I commenti di Luigi Musolino ai racconti finalisti

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I commenti di Luigi Musolino ai racconti finalisti

Messaggio#1 » mercoledì 10 gennaio 2024, 18:36

Ninna Nanna
Un racconto intimo, claustrofobico e toccante che grazie a uno stile semplice ma estremamente efficace riesce a coinvolgere il lettore mantenendo sempre altissima la tensione. L’alternanza tra i pensieri della protagonista e la nenia infantile che tutti conosciamo conferisce ulteriore tasso ansiogeno alla storia, intrappolandoci nell’incubo di due sorelle sepolte sotto tonnellate di macerie dopo un terremoto. Finale disperato e vincente per una narrazione che sfrutta al meglio i pochi caratteri a disposizioni senza sbavature, infodump e inutili sentimentalismi.

Il santuario
Ottimo racconto che ha il grande pregio di muoversi su due generi apparentemente distanti, folk-horror e apocalittico, fondendoli in una storia atipica dal grande fascino.
Efficienti nella loro essenzialità i passaggi descrittivi riguardanti l’ascesa al santuario e l’incontro con la vecchia. Il tema “Natura Matrigna” viene affrontato con grande ingegno e l’autore confezione un piccolo gioiello che spiazza e fa riflettere sul finale.

Era una notte scura e basta
Il bello delle fiabe è che possono essere in qualche modo riscritte, reinventate, modificate. È ciò che succede in questa storia, che sfrutta una delle favole più note imbastendo una narrazione giocata quasi interamente sui dialoghi, la cui gestione è davvero molto buona. Ritmo incalzante e finale okay.

Alimurgia
Racconto fulmineo in cui si respira il profumo della terra, dei boschi, delle erbe aromatiche, e lo fa senza soffermarsi troppo sull’apparato descrittivo ma concentrandosi su ottimi dialoghi e sulle sensazioni dei protagonisti. Una storia poetica che s’impenna sul finale. Una storia che sa di antico, di cose perdute, e dove la fuga dalla civiltà può rappresentare una rinascita e l’inizio di un nuovo ciclo.

Il Senza Volto
Racconto crudo, cattivo e d’impatto che oscilla pericolosamente dalle parti del body-horror. Molto interessante lo stile, che fa ricorso a neologismi e slang, così come il ritmo, sincopato, sghembo, che alterna frasi brevissime ad altre più lunghe. Bello anche l’uso dei corsivi e ottima gestione del flusso di pensieri del protagonista. Finale forse un po’ telefonato, ma la descrizione chirurgica e macabra dell’ultimo atto lo risolleva.

Il freelance
Il più originale e divertente del lotto. Scritto molto bene, mette in campo le terrificanti e fantozziane dinamiche delle riunioni aziendali su scala cosmica. Il racconto sfoggia un ottimo uso dei dialoghi e una grande ironia, con alcuni passaggi davvero gustosi. Un gran ritmo per una storia scritta davvero bene, che non ha paura di osare e di spiazzare.

Sbagliato
Racconto che gioca con un tema abusato, quello dei bambini terribili, ma lo fa con grande gusto, stile e consapevolezza. Tra “Il villaggio dei dannati” e “The Omen”, è la messa in scena a essere il punto di forza di questa storia: il confronto tra un adulto e un bambino che ha qualcosa che non va, una tensione quasi intollerabile tra i due, e la grande capacità dell’autore di conferire al ragazzino un’aura di alienità ed erroneità con pochi, semplici tocchi descrittivi, e con i suoi silenzi. Finale spietato, e non poteva essere diversamente.

Il bosco degli specchi
Tema delicato come quello della violenza di genere qui affrontato con un ingegnoso impianto horror. Molto efficaci le descrizioni del bosco e il modo in cui prende vita, originale l’invenzione della resina caustica, uno stile secco e semplice che però riesce a coinvolgere dando alla narrazione un ritmo incalzante, specie nei passaggi iniziali e finali. Molto bello come la chiusa, dapprima quasi gore, scivola nelle ultime due frasi poetiche e quasi fiabesche.

Il buco della luce
Un altro racconto che profuma di antichità, di antri bui, boschi malevoli e di un passato in cui quotidianità e leggenda convivono. Buone le descrizioni, un po’ macchinosi i dialoghi, ma la storia tiene bene la tensione grazie a uno stile immersivo, che trova il suo apice nella rivelazione delle vere forme della donna verso le battute finali.



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