Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per lunedì 20 novembre 2023 alle ore 21.00 con un tema di Jack Sensolini e Luca Mazza!
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antico
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Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 21 novembre 2023, 2:33

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BENVENUTI ALLA IGNORANZA EROICA EDITION, LA TERZA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 177° ALL TIME!

Questo è il gruppo APOCALEMME della IGNORANZA EROICA EDITION con JACK SENSOLINI e LUCA MAZZA come guest star.

Gli autori del gruppo APOCALEMME dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo VILUPERA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo SUDARIO.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da JACK SENSOLINI e LUCA MAZZA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo APOCALEMME:

Gironi infernali moderni, di Elisa Belotti, ore 23.43, 4291 caratteri
L’autista, di Katjia Mirri, ore 00.02, 4957 caratteri
ROAD TO NOWHERE, di Simona Rampini, ore 23.10, 4953 caratteri
Il soffio, di Cinzia Fabretti, ore 23.26, 4995 caratteri
L’elefantino magico, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.58, 4958 caratteri
Le vie di Malaka, di Giuliano Cannoletta, ore 00.14, 4983 caratteri
È ovunque, di Diego Matteucci, ore 23.38, 4914 caratteri
Impiccato, di Robin, ore 00.46, 4969 caratteri
Lepridottera, di Gerry Ponsacchi, ore 00.57, 4984 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo VILUPERA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo VILUPERA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo VILUPERA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA IGNORANZA EROICA EDITION A TUTTI!



Ragazzo
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 21 novembre 2023, 17:25

Buonasera. Post cancellato e inserito nel tread giusto.
Ultima modifica di Ragazzo il martedì 21 novembre 2023, 19:39, modificato 2 volte in totale.

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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » martedì 21 novembre 2023, 18:59

Ragazzo (Diego) non devi postare qui la classifica del gruppo VILUPERA, ma direttamente nel loro tread.

Ragazzo
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » martedì 21 novembre 2023, 19:29

Ops, correggo.

Scusate

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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 27 novembre 2023, 14:53

E qui che succede? Dove sono le classifiche? Tra l'altro, verrete anche commentati da IL SAGGIO.

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Robin
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 27 novembre 2023, 18:15

antico ha scritto:E qui che succede? Dove sono le classifiche? Tra l'altro, verrete anche commentati da IL SAGGIO.


Ciao Antico! La mia la vedi giusto? Ti riferisci a quelli che devono commentare Apocalemme? Perdona questa mia domanda da rookie XD
Ultima modifica di Robin il martedì 28 novembre 2023, 7:37, modificato 1 volta in totale.
Robin Ki
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gioco
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 27 novembre 2023, 21:51

La classifica è veramente difficile. Tutti i brani avevano qualche aspetto interessante e in molti casi ho faticato a trovare un minimo appiglio per dare uno scampolo di punto in più a uno rispetto a un altro. Nella mia percezione tra il primo e l'ultimo la differenza è di tre quattro punti al massimo, non otto. Ma le ferree regole dell'arena non conoscono pietà.
Prima della classifica però devo fare un commento da insopportabile pedante quale sono: non mi sembra che nessuno dei racconti del gruppo abbia veramente centrato il tema. Tutti parlano dell'inferno indubbiamente, di qualche inferno pubblico o privato. Ma il tema non era l'inferno, e in quasi nessun racconto ho colto un riferimento chiaro, ancorché metaforico, al fatto che l'inferno non abbia mappe. La sfida è una scusa per scrivere racconti, d'accordo, ma parte del gioco è scrivere avendo un (unico) vincolo, quello del tema (oltre ai minuti, ça va sans dire). Se il tema è l'assenza di mappe...
In definitiva ho deciso di valutare i racconti ignorando la questione dell'attinenza al tema.

Ma bando alle ciance:

    1. Lepridottera
    2. Le vie di Malaka
    3. L'elefantino magico
    4. ROAD TO NOWHERE
    5. L'autista
    6. Gironi infernali moderni
    7. Il soffio
    8. Impiccato
    9. E' ovunque

Qui sotto i commenti.
Buona arena a tutti!

Gironi infernali moderni

L'idea è indubbiamente simpatica. Mi piace il fatto che fino all'annuncio del ritardo del treno non si capisca il contesto effettivo. Certo, è chiaro che qualcosa non torna, e soprattutto dal paragrafo del furto del portafoglio si capisce che non sono davvero i gironi infernali, ma la sospensione è mantenuta in maniera graziosa fino al finale.

L'autista

Bella scrittura, che tratteggia ed evoca molto bene l'ambientazione senza bisogno di dilungarsi.
Capisco che la citazione di Ambrogio fosse irresistibile, ma fa strano pensare a vampiri che hanno languorini e che ingrassano. Del resto, ognuno se li immagina come vuole!!
Non credo di aver capito il finale... Come mai ha brandelli del vestito tra i denti? Il protagonista è un licantropo? Ha ucciso la Signora col paletto? Era un bue o proprio il diavolo quello apparso di fronte all'auto?
Ci sta rimanere con delle domande sospese, anche perché il racconto funziona e ti immerge nella storia, ma qualche piccolo appiglio in più l'avrei gradito.
Rispetto al tema, infernale lo è senz'altro, ma la questione delle mappe sembra un po' stiracchiata, col navigatore che va in tilt nella nebbia di una strada di campagna...
P.S. Dai commenti apprendo che si tratta di un'allucinazione orrifica del protagonista, che lo porta all'omicidio. Confesso che secondo me non ci capisce, se ci fosse qualche indizio in più per rendersene conto prima del finale il racconto balzerebbe in cima alla classifica.

ROAD TO NOWHERE

L'argomento del racconto tocca corde profonde per quelli della mia generazione, e in fondo non si può dire che non sia comunque attuale. La narrazione riesce a trasmettere bene l'angoscia e la pesantezza che aleggiano sul protagonista, e sulla situazione in generale.
Anche qui mi sembra che il tema sia preso molto liberamente, ci vedo l'inferno ma non l'assenza di mappe.
In ogni caso un buon racconto!

Il soffio

Ho un debole per questo tipo di ambientazione, mi piace molto. Mi piace anche lo stile che usi per raccontare i pensieri del protagonista, insinuando la paura del contagio. Forse il racconto avrebbe avuto bisogno di un punto di evoluzione della trama, un plot point, più marcato. L'ambientazione è perfetta, l'elemento narrativo del proteggere la famiglia dell'amico/parente pur violando le regole funziona me è un po' debole. Una chiusura più forte avrebbe reso il racconto ottimo.

L'elefantino magico

Bella storia, toccante. Il tema è più che mai attuale e importante. Avendo visto da poco il film di Garrone mi si sono riaccese alcune immagini, ma è vero che storie simili ce ne sono infinite, purtroppo, tutte diverse e tutte simili. La componente magico-fantastica si inserisce bene nella vicenda, attingendo a immaginari radicati nel continente africano. Il finale è, credo volutamente, solo accennato; non siamo veramente sicuri di chi sia presente in carne e ossa e chi solo come spirito. Forse solo il protagonista e sua moglie col bambino sono vivi? Se volevi che fosse chiaro andrebbe scritto meglio.
Ah, non mi piace per niente la frase iniziale "Un uomo racconta ad un bambino:", la toglierei.

Le vie di Malaka

La storia è molto carina, forse non originalissima ma senz'altro ben scritta. E' molto potente il concetto del desiderio e della possibilità di riuscire a vincere il rimpianto. (...Sempre che non sia tutta un'"allucinazione pazzesca"!). Non so perché ma la droga skip e le implicazioni psico-filosofiche mi han fatto pensare a Strange Days da un lato, a Philiph Dick dall'altro.
Lo scrivo qui ma non è l'unico racconto di questa edizione in cui questa cosa ritorna: chissà perché diversi di noi hanno tirato in ballo una figura di padre con cui fare i conti, in un modo o nell'altro ("Quante stronzate che diceva mio padre").
Infine, non so quanto il racconto sia veramente a tema: la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, d'accordo, ma le vie di Malaka sembrano raccontare un'altra storia.

E' ovunque

Trovo che l'evoluzione della vicenda narrata sia ben costruita, e mi piace come l'interlocutore si sposti gradualmente da se stesso all'ex amico ora vittima. Però, come ti hanno già fatto notare nei commenti sopra, se il meccanismo sembra funzionare alla prima lettura, rileggendolo la logica delle azioni del protagonista perde un po' di solidità. Può darsi che sia un delirio allucinato, un bisogno di sfogarsi con l'amico-vittima prima di finirlo, per il bisogno di giustificarsi illudendosi di poterlo costringere a vedere le cose dal proprio punto di vista. Ma se è così andrebbe costruito meglio, aggiungendo elementi chiari in tal senso.
Lo stile non mi dispiace ma forse manca un po' di mordente, le immagini evocate nelle descrizioni potrebbero essere più incisive. Il soggetto mi convince molto, perfetto per un racconto breve, anche se, per quanto riguarda il tema, non trovo riferimenti al fatto che l'inferno non abbia mappe.

Impiccato

Una storia molto toccante, con grande sensibilità nell'affrontare ii temi del bullismo, dell'emarginazione e del disagio nei bambini, questione che spesso vogliamo ignorare. Forse si poteva migliorare un po' il ritmo, ma coi minuti contati non è facile!
C'è una cosa che non mi convince: la mamma che ricompare all'improvviso proprio nel momento critico suona come una forzatura. Perché dovrebbe ritornare sui suoi passi guarda caso proprio quel giorno e in quel momento? Da come è costruita e presentata a vicenda all'inizio del racconto non sembra avere senso. Capisco la necessità del colpo di scena salvifico, ma non fila molto come logica della narrazione.

Lepridottera

Questo racconto mi ha divertito, lo trovo molto gustoso; bella l'ambientazione e interessante la lingua inventata. Forse però la lingua alla fine risulta un po' pesante, credo sarebbe stato meglio dosare un po' di più l'uso dei termini inventati. (Il pensiero va ai neologismi di Burgess in Arancia meccanica). Comunque per me funziona, andrebbe solo alleggerito un po' per dare più ritmo e per rendere la lettura più scorrevole. A livello di immagini hai evocato moltissimi rimandi, soprattutto dal mondo del fumetto, e anche la serie tv Carnival Row. Non so quanto abbia centrato il tema, a dire il vero: bel racconto ma non ci trovo l'assenza di mappe dell'inferno.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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Pretorian
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 27 novembre 2023, 22:41

Ed ecco la mia graduatoria.

1) Le vie di Malaka, di Giuliano Cannoletta
Ciao Giuliano e piacere di leggerti.

Sulla storia ci sarebbero un sacco di riserve, come il fatto che sarebbe stato meglio scrivere in tempo presente, dato che il passato dà a tutto un tono troppo "aulico" per il tipo di racconto, o che forse inserire qualche dato aggiuntivo su Malaka avrebbe permesso capire meglio se si tratta di un luogo fantastico, di un inferno o di qualcos'altro... ma, dannazione, questo racconto è scritto davvero troppo bene per far pesare queste minuzie. Davvero, uno dei tuoi pezzi migliori, che cresce in modo graduale ed efficace ed esplode in un finale mozzafiato.
Niente da dire, se non complimenti.

Alla prossima!

2) ROAD TO NOWHERE, di Simona Rampini
Ciao, Silvia e piacere di leggerti.

Il racconto è di alta qualità sia a livello stilistico che di storia. Sul primo poco da dire: immersività perfetta, con piccole sbavature, ma così piccole che penso le potremmo inserire sotto quell'alea in cui le si possa ignorare poiché la loro contestazione potrebbe essere tacciata di purismo eccessivo. A livello di storia abbiamo un racconto di amicizia disperata e di disagio, in cui l'io narrante vede un amico scegliere volontariamente l'autodistruzione senza poter fare niente per fermarlo. Se proprio posso farti un appunto, penso che sarebbe stato opportuno inserire anche solo una frase che permettesse di avere più chiaro perché Giulia voglia farsi di eroina in modo così disperato. Insomma, sappiamo che vive in una famiglia agiata e sembra non soffrire di particolare problematiche, almeno dall'esterno. Anche l'idea "devi provare tutto" regge poco, perché l'impeto con cui supplica il protagonista di aiutarlo a mettere il laccio implica una lotta interiore che si concilia poco con una missione "edonista". Aggiungerlo avrebbe dato un tocco di perfezione al racconto, ma anche senza il racconto funziona benissimo.
I miei complimenti e alla prossima!

3)Lepridottera, di Gerry Ponsacchi
Ciao Gerry e piacere di leggerti. Dalla "M" maiuscola e dai riferimenti al mutagene e, se ho colto bene, a "Mattanza" arguisco che tu sia un altro Ignorante Eroico. A tal deg, vez!, quì ne hai un altro. Il racconto fila bene e, una volta superato l'impatto con la lingua particolare, il racconto si fa apprezzare per lo stile avanzato, la storia semplice (anche troppo semplice sul finale) ma scorrevole e un world building che davvero mi ha dato di "Mattanza". Oltre al finale un po' debole, penso di poterti contestare solo le pesanti sbavature di tell che emergono abbastanza spesso, al punto che in alcuni momenti mi sono chiesto se non avessi perso il controllo della narrazione e ti fossi involontariamente mosso verso un simil narratore onnisciente.
Nel complesso, è davvero un buon racconto.

4)Gironi infernali moderni, di Elisa Belotti
Ciao, Shangai e piacere di leggerti.

Da pendolare che per anni si è fatto l'interregionale delle 14:30 Roma-Salerno, posso dire che hai reso in modo perfetto l'atmosfera di caos che si respira su un trenitalia da un intercity in giù. Il tutto, risulta rafforzato da uno stile che mantiene una buona immersività, tranne nei tratti in cui l'io narrante ricorda le frasi di Dante: in generale, non sembra essere il genere di persona che citi poesie in una situazione simile e questo rovina un po' l'immersività. Altro appunto che mi sento di fare è sul finale: con il furto del portafoglio rompi definitivamente l'illusione che quello dove si trova il protgonista potrebbe essere un inferno reale o no. Da quel momento in poi (e manca ancora troppo prima di finire) parte della tensione narrativa si perde e il finale arriva con meno forza di quanto dovrebbe. A parte questi due elemeni, il racconto si difende bene. Per rubare il giudizio all'Antico: un pollice in su, magari non in modo pieno e sicuro, m la direzione è quella.

Alla prossima!

5)L’elefantino magico, di Giovanni D’Addabbo
Giovanni, che piacere rileggerti.

Allora, del tuo racconto ho adorato il tono quasi da fiaba e il modo con cui lo hai adattato a un tema complesso come quello dell'immigrazione. Anche la storia è ben pensata (anche se fatico a trovare una vera attinenza con il tema dell'edizione) e mescola bene una cruda descrizione dell'orrore che queste persone sperimentano con la speranza. Ciò vedo come più problematico nel racconto è lo stile. Ad esempio, la scelta di usare i numeri e non la loro trascrizione a lettera, o il fatto che con alcuni dialoghi hai inserito prima il nome della persona che parla, come se fosse un copione. Altro elemento strani è nel finale, in cui il racconto passa da una prima persona narrata a una sosta di terza persona di cui non si capisce chi sia l'io narrante (narratore onnisciente?). Sto tralasciando altri elementi perché mi sento di poterli includere nello sforzo di dare alla storia un tono da fiaba, ma ci sarebbe altro di cui parlare.
Insomma, un racconto che si mantiene su un buon livello, anche se una certa sistemata allo stile avrebbe potuto permettergli di brillare molto di più.

Alla prossima!

6)L’autista, di Katjia Mirri
Hello, Kathy.

Penso sia la prima volta che ci incontriamo, ma mi credi se ti dico che tipo un sei mesi fa ho scritto anch'io un racconto ispirato a quella pubblcità? XD
Il racconto ha dalla sua uno stile immersivo molto ben delineato che, pur con qualche sbavatura (ad esempio il fatto che fino al momento in cui il divisorio si alza, mi sembra che l'io narrante veda troppe cose alle sue spalle per essere solo qualcosa riflesso nello specchietto retrovisore) sostiene bene la storia. Per contro, la trama parte bene, ma si fa via via più confusa. Qualcosa comincia ad accadere attorno alla macchina, poi l'autista lascia intendere che la padrona ucciderà i due ragazzi e non è l'a prima volta che ciò avviene, poi lui esce dall'auto con un paletto e... boh?
Ho letto la spiegazione che hai postato in precedenza, ma sono spiacente di dirti che dal racconto si percepisce ben poco di quello che volevi rendere. Probabilmente, hai messo troppa care al fuoco per così poco spazio. Alla prossima!

7)È ovunque, di Diego Matteucci
Ciao, Diego e piacere di leggerti.

Allora, direi che questo racconto presenta diverse problematiche sia a livello di storia che di stile. Come storia, ho capito il tuo intento: lasciar credere fino all'ultimo al lettore che nella cantina ci sia qualcosa di soprannaturale (legandolo alle passate ed erronee esperienze esoteriche del protagonista) mentre in realtà quello che c'è è un semplice lavoro di tortura, passando dall'"Inferno fantastico" all'inferno del dolore che un umano può infliggere a un altro. Il problema è che è tutto troppo teatrale. Pensaci, il prtagonista ha già torturato Marco, quindi a che serve raccontargli ancora tutta la storia? E a cosa serve farlo con la stanza al buio? Si, narrativamente parlando l'uso della torcia ti consente di avere il "coup de teate", ma a livello di storia non serve a niente: abbiamo solo il protagonista che parla al buio. Non sicapisce nemmeno perché lo stia uccidendo solo adesso, visto che lo ha già torturato in precedenza. A livello di stile, individuo un errore che va sistemato alla base prima di procedere: la scelta del narratore onnisciente. Avendolo sperimentato in passato, ti posso dire che è un narratore estremamente inefficace, che rompe totalmente l'immersività. Sicuro, è facile da usare e il fatto che fosse molto usato in passato fa si che sia anche uno stile narrativo con cui siamo tutti familiari, ma è anche il più rozzo e quello che ti consente di crescere di meno a livello di stile.
Non ti preoccupare: sono passi che ognuno di noi deve fare nell'approcciarsi alla scrittura, quindi ti faccio i miei incoraggiamenti e aspetto i tuoi prossimi lavori per vedere i tuoi miglioramenti.

8)Il soffio, di Cinzia Fabretti
Ciao, Cinzia e piacere di leggerti.

Purtroppo, il tuo racconto soffre di gravi problemi sia dal punto di vista stilistico che di storia e struttura. A livello storico strutturale, il problema (tolto il fatto che fatico a trovarci un'attinenza con il tema) è che ti trama c'è ben poco: un uomo torna a casa e, consapevole della minaccia della peste, manda una lettera alla famiglia per dir loro di andarsene. Questa è la trama della storia, ma copre nemmeno un terzo del racconto, con più dei due terzi costituiti da un ricordo del protagonista. Ma, attenzione, non un flashback, non un ricordo dell'infanzia (con tanto di anno) che si mescola a un ricordo recente di ciò che il protagonista ha fatto subito prima dell'inizio della storia: é un semplice blocco di informazioni, non un portare avanti la trama. Di per sé non è un problema e in un lavoro più lungo, magare di cinque o sei pagine, non ci si farebbe nemmeno caso, soprattutto se fosse distribuito nel testo e non messo tutto in blocco in un punto, ma in un racconto così piccolo diventa troppo ingombrante e finisce per annullare la trama. A livello di stile, sarebbe meglio ridurre e asciugare i periodi, che spesso risultano troppo lunghi e pieni di aggettivi, decrizioni e altri elementi che aggiungono poco alla storia o confondono (come il fatto che il protagonista zoppichi, ma non si capisce il perché). Attenzione anche ad altre espressioni enfatiche che a mente fredda significano ben poco: ho capito che con "Quasi mi strappo la tunica cerata" vuoi indicare l'urgenza di svestirsi, ma una cosa o viene strappata o no. Ai fini dell'immersività sarebbe stato meglio usare qualche altro elemento per rendere lo stesso concetto, magari facendogliela scagliare via.
Insomma, un lavoro sicuramente migliorabile. Alla prossima!

9)Impiccato, di Robin
Ciao, Robin e benvenuto a Minuti Contati.

Allora, tanto lo stile che la storia del tuo racconto soffrono di problemi solitamente riconducibili all'inesperienza. La storia è quella abbastanza standardizzata del bullismo infantile legato all'obesità, triste, ma già vista in un numero elevatissimo di altri media. Il finale arriva inaspettato, ma ha anche poco impatto, perché della madre vediamo pochissimo e sappiamo ancor meno. Il fatto che passi da madre focalizzata sul lavoro tipica del film americano ani 90 a madre amorevole è un alemnto interessante, ma avrebbe necessitato un maggiore approfondimento, magari diventando il vero fulcro della storia. Anche il rapporto tra Jimmy e il pettirosso e il bullismo del ragazzo sono temi che sembra che debbano diventare importanti, ma poi vanno a cadere (con l'atto di bullismo vero e propro che non dura più di una manciata di righe) quasi senza esito. A livello di stile, ottimo il fatto che tu abbia usato la terza persona (per esperienza, so che alle prime armi si dente a usare molto il narratore onnisciente), ma c'è da fare ancora un certo lavoro per incrementare l'immersività. In alcuni punti il narratore erompe sul pensiero di Jimmy e la terza persona viene a mancare. Un caso sono le indicazione di pensiero o di percezione: se sei in terza persona e vedi con gli occhi di un personaggio, il semplice fatto che qualcosa viene descritto indic implicitamente che l'io narrante l'abbia vista, mentre se specifichi che lo abbia fatto (ad esempio "Li guardò mentre beccavano eccitati e notò che uno di loro, il più piccino, non riusciva ad afferrare nulla perché veniva ogni volta derubato da un compagno più aggressivo.") è chiaro che non è il protagonista a vedere, ma è il narratore a descrivere il suo atto di vedere e questo rompe l'immersione del racconto.
Alla prossima!

srcm
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » lunedì 27 novembre 2023, 22:56

Ciao, ecco la mia classifica.
Racconti tutti molto interessanti!

1) Lepridottera
2) Gironi infernali moderni
3) L'elefantino sacro
4) Le vie di Malaka
5) Il soffio
6) Road to nowhere
7) Impiccato
8) È ovunque
9) L'autista

LEPRIDOTTERA

Capace che metterò questo racconto in cima alla mia lista solo perché amo il caos con un senso (?), e perché questa logica follia (?) mi ha incuriosito un sacco.
I miei riferimenti probabilmente sono altri ma oltre ad Arancia Meccanica mi son trovato a pensare a Pazienza, Cloud Atlas, alla lingua inventata di Crossed di Alan Moore e a qualche sborgognamento che potrei usare con i miei amici al tavolo di un pub, probabilmente ascoltando I Luf con in sottofondo dei vecchi che giocano a morra.
Da nato a Como residente a Bologna sono stupito di aver capito all'incirca qualcosa (?) e soprattutto di aver trovato in un testo la parola "biotto", probabilmente la migliore parola mai creata sulla faccia della terra, in grado di sintetizzare imbarazzo, ironia e una fastidiosa sensazione di gelo.
Io un libro scritto così comunque lo leggerei.

GIRONI INFERNALI MODERNI (anche se non mi piace il titolo)

Ho riletto il racconto due volte per afferrarne il senso e credo di aver capito quindi che ci troviamo a tutti gli effetti all'interno di un treno fin dall'inizio e che questo possa essere sia un treno metaforicamente infernale sia un treno effettivamente infernale. Apprezzo le chiavi narrative non univoche per cui non criticherò questa scelta.

Per quanto riguarda però la costruzione dell'ambiente in cui si muove il protagonista, penso che mi avrebbe aiutato a entrare nella storia trovare disseminati qua e là indizi che facessero intuire di trovarmi all'interno di un treno: porte scorrevoli che si aprono, gabinetti, personale in divisa, ecc.
Non credo che danneggerebbe il colpo di scena con punchline finale perché in fin dei conti questi indizi possono anche mantenersi non esageratamente espliciti.
Resta il fatto che la storia mi è piaciuta e da frequentatore abituali dei regionali emilianolombardi devo dire che mi ci sono abbastanza ritrovato

Curioso che anche tu abbia inserito un furto di portafogli!


L'ELEFANTINO MAGICO

Ciao, la storia molto interessante, originale e realistica, se non proprio reale. Riesce pure a non scivolare troppo nel retorico e questo decisamente non è facile.
Al di là della difficoltà con i molti nomi (fatto che però rende bene l'idea: ci sono sì molti nomi in questa storia ma sono comunque pochi rispetto ai tanti che vivono questa esperienza), ho trovato un po' straniante lo stacco (gli stacchi?) finali. In primis quando il padre inizia a rivolgersi non più al figlio ma alla madre. Dopodiché quando la narrazione diventa in terza persona: assumiamo il punto di vista del figlio? O siamo all'esterno della vicenda?
In quest'ultima parte in particolare ho faticato un po' a capire bene cosa stesse succedendo, anche se la potenza dell'immagine con l'Etna sullo sfondo è notevole, con questi volti che mi sono immaginato giganteschi quasi fossero all'interno di un fumetto.

Puntualizzazione sulla forma: so che spesso dicono di evitare le d eufoniche per non suonare vetusti, però in questo caso forse le d aiutano a dare al tutto un' aura più sacrale e antica. Era una scelta consapevole?
Grazie per la scelta della tematica comunque, io stesso non so se sarei in grado di gestirla così bene.

LE VIE DI MALAKA
Bene, sono così in ritardo che per commentare questo racconto dovrei assumere la skip.
Noto già dalla risposta di Giuliano nei commenti di non aver sbagliato nel leggere nel monologo interiore del protagonista un riferimento a Sin City (ma anche Watchmen: mi è venuto davvero spontaneo leggere tutto con la voce di Rorschach, dannato pazzo).
Un altro riferimento potrebbe essere Memento?
Il racconto ad ogni modo mi è piaciuto, anche se forse il riferimento così esplicito al topos del protagonista solitario dell'hard boiled, con una voce narrante al passato così invadente, mi ha un po' buttato fuori dalla storia. Temo che dipenda più dal genere scelto che dalla qualità della scrittura.
Aggiungo che secondo me il tema dell'inferno è presente eccome. Al di là dell'ambientazione da città del peccato, il riferimento stesso alla vicenda del padre morto (nel passato) con il protagonista che va a ritrovarlo (nel passato) come una specie di Enea che ritrova Anchise, mi ha portato a interrogarmi su un'ipotesi che con la storia in sé non ha troppo a che vedere: e se l'inferno non fosse altro che un luogo dove si trova tutto ciò che è passato? Una sorta di mercatino dell'antiquariato? E mi sono perso a immaginare le implicazioni, cosa che solo i migliori racconti riescono di solito a fare.

IL SOFFIO
Mi è piaciuta l'ambientazione storica, come pure il fatto che la collocazione cronologica e spaziale emerga in maniera spontanea dalla storia senza forzature. Ho percepito come un po' lunga, forse, la parte di introspezione e di spiegazione del passato del protagonista. È molto utile a entrare nel personaggio effettivamente ma mi sembra che renda un po' troppo evidente la voce del narratore. A un certo punto mi è venuto spontaneo chiedermi con chi stesse parlando, visto che intavolava dei ragionamenti abbastanza strutturati. Mi viene da pensare che forse avrebbe potuto essere una lettera fin dall'inizio, così da poter inserire elementi di introspezione e di lore con una motivazione diegetica.
Detto questo, la storia è molto interessante e la realtà veneziana che si muove intorno al protagonista, anche se lontano da lui, mi ha incuriosito molto. È un mondo che mi piacerebbe decisamente approfondire!

ROAD TO NOWHERE
Mi ha messo angoscia. Decisamente meglio del messaggio promozionale del ministero, anche se ho la fastidiosa sensazione che il sottotesto sia lo stesso (la canna che conduce alla droga che conduce al lato oscuro). Il focus però mi sembra più interessante: il punto di vista della persona accanto che non sa che fare. E soprattutto mi ha fatto provare emozioni che ricordo: l'incertezza tra il provare e il non provare, tra lo stare da un lato del confine o dall'altro, fino ad arrivare a mettere in discussione l'esistenza di quello stesso confine. Secondo me questo racconto funziona anche senza beat di dialogo comunque. Son dialoghi così realistici che funzionano da soli e contribuiscono alla perfezione a creare la sensazione di claustrofobia di due persone che fatichino a uscire dalla loro testa e dai loro drammi interiori.

IMPICCATO

Per quanto riguarda il racconto, la storia di bullismo in sé devo confessare di averla vissuta come qualcosa di un po' anni '80, legata soprattutto a un immaginario del bullismo in cui la distinzione tra bulli e bullizzati (stile Storia Infinita) è sempre molto evidente ed é fin troppo chiaro per chi parteggiare. Mi è piaciuta però la sensibilità con cui hai approcciato la descrizione delle scene e soprattutto l'incipit che sfruttando un immaginario molto chiaro mi ha subito trasportato all'interno di una scena molto familiare. Lavorando nella scuola mi sono ritrovato a collocare spazialmente il tutto in spazi che conosco e questo aiuta molto un lettore.
Sul finale irrealistico il mio commento sarà appunto che è un finale non solo irrealistico ma proprio irreale: non credo che sia un caso che tu abbia scelto come titolo proprio "Impiccato".
La lettura che mi viene spontaneo dare al racconto per come l'hai impostato (poi magari mi smentirai) è che lui si stia immaginando l'arrivo della madre, mentre invece lo scenario reale è quello descritto dal titolo.
Nessuno di noi però vuole che lo scenario sia quello descritto dal titolo, e allora ci ritroviamo a sognare il ritorno di questa madre insieme a Jimmy, che lo desidera così tanto da renderlo reale.
(sono partito un po' per la tangente perché reduce da tre consigli di classe, spero di essermi spiegato) Tema spinoso ad ogni modo, ma trattato con delicatezza comunque, nonostante qualche cliché.
Buona prosecuzione!

È OVUNQUE

Ciao, fatico un po' ad aggiungere qualcosa di originale ai commenti visto che sono stato molto lento nel commentare, questa volta. Dico solo che come situazione questo racconto mi ha incuriosito e mi ha trasmesso sensazioni che mi hanno evocato il tipico horror o una dinamica alla Misery in cui però siamo nella testa dell'assassina. Credo ad ogni che nel tipo di immagini che evochi ci sia una conoscenza del genere horror maggiore della mia: è un genere che frequento meno di quanto dovrei.

Concordo con chi criticava l'uso del narratore onnisciente (o comunque non sufficientemente focalizzato) ma ho apprezzato il progressivo disvelarsi della situazione. In un primo momento pensavo il protagonista stesse parlando con il suo doppio riflesso nello specchio (una specie di Gollum), ma la presenza di una vittima (a suo modo complice, se ho capito bene) ha contribuito a prendermi alla sprovvista.

Se c'è una cosa che mi sento di criticare di più è solo l'uso dei dialoghi per fare esposizione e comunicare al lettore informazioni sul passato dei protagonisti. Mi è sembrato un po' forzato: del tipo "so che il personaggio sta descrivendo il suo passato per raccontarlo a me che sto leggendo e non alla persona che ha davanti". Al di là di questo comunque per me l'atmosfera e la creazione di tensione è molto riuscita.


L'AUTISTA

Concordo a grandi linee con i commenti riportati sopra. Questo racconto potenzialmente è davvero molto bello ma il fatto che il finale sia poco chiaro mi ha un po' bloccato all'interno del punto di vista - a questo punto - schizofrenico del protagonista. Mi spiace perché questo tipo di storia alla Shutter Island, con le percezioni dei protagonisti falsate da illusioni o paranoie, solitamente la apprezzo molto (sia da leggere che da scrivere). Forse il finale avrebbe potuto essere spostato sul punto di vista della vittima per ampliare la prospettiva?
Al di là delle finezze su dialoghi e prospettiva però, il modo in cui hai creato e raccontato la scena prima della parte conclusiva mi è piaciuto molto e mi ha trasportato all'interno dello scenario con facilità.

Oltre alla famosa pubblicità, devo dire poi che l'ambientazione "stradale" abbinata alla tematica infernale mi ha fatto pensare ad alcuni numeri Dylan Dog.
Ultima modifica di srcm il martedì 28 novembre 2023, 18:12, modificato 1 volta in totale.

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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 28 novembre 2023, 17:49

Robin ha scritto:
antico ha scritto:E qui che succede? Dove sono le classifiche? Tra l'altro, verrete anche commentati da IL SAGGIO.


Ciao Antico! La mia la vedi giusto? Ti riferisci a quelli che devono commentare Apocalemme? Perdona questa mia domanda da rookie XD


Yes, mi riferisco ai commentatori dei racconti di questo gruppo.

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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » martedì 28 novembre 2023, 17:53

Al momento avete ricevuto due classifiche valide mentre quella di SRCM non è completa (manca un racconto nella classifica).

srcm
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » martedì 28 novembre 2023, 18:12

Grazie mille, dovrei avere sistemato!

Elettra Fusi
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » martedì 28 novembre 2023, 21:54

1. Le vie di Malaka
2. Lepridottera
3. Il soffio
4. Road to nowhere
5. L’autista
6. Impiccato.
7. Gironi infernali moderni
8. L’elefantino sacro
9. E’ ovunque

1. Le vie di Malaka
Ciao Giuliano,
il tuo racconto mi ha entusiasmato. Un'atmosfera che mi ha catturato dalle prime righe e il tema assolutamente centrato soprattutto perché non letto in chiave "letterale". Il tuo stile mi suona familiare, nessuna incertezza nè difficoltà di decodifica da parte mia. Di salti indietro per quanto mi riguarda ce ne fossero stati altri cento mi sarei divertita a leggere tutte le varianti di ciascuno, quindi la trovo un'idea vincente, insieme agli inizi di paragrafo che richiamano le parole del padre ma che non sono mai uguali tra loro; sono decisamente i miei punti preferiti.
Grazie per l'esperienza, ti rileggerò volentierissimo in futuro (o al prossimo giro di skip, chissà).
Un racconto cerca il Knock-out come dice la tua citazione? Per me l'obiettivo è pienamente raggiunto!

2. Lepridottera
Ciao Gerry,
piacere leggerti. Sono parecchio confusa. Mi spiego meglio, hai creato un racconto e una lingua insieme. Potenzialmente potrebbe essere una cosa tanto interessante, ma devo capire come collocarla nei miei gusti che, di solito, vanno in direzione di una lingua molto più pulita. Detto questo, il racconto è chiaro e intelligibile anche e soprattutto nel suo registro di stile. Grazie per avermi fatto fare questo viaggio.
Il tema non lo vedo del tutto centrato, però penso che una volta metabolizzato, questo racconto mi lascerà di sicuro il segno.

3. Il soffio
Ciao Cinzia,
è stato un vero piacere leggerti.
Trovo il tema assolutamente centrato.
Anche lo stile per quanto ricercato e un po' ampolloso non escludo che possa stare bene con il pensiero di un uomo del '600. Alcuni periodi forse sono un po' lunghi, ma, mi ripeto, lo stile sta bene con l'epoca che hai scelto.
Per quanto riguarda il tema sia la peste sia il porto e le navi secondo me richiamano bene sia l'inferno che la difficoltà a uscirne, quindi l'assenza di mappe (in astratto è questo il senso che anche io ho visto nel tema assegnato).
Mi è piaciuto davvero molto il tuo racconto e ti leggerò volentieri di nuovo.
Ti faccio solo far caso a una frase ellittica che grammaticalmente rimane un po' troppo scostata dall'andamento sintattico generale: Scene rimaste incancellabili, ho voluto diventare medico per questo, per combattere il mostro. Ma mi sembra una piccolezza in confronto alla scorrevolezza generale del tuo testo.
A rileggerci presto

4. Road to nowhere
A volte i racconti che piacciono di più sono i più difficili da commentare.
Ho apprezzato davvero molto il tuo testo. L'ho apprezzato sia a livello di stile che di tema che è perfettamente coerente, almeno per me.
Per mia propensione ho notato soprattutto gli aspetti descrittivi della narrazione e anche la sospensione, rarefazione delle immagini nel finale. Bella prova!
A rileggerci presto!

5. L’autista
Ciao Katjia,
ho molto apprezzato il tuo racconto che è forte e regge bene fino agli ultimi capoversi che, a mio parere, opinabile, vedo un po’ sconnessi dal resto. Non sono stati chiaramente decifrabili per me. Non capisco quale sia il lavoro stabile: fare l’autista, procacciatore di vittime di un vampiro?
Bellissima e davvero azzeccata invece la figura della nebbia, a mio parere, vera grande protagonista della prima parte del racconto.

6. Impiccato.
Ciao Robin,
piacere di leggerti.
Ho molto a cuore il tema che hai affrontato e ti dirò che per un'insegnante delle scuole secondarie di primo grado hai centrato in pieno lo stile, tanto che ho pensato che la tua sia una scrittura molto adatta alla fascia d'età nella quale lavoro. Non è affatto un difetto, anzi. Scrivere per i giovani e giovanissimi non è per niente scontato o facile.
Ho trovato qualche incertezza formale, qualche virgola e qualche capoverso mancanti o di troppo (anche nel titolo: il punto non riesco a coglierlo come elemento comunicativo, perdonami)
Il tema è meno centrato forse perché il finale è uno scioglimento fin troppo lieto, quasi surreale. Ma il percorso del tuo personaggio è sicuramente coerente con il tema della sfida. Con un pochina di crescita tecnica il tuo stile può diventare davvero adatto a questo tipo di sfide.
A rileggerti presto.

7. Gironi infernali moderni
Elisa, te lo devo dire, l’ultimo capoverso era quello che ci voleva, mi ha proprio strappato un sorriso.
La narrazione del resto del racconto non l’ho trovata sempre incisiva, soprattutto perché i richiami danteschi delle citazioni forse meritavano che un bastardo che corre con la Jaguar si ritrovasse (come filologia vuole) a essere “ignudo” in mezzo ad altri corpi ignudi, insieme anche al suo razzismo. Ma capisco che l’evento del portafoglio non avrebbe più avuto senso, del resto.
Interessantissima invece la reminiscenza del nonno e del Prof. di liceo.
Nel voler costruire il ribrezzo del protagonista lo avrei immerso di più in scene disgustose e avrei smorzato tanti rimuginii che a parer mio appesantiscono un pochino. A rileggersi presto!

8. L’elefantino sacro
Ciao Giovanni,
il tuo racconto è affascinante e ha i toni del racconto fiabesco, purtroppo fatico nella lettura perché mi saltano agli occhi alcune sconnessioni dei tempi verbali e di conseguenza mi perdo alcuni passaggi logici. Non sono riuscita a trarne il succo alla prima lettura anche se ne ho colto il tema importante che hai voluto narrare. L'attinenza al tema dell'edizione è l'inferno delle infinite peregrinazioni dei migranti.
Per quanto riguarda lo stile, non avendo letto altro di tuo non so se questi piccoli salti logici e temporali sono una tua prerogativa, o un tentativo di mimesi stilistica con il modo di parlare del narratore, se la risposta fosse il secondo caso credo che andrebbe reso più esplicito questo intento.
Ti leggerò volentieri nel futuro.

9. E’ ovunque
Ciao Diego,
il tuo racconto è interessante, ma mi ha creato qualche dubbio. Lo so, arrivo ultimissima nel dirti queste cose, ma dato che anche io tendo a essere prolissa mi sento soprattutto di appoggiare il consiglio di Matteo di asciugare. Il monologo nel vuoto non mi convinceva fin quando non mi sono resa conto che si svolgeva nei confronti dell'amico torturato (che è stato accecato, non è sordo, quindi è ovvio che si accorga dei movimenti dell'amico, reazione che ti racconti due volte come inaspettata). E se il monologo è allora rivolto a Marco che necessità c'è di spiegargli tutte le ricerche fallite che hanno fatto insieme? Il richiamo ai superdiscorsi finali dei cattivi dei film è un pochino ridondante. Mi spiace essere un po' diretta ma siamo tutti qui per crescere e sono sicura che troverai molti spunti interessanti. Le descrizioni e l'ambientazione funzionano e anche il tema c'è tutto.
A rileggerci presto.
Elettra Fusi
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Luca Moggia
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » mercoledì 29 novembre 2023, 17:53

Ciao a tutti,

ho cercato di analizzare ogni brano dal punto di vista della chiarezza delle immagini, della coerenza con il tema, del coinvolgimento emotivo e dello stile di scrittura. Ammetto che stilare questa classifica è stato molto più difficile delle scorse edizioni a cui ho partecipato. A parte il podio, su cui avevo le idee abbastanza chiare, tutti gli altri racconti presentavano punti di forza e di “debolezza” difficili da comporre in un’unica valutazione. Più che il singolo aspetto, ho seguito quindi l’impatto complessivo che il racconto mi ha trasmesso.

Tengo a precisare che non sono un editor né uno scrittore professionista e nemmeno un esperto di scrittura ma un lettore, chiamato a dare un giudizio su una storia. I commenti quindi rappresentano, al più, spunti di riflessione e non pareri tecnici, che lascio a chi si intende di queste questioni.

Bando alle ciance, ecco la classifica:

1. Le vie di Malaka - di Giuliano Cannoletta
2. Lepridottera - di Gerry Ponsacchi
3. L’autista – di Katjia Mirri

4. Road to nowhere - di Simona Rampini
5. Gironi infernali moderni - di Elisa Belotti
6. Impiccato. – di Robin
7. L’elefantino Magico – di Giovanni D’Addabbo
8. Il soffio – di Cinzia Fabretti
9. E’ ovunque – di Diego Matteucci


1 - Le vie di Malaka - di Giuliano Cannoletta

Il racconto centra il tema con l’infernale città di Malaka (a volte Makala), piena di disperazione e di persone allo sbando intrappolate nelle loro storie meschine.
La vicenda del protagonista dimostra però che, in mezzo a tanto male, esiste ancora qualcuno disposto a inseguire i sentimenti umani. Il finale, che non mi aspettavo, suggerisce in modo efficace questo contrasto e, tra l’altro, lo fa con poche battute di dialogo, una telefonata stringata che dice tutto senza diventare mielosa e fuori contesto. Ottimo!
Struttura del racconto veramente ben congegnata. Quando incontro il viaggio nel tempo, penso sempre che ci sarà qualche incoerenza e ammetto di aver fatto una lettura aggiuntiva per scovare qualche cosa, ma nulla. Fila tutto. Magari mi è sfuggito, possibile, ma va comunque bene perché pur avendoci fatto attenzione non ho trovato punti critici.
Altro punto forte è l’originalità dello stratagemma narrativo su cui costruisci la meccanica del racconto. Mi piace molto il (sotto) genere cyberpunk e lì di fattoni scimmiati ce ne sono parecchi. Ma una droga come la Skip non l’avevo mai sentita e, fra l’altro, apre un sacco di spunti di trama. Bella idea!
Un difetto sta forse nell’ambientazione. A grandi linee sono riuscito a immaginarmi Malaka, ma l’ho fatto credo in modo automatico, durante la lettura, mettendo insieme le immagini di Agglomerati vari che ho letto da altre parti. Se questa storia fosse stata ambientata in un mondo “ordinario” o in qualche altro scenario tipico di un genere a me meno affine, forse il coinvolgimento ne avrebbe risentito.

2 - Lepridottera - di Gerry Ponsacchi

Racconto veramente fuori dai gangheri!
Complessivamente mi è piaciuto molto, l’ho letto due volte solo per le risate che mi hai fatto fare poi altre volte per capire come diamine valutarlo.
Hai puntato tantissimo sullo stile e ne sei uscito alla grande! Il rischio dello slang è quello di non essere comprensibili oppure di annoiare. Hai proprio esagerato, al punto che qualcuno ha parlato giustamente di neo-lingua eppure sulla comprensibilità del testo nulla da dire, ho seguito benissimo la storia. Hai anche evitato tranquillamente il rischio noia perché, come ti dicevo, le immagini folli che dipingi sono divertentissime.
Alle successive riletture, superato l’abbaglio della forma geniale, ho trovato alcuni punti di debolezza. Il primo è la coerenza con il tema. L’inferno lo diamo per assodato in uno scenario post apocalittico ma il discorso delle mappe/direzioni non ce lo vedo granché. Seconda cosa è l’ambiente: non sono digiuno di immagini post-nucleari e a grandi linee mi sono immaginato lo scenario ma i dettagli restano un po’ pochini. Il terzo punto è la storia: certo, in cinquemila battute non è che si possa scrivere l’Odissea, però a ben guardare la vicenda è sì folle, cosa che mi piace, ma un po’ semplicistica, cosa che mi piace meno.

3 - L’autista – di Katjia Mirri

interessante, e a mio gusto molto apprezzabile, la scelta di colorare una situazione tutto sommato ordinaria con vampiri, caproni demoniaci e ombre assassine.
Hai uno stile di scrittura che mi piace, scorre bene anche se a tratti potrebbe essere “pulito” un po’, forse riducendo le similitudini (comunque carine) e abbassando il tono di alcune espressioni/parole. Giusto a titolo d’esempio: l’imbrunire che aggredisce il paesaggio, le risate che giungono al protagonista, l’aria color ragnatela.
Questione di gusto mio comunque.
Buffissimo (almeno all’inizio) il personaggio della Signora. Me la sono proprio vista, tutta composta come nella pubblicità dei cioccolatini, che spara un “vacca troia” in mezzo ai denti e subito recupera il suo aplomb rivolgendosi al povero, spallatissimo, Ambrogio che stava per combinare un casino. Ottimo spunto comico!
Vengo a quello che credo essere il problema del racconto. La storia scorre bene fino al punto in cui diventa “dark”. In quel momento c’è una sequenza di immagini, che si sommano una dopo l’altra: le ombre (forse sono alberi non sono sicuro), la nebbia innaturale, la Signora che si scopre essere un vampiro, la comparsa del caprone demoniaco e Ambrogio che reagisce pianificando l'impalamento.
Presi singolarmente sono elementi che mi piacciono molto, però tanti così tutti insieme mi hanno frastornato.
Forse meritavano più spazio per creare un'immersione nell'atmosfera horror più graduale e coinvolgente.
Altro punto che mi ha lasciato perplesso è il finale.
Il paletto di frassino mi suggerisce che Ambrogio voglia uccidere la Signora-vampiro per salvarsi dal demonio, poi la scena si stacca. Quando il protagonista si sveglia i brandelli di abito rosso mostrano l’avvenuta lotta contro la Signora e capisco che l’ha sconfitta ma, nonostante questo, si ritiene condannato.

4 - Road to nowhere - di Simona Rampini

Tema centrato. Il riferimento alle “mappe” era forse la cosa più complicata ma, a mio avviso, l'affacciarsi a una pericolosa tossicodipendenza e la battuta finale del protagonista suggeriscono bene la mancanza di direzione.
Ti faccio i complimenti per il modo in cui riesci a rendere i dialoghi che trovo davvero ben scritti. Mi hanno catturato e trasportato fino alla fine senza l'effetto “il tipo parla come un libro stampato” che spesso invece mi capita di notare.
In proposito, un unico appunto: i due ragazzi parlano in modo simile e si riconoscono bene per l’ordinata scalettatura delle battute più che per un tono personalizzato.
Come a volte capita, il rovescio del punto di forza, rappresenta anche il punto debole.
Tutta la vicenda è resa con i dialoghi e non ci sono elementi di contesto a parte alcuni accenni ai luoghi in cui si svolge.
Come lettore faccio attenzione all’ambientazione. Mi da un senso di realismo, di partecipazione alla vicenda, e, se dettagliata in modo coerente con il tono della storia, diventa parte integrante delle sensazioni che il testo mi trasmette. Nel tuo racconto questo effetto “amplificatore” mi è mancato.

5 - Gironi infernali moderni - di Elisa Belotti

ho trovato il tuo racconto ben scritto e ti faccio i complimenti soprattutto per il ritmo che imprimi ai vari paragrafi. Scorrono via con naturalezza nonostante alcune espressioni di registro "alto" che, per mio gusto personale, non amo molto.
Il protagonista lo trovo ben delineato, un fighetto figlio di papà che disprezza tutti quelli che non possono sedersi al volante di una Jaguar. Grazie a questa caratterizzazione ben resa ho trovato molto realistico che uno così viva il viaggio in treno come un giro all'inferno.
A mio parere ci sono alcuni punti deboli nella resa della storia.
La parte ricordo/riflessione del personaggio occupa circa metà della storia. Anche se ben usata per presentare l'ormai ex
proprietario di Jaguar, e far trasparire la sua visione del vagone calando il lettore in quello che sembra un inferno, l'ho trovata un po' troppo lunga rispetto alla parte più basata sull'azione.
Quest’ultima per contro mi sembra molto tratteggiata, poco evocativa e sostanzialmente insiste di nuovo sulla sensazione di disagio del protagonista, che a mio parere era già sufficientemente resa nella prima metà.
Una piccola incoerenza, ma confesso che in prima lettura non ci ho nemmeno pensato, è che il ladro in quel macello di gente come avrebbe fatto a dileguarsi così istantaneamente?
Resta un fatto positivo l'abilità con cui mi hai "fregato" (in senso buono!)
Grazie alla prima frase, ben piazzata, ho pensato che il protagonista fosse morto nell’incidente e fosse finito veramente all’inferno. L'impressione mi viene confermata dal resto del racconto fino al buon finale a sorpresa!
Su questo però ti segnalo alcuni dettagli che stavano per spezzare l'incantesimo: il puzzo di freni che sul momento non riuscivo a collocare nel contesto infernale, le anime più pie che all'inferno non ci dovrebbero essere e, soprattutto, il bambino di due anni. Credo tu le abbia inserite come semine per far capire che in realtà non ci trovavamo veramente all'inferno però se vuoi giocartela su questo mascheramento forse vale la pena non dare indizi.
Il finale comunque arriva inaspettato e strappa una risata, sempre ben gradita.

6 – Impiccato. – di Robin

Un racconto molto introspettivo sull'inferno che Jimmy affronta ogni giorno di scuola. Non so se l’idea di scegliere come protagonista un bambino è funzionale ad agganciarsi al tema, in ogni caso la trovo azzeccatissima. Da piccoli l’anno scolastico sembra eterno e se ogni giorno è una sofferenza, direi che somiglia proprio all’inferno.
Ben resa anche la fragilità di Jimmy, soprattutto con il dettaglio del pianto trattenuto, che mi è piaciuto. Mostra bene la sua paura di farsi vedere debole consapevole che ciò lo renderà bersaglio dei compagni. Molto evocativo, coerente e originale il fatto che il protagonista empatizzi con il passerotto vessato dai suoi simili.
Se dal punto di vista dell’interiorità il racconto funziona ci sono, a mio parere, punti di debolezza nella componente esteriore.
L’ambiente è dettagliato, ma resta comunque un po’ evanescente. Questo non è un dramma in un racconto introspettivo però, al solito, se l'ambiente è ben descritto a me piace perché mi rende più partecipe alla vicenda.
La mancanza di dettaglio si fa più pesante in relazione alla scena dell’aggressione.
Visto che il racconto parla dell’angoscia di Jimmy, l’arrivo dei due bulli dovrebbe essere l’evento peggiore che possa capitargli e di conseguenza mi sarei aspettato una vividezza molto maggiore nel descriverlo.
Quello che si riesce a immaginare di Dax e Tommy invece è la loro voce strafottente, alcuni calci e il fatto che si allontanano. Per il resto sono praticamente invisibili, sembrano due presenze più che due persone reali.
Altro punto dove secondo me puoi lavorare sono i dialoghi o comunque il parlato dei personaggi cercando di renderlo un po' più verosimile rispetto a come si esprimerebbe una persona reale.
Nel finale emerge di nuovo molto bene l’interiorità di Jimmy ma la chiusura, con la madre che torna ad aiutarlo non mi ha fatto impazzire. Avrei apprezzato di più se Jimmy avesse mostrato un segno di crescita e autonomia, un suo moto interiore di rivalsa o magari l'aiuto di un compagno di classe.


7 - L’elefantino Magico – di Giovanni D’Addabbo

I tema lo trovo centrato in pieno: hai descritto l’inferno di persone costrette a migrare dalla loro terra rischiando la vita su tracciati ignoti, pieni di incertezze e pericoli.
Con la tua storia mi hai catapultato in un mondo, ti direi surreale, dove si mischiano immagini magiche, con scene cruente e storie di vita vissuta. Realismo e magia allo stesso tempo. Per nulla scontato!
A mio parere la parte più bella della storia è quella del vecchietto degli elefanti anche perché è un racconto nel racconto, tipo mini Sherazade. Non so se l’effetto era voluto ma non importa, la trovo una vera chicca, azzeccatissima in questa ambientazione nord africana dai toni fiabeschi.
Ho l'impressione però che la potenza immaginifica e evocativa ti sia un po' scappata di mano.
Da subito ho fatto confusione fra i personaggi del racconto che, nella prima parte appaiono a distanza ravvicinatissima e si aggiungono uno all’altro senza darmi tempo di visualizzarli.
Fa poi la sua comparsa il vecchietto degli elefanti e la storia di Musa. Come ti dicevo è la mia parte preferita però aggiunge altra carne al fuoco da metabolizzare in poco spazio.
Ho tirato un po’ il fiato con gli eventi in Libia ma poi sono precipitato di nuovo in confusione sul finale, dove la storia l’ho proprio persa.

8 - Il soffio – di Cinzia Fabretti

Il racconto centra il tema proposto facendoci affacciare sull’inferno in cui Venezia si trasformerà con l’esplodere della peste. Meno evidente l’elemento delle mappe suggerito magari dal viaggio verso l’ignoto che, sperabilmente, salverà Cecilia.
Mi sono piaciuti molto i dettagli di Venezia e, più in generale, del periodo storico in cui ambienti la vicenda. Molto bella la descrizione della maschera con il becco pieno di erbe aromatiche per difendersi dal contagio. Non essendo un appassionato di storia o di narrativa storica stento a dirti se sono corretti ma, per lo stesso motivo, poco mi importa. Quello che so è che mi hanno immerso dentro la Venezia del tardo cinquecento quindi per me è un punto a favore.
Ho trovato meno godibile invece il registro e la voce del protagonista. L’utilizzo di un linguaggio ricercato, e le lunghe parti di pensato hanno diminuito la scorrevolezza della lettura. Riguardo al modo di esprimersi del protagonista però ho fatto marcia indietro riflettendo sul fatto che parla, scrive e pensa usando un linguaggio che ben si addice a un medico del tardo cinquecento.
In questa chiave, la scelta del registro è coerente ma comunque complice di un effetto “mancanza di dinamicità” che ho percepito forse anche data la netta prevalenza delle parti riflessive su quelle di azione e su quelle di interazione fra personaggi e ambiente.

9 - E’ ovunque – di Diego Matteucci

Il racconto centra chiaramente il tema dell’inferno ma meno l’elemento delle mappe. A cercare bene si potrebbe interpretare il fallimento del piano di Daniele come la perdita di direzione del suo progetto ma forse è una lettura un po’ forzata.
Venendo alla storia devo dirti che nel complesso mi è sembrata ben scritta anche se lo stile può essere migliorato sotto alcuni aspetti. Ad esempio inizialmente ho trovato forse troppi dettagli ambientali sulla cantina e questo ha rallentato l’entrata nel vivo dell’azione.
Mi è piaciuta molto l’apparizione in scena dell’amico-vittima sacrificale, sia perché non me lo aspettavo sia perché lo descrivi in modo veramente vivido e sei riuscito a trasmettermi il suo terrore quando capisce che Daniele lo ucciderà.
Il protagonista invece mi ha colpito meno, forse perché mi è mancato un po’ di realismo nel suo modo di parlare e nella sua gestualità. Non che sia scritto male però mi ha dato un idea di teatralità che in generale cozza con la crudezza ben evocata dalle immagini della storia. Credo invece che la semplicità nel modo di parlare dei personaggi non tolga nulla alla drammaticità di una scena ma anzi, renda più “vero” il personaggio.
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Daniele
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » mercoledì 29 novembre 2023, 18:58

Ciao tutti, è stata dura stilarla, tanta tanta indecisione, ma ecco la mia classifica:

1. Gironi infernali moderni
2. Le vie di Malaka
3. ROAD TO NOWHERE
4. Lepridottera
5. L'autista
6. Il soffio
7. Impiccato
8. L'elefantino magico
9. E' ovunque


Gironi infernali moderni
Ciao Elisa, piacere di rileggerti.
Non è la prima volta che ti leggo e a memoria non ricordo un tuo racconto che mi abbia mai deluso, e con questo ti confermi in striscia positiva.
Racconto ben scritto a livello stilistico, simpatico, leggero, frizzante ma al tempo stesso significativo e quando questi elementi riescono a convivere la storia mi conquista. Il finale con Trenitalia utilizzata nella legge del contrappasso è una chiusura brillante e divertente.
Non ho molto altro da dire a parte il farti i miei complimenti, sei tra gli autori che leggo più volentieri qui su Minuti Contati. Continua così. Racconto da alta classifica.
Alla prossima!


L'autista
Ciao Katjia, piacere di leggerti.
Noto che la signorina dei ferrero roger è un personaggio rimasto ben impresso nell'immaginario comune, è almeno la seconda volta che lo leggo descritto qui su minuticontati e anche nell'ultima volta era una sorta di vampiro eheh.
Dover mandare giù bocconi amari per lavoro, essere testimoni di ingiustizie e non potere o scegliere di non far nulla per contrastare, il tema c'è ed è sentito.
Il racconto mi è piaciuto, l'ho letto volentieri. Se devo farti un appunto sullo stile è riguardo ai discordi indiretti. La parte centrale è un po pesantuccia da leggere, avessi usato il discorso diretto e far dire direttamente ai ragazzi e alla signorina quel che dovevano dirsi magari avresti spezzato quei lunghi periodi dando più ritmo.
Piccolo appunto, una sottigliezza: se siamo nel punto do vista di Ambrogio come fa a sapere che la signorina affonda le unghie nei sedili quando lui frena e sterzata bruscamente? Lui gli occhi li ha sulla strada. Avresti dovuto descrivere l'atto dell'azione di frenare e sterzare, quel che vedeva lui, e poi girandosi avrebbe visto la signorina ribaltata sul sedile o aggrappata in qualche modo più o meno goffo. Sottigliezze stilistiche comunque che non alterano la buona riuscita del racconto.
Complimenti e in bocca al lupo per l'edition.
Alla prossima!


ROAD TO NOWHERE
Ciao Sira, piacere di leggerti.
Hai declinato il tema in modo interessante con un racconto potente e che mi è piaciuto.
La posizione dell'amico è difficile, un tuo amico sta facendo una cazzata, non ti ascolta nonostante tu provi in tutti i modi dal dissuaderlo dal farla e va fino in fondo. Che fai? Te ne vai ("fa pure ma non contare su di me") oppure gli stai accanto perché dato che la farà è meglio che al suo fianco ci sia tu e non qualcun altro? Penso che tutti ci siamo trovati tante volte in una situazione del genere, in situazioni più o meno delicate di quella di questo racconto.
A livello stilistico magari qualche beat nei lunghi botta e risposta avrebbe facilitato la lettura, forse la situazione poteva essere settata in modo più chiaro all'inizio, ma roba di poco conto.
Complimenti, proprio un bel racconto che a me è piaciuto molto, sicuramente da posizioni alte (in attesa di leggere gli altri).
Alla prossima!


Il soffio
Ciao Cinzua, piacere di leggerti.
Hai toccato il tema in modo non banale e interessante a mio modo di vedere. Lo stile è buono secondo me, ma ti faccio un piccolo appunto, diciamo una parte per il tutto: siamo intorno al 1600 da quanto si evince, hai nominato gli oli essenziali. Per curiosità sono andato a controllare se esistessero già, ed esistevano, ma non si chiamavano così e in quel periodo erano andati un po in disuso per tornare nel 1800. Ecco, io delle ricerche di questo tipo, nel momento in cui dovessi scrivere un racconto ambientato in un altra epoca o in un luogo che non conosco, le farei. Nel complesso comunque mi è sembrato tutto ben collocato, era solo una pignoleria questa.
A livello di struttura io avrei anticipato l'obiettivo. I primi tre quarti del racconto sono descrittivi, molto bello immergersi nelle sue emozioni, poi nel finale salta fuori un obiettivo, ovvero il proteggere la famiglia del suo amico. Ecco, se lo avessi messo ad inizio racconto questo dettaglio secondo me tutta la parte centrale ne avrebbe giovato, sarebbe stata letta con un altro occhio e con più interesse.
Giudizio comunque positivo per me, migliorabile a livello di struttura, sempre secondo il mio personalissimo parere, ma bella idea e buono stile. Alla prossima!


L'elefantino magico
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Racconto molto particolare, secondo me una bella idea, ma purtroppo i troppi nomi e le scelte stilistiche in generale mi hanno ostacolato molto la lettura ed è un peccato perché è una storia piena di significato ma andrebbe davvero sviscerata in più dettagli e parti, cosa che ovviamente in 5000 caratteri è penso impossibile fare.
Una cosa che mi ha fatto storcere il naso sono le immagini e i dettagli un po' cruenti proposte dell'anziano al bambino, o è poco sensibile lui oppure avrebbe dovuto utilizzare diciamo altre parole... la prima frase anche avrei cercato di scriverla in modo diverso. Nel complesso una bella idea (personalmente mi piacciono molto mondi di questo tipo che richiamano anche ad altre culture), ma messa giù in modo troppo confusionario almeno per quel che riguarda la mia personale esperienza lettura. Sarà dura posizionarti in classifica proprio a causa di questi due aspetti.
A rileggerti presto e buona Edition!


Le vie di Malaka
Ciao Giuliano, piacere di rileggerti, mi eri mancato!
Il tema lo considero molto centrato, andare indietro nel tempo o nei ricordi a tentoni con la skip e districarsi nelle vie di Malaka lo considero perfettamente in tema, quindi ok da quel punto di vista. Il racconto è scritto davvero davvero bene, ha soddisfatto in pieno le altissime aspettative che avevo prima di leggerti, conoscendoti ormai.
Provo a fare il cacacazzi (termine tecnico utilizzato in altissima editoria credo), ma solo perché farti solo complimenti risulterebbe monotono:
All'inizio il protagonista dice "una scimmia", ma la conosce già, ed ha un nome proprio da lui inventato, Scimmia. Io lo avrei utilizzato fin da subito, sarebbe stato ugualmente chiaro.
Quando sputa il catarro misto a sangue pensa "ci si sarebbe potuta scrivere una poesia". Mi ha fatto pensare che potesse essere un poeta, cosa poi non confermata, avresti potuto utilizzare quel dettaglio per arricchire la sua caratterizzazione.
La scelta di regolare i conti con il padre è forse forse un po' cliché, ma è una scelta legittimissima, non so se hai pensato ad altre opzioni o meno, ma in ogni caso funziona e vai sul sicuro, nella narrazione ha un ruolo centrale quindi benissimo così.
Appunti fatti solo per cercare di spaccare il capello in quattro, ma racconto davvero bello, pensato e scritto benissimo, grande.
In bocca al lupo per l'edition!


È ovunque
Ciao Diego, piacere di leggerti e benvenuto.
Prima di tutto ti ringrazio per essere passato a commentare il mio racconto anche se non eri tenuto a farlo, gesto gratuito e sempre molto apprezzato.

Secondo me hai centrato il tema in un modo molto calzante, l'idea è veramente apprezzabile, ma mi accodo ai commenti di Matteo e pretorian per quel che riguarda la messa in prosa.

Hai utilizzato il compo di scena della presenza di marco, ma è un colpo di scena ingannevole per il lettore e lo è solo per il lettore, Daniele (1 punto in più per il nome scelto) aa dall'inizio della presenza di marco, un vero colpo di scena si verifica se lo è per il protagonista, così invece il lettore finisce solo per sentirsi preso in giro e il colpo di scena non arriva come un vero colpo di scena.
Hai utilizzato poi più blocchi di dialogo per raccontare tutta la vicenda passata: se la vicenda è importante allora mostrala direttamente! Forse sarebbe stato il caso di incentrare su di essa il racconto, dando molto respiro ai pensieri di Daniele per mettere in contatto con essi il lettore e allora dopo uno stacco chiudere con Daniele che sta torturando marco dopo averlo rapito o qualcosa di simile... in ogni caso tranquillo, sei nel posto giusto per allenare e migliorare la tua scrittura, ho provato in prima persona nell'ultimo anno come questo forum sia una grandissima palestra.

A rileggerti presto e in bocca al lupo per la gara!


Impiccato
Ciao Robin! Piacere di leggerti e benvenuto su minuticontati!

Iniziamo dalle cose che mi sono piaciute. Il tema del bulismo è già visto diciamo, ma secondo me hai trovato un modo molto particolare per declinarlo, il modo in cui centri il tema della sfida non è banale e quindi chissene se il bullismo lo hanno già affrontato in tanti per quel che mi riguarda.
Il finale mine piaciuto molto per un motivo: generalmente in raccontino questo tipo il finale è sempre tragico o arriva un colpo di scena che ti colpisce come un pugno nello stomaco. Qui invece sono stato piacevolmente colpito da un finale che da speranza, e finalmente dico! Non tutti i racconti di questo tipo devono finire in tragedia, bravo, bella scelta!
Hai usato una terza al passato narrando praticamente in onniscente con i pensieri al presente in corsivo. Occhio a quei pensieri, perché il corsivo non lo hai utilizzato solo per quelli, quindi ti direi: hai scelto di metterlo al presente al corsivo? Perfetto, allora usa il corsivo solo per quelli in modo da confondere meno possibile il lettore.

Dici che ti stai affacciando alla scrittura, allora ti suggerirei come esperimento di provare riscrivere questo racconto passando dallo stato attuale in onniscente con molte parti in tell, a una terza persona o addirittura una prima al presente focalizzata sul protagonista e poi giudicare tu stesso quali sono le differenze e i pro e contro. Probabilmente saresti riuscito a caratterizzare meglio sia il ragazzo attraverso il suo filtro sia la madre attraverso gli stessi pensieri del ragazzo, dando ancora più valore a un finale che come detto in precedenza ho apprezzato.
Come detto prima, benvenuto su minuticontati, vedrai che lo troverai un'ottima palestra, e a rileggerti presto!


Lepridottera
Ciao Gerry, piacere di readdarti.
Hai prematurato un raccoso che per le prime righe mi ha fatto pensare: o questo si è sbradato una mergiata di anfitammerde oppure nella brodamomilla che ho bevuto stasera non c'era la melatominchia ma il diopazepam.
Poi scrollando l'ipercazzola ho grippamellato il senso della scrittura e visto che con la stessa brodamomilla che avevo bevuto io mia moglie non stava smascellando in testa al bambino mi son detto: questo ha grippato pesante, ma sta cosa ha senso!
Fatto sta che più non standavo una circolare più isteridevo in preda a lacrimafalls.
Io avrei cercato di rimanere sempre nel pov, avrebbe ancor di più fatto scimmiare se fossi stato costantemente nel pensierommerda del protagonista.

La chiusa fa un po' cilecca, immagina se novak fosse stato additato dal diopo come peccatore e lui fosse bruciato urlando "noooo sinner nooooo!!"

Ora porco il novak non so in che tier incastonarti

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BruceLagogrigio
Messaggi: 281

Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » giovedì 30 novembre 2023, 0:19

Che racconti! Classifica molto difficile sia nei posti alti che in quelli bassi!

1. ROAD TO NOWHERE
2. Le vie di Malaka
3. Gironi infernali moderni
4. Il soffio
5. Lepridottera
6. L'autista
7. È ovunque
8. L'elefantino magico
9. Impiccato


Gironi infernali moderni, di Elisa Belotti, ore 23.43, 4291 caratteri
In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Moderna. VAgone di Trenitalia.Tema centrato.

Ciao Elisa, piacere di leggerti ancora. Personalmente il racconto mi è proprio piaciuto. Amo i plot twist finale che ti costringono praticamente a leggerlo nuovamente dall’inizio per capire dove lo scrittore ti ha effettivamente fregato. Molto bene.
Ritmo, stile come al solito eccellente. Qualche piccola forzatura che ci stava visto anche, e soprattutto, il tema piuttosto complesso di questa edition.

Ottima prova secondo me e sicuramente da alta classifica.

Buona gara!

Bruce.

L’autista, di Katjia Mirri, ore 00.02, 4957 caratteri

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Attuale/limousine strada di campagna. Tema centrato.

Ciao Katja, allora a livello stilistico poco da dire, quasi perfetto. L’idea è molto buona. Peccato solo sia piuttosto difficile capire che la parte fantastica del racconto sia frutto dell’immaginazione dell’autista. Avrei messo qualche indizio in più. Forse noi lettori di MC siamo talmente smaniosi di fantasy e soprannaturale che accettiamo di buon grado il fatto che il protagonista diventi un licantropo (quando in realtà si trattava di schizofrenia). Anche io l’ho capito solo dal tuo commento. Credo però che con una lettura più accurata ci si poteva arrivare.

Nel complesso la reputo una buona prova.

Bruce.



ROAD TO NOWHERE, di Simona Rampini, ore 23.10, 4953 caratteri

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Attuale. Balcone appartamento / giardini pubblici. Tema centrato.

Ciao Simona piacere di leggerti.
Caspita ma che pezzo! Mi ha fatto molto pensare il commento di Ragazzo che ha detto che il suo amico avrebbe avuto molte possibilità di fermare il protagonista… Solo chi ha vissuto esperienze simili sa quanto sia tecnicamente difficile. Il senso di impotenza che si ha in quelle situazioni lo hai trasmesso in modo perfetto. All’inferno si scende a piccoli passi, e non vi è mappa per tornare indietro.
Complimenti.

Bruce.

Il soffio, di Cinzia Fabretti, ore 23.26, 4995 caratteri

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Venezia 1630. Tema centrato?

Carissima Cinzia, che tu lo creda o no, il fato (o forse l’Antico, non so) mi ha estratto per far commento al tuo quarto racconto di fila! Che forse Afrodite cerchi di far innamorare il mio intelletto alla scrittura tua?
Mi ritrovo ancora una volta ad apprezzar l’ambientazione. Venezia 1500/1600. Con la mente ritorno ad una delle mie letture di maggior gradimento: Q di Blisset. La maschera della peste mi ha sempre affascinato e dato turbamento. In acerba età mi cimentai in un puerile fantasy e ai medici di alto grado di quel mondo fantasioso feci indossare quella stessa bautta con il becco adunco, colmo di spugne imbevute nell’aceto (prozie delle moderne mascherine).

Nell’incominciar il racconto mi sono trovato a pensare che tu avessi mutato rotta con lo stile, abbracciando di getto quel blasonato “stile immersivo” di cui tanto si mormora, per poi riconoscere meglio la mano tua quando hai stilato quella lunga elucubrazione. A me fanno cosa grata pensieri di tale sorta, ma da quanto ho capito (nella mia pur breve esperienza qui) non avviene il medesimo per gli altri lettori di MC. Ragion per cui, il mio umile consiglio, sarebbe quello di evitare tali rimuginamenti (come io stesso ho fatto). O per lo meno non affliggersi in riflessioni così lunghe.
Appena poi ho pensato che l’intera vicenda sarebbe stata perfettissima sotto forma di lettera il protagonista che fà? Si mette a scrivere! Qual sintonia ci accomuna?
L’unica vera più grande macchia del racconto rimane la mancanza della mappa!

Il Perdutamente Vostro, Bruce Lagogrigio.


L’elefantino magico, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.58, 4958 caratteri

Ciao Giovanni piacere di leggerti.
Buona idea quella di passare il racconto come se fosse una fiaba di un anziano, in modo da avere più libertà di scrittura e di stile. Ricalco un po’ i difetti citati dagli altri commenti. I troppi nomi, i numeri, e il finale con il cambio di narratore, qualche punteggiatura mancata e una leggera confusione ogni tanto.
Mi è piaciuta la ricerca del tema del contest agganciandolo a un argomento un sempre più attuale e che fa sempre commuovere.
Toccante la promessa di rincontrarsi sotto l’elefante dopo sette anni.
Buone anche le ricerche storiche e geografiche fatte.

In bocca al lupo e buona edition!


Le vie di Malaka, di Giuliano Cannoletta, ore 00.14, 4983 caratteri

Ciao Giuliano, bellissimo questo passaggio da giudice a concorrente. E che strano vederti così in fondo nella classifica provvisoria!

Appeno ho iniziato a leggerlo sono andato subito con il pensiero al primo tuo racconto che ho letto quando la prima volta che ho partecipato a MC: Padre perdonami perché ho peccato.
La scimmia mi ha ricordato il gorilla che faceva da prete confessore.
Siamo sulla stessa scia, ma questo per me è superiore. Non mi sembra avessi vinto quella edizione per cui… chissà.

Solo dal nome della droga si capisce l’alto livello dell’autore. Ma tutto è fatto molto bene (tranne qualche piccolo e perdonabile refuso). L’intreccio, il detto e non detto. Quei «...» nella telefonata…
Veramente, lo dico con il cuore, c’è solo da imparare. I tuoi non detti hanno un gusto tutto particolare. Non sembrano misteri lasciati a caso… ma aggiungono quel qualcosa in più al racconto.

Non bisogna fermarsi ad individuare buoni propositi, ma bisogna portarli a compimento. È un atteggiamento tipico dell'essere umano prefissarsi diversi obiettivi, spinti da un entusiasmo iniziale, per poi abbandonarli tutti strada facendo.

Ottima prova.

Bruce.


È ovunque, di Diego Matteucci, ore 23.38, 4914 caratteri

In terza persona, tempo verbale presente. Ambientazione: Cantina / Attuale / Horror. Tema centrato.

Ciao Diego, piacere di leggerti. Certo dopo la lunga analisi di Matteo viene difficile aggiungere qualcosa.
Personalmente ho apprezzato come sei riuscito a centrare il tema. L’Inferno non ha bisogno di mappe perché ovunque anche (e soprattutto) in quella cantina.
Il plot twist di Marco è apprezzabile. e ci sta ai fini del racconto.
Concordo con il fatto che forse non riesce ad empatizzare moltissimo con la scena, ma in questo stile di racconti può essere anche positivo.

Buona prova per me, anche se migliorabile.

Bruce.


Impiccato, di Robin, ore 00.46, 4969 caratteri

In terza persona. Tempo verbale presente. Ambientazione. Attuale / Parco Pubblico. Tema centrato.

Ciao Robin, benvenuto e piacere di leggerti.

Mi è molto piaciuta la declinazione del tema che hai intavolato e come l’hai realizzata. Un racconto molto delicato.
MI hai dato l’idea di uno stile un po’ acerbo che però si sposa bene con i pensieri del ragazzo e il suo punto di vista. Forse è anche consapevole ma non avendo letto nulla di tuo mi è difficile stabilirlo

Un paio di appunti formali:

E’ una trappola!

Corretta:
È un trappola!

Forse hai fatto copia e incolla da word e ti ha lasciato un sacco di spazi fra una frase e l’altra, meglio evitarla. Lo spazio lo si può usare per staccare le parti del racconto o enfatizzare alcune parti.

Buona prova per me.

Buona gara!

Bruce.


Lepridottera, di Gerry Ponsacchi, ore 00.57, 4984 caratteri

In terza persona. Tempo verbale: presente. Ambientazione: Post/apocalittico-nucleare Bergamo . Tema centrato?

Ciao Gerry molto piacere di leggerti. Partiamo alla grande. Stile molto particolare che avrei più gradito non con narratore esterno (che però fa il suo dovere egregiamente) ma con narratore interno. Oppure vada bene il narratore esterno, ma mi sarebbe piaciuto di più al passato come se fosse un racconto davanti a un fuoco scoppiettante dentro a un bidone arrugginito.

Mi è piaciuta anche l’ambientazione, con il Dio Po, le bergaMaschie, il notaio e tutto il contesto. La neo-lingua che hai inventato poi è meravigliosa. Ho riso di gusto a diverse battute. Penso sia perfetto per un racconto, mentre per qualcosa di più lungo tipo un romanzo sarebbe un po’ stancante.

Note negative:
Il tema del contest che non sembra centrato. Forse l’inferno potrebbe essere il mondo come è diventato (in cui si "inchiappettano" farfalle transgeniche), ma la mappa?
Comunque buon esperimento per me e curiosi di leggere altro di tuo.

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#17 » giovedì 30 novembre 2023, 12:03

Oltre a quella de IL SAGGIO, dovete ancora ricevere una classifica.

PuntiDiDomanda
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#18 » giovedì 30 novembre 2023, 13:00

Ciao a tutti e buona edizione (anche se stavolta ci ho messo tanto ed è già quasi finita)
Premessa: mi accodo a Gioco nel dire che una difficoltà supplementare in questa edition è che, anche a parer mio, nessuno (o forse uno, ci penso) ha pienamente centrato il tema (alcuni quasi del tutto mancato, altri borderline). Probabilmente darò un bel po' di "punti" per la centratura del tema, mi sembra corretto premiare per la riuscita da quel punto di vista, in questo caso specifico, anche perché il livello dei racconti non mi sembra troppo distante, per un motivo o per l'altro.

1) Road to Nowhere, di Simona Rampini
2) L'Elefantino Magico, di Giovanni D’Addabbo
3) Le Vie di Malaka, di Giuliano Cannoletta
4) È Ovunque, di Diego Matteucci
5) Lepridottera, di Gerry Ponsacchi
6) Impiccato., di Robin
7) Gironi Infernali Moderni, di Elisa Belotti
8) L'Autista, di Katjia Mirri
9) Il Soffio, di Cinzia Fabretti

- COMMENTI -

1) Road to Nowhere, di Simona Rampini
Primo per asciuttezza stilistica, per la verosimiglianza della situazione e la facilità di immedesimazione coi personaggi.
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2) L'Elefantino Magico, di Giovanni D’Addabbo
Secondo posto guadagnato per la miglior attinenza al tema del girone.
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3) Le Vie di Malaka, di Giuliano Cannoletta
Terzo posto per la brillante strutturazione del racconto, in pieno accordo con la vicenda proposta.
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4) È Ovunque, di Diego Matteucci
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5) Lepridottera, di Gerry Ponsacchi
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6) Impiccato., di Robin
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7) Gironi Infernali Moderni, di Elisa Belotti
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8) L'Autista, di Katjia Mirri
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9) Il Soffio, di Cinzia Fabretti
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antico
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#19 » giovedì 30 novembre 2023, 18:03

Scusate, non sarà il SAGGIO a farvi commenti e classifica, ma L'INQUISITORE. E manca solo più lui perché tutte le altre le avete ricevute.

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L'inquisitore
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Re: Gruppo APOCALEMME: Lista racconti e classifiche

Messaggio#20 » mercoledì 6 dicembre 2023, 10:25

Eccomi finalmente! Racconti molto interessanti, new entry molto promettenti. Grandi! Continuate così.

CLASSIFICA

1. Le vie di Malaka
2. ROAD TO NOWHERE
3. Lepridottera
4. Gironi infernali moderni
5. L'elefantino magico
6. L'autista
7. Il soffio
8. Impiccato
9. E' ovunque

COMMENTI

Le vie di Malaka
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L'autista
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