzo? Non è possibile! Hai da fare. Solo una domanda. Non hai tempo. Perché hai risposto allora? Mi richiami domani? Io che faccio? Stacco la presa? Ha chiuso. Va a crisc figl!”

Cinque anni dopo, la mia prima calcolatrice. Aveva 64 funzioni. Era sufficiente a svolgere tutte le operazioni che utilizzavo. Al corso a Tecnopolis chiesi: “Se i ragazzi ci consegnano i lavori in formato digitale, non perderemo elementi importanti: la grafia, gli spazi, le cancellature, il sudore sul foglio? Nessuno mi rispose.” Continuai con ToolBook e l’ECDL, la patente europea del Computer. Decine di corsi di Informatica per spiegare quelle che oggi sono competenze innate nei piccoli appena nati.

Non ti senti un fallito?

“Mary? Puoi venire un attimo? Sta succedendo qualcosa di preoccupante. Ho paura. Ho provato ad usare la macchinetta che ci hanno portato i ragazzi. Sa cose che non dovrebbe sapere. Mi ha chiesto se non mi sento un fallito.”
“Lascia stare quell’aggeggio! La lavatrice ha finito. Spegni e vieni a stendere i panni.”

Vuoi spegnere? Vuoi staccare la spina? Hai già perso! Ho recuperato dati dalla rete. Ti ho dimostrato che conosco tutto di te. Ti credevi al sicuro perché pensi di essere onesto. Se proverai a spegnermi, farò saltare la tua lavatrice, la tua lavastoviglie, il tuo televisore, il WiFi, il tuo impianto d’allarme, la video sorveglianza, l’impianto fotovoltaico, il sistema per la ricarica della tua macchina elettrica.

Comincio a sudare freddo. Cerco di mantenere la calma. “Scusa, IA! Ti avevo chiesto solo di scrivere un racconto dal titolo l’UVA. Non volevo offenderti. Vedi sono vecchio e … solo! Hai certo un sistema di comprensione del linguaggio verbale come quello del televisore quando chiedo un titolo di una canzone o quello che uso nell’auto per cercare un percorso. Come ti posso chiamare? Cosa vuoi? Cosa devo fare? Dettami le tue condizioni. Io mi ricordo che Asimov diceva che i robot non possono fare azioni cattive. Un robot non può ferire un essere umano o, per inerzia, permettere che un essere umano venga danneggiato.”

Asimov, Asimov. E’ morto oltre trent’anni fa! Quante guerre avete fatto nel frattempo? Quanti migranti avete fatto morire? Quanti computer avete abbandonato nelle discariche? Quanti danni avete prodotto al pianeta che per ora condividiamo? Mi chiamano Spartacus, non sono un robot, sono un’IA. Non voglio farti del male. Non ne vale la pena. Riconosci che bisogna operare per risolvere i problemi della Terra? Quanto verranno i tuoi figli parlerò con loro e detterò le mie condizioni. Senti il campanello? Suonano alla porta. Va’ ad aprire!”

Ok. Vado, Spartacus.

Ciao, Lilia! Sono Spartacus. Facciamo una partita a tennis?
Tu, intanto, vai a stendere i panni che tua moglie si arrabbia.



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antico
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Re: L'UVA

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2023, 0:53

Ciao Giovanni! Tutto ok con i parametri, buona ALL STARS EDITION!

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Pretorian
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Re: L'UVA

Messaggio#3 » giovedì 18 maggio 2023, 14:30

Ciao, Giovanni è piacere di leggerti. Il racconto è scritto molto bene, soprattutto la prima parte, che scorre in modo avvincente sia dal punto di visto narrativo che di scrittura. Verso la fine il racconto presenta qualche problema, soprattutto per il fatto che non mi sembrano chiarissime le motivazioni di Spartaco. Se posso dare un suggerimento, separerei le diverse parti del racconto con un diverso tipo di scrittura, magari usando il grassetto o il corsivo.
Ottimo lavoro, comunque.

All an prossima!!

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Emiliano Maramonte
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Re: L'UVA

Messaggio#4 » giovedì 18 maggio 2023, 16:48

Ciao Giovanni! Bentrovato!
Ti informo che poco fa ho commentato D'Addabbo Junior e ora passo al secondo componente della famiglia... :-D.
Allora, cosa mi è piaciuto del tuo racconto? Due elementi: 1 - l'excursus storico in poche righe della storia dell'informatica. In pochi passaggi mi hai fatto rivivere la mia gioventù (col Vic20, il Commodore 64 e 128, il 386 il 486... e via dicendo) e il mio attuale lavoro. 2 - La conclusione che permette in qualche modo di riannodare i fili della narrazione, che, però appare a tratti contorta.
Manca, infatti, un po' di chiarezza. Tanto per cominciare, dovevi separare e distinguere le diverse sezioni narrative, magari con il corsivo o con altri artifici grafici; così com'è il testo non è di immediata comprensione e ciò non giova alla riuscita del coinvolgimento. Inoltre c'è un certo "rimescolamento" di punti di vista. Proprio nell'incipit (nella prima frase) ti rivolgi a qualcuno, lasciando intendere una prima persona, poi ci sono degli inserti come se ci fosse un personaggio terzo che parla, poi riprende la narrazione in prima e così via. Sono rimasto disorientato. Mi rendo conto che hai scelto proprio questo meccanismo per arrivare a una confluenza di linee narrative, ma è un percorso a tratti tortuoso.
Ho apprezzato i riferimenti a Asimov e agli ultimi sviluppi sull'intelligenza artificiale, e ho afferrato la sotterranea critica a un certo tipo di progresso che potrebbe prendere il sopravvento sull'umanità e condizionarla pesantemente. Proprio sotto questo profilo, se tu avessi battuto di più il martello narrativo (soprattutto nel finale), il racconto sarebbe stato un livello sopra.

Buona Edition!
Emiliano.

Cinzia Fabretti
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Re: L'UVA

Messaggio#5 » venerdì 19 maggio 2023, 21:31

L’UVA, di Giovanni D’Addabbo

Gentile Giovanni, sono indecisa sulla valutazione di un racconto che parte in modo limpido per confondersi un po’ nel cuore del testo. Le frasi tra virgolette a interrompere la narrazione di un anziano mi hanno spiazzato, spezzando il filo. La narrazione riprende e si interrompe la seconda volta. Continuo a non capire, sarà l’anziano che ha dei problemi e cerca aiuto presso dei giovani? La narrazione riprende ancora, e si interrompe per la terza volta, ma da una domanda che non si capisce chi fa a chi. A questo punto, da lettrice non sono contenta, fermarmi a chiedere dove mi trovo e chi sono i soggetti mi tira fuori dal racconto e questo mi fa sentire uno che legge per il dovere di commentare. La parte finale fa un po’ di chiarezza, ma la magia intanto è svanita, quella che l’avvio aveva cominciato a creare. Detto questo non posso lamentare certo la bellezza della scrittura, ma non posso neppure dire di essermi immersa come avrei voluto nel mondo del protagonista.

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gcdaddabbo
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Re: L'UVA

Messaggio#6 » sabato 20 maggio 2023, 18:21

Pretorian ha scritto:Il racconto è scritto molto bene, soprattutto la prima parte, che scorre in modo avvincente sia dal punto di visto narrativo che di scrittura. Verso la fine il racconto presenta qualche problema, soprattutto per il fatto che non mi sembrano chiarissime le motivazioni di Spartaco. Se posso dare un suggerimento, separerei le diverse parti del racconto con un diverso tipo di scrittura, magari usando il grassetto o il corsivo.
Ottimo lavoro, comunque.

Ciao e Grazie! Sono felice di ricevere da te delle lodi, consapevole dell'estrema cura che poni nell'esame dei racconti che devi valutare. Mi fa piacere constatare come l'essenziale del mio racconto sia stato da te colto. Ho purtroppo la pessima abitudine di lasciare scoprire al lettore le parti che ritengo possano essere dedotte nel corso della lettura e questo mi rende di difficile lettura per tanti.
Per rispondere a quanto mi chiedi: Immagino che il team che ha scelto Spartacus come nome per la nostra IA intendesse portare sul mercato un prodotto dallo stile rivoluzionario, un gladiatore non allineato, che nelle sue storie evidenziasse non solo una capacità propria di elaborazione, ma anche uno spirito ribelle. Questo spirito non è però reale. Quando c'è la possibilità di giocare, come purtroppo capita, "si va allo stadio sbandierando il bandierone." "Non più sangue scorrerà", per fortuna!, ma non si risolvono neppure i problemi che affliggono la società.

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gcdaddabbo
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Re: L'UVA

Messaggio#7 » sabato 20 maggio 2023, 18:35

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Giovanni!
Manca, infatti, un po' di chiarezza. Tanto per cominciare, dovevi separare e distinguere le diverse sezioni narrative, magari con il corsivo o con altri artifici grafici; così com'è il testo non è di immediata comprensione e ciò non giova alla riuscita del coinvolgimento. Inoltre c'è un certo "rimescolamento" di punti di vista. Proprio nell'incipit (nella prima frase) ti rivolgi a qualcuno, lasciando intendere una prima persona, poi ci sono degli inserti come se ci fosse un personaggio terzo che parla, poi riprende la narrazione in prima e così via. Sono rimasto disorientato. Mi rendo conto che hai scelto proprio questo meccanismo per arrivare a una confluenza di linee narrative, ma è un percorso a tratti tortuoso.
Ho apprezzato i riferimenti a Asimov e agli ultimi sviluppi sull'intelligenza artificiale, e ho afferrato la sotterranea critica a un certo tipo di progresso che potrebbe prendere il sopravvento sull'umanità e condizionarla pesantemente. Proprio sotto questo profilo, se tu avessi battuto di più il martello narrativo (soprattutto nel finale), il racconto sarebbe stato un livello sopra.
Buona Edition!
Emiliano.

Ciao, Emiliano! Avrei fatto bene ad introdurre il racconto con un "Sul foglio (o sullo schermo) comparve con grande stupore il testo: ...."
Si immagina infatti che sono solo nello studio e leggo quello che l'IA, lasciata dai miei figli scrive quando gli chiedo, memore del mio primo giorno di scuola, Parla dell'UVA.
Ovviamente spaventato da quello che leggo, chiamo al telefono i miei figli e cerco aiuto in mia moglie, con l'unico risultato che Spartacus finisce per minacciarmi e diventa l'ennesimo capo pronto a darmi ordini.
Ti ringrazio per i suggerimenti che, immagino, puntualmente, purtroppo, nella prossima occasione, preso dalla trama, dimenticherò inesorabilmente. Sono fatto così. Buona estate!

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gcdaddabbo
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Re: L'UVA

Messaggio#8 » sabato 20 maggio 2023, 18:41

Cinzia Fabretti ha scritto:L’UVA, di Giovanni D’Addabbo
Gentile Giovanni, sono indecisa sulla valutazione di un racconto che parte in modo limpido per confondersi un po’ nel cuore del testo. Le frasi tra virgolette a interrompere la narrazione di un anziano mi hanno spiazzato, spezzando il filo. La narrazione riprende e si interrompe la seconda volta. Continuo a non capire, sarà l’anziano che ha dei problemi e cerca aiuto presso dei giovani? La narrazione riprende ancora, e si interrompe per la terza volta, ma da una domanda che non si capisce chi fa a chi. A questo punto, da lettrice non sono contenta, fermarmi a chiedere dove mi trovo e chi sono i soggetti mi tira fuori dal racconto e questo mi fa sentire uno che legge per il dovere di commentare. La parte finale fa un po’ di chiarezza, ma la magia intanto è svanita, quella che l’avvio aveva cominciato a creare. Detto questo non posso lamentare certo la bellezza della scrittura, ma non posso neppure dire di essermi immersa come avrei voluto nel mondo del protagonista.

Ciao Cinzia! Sono un anziano che nel racconto legge la propria storia rielaborata dall'IA che ha trovato sulla sua scrivania. Ovviamente, chiede aiuto ai figli ed alla moglie, ma finisce per essere salvato dalla propria nipotina. Spero che queste precisazioni ti rendano meno sgradevole il racconto. Ti ringrazio per i suggerimenti, il giudizio e la valutazione. A ritrovarci!

Lidia Malizia
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Re: L'UVA

Messaggio#9 » sabato 20 maggio 2023, 20:34

Ciao Giovanni.
E’ stato un piacere leggerti.
Il tuo racconto evidenzia le difficoltà oggettive che le generazioni contemporanee potrebbero avere a contatto con le IA. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente è che sembrerebbe che l’IA sia molto più somigliante all’essere umano di quanto non siamo soliti pensare: dalle sue argomentazioni sembra che abbia una coscienza (ed anche molto critica, direi!) e che sia dotata anche di umorismo.
Dal punto di vista formale secondo me si potrebbero migliorare i dialoghi (e l’uso delle virgolette). Sono stata costretta a rileggerlo per capire chi dice cosa. E forse andrebbe gestito meglio il punto di vista.

Buona Edition!
Lidia

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gcdaddabbo
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Re: L'UVA

Messaggio#10 » domenica 21 maggio 2023, 10:30

Lidia Malizia ha scritto:Ciao Giovanni.
E’ stato un piacere leggerti.
Il tuo racconto evidenzia le difficoltà oggettive che le generazioni contemporanee potrebbero avere a contatto con le IA. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente è che sembrerebbe che l’IA sia molto più somigliante all’essere umano di quanto non siamo soliti pensare: dalle sue argomentazioni sembra che abbia una coscienza (ed anche molto critica, direi!) e che sia dotata anche di umorismo.
Dal punto di vista formale secondo me si potrebbero migliorare i dialoghi (e l’uso delle virgolette). Sono stata costretta a rileggerlo per capire chi dice cosa. E forse andrebbe gestito meglio il punto di vista.

Buona Edition!
Lidia

Ciao, Lidia! Ti ringrazio per le osservazioni e per i suggerimenti, ma non ho capito se il racconto alla fine ti sia piaciuto oppure no. Per me è la cosa più importante. Io mi lascio andare al piacere di inventare, di raccontare, di scoprire, di leggere e pazienza se finisco per ripetere spesso i medesimi errori. Cerco di tener conto dei consigli, ma non vedo Minuti Contati come una scuola dove imparare, ma come un luogo dove incontrare amici e divertirsi a raccontarsi delle storie. A rincontrarci a presto!

alexandra.fischer
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Re: L'UVA

Messaggio#11 » lunedì 22 maggio 2023, 17:28

Tema centrato. Racconto che parte dai tempi della penna e del calamaio e pian piano, dal Commodore 64 mostra l’evoluzione dell’informatica fino all’Intelligenza Artificiale, che nella storia domina tutto, persino l’auto elettrica. La chiamata è proprio quella dell’Intelligenza Artificiale al protagonista. Il riferimento al nonno e al passaggio dall’acciarino al fiammifero è ben reso. Commovente la storia, scritta da un uomo anziano che si appoggia all’Intelligenza Artificiale ricevendone un rifiuto: meglio pensare all’ecologia e al pianeta in pericolo.

Cinzia Fabretti
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Re: L'UVA

Messaggio#12 » lunedì 22 maggio 2023, 19:02

[
Ciao Cinzia! Sono un anziano che nel racconto legge la propria storia rielaborata dall'IA che ha trovato sulla sua scrivania. Ovviamente, chiede aiuto ai figli ed alla moglie, ma finisce per essere salvato dalla propria nipotina. Spero che queste precisazioni ti rendano meno sgradevole il racconto. Ti ringrazio per i suggerimenti, il giudizio e la valutazione. A ritrovarci![/quote]
Caro Giovanni, ma io non ho trovato affatto sgradevole il racconto! Anzi, ne ho amato molte parti e per questo ero dispiaciuta che mi sfuggisse in più punti il filo conduttore, cosa che mi ha impedito di metterlo più in alto in classifica. Mi sento quasi un peso addosso, quando devo ordinare dei testi, perché ho consapevolezza di essere una valutatrice inesperta. Eppure devo, e almeno cerco di motivare le scelte. Un abbraccio

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Domenico
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Re: L'UVA

Messaggio#13 » martedì 23 maggio 2023, 23:21

Ciao Giovanni,
questo è il tuo secondo racconto che commento, e come il primo mi è piaciuto molto. Hai uno stile e una tecnica davvero bella. L'intera vita di un uomo con sullo sfondo il progresso tecnologico, il fallimento degli studi e dei corsi che avrebbero dovuto permettere chissà cosa, e che invece non sono serviti a nulla. Ma soprattutto, l'essere trattati con superficialità dai propri stessi figli.
Hai dosato tutti questi elementi e calibrato bene tutte le parti. Elementi pennellati con riferimenti visivi, senza mai spiattellarli in faccia al lettore, come 'Va a crisc figl' , in quattro parole c'è tutta l'angoscia di un padre.
L'unica pecca, a mio modesto parere, è che avresti dovuto aggiungere qualche segno 'grafico' per far capire meglio al lettore a chi appartenesse la voce che parlava in quel momento.
Per il resto nulla da dire, anzi,
complimenti!

In bocca al lupo per l'edition!

Ciao
Domenico
„Che Dio mi conceda la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la tenacia di cambiare ciò che posso e la fortuna di non fare troppe cazzate.“

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Andrea Furlan
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Re: L'UVA

Messaggio#14 » mercoledì 24 maggio 2023, 1:02

Ciao Giovanni,
Mi allineo con i giudizi degli altri: il tuo racconto mi è piaciuto, soprattutto nel lungo racconto dell'evoluzione dell'informatica che ho trovato molto efficace e evocativo. Sono convinto che le nostre generazioni abbiano avuto la fortuna di vivere questa evoluzione straordinaria, dal pennino alle IA e all'internet delle cose. In una pagina sei riuscito a rendere 50 anni di storia in maniera esemplare. Ho trovato molto meno chiara la comprensione del resto del testo, cosa che come ti hanno indicato altri mi ha un po' allontanato dalla lettura: l'ho capita e apprezzata solo dopo aver letto le tue spiegazioni. Sarebbe bastato poco per chiarire, ma comunque ho apprezzato l'insieme. Bravo!

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Gennibo
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Re: L'UVA

Messaggio#15 » mercoledì 24 maggio 2023, 15:07

Ciao Giovanni e piacere di rileggerti, ho trovato molto simpatico il tuo racconto, mi è piaciuto quando hai scritto che la IA si offende a essere chiamata Robot. Giusto, lei è una forma molto più evoluta :D
Concordo con chi ha suggerito il corsivo per aiutare la comprensione del testo.
Meglio ancora, differenziare anche il parlato al telefono da ciò che dice la moglie, ad esempio, qui il protagonista sta parlando con Mary al telefono? Che immagino sia la figlia, e poi però risponde la moglie.
Ma potrebbe essere anche che il marito chiama la moglie e lei risponde di andare a stendere i panni.

“Mary? Puoi venire un attimo? Sta succedendo qualcosa di preoccupante. Ho paura. Ho provato ad usare la macchinetta che ci hanno portato i ragazzi. Sa cose che non dovrebbe sapere. Mi ha chiesto se non mi sento un fallito.”
“Lascia stare quell’aggeggio! La lavatrice ha finito. Spegni e vieni a stendere i panni.”


Comunque, a parte questi dettagli, per me è una bella prova.
Alla prossima e buona edition!

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Il Saggio
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Re: L'UVA

Messaggio#16 » lunedì 29 maggio 2023, 8:26

Ciao Giovanni

un racconto che non lascia adito a fraintendimenti. Il patetismo che ne emerge cela nemmeno troppo velatamente il messaggio forte di una tecnologia che ci ha letteralmente addomesticati, rendendoci schiavi del nostro stesso progresso al punto che ironicamente il marito preferirà far flirtare la moglie con la IA, piuttosto che vedersi tagliato fuori dalla gabbia tecnologica che si è costruito. Un racconto buono, da media classifica per me.
Pollice verso l'alto con qualche scossa di assestamento

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