Coriandoli

[alexandra.fischer]

Coriandoli
Di Alexandra Fischer
Il cielo è solcato di nubi multicolori.
Ci sono persone che lo guardano distratte, mentre vanno a lavorare.
Due bambini se lo indicano fra loro.
− Guarda, Gianni. Il cielo è colorato.
Gianni si sistema meglio lo zaino in spalla. – Sarà l’arcobaleno, Mara.
Mara sbuffa e non solo per il trolley pieno di libri. – Ma no, guarda, lo sono anche le nuvole.
Gianni guarda il cielo ancora una volta. – Mi sa che hai ragione. Chissà come mai.
Mara gli chiede: − Per te è una cosa bella o brutta?
Gianni scuote la testa: − Non so. Certo, se potessimo saltare il compito in classe di matematica sarebbe meglio. Ieri non ho ripassato.
Mara gli domanda: − E perché?
Gianni replica: − C’è stato il compleanno di Piero e abbiamo fatto festa. Stelle filanti, coriandoli, salatini e dolci a non finire.
A Mara Piero è antipatico. Come capoclasse fa la spia ai professori.
− Contento tu – gli dice. – Mi sa che dovrò passarti il compito.
− Sperando che Piero non ti sgami – è la replica di Gianni.
Mara gli sorride: − Su, andrà bene.
Piero la vede sfregarsi le mani guantate.
È febbraio e fa molto freddo, malgrado ci sia il sole.
I passanti hanno tutti fretta.
Solo loro due camminano con calma.
I colori del cielo diventano sgargianti come la tavolozza di un pittore.
Poi passano al fluorescente.
Mara abbassa la testa.
Anche Gianni lo fa.
Si sentono delle grida nelle vicinanze della scuola.
Il bidello è fuori dall’edificio ottocentesco. – Ragazzi, tornate a casa.
I professori sono radunati accanto alle scale.
Quello di matematica pesta i piedi: − Eh, no. Io devo far fare il compito in classe. C’è gente che deve recuperare delle insufficienze.
La collega di italiano lo riprende: − Ma non vedi che cielo?
Il professore di matematica dice: − Non è nulla. Solo un po’ di colore.
I ragazzi sono indecisi.
Qualcuno di loro ha deciso di tornare a casa e lo fa di soppiatto, perché la preside è nelle vicinanze.
I colori del cielo sono diventati di una sfumatura cupa.
Il professore di matematica vede Gianni e Mara. – In classe, forza.
Il bidello interviene: − Ma con questo cielo?
Lampi scarlatti escono dalle nubi e si sente un boato.
Tutti fuggono.
Il professore di matematica, in piedi davanti al portone grida: − Ma è solo un temporale un po’ diverso dal solito.
Gianni e Mara, rimasti al suo fianco, gli indicano il cielo.
Stanno piovendo gocce scure.
E compaiono velivoli mai visti prima, a elissi.
Mara si azzarda: − Professore, forse dovremmo rimandare quel compito. Guardi quelle persone laggiù.
Alcuni coni di luce si posano sugli studenti, i professori e il bidello, ma non solo.
Ci sono anche i passanti.
Un’anziana signora con un cagnolino al guinzaglio, un paio di impiegati con la cartella portadocumenti.
Vengono risucchiati dai coni.
Il professore di matematica suda freddo quando vede un cono puntare su di lui. – Ehi, ma viene da quella specie di astronave.
Gianni interviene. – Forse dopotutto saremo più sicuri in classe.
Il professore sogghigna: − Certo, Mariotti. E dovrai riparare la tua insufficienza.
Prima che possa tornare indietro, però, il professore viene risucchiato dal cono.
Vede la città rimpicciolirsi.
Poi, si ritrova con Gianni e Mara all’interno di uno dei velivoli.
Ci sono apparecchiature computerizzate e una voce dal timbro metallico li saluta: − Volevamo conoscervi. Da noi c’è stata la fine del mondo. C’è posto qui da voi?
Il professore si passò un fazzoletto sul volto. – Credo di sì.
Mara interviene: − Chi siete? Fatevi vedere.
La voce replica: − Assumeremo il vostro aspetto per non spaventarvi. La guerra ci ha conciati male.
Gianni vede comparire una versione di Piero con indosso una tuta color alluminio.
Grida.
Mara lo strattona per la manica: − Coraggio. Si tratta di una somiglianza.
Il piccolo alieno annuisce: − Esatto. Non hai nulla da temere.
Il professore di matematica lo guarda: − Hai visto un ragazzino come loro due?
Il piccolo alieno annuisce. – Sì. Vuole vederlo? Ora dorme.
Il professore scuote la testa.

[antico]

Ciao Alexandra e benvenuta in questa Undicesima Era! Sempre la più veloce! Parametri tutti rispettati, buona GIULIANO CANNOLETTA EDITION!

[alexandra.fischer]

Ciao, Antico, grazie. Sei molto gentile.

[Andrea76]

Ciao Alexandra, ho notato un'inversione di stile rispetto a quanto ci hai abituato. In questo racconto c'è un largo uso della paratassi e hai ridotto al minimo le descrizioni concentrandoti sui dialoghi e sui fatti. E' un cambiamento che non mi è dispiaciuto. Ho percepito un problema riguardante il focus sui personaggi. Manca secondo me un vero e proprio protagonista, anche perché il pov risulta ballerino, visto che la prospettiva salta da Mara a Gianni passando per il prof di matematica. E non sono riuscito fino in fondo a capire il senso della riga finale, ovvero la perplessità del prof rispetto all'esistenza del clone di un determinato ragazzino. Detto questo, il tuo racconto mi ha affascinato al di là delle presunte regole stilistiche, è lineare ma allo stesso tempo avvincente. Mi è piaciuto come hai capovolto la prospettiva della storia: sembra la fine del NOSTRO mondo, e invece è la fine di un ALTRO mondo che ha costretto i suoi abitanti a scappare e a invadere la Terra. Se questo significherà la fine dell'umanità, è un dubbio che lasci all'inquietudine del lettore.

[alexandra.fischer]

Ciao, Andrea, grazie del commento. Scusa per il Punto di Vista ballerino. Lo stupore del professore avrei dovuto renderlo meglio, mi rincresce. Sono contenta che la storia, nel suo complesso, ti sia piaciuta.

[gioco]

L'idea degli alieni il cui mondo e' andato distrutto che vengono sulla Terra per chiedere timidamente "scusate c'e' posto?" e' molto carina, un buon modo per uscire dai soliti cliche'. Ma non e' ben chiaro pero' perche' debbano rapire delle persone a caso, ragazzini e vecchiette inclusi, per farlo. E soprattutto non ho capito il significato dell'ultima domanda del professore. Se come sembra logico si riferisce al suo allievo Piero, anche lui rapito e usato come modello per l'immagine da assumere/proiettare, suona strano che il professore dica "un ragazzino come loro due".

[alexandra.fischer]

Ciao, gioco, grazie dell'appunto sulla frase finale. Ne farò tesoro. Per il resto, sono contenta che la storia ti sia piaciuta. I rapimenti accadono perché gli alieni vogliono mischiarsi agli umani.

[Fagiolo17]

Ciao Alexandra e piacere di averti letto.
parto da ciò che non mi è piaciuto: il punto di vista che passa da una testa all'altra, onnisciente ma non troppo, non mi ha fatto impazzire. capisco la voglia di mostrare i pensieri di tutti e tre i personaggi in scena, ma così mi ha reso il tutto un po' confuso. anche il finale con il clone del bambino un po' rompib, non l'ho capito del tutto. però questo probabilmente è un limite mio.
invece mi è piaciuta molto l'idea della fine del mondo, ma non il nostro. bene o male ho visto gestire da tutti la fine del nostro mondo, quindi questa idea semplice ma inaspettata mi è proprio piaciuta!
in bocca al lupo per la questa edizione.

[BruceLagogrigio]

In terza persona. tempo verbale presente. Ambientazione: Attuale/Fantascientifica. Strada / Ingresso scuola / Astronave aliena.

Ciao Alexandra un vero piacere rileggerti!
Un racconto etereo, che gioca sul punto di vista di due ragazzini che parlano dei loro problemi scolastici la cui giornata viene stravolto da un evento all'apparenza catastrofico che sembra spaventare più gli adulti di loro. Sul finale l’attenzione si sposta invece sul professore di matematica che passa dall'indifferente al terrorizzato.
Ci sono degli alieni anomali che colorano il cielo e rapiscono persone solo per conoscerle meglio e chiedere il permesso di trasferirsi sulla loro terra.
Mi è piaciuto come sei riuscita a rendere il tema del contest in modo diverso dagli altri. Mentre la maggior parte dei racconti ha puntato sulla fine della nostra terra tu l’hai risparmiata restando comunque in tema. Traspare quindi una visione ottimistica. Come il fatto che gli alieni non siano in vena di conquiste e distruzione come nella maggior parte delle volte.

Nota negativa:
Non ho apprezzato il fatto che all'inizio nel dialogo citassi sempre chi parlava. Specialmente il gli domandò e il replicò che mi danno l’idea di uno stile un po’ vetusto. Nei botta e risposta a due tralascerei di specificare costantemente il soggetto parlante a meno di aggiungere sensazioni o dettagli utili. Tenendo oltretutto conto del limite dei caratteri.
Ah e non mi sono piaciuti i vari poi.

Finale: Ho cercato nel testo un suggerimento per spiegarmi la frase finale del professore di matematica, ma non sono convinto. Ho pensato inizialmente a Pietro (che si ricollegherebbe alla sua festa di compleanno) ma magari intendeva il proprio figlio, che però non vuole vedere. O forse lo vuole solo lasciare dormire. Quasi che tutto sia un sogno del bambino stesso.

Nota stilistica:
Le frasi sono sempre molto brevi.
Telegrafiche.
Una sotto l’altra.
Come rapide pennellate.
Come coriandoli colorati che cadono dal cielo.

Bruce.

[Gaia Peruzzo]

Ciao Alexandra. Il tuo racconto mi ha sorpreso, però non mi ha convinto. Non mi aspettavo tutta la parte con gli alieni e il ribaltamento in quel modo della situazione. A gusto personale però ho trovato il susseguirsi dei dialoghi e delle azioni troppo veloce e frettoloso, succede molto e tanto in fretta. Non sono riuscita a entrare in sintonia con i personaggi e mi è sembrato quasi di leggere la scenografia per una recita. Lo avrei scritto in modo diverso e magari posando l'attenzione sullo scambio con gli alieni. Facendolo partire da lì, perché è la parte più interessante! Dando così modo di capire che cosa è successo al loro mondo, e perché devono prendere le sembianze degli umani, e che cosa succede agli umani dopo. Insomma mi sarebbe piaciuto leggere di più di questo punto, che dei battibecchi e problemi tra gli alunni.
In bocca al lupo per la gara!

[alexandra.fischer]

Ciao Fagliolo17, scusa per la gestione del punto di vista e del finale. Sono lieta che la storia, nel suo complesso ti sia piaciuta.

[alexandra.fischer]

Ciao, Bruce, farò tesoro dei tuoi suggerimenti a livello tecnico. Sono contenta che la storia nel suo complesso ti sia piaciuta.

[alexandra.fischer]

Ciao, Gaia, scusa, la storia mi è uscita così. Vedrò di far meglio la prossima volta. Grazie del consiglio sulla gestione del punto di vista degli alieni.

[Marco Travaglini]

Ciao Alexandra, ben ritrovata.
Nel tuo racconto ho notato un uso eccessivo e superfluo dei dialogue tag nella prima parte, dove era ovvio che a parlare fossero di volta in volta Gianni e Mara, anche se nelle prime due o tre battute eri partita benissimo con dei beat appropriati.
I personaggi non mi hanno preso molto, ho trovato i due bambini un po' sovrapponibili e il professore, che si accanisce a voler interrogare in situazioni estreme, poco verosimile. La descrizione del cielo fatta in maniera continua ma senza mai nominare un colore non riesce a farmi capire quale tipo di cielo tu stia dipingendo, e solo con il "lampo scarlatto" mi arriva una vera pennellata.
Invece mi è molto piaciuta l'idea del mondo degli alieni che è finito e ho trovato in questo tuo ribaltone un bellissimo plot twist che si intreccia in maniera molto originale con il tema.
Buona gara

[Dario17]

Lo trovo un raccontino particolarmente adatto per l'infanzia, non so perchè.
Quella leggerezza della prima parte tra due studentelli (che io ho immaginato tra le elementari e le medie per come parlano) che mentre parlano dei fatterelli loro notano il cielo strano...mi ha trasmesso belle cose, ha saziato la mia fame da lettore in un modo che francamente non saprei descrivere se non come "vivido".
Ho sorriso di gusto quando il cono acchiappone punta sul prof di matematica e Gianni con assoluta nonchalance ingiustificata dice "magari è meglio ripararsi, eh?".
Finale un po' così così.
Anch'io ho notato un inversione di tendenza rispetto al tuo stile solito sebbene rimanga fedele all'onnisciente. Mi piace.

[Gaia Peruzzo]

Ciao, Gaia, scusa, la storia mi è uscita così. Vedrò di far meglio la prossima volta. Grazie del consiglio sulla gestione del punto di vista degli alieni.

Ehi, anche se è stato il racconto che mi ha convinto di meno del gruppo, sappi che penso che tu abbia tantissima fantasia e lo dimostra moltissimo la parte finale!

[alexandra.fischer]

Ciao, Gaia, grazie. Sei molto gentile.

[AndreaCrevola]

Ciao Alessandra, piacere di averti letto.
In tutta franchezza, il racconto non mi ha particolarmente entusiasmato. Secondo me ci sono problemi nella gestione del punto di vista e, nello stile, m’è parso un po’ troppo meccanico, con troppi “dice”, “replica” e altre espressioni simili. Avrei tenuto l’attenzione sui due bambini (inizi con loro e poi nella seconda parte li abbandoni a favore del punto di vista del professore). Anche il finale è poco chiaro.

[Mario Mazzafoglie]

CORIANDOLI - Alexandra Fisher

Ciao Alezandra, un piacere leggerti.
Il tuo è un buon racconto, che sa dove vuole andare e ci arriva gradualmente senza intoppi.
Quello che ho gradito meno è stato il continuo rimbalzo di chi parla.
Esempio:
Gianni dice "..."
Mara replica "..."
Gianni risponde "..."
Mara etc...
A mio avviso, con una costruzione migliore di queste microazioni prima dei dialoghi (beat) avresti ottenuto una scrittura più fluida e meno inceppata, ottenendo lo stesso risultato ma con una scorrevolezza migliore.
Alla prossima, buona edition.

[alexandra.fischer]

Ciao, Marco, scusa per gli errori. Vedrò di far meglio la prossima volta.

[alexandra.fischer]

Ciao, Andrea, mi dispiace. Dovrò stare più attenta.

[alexandra.fischer]

Ciao, Mario, vedrò di fare più attenzione a quei particolari. Sono contenta che la storia nel complesso ti sia piaciuta.

[FilippoR]

Ciao Alexandra,
come appunti negativi nella prima parte ci sono tante ripetizioni dei nomi che mi hanno un po' pesato, il pov è un po' ballerino e mi sono perso alla fine per il ragazzino.
Però dopo le note negative... Pensavo fosse uno slice of life e invece mi hai sorpreso, più volte, credevo fosse un'invasione aliena con la fine del nostro mondo e invece quelli in fuga dalla fine del (loro) mondo erano proprio gli alieni.
Racconto piacevole al netto dei punti negativi che ne hanno un po' inficiato la lettura.

[alexandra.fischer]

Ciao, Filippo, perdonami per gli errori. Sono contenta che la storia, nel complesso ti sia risultata gradita.

[L'inquisitore]

Ciao Alexandra! Da tanto non ti commentavo. Il racconto con un punto di vista esterno limitato ci mostra Mara e Gianni che sperano di saltare un compito in classe tenacemente voluto da un professore ottuso che non si accorge di un attacco alieno in atto. I tre vengono risucchiati e scoprono che i visitatori hanno bisogno di spazio perché il loro mondo è finito a causa di una guerra. La fine del mondo, insomma, ma non quello che ci aspettiamo a inizio racconto. Infine una chiusura con una nuova aspettativa: il professore è in cerca di qualcuno? Forse un figlio o un altro alunno che deve recuperare il compito in classe? Al lettore immaginarlo.
Tecnicamente concordo con chi ha trovato eccessivo l'uso di verbi dichiarativi.
Un pollice ni per questo racconto del terzo tipo!
Alla prossima!

[alexandra.fischer]

Ciao, Inquisitore, vedrò di far meglio la prossima volta.

[GiulianoCannoletta]

Ciao Alexandra, sempre un piacere leggerti.
Il tuo racconto mi ha sorpreso, pensavo a un'apocalisse causata dagli alieni, e invece sono loro ad averla subita. Molto carino quel “C'è posto qui da voi?”
Secondo me potresti migliorarlo inserendo più azioni dei personaggi al posto dei verbi dichiarativi che usi per introdurre i dialoghi.
A rileggerci presto!