La vendetta di Bry

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum. Questo GAME il racconto dev'essere ambientato in un preciso universo narrativo che verrà comunicato al momento del lancio.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Due sponsor leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Ambra Stancampiano, curatrice di Cani, gatti &c. assegnerà la vittoria finale.
Dash J. Benton
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La vendetta di Bry

Messaggio#1 » domenica 28 maggio 2023, 23:41

Il batuffolo di pelo bianco caracollava a destra e sinistra. Nacio, steso al sole che entrava dalla finestra, l’osservava con l’occhio buono. Pallino gli arrivò davanti e si sedette sguaiato sul didietro, le zampette posteriori allargate e quelle davanti dritte nel mezzo. Girò la testolina da un lato: “Zio Nacio... vuoi giocare?”.

Nacio agitò i baffi senza scomporsi: “Non sono tuo zio. E sono occupato”. Ma Pallino era già a caccia dell’orecchio intero di Nacio. Lui emise un brontolio ma non lo ostacolò. Pallino cominciò ad arrampicarsi su di lui, affondò le unghiette nella pelliccia grigia e spessa, ma poi ricadde a terra con un capitombolo. Si alzò sulle zampette di dietro e cercò di acchiappare la lunga coda di Nacio, per sbattere infine con il muso per terra.

Nacio si alzò senza fretta e gli leccò il musetto. “Smettila di fare il pagliaccio” disse senza convinzione, e si avviò verso il giardino. Con la coda dell’occhio si assicurò che Pallino gli stesse dietro. I due gatti passarono da una porticina a loro dedicata e un attimo dopo stavano già calpestando l’erba umida e profumata.

Il fiume gorgogliava poco lontano e ogni tanto un’auto passava al di là della siepe curata. Nacio era soddisfatto della tranquillità di Bry sur Marne, alla periferia di Parigi. Ma a volte, come oggi, sentiva prepotente il richiamo della vita randagia. Ci pensò Pallino a distrarlo: “Zio, fa molto rumore il fiume, non trovi?”.

Nacio fece un gesto noncurante con la coda: “Non sono tuo zio. E il fiume è solo un piacevole sottofondo. Il mare di Marsiglia in inverno, quello sì che è forte!”.

Pallino gli ballonzolava intorno eccitato: “Cos’è il mare? Mi ci porti?”.

Nacio cominciò a leccarsi la zampa destra e a passarsela sul muso. Pallino cercò di imitarlo senza molto successo. “No, Marsiglia è pericolosa. Ci sono troppi ratti e la vita è difficile. È lì che ho perso l’occhio e che mi hanno mozzato l’orecchio.”

Gli occhi azzurri di Pallino diventarono dei piattini da caffè: “Combattevi i ratti? Ne hai uccisi molti? Perché non mi lasci cacciare i topi che ci sono in garage?”.

Nacio sentì rientrare i loro umani e cominciò a fare le fusa, pregustando il lauto pasto che sarebbe presto arrivato. “I topolini del garage sono inoffensivi. E poi ci fanno da sentinelle contro i ratti. Non li infastidire e pensa a diventare grande”.

-o-o-o-

Qualche giorno dopo, Nacio udì un forte miagolio giungere dalla strada. Una convocazione all’assemblea generale! Si divincolò dalla presa del piccolo umano che lo stava accarezzando e ammonì Pallino di restare in casa.

Raggiunse senza problemi la cantina del palazzone dove Randagi e Casalinghi erano soliti riunirsi. L’agitazione era alle stelle. Da un lato della grande cantina, i 44 Randagi del paese discutevano con foga. Dall’altro lato se ne stavano quasi 150 Casalinghi che erano riusciti a evadere dalle case dei loro padroni e sembravano spaventati. Nacio si diresse verso la grande poltrona sfondata nell’angolo più recondito della cantina, dove Lili, che rappresentava i Casalinghi, e Zanna, capo dei Randagi, discutevano senza far caso alla confusione generale.

Zanna, un grosso gatto rosso dal pelo corto e lo sguardo deciso, agitava la coda come a sottolineare le proprie parole: “Se combattiamo tutti insieme, sicuro che vinciamo! I Randagi sono pronti alla zuffa”.

Lili lo ascoltava e scuoteva la testa. Nacio notò il lungo pelo color perla della gattina, adornato da fiocchetti rosa piazzati in punti strategici. “I Casalinghi non hanno la libertà di movimento di voialtri. Non possiamo in buona fede garantire che saremo schierati al momento opportuno. È possibile che alcuni tra noi possano essere convinti, ma la maggioranza vuole desistere”.

Nacio saltò agile sulla poltrona: “Ho l’impressione di essermi perso qualcosa...”.

Zanna lo guardò sollevato e Lili cominciò a fare le fusa non appena posò i bellissimi occhi gialli su di lui. Fu lei a prendere la parola, rivolgendogli uno sguardo timido: “Le rondini hanno avuto la cortesia di comunicarci che un enorme branco di ratti sta risalendo il fiume. Sembra che stiano facendo terribili disastri lungo tutto il percorso. Qualcosa li ha messi in fuga da Parigi e a momenti saranno qui”.

Nacio agitò l’orecchio mozzato: “L’informazione è attendibile?”.

Zanna fece un cenno affermativo: “E ci è costata cara. Due anni senza attaccare i loro nidi, maledetti uccelli. Ma le rondini sono sicure: i ratti sono molte centinaia. Dobbiamo attaccarli insieme, senza perdere tempo. È l’unico modo!”.

Nacio sentì il sangue ribollirgli nelle vene, le parole di Zanna avevano stuzzicato istinti guerrieri a lungo sommersi. Ma era venuto a Bry per stare tranquillo, non per riprendere a combattere. E poi c’era Pallino di cui prendersi cura. Un po’ controvoglia, si rivolse ai due gatti con un tono che non ammetteva repliche: “Lili ha ragione, inutile correre rischi. Chi ha una casa ci si chiuda dentro, e i Randagi raggiungano i loro rifugi. Lasciate passare il branco e il problema sarà del prossimo villaggio”.

La coda di Zanna smise di agitarsi e lui abbassò appena le orecchie, deluso. Lili guardò Nacio con gratitudine e saltò giù dalla poltrona per comunicare la decisione ai suoi, la coda alta e la testa dritta.

Sulla strada di casa, Nacio rimuginò a lungo. Era sempre stato orgoglioso del ruolo di arbitro tra Randagi e Casalinghi, una funzione che gli era stata riconosciuta in quanto unico veterano delle Guerre di Marsiglia presente in paese. Ma stavolta la sua decisione lo tormentava, un sesto senso che non aveva voluto assecondare ma che ora non lo lasciava tranquillo.

-o-o-o-

Quella notte Nacio sognò le strade di Marsiglia, le lotte continue, l’aria salmastra, l’odore pungente dei ratti. Le sue vibrisse cominciarono a fremere a mano a mano che l’odore di ratto bagnato si faceva più forte. Ma fu il soffio spaventato di Pallino che lo riportò alla realtà: “Zio! Zio!”.

Con un gesto fluido, Nacio si sgomitolò e rizzò l’orecchio buono. Dalla sua posizione sul comò, analizzò in un colpo d’occhio la situazione. Due grossi ratti avanzavano minacciosi verso Pallino, che aveva tutto il pelo dritto e soffiava disperato. Un’altra decina di ratti circondava il comò, pronti a scalarlo.

Nacio capì che era stato tradito. I topolini, forse spaventati dal branco di ratti parigini, avevano rivelato le entrate segrete della casa, invece di dare l’allarme. Si lanciò dal comò al tavolo, da lì rimbalzò sul muro e finì per atterrare al fianco di Pallino.

“Zio, ho paura!”

Nacio rassicurò il giovane felino: “Non preoccuparti. A Marsiglia erano più grossi e più cattivi”. Poi emise un brontolio basso e minaccioso dal fondo della gola. Gli occhietti malefici di dodici roditori si fissarono su di lui. Nacio socchiuse la bocca scoprendo denti affilatissimi e intanto spostava l’occhio buono da un ratto all’altro. I lunghi artigli, di solito ben nascosti, già formavano solchi nel parquet.

Il ratto più grosso si lanciò contro di lui. Nacio lo scansò appena e fece scorrere gli artigli lungo il corpo maleodorante, una ferita mortale. Senza attendere, si catapultò su un secondo ratto e gli affondò i canini nella gola. Tre roditori si avventarono su di lui e dovette torcersi e saltare per non essere morso dai loro fetidi denti giallastri. Nacio saettava da una parte all’altra del soggiorno, utilizzando i mobili per sfuggire ai roditori o per attaccarli dall’alto. Ma i ratti erano troppi e non gli davano tregua. Presto cominciò a sentire il dolore lancinante dei loro denti aguzzi che gli trafiggevano la pelle, sporcando di sangue il suo pelo grigio.

“Zioooaaawww!”

Approfittando della confusione, un ratto era riuscito ad affondare i denti nella spalla di Pallino che, ben più minuto, urlava e si dimenava impotente. Una furia profonda e incontrollabile attraversò l’occhio verde di Nacio. Il muso divenne una smorfia di puro odio. Gonfiò il pelo ed emise un ruggito degno di un Rottweiler. Impazzito di rabbia, si avventò sul roditore che aveva attaccato Pallino e lo azzannò con ferocia sul muso. I lunghi canini si piantarono negli occhietti rossi della bestia. Nacio scosse l’essere immondo fino a staccargli la testa.

Nel frattempo, gli altri ratti gli erano saltati addosso e lo stavano mordendo sulle zampe, la coda, persino l’orecchio buono. Insensibile al dolore, Nacio li fece a pezzi uno alla volta, senza sosta e senza pietà. Quando anche l’ultimo fu annientato, Nacio continuò a girare su se stesso e a ringhiare, in cerca di altri nemici. Il pelo gonfio, che lo faceva sembrare due volte più grande del normale, era coperto di sangue e nuove ferite si erano aggiunte alle antiche cicatrici.

Quando gli umani della casa, svegliati dal baccano, accesero la luce, trovarono una carneficina vomitevole e Nacio che leccava frenetico la ferita del povero Pallino.

-o-o-o-

L’odore intenso e sgradevole di prodotti chimici investì i due gatti al ritorno dalla clinica. Qualche ora prima, gli umani li avevano portati a forza dal veterinario. Nacio era troppo distratto dalle condizioni di Pallino per opporre resistenza e si era lasciato medicare senza storie. Da parte sua, Pallino si era presto ripreso dallo spavento e aveva narrato con entusiasmo agli altri animali della clinica le gesta eroiche di “mio zio Nacio”, senza tralasciare il proprio ruolo nel dare l’allarme e nel distrarre il ratto che lo aveva morso. L’imitazione dei salti e delle giravolte di Nacio era più simile a una buffa danza che a un combattimento e gli altri animali l’avevano subito preso in simpatia. Adesso, sul divano di casa, non smetteva di pavoneggiarsi e di chiedere a Nacio se la sua ferita sarebbe divenuta una fantastica cicatrice.

Nacio lo ascoltava paziente, ma gettava frequenti sguardi fuori dalla finestra, inquieto circa il destino degli altri gatti. Sapeva di essersi sbagliato: avrebbe dovuto schierarsi con i Randagi a favore di uno scontrofrontale. Voleva correre a radunare i gatti del paese, ma i suoi umani avevano sbarrato porte e finestre ed era bloccato. Era già pomeriggio quando qualcuno fu troppo lento a richiudere una porta e Nacio riuscì finalmente a sgusciare via e a lanciarsi per le strade tranquille di Bry.

Il sole basso creava riflessi colorati nel fiume e alcuni umani passeggiavano sereni nel tiepido pomeriggio, ignari. I sensi allenati di Nacio percepivano i disastri lasciati dal branco di ratti. Le tane di topini, criceti e porcospini che vivevano lungo il fiume erano state saccheggiate. I nidi degli uccelli distrutti. Alcuni gufi, animali che a quell’ora avrebbero dovuto dormire, svolazzavano agitati. Immondizia di ogni tipo circondava i cassonetti che i ratti avevano trovato aperti e da cui si erano abbuffati. Nacio vide i gusci vuoti di due tartarughe che, troppo lente a buttarsi in acqua, erano state divorate. Sentì i grugniti dei cani che tiravano impotenti le loro catene o che si appoggiavano alle staccionate che li tenevano rinchiusi. Anche loro odiavano i ratti e, come Nacio, conoscevano la verità: i ratti erano ancora a Bry. Il loro odore inconfondibile impregnava l’aria. Si nascondevano negli anfratti, nelle cantine abbandonate, nei boschetti e nelle siepi più folte. Forse per la mancanza di resistenza, avevano deciso di fermarsi e di spremere Bry fino al midollo. Un’eco della furia che lo aveva colto la notte precedente rese l’andatura di Nacio ancora più rapida. Quando raggiunse la cantina delle assemblee, solo pochi gatti erano presenti.

Zanna lo accolse con freddezza: “Quattro cuccioli di Randagi morti e sette Casalinghi feriti. Sei contento?”.

Prima che potesse rispondere, Lili intervenne in sua difesa. Aveva perso i fiocchetti e il suo pelo lungo, di solito molto curato, era tutto arruffato: “Nessuno poteva prevedere che quegli ignobili roditori avrebbero avuto l’audacia di penetrare nelle abitazioni. E la decisione l’abbiamo ponderata insieme”.

Nacio abbassò le orecchie sconsolato: “Mi sono sbagliato, inutile girarci intorno. E il peggio è che loro sono ancora qui, in attesa della notte per ricominciare a uccidere e distruggere.”

L’ammissione di colpa del veterano calmò un poco Zanna: “Cosa proponi?”.

Nacio rispose con decisione: “Dobbiamo approfittare delle ultime ore del giorno per attaccarli mentre si riposano. E nel frattempo prepararci per la battaglia di stanotte”. Zanna e Lili annuirono e Nacio continuò: “Lili, spargi la voce, voglio che tutti i Casalinghi si liberino prima del calar del sole, costi quel che costi. Falli radunare nel parco dietro l’ospedale e poi nascondetevi in posizioni elevate”. Lili spiccò un balzo e corse via, seguita da una manciata di Casalinghi.

Anche Nacio e Zanna si misero in movimento: “Tu e io andiamo a radunare i Randagi in grado di combattere. Squadre di sei, affidatevi al vostro naso e colpite i ratti isolati o in piccoli gruppi finché c’è luce. Quando fa buio e cominciano a uscire in forze, ci ritiriamo verso il cimitero”.

Nelle ore seguenti, Nacio andò a caccia. Ritrovò i suoi istinti bestiali affilati come lo erano stati a Marsiglia. Lui e cinque robusti Randagi ai suoi ordini, silenziosi e letali, fiutavano i nascondigli dei loro nemici e piombavano sui ratti addormentati con estrema violenza. La carneficina fu impressionante, ma Nacio sapeva che stavano solo intaccando una minuscola parte dell’enorme branco. Ma l’obiettivo era un altro: farli infuriare.

Nacio notò dei falchetti che volavano bassi sul fiume, rosso nella luce del tramonto, ma non ebbe tempo di interrogarsi sul loro comportamento. Quando calò l’oscurità, il branco di ratti si riversò nelle strade, solo per trovare i corpi mutilati di decine di loro simili ad aspettarli. La reazione dei roditori non si fece attendere: uno stridio sordo di denti e rabbia si sollevò dal branco, che cominciò a cercare un bersaglio contro cui scatenare la propria furia. Nacio era lì per fornirglielo. Saltò di auto in auto, un grasso ratto moribondo in bocca, e si portò al centro del gruppo di ratti che si gonfiava di minuto in minuto. Fece cadere senza cerimonie il ratto sul tetto dell’auto sulla quale si trovava: “Ehi schifosi molluschi, cercate qualcuno?”. Con noncuranza affondò gli artigli nel dorso del ratto, che squittì disperato, prima di dargli il colpo di grazia. Poi si lanciò verso il cimitero. I ratti, folli di rabbia, si precipitarono all’inseguimento. A ogni strada che attraversavano, il branco si infoltiva. Al cimitero, i Randagi lì radunati attaccarono l’avanguardia dei ratti, regalando qualche prezioso minuto di respiro a Nacio. Poi, tutti insieme, si diressero a gran velocità verso il parco dell’ospedale.

Nacio e i Randagi attraversarono di corsa la periferia del parco buio. Sembrava deserto, solo un gufo dai grandi occhi gialli pareva far da sentinella. Il silenzio fu presto violato dall’intenso stridio di centinaia di ratti che si riversavano tra le aiuole curate e i sentieri battuti. Il dubbio che i Casalinghi li avessero abbandonati attanagliò per un momento il cuore di Nacio. Nonostante ciò, raggiunto il centro del parco, si costrinse a girarsi di scatto verso gli inseguitori e a gridare: “All’attaccoooo!”.

Per una frazione di secondo non successe nulla. Poi, con terribili miagolii di battaglia, centinaia di gatti cominciarono a piovere da rami e lampioni sulla massa multiforme di roditori. I primi a essere colpiti morirono sul colpo, sotto il peso e gli artigli dei Casalinghi in caduta libera. Gli altri andarono subito in panico e l’onda di occhietti rossi e denti gialli si infranse contro la linea formata dai Randagi, che fino a un momento prima sembravano spacciati. La lotta fu feroce. Dopo la confusione iniziale, la superiorità numerica dei ratti cominciò a farsi sentire e i gatti iniziarono a essere sopraffatti. Sotto la guida di Nacio, i più malmessi cominciarono a ritirarsi per leccarsi le ferite, coperti dai compagni. Due Randagi furono sommersi dai ratti e non si rialzarono. Nacio stava cominciando a temere il peggio, quando un nuovo suono riempì la notte. Centinaia di ali agitavano l’aria e innumerevoli falchetti e gufi cominciarono a strappare ratti dal terreno, uccidendoli con becchi e artigli o facendoli precipitare dall’alto. Una seconda ondata di panico prese possesso dei roditori. I gatti ne approfittarono per riorganizzarsi e attaccare con nuove energie. Per i ratti non ci fu più scampo. Decimati e confusi, iniziarono a scappare via. Nacio dette ordine di non inseguirli e presto la battaglia fu finita. Il branco non esisteva più.

-o-o-o-

“Zio, ma come hai fatto a far arrivare gli uccelli?” Pallino pendeva dalle labbra di Nacio. Dopo una piccola scenata per non essere stato reso partecipe dell’incredibile “Vendetta di Bry”, come la battaglia era ormai conosciuta, aveva preteso un resoconto dettagliato. E adesso lo stava interrogando sui particolari.

Steso al sole nel suo punto preferito, Nacio sollevava la coda e la lasciava ricadere pigramente, l’occhio socchiuso: “È stata una sorpresa anche per me. Pare che avessero un conto in sospeso con i ratti, che avevano distrutto molti dei loro nidi. Quando ci hanno visto in azione nel pomeriggio, si sono radunati nelle campagne circostanti. Sono arrivati giusto in tempo”.

Pallino dava grandi artigliate nel vuoto, immaginando di essere al centro della battaglia: “Ma tanto, i gatti ce l’avrebbero fatta anche da soli! Siamo troppo forti!”.

Nacio aveva i suoi dubbi, ma lasciò correre. Invece disse: “Ho deciso di partire”. Pallino lo guardò senza capire.

Nacio lanciò uno sguardo fuori dalla finestra. Lili era lì fuori che lo aspettava. Dopo la battaglia, ancora sporchi di terra e sangue, si erano guardati negli occhi e avevano riconosciuto la stessa eccitazione. Lo spirito selvaggio di Nacio, assopito per cinque lunghi anni, aveva ripreso il sopravvento. Lili, nata e cresciuta come una Casalinga, scopriva per la prima volta i propri istinti ancestrali e, agli occhi di Nacio, era chiaro che non avrebbe potuto più ignorarli. Si erano dati appuntamento per il giorno dopo.

“Esci di nuovo?” chiese Pallino.

“Sì, ma questa volta non tornerò. Per lo meno, non prima che tu sia grande.”

Le orecchie di Pallino si appiattirono e un miagolio triste scappò dalla piccola gola: “Portami con te, zio! Voglio essere un guerriero come te! Posso imparare!”.

Nacio sapeva che la cosa giusta da fare era lasciarlo al sicuro con i suoi umani. Che vivere in strada era duro e pericoloso. Spiegò a Pallino tutto questo, con dolcezza e pazienza. Ma il gattino, invece di desistere, divenne sempre più convinto.

Alla fine Nacio decise di seguire l’istinto, e non la ragione: “D’accordo Pallino. Possiamo rimanere e avere una vita facile con i nostri umani. Ma facile non sempre vuol dire felice. Siamo gatti e siamo nati per la vita selvaggia. Per la caccia, le corse, i salti, le notti stellate. Sei sicuro di voler lasciare tutto quello che abbiamo?”.

Qualche minuto dopo, in strada, Lili li salutò con entusiasmo. I tre gatti, con passo sicuro e la testa alta, si incamminarono lungo il fiume. Non verso Parigi, ma verso le campagne e l’ignoto.

Nei giorni seguenti, rondini e falchetti raccontarono in lungo e in largo la storia dei gatti di Bry che guidati da Nacio-un-occhio, Lili La Bella e Zanna il Rosso avevano distrutto i ratti di Parigi. Ma raccontarono anche di tre gatti che avevano lasciato le proprie case per perdersi nel tramonto. Per tornare a essere se stessi. Liberi e selvaggi.
Ultima modifica di Dash J. Benton il sabato 3 giugno 2023, 12:04, modificato 1 volta in totale.



Dash J. Benton
Messaggi: 76

Re: La vendetta di Bry

Messaggio#2 » domenica 28 maggio 2023, 23:44

Buonasera!
Punto a tutti i bonus.
Alla fine la scadenza é oggi o il 4 giugno? Dal post non é chiaro (anche la seconda data é sbarrata).
Ciao

starla
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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#3 » giovedì 8 giugno 2023, 18:11

Ciao Dash,
Complimenti per il racconto, l’ho trovato molto spassoso.
È ben progettato e c’è un intero arco di trasformazione che dimostra alla perfezione il tema Born to be wild e dà quel soddisfacente senso di compiutezza al brano.
Il ritmo è equilibrato tra scene emotivamente intense e altre più tranquille e la prosa è ricca di dettagli concreti.
Davvero un concentrato di regole ben applicate!
Hai dato più spazio all’emotività che all’originalità, ma la scelta secondo me è vincente. Io sono una lettrice heart quindi se non mi dai emozioni storco il naso…

Ti indico alcuni punti su cui puoi migliorare il brano:

- il fatto che Nacio e il cucciolo siano gatti diventa esplicito solo nel terzo paragrafo. Ti suggerisco di inserire l’informazione subito all’inizio, perché per tutto il tempo ho avuto il dubbio che potessero essere anche dei cani. Meglio fugare ogni dubbio e lasciare che il film mentale del lettore parta in modo corretto.
- Anche l’informazione che Nacio riveste la carica di Arbitro tra Randagi e Casalinghi, secondo me, è da dare prima, perché appare strano che lui arrivi alla riunione e decida il da farsi per tutti in due e due quattro.
- ci sono delle parti in cui sono inserite delle informazioni in più e costituiscono infodump. È chiara la presenza di un narratore che spiega le scene e riempie il gap informativo per il lettore.
- In un racconto così breve, lo stile raccontato da un narratore esterno ci sta, ma sarebbe stato anche molto interessante un punto di vista interno a Nacio che ci mostrasse cosa significhi essere un gatto guerriero e libero. Probabilmente, optando per questo approccio, avresti anche guadagnato il 5% di originalità.
- Le battute di dialogo di Lili mi suonano troppo ricercate. Ok che sono caratterizzanti di un personaggio più sofisticato, ma possono essere fosse snellite e rese più eleganti.
- Gli occhi che diventano come piattini da caffè non mi ha fatto impazzire perché mostra proprio il punto di vista di un narratore umano. Un gatto avrebbe forse trovato un altro paragone.

È tutto, spero di essere stata di aiuto.

Dash J. Benton
Messaggi: 76

Re: La vendetta di Bry

Messaggio#4 » giovedì 8 giugno 2023, 21:07

Grazie Elisa per i tuoi commenti, utili e interessanti!
Ne terrò conto sicuramente se dovessi arrivare in semifinale e avere la possibilità di fare modifiche!
Buona sfida!!

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Pretorian
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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#5 » venerdì 9 giugno 2023, 0:54

Ciao, Nash e piacere di leggerti.
Questo racconto mi ha strappato un sorriso. Ha quella seriosa semplicità dei racconti per bambini e mi ha ricordato storie come quella de la "Gabbianella e il Gatto". A livello di storia, funziona abbastanza bene: il gatto Nacio torna alla sua furia per combattere un'invasione di ratti e finisce con lo scoprire che gli manca il suo passato da "guerriero". A livello di storia, forse avrei approfondito maggiormente il finale e avrei chiarito perché i gatti affrontino i ratti al cimitero. Poi, gusto mio, però l'intervento degli uccelli nel finale è DAVVERO troppo simile all'intervento delle aquile nel Signore degli Anelli. A livello di stile, c'è ancora una certa prevalenza di narrato rispetto al mostrato, con il narratore che interviene abbastanza spesso per dare indicazioni temporali che dovrebbero essere insite nella loro susseguenza, mentre altre parti sono chiaramente un tuo intervento nel testo, cosa che rompe la finzione narrativa.
Una buona prova, sicuramente, ma migliorabile.

Alla prossima!

Dash J. Benton
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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#6 » sabato 10 giugno 2023, 20:42

Grazie Pretorian per il commento e i suggerimenti.

Mappa di Bry sur Marne alla mano, il cimitero é a metà strada tra il parco dell’Ospedale, dove avviene la battaglia finale, e il fiume (la casa di Nacio é dalle parti del fiume, come si intuisce). Non c’è un’altra ragione specifica e conseguentemente si tratta forse di un dettaglio innecesario allo svolgimento della storia.

Per quanto riguarda le aquile del signore degli anelli, é stato un richiamo involontario. Forse mi era rimasto qualcosa di quella scena (che peraltro non ricordo) in qualche angolo del cervello, dopo aver visto il film molti anni fa. In ogni caso in una “guerra di animali” é inevitabile che gli uccelli facciano da aviazione.

Mi potresti aiutare con degli esempi di mio intervento nel testo? É un aspetto che mi crea molte difficoltà ed avere degli esempi concreti mi aiuterebbe enormemente a correggere il mio stile in futuro.

Grazie!

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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#7 » lunedì 12 giugno 2023, 21:58

Ciao Dash,
ho letto i commenti che ti hanno fatto prima di me e mi accodo. Ho apprezzato la tua storia e i tuoi personaggi. La seriosa semplicità di cui parla Pretorian mi ha permesso di provare una piacevole sensazione nel muovermi in una narrazione che mi dà sicurezza, poichè la conosco e scevra da colpi di scena, che però non manca di un afflato poetico che apprezzo sempre molto. Questo è il suo punto di forza e il suo principale difetto. Mi spiego, la lettura è veramente gradevole, ma rimaniamo in una comfort zone. Questo rende il racconto piacevole, ma spesso leggo anche per essere scossa, spostata, sorpresa. Per questo ti dico che il tuo pezzo mi è piaciuto, ma non mi ha preso del tutto. Concordo con Pretorian anche sul troppo narrato. Non lo bandisco per nulla, ma in questo caso ritengo che maggior mostrato avrebbe giovato al ritmo narrativo.
Direi che i temi e i bonus ci sono tutti e anche ben messi.
Mi state già mettendo in difficoltà per la classifica.
Ahia.
A rileggerci,
Elisa

Dash J. Benton
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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#8 » martedì 13 giugno 2023, 11:12

Grazie Elisa per i commenti e i suggerimenti.
Come nel caso di Pretorian, ti confesso che mi sarebbe molto utile avere degli esempi dove avrei potuto sostituire il narrato con il mostrato, mi aiuterebbe molto per il futuro!
Grazie!

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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#9 » giovedì 15 giugno 2023, 15:03

Hai ragione! Scusa se sono molto di corsa, in questi giorni. Appena ho un momento ti faccio un esempio!
A presto,
Elisa

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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#10 » domenica 18 giugno 2023, 13:27

"Quella notte Nacio sognò le strade di Marsiglia, le lotte continue, l’aria salmastra, l’odore pungente dei ratti. Le sue vibrisse cominciarono a fremere a mano a mano che l’odore di ratto bagnato si faceva più forte. Ma fu il soffio spaventato di Pallino che lo riportò alla realtà: “Zio! Zio!”."

Per esempio, in questo passaggio, a mio avviso, avresti potuto calare direttamente il lettore nel sogno, così da rendere ancora più immersiva la sua esperienza.
"L'odore pungente dei ratti invadeva l'aria salmastra di Marsiglia, mentre due gatti si azzuffavano (...) "Zio!Zio!"Il soffio spaventato di Pallino risvegliò Nacio dai suoi sogni marsigliesi."
Te l'ho scritta molto male, ma spero si capisca cosa intendo.
Peraltro ho preso un pezzo dove non stava nemmeno male il raccontato, ma proprio a titolo esemplificativo.

Dash J. Benton
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Re: La vendetta di Bry

Messaggio#11 » domenica 18 giugno 2023, 15:36

Grazie!!

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