Giungla di cemento

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum. Questo GAME il racconto dev'essere ambientato in un preciso universo narrativo che verrà comunicato al momento del lancio.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Due sponsor leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Ambra Stancampiano, curatrice di Cani, gatti &c. assegnerà la vittoria finale.
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Pretorian
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Giungla di cemento

Messaggio#1 » domenica 4 giugno 2023, 23:48

Giungla di cemento
Midnight salta fuori dalle ombre. Gli artigli lacerano il fianco della preda. Il vecchio ratto squittisce e prova a liberarsi dalla presa, ma i suoi movimenti riescono solo ad allargare le ferite.
Midnight lo tira a sé e lo morde alla base del collo. Sa quanto possa essere pericolosa una preda senza via di scampo e cerca di finirla in fretta, prima che disperazione e odio abbiano la meglio sulla paura. Stringe le fauci, affondando le zanne nella gola: il ratto da un ultimo sussulto e smette di respirare.
Midnight si lecca il sangue dal muso. Il sapore accende la fame, ma quello non è un buon posto per mangiare: altri della sua specie cacciano in quella parte dell’edificio e non ha voglia di contendere la preda con qualcun altro.
Morde il ratto, si guarda attorno e lo solleva, allontanandosi verso un posto più sicuro.

Un rumore.
Midnight si ferma e si volta verso destra. La luce del tramonto filtra dalle veneziane pericolanti e illumina il corridoio di rosso sanguigno. Il rumore si ripete: può sentirne la vibrazione trasmettersi dal pavimento alle zampe.
Esita: gli esseri umani hanno abbandonato da tempo le tane fredde, eppure a volte Midnight ha la sensazione che qualcosa di loro sia rimasto intrappolato tra i muri cadenti. Gli spifferi di vento nei corridoi del sesto piano assomigliano troppo al pianto di un bambino, mentre, in alcune stanze vicine al giardino, la muffa sulle pareti sta crescendo in modo da formare linee che lui non riconosce, ma che gli fanno rizzare il pelo.
Si sposta in una zona d’ombra, cercando di fare meno rumore possibile, appoggia la preda a terra e annusa l’aria.
Polvere, muffa, sporcizia e… qualcos’altro. Un odore diverso da qualsiasi cosa abbia mai sentito. Odore di qualcosa di vivo e forte. Odore di predatore.
Il cuore gli martella nel petto. L’istinto gli urla di scappare, anche a costo di abbandonare la preda appena catturata, ma esita. Se scappa, non saprà mai la causa del rumore e come può difendersi se non conosce la minaccia?

Midnight entra nella stanza attutendo i movimenti con la parte felpata delle zampe. Si mantiene sottovento e usa il pelo scuro per nascondersi nell’ombra di un pilastro della struttura.
Lo Straniero è sdraiato sul pavimento di una stanza laterale. È la creatura più grande che Midnight abbia mai visto, eppure le forme ricordano quelle dei membri della sua specie, con zampe affusolate, muso baffuto e la lunga coda che frusta il pavimento. Sotto il pelo nero si intuisce un corpo agile, ma possente. Una forza selvaggia che non viene attenuata dalle ferite aperte sui fianchi e sulla schiena.
Lo Straniero è circondato da alti steli d’erba, foglie e rampicanti, di un tipo che il gatto non ha mai visto prima. Alcuni si originano dalle ferite aperte e avvolgono la zampa posteriore destra e il collo in lunghe spire.
La creatura si volta nella sua direzione.
Midnight si immobilizza e trattiene il respiro.
Lo Straniero ringhia e scopre i denti: lo ha individuato, ma per ora non sembra intenzionato ad attaccare.
Il gatto si fa avanti e lo fronteggia.
L’istinto non è più quello di scappare, quanto quello di sottomettersi. Si ricorda di quando era un cucciolo e si sdraiava sulla schiena davanti agli anziani della sua specie, offrendo il ventre in segno di umiltà. Sarebbe il modo più corretto di approcciarsi alla maestosa creatura che ha davanti, ma lui non è più un cucciolo.
Si fa avanti. Lo Straniero snuda gli artigli, ma Midnight si limita a lasciare a terra il ratto catturato: un gregario si sottomette a un superiore, ma quando un capo ne incontra un altro gli offre un dono.
Lo Straniero studia il ratto. Lo annusa. Sposta lo sguardo su di Midnight ed emette un altro ringhio.
Lui si siede sul posteriore e resta impassibile.
La creatura afferra la preda e la divora in un solo morso. Si lecca le labbra.
Distende la zampa posteriore destra. I viticci oppongono resistenza, ma lo Straniero ruggisce e li strappa.
Un fiotto di sangue zampilla a terra: le piante coprivano una frattura scomposta e l’osso spezzato ha squarciato le carni.
La creatura lascia che si formi una pozza cremisi sul pavimento, abbassa la testa e la lambisce con la punta della lingua, guardando Midnight negli occhi.
Vuole che lo imiti? Ha offerto il suo stesso sangue in cambio della preda?
Il gatto si abbassa sulle zampe anteriori e accetta il dono.
Il sangue è caldo e il tepore si diffonde dallo stomaco al resto del corpo.
Midnight ansima. Il cuore gli martella nel petto e i muscoli flettono.
Abbassa lo sguardo e guarda nella pozza.
Il riflesso è quello dello Straniero.

Bagh muove un passo indietro e piega la testa. Il riflesso nell’acqua è il suo, eppure sente che non gli appartenga. Non del tutto. Lo agita con una zampata nel fiume e si allontana.
Sceglie un albero dal tronco largo, posizionato sul bordo di uno sperone roccioso. Lo scala fino al ramo più alto, che oltrepassa le chiome della foresta. Da quella posizione gode di un’ottima vista della vallata.
La sua vallata.
Bagh affonda gli artigli nella corteccia, solleva il capo e lancia il ruggito più forte di cui è capace. Il suono echeggia tra le colline. Porta con sé una sfida a chiunque sia in ascolto: quello è il suo regno e le prede al suo interno sono il suo nutrimento. Se qualcuno vuole contestare il suo dominio, dovrà farlo con la violenza.
Qualcuno risponde. Non il ruggito dei suoi simili, ma un verso basso e gutturale.
Bagh ringhia e si solleva.
L’urlo si ripete: lui ne individua l’origine in un’area chiara che risalta nell’oscurità della foresta.
Anche se non è stato un membro della sua specie a sfidarlo, il verso deve appartenere a un animale possente, abbastanza forte da non temere di rivelare la sua posizione ai predatori in agguato nel buio. Non c’è spazio per una simile creatura nel suo territorio.
Salta giù dall’albero e raggiunge il fiume. Lo risale per un tratto e lo guada in un’insenatura dove le rive sono più vicine e la corrente meno violenta. Si scrolla di dosso l’acqua e prosegue.
Nello spazio tra gli alberi si intravede il bianco della città in rovina.
La foresta la assedia da ogni lato, la soffoca con i rampicanti e ne fa crollare le mura con le radici, ma non è ancora riuscita a piegarla. C’è ancora una traccia dell’antica gloria nelle torri che si stagliano nel cielo notturno e negli edifici decorati da statue.
Bagh si ferma al limitare degli alberi. Un brivido gli corre lungo la schiena e nella mente si forma il termine “tane fredde”, anche se non ha idea di cosa significhi.
Il verso del misterioso rivale risuona tra le rovine, più forte e vicino. Lo guida verso una struttura poco distante. Parte dei muri laterali sono crollati e un albero è riuscito a crescere fino a sfondare i gradoni del fianco sinistro, estendendo rami e chiome oltre le ferite inflitte alla pietra. Eppure, quello che ne è rimasto in piedi è sufficiente a gettare ombre inquietanti sul sentiero.
L’istinto gli urla di allontanarsi e di tornare alla foresta ma se il misterioso nemico ha avuto il coraggio di entrare in quel luogo, lui non può essere da meno.
Sale le scale fino alla sommità, dove le pietre sono scivolose per la condensa e il fiato gli diviene vapore davanti alla bocca. All’interno vi è un grande salone, delimitato per tre lati da colonne scolpite in forma di serpente e per un terzo lato da una parete decorata con giganteschi bassorilievi che brillano alla luce della luna. I rami dell’albero che sta distruggendo l’edificio sono riusciti a spaccare alcuni blocchi del pavimento, al punto che in alcune punti si aprono degli squarci nel vuoto.
Il suo rivale è al centro della stanza. Un altro pensiero che non sembra appartenergli lo identifica come umano, ma c’è qualcosa di strano in lui. Le braccia sono troppo lunghe e la testa ha una forma affusolata. Inoltre, il corpo è coperto da capo a piedi da una folta peluria rossastra. Ha le braccia sollevate e sta saltellando da un piede all’altro, rivolto verso le figure scolpite nella parete. A intervalli regolari si ferma, batte le zampe ed emette un verso gutturale che viene distorto e ingigantito dall’eco nell’edificio.
Bagh risponde all’urlo con un ruggito. Il rivale si volta, snuda i denti e prende a battersi il petto con i pugni, gonfiando il corpo muscoloso.
Cominciano a muoversi in circolo.
Bagh raspa il pavimento.
Il rivale snuda le zanne.
Si caricano.
Lui spicca un salto e affonda gli artigli nel torace del nemico. L’urto del colpo sbilancia l’avversario e lo fa sbattere di schiena contro una colonna crollata. Bagh lo blocca sul posto a cerca di azzannarlo alla gola, ma il movimento è interrotto da un pugno sotto l’orecchio.
Un secondo pugno lo prende alla mandibola e lo manda a terra. L’avversario gli salta addosso e schianta su di lui le zampe pesanti. Una costola si spezza, strappandogli un ruggito di dolore, ma lui trova la forza di azzannargli un braccio. Si avvinghiano l’uno all’altro e rotolano sul pavimento, scambiandosi morsi, pugni e artigliate.
Il rivale sale su di lui e solleva i pugni per schiacciargli la testa. Bagh fa forza sulla schiena e lo sbilancia. Il fianco dell’avversario è scoperto ed è a portata delle sue zanne.
Scatta la testa in avanti… e percepisce il vuoto sotto di lui. Perde il contatto con l’avversario e cade. Sopra di loro, lo squarcio del pavimento in cui sono caduti.
Ruggisce, affondando nel buio.

Midnight spalanca gli occhi. È sdraiato a terra, il muso ancora immerso nella pozza di sangue. Le zampe sono anchilosate, ma riesce a rialzarsi.
Guarda lo Straniero e riconosce l’immagine riflessa nel fiume, anche se il corpo martoriato e le ossa spezzate hanno ben poco della potenza che aveva percepito nella visione.
Si avvicina e appoggia il muso sul suo. Lo lecca.
Bagh lo lecca a sua volta e si solleva. Strappa ancora una volta i rampicanti che imprigionano la zampa ferita e la offre a Midnight.
Il gatto osserva l’arto spezzato.
Si era sbagliato: il sangue versato non era un dono, ma una richiesta di aiuto.
Qualunque cosa sia successa nella foresta, il corpo dello Straniero non resisterà ancora a lungo, ma c’è un’ultima cosa che deve fare prima di morire: trovare il suo rivale e completare la caccia.
Midnight si avvicina e lecca la zampa spezzata. L’arto trema, ma non arretra.
Il gatto guarda lo Straniero negli occhi.
A suo modo, anche quello è un dono. Un essere orgoglioso come lui non avrebbe mai affidato la sua ultima volontà a un gregario.
Spalanca le fauci e addenta la carne esposta.

Il sole è tramontato. L’unica luce è quella dei lampioni lungo la via principale. Midnight annusa l’aria e segue la traccia di odore in un vicolo che costeggia le tane.
Da un bidone della spazzatura fa capolino la testa di un grosso cane. Il muso è costellato da cicatrici e l’orbita sinistra è vuota. Snuda i denti e si aggrappa con le zampe anteriori ai bordi del cassonetto.
Midnight si accuccia sulle zampe e spicca un salto, atterrando sulla metà chiusa del bidone. L’impatto fa perdere la presa al cane, che cade in mezzo ai rifiuti. Si rialza, ma il gatto lo guarda fisso nell’unico occhio rimastogli e lascia che il ringhio di Bagh emerga dalle fauci.
Il guercio uggiola e si accuccia nell’angolo più lontano del cassonetto.
Midnight fa un altro salto e sale su un muretto vicino. Lo percorre nella sua lunghezza per raggiungerne un altro che prosegue verso nord.
L’odore si intensifica. Midnight prende a muoversi con più circospezione, accucciato sulle zampe per ridurre la figura esposta. Si ferma per annusare l’aria e per tendere l’orecchio ai rumori che infrangono il silenzio che lo circonda. Raggiunge la parete che delimita un vicolo senza uscita, stretto tra la parte settentrionale delle tane fredde e un magazzino abbandonato.
Il rivale è lì, la figura sgraziata illuminata da un fuoco acceso in un bidone. È chino su una pila di sacchi di plastica neri e ne sta esplorando il contenuto con la zampa destra. La sinistra pende floscia al fianco, coperta da rampicanti identici a quelli che sono cresciuti dalle ferite di Bagh. A parte quello e i segni delle artigliate riportate nel combattimento nella foresta, sembra in condizioni migliori rispetto allo Straniero.
C’è qualcuno sdraiato a terra accanto a lui. Dagli abiti che indossa, Midnight intuisce che si tratta di uno degli umani randagi che d’inverno trovano rifugio nei cantucci attorno alle tane fredde. Il torace immobile e la testa piegata in una posizione innaturale gli fanno anche capire che l’uomo non dovrà più preoccuparsi della neve.
Muovendosi lungo il bordo, Il gatto raggiunge una scala antincendio arrugginita e si intrufola tra le sbarre. Da quel punto è molto più vicino al rivale, ma mantiene la posizione sopraelevata e la copertura delle ombre. Riesce anche a vedere il volto dell’umano morto e lo riconosce: ha sentito alcuni dei suoi compagni vagabondi chiamarlo “Howard” e una volta gli aveva offerto un piattino di latte e il riparo della sua coperta in una notte fredda.
La sua rabbia si unisce a quella di Bagh. Le lascia esplodere entrambi nel balzo con cui si lancia contro il rivale.
Artigli sguainati. Fauci spalancate. Un ruggito che frantuma il silenzio.
La creatura si volta e cerca di allontanarsi, ma lui gli piomba addosso. La morde al collo e gli lacera la pelle del torace con le unghie. Il rivale urla e schianta su di lui una zampa. L’urto lo proietta contro il muro dall’altro lato del vicolo.
Midnight finisce in mezzo ai rifiuti. Ha sentito alcune ossa frantumarsi per il pugno, mentre altre hanno ceduto nell’impatto contro i mattoni, eppure si rialza sulle sue zampe, illeso.
Il rivale si tocca le ferite: sono profonde, ma piccole. Ne emergono steli di rampicanti che si arrampicano sul pelo rossiccio.
Midnight geme: anche se Bagh gli ha donato la sua forza, bocca e artigli sono troppo piccoli per causare danni estesi.
Il rivale piega la testa di lato. Lo guarda aggrottando le sopracciglia. Senza togliergli lo sguardo di dosso, infila la zampa nel mucchio dei tesori di Howard in cui stava curiosando prima dell’attacco. Ne estrae un rasoio a mano libera. Ne prova il filo sui rampicanti appena cresciuti e li taglia.
Solleva l’arma al di sopra della testa e ghigna.
Midnight ringhia.
Si caricano.
Arrivato alla giusta distanza, il gatto si abbassa. L’avversario muove il rasoio per intercettare un balzo verso il collo, ma lui gli si infila tra le gambe e comincia a ferirlo al polpaccio destro.
Da quella posizione non può essere colpito dalle rasoiate, quindi segue i movimenti del rivale per mantenersi sotto di lui. Quello reagisce sollevando la gamba sinistra per schiacciarlo, ma Midnight scarta su quella di appoggio e trancia il tendine con un morso.
L’avversario crolla a terra. Il gatto lo scavalca dal lato del braccio spezzato e si avventa sul muso. Taglia la palpebra con un’artigliata. Quella successiva spappola l’occhio fino ad affondare nell’orbita. Gli arriva una rasoiata di risposta, ma il braccio dall’altro lato ha una portata limitata. Midnight si muove di lato e apre un taglio sul polso. L’arma scivola dalla zampa dal rivale e il gatto gli salta addosso.
Il collo è indifeso, ma il braccio è alzato.
Una trappola per Midnight. Una sfida per Bagh.
Affonda le zanne nella carne del rivale. Un pugno si schianta sulla zampa posteriore sinistra. Il gatto geme, ma non cede e morde più in profondità.
Sangue zampilla dall’arteria. Altro erutta dalla bocca del rivale, che gorgoglia e lo colpisce con una zampata che gli spappola anche l’altra zampa posteriore.
Bagh urla dalle sue fauci. Il nemico emette un grido soffocato in risposta e resta immobile.
Ansimando, Midnight si rialza. Come in precedenza, le ferite si sono rimarginate e le ossa sono tornate intere, lasciando solo una sensazione di intorpidimento agli arti.
Il corpo sotto di lui si scuote: la bocca del rivale si apre e decine di rampicanti ne emergono. Strisciano sul corpo, legandosi a quelli che stanno emergendo dalle ferite fresche. Un paio di loro cercano di afferrare Midnight, ma lui riesce a saltare via prima di esserne intrappolato.
Si volta: gli steli vegetali avvolgono il corpo della creatura e si tendono, come se qualcosa gli tirasse. Si sente un rumore come di ossa spezzate e pelle strappata. Cambiano la loro disposizione si tendono di nuovo. Lo fanno ancora e ancora, restringendosi e assumendo una forma che ricorda sempre di meno quella del corpo intrappolato.
Da ultimo, tutto ciò che resta è un fascio di rampicanti che sembra emergere dall’asfalto del vicolo. Su alcuni di loro sbocciano dei fiori con petali dal colore rosso acceso.
Midnight strappa uno dei fiori e lo lascia davanti a Howard.
Anche se non può fare di più, nessun gatto dimentica la gentilezza ricevuta.
Lecca la fronte fredda dell’amico e si allontana.
La caccia è finita.


Bagh è coperto di rampicanti. Le zampe posteriori e la schiena sono spezzate in un modo che rende chiaro a Midnight quale prezzo abbia dovuto pagare per permettergli di sopravvivere agli attacchi del rivale.
Il gatto si avvicina per salutarlo, ma lo Straniero lo lecca per primo.
Si guardano negli occhi.
Vieni via con me.
La mente di Bagh è debole nella sua e il trasmettergli quei pensieri deve costargli molte delle forze che gli restano, poiché appoggia il capo al pavimento e lascia che i rampicanti comincino a strisciarci sopra.
Vieni via con me.
Nella mente di Midnight compaiono altri frammenti della memoria di Bagh.
Le cacce alla luce della Luna.
Le lotte con i maschi nella stagione degli amori.
Le femmine della sua specie, fiere e bellissime come nessun’altra creatura.
La libertà della foresta infinita.

Il cuore di Midnight scalpita. La visione accende in lui istinti che non sapeva nemmeno di possedere, come memorie di un passato tramandatogli nel sangue.
Bagh geme e gli offre il collo.
Vieni via con me.
Midnight lo guarda: stavolta non è una richiesta di aiuto, ma un dono. Il più grande che lo Straniero potrebbe mai fare.
Ma non un regalo che lui possa accettare.
Il gatto chiude gli occhi e risponde ai frammenti di memoria di Bagh con i suoi. Le stesse lotte e le stesse passioni, solo vissute tra le infinite possibilità che la città degli umani offre a quelli come lui.
Due regni diversi per due differenti sovrani.
Lo Straniero lo saluta con un ultimo ruggito e lascia che i rampicanti lo coprano.
Midnight si allontana ed esce dalle tane fredde.
Prende un profondo respiro. Nell’aria sente l’odore di prede ignare.
Affila gli artigli e si nasconde nelle ombre.
La caccia di Bagh è terminata, ma non la sua.
E la notte è ancora lunga.



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Pretorian
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#2 » lunedì 5 giugno 2023, 0:01

Bonus:

- Il racconto è principalmente ambientato in una periferia urbana;

- Midnight è un comune gatto randagio;

- "Going ape" direi che si adatta sia alla furia di Bagh che a quella dello scimmiesco rivale :)

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MatteoMantoani
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#3 » lunedì 5 giugno 2023, 20:14

Ebbene sì, ho letto questo racconto stamattina, appena svegliato, con gli occhi incrociati e metà cervello ancora disattivata. La curiosità era tanta, e sono contento di averlo fatto.
Ho seguito tutto dall'inizio alla fine con un certo trasporto, la storia è interessante, anche se non proprio originalissima, ma ha un taglio di ferino e selvatico che si sposa molto bene col tema. Ottimo il punto di vista del gatto, il suo percepire il mondo con gli odori, il suo atteggiamento rispettoso e bestialmente sociale nei confronti dell'animale misterioso.
Mi manca inquadrare un momento i due personaggi della bestia e dello scimmiesco antagonista. Potrebbero essere in qualche modo sovrannaturali, oppure tali agli occhi del protagonista, che vede tutto dal suo punto di vista animale.
A parte qualche perdonabile refuso, lo stile è diretto e comprensibile, tanto da permettere a uno mezzo addormentato di seguire tutto senza problemi.
Un buon lavoro per me, meno originale di altre storie scaturite dalla tua fantasia (la mia preferita è e resterà quella dell'essere ermafrodita che prende le sembianze di uomini e donne amanti di clienti paganti) però è certamente una storia con un certo fascino, che ho letto volentieri.
Tutti i bonus ok, alla prossima e buona fortuna!

Dash J. Benton
Messaggi: 76

Re: Giungla di cemento

Messaggio#4 » martedì 6 giugno 2023, 20:11

Giungla di cemento di Pretorian

Ciao Pretorian, ben ritrovato e complimenti per aver partecipato.

Cosa mi è piaciuto del tuo racconto.

La scrittura è eccellente, senza sbavature, si legge con grande facilità e piacere.

C’é un’aria surreale/magica che permea il racconto, senza essere menzionata esplicitamente: piante che escono dalle ferite, sangue che provoca visioni (o una vera e propria “fusione” tra Bagh e Midnight che trascende l’ordine cronologico degli avvenimenti, visto che nella visione Bagh sembra avere pensieri non suoi che vengono invece dall’esperienza di vita del gatto), trasferimento di forza e ferite grazie al fatto che Midnight abbia mangiato la carne di Bagh.

Cosa avrei fatto diversamente.

Una piccola incongruenza: Midnight si ritiene un capo, alla pari dello straniero: ma quando cattura il ratto, ha paura che altro della sua specie glielo prendano. Non sembra un comportamento da capo (e poi, capo di cosa?)

Il punto di vista é quello di Midnight, ma sembra strano che lui sappia cos’é una “frattura scomposta” e che la individui appena guardando la zampa dello Straniero. Mi sembra che ci sia una “invasione” dell’autore in quel punto.

Il gesto di Midnight di lasciare un fiore per Howard é fin troppo umano e stona con il resto del racconto.

Dalla descrizione, il rivale sembra un orango tango. Ma poi nel combattimento finale usa un rasoio, il che mi fa pensare che sia umano. Fino alla fine non si capisce chi o cosa sia e cosa stia facendo nelle rovine. Questo non inficia il racconto ma mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Tema e bonus.

Tema per me centrato.

Periferia urbana: mi sembra che il racconto si svolga in una città in rovina e abbandonata, e non in una periferia urbana. Per me il bonus non si applica.

Animale domestico: ok

Going ape: la mia interpretazione dell’espressione inglese going ape é perdere il controllo o dare di matto, non semplicemente combattere o essere violenti. In questo caso Bagh, Midnight e il rivale lottano tra loro, ma non mi sembra che nessuno di loro perda il controllo.
Sono incerto sull’applicazione del bonus, ma tendente al negativo.

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Pretorian
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#5 » giovedì 8 giugno 2023, 11:34

MatteoMantoani ha scritto:Ebbene sì, ho letto questo racconto stamattina, appena svegliato, con gli occhi incrociati e metà cervello ancora disattivata. La curiosità era tanta, e sono contento di averlo fatto.
Ho seguito tutto dall'inizio alla fine con un certo trasporto, la storia è interessante, anche se non proprio originalissima, ma ha un taglio di ferino e selvatico che si sposa molto bene col tema. Ottimo il punto di vista del gatto, il suo percepire il mondo con gli odori, il suo atteggiamento rispettoso e bestialmente sociale nei confronti dell'animale misterioso.
Mi manca inquadrare un momento i due personaggi della bestia e dello scimmiesco antagonista. Potrebbero essere in qualche modo sovrannaturali, oppure tali agli occhi del protagonista, che vede tutto dal suo punto di vista animale.
A parte qualche perdonabile refuso, lo stile è diretto e comprensibile, tanto da permettere a uno mezzo addormentato di seguire tutto senza problemi.
Un buon lavoro per me, meno originale di altre storie scaturite dalla tua fantasia (la mia preferita è e resterà quella dell'essere ermafrodita che prende le sembianze di uomini e donne amanti di clienti paganti) però è certamente una storia con un certo fascino, che ho letto volentieri.
Tutti i bonus ok, alla prossima e buona fortuna!



Grazie, Matteo è grazie per ricordare con affetto "Meat Dolls". È uno dei miei racconti preferiti.
Dato che sono un sostenitore della narrazione immersiva, applicarla a un animale è stato difficile, perché avevo pochi tipi di azioni con cui potevo esprimere emozioni e intenzione, quindi mi fa particolarmente piacere che ti sia piaciuto.
La scimmia e la pantera sono due semplici animali che sono stati catapultati da una parte all'altra del mondo con mezzi misteriosi

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Pretorian
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#6 » giovedì 8 giugno 2023, 11:39

Dash J. Benton ha scritto:Giungla di cemento di Pretorian

Ciao Pretorian, ben ritrovato e complimenti per aver partecipato.

Cosa mi è piaciuto del tuo racconto.

La scrittura è eccellente, senza sbavature, si legge con grande facilità e piacere.

C’é un’aria surreale/magica che permea il racconto, senza essere menzionata esplicitamente: piante che escono dalle ferite, sangue che provoca visioni (o una vera e propria “fusione” tra Bagh e Midnight che trascende l’ordine cronologico degli avvenimenti, visto che nella visione Bagh sembra avere pensieri non suoi che vengono invece dall’esperienza di vita del gatto), trasferimento di forza e ferite grazie al fatto che Midnight abbia mangiato la carne di Bagh.

Cosa avrei fatto diversamente.

Una piccola incongruenza: Midnight si ritiene un capo, alla pari dello straniero: ma quando cattura il ratto, ha paura che altro della sua specie glielo prendano. Non sembra un comportamento da capo (e poi, capo di cosa?)

Il punto di vista é quello di Midnight, ma sembra strano che lui sappia cos’é una “frattura scomposta” e che la individui appena guardando la zampa dello Straniero. Mi sembra che ci sia una “invasione” dell’autore in quel punto.

Il gesto di Midnight di lasciare un fiore per Howard é fin troppo umano e stona con il resto del racconto.

Dalla descrizione, il rivale sembra un orango tango. Ma poi nel combattimento finale usa un rasoio, il che mi fa pensare che sia umano. Fino alla fine non si capisce chi o cosa sia e cosa stia facendo nelle rovine. Questo non inficia il racconto ma mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Tema e bonus.

Tema per me centrato.

Periferia urbana: mi sembra che il racconto si svolga in una città in rovina e abbandonata, e non in una periferia urbana. Per me il bonus non si applica.

Animale domestico: ok

Going ape: la mia interpretazione dell’espressione inglese going ape é perdere il controllo o dare di matto, non semplicemente combattere o essere violenti. In questo caso Bagh, Midnight e il rivale lottano tra loro, ma non mi sembra che nessuno di loro perda il controllo.
Sono incerto sull’applicazione del bonus, ma tendente al negativo.


Ciao Dasg e grazie del giudizio. Midnight si considera "l'alfa" della zona, ma questo non elimina il rischio che qualche altro gatto decida di sfidarlo per la preda catturata e questo è il motivo per cui cerca un luogo riparato dove mangiare.
Perfettamente d'accordo sul dettaglio della frattura esposta: avrei potuto limitarmi a descriverla senza inserire il termine medico. Un Tell molto grossolano da parte mia.
Si, il rivale è un orang utan: il fatto che usi il rasoio era una mia personale citazione dei "Delitti di Rue Morgue" di Edgar Allan Poe dove l'assassino (allerta spoiler) è un orango armato di rasoio a mano libera.

Per quanto riguarda i bonus, la vicenda si svolge in un'area periferica della città, in particolare nella zona di un palazzo abbandonato, dove alcuni barboni (come Howard) vanno a rifugiarsi di tanto in tanto.

Dash J. Benton
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#7 » giovedì 8 giugno 2023, 17:28

Grazie per i chiarimenti!
Buona sfida!

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Andrea Furlan
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#8 » mercoledì 14 giugno 2023, 0:40

Ciao Agostino,
ho trovato il tuo racconto molto evocativo, soprattutto nell’immedesimazione di Midnight e Bagh/lo Straniero, per niente facile e che secondo me ti è riuscita davvero bene. Bonus numero due centrato in modo brillante! Fra i due animali è bello anche il passaggio di emozioni, ricordi e pensieri veicolato dal sangue, non proprio originale ma gestito bene nell’economia generale. Il tema è colto da subito nella figura di Midnight e anche in quella di Bagh.
Anche l’ambientazione di periferia che diventa una giungla senza controllo in preda agli animali più forti serve molto bene il messaggio che vuoi mandare, cosa che apprezzo sempre in una storia. Bonus numero uno centrato!
L’atmosfera soprannaturale accentuata da viticci e rampicanti che spuntano dagli animali feriti è affascinante, ma non mi è risultata chiarissima. Anche dopo un paio di attente letture non ho capito come mai si manifesta questo fenomeno che sembra originarsi dal corpo del Rivale e la mancata comprensione lascia il lettore un po’ perduto. Questo elemento non mi sembra determinante ai fini del messaggio generale, quindi forse non l’avrei inserito.
Le scene di azione sono forse un po’ eccessive e prive di empatia: potevi forse ridurle e spiegare di più le sensazioni di Midnight e Bagh, comunque anche il bonus numero tre è accolto.
In diversi punti mi sono un po’ perso nella comprensione fra chi fossero Midnight / lo Straniero / Bagh che soprattutto all’inizio sono poco chiari.

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Laura Brunelli
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Re: Giungla di cemento

Messaggio#9 » mercoledì 14 giugno 2023, 12:32

Ciao Agostino,
Piacere di leggerti.
Un racconto certamente ben scritto che si fa leggere piacevolmente. Nonostante l’idea del trasferimento di ricordi attraverso il sangue non sia originalissima (caratteristica che ho già trovato in storie di vampiri e di licantropi) è ben integrata nella storia.
Quello che mi manca è un po’ il senso del tutto, perché rimangono aperte troppe domande e alcune parti appaiono in contraddizione fra di loro.
Come hanno rilevato altri, il comportamento di Midnight è poco coerente con il suo sentirsi un capo. Qui il problema è che non si capisce bene capo di cosa. A mio parere, il problema sta nel fatto che afferma di nascondersi da altri della sua specie che cacciano in quella zona. Se tu avessi fatto riferimento ad altri animali predatori, allora sarebbe stato abbastanza logico pensare che lui si sentiva il capo dei gatti e non di tutto il territorio in cui lui va a caccia. Il che sarebbe stato più coerente.
A mio avviso si capisce che Midnight si muove nella periferia urbana, anche se all’inizio il riferimento al palazzo mi ha fatto storcere un po’ il naso, perché avevo immaginato che si trovasse all’esterno, se non addirittura in campagna. Ma il problema vero è che non si capisce bene quando siamo. Il fatto che gli umani abbiano da tempo abbandonato le “tane fredde”, mi ha fatto pensare ad una ambientazione post apocalittica. La presenza di felino gigante che ricorda una pantera, l’ambiente in cui Midnight incontra l’avversario e il fatto che si tratti di un primate, hanno consolidato questa idea nella mia testa. Quindi la presenza del barbone mi ha un po’ confusa. Da dove arrivano Bagh e l’avversario se non dalla natura selvaggia che ha preso possesso del mondo urbanizzato dopo la scomparsa degli uomini?
A mi parere sarebbe bastato toglier Howard dall’equazione e il tutto sarebbe stato, se non più chiaro, quantomeno più coerente.
Al di là del fatto che nel testo non viene spiegato nulla in merito alla provenienza di Bagh e del rivale, quello che trovo poco coerente è il fatto che il sangue di Bagh consenta a Midnight di guarire in modo quasi miracoloso. Non c’è nulla che possa far supporre che Bagh sia un essere alieno, il cui sangue possa avere un effetto particolare sui gatti, quindi la domanda che mi sono posta è questa: perché il sangue di Bagh non ha curato anche lui e anzi, gli ha fatto crescere delle piante nelle ferite?
Tema ok, sui bonus ho qualche dubbio sul secondo, non definirei Midnight e Bagh animali non antropomorfizzati, perchè i loro pensieri sono troppo umanizzati. A questo proposito, forse, in questo caso, un narratore onnisciente più palese avrebbe aiutato.
Indipendentemente dalle criticità che ti ho segnalato, rimane un buon racconto, piacevole da leggere.
Buona sfida e alla prossima.

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