Novercas

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 dicembre con un tema di Luigi Musolino e 3000 caratteri a disposizione!
Debora
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Novercas

Messaggio#1 » martedì 19 dicembre 2023, 0:56

Novercas
Li avevo piantati con amore quei gerani decisa a curarli e a farli prosperare come faceva mia mamma ogni anno, con una dedizione che spesso sconfinava in follia.
Non solo curava tutte le piante con attenzione e cura: lei ci parlava, metteva loro la musica, come fossero persone. Il suo giardino e la sua veranda erano sempre, in ogni stagione, anno dopo anno, l’apoteosi di madre natura.
Ma poi era morta. E io non avevo osato piantare nulla per anni in quel vuoto dell’anima che mi aveva lasciato.
Ma quell’anno ricorreva il decimo anniversario della sua morte, i miei figli si erano trasferiti all’estero e io ero rimasta sola a guardare desolata il cortile spoglio e triste. E avevo deciso di provarci.
“Che sarà mai?” mi dicevo, “Basta organizzarsi!”
In una vecchia casetta per gli uccelli prese dimora una vecchia radiolina a batteria che accendevo un’oretta al giorno e impostai due avvisi al giorno sul telefono per non scordare mai di controllarli, irrigarli e curarli. Non volli lasciare nulla al caso.
E infatti i gerani crescevano rigogliosi, i parigini scendevano in ordinati cespugli colorati mentre gli zonali posizionati nelle aiuole sottostanti erano cresciuti così tanto da raggiungerli.
Ad agosto, quando i ragazzi tornarono a casa per qualche giorno di vacanza, rimasero incantati da tanta meraviglia e mi chiesero di perdonarli per tutte le volte che mi avevano preso in giro per il mio pollice nero.
Rincuorata, pensai di aggiungere qualche altra pianta e presi on line dei bulbi di una particolare specie che fioriva in autunno, le “Novercas” perfette per quando i gerani avrebbero iniziato a sfiorire.
Mi stupii della velocità con cui crebbero già dopo pochi giorni dalla semina. Quando fiorirono si aprirono in una corolla molto più grande e multicolore di quelle viste in foto.
Verso metà settembre iniziai a notare che i gerani stavano rinsecchendo pian piano. Di pari passo le Novercas si ingrossavano e si alzavano sempre più.
Il mattino del 20 settembre, di buon’ora, la proprietaria del vigneto confinante, una vecchina arcigna che non mi rivolgeva la parola da anni, mi buttò giù dal letto bussando con violenza alla porta.
«I tuoi fiori giganti si stanno mangiando le mie viti: vieni a vedere!»
Mi affacciai sull’uscio e urlai: non solo i fiori avevano sconfinato verso il vigneto ma si erano mangiati tutto quello che avevano trovato nel mezzo, erba, parigini e muretto!
Andai di corsa a prendere la motosega in garage ma quando tornai mi trovai davanti a una scena raccapricciante: un fiore si stava divorando la vecchia megera.
Corsi in casa e mi barricai all’interno. Mentre cercavo di pensare lucidamente a chi chiamare mi accorsi di aver lasciato la finestra del soggiorno socchiusa.
La Novercas si insinuò prima che io potessi muovermi. Quando il fiore iniziò a fagocitarmi sentii la musica provenire dal suo interno, era una vecchia canzone che non sentivo da molto tempo, forse da dieci anni o poco più…



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antico
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Re: Novercas

Messaggio#2 » martedì 19 dicembre 2023, 0:57

Ciao Debora! Tutto ok con i parametri, buona LUIGI MUSOLINO EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Novercas

Messaggio#3 » martedì 19 dicembre 2023, 13:28

Tema centrato. Storia particolare, dove la protagonista decide di rendere omaggio al pollice verde della madre defunta piantando gerani simili a quelli preferiti da lei. Quando passa ai Novercas, iniziano i guai. Distruggono i gerani e la vigna della vicina, per poi avventarsi su di lei. Belle le immagini dei gerani viziati con acqua, cure varie, musica e parole. Da brividi il finale con il fiore musicale che fagocita la protagonista.

srcm
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Re: Novercas

Messaggio#4 » sabato 23 dicembre 2023, 16:20

Questa storia è molto interessante e curata da un punto di vista estetico ma fatico un po' a cogliere il messaggio che vorrebbe trasmettere.
Mi spiego: solitamente negli horror l'orrore "naturale" (o anche quello umano "fantasma", e qui abbiamo entrambi) viene risvegliato da un personaggio che compie un'azione che non avrebbe dovuto, sovvertendo l'ordine naturale delle cose. Qui abbiamo una protagonista che per un legittimo desiderio di portare avanti la memoria di sua madre decide finalmente (troppo tardi forse?) di curare le sue piante piantandone di muove. Non riesco quindi a capire per quale motivo la natura dovrebbe punirla, o se l'azione delle piante sia da considerarsi soltanto uno strumento per attivare l'orrore senza però che siano necessariamente connotate da un elemento che risuoni col tema. Io ho percepito che forse le piante possano essere mosse dalla volontà della madre di rivedere la figlia o dalla volontà della figlia stessa di riabbracciarla, oppure che la madre stia punendo la figlia per non aver curato le sue piante per dieci anni, o per averla presa in giro perché faceva ascoltare loro la musica. Varie opzioni, però il finale pur con la suggestione evocativa dell'elemento musicale mi ha lasciato un po' col dubbio: insomma, è solo una suggestione o c'è della volontà dietro queste Novercas?

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gcdaddabbo
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Re: Novercas

Messaggio#5 » sabato 23 dicembre 2023, 20:00

Ciao, Debora! Piacere di leggerti! Credo sia la prima volta che mi capita.
L’idea è simpatica e la storia può sembrare credibile. Ti sei inventati i “novercas”, fiori matrigna, che mangiano gerani, erba, muretti, megere, radio; ma, dimmi, la storia l’hai scritta da dove? E come poteva il bulbo comprato on line avere la canzone di dieci anni prima? Va bene. Dettagli. D’accordo.
Mi sono divertito e con un tema come Natura Matrigna è una gran cosa. Proverò il tuo racconto nelle tombolate con gli amici. Complimenti! Un racconto fresco come una vacanza in un villaggio solitario in autunno, sperando di sopravvivere.
Buona Luigi Musolino Edition! Buon 2024!

PuntiDiDomanda
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Re: Novercas

Messaggio#6 » lunedì 25 dicembre 2023, 6:16

Allora, se non erro tu sei l'autrice che ha iniziato a scrivere a 23.30. Mi dispiace un sacco che ti sia persa l'inizio della competizione, e non so nemmeno quanto abbia senso fare un commento critico, è ovvio che la prestazione non può rispecchiare le tue capacità.

A ogni modo, diciamo due o tre cose: l'idea è simpatica, sviluppata più a fondo sarebbe potuta diventare un racconto tragicomico molto carino, però ci sono un paio di aspetti che mi lasciano un po' perplesso, ovvero la prima persona al passato remoto, che è difficile da scrivere bene e non so quanto sia adatto alla vicenda, non a caso ti è sostanzialmente uscito un full raccontato, e - collegato al suddetto - la mancanza di empatia. Questa si trova davanti la vicina divorata da una pianta, poi viene lei stessa mangiata e di fatto non ha reazioni emotive. Non si sente tristezza, paura, sconcerto, rabbia... È tutto molto asettico.
Tra l'altro normalmente in prosa si tende a usare la prima persona al passato quando un personaggio rivive qualcosa e la racconta, non c'è lo stesso "patto narrativo" che si ha con la terza al passato (cosa si cui avrei da ridire, ma mi tengo per me commenti sui "massimi sistemi"), quindi fa strano che la protagonista racconti di se stessa ingoiata da una pianta nel passato.

A ogni modo, buona edizione!

LeggErika3
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Re: Novercas

Messaggio#7 » lunedì 25 dicembre 2023, 19:25

Questo racconto mi è piaciuto molto. Sia perché è narrato tramite immagini ben costruite, sia perché le piante che impazziscono mi piacciono un sacco ( in un MC di un annetto fa ne avevo parlato anche io). Ma quello che mi ha più colpito è stato il passaggio repentino (ma ben gestito) da uno scenario realistico e malinconico (la protagonista sola, i figli via, la madre morta da anni di cui evidentemente sente ancora la mancanza) a uno scenario pazzo e vitale. E il fatto che abbia risentito una musica di dieci anni prima un attimo prima di essere digerita, mi ha fatto pensare che questa morte sia stata un estremo ritorno alla vita. Forse la mia interpretazione è più contorta delle tue intenzioni, ma è una delle ragioni per cui darò un buon piazzamento (ancora non so quale) al racconto.

LeggErika3
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Re: Novercas

Messaggio#8 » lunedì 25 dicembre 2023, 19:29

P.S. Ma questi Novercas esistono davvero?

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AndreaCrevola
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Re: Novercas

Messaggio#9 » martedì 26 dicembre 2023, 17:25

Ciao Debora, piacere di aver letto il tuo racconto.
La tua storia usa il tema della natura vegetale che sopraffa la protagonista allo scopo di “perturbare” il lettore. Con questo, coglie appieno una delle possibili declinazioni del tema del contest. La struttura del racconto va nella direzione giusta, tuttavia mi sembra chiaramente spezzata in due. La prima parte (che faccio finire nel momento in cui nascono le Novercas) occupa più di metà racconto ma senza preparare il lettore agli sviluppi finali (mancano le “semine”, perdona il doppio senso). Riducendo o eliminando qualche passaggio di questa prima parte, avresti forse potuto concentrare la vicenda sugli avvenimenti della seconda in cui, a mio avviso, precipitano con fretta e non si da spazio alle emozioni (angoscia, orrore, paura) che la scena meriterebbe. Il finale, inoltre, fa pensare alla figura del “narratore defunto”: un espediente che non è ottimale, giacché lascia al lettore il dubbio su come vada a finire realmente la vicenda (si salverà? No? E allora chi me lo sta raccontando?). Non dico che non si possa usare, ma per me non è un elemento positivo.

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Luca Moggia
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Re: Novercas

Messaggio#10 » mercoledì 27 dicembre 2023, 13:10

Debora ha scritto:Novercas
Li avevo piantati con amore quei gerani decisa a curarli e a farli prosperare come faceva mia mamma ogni anno, con una dedizione che spesso sconfinava in follia.
Non solo curava tutte le piante con attenzione e cura: lei ci parlava, metteva loro la musica, come fossero persone. Il suo giardino e la sua veranda erano sempre, in ogni stagione, anno dopo anno, l’apoteosi di madre natura.
Ma poi era morta. E io non avevo osato piantare nulla per anni in quel vuoto dell’anima che mi aveva lasciato.
Ma quell’anno ricorreva il decimo anniversario della sua morte, i miei figli si erano trasferiti all’estero e io ero rimasta sola a guardare desolata il cortile spoglio e triste. E avevo deciso di provarci.
“Che sarà mai?” mi dicevo, “Basta organizzarsi!”
In una vecchia casetta per gli uccelli prese dimora una vecchia radiolina a batteria che accendevo un’oretta al giorno e impostai due avvisi al giorno sul telefono per non scordare mai di controllarli, irrigarli e curarli. Non volli lasciare nulla al caso.
E infatti i gerani crescevano rigogliosi, i parigini scendevano in ordinati cespugli colorati mentre gli zonali posizionati nelle aiuole sottostanti erano cresciuti così tanto da raggiungerli.
Ad agosto, quando i ragazzi tornarono a casa per qualche giorno di vacanza, rimasero incantati da tanta meraviglia e mi chiesero di perdonarli per tutte le volte che mi avevano preso in giro per il mio pollice nero.
Rincuorata, pensai di aggiungere qualche altra pianta e presi on line dei bulbi di una particolare specie che fioriva in autunno, le “Novercas” perfette per quando i gerani avrebbero iniziato a sfiorire.
Mi stupii della velocità con cui crebbero già dopo pochi giorni dalla semina. Quando fiorirono si aprirono in una corolla molto più grande e multicolore di quelle viste in foto.
Verso metà settembre iniziai a notare che i gerani stavano rinsecchendo pian piano. Di pari passo le Novercas si ingrossavano e si alzavano sempre più.
Il mattino del 20 settembre, di buon’ora, la proprietaria del vigneto confinante, una vecchina arcigna che non mi rivolgeva la parola da anni, mi buttò giù dal letto bussando con violenza alla porta.
«I tuoi fiori giganti si stanno mangiando le mie viti: vieni a vedere!»
Mi affacciai sull’uscio e urlai: non solo i fiori avevano sconfinato verso il vigneto ma si erano mangiati tutto quello che avevano trovato nel mezzo, erba, parigini e muretto!
Andai di corsa a prendere la motosega in garage ma quando tornai mi trovai davanti a una scena raccapricciante: un fiore si stava divorando la vecchia megera.
Corsi in casa e mi barricai all’interno. Mentre cercavo di pensare lucidamente a chi chiamare mi accorsi di aver lasciato la finestra del soggiorno socchiusa.
La Novercas si insinuò prima che io potessi muovermi. Quando il fiore iniziò a fagocitarmi sentii la musica provenire dal suo interno, era una vecchia canzone che non sentivo da molto tempo, forse da dieci anni o poco più…



Ciao Debora,

il racconto centra il tema alla perfezione mostrando la natura che passa da elemento da ammirare per la sua bellezza a forza mostruosa e distruttrice. La scelta del fiore per mostrare questo capovolgimento la trovo molto azzeccata.

La scrittura mi sembra di buon livello, scorre bene a parte in un punto, che ti segnalo anche se probabilmente l’avrai notato. Si tratta della frase da “In una vecchia casetta…” fino a “… irrigarli e curarli”. I timer sugli orologi ok, ma la radiolina nella casetta per gli uccelli non l’ho proprio capita. Mi da l’idea di una parte che non hai eliminato magari a causa dell’incedere inesorabile dell’orologio. A me succede spesso!

Il punto principale che ho trovato più debole è stata la forza del finale, molto indebolita secondo me dalla scelta della prima persona al passato e dalla conseguenza che ho avuto in mente per tutta la storia, la protagonista che raccontava a qualcuno la sua esperienza.
Arrivato al finale ho pensato ok, ma se racconta a qualcuno, si è salvata dalla pianta assassina!
E allora voglio sapere come.
Se invece non si è salvata, la narrazione in prima al passato non da l'effetto giusto.
Visto che dal finale si intuisce che la pianta avrà la meglio sono rimasto con la sensazione che mancasse un pezzo.

Ultimo piccolo appunto.
Ci sono alcuni termini (“parigini” e “zonali”) che ho percepito come “tecnici” e questo è dovuto alla mia conoscenza del giardinaggio di cui so solo che "le piante vanno annaffiate..." :)
Si intuisce che siano un tipo di fiore però mentre i parigini me li immagino che pendono dal terrazzo, gli zonali erano semplicemente “cresciuti” e quindi non li ho visti per nulla.
Le parole nuove mi incuriosiscono e solitamente li vado a cercare, ma ho letto i racconti in un momento che non avevo internet a portata di mano e quindi non me li sono immaginati.
Questa è una piccolezza, intendiamoci, ma magari non ti era capitato di pensarci.

In bocca al lupo per la Musolino Edition e tanti auguri di buone feste!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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BruceLagogrigio
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Re: Novercas

Messaggio#11 » giovedì 28 dicembre 2023, 9:50

In prima persona. Tempo verbale passato remoto. Ambientazione attuale: Casa familiare (horror/fantastico). Tema centrato.

Ciao Debora. Molto piacere di leggerti.

Un racconto con molte cose positive e alcune negative. Mi piace molto la prosa, scorre bene, si legge bene senza intoppi. Tutto molto chiaro. Bello anche il finale inaspettato. e il tocco della canzone di 10 anni prima è proprio un elemento che lascia al lettore qualcosa su cui riflettere, qualcosa su cui indagare nella ricerca della verità che il racconto accenna ma che non svela.
Mi ha ricordato un po’ Sanguivora di Robert Charles che ti consiglio se ti piace il genere (delle piante assassine).
Note negative: la prima al passato come ti ha detto Puntodidomanda, sarebbe andata bene se fosse sopravvissuta all'attacco. E concordo sull'empatia.
Il tema era natura matrigna, e sembrava inteso che la natura fosse matrigna e non il contrario. Però ti salvi visto che il nome della pianta viene da Noverca: dispregiativo di Matrigna… Bella mossa.
La spietata e perfida noverca (Dante, riferendosi al mito classico di Fedra e Ippolito)

Buona prova per me.

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Mario Mazzafoglie
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Re: Novercas

Messaggio#12 » giovedì 28 dicembre 2023, 21:57

NOVERCAS - DEBORA DONADEL

Ciao Debora, un piacere leggerti.
Allora, nel giudicare un racconto a me piace partire dalla qualità della lettura. E di questo ti faccio i miei complimenti perchè la storia si legge dall'inizio
alla fine senza intoppi e senza bisogno di ulteriori riletture. E' tutto chiaro, con tutte le informazioni sistemate bene nell'ordine corretto per far sì che il
lettore non abbia dubbi sulla vicenda.
Detto questo, anche io concordo con chi ti ha detto che forse la scelta di narrare in prima persona al passato non sia stata ottimale.
Hanno ragione quando dicono che non si riesce a empatizzare con la protagonista, nonostante ci fossero tutti i presupposti per farlo (tragedie familiari).
Per quanto riguarda il tema, direi che ci siamo.
Alla prossima, buona edition e buone feste.

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IL GLADIATORE
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Re: Novercas

Messaggio#13 » venerdì 5 gennaio 2024, 13:42

Ciao Debora! Il racconto ha un punto debole ben evidente che ne penalizza un po’ la riuscita ed è la prima persona al passato che non risulta molto funzionale soprattutto con la rivelazione finale. Una terza al passato avrebbe reso completo un racconto che comunque qui si lascia leggere con. piacere. Lo stile è ben curato e la storia è ben gestita. L’abilità di passare da uno stato di calma apparente a un’azione drammatica, senza fare un macello (il rischio che si corre con soli 3000 caratteri a disposizione) è evidente e questo porta il racconto a una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo molto brillante anche se non del tutto solido.

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