La fatica di fare le scale

Il luogo per discutere dei differenti punti di vista e approcci. Interagite qui tenendo sempre a mente che ci possono essere divergenze e che proprio in esse ognuno di noi può trovare la ricchezza per migliorare.
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MatteoMantoani
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La fatica di fare le scale

Messaggio#1 » domenica 4 febbraio 2024, 5:00

Cari amici,
Ho letto un paio di commenti al racconto di Punto di Domanda (Mattia) a cui addirittura si è aggiunto l'Antico, e quindi mi pare giusto approfondire nel nostro bello spazio questa discussione che potrebbe essere interessante anche per il futuro.
Quando scriviamo un racconto (su Minuti Contati e non), è il caso di partire con la scaletta degli eventi, e concentrarci sulla definizione di un arco? O è meglio scrivere di getto, e poi in caso aggiustare i caratteri?
Il tema credo giri soprattutto attorno al discorso dei caratteri, un vincolo importante non solo su MC, ma anche quando si vuole scrivere per un concorso in generale. Riuscire a esprimersi nello spazio concesso, è una delle capacità più importanti che possiamo sviluppare su MC: se riusciamo a dire la stessa cosa in meno spazio è solo valore aggiunto! Il lettore moderno ha poca voglia e tempo, gli arzigogoli e i fiocchetti sono sempre in più, occorre arrivare dritti al sodo con eleganza e precisione.
C'è chi parte dalla scaletta, andando a definire tutta una serie di eventi che hanno come obiettivo la strutturazione di un arco di trasformazione, andando poi a sforare così tanto i caratteri che è impossibile recuperare. C'è invece poi chi scrive di getto, e aggiusta dopo. Penso che ognuno si troverà più comodo col metodo che preferisce, ma il succo deve essere sempre equilibrarsi per stare dentro allo spazio concesso. Vi dirò quello che faccio e che penso io, anche se penso andrò controcorrente.
Sia su MC che per altre situazioni in cui devo scrivere un racconto (occhio, non un romanzo, lì è diverso), trovo fare la scaletta superfluo e cercare a tutti i costi di sviluppare un arco fuorviante. In poco spazio non credo che un arco venga bene, per me si può anche fare a meno di provarci. In un racconto breve, io do tutto all'idea di base, alla sua originalità, oppure cerco di colpire il lettore in altro modo, con un colpo di scena finale, oppure descrivendo gradualmente un'ambientazione molto particolare..
Parto sempre a definire qual è il mio punto di inizio e la conclusione della vicenda, cosa succede nel mezzo lo so a grandi linee, ma lascio che siano i personaggi quando scrivo ad arrivarci in modo coerente con la loro caratterizzazione. Non ho mai fatto scalette, non mi è mai interessato se i miei personaggi hanno o no un arco di trasformazione. Molti formatori, come anche l'amico Luca Nesler, insegnano un po' il contrario. Sarà una mancanza mia, ma con raccontini veloci preferisco avere un po' di casino in testa, e metterlo giù con ordine mentre scrivo, lasciando che i personaggi facciano il loro. Il processo creativo è diverso per ognuno di noi, gli strumenti sono senz'altro da conoscere, ma non sono per forza il nostro punto focale. Almeno su MC io voglio divertirmi, rompere le regole e sperimentare, e comunque penso che pochi si divertano di più a scalettare piuttosto che a scrivere. Certo, non scriverò mai come King, a random per capirci, ma un punto di inizio e di arrivo ce l'ho sempre in testa, qualche snodo focale, e poi lascio che i personaggi si muovano lungo questo filo. Mentre si muovono, controllo i caratteri, e vedo se sono troppo lenti o troppo veloci (quest'ultima cosa non succede mai), e così aggiusto.
Ditemi anche voi cosa ne pensate ;)



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AndreaCrevola
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#2 » lunedì 5 febbraio 2024, 18:07

Ciao Matteo,

io gestisco lo sviluppo della storia in una forma un po' ibrida (magari solo nella mia testa, eh).

In sintesi, parto da un'idea e da un effetto finale (che a volte coincidono).
Costruisco quindi il racconto in modo da distribuire le informazioni essenziali con maggiore o minore frequenza a seconda se voglio un racconto "a effetto / con colpo di scena" o un racconto più orientato a descrivere una situazione / relazione tra i personaggi.
In ogni caso, uso il contatore dei caratteri come un timer. Per esempio, se il limite è di 4mila, attorno ai 1000 deve finire l'introduzione e il setting iniziale, entro i 3500 deve essersi sviluppato lo svolgimento interno (la trasformazione, per dirla come uno bravo), così da avere almeno 500 caratteri per il finale.
Dopo la prima stesura, rivedo queste soglie interne in funzione della storia stessa... magari per il finale ci vuole un po' di più o di meno, per esempio. Chiaramente si va un po' a spanne.

Non sono sicuro che questo voglia dire "scalettare", però mi aiuta a tenere il ritmo interno al racconto e a non far andare troppo le dita per conto loro.

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#3 » lunedì 5 febbraio 2024, 19:36

AndreaCrevola ha scritto:Ciao Matteo,

io gestisco lo sviluppo della storia in una forma un po' ibrida (magari solo nella mia testa, eh).

In sintesi, parto da un'idea e da un effetto finale (che a volte coincidono).
Costruisco quindi il racconto in modo da distribuire le informazioni essenziali con maggiore o minore frequenza a seconda se voglio un racconto "a effetto / con colpo di scena" o un racconto più orientato a descrivere una situazione / relazione tra i personaggi.
In ogni caso, uso il contatore dei caratteri come un timer. Per esempio, se il limite è di 4mila, attorno ai 1000 deve finire l'introduzione e il setting iniziale, entro i 3500 deve essersi sviluppato lo svolgimento interno (la trasformazione, per dirla come uno bravo), così da avere almeno 500 caratteri per il finale.
Dopo la prima stesura, rivedo queste soglie interne in funzione della storia stessa... magari per il finale ci vuole un po' di più o di meno, per esempio. Chiaramente si va un po' a spanne.

Non sono sicuro che questo voglia dire "scalettare", però mi aiuta a tenere il ritmo interno al racconto e a non far andare troppo le dita per conto loro.

Spesso ho usato anche io l'escamotage di controllare i caratteri per ognuna delle "fasi" del mio racconto: per me no, non è scalettare, ma è una cosa più che utile che consiglio a tutti di fare :)

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gioco
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#4 » lunedì 5 febbraio 2024, 22:14

Ciao Matteo, son d'accordo con te che su MC sia divertente sperimentare. Non solo in merito a generi, stili, ecc. ma anche riguardo il metodo di scrittura. Mi hai stimolato e nelle prossime edizioni cercherò una volta di stilare una scaletta precisa e puntale prima di scrivere, un'altra di scrivere immediatamente senza pensare prima alla struttura o all'evoluzione. Il primo esperimento sarà probabilmente più faticoso, ma saranno entrambi divertenti.
Il mio approccio standard è credo abbastanza simile al tuo: all'inizio penso per sommi capi all'evoluzione della vicenda, all'idea di base, e all'equilibrio di massima tra le varie parti. Poi inizio a scrivere. Su MC l'attenzione va spesso all'asciugare il testo, per non sforare il limite di caratteri, e avere una buona idea dei punti di evoluzione della trama secondo me è abbastanza necessario. Poi dipende molto dal tipo di testo che si sta scrivendo.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#5 » martedì 6 febbraio 2024, 3:02

gioco ha scritto:Ciao Matteo, son d'accordo con te che su MC sia divertente sperimentare. Non solo in merito a generi, stili, ecc. ma anche riguardo il metodo di scrittura. Mi hai stimolato e nelle prossime edizioni cercherò una volta di stilare una scaletta precisa e puntale prima di scrivere, un'altra di scrivere immediatamente senza pensare prima alla struttura o all'evoluzione. Il primo esperimento sarà probabilmente più faticoso, ma saranno entrambi divertenti.
Il mio approccio standard è credo abbastanza simile al tuo: all'inizio penso per sommi capi all'evoluzione della vicenda, all'idea di base, e all'equilibrio di massima tra le varie parti. Poi inizio a scrivere. Su MC l'attenzione va spesso all'asciugare il testo, per non sforare il limite di caratteri, e avere una buona idea dei punti di evoluzione della trama secondo me è abbastanza necessario. Poi dipende molto dal tipo di testo che si sta scrivendo.

Sono più che contento che qualcuno si sia offerto volontario per fare da cavia :D
Sono curioso di vedere cosa uscirà dai tuoi tentativi, prova e tienici aggiornati, magari (se hai voglia) quando lo fai spiegaci come hai deciso di impostare la scaletta, anche qui ci sono varie scuole di pensiero e vorrei sentire tutte le campane possibile

LeggErika3
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#6 » martedì 6 febbraio 2024, 9:13

Argomento assai interessante. Il mio rapporto con le scalette è disastroso. Ho provato a usarle in contest che richiedevano più caratteri e offrivano più tempo di MC (magari qualcuno ricorda la Tela Nera), ma il risultato era rigido e artificioso. Era come se gli schemi si vedessero attraverso la trama.
In MC non ci provo neppure, mi viene in mente un’immagine e parto a scrivere, sperando di entrare nel flow che mi porta alla fine. Autoconsapevolezza zero. A un certo punto guardo l’ora (maledico cose e persone) e prendo a tagliare furiosamente.
È un sistema che forse può andare bene sul passo ultra breve, ma mi venisse il raptus di scrivere qualcosa di più lungo? Le scalette sarebbero indispensabili. Ma…come diavolo si fanno, in pratica?

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#7 » martedì 6 febbraio 2024, 9:41

LeggErika3 ha scritto:Argomento assai interessante. Il mio rapporto con le scalette è disastroso. Ho provato a usarle in contest che richiedevano più caratteri e offrivano più tempo di MC (magari qualcuno ricorda la Tela Nera), ma il risultato era rigido e artificioso. Era come se gli schemi si vedessero attraverso la trama.
In MC non ci provo neppure, mi viene in mente un’immagine e parto a scrivere, sperando di entrare nel flow che mi porta alla fine. Autoconsapevolezza zero. A un certo punto guardo l’ora (maledico cose e persone) e prendo a tagliare furiosamente.
È un sistema che forse può andare bene sul passo ultra breve, ma mi venisse il raptus di scrivere qualcosa di più lungo? Le scalette sarebbero indispensabili. Ma…come diavolo si fanno, in pratica?

Ciao Erika! Quando ho provato a scrivere il mio romanzo, ho provato a seguire un mio metodo. Per i racconti, invece, non ho mai scalettato. Non credo esistano delle linee guida "ufficiali", non stiamo parlando di scienza, d'altronde.
Delle risorse utilissime, però, possono essere trovate nel canale del nostro formatore preferito: Luca Nesler. Ecco qui un video utile: https://www.youtube.com/watch?v=7Sa3B9XKUF4

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Pretorian
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#8 » martedì 6 febbraio 2024, 13:51

Ciao, Matteo.

Personalmente, dipende dal contesto. Per un "Minuti Contati", dove il tempo è poco e i caratteri limitati, vado anche io a getto. Per le "Sfide" o altri concorsi lunghi (ad esempio, la settimana scorsa ho inviato un racconto per il Concorso Robot della Delos Edizioni) faccio tutti i passaggi: elaboro idea base e principio progettuale, elaboro la scaletta e, se posso, anche una sintesi del Need e desire dei personaggi. Trovo che aiuti molto nel passare da idea a trama e ti permetta di individuare subito eventuali buchi di trama, errori, aporie o cose da aggiungere. È un metodo più lento, ma sistematico: il racconto cresce sulla scaletta come se tu aggiungessi carne a uno scheletro.

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#9 » martedì 6 febbraio 2024, 18:43

Pretorian ha scritto:Ciao, Matteo.

Personalmente, dipende dal contesto. Per un "Minuti Contati", dove il tempo è poco e i caratteri limitati, vado anche io a getto. Per le "Sfide" o altri concorsi lunghi (ad esempio, la settimana scorsa ho inviato un racconto per il Concorso Robot della Delos Edizioni) faccio tutti i passaggi: elaboro idea base e principio progettuale, elaboro la scaletta e, se posso, anche una sintesi del Need e desire dei personaggi. Trovo che aiuti molto nel passare da idea a trama e ti permetta di individuare subito eventuali buchi di trama, errori, aporie o cose da aggiungere. È un metodo più lento, ma sistematico: il racconto cresce sulla scaletta come se tu aggiungessi carne a uno scheletro.

Carissimo Agostino,
Prima di tutto: mannaggia! Ho guardato quel concorso sui robot appena ho letto il tuo post e ho visto he è scaduto! Ma come fate a tenere botta a tutti questi concorsi? Peccato perché una porcheriella da rifilargli ce l'avevo anche, sarà per il prossimo anno.
Secondo: come fai le scalette? Io mi limito a "questo personaggio fa questo, trova questo, parla con questo che gli dice più o meno questo", ecc.. una voce per scena, il più delle volte a descrivere un intero capitolo..

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Pretorian
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#10 » martedì 6 febbraio 2024, 23:35

Ho un paio di siti che elencano i concorsi letterari in arrivo. Se vuoi passo il link.

Le scalette di solito le faccio separando le scene. Comincio con una sintetica descrizione di cosa avviene (eventualmente aggiungendo delle "note da scrittore", tipo "questa azione è il momento critico del personaggio", "qui abbiamo l'autorivelazione" e così via) poi scendo nel dettaglio fino al punto in cui tutto ciò che avviene è sintetizzato e posso cominciare a lavorare al racconto direttamente

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#11 » mercoledì 7 febbraio 2024, 9:09

Pretorian ha scritto:Ho un paio di siti che elencano i concorsi letterari in arrivo. Se vuoi passo il link.

Le scalette di solito le faccio separando le scene. Comincio con una sintetica descrizione di cosa avviene (eventualmente aggiungendo delle "note da scrittore", tipo "questa azione è il momento critico del personaggio", "qui abbiamo l'autorivelazione" e così via) poi scendo nel dettaglio fino al punto in cui tutto ciò che avviene è sintetizzato e posso cominciare a lavorare al racconto direttamente

Ottimo, fai le scale più o meno come me.. poi, rispettarle è un altro discorso:) spesso cambio idea o aggiungo cose mentre scrivo, rimane un canovaccio più che una regola.
Come sito io conoscevo solo questo http://www.concorsiletterari.it/gratuiti
Tu quali avevi?

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Pretorian
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#12 » mercoledì 7 febbraio 2024, 11:18

MatteoMantoani ha scritto:
Pretorian ha scritto:Ho un paio di siti che elencano i concorsi letterari in arrivo. Se vuoi passo il link.

Le scalette di solito le faccio separando le scene. Comincio con una sintetica descrizione di cosa avviene (eventualmente aggiungendo delle "note da scrittore", tipo "questa azione è il momento critico del personaggio", "qui abbiamo l'autorivelazione" e così via) poi scendo nel dettaglio fino al punto in cui tutto ciò che avviene è sintetizzato e posso cominciare a lavorare al racconto direttamente

Ottimo, fai le scale più o meno come me.. poi, rispettarle è un altro discorso:) spesso cambio idea o aggiungo cose mentre scrivo, rimane un canovaccio più che una regola.
Come sito io conoscevo solo questo http://www.concorsiletterari.it/gratuiti
Tu quali avevi?



Per questo è fondamentale per me fare la Scaletta, perché ti permette di accorgerti quando c'è qualcosa che non va, prima che magari sei già avanzato nella scrittura. Il racconto per il Concorso Robot aveva una trama molto diversa all'inizio, ma facendo la scaletta mi sono accorto che c'erano diversi buchi di trama e sono ripartito quasi da zero con una nuova scaletta.

Per i concorsi io uso soprattutto questo:

http://www.concorsi-letterari.it/concor ... asp?id=759

Perché quello che hai postato tu è molto più sulla poesia che sulla narrativa.

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GiulianoCannoletta
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#13 » giovedì 8 febbraio 2024, 7:22

Ciao giovani, che belle discussioni!

Allora, io sono un pessimo esempio, scaletto poco e male.
Per Minuti Contati non la faccio praticamente mai, cerco solo di mettere in ordine le idee mentalmente. La strategia che uso, di solito, è di figurarmi di scrivere un racconto di 1.000 caratteri meno del limite. Cioè, se il limite è quattromila, penso a una storia che secondo me potrebbe stare nei tremila e la butto giù, di solito sforo ma rientro (più o meno) nel vero limite. :)

Per i racconti lunghi, novelle e tentativi di romanzi, faccio scalette molto blande, più che altro mi segno i principali snodi in ordine di come li immagino scritti nel racconto, o alcune scene particolarmente belle e calzanti che vorrei scrivere. Ho dei file confusi dove annoto questi appunti e mi capita di rileggerli a distanza di tempo e di avere dei seri dubbi su cosa mi ero segnato :)
Fra l'altro, così facendo mi capita spesso di riscrivere dei pezzi in base a idee successive o fare dei taglia e cuci per spostare dei capitoli avanti o indietro (e quindi riscriverne delle parti)

Quindi sì, sarebbe bello fare delle scalette complete e precise, mi aiuterebbe molto nella stesura finale, ma fino a ora mi sono accorto che non è il mio stile


Mi collego al vostro OT sui concorsi: io ho un file dove mi segno i concorsi e call per riviste e antologie che mi interessano, aggiungendo scadenza, tema, link al bando e eventuali idee (o racconti abbozzati che già ho, con cui potrei partecipare). E mano a mano che scadono (o partecipo) li cancello.
Mi piace molto partecipare ai concorsi perché la scadenza mi dà quell'effetto "minuti contati" in cui qualcosa devo scrivere, senza stare a rimandare troppo!
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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MatteoMantoani
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#14 » giovedì 8 febbraio 2024, 21:05

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao giovani, che belle discussioni!

Allora, io sono un pessimo esempio, scaletto poco e male.
Per Minuti Contati non la faccio praticamente mai, cerco solo di mettere in ordine le idee mentalmente. La strategia che uso, di solito, è di figurarmi di scrivere un racconto di 1.000 caratteri meno del limite. Cioè, se il limite è quattromila, penso a una storia che secondo me potrebbe stare nei tremila e la butto giù, di solito sforo ma rientro (più o meno) nel vero limite. :)

Per i racconti lunghi, novelle e tentativi di romanzi, faccio scalette molto blande, più che altro mi segno i principali snodi in ordine di come li immagino scritti nel racconto, o alcune scene particolarmente belle e calzanti che vorrei scrivere. Ho dei file confusi dove annoto questi appunti e mi capita di rileggerli a distanza di tempo e di avere dei seri dubbi su cosa mi ero segnato :)
Fra l'altro, così facendo mi capita spesso di riscrivere dei pezzi in base a idee successive o fare dei taglia e cuci per spostare dei capitoli avanti o indietro (e quindi riscriverne delle parti)

Quindi sì, sarebbe bello fare delle scalette complete e precise, mi aiuterebbe molto nella stesura finale, ma fino a ora mi sono accorto che non è il mio stile


Mi collego al vostro OT sui concorsi: io ho un file dove mi segno i concorsi e call per riviste e antologie che mi interessano, aggiungendo scadenza, tema, link al bando e eventuali idee (o racconti abbozzati che già ho, con cui potrei partecipare). E mano a mano che scadono (o partecipo) li cancello.
Mi piace molto partecipare ai concorsi perché la scadenza mi dà quell'effetto "minuti contati" in cui qualcosa devo scrivere, senza stare a rimandare troppo!

Ah sì, la scaletta anche io la devo usare in tempo brevi altrimenti, se ripasso tempo dopo, la butto via e la rifaccio! Per un'idea che ho avuto anni fa ho almeno tre versioni diverse di come la storia deve andare, e ogni volta che le riguardo non sono mai contento, tanto che è tutto ancora lì :)
Siete veramente molto più diligenti di me coi concorsi.. io partecipo di rado.. mi secca scrivere qualcosa che poi alla fine ha una probabilità infima di arrivare in cima.. ci sono rimasto molto male per un concorso indetto da un comune delle mie parti per cui mi ero anche impegnato.. poi ho visto cosa è andato in finale.. e... bè.. lì ho capito che la giuria era costituita da persone che ne capivano di scrittura come Mr Bean di fisica atomica.. da quel momento mi sono un po' "incazzato" coi concorsi..

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gioco
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Re: La fatica di fare le scale

Messaggio#15 » venerdì 5 aprile 2024, 16:59

MatteoMantoani ha scritto:Sono più che contento che qualcuno si sia offerto volontario per fare da cavia :D

Ciao Matteo. Cavia gioco a rapporto. :-D
Allora, ho sperimentato la seconda opzione: provare a scrivere di getto senza buttare giù neanche una traccia, né uno schema, nada de nada (men che meno una scaletta dettagliata).
La conclusione -spoiler alert- è che non funziona per minuti contati (chi l'avrebbe mai detto!?).
Ovviamente parlo della mia esperienza personale, ogni scrittore ha le sue modalità e può darsi che per qualcuno possa andare, ma ci sono delle osservazioni che mi sembrano abbastanza generali.
Se prendiamo in considerazione testi non troppo lunghi in linea di principio è pensabile scrivere tutto di filato in un unico blocco, senza alzare la testa dal foglio/schermo finche non si arriva alla fine. Però scrivendo così è praticamente certo che ci saranno delle parti migliori e altre meno buone; ci potranno essere parti che non funzionano benissimo a livello di consecutio, parti dove la scrittura è più pesante, ecc. Magari ci sarà anche qualche passaggio eccezionale e ispirato, ma è molto probabile che ci saranno passaggi che vanno rivisti. Come tecnica quindi può funzionare se hai modo di scrivere di getto e poi andare a dormire, e il giorno dopo -o qualche giorno dopo- riprendere il testo e valutare cosa tenere e cosa cassare.
In passato mi è capitato di scrivere in modo simile, tirando avanti una notte intera inseguendo l'immaginazione. Magari quando poi riguardi il testo nei giorni seguenti ci trovi delle delle ottime intuizioni, frasi o battute convincenti, ma indubbiamente devi andarci giù netto e deciso con lo sfalcio e la potatura. Diverse parti andranno probabilmente riscritte, tagliate e adattate.
Al di là dello stile, che con l'esperienza si può cercare di mantenere abbastanza omogeneo, il pezzo andrà sicuramente riequilibrato in termini di bilancio delle parti. Scrivendo di getto si corre dietro all'idea/ispirazione: ci saranno quasi di sicuro dei nessi logici tirati giù di corsa per arrivare all'idea successiva, che vanno quindi riscritti e ripensati e arrangiati.
Venendo a MC ci sono appunto due aspetti fondamentali che rendono questo approccio poco praticabile. Il primo è che partendo a scrivere così non hai idea di quanto verrà lungo il testo, potrebbe essere un racconto breve ma potrebbe anche essere un racconto diciamo medio-lungo; e inoltre va tenuta presente la fase di sfalciatura e la riequilibratura, che può anche voler dire aggiungere parti necessarie date per scontate nella prima stesura. Il secondo è che ovviamente non è possibile fare nessuna stima sul tempo che ci vuole per arrivare alla fine (potremmo dire che non sai che è la fine finché non la scrivi). E il lavoro di pulitura porta via tempo.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
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