Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per lunedì 20 novembre 2023 alle ore 21.00 con un tema di Jack Sensolini e Luca Mazza!
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Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 21 novembre 2023, 1:57

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BENVENUTI ALLA IGNORANZA EROICA EDITION, LA TERZA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 177° ALL TIME!

Questo è il gruppo VILUPERA della IGNORANZA EROICA EDITION con JACK SENSOLINI e LUCA MAZZA come guest star.

Gli autori del gruppo VILUPERA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MATTANZA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo APOCALEMME.


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da JACK SENSOLINI e LUCA MAZZA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo VILUPERA:

Orbita, di Luca Fagiolo, ore 00.22, 4946 caratteri
Il bis, di Andrea Crevola, ore 00.59, 4971 caratteri
Carlos, di Giovanni Pratesi, ore 00.36, 3961
Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo, ore 23.32, 4966 caratteri
Hongana, di Andrea Furlan, ore 01.21, 4984 caratteri MALUS 4 PUNTI
SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia, ore 00.09, 4979 caratteri
Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer, ore 23.49, 3079 caratteri
Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti, ore 23.59, 4989 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo MATTANZA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo MATTANZA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo MATTANZA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA IGNORANZA EROICA EDITION A TUTTI!



Ragazzo
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 21 novembre 2023, 19:36

Buonasera a tutti. Io sono nuovo per cui questi sono i miei primi commenti (che tra l'altro li avevo inseriti nel posto sbagliato).

Orbita
di Luca Fagiolo

Il racconto è scritto bene, descrizioni molto puntuali. Tuttavia il tema è “L’inferno non ha mappe” e qui invece mi sembra di capire che una mappa ci sia e ben definita, o per lo meno è Sileno che indica loro la rotta da seguire. Oppure non ho capito bene io il racconto. In ogni caso il racconto ha un finale che lascia troppo in sospeso per una storia breve. Dovrebbe essere più conclusiva secondo me.



Il Bis
di Andrea Crevola

Ok, qui l’inferno non ha mappe è una metafora un po’ stiracchiata. Nel senso che, voglio dire, anche senza google maps si può riuscire a vivere lo stesso. Sembra quasi che tu dica che viviamo in un inferno se non abbiamo la tecnologia, mentre invece è decisamente più un inferno quello stronzo del suo ex. Questo racconto purtroppo non mi ha convinto. Faccio notare anche un errore nella narrazione:

Ines affonda i denti e assaggia il sangue.
Fabio si afferra la mascella con entrambe le mani.
D’istinto, esce dall’auto e corre.
«Vaffanculo puttana!» urla Fabio dalla strada.

Scritto in questo modo sembra che sia Fabio che esce dall’auto perché lo scrivi subito dopo che si è afferrato la mascella, tant’è che dici anche che Fabio urla dalla strada, quindi sembra proprio che sia lui ad essere uscito dall’auto.
Infatti quando dopo dici che cerca un albero o una roccia per proteggersi, si capisce che è lei, ma è troppo tardi, perché hai già perso il lettore per strada.
Se mi permetti, il periodo andrebbe riscritto così:

Ines affonda i denti e assaggia il sangue, per poi scappare fuori dall’auto.
Fabio si afferra la mascella con entrambe le mani. «Vaffanculo, puttana!» le urla dietro.
Ines cerca un albero, una roccia che la protegga.

Ecco, molto più semplice e lineare.



Carlos
di Giovanni Pratesi

L’idea è bella, sentimentale, toccante, ma purtroppo il testo è scritto un po’ male, ci sono molti refusi, ripetizioni. Qui il tema, l’inferno non ha mappe, sembra volersi riferire al fatto che qualsiasi tragedia può accadere dovunque in qualsiasi momento, tra l’altro colpendo chiunque anche i bambini. E poi, perché ci sono tutti quegli spazi e non ci sono tra i discorsi diretti? Anche l’impaginazione di un testo vuole la sua parte, perché anche questa confusione di spazi e non spazi può rubare l’attenzione del lettore, con il rischio di perderlo per strada.
In conclusione, l’idea c’è e per me è buona, ma andrebbe sviluppata meglio.



Destra o Sinistra?
di Gaia Petruzzo

Questo racconto è scritto abbastanza bene, qualche refuso qua e là ma niente di che. Il tema è sviluppato in modo ironico, anche se a ben pensarci mi sembra un po’ stiracchiato, anche perché se l’inferno non ha mappe, qui in realtà sembra che ce l’abbia ben precisa e cioè che deve venire da Est, da destra.
Non so, mi spiace, ma non mi ha convinto.



Hongana
di Andrea Furlan

Questo racconto è scritto molto bene, ma non ho capito cosa voglia dire. Rileggendo la parte iniziale, si capisce che i quaderni che lui trova alla fine sono gli stessi su cui scriveva la ragazza. E quindi? Qual è il collegamento tra le due parti? C’è uno stacco di anni che però non è scritto da nessuna parte? E quindi si potrebbe trattare di un paradosso temporale? Non si capisce. E il collegamento con il tema qual è? Dov’è l’inferno non ha mappe? Mi spiace, ma in questo racconto sembra mancare qualcosa per capirlo appieno. Peccato, perché è davvero scritto bene.



Solo carne
di Maurizio Chierchia

Bello, scritto bene e l’inferno non ha mappe ci sta tutto. Unica nota, ma credo che sia fondamentale: il punto di vista. È chiaro che il voler narrare in prima persona e al tempo presente può dare un’immediatezza delle scene molto forte ed efficace. Ma è plausibile? Una ragazza messa così male come è la protagonista, sia fisicamente ma soprattutto mentalmente, potrebbe “raccontare” ciò che racconta con delle descrizioni così fini? Non lo so. Poteva essere messo al passato remoto, come se lo stesse raccontando dopo che i fatti sono accaduti e quindi mentalmente stabile, ma alla fine lei muore e quindi non è possibile. Allora perché non usare semplicemente la terza persona? Il risultato non sarebbe stato lo stesso?



Dietro alla facciata
di Alexandra Fischer

Sembra l’inizio di un racconto più lungo. Mi lascia con un sacco di domande ma nessuna risposta. Che cos’è una creatura scagliosa? I protagonisti se le ritrovano davanti, ma tu non le descrivi e quindi il lettore non le vede. Ma dove ci troviamo? In una città reale? In un sogno? In un videogioco? All’inferno? Il tema può anche starci, ma ripeto, il racconto sembra un’estrapolazione da una storia più lunga dove immagino possano esserci tutte queste risposte.



Il sacrificio del cavallo
di Diego Barsotti

Il racconto è scritto bene, e l’idea è molto bella, ma 5000 caratteri sono troppo pochi per rendergli veramente onore. Citi molti nomi e fatti che andrebbero sviluppati di più in modo che il lettore possa capire e afferrare bene la portata di quello che stai raccontando, perché se il lettore non ha una buona preparazione culturale sull’olocausto e la seconda guerra mondiale, ma anche sugli scacchi, rischi di perderlo per strada. Cosa che non capiterebbe con un racconto più lungo o addirittura in un romanzo, dove c’è lo spazio più che sufficiente per far immergere il lettore in quei fatti, anche se a digiuno di essi.
Per cui, secondo me, questo racconto merita di essere sviluppato ulteriormente.



Ed ecco la mia classifica:

1. Solo Carne di Maurizio Chierchia
2. Il sacrificio del cavallo di Diego Barsotti
3. Hongana di Andrea Furlan
4. Destra o sinistra di Gaia Peruzzo
5. Carlos di Giovanni Pratesi
6. Dietro alla facciata di Alexandra Fischer
7. Orbita di Luca Fagiolo
8. Il bis di Andrea Crevola

Cinzia Fabretti
Messaggi: 157

Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 25 novembre 2023, 16:06

Eccomi a lasciare la classifica. Solita premessa, scontata eppure è vero: tutti i racconti meritano tanto, tutti sono particolari e hanno dei pregi. Ho dovuto decidere quali erano a mio avviso i più originali e riusciti, e mi dolgo di dover usare per qualcuno una posizione di classifica che sembrerebbe ‘bassa’. Scusate, autori delle ultime posizioni, il regolamento è dolorosamente rigido.

1)Orbita di Luca Fagiolo
2)Solo carne di Maurizio Chierchia
3)Il sacrificio di cavallo di Diego Barsotti
4)Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo
5)Il bis di Andrea Crevola,
6)Hongana di Andrea Furlan
7)Dietro alla facciata di Alexandra Fischer
8)Carlos di Giovanni Pratesi

Orbita
Bentrovato, Luca. Il tuo è il racconto più ‘esagerato’ del gruppo, quello dall’ambientazione e dal personaggio più a ‘effetti speciali’. Trovo giusto premiare questo impegno anche se i limiti di battute ti hanno impedito di far emergere al momento adatto taluni particolari opportuni; intendo dire che il fatto che abbiamo a che fare con un satiro, per esempio, non è subito evidente e questo al lettore dispiace. Anche il fatto che Caronte sia morto è una invenzione interessante, ma che avrebbe dovuto essere più chiara per chi legge, con la conseguenza non scontata che il suo posto sia vacante. Insomma, qualcosa manca all’eccellenza, ma sono abbastanza convinta che di meglio, con tempi e caratteri così stretti, non si potesse. Per questo ti voto con coscienza tranquilla: per me, il tuo è il racconto migliore del gruppo
Il bis
Buongiorno Andrea, hai scelto un argomento purtroppo assai adatto a rappresentare un inferno terreno. E hai creato anche un valido scenario in cui l’angoscia cresce con naturalezza nel lettore. Ho apprezzato molto tutta la sequenza fino alle ultime scene. Solo qui (a parte l’appunto sulla rossa piccola che condivido) trovo un paio di inciampi. Il primo è nel fermarsi dell’aggressione. Cosa si era proposto l’uomo? Recuperare il rapporto? Improbabile, non l'avrebbe portata in un luogo così isolato mentre dormiva, è chiaro che lei si sarebbe spaventata e più che mai avrebbe rifiutato di riallacciare una storia. Cosa voleva allora, punirla? Quasi certo. E ci sta il tentato stupro, che questi soggetti dalla mentalità distorta non ritengono riprovevole, bensì esercizio di una legittima forma di punizione.
Ma se questa è la situazione, non è coerente che lui si fermi per un morso e decida ‘solo’ di mollarla lì. Soprattutto se ignora che ha il telefonino scarico e quindi che non abbia il mezzo per avere immediati soccorsi.
Avrei visto più logico, a questo punto, nella scena finale, lei che disperata vede spegnersi lo schermo mentre lui con una torcia sciabola nel buio cercandola. Un finale più amaro e realistico, senza però dover entrare in descrizioni cruente. Detto questo, per me il tema è centrato in modo molto efficace, e mi resta il problema di coscienza di come inserirlo in una classifica con troppi racconti molto buoni.
Carlos
Buongiorno Giovanni, il tuo racconto ha delle particolarità su cui ho avuto bisogno di riflettere. Nella parte iniziale si segue bene lo smarrimento del protagonista, la scoperta di essere morto, il terrore di non vedere nulla e di essere torturato da voci che infliggono sofferenza fisica. E qui comincia a stridere qualcosa, perché per un verso soffre fisicamente (ci frusteranno) ma d’altra parte non si 'sente' un corpo, nulla funziona. Come cade, come percepisce odori? E la mappa che avrebbero di fronte, è una presa in giro dei demoni? Le domande restano in sospeso, mentre nella chiusa subentra l’apparizione del figlio angelo che si immagina lo condurrà via. Consolante, ma dunque non era un inferno in senso tradizionale? Si tratta di un oltremondo oscuro che non è una condanna irreversibile, ma un restare in balia di demoni finché una persona amata non ci riscatta? E chi non ha avuto la buona sorte di un amore? Non so, mi ha lasciato diverse domande insolute e questo, in generale, ha ridotto alquanto il mio gradimento del racconto.
Destra o sinistra?
Ciao Gaia, partiamo dalle cose migliori: bella l’idea di fondo e molto bella l’ambientazione. Godibili tutte le scene fino all’incontro-scontro con la ragazzina ridotta all’accattonaggio. Qui ho avuto qualche perplessità. Come mai Orbo, tutto chiuso nella sua preoccupazione, si interessa a lei?
Perché un’accattona è ferma in un vicolo, invece di essere in un punto di passaggio? Ma soprattutto che risposta è: cercavo di salvare il mondo? Infine, nel momento in cui a Orbo arriva la coltellata, ho avuto difficoltà a immaginare come una persona fisicamente piccola, molto giovane, priva di una gamba e di un braccio, fosse passata da essere stata buttata a terra malamente a stare eretta a sufficienza da infliggere una ferita mortale a un uomo vigoroso. Tranne non fosse in realtà un demone, un essere non umano, cosa che però avremmo dovuto poter sospettare per qualche indizio. Questo diminuisce appena di un soffio il mio giudizio sul racconto, che resta molto buono, mi è davvero piaciuto.
Hongana
Gentile Andrea, sono in difficoltà a stabilire se il tema sia stato del tutto centrato. L'inferno evocato, consistente nella trasformazione di un bellissimo angolo di mondo in un luogo brullo, dove il passaggio delle macchine umane hanno dissacrato ogni cosa, è concettualmente valido ma reso in modo a mio avviso diluito. La prima parte con la ragazza l'ho trovata distraente, una introduzione lunga che porta in una direzione sbagliata. Tanto che ho dovuto rileggere e riflettere, per individuare il tema, aiutandomi poi con quanto aggiungi nei commenti per trovare conferma. Molto buone sono peraltro le descrizioni, credo che se avessi reso più chiari i pensieri e le sensazioni del protagonista, lasciandoci vivere con lui un vedere in modo nuovo il paesaggio, cercando con lui una cascata che non c’è più e visitando una grotta sacra che nessuno ricorda più, la mia valutazione sarebbe stata migliore. Buona edition!
SOLO CARNE
Buongiorno Maurizio, la prima lettura è stata di puro orrore. Hai saputo ricreare un vero inferno, tragicamente realistico. Alla seconda lettura, finalizzata al commento, ho notato qualche particolare su cui voglio fermarmi un istante. Ventidue donne. Ecco, mi hai fatto immaginare una persona così alienata che mi sembra stonato abbia contato i corpi sdraiati nel camion. Conversare. È talmente inverosimile che qualcuno pensi di conversare in simili condizioni, che il termine sa di sarcasmo. Ma la donna che descrivi mi sembra ormai esausta, lontana dal poter usare sarcasmo. Pur se nei suoi pensieri, non avrei scelto questa parola. Ma queste sono sfumature di nessun conto. Invece la cosa che meno vedo adeguata è che i clienti siano persone facoltose, da valigetta di soldi. Perché penso che persone ricche si rivolgerebbero piuttosto a squillo d'alto bordo. Possono permettersi merce (per usare la tua crudezza) migliore. Avrei visto queste donne offerte piuttosto in zone di guerra, magari a dei miliziani, a dei mercenari che non abbiano occasioni migliori per avere una donna. Detto questo, il racconto è coerente, con un finale chiaro, e centra il tema in modo pieno, senza dubbio è da alta classifica.
Dietro alla facciata
Gentile Alessandra, l'ambientazione è certo 'infernale' e vivida. Concordo con chi ha già commentato che diverse sbavature andrebbero corrette, come lo sconosciuto che le taglia la strada da dietro che non è immediatamente visualizzabile, e come la borsa da cui estrae un fucile, che lascia davvero perplessi. Il problema vero a mio avviso è però il non chiudersi della vicenda: resta troppo in sospeso ciò che accade dei due e degli umani in generale, hai fissato in questa pagina più una scena di una storia che un racconto. Che poi sia un esercizio diabolico scrivere un racconto completo di ambientazione e finale con i limiti di tempo e battute di minuti contati... di questo sono tristemente consapevole e hai tutta la mia solidarietà. Devo però fare una qualche valutazione in rapporto agli altri autori del gruppo, e trovo, per il motivo che ti dicevo su, il tuo racconto un po’ meno soddisfacente di altri.
Il sacrificio del cavallo
Buonasera Diego, ho letto con grandissimo piacere il tuo racconto, apprezzandone molto l'ambientazione. Ho inteso senza difficoltà la trama, con l'unica eccezione del perché dal piano ordinario si passi, davanti alla scacchiera, a quello soprannaturale. Perché il pedone di muove da solo? E perché a ogni mossa debole una sorta di scossa elettrica percuote Haas? Se questo passaggio avesse avuto una spiegazione coerente, anche fantasy, sarebbe stato il massimo. Così, per me, manca qualcosa. Peccato, sarebbe stato il mio favorito per l'argomento e per l'atmosfera resa splendidamente. E comunque, resta un bellissimo racconto.

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Robin
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 25 novembre 2023, 21:10

Eccomi qui con la tanto sofferta classifica...

1 - Hongana, di Andrea Furlan,
2 - SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia,
3 - Il bis, di Andrea Crevola,
4 - Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo,
5 - Orbita, di Luca Fagiolo,
6 - Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer,
7 - Carlos, di Giovanni Pratesi,
8 - Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti,

Ho basato la valutazione su questi personalissimi parametri:

» Quanto mi sono ritrovato a viaggiare mentalmente nella storia?
» Quanto ho empatizzato emotivamente con i personaggi?
» La mia lettura è stata fluida oppure mi sono interrotto?
» Il tema/ambientazione scelta mi sono piaciuti (è personale)?
» Come mi sembra l'approccio al tema proposto?

Una considerazione, io sono uno scrittore super-principiante ed ho iniziato il mio viaggio da pochissimo perciò ogni considerazione e valutazione l'ho fatta nella veste di "Lettore"... ecco, in questa veste posso dire di essere un veterano :-P XD

Ho commentato in maniera più approfondita sotto ad ognuno dei racconti, ma metto qui le mie considerazioni riassuntive.

1 - Hongana, di Andrea Furlan,

Ammetto di essere stato indeciso fino all'ultimo se mettere Hongana come primo o secondo, l'ho messo qui perché se non fosse per un piccolo passaggio il racconto sarebbe stato perfetto. Mi sono trovato immerso nella lettura, l'ambientazione mi è piaciuta e trovo che il tema sia stato sviluppato in maniera originale. La cosa che più mi ha colpito è stata la capacità di Andrea nel farmi visualizzare un'ambientazione di cui non avevo mai letto nulla, è stato capace di pescare nell'immaginario del quotidiano e con poche pennellate la scena era lì: non ero mai stato in una miniera a cielo aperto... ora invece sì.

2 - SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia,

Il racconto di Maurizio è stato molto duro. Non l'avrei mai letto se non fosse stato un "compito" di Minuti Contati... ma ora che l'ho letto posso dire che è stato emotivamente impattante, coinvolgente e senza dubbio emozionale. L'unico dettaglio che non mi è piaciuto è la chiusura, dopo averne parlato con Maurizio in realtà ho compreso la sua scelta ma in prima battuta, sono rimasto con l'amaro in bocca e mi è sembrato come se una bella opera fosse stata deturpata con una sensazione spiacevole che non avrei voluto.

Prima di continuare vorrei dire una cosa: Hongana e Solo Carne sono al primo e secondo posto solo perché ho DOVUTO scegliere, altrimenti li avrei messi primi a parimerito.

3 - Il bis, di Andrea Crevola,

Bel racconto questo di Andrea, fluido, facile da immaginare. Purtroppo però non mi ha coinvolto molto emotivamente e mi sono perso via in un paio di punti. Devo dire comunque che l'interpretazione del tema mi è piaciuta e il gioco con il conto alla rovescia (la batteria che si stava scaricando) è stato divertente. Anche in questo caso devo dire che il racconto è scritto bene, magari avrei gestito meglio la fase in cui mi sono ritrovato a leggere della ragazza addormentata.. ma come ci è finita in questa situazione? Andrea mi ha ben spiegato quello che aveva in mente ed in effetti regge: semplicemente hanno fatto tardi e si è bevuta molto più che due birre. Purtroppo però da lettore questa cosa non l'avevo colta e la lettura ne ha perso. Comunque.. bravi ragazzi scrivete bene!

4 - Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo,

Ecco ci al racconto di Gaia! Anche in questo caso avrei dato un parimerito con il terzo posto. Bella l'ambientazione, originali i personaggi incontrati, super interessante la parte in cui il protagonista è uscito dalla carrozza, quella parte lì mi è proprio piaciuta, ho vissuto al 100% il passaggio da silenzio a caos, da solitudine a confusione, brava! L'unica cosa che mi è mancata è che non ho vissuto appieno l'inferno del protagonista, razionalmente ho capito che si è ritrovato in una situazione senza scampo e più inferno di così non so cosa possa esserci, il problema è che questa cosa non l'ho sentita nello stomaco. Quindi forse è stato più un problema di idea che di stile di scrittura. Infatti lo stile mi è piaciuto, ho letto tutto di un fiato!

Altra considerazione extra...

Da qui in poi ho trovato un salto, come lettore (quindi un parere totalmente personale) ho trovato troppe situazioni che mi hanno fatto arricciare il naso, non mi hanno fatto godere della lettura e mi hanno fatto perdere il flusso. Il punto non è che gli autori non sanno scrivere, ma che probabilmente non sono riusciti a mettere giù quello che volevano, infatti mi sono reso conto che hanno avuto idee ambiziose, quindi BRAVI! Magari questa volta non è andata, e chi punta in alto è più facile che sbagli, ma questa è una palestra quindi.. TOP!

5 - Orbita, di Luca Fagiolo,

Il racconto di Luca è forse quello su cui sono stato combattuto perché ho avuto modo di chiacchierare con lui e sentire le sue spiegazioni che, se avessi ascoltato prima della lettura, avrebbero fatto fare qualche passo in alto al suo racconto. Quindi mi sono chiesto "Dovrei metterlo in classifica per come ho percepito il racconto senza le sue spiegazioni o dopo che me le ha fornite?" Non sono certo di aver fatto la scelta giusta ma ho preferito votare in base alla prima lettura, come se fossi un lettore neutrale e devo dire che il suo racconto mi ha reso la lettura difficile, ho faticato ad immaginare ciò che intendeva e per questo mi sono bloccato troppe volte. Peccato, credo che sia stato penalizzato, anche lui, dalla lunghezza massima del racconto, con più spazio credo che avrebbe scritto qualcosa di TOP infatti il suo stile è chiaramente un buono stile!


6 - Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer,

Non è stato facile segnare gli ultimi 4 posti, che onestamente avrei potuto mettere tutti allo stesso livello. Anche nel caso di Alexandra ci sono un sacco di cose buone, ad esempio l'ambientazione mi ha intrigato tantissimo, la troverei adatta persino per un romanzo! Il problema è che il racconto in se mi è sembrato "fermo", come se non fosse cambiato nulla tra l'inizio e la fine e questo per me è stato un po' un problema. Ci sono anche alcune descrizioni che ho faticato a cogliere e questo purtroppo ha bloccato la lettura. Spero di rileggere qualcosa di Alexandra con questo tema, magari qualcosa di più lungo con più spazio per sviluppare quello che ha in mente!

7 - Carlos, di Giovanni Pratesi,

Il problema di questo racconto è solo uno: è troppo ambizioso per essere scritto in così poco spazio. In pratica è come se non ci fosse nulla da visualizzare ed è come se Giovanni volesse trasmettere unicamente le sensazioni dei personaggi ed è come se tutto fosse avvolto dal buio. Ma fare una cosa del genere in 4 ore è difficilissimo e purtroppo non permette al lettore di viaggiare mentalmente nel racconto. Inoltre ho trovato molti refusi... e questo è un problema per chi legge :-(

8 - Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti,

Purtroppo mi sono perso per strada tantissime volte. Sento che dietro a questo racconto c'è tantissimo potenziale e credo che Diego abbia grande conoscenza dell'argomento. Il problema è che, forse per i troppi nomi, forse per i troppi tecnicismi, ma per me la lettura è stata davvero difficile. Non sono riuscito a capire la vicenda e ho faticato ad immaginare la maggior parte del testo. Probabilmente se avessi conosciuto i personaggi a cui fa riferimento sarebbe cambiato tutto, ma così sono talmente fuori target che il racconto mi ha tagliato fuori.
Robin Ki
Be a King, the Kingdom will come.

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GiulianoCannoletta
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 26 novembre 2023, 10:25

Eccomi qua! Commenti e classifica, complimenti a tutti e tutte, il tema non era affatto facile.

1) SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
2) Il bis, di Andrea Crevola
3) Orbita, di Luca Fagiolo
4) Hongana, di Andrea Furlan
5) Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
6) Carlos, di Giovanni Pratesi
7) Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti,
8) Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer


Orbita, di Luca Fagiolo
Hai sperimentato uno stile più ricercato del tuo solito e il testo, a mio avviso, ne paga un po' lo scotto, soprattutto nell'incipit che mi pare la parte più critica. A rileggerlo credo che già con una diversa gestione dei punto-a-capo, lasciando allo sguattero/ sguardo di giada/camicia un capoverso tutto suo, sarebbe risultato più chiaro.
Il meglio, secondo me, lo danno i dettagli vividi che distribuisci nel testo, l'occhio che schizza fuori, lo schienale appiccicoso, le gocce come chicchi d'uva... È una caratteristica dei tuoi racconti che mi piace sempre un sacco.
Sileno che vuole sostituire Caronte all'inferno è un bel personaggio, ma mi è mancato qualcosa che mi aiutasse a empatizzare di più con lui e soffrire per la sua impresa. Cosa spera di ritrovare dopo tanto tempo? Perché se n'era andato? O ancora, cosa si sta lasciando alle spalle venendo via dalla Terra? (sappiamo solo che si è stufato)
Credo che anche solo una di queste informazioni, fatta emergere durante il racconto, avrebbe dato ancora più tridimensionalità al protagonista.


Il bis, di Andrea Crevola
Il racconto mi è piaciuto molto, sia nell'interpretazione del tema che nello stile, molto solido, in particolare nell'uso che fai di alcuni dettagli per rendere più vivida e reale la scena.
Visto che siamo già su un ottimo livello ti dico come per me potrebbe migliorare ancora.

"Il telefono di Ines ha ancora il 20% di batteria." Qui, al primo impatto, pare di trovarci di fronte a una telecamera esterna (o almeno esterna al pdv di Ines), questo perché hai usato il nome proprio come complemento. È un peccato perché invece il racconto prosegue con una focalizzazione su di lei. Il mio consiglio è, nella terza focalizzata, di usare il nome proprio solo come soggetto. È importante soprattutto nelle prime righe e negli incipit, perché aiuti subito il lettore a orientarsi nella storia.

"Fabio si afferra la mascella con entrambe le mani.
D’istinto, esce dall’auto e corre."
Come ti è stato segnalato, questo passaggio crea fraintendimento, perché l'ultimo soggetto è stato Fabio, ma l'azione successiva la compie Ines. È vero che a senso si capisce, ma stride un po' e rallenta la lettura. Purtroppo nella terza persona, anche se focalizzata, è sempre meglio ribadire il soggetto a ogni "cambio" di azione (per questo la prima spesso è più semplice da usare).

Come vedi sono sottigliezze, perché mi è parso molto ben scritto.


Carlos, di Giovanni Pratesi
Una declinazione del tema letterale, con dei tratti molto delicati.
Hai reso bene il protagonista spaesato. Forse avrei voluto sapere prima alcune informazioni su Carlos, ad esempio l'età, mi avrebbero aiutato a orientarmi meglio.
È un racconto che si basa molto sui dialoghi, e in buona parte fanno il loro dovere. Ti segnalo solo questo:

"Non ci riesco, ho perso la capacità di usare il mio corpo. Mi sono scordato di tutto, di cos'è un braccio o come si usa una gamba" che non mi ha convinto molto, perché mi è parso un po' forzato.

Molto bella la scena finale.


Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
Racconto molto ben scritto, e interessante interpretazione del tema.
La prima parte, quella con la sibilla, mi è piaciuta di più, sei stata abile soprattutto nei dialoghi che caratterizzano bene i personaggi.
La seconda parte e la conclusione mi sono parse un po' più confuse, ma tutto sommato trasmettono bene la confusione che prova il protagonista, pensando cercando di capire da che parte può arrivare la sua morte.


Hongana, di Andrea Furlan
Un racconto scritto davvero molto bene, la cosa che mi ha più colpito sono le descrizioni vivide e l'ambientazione che emerge con naturalezza, aspetti che permettono un'ottima immersione nella storia.
Tuttavia sono arrivato alla fine un po' freddo e mi sono chiesto cosa mi fosse mancato.
Mi pare che tu sia stato molto bravo a mettere il protagonista in scena, caratterizzarlo con le sue azioni, ma non si comprendono fino in fondo le motivazioni che lo muovono, i suoi pensieri, e quindi si fatica a capire dove la storia voglia andare a parare.
Per arricchire il racconto potresti dare più rotondità alla voce narrante, magari usando pensieri indiretti che accompagnano le sue azioni.


Solo carne, di Maurizio Chierchia
Davvero un bel racconto, crudo e angoscioso. Ottima declinazione del tema.
Anche io ho notato una voce narrante forse un po' troppo lucida rispetto alla situazione in cui è immersa, ma rimane così per tutta la durata del raconto, quindi appare coerente.
Forse mi è mancato un "prima", anche nei pensieri della protagonista, un qualche ricordo del suo passato, una speranza a cui magari aggrapparsi in mezzo a quell'orrore, e a cui rinunciare del tutto nel gesto finale.
Sottigliezze, comunque. Per me un'ottima prova.


Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
Una storia dove emerge una bella dose della tua fantasia, mi piacciono molto i mondi che riesci a immaginare e questo non fa eccezione.
A mio avviso, potresti lavorare un po' sul finale e renderlo più avvincente. Mi piacciono i finali aperti, ma in questo caso mi pare che manchi qualcosa, per esempio un obiettivo, una direzione per i nostri due protagonisti.
A parte questo aspetto, è un buon racconto e mi è piaciuto.


Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti,
La tua scrittura è evocativa e la storia che racconti è molto interessante, ma a mio avviso soffre di due problematiche. La prima è di essere a sua volta agganciata a un'altra storia e senza conoscerla si fa fatica a ricostruire tutti gli avvenimenti. La seconda, come tu stesso dici, è di essere il risultato di numerosi tagli, per cui alcuni passaggi sono poco chiari e, soprattutto, accelerati. Si perde quindi parte della tensione che sono sicuro fosse presente nella tua prima stesura.
Sono certo che col tempo riuscirai a regolarti meglio sui caratteri di minuti contati e a scrivere testi che non necessitano di troppi tagli.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 26 novembre 2023, 22:06

Eccomi qui con la mia sofferta classifica. Complimenti a tutti per i bei racconti che avete scritto. Leggervi è sempre un piacere, classificarvi sempre un’agonia.

1.Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo
2.Il bis di Andrea Crevola
3.Hongana di Andrea Furlan

4.Solo carne di Maurizio Cerchia
5.Il sacrificio del cavallo di Diego Barsotti
6.Orbita di Luca Fagiolo
7.Dietro la facciata di Alexandra Fischer
8. Carlos di Giovanni P

Orbita di Luca Fagiolo

Ciao Luca,
sempre bello leggerti!
Allora, devo dire che mi è piaciuto molto come hai scritto questo racconto. Il tuo stile è sempre ottimo, ma mi sembra che in questo caso sia anche più ricco. Avrei evitato le "e" dopo le virgole e ti è scappato un verbo, ma mi sembra proprio un'inezia.
Per quanto riguarda la storia, apprezzo che tu ne abbia costruita una così ricca, però sono d'accordo sul fatto che ci sono dei passaggi un po' confusi. Ho visto che hai già spiegato dettagliatamente le tue intenzioni nelle risposte ai commenti precedenti quindi non ho altre delucidazioni da chiederti. Io avevo capito la situazione, ma anche io ho faticato a visualizzarla in alcuni punti. Nulla di drammatico, comunque. Hai scritto un racconto ambizioso per il numero di caratteri datoci a disposizione e, considerando le descrizioni particolareggiate che hai voluto usare, che venisse fuori un po' ellittico o non chiarissimo era un rischio. Comunque una buona prova!

Il bis - Andrea Crevola

Ciao Andrea,
piacere di averti letto.
Devo dirti che quella della violenza di genere era la prima declinazione del tema a cui avevo pensato, ma a causa dei recenti fatti di cronaca non me la sono sentita di seguire quella strada per un'infinità di ragioni che non starò qui a spiegare.
Sono contenta però che l'abbia fatto tu. Il racconto è ben scritto, fluido, ci si immedesima, purtroppo, facilmente. Non indugi troppo su particolari che renderebbero quel dolore, quel sopruso, pornografico. Sei quindi riuscito a mantenere comunque una delicatezza che ho apprezzato. Inoltre, il fatto che questo testo sia stato scritto da un uomo, mi fa ancora più piacere.
Per me una buona prova.

Carlos - Giovanni P
Ciao Giovanni,
piacere di averti letto.
Come ti hanno già segnalato altri, i refusi e gli errori nell’uso della punteggiatura non aiutano, mioddio, nulla di che, probabilmente a una seconda e più attenta lettura vi avresti posto rimedio e in contest come questo sono errori più che perdonabili, però devo ammettere che mi hanno distratta parecchio.
Apprezzo il tocco delicato e sentimentale che hai dato al tuo racconto, ma devo ammettere
che non mi ha avvinto. Ho trovato i dialoghi troppo didascalici e molti passaggi un po’ confusi.
Grazie comunque, a rileggerci.

Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo

Gaia, ciao,
piacere di averti letto.
Il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto. Lo trovo scritto davvero molto bene, è facile immaginarsi le scene che descrivi, crei un’atmosfera molto godibile e la lettura scivola via che è un piacere. Ho apprezzato anche molto la declinazione del tema che hai dato. Secondo me hai fatto davvero un ottimo lavoro. Se proprio devo trovare un neo, diciamo che mi aspettavo un finale più sorprendente, mentre, secondo me, il climax che stai creando scende un po’, ma è proprio un’inezia perchè funziona.
Complimenti!

Hongana di Andrea Furlan

Ciao Andrea,
eccoci di nuovo. Ti sarai stancato di me, ma, ahimè, ti tocca di nuovo. Ho buone notizie però: il tuo racconto mi è piaciuto. Mi è piaciuta la declinazione realista che hai dato, la critica sociale che fai e il sentimentalismo per nulla stucchevole tutto contenuto in quell’immagine dei quaderni impilati dai bambini per gli spiriti. Quindi bene, io direi che è una prova molto buona. Sullo stile, niente da dire. Scorre bene.



SOLO CARNE di Maurizio Cerchia
Ciao Maurizio,
piacere di averti letto!
Il tuo racconto mi è globalmente piaciuto: ho apprezzato (e sofferto) la declinazione che hai dato al tema e, ma questo come sempre, il tuo stile fruito, chiaro, netto, nitido. Hai restituito molto duramente e bene al lettore la crudezza della storia che hai scelto. L’unica cosa che non mi ha convinta molto - ma penso sia soggettivo - è che ti ho trovato in alcuni punti didascalico, quando era già tutto molto chiaro e penso sarebbe stato più efficace se avessi esplicitato meno il messaggio in alcuni passaggi. Ti faccio un esempio: “Ma ovunque sia, quella ragazzina smetterà di vivere.”. è un’opinione personale, ma frasi come questa secondo me forzano un messaggio già evidente. Il finale regala speranza e questo è molto bello, anche se personalmente lo trovo un finale, ahimè, un po’ difficile, tuttavia possibile per cui non commenterò oltre.
Detto questo, la tua è una prova buona. Un bel pugno allo stomaco.


Dietro alla facciata di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra,
piacere di averti letto!
Allora, mi ha colpito l’inizio un po’ hard boiled e l’ambientazione, così particolare, che delinei bene in questa manciata di caratteri. Tuttavia, anche io ho trovato il finale un po’ sottotono rispetto al resto del testo e la stesura di alcune battute un po’ ostica alla lettura. I clichè narrativi che talvolta mi infastidiscono qui funzionano bene per la caratterizzazione dei personaggi.

Il sacrificio del cavallo di Diego Barsotti

Ciao Diego,
piacere di averti letto!
Non conoscevo l’opera di Maurensig, quindi, per cogliere davvero il senso del tuo racconto (che comunque funziona anche senza avere questo riferimento letterario, ma si fatica un po’ di più a starti dietro), mi sono informata. L’idea è buona e l’ho apprezzato. Katy ti ha ben sottolineato cosa rende un po’ complessa la lettura, che comunque ho trovato gradevole. Dei caratteri risicati hanno già parlato tutti. Insomma, una prova abbastanza buona, ma che non mi convince del tutto, specie rispetto al tema del contest.

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antico
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 27 novembre 2023, 14:30

Cinque classifiche ricevute. Oltre alla mia ne dovete ricevere altre quattro.

Sira66
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 27 novembre 2023, 15:00

1 - Solo carne, di Maurizio Chierchia
2 – Orbita, di Luca Fagiolo
3 - Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo

4 - Il bis, di Andrea Crevola
5 – Hongana, di Andrea Furlan
6 - Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
7 - Dietro alla facciata di Alexandra Fischer
8 - Carlos di Giovanni Pratesi

Solo carne di Maurizio Chierchia
Ciao Maurizio. Tema tosto il tuo, che secondo me hai reso in maniera credibile. L’angoscia, la paura, lo schifo, si percepisce tutto. E se questo non è un inferno non so proprio cos’altro possa esserlo. La prima persona interpreta bene il flusso di coscienza della protagonista, forse un po’ troppo lucida.
Tu scrivi sempre bene e anche questa volta non ho niente da sottolineare di particolare. Buona gara.

Orbita di Luca Fagiolo
Ciao Luca. Racconto aderente al tema e molto energico, l’atmosfera infernale in varie accezioni si coglie bene. Sileno è un personaggio ben riuscito, sullo sfondo il povero sguattero in balìa, è altrettanto definito. Il testo è scorrevole per lo più, noto solo alcuni punti in cui mi sono bloccata – ma sono davvero puntigli - tipo: Si accomodò sullo scranno macchiato di sangue, tiepido e appiccicoso sulla pelle della schiena avrei modificato quella preposizione perché ho pensato si riferisse ancora allo scranno, forse bastava aggiungere un possessivo per chiarire (es. contro la sua pelle) anche se capisco che sarebbe stato una ripetizione, quello nella frase successiva.
Molto bene direi. Buona sfida.

Destra o sinistra? Di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, piacere di conoscerti. Il tuo racconto mi ha catturata: hai molta cura per i dettagli e l’ambientazione e anche i personaggi sono ben delineati. Il tema sembra centrato se ho ben capito: l’inferno è vivere in quel mondo dove non c’è via sicura, la morte può arrivare da ogni lato. Mi convince quasi tutto. Ho solo due cose che stridono un po’: la prima è Lo cullò come fosse stato suo figlio , cioè? Il sasso? È un’immagine strana per il personaggio che hai rappresentato finora e dopo. L’altra è l’osservazione come se la strega gli avesse sparato, chissà perché ero convinta che fosse un’epoca o un mondo senza armi da sparo, perciò risulta stridente. Nel complesso una bella prova, brava. Ti auguro una buona gara.

Il bis di Andrea Crevola
Ciao Andrea. Fin dall’inizio del tuo racconto si respira quell’aria di pericolo che ahimè le donne in particolare riconoscono per averla spesso letta sulle cronache e qualche volta sperimentata purtroppo. Un vero inferno di cui conosciamo troppo bene le coordinate. Poi però Ines si salva e gioiamo per esserci riuscita. O forse no? Il finale lascia aperte varie ipotesi.
Vorrei però frati notare un paio di cose che secondo me puoi sistemare meglio. La prima è La cameriera appoggia al tavolo la sua piccola rossa che invertirei in “la sua rossa piccola”, perché in questo caso “rossa” è un aggettivo sostantivato e “piccola” un qualificativo. La seconda invece è più una sequenza di azioni che non funzionano a mio parere: Ines slaccia la cintura, stringe la borsetta e spalanca la portiera quindi la vedo tutta proiettata verso fuori con il busto, e allora che Fabio le prenda un seno (una scelta bizzarra per fermare una persona) non mi convince, magari le prende un braccio, il polso e poi le piazza una mano sul seno ecc.; poi con la stessa mano compie anche l’azione di slacciarle i bottoni, non funziona. Ripensa alla scena, a cosa fa Fabio e a Ines che tenterà di levargliela quella mano. Ancora: Ines gli morde la lingua giusto? Se è così perché Fabio si afferra la mascella? Lo capisco per un pugno, uno schiaffo. Potrebbe mettersi la mano sulla bocca per esempio.
Scusa se mi sono dilungata. Buona sfida.

Hongana di Andrea Furlan
Ciao Andrea. Il tuo è un racconto coraggioso, ambientato nel qui e ora, senza figure oniriche o fantasy (evviva!). La storia è fluida e si legge senza grandi intoppi, forse c’è solo un po’ troppo narrato per i miei gusti. Però devo ammettere che il tema faccio fatica a vederlo: capisco che le mappe sono fuorvianti, le miniere hanno modificato l’area, ma non percepisco la quota inferno. Forse nella devastazione della foresta che spazza via i villaggi? Anche così tuttavia, mi sembra un po’ debole. Buona gara in ogni caso!

Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
Ciao Diego, piacere di conoscerti. L’idea del tuo racconto è interessante, ma oserei dire un po’ complicata per uno sbarramento a 5000 battute. Ho dovuto informarmi su chi fosse l’autore dell’omaggio, che non conoscevo, e anche così mi mancano dei pezzi sicuramente per apprezzare a pieno la trama del racconto. L’inferno nel ricordo dello sterminio è in linea con il tema, sento meno aderente la quota “mappe”. Detto questo mentre la scrittura scorre, la trama ahimè poco, ci sono cambi di nome che confondono, la frase tema della sfida infilata un po’ a forza nel dialogo, e soprattutto presuppone la conoscenza di tanti elementi (l’omaggio, il libro di riferimento, il gioco degli scacchi) che rendono la lettura incerta. Ti auguro comunque una buona gara.

Dietro alla facciata di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra. L’ambientazione del racconto è chiara, un po’ meno chi siano i due protagonisti e cosa abbiano fatto per essere in fuga, da nemici non meglio identificati (Roberta lascia intendere che ce ne siano diversi e a vario titolo). C’è un po’ di confusione anche nelle scene: Gin prende una sedia, perché? Non lo spieghi, forse per appoggiare il fucile o è superfluo? Poi Gin chiede “Come te lo sei procurato?”, cosa? Dai per scontato che il lettore capisca che si sta riferendo al fucile, ma c’è di mezzo un’altra azione e il lettore perde la relazione, quindi glielo farei specificare. La mappa poi non è valida perché ci sono solo gli spostamenti di Roberta e sul finale dice che ci vorrebbe una mappa, cioè che abbia scritto cosa, gli spostamenti altrui? Specificherei anche qui in modo che non si creino dubbi. Ti suggerisco poi di correggere quella “palazzina” di trenta piani con un termine differente, anche solo “palazzo”, trenta piani sono parecchi per una -ina. Buona gara comunque.

Carlos di Giovanni Pratesi
Ciao Giovanni, non credo ci siamo mai incontrati in Arena. Il tema mi pare sia aderente: se ho ben capito, siamo in uno stato di transizione tra vita e morte, e l’inferno per il protagonista è ignorare dove si trovi, dove sia finito suo figlio Carlos, essere senza una guida laddove il protagonista poi trova il figlio, morto con lui. L’idea in sé non è male.
Però devo ammettere che la lettura è faticosa, spesso non si capisce chi siano i personaggi che si avvicendano, i dialoghi non fanno procedere la storia ma la rendono statica. Sono sicura che con un po’ più di tempo a disposizione avresti messo a fuoco meglio il tutto. Buona sfida.

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Gerry Ponsacchi
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » lunedì 27 novembre 2023, 21:33

Ciao a tutt3!
Ho letto ottimi racconti, anche se in questa Ignoranza Eroica Edition avrei voluto più follia, più provocazione, più Ignoranza Eroica!

1. Orbita, di Luca Fagiolo
2. Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo
3. Il bis, di Andrea Crevola
4. Solo carne, di Maurizio Chierchia
5. Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
6. Hongana, di Andrea Furlan
7. Carlos, di Giovanni Pratesi
8. Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti

Orbita, di Luca Fagiolo
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Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo
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Solo carne, di Maurizio Chierchia
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Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
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gcdaddabbo
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 28 novembre 2023, 9:49

Il tema era ostico; le interpretazioni date dai componenti il gruppo molto personali. Ho apprezzato la poesia, lo stile, l’organicità, l’eleganza di molte scene. Non amo quelle violente o che insistono su particolari macabri; mi sono sforzato di valutarle comunque al meglio superando le mie difficoltà.
Ecco la mia Classifica:
1. Hongana, di Andrea Furlan
2. Il bis, di Andrea Crevola
3. Orbita, di Luca Fagiolo
4. Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
5. Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
6. SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
7. Carlos, di Giovanni Pratesi
8. Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer

Orbita, di Luca Fagioloi
Ciao, Luca. Sono nuovamente a leggere un tuo racconto. Il tema è certamente centrato. L’idea di una nave che trasporta le anime attraverso un mare in tempesta, anticamera dell’inferno vero e proprio, è originale, La storia è ben costruita. I personaggi e la descrizione dei luoghi hanno colori cupi e violenti.

Come avrai intuito, avevo cominciato il commento prima ancora di riuscire a finire di leggere e comprendere il racconto. Tanto era stato forte il disgusto che avevo finito per barare.
Hai giocato con il termine “orbita”? Il bulbo oculare fuori dalla sua orbita e la nave che precipita nell’abisso come orbitasse intorno ad un gorgo che è un nucleo. Indubbiamente scrivi molto bene. Non ho capito con cosa Sileno si gratti il membro, ma è un dettaglio molto relativo.
Il racconto ha tinte fosche, ma non posso dire che mi sia piaciuto.

Il bis, di Andrea Crevola
Salve, Andrea! Sai che mi piace molto il tuo modo di scrivere. Secondo me, il tema è centrato, anche, se di questo genere di storie, in questo momento, ne avrei fatto volentieri a meno.
Qualche anno fa, il 25 novembre, presentai al Consiglio comunale un Ordine del Giorno su questo tema con una serie di dati sulla situazione e di proposte concrete. Ricordo ancora lo scherno dei consiglieri di maggioranza. La proposta alla fine fu approvata, ma solo perché un’assessore donna (con l’apostrofo Word mi segna errore) minacciò le dimissioni.
Nel tuo racconto, ancora una volta una coppia che litiga. Sembri specializzato in questo genere. L’intoppo nell’uscita dall’auto, penso, avresti potuto evitarlo con un “Lei ne approfittò per”. Continuo a considerarti uno dei migliori, ma sento meno che in passato il gusto del raccontare e dell’inventare.
Hai scelto di evitare una scena finale violenta e te ne sono grato. Forse il tema non ti era particolarmente congeniale.

Carlos, di Giovanni Pratesi
Ciao Giovanni, sono a rileggerti!
Ho avuto qualche difficoltà iniziale a comprendere il tuo racconto. Alcuni refusi (un accento fuori posto, un “so” che manca) non hanno aiutato. Il tema è centrato, ma la storia sembra costruita solo per rispondere all’indicazione data, senza una vera partecipazione dell’autore. Ci sono comunque apprezzabili momenti di Pathos. Il buio in cui tutto si svolge ha confuso però il mio desiderio di penetrare nell’angoscia del protagonista.
Non ho capito bene la situazione che ha generato la discesa agli Inferi. Per Mir la guerra, il crollo dell’abitazione per un uragano per il protagonista? Chi è Anya? Aspetto chiarimenti.

Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
Ciao, Gaia! Piacere di rileggerti!
Questo tuo racconto ha un certo fascino.
L’ho immaginato ambientato in una tenda di un mercato orientale tra profumi di spezie ed essenze floreali. Ho scoperto poi che era un carro del mercato di Bombaso (storpiatura di Bombay o bambagia in veneto)?
Mi sono piaciute: quel chiedersi come nella canzone di Gaber “Destra-Sinistra”: “Qual è la destra e quale la sinistra?” e la descrizione della paura che si impossessa del capitano per condurlo a fuggire nel vano tentativo di evitare il suo tragico destino.
Avrei evitato alcune metafore per me senza senso: mosche colpite da un infarto, pigmento scuro e l’utilizzo di termini del linguaggio volgare come della spiegazione dettagliata della ragazzina. Mi resta la curiosità di sapere se Orbo è orbo.
Trovo comunque questa prova migliore della precedente, più coinvolgente ed è tanto.

Hongana, di Andrea Furlan
Ciao, Andrea! Piacere di leggerti!
Complimenti! La tua storia è veramente bellissima. La scena iniziale con gli occhi neri di Inhal e la pelle dorata della sua spalla, i ricordi dell’infanzia, la promessa di un viaggio, il bacio mancato, il tempo che passa mi hanno trascinato in un mondo da favola.
Il ritorno alla miniera mi ha riportato sulla terra, nell’inferno di Hongana, una realtà che non conoscevo e che ti ringrazio di avermi mostrato. Il tema è centrato. L’idea è brillante. Le immagini si susseguono colorate e vivaci. Il succedersi di episodi indipendenti, apparentemente slegati, non infastidisce. Sei riuscito a legare il tutto con un fantastico fii rouge.

SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
Ciao, Maurizio! Non posso certo dire che la tua storia si legga con piacere. Una scena cruda dalle tinte fosche, un vero inferno, lo ammetto. La destinazione senza mappa è la libertà della morte.
Il tema è dunque centrato.
Non ho compreso bene la collocazione. Un rimorchio con ventidue letti o materassi in un luogo dove giungono persone di quattro continenti diversi con tre auto per comprare donne nude ridotte a corpi scheletriti. Non capisco proprio in quale mondo questo accada.
Esistono nel mondo purtroppo numerosi paesi in cui il mercato dei corpi, anche di minorenni, è fiorente quasi quanto la vendita di armi e droga. Quindi perché comprarne una ridotta in quelle condizioni. Non sono riuscito neppure a percepire nella protagonista che racconta in prima persona un animo femminile.
Resta comunque la tua, una denuncia dei soprusi subìti dalle donne e per questo la apprezzoe ela considero valida.

Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra! Piacere di rileggerti!
Il luogo imprecisato nel tempo e nello spazio in cui la tua storia si sviluppa è un vero inferno e sembra proprio che nessuno abbia provveduto a disegnarne una mappa. Il tema è dunque centrato. I due protagonisti si muovono per sfuggire a minacce oscure in una lotta per la sopravvivenza che però non è riuscita ad appassionarmi proprio per l’assenza di una motivazione che mi leghi ai loro desideri o ai loro bisogni.
Quale mappa ha scambiato Roberta con l’appartamento infestato di presenze ostili?: questa è l’unica curiosità che mi è rimasta dopo aver letto il tuo racconto. Il resto è tutto un fragore di sparatoria come in certi telefilm che evito di guardare. Non penso neppure che per Roberta e Gin ci possa essere un futuro che valga la pena di osservare.

Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
Salve, Diego!
Sono un giocatore di scacchi ed il titolo del tuo racconto mi ha riempito di aspettative.
Dopo vari approfondimenti, il mio giudizio sempre incompleto, ma schiarito dalla lettura in rete delle sintesi dei racconti: la “Variante di Lünenburg” di Paolo Mauresing e la “Novella degli scacchi” di Stefan Zweig, mi porta a definire veramente interessante il tuo.
Mi hai portato anche a rileggere notizie sul campionato mondiale del 1927 tra Capablanca ed Alekhin ed a ricordare alcune delle mie partite di tanti anni fa.
Due inferni a confronto: la pazzia del nazionalsocialismo, del razzismo e dei campi di concentramento con quello della mente che si illude di entrare in lotta con altre intelligenze senza esserne danneggiata con il rischio di scivolare nella follia.
Preoccupato dal rincorrersi delle crisi mentali, ho capito che c’era altro ed ho scoperto che hai già pubblicato dei libri. Complimenti! Ho ancora molto da approfondire.

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KatyBlacksmith
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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » martedì 28 novembre 2023, 15:49

Ciao a tutti e bravi: quattro ore per organizzare un racconto con tema sono pochissime, per cui già aver avuto qualcosa da scrivere organizzato è una ottima prova. Detto questo, a parte il primo, gli altri racconti sono stati un po' più difficili da ordinare, per me. Ma devo farlo per cui eccomi. Il criterio usato: ho preferito chi mi ha fatto fare un viaggio completo; minori le situazioni che mi hanno staccata dal racconto, più alta la classifica. Ma sono tutte ottime idee, a volte basta qualche minuscola revisione.
Vediamo la classifica:

1 SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
2 Orbita, di Luca Fagiolo
3 Il bis, di Andrea Crevola
4 Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
5 Hongana, di Andrea Furlan
6 Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
7 Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsott
8 Carlos, di Giovanni Pratesi

E ora le mie osservazioni.

Orbita, di Luca Fagiolo
Ciao, Luca e ben trovato!
Tema centratissimo, molto bella la storia, ben centrati i particolari (l'occhio, gli odori, le sensazioni: tattili e non).
Trovo solo un po' di confusione all'inizio nelle primissime frasi: non ho ben chiaro chi beve (entrambi?) e di chi è lo sguardo di giada, per cui mi inciampo leggermente. Ma poi tutto prende a scorrere bene, la morfologia di Sileno la si scopre pian piano e va bene così, per me. Viene anche da chiedersi se Caronte fosse il capitano deceduto oppure no (ma immagino di sì) e allora forse il tragitto verso il gorgo l'equipaggio avrebbe già dovuto conoscerlo?
E invece leggendo quel che scrivi in risposta, no, non era suo il corpo nella cabina.
Mi vien solo da dire: povero equipaggio (per dire quanto bene ha preso il racconto nella mia testa)!
Buona undicesima era!


Il bis, di Andrea Crevola
Ciao, Andrea!
Il tema mi sembra un po' stiracchiato, anche se si intravede. Il racconto c'è, fluisce bene, si regge ma pare più un'introduzione che non un racconto completo. Se avessi modo di svilupparlo potresti avere per le mani un buon horror magari per qualche concorso.
Trovo solo due cose che mi hanno distratta dal fluire del racconto: " Il messaggio di Fabio è uscito dallo schermo," che forse dopo le tue spiegazioni ho messo nella prospettiva corretta (e magari per me sarebbe stato più facile un "è scivolato al fondo di tutte le altra notifiche"). E l'altro è più una cosa da donne: con il livello di batteria così basso, il telefono non lo si usa se non per le emergenze, non si sta a guardare cose inutili, soprattutto se dobbiamo vederci con l'ex, ed è uno str*o. Ottimizzazione e organizzazione: siamo fatte così.
Per il resto funziona tutto.
Buona undicesima era!


Carlos, di Giovanni Pratesi
Ciao, Giovanni!
Il tema è centratissimo e anche originale, con il crollo della casa e la morte apparentemente indolore(?) del protagonista. Però ci sono alcuni punti in cui la magia non ha funzionato: un estraneo gli dice che è morto e lui lo accetta, così, come se niente fosse. L'estraneo si prodiga in spiegoni che forse avrebbero potuto essere migliorabili. Non si capisce come mai siano tutti ciechi quando invece i "funzionari" infernali(?) vedano e si aspettano che anche i morti siano in grado di vedere le mappe. E non si capisce come mai i figli possano arrivare, e vedere, oltre che essere visibili. Insomma, un bel po' di punti oscuri per me. Poi come ti han già detto: i dialoghi e i refusi andrebbero curati un po' di più.
Ciò detto, buon divertimento e buona undicesima era!


Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
Ciao, Gaia!
Più che una mappa per uscire dal suo improvviso inferno, al capitano Orbo manca la direz... ah, no :)
La declinazione del tema mi è piaciuta, ho apprezzato quello che viene mostrato e anche il modo in cui si da un'origine alla storia scivola molto bene: la previsione della sirena. Però ci sono alcuni punti che hanno un po' scricchiolato per me: il ragno con la coda non ha alcun richiamo, per me, e invece di affascinare, lascia perplessa. Mi sono chiesta anche perché la scelta della cambusa, invece della cabina; vuole arraffare del cibo? La scelta di andare a ovest, per uno che ha mappato tutto il globo, l'ho trovata poco sensata: più a ovest si va e più est ci si trova ad avere. Oltre al fatto che essendo la terra sferica... (o era un terrapiattista?) L'odore di birra invece che di rum ci pone dritti in un paese nordico, magari inghilterra. E poi la ragazzina menomata; dapprima dici che mostra su una coperta le carcasse di topo, poi che ha solo il didietro per sedersi e ammetto di aver pensato che fosse seduta vista la difficoltà a stare in piedi con una gamba sola. Invece a quanto pare è in posizione eretta, tanto che osa avvicinarsi al viso del capitano.
Leggo invece che era effettivamente a terra, ma non l'avevo colto.
Per il resto la costruzione dell'atmosfera regge molto bene e con quel caratteraccio la coltellata al capitano era questione di tempo, tenendo per buona l'ambientazione, quindi non sembra una cosa staccata dal racconto.
Buona undicesima era!


Hongana, di Andrea Furlan
Ciao, Andrea!
Il tema sfugge un po', o sono io che non l'ho colto: le mappe (malfatte) alla fine ci sono e quello a cui lo conducono non mi pare un inferno (si è in parte salvato dall'opera di devastazione), dunque quello che mi sfugge deve essere parecchio.
Tema a parte, il racconto scorre molto bene: i dialoghi funzionano, l'ambientazione è molto curata e vivida. Però si immagina con troppo anticipo che lui abbia qualcosa a che fare con il vecchio luogo sacro (o con la sua rovina) e il finale giunge telefonatissimo. A questo punto fanne l'inizio di un'opera più lunga, in cui oltre ai quaderni ingialliti nella grotta trova altro: spiriti annoiati, vendicativi, antichi mostri, altro... scegli tu, fallo proseguire.
Buona undicesima era!


SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
Ciao, Maurizio! E ben ritrovato!
Mamma mia quanto hai reso bene il tema! Credo sia stato uno di primi racconti che ho letto dopo aver consegnato e mi ha stretto il cuore.
Non mi vengono in mente appunti da farti, sei riuscito rendere bene l'orrore della situazione e il pozzo nero in cui sono precipitate le aspettative della donna.
Per me ottima prova. Buona undicesima era!


Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
Ciao, Alexandra, ben ritrovata!
Tema centrato, con una bella fetta di angoscia per il lettore. Trattazione originale con questi scagliosi venuti da non si sa dove, ma con l'intento evidente di conquistare. Ne hai seminato gli indizi con perizia: chiamandoli scagliosi, la voce rauca, le impronte con artigli. Un po' per volta si arriva a immaginarli, con quell'alone di non detto e non visto che li rende ancora più spaventosi.
Forse ci sono alcuni punti rifinibili, come il "da dietro un tizio le tagliò la strada" che è poco immediato. Si perde tempo a cercare di immaginare la manovra: sarà dietro? Ma le ha tagliato la strada, quindi è davanti? Immagino sia davanti, dato che ne nota i particolari.
Quando si associa "donna" e "borsa" si immagina un oggetto magari anche grande, ma elegante. Così quando tira fuori il grosso fucile c'è un momento di straniamento. Forse "borsone" sarebbe stato un termine che avrebbe lasciato il lettore scivolare meglio in questo passaggio.
Roberta che trascina a ritroso Gianrico verso il parco (uno spazio aperto, privo di difese e quindi una decisione incomprensibile) mi fa immaginare lei che lo afferra per il colletto, alla nuca e lo trascina, letteralmente, come un sacco. Forzutissima questa Roberta.
Buona Gara! :)


Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsott
Ciao, Diego e ben trovato.
Comprendo l'omaggio, un'interpretazione del tema originale, ma ho trovato la lettura un po' macchinosa. Tra il cambio di nomi (Frisch, Haas all'inizio) e le affermazioni che contrastano con quello che viene letto («Come vede ho una pistola – disse Meier infilando la mano nella tasca del loden - se è nascosta in tasca, come fa a vederla?) mi sono arenata davanti a "Frisch stillò i minuti" cercando di capire cosa stesse facendo di quel tempo. Non mi è chiarissimo cosa intendi per "sbagliò" (perde una pezzo degli scacchi?) e immagino che la partita si svolga contro una potenza celeste, se le conseguenze sono scosse e pezzi che si muovono da soli. Insomma: forse ci sono alcuni punti troppo oscuri perché il lettore possa seguirli, o forse l'oscurità poteva essere a mio avviso guidata con un briciolo più di malizia. So che 4 ore sono un tempo molto breve per curare ogni aspetto, cionondimeno il racconto ha un ottimo potenziale.
Buona undicesima era e buon divertimento!

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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » martedì 28 novembre 2023, 17:39

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverrano anche i miei commenti e classifica.

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Re: Gruppo VILUPERA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » mercoledì 6 dicembre 2023, 21:41

Scusandomi per il ritardo, ecco a voi i miei commenti e classifica.

1) SOLO CARNE, di Maurizio Chierchia
Molto bello e gestito sapientemente. Il tema c'è tutto anche se virato in tinte decisamente fosche. Non mi ha infastidito la lucidità del pov anche perché è una lucidità sterzata verso la disperazione, filtrata totalmente verso di essa. Unico neo, il finale. Non ho pensato a lei mentre cadeva verso il vuoto, troppo lungo e articolato. Credo abbia senso aggiustarlo, accorciarlo. La mia valutazione è un pollice quasi su proprio per il problema del finale.
2) Orbita, di Luca Fagiolo
Molto bene per il tentativo di allinearti allo spirito di IGNORANZA EROICA, ma qui paghi lo scotto attraverso una certa difficoltà nel lavorare sul personaggio principale e le sue motivazioni. La sensazione che ho avuto durante la lettura era che tu ti stessi concentrando sullo stile e questo ti abbia reso più difficile muoverti sui personaggi ("Ingoiò, e la paura scomparve dentro il colletto della camicia lercia." tanto per fare un esempio, l'ho in prima lettura associato a Sileno e questo mi ha rallentato parecchio). Insomma, un po' da oliare e sistemare. C'è da dire che resta comunque un bel gran racconto, solido anche se non brillante quanto sarebbe dovuto essere, perfettamente in tema. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante e un plauso per avere osato in uno stile fuori dalla tua zona di confort, sono sicuro che ci fosse una seconda IGNORANZA EROICA EDITION a seguire nell'immediato saliresti parecchio di livello dopo avere fatto le prove in questa.
3) Destra o sinistra?, di Gaia Peruzzo
Una prova interessante, non completamete riuscita, ma che dimostra carattere e capacità di mantenere la presa sull'idea e svilupparla anche rischiando. Anche io, come altri, ho trovato la seconda parte un pelo confusa e in generale ho avuto l'impressione che il testo necessiti di una revisione tesa a sgrossare la prima stesura per renderlo più fluido. Tema presente anche se potevi evitare di esplicitarlo. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante e finisci dietro al parivalutato racconto di Fagiolo per una questione di maggiore confusione.
4) Hongana, di Andrea Furlan
Scritto davvero bene e si legge con gran piacere. Ha un solo, macro, problema e bene lo ha evidenziato Cannoletta: la seconda e la terza parte sono ottimamente scritte, ma non ci inserisci dentro la semina per il senso che vuoi dargli, non sviluppi le motivazioni del protagonista lasciando il tutto all'intuizione del lettore, ma fermandoti al primo livello, senza declinare limitandoti all'elencare le azioni che portano al finale. E questa è una sensibile debolezza. Il tema lo accetto anche se sarebbe stato più chiaro con un maggiore approfondimento di quanto sopra. Ma sia chiaro che trovo la scrittura di alto livello. Mettici più ciccia e i risultati non potranno che arrivare. Per me un pollice tendente al positivo in modo assolutamente solido, ma non brillante.
5) Il bis, di Andrea Crevola
Un racconto in cui ho percepito come una sorta di mancanza per quanto riguarda la caratterizzazione dei protagonisti. Tutto troppo lineare con intenzioni e finale ben chiaro al lettore, soprattutto in questo particolare momento storico. Però, ecco, mi sembra mancare studio sui caratteri. Lui è macchiettistico e il solo sottolineare che il suo muovere un lato della bocca per chiederle di fare qualcosa che non voleva possa distoglierla dai suoi intenti mi sembra eccessivo. Quello che voglio dire è che sembra una cartolina di un fatto di cronaca, ma senza l'approfondimento che ci si potrebbe aspettare da un testo che dovrebbe andare oltre entrando nei personaggi. Un pelo passivo, insomma. Efficace, ma passivo. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.
6) Carlos, di Giovanni Pratesi
Dunque, penso andrò un po' controcorrente. Mi è piaciuta la resa di questo girone infernale anche se manca una semina sul perché queste anime siano finite lì. Non ho per nulla apprezzato il "salvataggio" perchè non se ne comprendono le ragioni. Avrebbe avuto un senso se la protagonista fosse stata "ripresa" e riportata in vita dai soccorritori e quindi si fosse risvegliata con il figlio Carlos davanti agli occhi, ma non così come l'hai presentato. Ed è un peccato perché eri riuscito a rendere molto bene le sensazioni della pena. Per me un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e brillante.
7) Il sacrificio del cavallo, di Diego Barsotti
Parto da una premessa: non credo a storie che non possano essere raccontate in un tot di caratteri e pertanto mi capita di rado di dire, qui, che i caratteri fossero troppo pochi per quello che si voleva raccontare. Pochi possono esserlo, è vero, ma solo per il come viene raccontata quella determinata storia. Quindi ecco che l'errore non sta nel tipo di storia che si è scelto di raccontare, ma nel come. Qui siamo in uno di quei casi: non posso dire che non sia scritto bene, ma il fatto che tu abbia dovuto tagliare parecchio e che questo abbia inficiato la lettura è un errore piuttosto frequente, ma sempre un errore. Un errore che danneggia il testo oltremodo, anche nel non permettere al lettore di stabilire la giusta empatia con i protagonisti. Insomma, una scelta sbagliata che ti ha penalizzato oltremodo. Per quanto detto, la mia valutazione è di un pollice tendente al positivo perché lo stile è più che buono, ma non in modo solido e neppure brillante.
Ps: aggiungo che mi sembri un'ottima penna e sono molto curioso di rivederti alla prova dopo questo prima esperienza in cui hai pagato lo scotto dei caratteri. Il mio consiglio è di scrivere tenendo sempre bene a mente a quanti caratteri sei in modo da capire quanto spazio hai ancora e come eventualmente indirizzare diversamente la tua narrazione.
8) Dietro alla facciata, di Alexandra Fischer
Dunque, lo vedo più come un esercizio. Lo stile mi è parso buono anche se ci sono troppe andate a capo. Manca contestualizzazione e questo è il problema più rilevante perché si capisce che siamo all'inferrno solo se si conosce il tema e questa è una debolezza decisamente sensibile. In generale manca anche un lavoro sui personaggi perché non ho trovato una semina sufficiente non solo sul luogo, ma anche sulla loro situazione. Detto questo, vale la pena continuare a provare questo stile. Questa volta siamo su un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo pelo.

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