Gironi infernali moderni

Appuntamento fissato per lunedì 20 novembre 2023 alle ore 21.00 con un tema di Jack Sensolini e Luca Mazza!
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Shanghai Kid
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Gironi infernali moderni

Messaggio#1 » lunedì 20 novembre 2023, 23:43

Gironi infernali moderni

Quando mi sono schiantato con la Jaguar non mi aspettavo di certo questo.
“Guarda figliolo che senza l’umiltà, prima o poi, la paghi cara! L’umiltà è la più grande virtù, anche e soprattutto per noi ricchi… La vanità è il peccato peggiore, quello di cui si è macchiato Lucifero! Dammi retta: impara a essere umile, che a stare in alto si fa in fretta, ma a scivolare in basso è un attimo”. La voce di quello stronzo di mio nonno mi gracchia in testa profetica.
“La vanità è decisamente il mio peccato preferito”, gli rispondevo io con un sorriso da fare invidia a quello di Al Pacino alla fine de L’avvocato del diavolo. Ed eccomi qua: ti devo dare ragione, vecchio. Altrimenti non si spiega come mi sono meritato questo girone infernale.

Una puzza acre, di sudore e bruciato mi circonda. Siamo tutti ammassati. C’è un casino che la metà basta. Perchè ho premuto su quel maledetto acceleratore? Ce n'è di tutti i colori, di tutte le età, nessuna distinzione, se non che secondo me qui una Jaguar non l’hanno mai vista neanche col binocolo.
Un bambino che c’avrà due mesi piange come se lo stessero scuoiando vivo.
“Quivi sospiri, pianti e alti guai”, ci mancava la voce nasale del Pietrangeli. Non la sento dal liceo, ma mi rimbomba in testa come un monito che rimpolpa le raccomandazioni di quel vecchio stronzo di mio nonno.
Un magrebino urla qualcosa a qualcuno dietro di me, sembra incazzato.
“Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira”, me lo ricordo ancora a memoria il terzo canto dell’Inferno, manco a farlo apposta.

La pazzia deve essere uno degli apici della pena. Insieme al puzzo di sudicio, di freni bruciati, di vecchio. Insieme a questa sinfonia scomposta di dialetti, lingue, rabbie, sofferenze. Insieme a questo caldo insopportabile. Insieme alla dilatazione di questo tempo ormai eterno e ineluttabile.
Tutti fremono. Tutti attendono che la fine della corsa li spinga nelle braccia delle loro condanne, quelle che si sono scelti con le scelleratezze della loro vita.

Guardo oltre le teste degli altri condannati. Lancio lo sguardo oltre i corpi che si deformano sgraziati in posture scomposte, incastrati gli uni negli altri. Guardo oltre e non c’è un solo punto di riferimento. Immagini confuse scorrono veloci e quasi impercettibili nel buio che ci avvolge.
Chi se lo immaginava un inferno simile? Quando hai il culo sulla pelle del sedile di una Jaguar F-Type r-dynamic non ci pensi che possa essere così. Non ci pensi proprio.

La tasca del trench di Burberry si fa leggera in una frazione di secondo. Ci infilo la mano dentro. “Il portafogli!”, grido cercando di sovrastare il baccano infernale. “Fermatelo! Mi ha rubato il portafogli!”. Tiro una spallata a una signora che mi impreca addosso in dialetto emiliano. Potevo starci attento. Qui ci sono per forza i ladri, penso mentre mi faccio spazio a forza in quell’ammasso umano informe. “Qualcuno mi aiuta? Fermatelo!”, tiro le corde vocali che quasi mi si spezza la gola. Abbandono il caldo tropicale e mi accoglie un gelo glaciale.
Dove cazzo è andato quel farabutto? Salgo e scendo, attraverso le fiamme e il ghiaccio. Inciampo. Qualcuno mi chiede cosa succede. Lo spiego mentre avanzo. Inciampo di nuovo.
“E dove è andato?”, mi chiedono le anime più pie. “Non lo so, non ho visto. Dove siamo?”, mi fermo. Ho il respiro affannoso, la camicia bagnata e mi sento totalmente disorientato. Mi guardo intorno. Nulla è cambiato da prima del furto. Nuovi dannati intorno a me. Stesso sguardo vuoto, vitreo. Stesse urla, stessi affanni. Stessi incastri di arti e ingombri.
Non so più quanto tempo è passato. Non so dove sono. Non so dove sia quel bastardo di un ladro. Tanto il portafogli non mi serve, ma c’ho dentro il santino di Padre Pio che mi ha dato la nonna anni fa. Il mio ultimo portafortuna. L’ultimo ricordo della nonna.
La gola mi si stringe in una morsa che sa di ruggine.
Inghiotto catarro e lacrime.


Se solo avessi ancora la mia Jaguar. Se solo non avessi premuto su quell' acceleratore. Se solo non mi fossi schiantato…

Una voce mefistofelica dal timbro metallico si espande all’improvviso nell’etere: “Informiamo i signori viaggiatori che questo treno arriverà a destinazione con 55 minuti di ritardo a causa di un guasto. Ci scusiamo per il disagio”.

Ma cosa cazzo ho fatto per meritarmi Trenitalia?



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antico
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#2 » lunedì 20 novembre 2023, 23:48

Elisa, buonasera! Parametri tutti ok, divertiti in questa IGNORANZA EROICA EDITION!

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Daniele
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#3 » martedì 21 novembre 2023, 16:53

Ciao Elisa, piacere di rileggerti.
Non è la prima volta che ti leggo e a memoria non ricordo un tuo racconto che mi abbia mai deluso, e con questo ti confermi in striscia positiva.
Racconto ben scritto a livello stilistico, simpatico, leggero, frizzante ma al tempo stesso significativo e quando questi elementi riescono a convivere la storia mi conquista. Il finale con Trenitalia utilizzata nella legge del contrappasso è una chiusura brillante e divertente.
Non ho molto altro da dire a parte il farti i miei complimenti, sei tra gli autori che leggo più volentieri qui su Minuti Contati. Continua così. Racconto da alta classifica.
Alla prossima!

Ragazzo
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#4 » mercoledì 22 novembre 2023, 8:06

Bello, scritto bene. Ma la fine mi ha lasciato interdetto. Parrebbe che in realtà lui non sia morto e che si trovi solo su un treno incasinato di gente. Ma se così fosse non si spiegherebbero certe descrizioni che fai all'inizio, pose innaturali, ammassati, al buio. Non può essere la realtà di un treno, per quanto incasinata. Ma dall'altra parte, se si trova davvero all'inferno, che c'entra Trenitalia? Lo stanno usando per portare le anime all'inferno, ironizzando sul ritardo dei nostri treni?

srcm
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#5 » mercoledì 22 novembre 2023, 16:29

Ho riletto il racconto due volte per afferrarne il senso e credo di aver capito quindi che ci troviamo a tutti gli effetti all'interno di un treno fin dall'inizio e che questo possa essere sia un treno metaforicamente infernale sia un treno effettivamente infernale. Apprezzo le chiavi narrative non univoche per cui non criticherò questa scelta.

Per quanto riguarda però la costruzione dell'ambiente in cui si muove il protagonista, penso che mi avrebbe aiutato a entrare nella storia trovare disseminati qua e là indizi che facessero intuire di trovarmi all'interno di un treno: porte scorrevoli che si aprono, gabinetti, personale in divisa, ecc.
Non credo che danneggerebbe la il colpo di scena con punchline finale perché in fin dei conti questi indizi possono anche mantenersi non esageratamente espliciti.
Resta il fatto che la storia mi è piaciuta e da frequentatore abituali dei regionali emilianolombardi devo dire che mi ci sono abbastanza ritrovato

Curioso che anche tu abbia inserito un furto di portafogli!

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Shanghai Kid
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#6 » mercoledì 22 novembre 2023, 18:39

Ciao a tutti ragazzi!
Innanzitutto, come sempre, ci tengo a ringraziarvi per i vostri commenti.
Chiarisco quella che mi sembra la nota più ambigua del mio scritto: come scrive srcm ho scelto una chiave narrativa non univoca.
Mi spiego: l'idea iniziale è che si trattasse di un treno vero che il protagonista è costretto a prendere dopo essersi schiantato con la sua macchinona (per chi è un frequentatore di trenitalia - e io sono stata pendolare per 5 anni - è chiaro che il paragone con un girone infernale non è troppo ardito, anzi), da lì la storia del portafogli.
Ho lasciato però appositamente sfumata l'interpretazione, volevo che funzionasse anche come un girone infernale "reale" e ho pensato di aver disseminato abbastanza indizi per la prima lettura (quella del treno) senza però aver rovinato il colpo di scena finale, ma anche che la questione del portafogli (che ha oggettivamente più senso nella prima ipotesi interpretativa) non stonava poi così tanto nemmeno nella seconda possibile lettura, per come l'ho declinata.
Non so se mi sono spiegata e se ho fugato i vostri dubbi.
Intanto grazie, a rileggerci.
Elisa

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gioco
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#7 » venerdì 24 novembre 2023, 18:34

L'idea è indubbiamente simpatica. Mi piace il fatto che fino all'annuncio del ritardo non si capisca il contesto effettivo. Certo, è chiaro che qualcosa non torna, e soprattutto dal paragrafo del furto si capisce che non sono davvero i gironi infernali, ma la sospensione è mantenuta in maniera graziosa fino al finale.
Rispetto al tema... c'è l'inferno di sicuro, ma non trovo riferimenti al fatto che non abbia mappe.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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Pretorian
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#8 » venerdì 24 novembre 2023, 20:16

Ciao, Shangai e piacere di leggerti.

Da pendolare che per anni si è fatto l'interregionale delle 14:30 Roma-Salerno, posso dire che hai reso in modo perfetto l'atmosfera di caos che si respira su un trenitalia da un intercity in giù. Il tutto, risulta rafforzato da uno stile che mantiene una buona immersività, tranne nei tratti in cui l'io narrante ricorda le frasi di Dante: in generale, non sembra essere il genere di persona che citi poesie in una situazione simile e questo rovina un po' l'immersività. Altro appunto che mi sento di fare è sul finale: con il furto del portafoglio rompi definitivamente l'illusione che quello dove si trova il protgonista potrebbe essere un inferno reale o no. Da quel momento in poi (e manca ancora troppo prima di finire) parte della tensione narrativa si perde e il finale arriva con meno forza di quanto dovrebbe. A parte questi due elemeni, il racconto si difende bene. Per rubare il giudizio all'Antico: un pollice in su, magari non in modo pieno e sicuro, m la direzione è quella.

Alla prossima!

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Shanghai Kid
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#9 » sabato 25 novembre 2023, 17:57

Pretorian ha scritto:Ciao, Shangai e piacere di leggerti.

Da pendolare che per anni si è fatto l'interregionale delle 14:30 Roma-Salerno, posso dire che hai reso in modo perfetto l'atmosfera di caos che si respira su un trenitalia da un intercity in giù. Il tutto, risulta rafforzato da uno stile che mantiene una buona immersività, tranne nei tratti in cui l'io narrante ricorda le frasi di Dante: in generale, non sembra essere il genere di persona che citi poesie in una situazione simile e questo rovina un po' l'immersività. Altro appunto che mi sento di fare è sul finale: con il furto del portafoglio rompi definitivamente l'illusione che quello dove si trova il protgonista potrebbe essere un inferno reale o no. Da quel momento in poi (e manca ancora troppo prima di finire) parte della tensione narrativa si perde e il finale arriva con meno forza di quanto dovrebbe. A parte questi due elemeni, il racconto si difende bene. Per rubare il giudizio all'Antico: un pollice in su, magari non in modo pieno e sicuro, m la direzione è quella.

Alla prossima!
gioco ha scritto:L'idea è indubbiamente simpatica. Mi piace il fatto che fino all'annuncio del ritardo non si capisca il contesto effettivo. Certo, è chiaro che qualcosa non torna, e soprattutto dal paragrafo del furto si capisce che non sono davvero i gironi infernali, ma la sospensione è mantenuta in maniera graziosa fino al finale.
Rispetto al tema... c'è l'inferno di sicuro, ma non trovo riferimenti al fatto che non abbia mappe.


Buonasera,
anche in questo caso rispondo a entrambi in un unico messaggio perchè mi si pone più o meno la medesima questione, o meglio, quello che dovrei rispondere a uno vale anche per l'altro.
Innanzitutto ringrazio anche voi per la lettura e i commenti, sempre preziosissimi.
Ho pensato anche io che l'escamotage del portafogli potesse essere un problema (anche se pensavo di averlo inserito abbastanza in basso nel racconto, ma grazie a Agostino ho capito che non è così), ma ho pensato che potesse aiutarmi ad aumentare il senso di smarrimento che avevo già inserito precedetemente (qui la questione mappe, orientamento, riferimenti spaziali). Infatti ogni vagone è diverso ma identico nel disagio a quello precedente e il protagonista non ritrova il ladro e non sa dove si trovi.
Accolgo di buon grado tuttavia le indicazioni di Agostino.
Spero di avervi fornito delucidazioni circa le mie scelte.
A rileggerci,
Elisa

alexandra.fischer
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#10 » lunedì 27 novembre 2023, 16:36

Tema centrato. Bello lo stravolgimento della trama. All’inizio il protagonista sembra morto e finito in un inferno con dannati di tutte le età. E questo per essere andato troppo veloce in Jaguar. Invece, ha avuto la fortuna di salvarsi, ma è alle prese con Trenitalia. Belle le citazioni dantesche ricordate dal protagonista e anche la scena del furto del portafogli con l’immagine di Padre Pio. Ingegnoso il riferimento ai peccati capitali e alla descrizione dei presenti come dannati alle prese con il girone loro assegnato

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Luca Moggia
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#11 » lunedì 27 novembre 2023, 23:09

Ciao Elisa,

ho trovato il tuo racconto ben scritto e ti faccio i complimenti soprattutto per il ritmo che imprimi ai vari paragrafi. Scorrono via con naturalezza nonostante alcune espressioni di registro "alto" che, per mio gusto personale, non amo molto.

Il protagonista lo trovo ben delineato, un fighetto figlio di papà che disprezza tutti quelli che non possono sedersi al volante di una Jaguar. Grazie a questa caratterizzazione ben resa ho trovato molto realistico che uno così viva il viaggio in treno come un giro all'inferno.

A mio parere ci sono alcuni punti deboli nella resa della storia.
La parte ricordo/riflessione del personaggio occupa circa metà della storia. Anche se ben usata per presentare l'ormai ex
proprietario di Jaguar, e far trasparire la sua visione del vagone calando il lettore in quello che sembra un inferno, l'ho trovata un po' troppo lunga rispetto alla parte più basata sull'azione.
Quest’ultima per contro mi sembra molto tratteggiata, poco evocativa e sostanzialmente insiste di nuovo sulla sensazione di disagio del protagonista, che a mio parere era già sufficientemente resa nella prima metà.

Una piccola incoerenza, ma confesso che in prima lettura non ci ho nemmeno pensato, è che il ladro in quel macello di gente come avrebbe fatto a dileguarsi così istantaneamente?

Resta un fatto positivo l'abilità con cui mi hai "fregato" (in senso buono!)
Grazie alla prima frase, ben piazzata, ho pensato che il protagonista fosse morto nell’incidente e fosse finito veramente all’inferno. L'impressione mi viene confermata dal resto del racconto fino al buon finale a sorpresa!

Su questo però ti segnalo alcuni dettagli che stavano per spezzare l'incantesimo: il puzzo di freni che sul momento non riuscivo a collocare nel contesto infernale, le anime più pie che all'inferno non ci devono essere e soprattutto il bambino di due anni Credo tu le abbia intese come semine per far capire che in realtà non era l'inferno però se vuoi giocartela su questo mascheramento forse vale la pena non dare indizi .

Il finale comunque arriva inaspettato e strappa una risata sempre ben gradita specie la mattina, sul treno, con destinazione ufficio.

Complimenti per lo stile e per l’idea, che forse poteva essere resa in modo più equilibrato e senza dettagli a rischio confusione.

In bocca al lupo per l’Ignoranza Eroica e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#12 » martedì 28 novembre 2023, 18:06

Il colpo di scena finale spiazza, è inaspettato, e in un certo senso funziona bene, però a mio avviso per settarlo e creare la doppia interpretazione si perde troppo, direi che rimane poco a parte quello.
A partire da descrizioni che con l'ambiente treno c'entrano relativamente - per quanto in singoli dettagli siano piuttosto concrete e vivide - e termini abbastanza vaghi e altisonanti per non rompere l'incantesimo (emblematica in tal senso la frase "insieme alla dilatazione di questo tempo ormai eterno e ineluttabile", così come la metafora "attraverso le fiamme e il ghiaccio", che in quel punto sembra piuttosto concreta), passando per un incipit che sembra esplicitare (e già l'esplicitazione di qualcosa a mio avviso è un punto debole) a mo' di spiegone un difetto fatale e un punto di vista tematico che poi non si compiono davvero, ma rimangono un eco simboleggiato soltanto dalla Jaguar.

D'altra parte penso sia un racconto che può piacere molto, in generale, visto quanto la gente apprezza i plot twist e quanto a un frequentatore di Trenitalia viene facile associarla all'inferno. Io stesso alla fine mi son ritrovato a immedesimarmi con il delirio vissuto dal protagonista, anche se a posteriori.

Ultima questione: pure per me l'attinenza al tema è così e così. La mancanza di mappa la riesco a vedere più nella struttura del racconto e nel modo in cui la vicenda è scritta per arrivare al pubblico, che non nella concretezza degli eventi. Non me la sento di dire che non lo centra, però se lo fa siamo proprio al limite.

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BruceLagogrigio
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#13 » mercoledì 29 novembre 2023, 23:47

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Moderna. Vagone di Trenitalia. Tema centrato.

Ciao Elisa, piacere di leggerti ancora. Personalmente il racconto mi è proprio piaciuto. Amo i plot twist finale che ti costringono praticamente a leggerlo nuovamente dall’inizio per capire dove lo scrittore ti ha effettivamente fregato. Molto bene.
Ritmo, stile come al solito eccellente. Qualche piccola forzatura che ci stava visto anche, e soprattutto, il tema piuttosto complesso di questa edition.

Ottima prova secondo me e sicuramente da alta classifica.

Buona gara!

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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L'inquisitore
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Re: Gironi infernali moderni

Messaggio#14 » mercoledì 6 dicembre 2023, 8:16

Ciao Elisa! L'idea è molto simpatica e ricorda un po' quel quasi recente articolo di Alain Elkann in viaggio per Foggia. Secondo me il problema è stato mantenere entrambe le visioni possibili (cioè quella fantasy e il twist che siamo nella realtà). Questo depotenzia una delle due, in questo caso la sorpresa finale, perché essendo possibili entrambe non si ha mai la sensazione di svelamento, ma si rimane nel dubbio. Da un punto di vista più pratico ti ha obbligata a tratteggiare l'ambiente in modo non del tutto convincente rispetto a quello che ci aspetteremo da un treno (in particolare nel terzo e quarto paragrafo). Il portafogli rompe l'illusione, perché chi si interesserebbe di un portafogli all'inferno?
Lo stile è convincente e la lettura scorrevole. Nell'insieme una buona prova.
A questo pezzo assegno un pollice tendente al positivo in modo brillante.

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