Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Novembre 2073, da qualche parte in Puglia.
«Miché, sono stanco» si lamentò Ciro, sudato come un mulo. «Fermiamoci, che mo’ il caldo m’ammazza.»
Michele seguì il sentiero arido senza mollare di un millimetro. «Cretì, ti sei scordato che se troviamo l’acqua Don Bernardo ci fa comandare una zona?»
L’amico si appoggiò al palo di un lampione rotto e riprese fiato. «Me lo ricordo, ma qua di acqua non ce ne sta manco una goccia.»
Michele si soffermò a scrutare l’orizzonte. «Ci sta ci sta, senti a me. A Don Bernardo ce l’ha detto uno che abita vicino alla città fantasma.» Indicò un punto dell’orizzonte che si perdeva nel tremolio dell’aria rovente. «Dice che ha visto una specie di deposito con dei tubi.»
«E che significa?»
«Che attaccati ai tubi ci sono i serbatoi!»
Anche Michele era zuppo di sudore: il sole del mattino era spietato e non dava tregua.
Insieme rallentarono il passo e si appostarono dietro una casupola abbandonata.
«Come fai a sapere che stiamo andando bene?» chiese Ciro, preso sempre più dallo sconforto.
Michele lo guardò indispettito. «Se non eri mio amico, ti davo un pugno. Don Bernardo si fida di me, lo sa che sono bravo a trovare le cose. Toh, prendi questa.» Gli porse l’ultima bottiglietta nello zaino piena d’acqua tiepida come brodaglia. L’amico bevve solo un paio di sorsi poi sputò per terra. «Gli dobbiamo portare una prova che i serbatoi ci stanno, poi ci dà il premio.»
«E se vengono pure le guardie del governo?» si allarmò Ciro.
Quasi come se le avesse evocate, in lontananza si diffuse il rombo dei motori di alcune camionette militari.
«Cazzo» fece Michele, tirando Ciro per la maglietta. «Dobbiamo arrivare prima noi.»
Si lanciarono in una corsa disperata senza guardarsi indietro.
«Dove andiamo?» gridò Ciro.
«Non… lo… so…» rispose Michele, col fiatone. «Le strade… sembrano tutte… uguali.» Si fermò all’improvviso e si voltò dalla parte da cui provenivano i mezzi militari. Si mise l’indice davanti agli occhi e tracciò nell’aria una linea immaginaria. «Ho capito! Muoviti.»
Cambiarono direzione e si immisero su una larga sterrata che finiva, qualche centinaio di metri più in là, in un’area periferica della città fantasma.
Ciro appariva sfinito. «Basta Miché! Ohhh, che ti prende?»
«Ho capito dove vanno. Meh, siamo quasi arrivati.» Ancora una volta tirò via Ciro e lo costrinse a forzare l’andatura.
Dopo qualche minuto giunsero di fronte a una lunga cancellata arrugginita, posta a difesa di un basso edificio dal tetto diroccato. «Stanno qua, i serbatoi.»
«Speriamo che c’hai ragione» disse Ciro, la voce arrochita dallo sforzo, «Sennò…»
Uno sparo lo zittì.
«Giù!» gli ordinò Michele.
«Cazzo, questi c’ammazzano!» piagnucolò l’amico.
«Andiamo di qua.» A Michele tremavano le ginocchia, eppure non si perse d’animo. Si mosse rasente alla cancellata, la schiena bassa. Si accovacciò e Ciro lo imitò. Aggirarono l’edificio fino a trovare una buca scavata alla base del cancello principale. «Oh! Infilati! Dai!»
Sbucarono dall’altra parte e corsero a perdifiato verso una porta di metallo scorticato.
Un altro colpo di pistola riecheggiò forte, ma stavolta più lontano. Michele si accostò alla maniglia e la tirò con rabbia. La porta si aprì cigolando. Entrarono in un vasto ambiente ingombro di macchinari sfasciati e Michele si spostò verso una scalinata che conduceva a un piano inferiore. «L’acqua! La sento scorrere!»
Ciro lo seguì senza fiatare, con la paura che gli trasudava dalla faccia.
I serbatoi erano là sotto, e traboccavano di un meraviglioso liquido cristallino.
Michele era estasiato.
«E sarà pure fresca!» esclamò l’amico. Michele prese dallo zaino una bottiglia vuota e si avvicinò a un tubo con una specie di rubinetto. Girò la valvola rotonda e l’acqua sgorgò vivace. Ne bevve lunghi sorsi e rise di gioia.
Un tuono lo fece sussultare. Si lasciò sfuggire la bottiglia dalla mano. «CIRO!» L’amico lo guardò stupito e si afflosciò a terra. Morto. Di fronte a lui, a una ventina di metri di distanza, stava ritta una figura esile coperta da un saio nero e un cappuccio che lasciava scoperti solo gli occhi.
Michele non voleva morire. Con uno scatto, si allontanò dalla linea di tirò e trovo riparo dietro una pila di casse di legno.
«Tanto ti trovo!» gli promise lo sconosciuto, la voce attutita dal tessuto del cappuccio.
Michele si rintanò contro il muro e strinse gli occhi. Cominciò a pregare. In quel momento scoppiò il finimondo: urla, spari, trambusto. Poi il silenzio, e infine una voce possente. «Requisite tutto.» I militari del governo rubarono l’acqua dai serbatoi con apparecchi assordanti e se ne andarono.
Michele uscì lentamente allo scoperto. Si avvicinò al cadavere dello sconosciuto vestito di nero. Era riverso in una pozza d’acqua striata di rosso. Si abbassò e gli tirò via il cappuccio.
Era una ragazzina. Forse aveva la sua età. Occhi verdi fissi al cielo e lucidi capelli corvini.
Michele scoppiò a piangere e oltrepassò il corpo immobile di Ciro.
Corse fuori dall’edificio perdendosi nell’arido inferno dei sentieri polverosi.
«Miché, sono stanco» si lamentò Ciro, sudato come un mulo. «Fermiamoci, che mo’ il caldo m’ammazza.»
Michele seguì il sentiero arido senza mollare di un millimetro. «Cretì, ti sei scordato che se troviamo l’acqua Don Bernardo ci fa comandare una zona?»
L’amico si appoggiò al palo di un lampione rotto e riprese fiato. «Me lo ricordo, ma qua di acqua non ce ne sta manco una goccia.»
Michele si soffermò a scrutare l’orizzonte. «Ci sta ci sta, senti a me. A Don Bernardo ce l’ha detto uno che abita vicino alla città fantasma.» Indicò un punto dell’orizzonte che si perdeva nel tremolio dell’aria rovente. «Dice che ha visto una specie di deposito con dei tubi.»
«E che significa?»
«Che attaccati ai tubi ci sono i serbatoi!»
Anche Michele era zuppo di sudore: il sole del mattino era spietato e non dava tregua.
Insieme rallentarono il passo e si appostarono dietro una casupola abbandonata.
«Come fai a sapere che stiamo andando bene?» chiese Ciro, preso sempre più dallo sconforto.
Michele lo guardò indispettito. «Se non eri mio amico, ti davo un pugno. Don Bernardo si fida di me, lo sa che sono bravo a trovare le cose. Toh, prendi questa.» Gli porse l’ultima bottiglietta nello zaino piena d’acqua tiepida come brodaglia. L’amico bevve solo un paio di sorsi poi sputò per terra. «Gli dobbiamo portare una prova che i serbatoi ci stanno, poi ci dà il premio.»
«E se vengono pure le guardie del governo?» si allarmò Ciro.
Quasi come se le avesse evocate, in lontananza si diffuse il rombo dei motori di alcune camionette militari.
«Cazzo» fece Michele, tirando Ciro per la maglietta. «Dobbiamo arrivare prima noi.»
Si lanciarono in una corsa disperata senza guardarsi indietro.
«Dove andiamo?» gridò Ciro.
«Non… lo… so…» rispose Michele, col fiatone. «Le strade… sembrano tutte… uguali.» Si fermò all’improvviso e si voltò dalla parte da cui provenivano i mezzi militari. Si mise l’indice davanti agli occhi e tracciò nell’aria una linea immaginaria. «Ho capito! Muoviti.»
Cambiarono direzione e si immisero su una larga sterrata che finiva, qualche centinaio di metri più in là, in un’area periferica della città fantasma.
Ciro appariva sfinito. «Basta Miché! Ohhh, che ti prende?»
«Ho capito dove vanno. Meh, siamo quasi arrivati.» Ancora una volta tirò via Ciro e lo costrinse a forzare l’andatura.
Dopo qualche minuto giunsero di fronte a una lunga cancellata arrugginita, posta a difesa di un basso edificio dal tetto diroccato. «Stanno qua, i serbatoi.»
«Speriamo che c’hai ragione» disse Ciro, la voce arrochita dallo sforzo, «Sennò…»
Uno sparo lo zittì.
«Giù!» gli ordinò Michele.
«Cazzo, questi c’ammazzano!» piagnucolò l’amico.
«Andiamo di qua.» A Michele tremavano le ginocchia, eppure non si perse d’animo. Si mosse rasente alla cancellata, la schiena bassa. Si accovacciò e Ciro lo imitò. Aggirarono l’edificio fino a trovare una buca scavata alla base del cancello principale. «Oh! Infilati! Dai!»
Sbucarono dall’altra parte e corsero a perdifiato verso una porta di metallo scorticato.
Un altro colpo di pistola riecheggiò forte, ma stavolta più lontano. Michele si accostò alla maniglia e la tirò con rabbia. La porta si aprì cigolando. Entrarono in un vasto ambiente ingombro di macchinari sfasciati e Michele si spostò verso una scalinata che conduceva a un piano inferiore. «L’acqua! La sento scorrere!»
Ciro lo seguì senza fiatare, con la paura che gli trasudava dalla faccia.
I serbatoi erano là sotto, e traboccavano di un meraviglioso liquido cristallino.
Michele era estasiato.
«E sarà pure fresca!» esclamò l’amico. Michele prese dallo zaino una bottiglia vuota e si avvicinò a un tubo con una specie di rubinetto. Girò la valvola rotonda e l’acqua sgorgò vivace. Ne bevve lunghi sorsi e rise di gioia.
Un tuono lo fece sussultare. Si lasciò sfuggire la bottiglia dalla mano. «CIRO!» L’amico lo guardò stupito e si afflosciò a terra. Morto. Di fronte a lui, a una ventina di metri di distanza, stava ritta una figura esile coperta da un saio nero e un cappuccio che lasciava scoperti solo gli occhi.
Michele non voleva morire. Con uno scatto, si allontanò dalla linea di tirò e trovo riparo dietro una pila di casse di legno.
«Tanto ti trovo!» gli promise lo sconosciuto, la voce attutita dal tessuto del cappuccio.
Michele si rintanò contro il muro e strinse gli occhi. Cominciò a pregare. In quel momento scoppiò il finimondo: urla, spari, trambusto. Poi il silenzio, e infine una voce possente. «Requisite tutto.» I militari del governo rubarono l’acqua dai serbatoi con apparecchi assordanti e se ne andarono.
Michele uscì lentamente allo scoperto. Si avvicinò al cadavere dello sconosciuto vestito di nero. Era riverso in una pozza d’acqua striata di rosso. Si abbassò e gli tirò via il cappuccio.
Era una ragazzina. Forse aveva la sua età. Occhi verdi fissi al cielo e lucidi capelli corvini.
Michele scoppiò a piangere e oltrepassò il corpo immobile di Ciro.
Corse fuori dall’edificio perdendosi nell’arido inferno dei sentieri polverosi.
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ecco il vincitore dell'ultima edizione: ciao Emiliano! Parametri rispettati, buona IGNORANZA EROICA EDITION!
-
- Messaggi: 228
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Buongiorno Emiliano.
bello e crudo, questi sono gli aggettivi che secondo me definisco meglio il tuo racconto. Non hai avuto bisogno di contestualizzare con inutili cornici narrative, la mente viaggia verso un futuro che ci spaventa fatto di beni primari in mano a pochi (beni primari di cui tutti abbiamo bisogno però)
Quello che disturba di questa storia è che in alcune parti del mondo questi aventi non sono né fantascienza e tantomeno fantapolitica, cambiano solo i nomi.
bello e crudo, questi sono gli aggettivi che secondo me definisco meglio il tuo racconto. Non hai avuto bisogno di contestualizzare con inutili cornici narrative, la mente viaggia verso un futuro che ci spaventa fatto di beni primari in mano a pochi (beni primari di cui tutti abbiamo bisogno però)
Quello che disturba di questa storia è che in alcune parti del mondo questi aventi non sono né fantascienza e tantomeno fantapolitica, cambiano solo i nomi.
-
- Messaggi: 2945
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Tema centrato. La storia è un’ucronia nella quale c’è un mondo assetato. Ciro e Michele cercano l’acqua per avere il premio di Don Bernardo. Si avvicinano alla città fantasma, la raggiungono e trovano l’acqua. Peccato che le guardie governative rovinino tutto arrivando prima di loro. Racconto efficace, basato sul linguaggio parlato. Alla fine della storia il lettore apprende che si tratta di due ragazzi avventurosi. Commuove il destino di Ciro. E anche quello della ragazzina incappucciata.
Attenzione: linea di tiro
Attenzione: linea di tiro
- Maurizio Chierchia
- Messaggi: 289
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano.
Racconto interessante e che si legge molto bene. Se devo essere sincero, avrei preferito che tu accorciassi la parte iniziale per concentrarti di più sul finale. L'unico appunto che mi sento di farti è proprio nella gestione dei tempi. Per il resto hai una scrittura fluida e le parti dialogate risultano sincere e coerenti con i personaggi. Questa è una cosa che apprezzo molto. Forse il tema non è centrato a pennello, ma ammetto che non è un tema semplice da gestire a meno che non lo si palesi chiaramente. Io ho fatto fatica a gestirlo.
Che dire, buon racconto scritto bene. Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.
Racconto interessante e che si legge molto bene. Se devo essere sincero, avrei preferito che tu accorciassi la parte iniziale per concentrarti di più sul finale. L'unico appunto che mi sento di farti è proprio nella gestione dei tempi. Per il resto hai una scrittura fluida e le parti dialogate risultano sincere e coerenti con i personaggi. Questa è una cosa che apprezzo molto. Forse il tema non è centrato a pennello, ma ammetto che non è un tema semplice da gestire a meno che non lo si palesi chiaramente. Io ho fatto fatica a gestirlo.
Che dire, buon racconto scritto bene. Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
"Domani è già vicino"
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Giovanni P ha scritto:Buongiorno Emiliano.
bello e crudo, questi sono gli aggettivi che secondo me definisco meglio il tuo racconto. Non hai avuto bisogno di contestualizzare con inutili cornici narrative, la mente viaggia verso un futuro che ci spaventa fatto di beni primari in mano a pochi (beni primari di cui tutti abbiamo bisogno però)
Quello che disturba di questa storia è che in alcune parti del mondo questi aventi non sono né fantascienza e tantomeno fantapolitica, cambiano solo i nomi.
Ciao Giovanni!
Gli aggettivi dati al mio racconto mi inorgogliscono alquanto. Grazie!
Purtroppo mentre scrivevo il racconto pensavo al fatto che una parte di quanto ho immaginato è già realtà.
Buona gara!
Emiliano.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. La storia è un’ucronia nella quale c’è un mondo assetato. Ciro e Michele cercano l’acqua per avere il premio di Don Bernardo. Si avvicinano alla città fantasma, la raggiungono e trovano l’acqua. Peccato che le guardie governative rovinino tutto arrivando prima di loro. Racconto efficace, basato sul linguaggio parlato. Alla fine della storia il lettore apprende che si tratta di due ragazzi avventurosi. Commuove il destino di Ciro. E anche quello della ragazzina incappucciata.
Attenzione: linea di tiro
Ciao Alexandra, bentrovata!
Grazie come sempre per la lettura e per gli apprezzamenti!
Buona gara!
Emiliano.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Emiliano.
Racconto interessante e che si legge molto bene. Se devo essere sincero, avrei preferito che tu accorciassi la parte iniziale per concentrarti di più sul finale. L'unico appunto che mi sento di farti è proprio nella gestione dei tempi. Per il resto hai una scrittura fluida e le parti dialogate risultano sincere e coerenti con i personaggi. Questa è una cosa che apprezzo molto. Forse il tema non è centrato a pennello, ma ammetto che non è un tema semplice da gestire a meno che non lo si palesi chiaramente. Io ho fatto fatica a gestirlo.
Che dire, buon racconto scritto bene. Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.
Ciao Maurizio!
Grazie di cuore per la lettura e per la critica costruttiva. Ma sai che ho riletto più volte la parte iniziale e ho pensato che hai ragione? Potevo asciugarla un po' e travasare i caratteri nel finale per renderlo ancora più efficace!
E va be', ho scritto in condizioni di scarsa lucidità e col fiato sul collo del tempo (ho iniziato il racconto verso le 23.20), quindi ho lasciato tutto come stava.
Grazie anche per gli apprezzamenti!
Buona gara!
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao, Emiliano.
Eccoci qui. Il racconto è scritto bene, scorre via bene (come l'acqua) fino alla fine. I personaggi sono caratterizzati bene, perché hanno il loro linguaggio. Il tema però non mi sembra che emerga in modo così netto (è vero che comunque può essere interpretato in molti modi). E la scena finale: mi sarei aspettato un colpo di scena finale, cioè che quella ragazzina fosse magari qualcuno che lui conosceva bene.
Rimane comunque un bel racconto.
Eccoci qui. Il racconto è scritto bene, scorre via bene (come l'acqua) fino alla fine. I personaggi sono caratterizzati bene, perché hanno il loro linguaggio. Il tema però non mi sembra che emerga in modo così netto (è vero che comunque può essere interpretato in molti modi). E la scena finale: mi sarei aspettato un colpo di scena finale, cioè che quella ragazzina fosse magari qualcuno che lui conosceva bene.
Rimane comunque un bel racconto.
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Sicuramente un buon racconto, pulito e scorrevole, che mantiene alta l'attenzione del lettore. Per me potevi evitare l'indicazione spazio temporale iniziale: io da lettore distratto non l'avevo vista e per buona parte del racconto sono rimasto ancorato al dubbio se i fatti si svolgessero nel futuro o nel passato recente (Novecento) e questo mi ha bendisposto all'effetto sorpresa finale. Una cosa che mi ha disturbato è stato l'uso del c'hai e soprattutto del c'ammazzano. E' vero che i protagonisti hanno un parlato molto realistico, ma c'hai non è nemmeno una forma dialettale. c'ammazzano invece lo trovo proprio sbagliato e anche inutile visto che 'ci ammazzano' in un dialogo è comunque realistico e ci sta di sentirlo a differenza di ci hai.
A parte queste sottigliezze, direi comunque che è senz'altro un buon lavoro
A parte queste sottigliezze, direi comunque che è senz'altro un buon lavoro
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, sia nella gestione degli spazi che nella declinazione del tema. Come tuo solito porti avanti una bella narrazione a tratti sci fi (in questo caso distopico/post apocalittico) con grande maestria e conoscenza del genere.
Cosa non mi ha convinto al 100%? L’apparizione della ragazza vestita di nero. Inizialmente pensavo fosse uno dei militari, non sapendo come vestivano nel tuo mondo ho supposto potesse essere una di loro. Poi però i militari arrivano e la uccidono, quindi immagino sia un’altra sopravvissuta alla ricerca di acqua capitata lì un po’ per caso in quel momento. O addirittura una che vicino all’acqua aveva il suo rifugio.
La sua presenza non aggiunge molto alla narrazione (ma nemmeno toglie) solo non ne ho capito l’utilità.
È solamente un dettaglio, sia chiaro.
In bocca al lupo per questa edizione.
Il racconto mi è piaciuto, sia nella gestione degli spazi che nella declinazione del tema. Come tuo solito porti avanti una bella narrazione a tratti sci fi (in questo caso distopico/post apocalittico) con grande maestria e conoscenza del genere.
Cosa non mi ha convinto al 100%? L’apparizione della ragazza vestita di nero. Inizialmente pensavo fosse uno dei militari, non sapendo come vestivano nel tuo mondo ho supposto potesse essere una di loro. Poi però i militari arrivano e la uccidono, quindi immagino sia un’altra sopravvissuta alla ricerca di acqua capitata lì un po’ per caso in quel momento. O addirittura una che vicino all’acqua aveva il suo rifugio.
La sua presenza non aggiunge molto alla narrazione (ma nemmeno toglie) solo non ne ho capito l’utilità.
È solamente un dettaglio, sia chiaro.
In bocca al lupo per questa edizione.
-
- Messaggi: 250
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano. Intanto complimenti per aver vinto la scorsa edizione!
Il tuo racconto colpisce e fa riflettere su un possibile e macabro futuro, in cui l'acqua è diventata un bene di lusso e per cui farsi la guerra. Un vero inferno. Mi è piaciuto come hai incastrato i vari dettagli, per esempio il fatto che sia Novembre e faccia ancora un caldo asfissiante. Alcune parti sono veloci, come gli spostamenti dei personaggi tra i vari luoghi e il lavoro fatto dai militari sul finale, ma con un limite di parole non è semplice farci stare dentro tutto quello che si ha pensato. Per tutta la storia si mantiene viva una certa tensione, anche se forse, appunto, con più caratteri a disposizione sarebbe stata ancora migliore, perché alcuni dettagli appaiono fumosi e mi sarebbe piaciuto saperne di più. Tipo sulla ragazza alla fine, e sull'arma che ha usato per far fuori Ciro. Io me la sono figurata come una maga. Inoltre io avrei scritto "la sconosciuta", al femminile. È vero che poi si sarebbe persa la sorpresa della scoperta che era una ragazzina. Però un po' mi è sembrato strano, perché ormai nella mia testa me lo ero immaginato come un ragazzo, esile, ma pur sempre un ragazzo. E quindi più che una sensazione di sorpresa, ho percepito una sorta di correzione forzata di ciò che stavo immaginando. Però, in ogni caso, il racconto mi è piaciuto molto.
In bocca al lupo per la gara.
Il tuo racconto colpisce e fa riflettere su un possibile e macabro futuro, in cui l'acqua è diventata un bene di lusso e per cui farsi la guerra. Un vero inferno. Mi è piaciuto come hai incastrato i vari dettagli, per esempio il fatto che sia Novembre e faccia ancora un caldo asfissiante. Alcune parti sono veloci, come gli spostamenti dei personaggi tra i vari luoghi e il lavoro fatto dai militari sul finale, ma con un limite di parole non è semplice farci stare dentro tutto quello che si ha pensato. Per tutta la storia si mantiene viva una certa tensione, anche se forse, appunto, con più caratteri a disposizione sarebbe stata ancora migliore, perché alcuni dettagli appaiono fumosi e mi sarebbe piaciuto saperne di più. Tipo sulla ragazza alla fine, e sull'arma che ha usato per far fuori Ciro. Io me la sono figurata come una maga. Inoltre io avrei scritto "la sconosciuta", al femminile. È vero che poi si sarebbe persa la sorpresa della scoperta che era una ragazzina. Però un po' mi è sembrato strano, perché ormai nella mia testa me lo ero immaginato come un ragazzo, esile, ma pur sempre un ragazzo. E quindi più che una sensazione di sorpresa, ho percepito una sorta di correzione forzata di ciò che stavo immaginando. Però, in ogni caso, il racconto mi è piaciuto molto.
In bocca al lupo per la gara.
- Andrea Furlan
- Messaggi: 446
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
il tuo racconto mi è piaciuto, un distopico classico che mi ha ricordato Anna di Ammaniti. L’inferno rappresentato dalla mancanza d’acqua che è diventata il bene più prezioso e conteso, i percorsi sterrati che seguono i due protagonisti nella disperata ricerca di quel tesoro: tema decisamente centrato. Buoni i dialoghi e i beat, l’ambientazione che colpisce immergendo il lettore nell’atmosfera disperata e rovente che volevi dare. Mi ha lasciato solo perplesso la figura della ragazzina che spara e viene colpita dai soldati, sembra un po’ fuori contesto e all’inizio la descrivi velatamente come un uomo. Forse nell’economia generale non era neanche necessaria, sarebbe bastato esplorare il conflitto fra i due e i soldati.
il tuo racconto mi è piaciuto, un distopico classico che mi ha ricordato Anna di Ammaniti. L’inferno rappresentato dalla mancanza d’acqua che è diventata il bene più prezioso e conteso, i percorsi sterrati che seguono i due protagonisti nella disperata ricerca di quel tesoro: tema decisamente centrato. Buoni i dialoghi e i beat, l’ambientazione che colpisce immergendo il lettore nell’atmosfera disperata e rovente che volevi dare. Mi ha lasciato solo perplesso la figura della ragazzina che spara e viene colpita dai soldati, sembra un po’ fuori contesto e all’inizio la descrivi velatamente come un uomo. Forse nell’economia generale non era neanche necessaria, sarebbe bastato esplorare il conflitto fra i due e i soldati.
- AndreaCrevola
- Messaggi: 186
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, è sempre un piacere.
E' il primo racconto che leggo e commento, in questa edition. Buon racconto, un eco-distopia, con un finale tragico che lo rende interessante. Ho apprezzato la costruzione del mondo narrativo, per nulla forzato.
Porto la mia attenzione sulla gestione dello scorrere del tempo, soprattutto perché mi interessa per imparare qualcosa da te. Ho notato che nel racconto fai trascorrere gli avvenimenti a tratti soffermandoti su dettagli, personaggi, dialoghi, mentre in altri passaggi gestisci il tempo in modo molto "riassuntivo". Non è un commento negativo il mio, eh. Voglio capire se si è trattato di scelte legate al contest (per portare velocemente i personaggi al finale) oppure se sono scelte ben precise. Personalmente faccio sempre un po' fatica ad adottare un approccio come questo, ma forse perché ho dei pregiudizi legati all'ossessione per il "mostrato"... quando poi nella maggior parte delle mie letture questo modo di gestire il tempo non mi disturba affatto e anzi è congeniale alla narrazione. Come se ne esce? :-)
E' il primo racconto che leggo e commento, in questa edition. Buon racconto, un eco-distopia, con un finale tragico che lo rende interessante. Ho apprezzato la costruzione del mondo narrativo, per nulla forzato.
Porto la mia attenzione sulla gestione dello scorrere del tempo, soprattutto perché mi interessa per imparare qualcosa da te. Ho notato che nel racconto fai trascorrere gli avvenimenti a tratti soffermandoti su dettagli, personaggi, dialoghi, mentre in altri passaggi gestisci il tempo in modo molto "riassuntivo". Non è un commento negativo il mio, eh. Voglio capire se si è trattato di scelte legate al contest (per portare velocemente i personaggi al finale) oppure se sono scelte ben precise. Personalmente faccio sempre un po' fatica ad adottare un approccio come questo, ma forse perché ho dei pregiudizi legati all'ossessione per il "mostrato"... quando poi nella maggior parte delle mie letture questo modo di gestire il tempo non mi disturba affatto e anzi è congeniale alla narrazione. Come se ne esce? :-)
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ragazzo ha scritto:Ciao, Emiliano.
Eccoci qui. Il racconto è scritto bene, scorre via bene (come l'acqua) fino alla fine. I personaggi sono caratterizzati bene, perché hanno il loro linguaggio. Il tema però non mi sembra che emerga in modo così netto (è vero che comunque può essere interpretato in molti modi). E la scena finale: mi sarei aspettato un colpo di scena finale, cioè che quella ragazzina fosse magari qualcuno che lui conosceva bene.
Rimane comunque un bel racconto.
Grazie Diego per la lettura e per il feedback.
Il tema, per come la vedo io, è rispettato in entrambe le componenti: l'inferno del cambiamento climatico (fa caldo soffocante persino a novembre) e la mancanza di mappe è da ricercare nel disorientamento del protagonista, soprattutto alla fine, quando fugge dal capannone dei serbatoi: si trova davanti un futuro assai incerto e senza strade immediatamente riconoscibili (il dedalo di sentieri polverosi). Ho evitato qualunque colpo di scena perché avrebbe complicato la struttura della trama.
Buona gara!
Emiliano.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Fkafka ha scritto:Sicuramente un buon racconto, pulito e scorrevole, che mantiene alta l'attenzione del lettore. Per me potevi evitare l'indicazione spazio temporale iniziale: io da lettore distratto non l'avevo vista e per buona parte del racconto sono rimasto ancorato al dubbio se i fatti si svolgessero nel futuro o nel passato recente (Novecento) e questo mi ha bendisposto all'effetto sorpresa finale. Una cosa che mi ha disturbato è stato l'uso del c'hai e soprattutto del c'ammazzano. E' vero che i protagonisti hanno un parlato molto realistico, ma c'hai non è nemmeno una forma dialettale. c'ammazzano invece lo trovo proprio sbagliato e anche inutile visto che 'ci ammazzano' in un dialogo è comunque realistico e ci sta di sentirlo a differenza di ci hai.
A parte queste sottigliezze, direi comunque che è senz'altro un buon lavoro
Ciao Diego!
Grazie per il responso e i rilievi tecnici e critici. Ne prendo atto ma non li condivido. Il riferimento temporale era necessario per localizzare la storia ma, soprattutto, per proiettarla in un futuro altamente probabile che doveva essere riconoscibile. Non capisco come essa possa aver inciso sul colpo di scena finale.
Non sono d'accordo sul "disturbo" dovuto alle forme flesse di "ci". Quanto da te riportato è inesatto, visto che nel parlato sono anzi piuttosto frequenti, soprattutto in contesti sociali dove il dialetto è di uso comune: "C'abbiamo visto giusto", "Che c'hai detto al tuo amico?", e cose così. Ti garantisco che qui da me in Puglia sono la norma. E comunque, giusto per completezza, ho voluto verificare cosa ne pensasse l'Accademia della Crusca. Ti lascio qui di seguito il link con l'approfondimento:
https://accademiadellacrusca.it/it/cons ... -avere/201
A voler sentire l'Accademia (non gli ultimi arrivati...) addirittura la forma più precisa da un punto di vista linguistico sarebbe "cj hai detto questo", "cj hanno fatto il callo". A quanto mi risulta nessuno nel panorama delle pubblicazioni editoriali attuali si è arrischiato a usare forme flesse tanto "alte", eppure dovrebbe essere così.
In ogni caso ti ringrazio per avermi fatto riflettere su tale questione... non si finisce mai di imparare!
Buona gara!
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Fagiolo17 ha scritto:Ciao Emiliano e piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, sia nella gestione degli spazi che nella declinazione del tema. Come tuo solito porti avanti una bella narrazione a tratti sci fi (in questo caso distopico/post apocalittico) con grande maestria e conoscenza del genere.
Cosa non mi ha convinto al 100%? L’apparizione della ragazza vestita di nero. Inizialmente pensavo fosse uno dei militari, non sapendo come vestivano nel tuo mondo ho supposto potesse essere una di loro. Poi però i militari arrivano e la uccidono, quindi immagino sia un’altra sopravvissuta alla ricerca di acqua capitata lì un po’ per caso in quel momento. O addirittura una che vicino all’acqua aveva il suo rifugio.
La sua presenza non aggiunge molto alla narrazione (ma nemmeno toglie) solo non ne ho capito l’utilità.
È solamente un dettaglio, sia chiaro.
In bocca al lupo per questa edizione.
Grazie Luca, le tue parole mi inorgogliscono non poco. Ti ringrazio per gli apprezzamenti.
Le tue ipotesi sulla ragazza nel deposito idrico sono abbastanza vicine alla verità. Volevo semplicemente mostrare la crudeltà di un'epoca senza regole, dove le esigenze di sopravvivenza sono al di sopra di qualunque ordine precostituito. E infatti, nella mia visione futura appena abbozzata nel racconto, lo Stato si è ritirato dal Sud Italia, lasciando il governo dell'area alla criminalità organizzata (e in parte, purtroppo, qui da noi al Sud è già così). Quindi l'incontro di Michele e Ciro con la ragazzina rappresenta la spietatezza della lotta per la sopravvivenza.
Grazie ancora e buona Edition!
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Andrea Furlan ha scritto:Ciao Emiliano,
il tuo racconto mi è piaciuto, un distopico classico che mi ha ricordato Anna di Ammaniti. L’inferno rappresentato dalla mancanza d’acqua che è diventata il bene più prezioso e conteso, i percorsi sterrati che seguono i due protagonisti nella disperata ricerca di quel tesoro: tema decisamente centrato. Buoni i dialoghi e i beat, l’ambientazione che colpisce immergendo il lettore nell’atmosfera disperata e rovente che volevi dare. Mi ha lasciato solo perplesso la figura della ragazzina che spara e viene colpita dai soldati, sembra un po’ fuori contesto e all’inizio la descrivi velatamente come un uomo. Forse nell’economia generale non era neanche necessaria, sarebbe bastato esplorare il conflitto fra i due e i soldati.
Ciao Andrea, grazie di cuore per gli apprezzamenti e le belle parole. Per il ruolo della ragazzina, ti rispondo rimandandoti alla risposta che ho dato qui sopra a Luca.
A presto e buona gara!
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 319
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, finalmente ho il tempo per gli extra-classifica.
Allora, mi è piaciuta molto l'ambientazione (dal 2050 i problema delle risorse idriche dovrebbe raggiungere il punto critico) però ti di dirò, rispetto a Ottanta l'ho trovato piuttosto inferiore. Non ho sentito i personaggi come in quel racconto. Poi quando ho visto il poco tempo che hai usato per scriverlo ho capito tutto. Comunque ti sei guadagnato la finale quindi doppio complimento!
Bruce.
Allora, mi è piaciuta molto l'ambientazione (dal 2050 i problema delle risorse idriche dovrebbe raggiungere il punto critico) però ti di dirò, rispetto a Ottanta l'ho trovato piuttosto inferiore. Non ho sentito i personaggi come in quel racconto. Poi quando ho visto il poco tempo che hai usato per scriverlo ho capito tutto. Comunque ti sei guadagnato la finale quindi doppio complimento!
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1092
- Contatta:
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Ciao Bruce, grazie mille per la lettura.
I gusti sono sovrani, quindi prendo atto della tua valutazione. In realtà me ne sono accorto pure io che questo racconto non ha lo sprint del precedente, ma l'ispirazione è così, a volte ti viene alla grande, altre volte un po' fiacca.
Sono in finale?!? Finché non lo dirà il Sommo Antico, non ci credo! HAHAHAH
In bocca al lupo!!
I gusti sono sovrani, quindi prendo atto della tua valutazione. In realtà me ne sono accorto pure io che questo racconto non ha lo sprint del precedente, ma l'ispirazione è così, a volte ti viene alla grande, altre volte un po' fiacca.
Sono in finale?!? Finché non lo dirà il Sommo Antico, non ci credo! HAHAHAH
In bocca al lupo!!
Re: Come acqua che scorre tra le dita di Emiliano Maramonte
Dunque... Il racconto è sicuramente buono e trasmette bene le immagini che rappresenti e tutto ciò che accade. Sono però in dubbio sul fatto che sia esattamente quello che volevi rendere, nel senso che in questa versione si prefigura come una pallottola sparata in avanti senza troppi livelli di lettura mentre ho il dubbio che con l'inserimento della ragazza tu volessi lavorare sulla lotta per quest'acqua con tutti i vincoli sociali che sono venuti meno, in pieno stile postapocalittico. Il problema è che la seconda parte è troppo veloce rispetto alla prima e che tu fossi in affanno lo si evince anche dalla parte in cui trovano il deposito e lo raggiungono, mera fase di passaggio che poco aggiunge se non di portarli alla meta. Non ho ben capito neppure come pensassero di mantenere la priorità sull'acqua se Michele aveva capito che lo stesso esercito vi si stava recando. Insomma, un buon racconto che si legge bene, ma che mi ha lasciato alcune perplessità. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
Torna a “177° Edizione - Ignoranza Eroica Edition - la TERZA dell'UNDICESIMA ERA”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite