Farfalle

[Luca Moggia]

Gaia, seduta sulla panca di legno consumata, con le gambe stese sull’altare di pietra si godeva il silenzio della radura. Riusciva ancora a sentire il fruscio del torrentello che aveva guadato qualche ora fa.
L’eremo non era segnato su nessuna mappa e nessuno le aveva mai parlato di quel piccolo paradiso.
Dopo la litigata dell’altra sera, aveva provato in tutti i modi a convincere Alice ma niente.
Si mise seduta e inspirò a fondo l’aria umida. Il profumo di sottobosco riuscì a scacciare la tristezza.
Frugò nella tasca superiore dello zaino, tirò fuori il cellulare e vide che non c’era campo. Fantastico.
Verso la fine della radura, vide un gruppetto di farfalle che svolazzavano fra due alberi.
Scendevano a terra e poi si libravano di nuovo in aria con graziose giravolte.
Gaia scese dalla panca decisa a fare una foto per sua figlia e mentre attraversava la radura il vento cambiò direzione. Una zaffata rancida la investì facendole arricciare il naso.
Qualche animale morto… del resto lì bosco era parecchio profondo.
Il pensiero di essere lì da sola la inquietò e trasformò quella che fino a poco fa le sembrava una perfetta tranquillità in un’immobilità inquietante.
Si avvicinò agli insetti.
Ora il fetore ora era più forte e Gaia si tappò il naso.
Per terra c’era una un piccolo animale morto, con la pelle rinsecchita e gli occhi che spuntavano dal muso scarnificato.
Due farfalle si poggiarono sugli occhi della carcassa e srotolarono una specie di piccola proboscide Iniziarono a succhiare il carnoso bulbo oculare sbattendo le ali con lentezza.
Gaia trattenne un conato di vomito e fece due passi indietro.
Le venne in mente quella volta che aveva visto insieme ad Alice un documentario sulla savana. Sua figlia era piccola e si era impressionata vedendo un ghepardo sbranare una zebra. Non era servito a nulla dirle che la natura funzionava alla perfezione, era un ciclo, ogni cosa generava nuova vita. Anche la morte.
Le era passata la voglia di stare lì e decise di tornare indietro ma quando si voltò verso l’eremo rimase paralizzata.
Un insetto gigantesco scese dalla roccia a e saltò sull’altare di pietra atterrando con un tonfo sordo. Aveva il corpo oblungo coperto da una peluria spessa come una pelliccia.
Gaia non riusciva a staccare lo sguardo dalle macchie nere sulla testa della bestia e dalle lunghe antenne che vibravano come fruste sondando l’aria. Ma l’insetto non si muoveva.
Forse… forse... non riesce a vedermi.
Le due antenne si fermarono di botto e le zampe iniziarono a fremere. La bestia spiegò le ali membranose, spesse come un grosso tendone di velluto logoro. Erano blu come quelle delle farfalle.
Gaia sentì i muscoli del ventre contrarsi e il piscio che le colava sulle cosce muscolose, scappò fra gli alberi, ma dopo pochi metri sentì lo sbattere delle ali sempre più vicino. Qualcosa di ruvido e peloso le colpì la schiena.
L’urlo le morì in gola quando la proboscide le penetrò in bocca facendosi strada giù per la trachea.

[antico]

Ecco il secondo del Rank d'Era: ciao Luca! Malus minimo tempo per te, buona LUIGI MUSOLINO EDITION!

[Shanghai Kid]

Ciao Luca,
piacere di averti letto!
Devo dire che il racconto, soprattutto nella prima parte, è scritto con perizia e mi ha permesso di calarmi molto facilmente nella dimensione della protagonista. Mano a mano che si procede nella lettura, qualche ripetizione (lì, lì; sentì, sentì) e un uso della punteggiatura non sempre ottimale mi hanno un po’ disturbato, ma sono errori veniali, probabilmente legati al tempo di stesura concesso in questa arena. Il racconto è carino e sicuramente ben scritto. L’ho apprezzato di più prima dell’arrivo del “mostro”, ma questo è puro gusto personale. Mi è piaciuto il discorso che portavi avanti sulla natura reale, al di là del fantastico, e avrei preferito una declinazione di quel genere, anche perchè ti stava venendo bene. Tuttavia torno a ripetere che questi sono gusti. La tua è indubbiamente una buona prova.
A rileggerci,
Elisa

[gioco]

Ciao Luca. Racconto molto simpatico, con una prima parte “normale”, con un’azione ordinaria, e un colpo di scena fantastico sul finale. La costruzione funziona, anche se forse il finale è un po’ accelerato (sarà colpa anche dei pochi caratteri a disposizione).
Vista la qualità alta mi permetto di annotare un paio di espressioni che mi sembrano stonate. Mi suona un po’ strano l’aggettivo “carnoso” per un bulbo oculare. Le antenne si fermarono “di botto”? Forse ci starebbe meglio “all’improvviso”, visto che la narrazione è in terza persona e lo stile è descrittivo. Infine, “le zampe iniziarono a fremere”… sicuro che sia l’immagine che volevi rendere? Vedo l'insetto gigante e le antenne che fremono, ma le zampe le vedrei meglio salde.
Complimenti e buona edizione!

[Cinzia Fabretti]

Caro Luca, la mia prima reazione alla lettura è stata: e che cavolo! Per dire che hai ottenuto una bella tensione e un’immagine davvero disturbante della natura. Ritengo il tema ben centrato. Una rilettura attenta ha svelato un po’ di refusi, un articolo saltato qui, uno in eccesso là, un ‘poco fa le sembrava’ che credo dovrebbe essere un ‘poco prima le era sembrata’, insomma piccole sporcature frutto di stanchezza e fretta, come sfuggono spesso a minuti contati. Forse ridurranno appena la mia valutazione che è comunque molto buona.

[Fagiolo17]

Ciao Luca e piacere di leggerti.
Forse sei dovuto andare un pochino di corsa, perché ho notato qualche imprecisione stilistica che non è da te. un paio di ripetizioni di lì, poi due vide, due sentì. insomma robina che inficia sulla lettura ma non è che rende un buon racconto uno schifo. perchè il tuo è appunto un buon racconto, anzi, un ottimo racconto nonostante le piccole sbavature che suppongo siano state dovute alla fretta di consegnare.
le tinte fosche e cupe che hai dato alla narrazione sono proprio nelle mie corde e la virata sul soprannaturale la stavo aspettando al varco.
per me un'ottima prova, sicuramente da podio.
In bocca al lupo per l'edizione e buona feste.

[Manuel Marinari]

Ciao Luca, peccato per i diversi errori di punteggiatura e ripetizioni che distolgono dalla lettura. Attenzione, verso la fine in una frase passi dalla tarda alle prima persona. Ho visto che hai postato il racconto poco dopo l’una e immagino che eri in ritardo. La fretta di consegnare, ti capisco. Detto ciò, il racconto è carino. La parte che preferisco è la prima metà. Nel finale l’insetto gigante sbuca improvvisamente e con pochi caratteri che ti erano rimasti a disposizione non ho avuto modo di godermi l’assalto del mostro alla povera malcapitata. Un horror interessante a cui manca qualcosa. Un pezzo che ho trovato interessante è quella sul non nascondere ai bambini di come funziona la natura animale. Non sono un educatore e ho studiato poca pedagogia, ma avevo letto di sfuggita un articolo che approfondiva questo argomento. Lo riprenderò sicuramente.
Buona edition e buone feste.

[Thomas]

Ciao Luca. Mi piace lo stile che hai scelto. Hai usato frasi brevi, molta azione e nessun tempo morto. In pochi aggettivi hai reso descritto in maniera efficace le forme degli insetti e le sensazioni fisiche della protagonista, e considero questo un grande valore aggiunto del racconto. Il tema mi sembra assolutamente centrato però fin dall'inizio si ha la sensazione che le cose vadano a finire male, quindi il finale mi ha colpito meno rispetto a quelle che, credo, fossero le tue intenzioni. La scena finale non mi convince fino in fondo; mi sembra non all'altezza della tua penna (capisco, del resto, che il lunedì a mezzanotte e mezza non sia facile descrivere un insettone che ammazza un cristiano). In generale molto bene. Complimenti

[PuntiDiDomanda]

Ciao Luca.
Sembra che ti sia ritrovato molto di corsa in questa edition, giudicando da quantità di refusi e resa stilistica. Sei sempre molto forte a solleticare il teatro della mente, a mio dire tra i migliori qui sul forum, e questo racconto non fa eccezione (è uno dei motivi per cui ogni tanto passo a leggerti), però stavolta ci sono passaggi di show don't tell con qualche imperfezione, già a partire dall'inizio.
Anche a livello contenutistico, non scorgo elementi di grande profondità e, soprattutto, il finale dà l'idea di essere scritto di corsa, come ti hanno fatto notare anche altri.
Buona edition!

[Andrea Furlan]

Ciao Luca,
Ho già commentato un tuo racconto, quello della fine del mondo. Come allora, ho trovato le immagini visive e sensoriali molto vivide, realistiche al punto giusto e al servizio della storia. Atmosfera un po' alla Dylan Dog che apprezzo sempre, con pennellate surreali e fantastiche. Detto questo, ho trovato per contro la storia un po' debole, con l'entrata in scena della farfalla mostro forse un po' scollegato dal resto nonostante le giuste semine che hai introdotto nella prima parte. Attenzione anche alla punteggiatura che a mio avviso poteva essere più precisa con alcune virgole in più. Nel complesso una prova discreta ma non eccezionale.

[Dash J. Benton]

Ciao Luca. Scusa per il commento tardivo e per non darti la possibilità di ribattere prima di pubblicare la classifica.
Il finale horror é sufficientemente disgustoso (lo dico in senso positivo) e lascia il segno. Tuttavia ho notato i seguenti punti che secondo me potrebbero essere migliorati.
Il racconto risente di qualche errore di battitura che rompe un poco l’immersione.
La reazione della protagonista alle farfalle posate sugli occhi dell’animale morto sembra un po’ esagerata, come anche il suo repentino cambio di percezione da « radura idilliaca » a « bosco minaccioso ». La parte sulla zebra non mi sembra rilevante per il racconto. Infine, c’è un cambio di prospettiva che mi sembra inutile e nocivo (“forse forse non mi vede”).
Buona edizione!!

[L'inquisitore]

Ciao Luca! In molti ti hanno fatto notare i refusi e le ripetizioni. Io tendo a non segnalarle perché fanno un po' parte del gioco e a volte non si ha il tempo di correggere per bene. Però ci sono elementi stilistici un po' scarsetti su qualche descrizione e qualche passaggio che poteva essere reso meglio con un pensiero. Direi che hai reso bene l'ambiente, ma meno il personaggio (io immaginavo una bambina finché non hai chiarito che Alice è sua figlia) e concordo con chi ti ha detto che il mostro arriva un po' repentino e non del tutto sensatamente.
Prova discreta, da pollice tendente al positivo secondo me.

[Luca Moggia]

Ciao a tutti!

Contrariamente al solito e a causa dello strano fenomeno per cui, durante le feste, si ha meno tempo che nei giorni lavorativi, scrivo un'unica risposta a tutte le vostre osservazioni.

All'inizio dell'arena avevo in mente solo la farfalla mostruosa e il fatto che qualcuno doveva morire in una storia "horror".
Ho provato a cercare una trama e ne ho individuate diverse finendo però per sceglierne una semplice (quasi una "non trama") e credo che ciò indebolisca il racconto.

Riguardo alle immagini, mi sono concentrato molto sull'ambientazione (e sono contento che sia stata apprezzata) ma probabilmente ho un po' trascurato il mostro. Essendo il fulcro della storia, meritava più attenzione.

La "repentinità" dell'arrivo del farfallone, credo sia dovuta al fatto che il racconto in prima stesura era molto più lungo di 3.000 caratteri. Ho tagliato dei pezzi (non è mai una buona cosa) che forse avrebbero permesso un suo arrivo più graduale e più d'impatto.

Non avevo mai provato a scrivere un pezzo "horror" e cercare di generare questo tipo di tensione è stato molto arduo
ma allo stesso tempo molto interessante!

Grazie per le letture, specie di chi è passato "extraclassifica", per gli apprezzamenti e per i commenti sempre preziosi, di cui terrò conto per migliorare la storia!

Buon inizio anno e alla prossima Edizione!

Luca