Gattile di Ulthar snc

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum. Questo GAME il racconto dev'essere ambientato in un preciso universo narrativo che verrà comunicato al momento del lancio.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Due sponsor leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Ambra Stancampiano, curatrice di Cani, gatti &c. assegnerà la vittoria finale.
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MatteoMantoani
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Gattile di Ulthar snc

Messaggio#1 » domenica 28 maggio 2023, 7:43

Al suono del citofono Fabio si precipitò all’ingresso. «S-sì?»
«Avvocato Giuliano Democrito. Abbiamo un appuntamento.»
Le dita di Fabio devastarono i tasti, fino a quando il clangore della porta al pian terreno confermò che il visitatore aveva accesso alla rampa di scale. «S-salga fino all’attico.» Spalancò la porta del suo appartamento, si riassettò la T-shirt ricoperta di peli di gatto e attese col cuore che gli martellava in petto.
Democrito fece presto capolino sul pianerottolo immerso nell'ombra. Invitandolo a entrare, Fabio osservò la grossa borsa di cuoio che l'avvocato trascinava a fatica.
Una volta in casa, l'ospite arricciò le narici. «Che strano odore.»
Fabio si strinse nelle spalle, raggiunse la finestra più vicina e armeggiò con la vecchia maniglia d’ottone. «Sa com’è. I gatti.» Sorrise. «All’odore ci si abitua fino a non sentirlo più.»
L’avvocato trasse dei documenti da una cartellina e li posò sul tavolo. «Danno molte noie, questi animali.»
«Come tutti gli altri.» Strinse le labbra. «Ma amarli veramente, significa prendersi cura di loro.»
Democrito non fece una grinza. «Sarà che io preferisco i cani.» Diresse verso Fabio dei glaciali occhi grigi. «Così come gli eredi della contessa Grignani.» Sorrise. «E questo è un bene, per lei.»
Qualcosa si strisciò contro il calcagno di Fabio: un gatto tigrato si era infilato tra i loro piedi e fissava rapito gli intricati lacci delle scarpe di marca dell'avvocato. Fabio lo prese in braccio.
Democrito arricciò le labbra in un ghigno di disgusto, si allontanò di un passo e scartabellò con più furore. «Le riassumo per sommi capi il contratto.» Si schiarì la gola. «Lei si prende l’onere di accudire il gatto chiamato Merlino, appartenuto alla defunta contessa Maria Addolorata Grignani. Come da ultime volontà della contessa, viene immediatamente versata la somma di duemila euro alla società Gattile di Ulthar snc, che in più riceverà anche seimila euro a cadenza annuale. Gli eredi della contessa si impegnano a rimborsare le spese di mantenimento del gatto Merlino, nonché le eventuali cure veterinarie, vita natural durante.» Girò pagina. «Il contratto viene a decadere in caso di inadempienza agli obblighi che la società Gattile di Ulthar snc si è fatta carico nei confronti del gatto Merlino, oppure alla morte dell’animale stesso.» L’avvocato scoprì i denti in un ghigno e lo fissò dritto negli occhi. «Sia chiaro che lo studio legale che rappresento invierà regolarmente dei veterinari per verificare lo stato di salute del gatto e, mi creda» il ghigno si allargò «i veterinari che invieremo non saranno affabili come lo sono io.» Estrasse una penna dal taschino e gliela porse. «Firmi dove indicato dall’adesivo giallo.»
Fabio lasciò andare il gatto che teneva in braccio, scorse col dito le pagine del contratto e firmò.
«Ora, Merlino è suo.» L’avvocato slacciò la borsa di cuoio: una massa di pelo sorretta da zampe grosse come tronchi d’albero saltò fuori, il pavimento di parquet tremò.
Fabio strabuzzò gli occhi. Merlino era enorme, il pelo foltissimo in ogni parte del corpo, fatta eccezione per il muso schiacciato, tipico dei persiani. La voce di Democrito lo costrinse ad alzare lo sguardo. «Il mio lavoro è finito, tolgo il disturbo.» Sorrise. «Ma avrà presto mie notizie.»

«Julia, è arrivato!» Fabio sorrise allo spioncino della porta. La ragazza aprì, lo fissò da capo a piedi e storse le labbra voluttuose in un moto di disgusto. «Che vuoi?»
La vista di Julia lo metteva sempre su di giri: alta, bruna, sudamericana, pelle color cioccolato sul punto di sciogliersi. «Il gatto della contessa, me l’hanno portato. Vuoi venire a vederlo?»
Le sopracciglia a gabbiano ebbero un sussulto. «Va bene, pochi minuti che devo andarre a la palestrra che oggi ho il turrno al mattino.» Mosse il palmo aperto a indicare le scale. «Vai prrima tu, che so che mi guarrdi el culo quando salgo.» Le sue labbra si stirarono in un sorriso malizioso.
Il cuore di Fabio batteva così forte da dargli la sensazione di schizzare fuori dal petto: annuì, si girò di scatto e macinò i gradini a velocità supersonica. «Sono molto contento, sai, è un grande giorno per il mio gattile.»
Nessuna risposta.
Julia raggiunse il pianerottolo e gli lanciò uno sguardo da fare impallidire Dracula. «Allorra? Ti muovi?»
Fabio smise di fissarla e armeggiò con la serratura. Sentiva il suo sguardo di disprezzo posarsi sulle scapole: avrebbe dato di tutto per non sembrare così imbranato, ma quando c'era Julia faceva sempre una figura da australopiteco. Dentro di lui una vocina gli ricordò che, con una ragazza così figa, aveva le stesse possibilità che aveva Silvestro di acchiappare Titti.
Merlino era ancora seduto sul pavimento, osservato da due gatti che si tenevano a debita distanza. La brezza che entrava dalla finestra aperta aveva sparpagliato i documenti sul tavolo. Fabio la chiuse e si girò a fissare la ragazza. Lei si era accovacciata a terra, il davanzale le sporgeva in avanti e il gatto le premeva il naso tra le bocce, le sue fusa parevano il rombo di un terremoto.
Fabio fece un fischio. «Mi s-sa che gli piaci.» Si morse la lingua al pensiero di provare invidia per un gatto.
Julia rise e accarezzò Merlino tra le orecchie. «Anche trroppo, dirrei.»
Lui si leccò le labbra. «Sai, non smetterò mai di ringraziarti per avermi fatto conoscere la contessa. Grazie a te il gattile potrà accogliere più gatti e —»
«Insomma ti hanno sganciato un po’ di dinero. Meglio se in palestrra non dico niente, sennò mi prrendono tutti perr el culo. Quella è l’ultima vecchia con gatti a cui consiglio la tua attività, ok?»
Fabio si mise sull’attenti. «Per ringraziarti, potrei dividere con te un po’ di soldi, e in cambio potresti…» Lo stomaco gli stava per esplodere «venire a cena con me?»
Julia e Merlino diressero verso di lui quattro occhi felini. «Cabron! Per chi mi hai prreso? Perr una puta?»
«S-scusa, lasciamo stare i soldi, volevo solo dire che…» Si piegò a fissarsi i piedi «Vorrei uscire insieme a te.» Deglutì. «S-sai, un appuntamento...» Incredibile, l'aveva detto! Il cuore gli batteva forte e un sudore ghiacciato gli impiastricciava le mani.
Lei non rispose, si alzò e fece ondeggiare le sue forme fino alla porta. «Devo andarre in palestrra, ma più tarrdi ti porrto Prrincesa, perrché vado in Dominica perr un mes.»
«Ah sì? Vai a trovare la tua famiglia per l’estate?»
«Sì. Poi torrnerrò qua con mia madrrre. E poi, forrse, mi potrrai offrrirre una cena di pescado.» Gli puntò addosso un’aguzza unghia laccata. «Forrse»

Princesa era una sphynx, una razza di gatti completamente glabri. Fabio accarezzò la sua pelle untuosa, lei mosse il muso a cercare ancora più coccole. «Però, è la prima volta che vedo uno di voi, sai?» Le strofinò la gola. «E pensa che sono anni che lavoro coi mici.»
Princesa diresse gli occhi celesti, incorniciati di rughe, su Merlino. Soffiò.
Fabio schioccò la lingua. «No no, fai la brava. Lui è buono, lo so che è grosso, ma è così perché ha tanto pelo. Potreste fare amicizia.»
La gatta si agitò, si sciolse dalla presa di Fabio e arcuò la schiena. Le grinze sulla sua pelle si accentuarono a formare un intricato disegno.
«No, no.» Si allungò a trarre Merlino in salvo, pesava una tonnellata. «Vieni bello, ti porto in camera.»
Il gattone non oppose resistenza e si lasciò chiudere nella stanza. Fabio sbuffò e si voltò per tornare in sala a controllare gli altri gatti, ma quattro di loro, compresa Princesa, erano seduti a fissarlo, immobili come statue, pazienti come solo i felini possono essere.
Un brivido gli corse lungo la schiena: era come se qualcosa avesse risvegliato i loro istinti da predatori.

Uno strano rumore lo svegliò, sembrava il frigo che si apriva. Roteò gli occhi nel buio, in attesa di altri rumori. Una lattina veniva aperta.
No, non c’erano dubbi: qualcuno era in casa. Un ladro di birre?
Ansimò, allungò la mano per accendere l'abat jour, ma si fermò. Era meglio non far notare all’intruso che si era accorto di lui. Scivolò fuori dal letto e scostò la porta della sua camera. In fondo alla sala, in cucina, un uomo magro avvolto nell’ombra beveva da una lattina.
Fabio prese un respiro profondo e fece un passo in avanti. Pestò qualcosa, il fischietto di plastica di una pallina di gomma per gatti sputacchiò un lungo strillo.
L’ombra si raddrizzò e portò la lattina all’altezza del petto, il metallo splendeva illuminato dalla luce del lampione che entrava dalla finestra.
Fabio scattò verso gli interruttori e illuminò l’appartamento.
La cucina era vuota, fatta eccezione per Merlino che se ne stava seduto sul parquet, accanto al frigo aperto. Una lattina di birra vuota rotolava per terra.
Un soffio furioso da sotto il tavolo: Princesa fischiava come la sirena di una segheria. Fabio allungò una mano per fermarla, ma i due felini iniziarono ad azzuffarsi sul pavimento: ciuffi di pelo volavano in aria come lapilli di un vulcano durante un’eruzione.
«Ehi! No! Fermi!» Si piegò verso i due animali inferociti, ma questi scivolarono altrove. Tra soffi, graffi e morsi, il pavimento cominciava a sporcarsi di sangue. Fabio rimase a bocca aperta a osservare gli altri gatti che, svegliati dalla cagnara, si lanciavano nella mischia. Sotto alla massa delle bestiole inferocite comparve un vecchio, nudo e peloso come un orso. Tutti i gatti corsero a nascondersi, meno Princesa, che pendeva tenuta per la collottola da due dita ossute.
Il vecchio aveva una lunga barba che gli arrivava al petto e folti capelli candidi macchiati di sangue. «Varda, ‘sta stronza.» Agitò il braccio e fece penzolare Princesa, la cui pelle stirata pareva un lifting venuto male.
Fabio mosse le labbra e farfugliò qualche suono sconnesso.
Il vecchio mosse la mano a coprire il cespuglioso inguine. «Non è che gavessi un paio di braghe per me?»

Il cadavere di Princesa giaceva sulle sue ginocchia, Fabio l’accarezzò con le mani coperte di graffi. Il vecchio indossava i pantaloni di una delle sue tute da ginnastica e stava seduto sul tavolo della cucina con un’altra lattina di birra attaccata alle labbra.
Fabio strinse i pugni. «Me l’hai ammazzata, la gatta!»
«Se meritava de crepar, la merdina. Appena me ga visto la ga capito tutto.»
«Capito cosa?»
«Che mi non iero un vero gato!»
«Ma si può sapere chi sei?» Aggrottò la fronte e fissò il vecchio dritto negli occhi.
«Merlino!»
«Ho detto che voglio sapere chi sei.» Si massaggiò il collo, il corpo di Princesa traballava sulle ginocchia.
«Merlino, ciamame pure cussì.» Sorrise a scoprire una dentatura lastricata di nero, come i tasti di un scalcinatissimo pianoforte. «Mi son el mago Merlino.»
«Il mago Merlino?» Strabuzzò gli occhi. «Quello di re Artù?»
«Mona, quella la xe una storia per bambini.» Ingollò un altro sorso dalla lattina e ruttò. «Mi son un mago vero!»
Fabio schiuse la bocca e lo fissò senza riuscire a parlare, poi diede un pugno alla gamba della sedia. «Ho bisogno di bere anche io.» Poggiò il corpicino della gatta sul tavolo, estrasse una birra dal frigo e prese un lungo sorso. La schiuma gli andò su per le narici, tossì.
«Varda di non sofegarti!»
Lui arricciò il naso pizzicato dall’anidride carbonica e squadrò il vecchio. Era magrissimo, i rilievi delle costole sporgevano dalla pelle giallastra. «Perché parli in veneto?»
«Perché mi son de Trieste.» Allargò gli angoli della bocca.
«Un mago di Trieste.» Sospirò. «Oddio, mi sembra di diventare matto.»
Il vecchio si alzò, un lungo graffio sul petto spandeva gocce di sangue. «Te ti gavessi da fumar?» Fabio rimase impalato a guardarlo, il mago scrollò le spalle. «Dai, ‘ndemo fora, un distributor lo trovemo.» Indicò il corpo di Princesa col dito scheletrico. «Così te pol sotterar la bestia.»

Fabio spinse la pala dentro alla terra soffice in fondo al parcheggio vuoto. Intorno a loro i brutti palazzi della periferia parevano addormentati. Il vecchio lo fissava illuminato dalla luna piena, il luccichio della sigaretta gli colorava gli occhi di arancio. «Dai mulo scava, che non xe profonda a suficiensa!»
«Ma perché non mi dai una mano?» Sbatté la pala a terra. «Invece di startene lì seduto a guardare?»
«Mi son vecio, lavora ti.»
Lui sbuffò e continuò a scavare. «Allora intanto almeno dimmi cosa ci facevi a casa mia!»
Il vecchio ridacchiò. «Quando la vecia bacuca xe andata a sburtar radicio, go pensato di vedere dove la voleva mandarme.» Il luccichio della sigaretta si intensificò, mentre Merlino aspirava. «Mi non pensava mica che’l posto iera quella stamberga di casa tua. Mi credeva che’l fussi un’altra villa di un’altra vecia sua amiga.»
Fabio annuì. «Ho capito.» Fermò la pala e riprese fiato. «Quindi eri l’animale domestico della contessa, e pensavi che ti avesse destinato a un’altra donna ricca, invece che al mio gattile.»
«Sì. Mi voleva veder.» La sigaretta emanò più luce. «Poi go trovato tutti quei gati de merda, pronti a cavarmi fuori gli oci dalle orbite. Maledetti.»
«Ma perché ce l’avevano tanto con te?»
«Lori i xe animali intelligenti, capiscono tutto! La contessa gaveva solo mi, altrimenti sai che dolori!»
«Ma senti, perché ti sei trasformato nell’animale di una vecchia? Che vantaggi ne traevi?»
Risatina. «I xe persone che trattano gli animali meglio dei cristiani! La vecia mi pettinava, mi lavava, puliva la mia merda, e mi comprava scatolette che costavano più de casa tua!»
«Ma… perché?» Batté un piede. «Insomma, coi tuoi poteri, perché ridurti a fare l’animaletto?»
«Te xe proprio un mona.» Risata. «Vedessi la casa che gaveva. Piena di roba: ori, argenti, gioie…»
«Quindi ogni tanto sgraffignavi qualcosa, ti ritrasformavi in uomo, andavi in giro e ti godevi la bella vita.» Sospirò «Poi tornavi e ti facevi accudire, rubavi ancora e così via.»
Merlino allungò le gambe. «Mi sapeva che ti te ieri inteligente.» Sghignazzò. «La vecia la iera così cretina che non si accorgeva di niente.» Emise un fragoroso rutto. «Mi son libero, e la vecia iera la mia cassaforte piena di skei.»
Fabio adagiò il corpicino di Princesa nella buca. «Julia mi ammazza.»
«Chi xe Julia? Quella baba con le tette grosse? Ah! Che mona che ti xe. Una figa come quella là, con un mona come ti.»
«Ma hai sentito, no? L’avrei portata a cena!»
«Sì, sì. Te gavrebbe fato pagar na barca di schei, e poi tutto in vacca!» Si alzò, gettò la cicca nel fiume e si stiracchiò. «Mi vado ora, se vedemo, mona.»
Lo stomaco di Fabio mandò una fitta. «Dove vai?»
«Gira gira mondo! Go da trovare n’altra bacuca cui i piase i gati.»
«No!» Strinse i pugni. «Non puoi lasciarmi! I soldi…» Si morse un labbro.
Merlino si piegò dal ridere. «Ah sì! Te xe un po’ nella merda. Niente schei per il gato della vecia se mi vado! Ah! Che coion!»
«Dai! Mi hai ammazzato la gatta di Julia, non puoi piantarmi così. Se resti provvederò io alle spese per mantenerti, fino a quando troverai la tua prossima casa.»
Merlino strinse le labbra e si accarezzò la lunga barba. «Da magnar e da beber? Intanto che me trovo un’altra vecia?»
Fabio si morse un labbro. «Sì, e insegnami anche a trasformarmi in gatto.»
Merlino schioccò la lingua un paio di volte e strabuzzò gli occhi. «Non xe mica facile.»
«Solo per un mese al massimo, ok? Fino a quando torna Julia. Poi va’ pure per la tua strada.»
Il mago rimuginò e grugnì. «In un mese te ti impari solo a trasformarti in un solo gato, senza poter variare. Poderia insegnarte a diventar uguale de mi, cussì che te pol gaver ancora i skei, va ben?»
«Voglio diventare uguale a Princesa.»
«La gata della baba?»
L'idea che gli era venuta non era per niente da sano di mente, ma ciò che quel vecchio sapeva fare era degno di un dio. Non avrebbe più dovuto elemosinare attenzioni, trasformato in gatto avrebbe potuto vendicarsi di tutte le femmine che lo avevano rifiutato e deriso, farsi amare e rubare loro tutto. Sorrise, era finalmente arrivato il suo momento.
Il vecchio annuì. «Voi gioveni, solo la mona nel zervel.»
Fabio sbuffò. «Non credo che tu abbia la levatura morale per darmi lezioncine!»
Merlino scosse la testa. «Va ben, mi resta. Ma varda che te me devi prender da beber tutto quel che voio, senza protestar.»
«Hai la mia parola.» Annuì. «Potrai incioccarti quanto vuoi.»

Suonò il citofono. «Ehi, Merlino!» Corse verso l’ingresso. «Julia è puntuale! Presto, tra poco si entra in scena!» Alzò la cornetta. «Sì?»
«Dottor Menegon. Sono qui per l’ispezione del gatto Merlino per conto dell’avvocato Democrito»
Il labbro di Fabio tremò, il cuore gli saltò alla testa. «Certo, s-salga.»
Riattaccò.
Il vecchio fece capolino alle sue spalle. «Chi xe?»
«Il veterinario che ti deve controllare, mandato dall’avvocato della contessa!»
«Ma perché lo ti ga fatto salir?» Sbuffò. «Bastava mandarlo in mona!»
«Non so perché l’ho fatto, non ho avuto i riflessi pronti.» Scosse la testa. «Avanti, trasformati.»
Merlino alzò le folte sopracciglia bianche «No.»
Fabio chiuse gli occhi, si batté i pugni sulle tempie, pestò i piedi e allungò le braccia contro il vecchio come se volesse riempirlo di botte. «Non abbiamo tempo per discutere, fai come ti ho detto merdoso vecchio alcolizzato!»
Merlino si impettì. «Vai a farti mettere ti un termometro su pel cul!»
Il campanello della porta suonò. Il mago alzò gli occhi al cielo e si trasformò nel gatto persiano, i vestiti formarono un mucchio sul pavimento.
Fabio prese un sospiro di sollievo e aprì.
Il veterinario aveva i capelli a spazzola e dei baffetti color carota. «Permesso.» Lo scansò, raccolse Merlino e gli annusò il muso. «Questo gatto è ubriaco!»
Fabio cercò di rispondere, ma il veterinario lo zittì con un gesto e scomparve in cucina.
Qualcuno bussò alla porta. Fabio strinse i denti e urlò: «Scusi, vado a vedere chi è.» Il cuore gli batteva all'impazzata. «S-sì?»
«Aprri estupido!»
Accento spagnolo! Era Julia.
La mano tremante girò la chiave, ma alla porta comparve una donna sudamericana di mezza età.
Fabio le si avvicinò. «La mamma di Julia?»
Lei lo fulminò con lo sguardo. «Soi aqui por la gata! Donde està?»
Fabio storse la bocca: quella stronza non era nemmeno salita di persona, ma le cose stavano per cambiare. Sorrise come se nulla fosse. «Vado a prenderla.» Corse in camera. Respirò a fondo, cercò di controllarsi. Un piccolo cerchio magico tutto ghirigori era disegnato sul pavimento: il frutto di un mese di lavoro.
Entrò nel cerchio e pensò alla gatta glabra. La sensazione del contatto con una mano glaciale lo percorse da capo a piedi mentre i suoi vestiti scivolavano via. Aveva funzionato!
Zampettò fuori e guardò in alto.
La donna lo vide e stirò le labbra in un sorriso tutto cuoricini.
Il veterinario uscì dalla cucina. «Ho finito, se mi sente sappia che può salutare il suo contratto.» Abbandonò l’appartamento.
«Bonita Princesita.» La mamma di Julia prese in braccio Fabio. «¡Estoy feliz de conocerte!» Lo accarezzò sulla pelle nuda. Ci era cascata, e presto sarebbe stato il turno di Julia. «Pero espera: ¿Qué cosa es esto?» Gli pungolò i testicoli con un’unghia aguzza. Fabio contrasse i muscoli, una fitta lo impietrì. «Tu eres un chico, no una chica.»
La trasformazione non era completa. Possibile che non se ne fosse accorto?
Un miagolio dal basso.
«¡Aquí estás, Princesa!» La donna lo lasciò e raccolse l’altro gatto, un esemplare di sphynx femmina. «¡Sì, es tu Princesita!» La strinse forte al petto. «Vamos a casa.»
Sulla spalla della mamma di Julia, Merlino-sphynx scoprì i denti aguzzi e fece l’occhiolino.
Le zampette di Fabio tremavano, non riusciva a rialzarsi. «Aspetta!» Il brivido freddo lo percorse, mentre si ritrasformava in essere umano.
La donna si fermò sulla soglia, i suoi occhi parevano uscire dalle orbite. «¡Ma estás desnudo, puerco, cabron!»
«No!» Si coprì le pudenda con le mani.
«Yo clamo a los carabineros.» Corse giù per le scale. «¡Puerco!»
Fabio contrasse tutti i muscoli, la testa gli scoppiava. «Lurida merda!» Urlò a squarciagola. «Mi senti? Spugna di merda!»
«Te faccio arrestarr, cabrrrron!»
Cadde faccia al muro, nudo e in lacrime.
I gatti dell’appartamento soffiarono, tutti raccolti attorno a lui.
Uno gli saltò sulla schiena e lo trafisse con gli artigli, ed era solo il primo.
Ultima modifica di MatteoMantoani il domenica 28 maggio 2023, 8:12, modificato 4 volte in totale.



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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#2 » domenica 28 maggio 2023, 7:43

Punto a tutti i bonus

starla
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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#3 » giovedì 8 giugno 2023, 11:53

Ciao Matteo, il tuo racconto mi ha fatto un sacco ridere, soprattutto vedere il dialetto molto simile al mio. Io infatti sono veneta. A questo proposito, c'è un punto in cui Fabio chiede perché Merlino parla veneto e lui risponde che è di Trieste...sono rimasta un po' così, ma immagino sia per mettere in luce l'idiozia del vecchio Merlino, della serie ti chiedo una cosa e mi rispondi qualcos'altro che non c'entra assolutamente niente , vero?
A parte questo, il racconto è ben strutturato e caratterizzi davvero bene i personaggi. Lo stile è asciutto, concreto, con una buona selezione dei dettagli di descrizione. Ho apprezzato molto anche le similitudini originali che aggiungono colore al filtro psicologico e ai personaggi a cui si riferiscono. Un po' eccessivo secondo me "le zampe grosse come tronchi" di Merlino, ma il resto fila.
Il racconto è divertente ed è compiuto così com'è, non lascia domande senza risposta, personalmente però ho percepito un po' di vuoto emotivo quando Fabio scopre che Merlino è una persona. La cosa passa come se fosse normale, non c'è stupore o incredulità o spavento da parte di Fabio. Se l'elemento magico fa già parte di questo mondo, quindi Fabio sa già che esistono maghi, forse avremmo dovuto vederlo subito. Mi fa strano che non abbia avuto nessuna reazione. Tuttavia, la narrazione scorre veloce con un ritmo incalzante e ci si fa poco caso.
In un paio di punti ho avuto dubbi sull'attribuzione del soggetto della frase, ma sono davvero piccolezze.

Mi rimane comunque una perplessità sul tema Born to be wild. Ci vedo poco di selvaggio in questo racconto. Come lo hai inteso?
Inoltre, tecnicamente non è il gatto a essere protagonista, ma Fabio, e la versione umana di Merlino, perciò ho dei dubbi sul bonus animali protagonisti non antropomorfizzati.

Ottimo lavoro comunque!

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MatteoMantoani
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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#4 » giovedì 8 giugno 2023, 14:59

starla ha scritto:Ciao Matteo, il tuo racconto mi ha fatto un sacco ridere, soprattutto vedere il dialetto molto simile al mio. Io infatti sono veneta. A questo proposito, c'è un punto in cui Fabio chiede perché Merlino parla veneto e lui risponde che è di Trieste...sono rimasta un po' così, ma immagino sia per mettere in luce l'idiozia del vecchio Merlino, della serie ti chiedo una cosa e mi rispondi qualcos'altro che non c'entra assolutamente niente , vero?
A parte questo, il racconto è ben strutturato e caratterizzi davvero bene i personaggi. Lo stile è asciutto, concreto, con una buona selezione dei dettagli di descrizione. Ho apprezzato molto anche le similitudini originali che aggiungono colore al filtro psicologico e ai personaggi a cui si riferiscono. Un po' eccessivo secondo me "le zampe grosse come tronchi" di Merlino, ma il resto fila.
Il racconto è divertente ed è compiuto così com'è, non lascia domande senza risposta, personalmente però ho percepito un po' di vuoto emotivo quando Fabio scopre che Merlino è una persona. La cosa passa come se fosse normale, non c'è stupore o incredulità o spavento da parte di Fabio. Se l'elemento magico fa già parte di questo mondo, quindi Fabio sa già che esistono maghi, forse avremmo dovuto vederlo subito. Mi fa strano che non abbia avuto nessuna reazione. Tuttavia, la narrazione scorre veloce con un ritmo incalzante e ci si fa poco caso.
In un paio di punti ho avuto dubbi sull'attribuzione del soggetto della frase, ma sono davvero piccolezze.

Mi rimane comunque una perplessità sul tema Born to be wild. Ci vedo poco di selvaggio in questo racconto. Come lo hai inteso?
Inoltre, tecnicamente non è il gatto a essere protagonista, ma Fabio, e la versione umana di Merlino, perciò ho dei dubbi sul bonus animali protagonisti non antropomorfizzati.

Ottimo lavoro comunque!


Ciao Elisa, grazie per il commento positivo, l'idea di questo racconto era quella di divertire, e quindi sono contento di averti fatto ridere XD
Merlino parla triestino, che è appunto una variante del veneto (non sono in realtà sicuro che sia tutto giusto, io non lo parlo.. l'ho sentito parlare durante gli anni universitari e ci ho fatto un po' l'orecchio. Per scrivere i dialoghi ho usato molto una grammatica triestina che ho trovato online). Quando risponde e dice di essere di Trieste, è proprio a conferma del fatto che parla veneto.
Nella mia idea il racconto ha due coprotagonisti, Merlino è un personaggio libero e selvaggio per eccellenza ("gira gira mondo!").
Per il bonus, secondo me ci sta perché, nella sua forma di gatto, Merlino non ha comportamenti umani, non è insomma un gatto antropomorfizzato.. saranno i giudici a decidere.
Grazie mille ancora e alla prossima!

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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#5 » venerdì 9 giugno 2023, 0:46

Ciao, Matteo e piacere di leggerti.

Prima di tutto, leggendo il racconto ho avuto una strana sensazione di de-javu: per caso hai scritto qualcosa di simile anni fa?

Ad ogni modo, il racconto è scritto bene e, soprattutto, molto divertente. Vedo che stai approfondendo l'immersività del racconto e ciò è bene, ma ho l'impressione che a volte il narratore emerga dal testo. Ad esempio, quando dici che il protagonista aveva ua vocina che gli suggerisce che è uno sfigato, per un istante sembra che non sia più il pov del protagonista esterno, quando quello del narratore. Inoltre, c'è ancora qualche dettaglio da limare, come alcuni punti in cui esprimi un'indicazione di susseguenza delle azioni che è già insita nel fatto che sono uno dietro l'altra, oppure il fatto che tu specifichi che la borsa di Democrito sia pesante, quando il semplice fatto che lui la trascini rende questo evidente. Divertente il personaggio di Merlino, anche se non l'avrei chiamato in quel modo, dato che finisce col confondere il lettore.
Nel complesso, un buon lavoro.

Alla prossima!

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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#6 » venerdì 9 giugno 2023, 12:48

Pretorian ha scritto:Ciao, Matteo e piacere di leggerti.

Prima di tutto, leggendo il racconto ho avuto una strana sensazione di de-javu: per caso hai scritto qualcosa di simile anni fa?

Ad ogni modo, il racconto è scritto bene e, soprattutto, molto divertente. Vedo che stai approfondendo l'immersività del racconto e ciò è bene, ma ho l'impressione che a volte il narratore emerga dal testo. Ad esempio, quando dici che il protagonista aveva ua vocina che gli suggerisce che è uno sfigato, per un istante sembra che non sia più il pov del protagonista esterno, quando quello del narratore. Inoltre, c'è ancora qualche dettaglio da limare, come alcuni punti in cui esprimi un'indicazione di susseguenza delle azioni che è già insita nel fatto che sono uno dietro l'altra, oppure il fatto che tu specifichi che la borsa di Democrito sia pesante, quando il semplice fatto che lui la trascini rende questo evidente. Divertente il personaggio di Merlino, anche se non l'avrei chiamato in quel modo, dato che finisce col confondere il lettore.
Nel complesso, un buon lavoro.

Alla prossima!

Ciao Agostino! Grazie mille per il commento positivo. Yes, avevo postato questo racconto su La Tela Nera qualche anno fa, in una forma più grezza. Quando ho visto che tu ed Elisa partecipavate alla gara, ho sperato che non foste tra i miei commentatori... invece... XD

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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#7 » venerdì 9 giugno 2023, 13:41

MatteoMantoani ha scritto:
Pretorian ha scritto:Ciao, Matteo e piacere di leggerti.

Prima di tutto, leggendo il racconto ho avuto una strana sensazione di de-javu: per caso hai scritto qualcosa di simile anni fa?

Ad ogni modo, il racconto è scritto bene e, soprattutto, molto divertente. Vedo che stai approfondendo l'immersività del racconto e ciò è bene, ma ho l'impressione che a volte il narratore emerga dal testo. Ad esempio, quando dici che il protagonista aveva ua vocina che gli suggerisce che è uno sfigato, per un istante sembra che non sia più il pov del protagonista esterno, quando quello del narratore. Inoltre, c'è ancora qualche dettaglio da limare, come alcuni punti in cui esprimi un'indicazione di susseguenza delle azioni che è già insita nel fatto che sono uno dietro l'altra, oppure il fatto che tu specifichi che la borsa di Democrito sia pesante, quando il semplice fatto che lui la trascini rende questo evidente. Divertente il personaggio di Merlino, anche se non l'avrei chiamato in quel modo, dato che finisce col confondere il lettore.
Nel complesso, un buon lavoro.

Alla prossima!

Ciao Agostino! Grazie mille per il commento positivo. Yes, avevo postato questo racconto su La Tela Nera qualche anno fa, in una forma più grezza. Quando ho visto che tu ed Elisa partecipavate alla gara, ho sperato che non foste tra i miei commentatori... invece... XD



Ahah, allora non sono pazzo, avevo davvero già letto questa storia :)

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Shanghai Kid
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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#8 » domenica 11 giugno 2023, 18:53

Ciao Matteo,
ho letto i commenti precedenti e sì: sgamato! Aahahahhaahaha scherzo, chiaramente. Io trovo intelligente e anche giusto perfezionare cose che si sono scritte in passato cercando di migliorarle e adattarle a nuovi contesti, quindi, bene così.
Il racconto mi ha divertito molto, è davvero ben scritto, con uno lo stile è fluido e scorrevole e la storia originale e spassosa. Mi piace moltissimo il personaggio di Merlino e la sua declinazione da provincia italiana.
Il finale con i gatti che saltano addosso al protagonista aggredendolo l'ho trovato un po' scollato dal resto, l'avrei forse evitato
Ti segnalo una cosuccia da nulla che mi ha un po' disturbato, ma è veramente un'inezia: hai scritto "skei" in due modi differenti e questo mi ha confusa. E' stata una frazione di secondo, ma se proprio devo trovare il pelo nell'uovo te lo segnalo.

Il lavoro è molto buono.

Per quanto riguarda il tema e i bonus, invece, sono un po' più perplessa. Ho letto la spiegazione che hai dato su Born to be wild e non mi ha convinta del tutto. La periferia urbana è molto marginale e non ho colto esattamente il Going ape...
Ti va di provare a spiegarmi il tuo punto di vista?
Leggerti è comunque sempre molto bello.
A presto,
Elisa

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MatteoMantoani
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Re: Gattile di Ulthar snc

Messaggio#9 » domenica 11 giugno 2023, 19:52

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Matteo,
ho letto i commenti precedenti e sì: sgamato! Aahahahhaahaha scherzo, chiaramente. Io trovo intelligente e anche giusto perfezionare cose che si sono scritte in passato cercando di migliorarle e adattarle a nuovi contesti, quindi, bene così.
Il racconto mi ha divertito molto, è davvero ben scritto, con uno lo stile è fluido e scorrevole e la storia originale e spassosa. Mi piace moltissimo il personaggio di Merlino e la sua declinazione da provincia italiana.
Il finale con i gatti che saltano addosso al protagonista aggredendolo l'ho trovato un po' scollato dal resto, l'avrei forse evitato
Ti segnalo una cosuccia da nulla che mi ha un po' disturbato, ma è veramente un'inezia: hai scritto "skei" in due modi differenti e questo mi ha confusa. E' stata una frazione di secondo, ma se proprio devo trovare il pelo nell'uovo te lo segnalo.

Il lavoro è molto buono.

Per quanto riguarda il tema e i bonus, invece, sono un po' più perplessa. Ho letto la spiegazione che hai dato su Born to be wild e non mi ha convinta del tutto. La periferia urbana è molto marginale e non ho colto esattamente il Going ape...
Ti va di provare a spiegarmi il tuo punto di vista?
Leggerti è comunque sempre molto bello.
A presto,
Elisa

Grazie mille Elisa! Sì, purtroppo mi siete capitati voi due, spero che non sia stato troppo un fastidio rileggere questa storia XD
Mi sono accorto di skei e schei solo dopo la scadenza, di sicuro qualcosa da correggere.
Il tema si incarna in Merlino, trickster e spirito libero per eccellenza :)
La periferia, è vero, compare in una sola scena..
Going ape l'ho interpretato come "sbroccare", e Fabio va fuori di testa quando deve convincere Merlino a riprendere la forma felina per la visita veterinaria.
L'idea di questo racconto è qualcosa di ignorante che possa divertire senza troppi giri, e se ti ho fatta divertire sono contento :) al di là di quello che darà il risultato finale della gara.
Buona gara a te, e alla prossima!

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