La disegnatrice

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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KatyBlacksmith
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La disegnatrice

Messaggio#1 » lunedì 15 gennaio 2024, 23:31

Accartoccio l'ennesimo foglio e lancio quella specie di pallotta verso il cestino attorno a cui c'è un cimitero di altre pallotte.
Sono troppe e inizio a sentirmi colpevole: sto sprecando carta. Do una manata al blocco da disegno.
«'Fanculo anche agli eco-qualcosa!»
Di solito quando sono nervosa lavorare alla vecchia maniera — con matite vere, carta, gomma e sfumino — mi rilassa. L'odore di legno e grafite ha sempre placato i miei malumori, la giusta consistenza della gomma tra le dita ha sempre contenuto i cattivi pensieri.
Questa sera invece la magia non accade. Anzi, ho l'impressione che l'umore sia addirittura peggiorato.
Ho un personaggio nella testa ma non riesco a metterlo sulla carta. Lo vedo: bello e sicuro di sé come solo un manga può esserlo; carismatico, scanzonato. Ma appena provo a riportarne i tratti sulla carta si trasforma. Lo sguardo si fa pavido, la posa posticcia, le spalle si curvano. Addirittura le mani non riesco a fargliele giuste. Le mani! Che sono la prima cosa che ho imparato a disegnare! Dovrebbe muoversi con noncuranza. Invece quelle dita mi implorano di lasciarlo andare, di non trascinarlo fuori dalla mia immaginazione.
Ho un'idea: provo a dotarlo di un fumetto, chissà che non mi dica il motivo per cui non vuole finire sulla carta.
Disegno un ovale, in alto nella tavola. Forse è troppo in alto, troppo lontano dal personaggio, così aggiungo quel tratto bianco che dovrebbe collegare la nuvoletta al soggetto. Ma anche questa mi esce sbagliata: sembra una lunga strada ondulata che da dietro al personaggio arriva fino lassù, dove c'è l'ovale.
Prendo la matita e sto per scrivere qualcosa quando BADABANG-BUM-CRASH!
Sobbalzo al rumore forte proveniente dalla cucina, come se fosse caduta una pila di piatti. Mi è anche sfuggita la matita di mano, ma la recupererò dopo: devo prima capire cosa è successo.
È davvero una pila di piatti, quelli che avevo lasciato nell'acquaio all'urlo di "li laverò dopo". Urlo che ho ripetuto per tre giorni di seguito. Risultato: due di quei piatti non li dovrò lavare mai più e devo anche capire se i cocci del bicchiere vanno nel vetro o nell'indifferenziato.
Raccatto briciole taglienti e unte per mezza cucina e con un nuovo senso di inadeguatezza torno al blocco.
Che strano.
Quando mi è caduta la matita ha disegnato dei piccoli tratti nell'ovale del fumetto, che adesso assomiglia a una testa con un lunghissimo collo.
«Uno youkai…» mormoro, sorpresa. Ne avevo sentito parlare una volta sola, non so neppure come mi sia uscita dalle labbra la parola corretta.
Quando disegno c'è sempre il momento in cui scatta qualcosa nella tavola alla quale sto lavorando. Lo sento quasi con le orecchie, quel "click", e mi riverbera dentro, risuona nell'infinito, annuncia al mondo che è nato Un Disegno. È il momento in cui ogni elemento della scena si incastra perfettamente nel mondo, quando non ha un solo tratto fuori posto e io so, SO che è perfetto.
Ho sentito quel click, adesso. Il mio personaggio è terrorizzato dallo youkai che in effetti ha un'aria infida. Oh, cielo, povero personaggio. In quali pasticci l'ho cacciato. Vorrei salvarlo, ma non so decidermi a prendere la gomma, quella scena è impeccabile: il modo in cui la testa fluttua in alto e sorride appena, beffarda, come se avesse in mente qualcosa di terribile e irriferibile. E l'espressione terrorizzata e devastata del personaggio, che vorrebbe scappare ma non può. Con quelle dita che…
Hum. Strano.
Avrei giurato che fino a un momento fa mi implorassero di non metterlo lì, sulla carta. Invece viste da questa angolazione sembrano indicare qualcosa, qualcosa che sta davanti a lui. E anche quello sguardo, non sta fissando lo youkai.
Guarda avanti.
Guarda… me?
Mi volto di scatto.
Vedo solo la bocca, spalancata, che si chiude sulla mia faccia, strappandomi il volto dalle ossa.
E per un istante riesco a sentire la voce del mio personaggio: «鬼に気をつけろ!»
Oni ni kiwotsukero!
Attenta all'oni.



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antico
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Re: La disegnatrice

Messaggio#2 » lunedì 15 gennaio 2024, 23:39

Ciao Katija! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Emiliano Maramonte
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Re: La disegnatrice

Messaggio#3 » mercoledì 17 gennaio 2024, 16:45

Ciao Katija!
Devo ammettere che il tuo racconto mi ha affascinato. Ho seguito con grande partecipazione il processo di creazione di un personaggio su una tavola da disegno, ma non si è trattato di una mera elencazione delle fasi bensì la costruzione di una tensione strisciante che poi è esplosa potente nel finale. La creazione (ogni creazione artistica) reca in sé un potenziale sublime di esaltazione ma anche di distruzione per l'autore stesso, e qui la simbologia è rappresentata benissimo col demone che divora la creatrice e la ingloba in sé. Il racconto è scritto benissimo.
Unico appunto riguarda la narrazione: alla fine la protagonista muore di morte violentissima, eppure nelle ultime righe ha una fugace percezione dell'avvertimento del personaggio disegnato e continua a narrare tranquilla. Delle due l'una: o si sospende l'incredulità e si accetta (come in alcuni film) che un personaggio narri la sua vicenda anche da morto, oppure è un errore logico di cui non ti sei accorta e che può inficiare la validità del finale.
Comunque, ottimo lavoro, per quanto mi riguarda. Tema centrato.

Emiliano.

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KatyBlacksmith
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Re: La disegnatrice

Messaggio#4 » mercoledì 17 gennaio 2024, 21:59

Grazie, Emiliano!
Mi spiego subito.
Emiliano Maramonte ha scritto:Unico appunto riguarda la narrazione: alla fine la protagonista muore di morte violentissima, eppure nelle ultime righe ha una fugace percezione dell'avvertimento del personaggio disegnato e continua a narrare tranquilla. Delle due l'una: o si sospende l'incredulità e si accetta (come in alcuni film) che un personaggio narri la sua vicenda anche da morto, oppure è un errore logico di cui non ti sei accorta e che può inficiare la validità del finale.


Nella mia testa lei solo all'ultimissimo momento ha il sospetto che il personaggio le voglia dare un avvertimento, quando si volta.
Fino a un attimo prima il personaggio è implorante e a disagio, ma lei non sospetta niente nella realtà, è del tutto convinta che sia un problema solo del personaggio: cerca di ascoltarne la voce ma per capire cos'è che lo mette a disagio, cosa gli impedisce di essere ganzo su carta quanto lo vedeva nella propria testa, non per raccogliere un avvertimento.
E sì, la voce la sente (nella testa) appena (o addirittura mentre) il mostro le strappa la faccia. E comunque immagino che se ci strappano la faccia la morte sia non istantanea, passeranno alcuni secondi come minimo.

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gioco
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Re: La disegnatrice

Messaggio#5 » venerdì 19 gennaio 2024, 17:08

Ciao Katjia, questo racconto mi è piaciuto parecchio. L'interpretazione del tema è indubbiamente originale ma centrata. Mi piace il fatto che il racconto sia al tempo stesso “piccolo”, circoscritto e semplice nell’azione, una disegnatrice al tavolo di lavoro, in casa, di fianco alla cucina, e fantastico, con l’irrompere in questo quotidiano di esseri mitologici giapponesi, prima sul foglio, poi -orrore-, nello spazio reale. Molto godibile.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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KatyBlacksmith
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Re: La disegnatrice

Messaggio#6 » sabato 20 gennaio 2024, 12:42

Ciao, Corrado!

gioco ha scritto:Mi piace il fatto che il racconto sia al tempo stesso “piccolo”, circoscritto e semplice nell’azione, una disegnatrice al tavolo di lavoro, in casa, di fianco alla cucina, e fantastico, con l’irrompere in questo quotidiano di esseri mitologici giapponesi, prima sul foglio, poi -orrore-, nello spazio reale.


Grazie :) Il messaggio è anche quello: non esistono luoghi in cui siamo al sicuro. Persino nelle attività in casa, facendo quello che normalmente ci rilasserebbe.
Adesso vado a imporre un paio di talismani sui manga che ho nell'altra stanza. Non si sa mai.

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gioco
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Re: La disegnatrice

Messaggio#7 » domenica 21 gennaio 2024, 15:53

KatyBlacksmith ha scritto:Adesso vado a imporre un paio di talismani sui manga che ho nell'altra stanza. Non si sa mai.


Ahaha! Brava, ottimo principio precauzionale!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

Debora
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Re: La disegnatrice

Messaggio#8 » domenica 21 gennaio 2024, 18:12

Ciao, è sempre un piacere leggerti. Sarà che i disegni sono stati i protagonisti di un mio racconto qui su Minuti Contati, ma ho sentito subito una sintonia con la protagonista. Mi è piaciuto tutto. E io sono una di quelle che accetta il fatto che un personaggio morto racconti la sua storia, lo leggo spesso e mi piace scriverlo. Quindi non ho nulla da eccepire al tuo racconto!

Cristina_emme
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Re: La disegnatrice

Messaggio#9 » lunedì 22 gennaio 2024, 12:31

Ciao Katja,
felice di leggerti. Mi piace che il racconto inizi in sordina e segua il corso della creazione del disegno fino all’apice finale dove esplode tutta la tensione. Interessante che tu abbia fatto parlare il tuo personaggio da morto e questo mix tra realtà e fantasia. Il tema è assolutamente centrato e trattato in maniera non banale.
In bocca al lupo per la gara!

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Maurizio Chierchia
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Re: La disegnatrice

Messaggio#10 » martedì 23 gennaio 2024, 16:27

Ciao Katy.
Il tuo racconto mi ha fatto impazzire! Brava, brava davvero!
Partiamo dalle cose semplici. Il tuo stile mi affascina. Mi piace come dialoghi con i tuoi personaggi e come questi nelle tue creazioni dialoghino con il mondo che li circonda. Qui ho rivisto te nei panni del protagonista. Questo suo parlare con la sua opera è un tuo tocco distintivo che apprezzo tantissimo.
Il racconto di per se è una scena semplice, ma efficace. Il mangaka che si ritrova vittima della sua creazione centra di sicuro il tema e lo fa in maniera divertente e d'impatto.
Direi che ti sei meritata tranquillamente i posti più alti della classifica.
Ti riporto di seguito un unico punto in cui avrei agito diversamente:
«Uno youkai…» mormoro, sorpresa. Ne avevo sentito parlare una volta sola, non so neppure come mi sia uscita dalle labbra la parola corretta.
La cosa che non mi convince in questa frase è come possa un mangaka non conoscere gli Youkai? Mi sembra un po' inverosimile, ma è un neo in mezzo a un corpo perfetto. Quindi passa inosservato.
Complimenti ancora e a rileggerti presto!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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KatyBlacksmith
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Re: La disegnatrice

Messaggio#11 » martedì 23 gennaio 2024, 20:39

Grazie a tutti per aver letto e soprattutto per aver recensito il racconto.
Mi sembra però necessario chiarire una cosa, dato che vedo che è stata fraintesa:
alla disegnatrice è stata strappata la FACCIA, non la TESTA. Purtroppo per lei, essere privata in modo rapido e traumatico di pelle, muscoli e tendini non le da una morte immediata.
Sì, lo so: in quel frangente probabilmente la voce del personaggio è l'ultima delle sue preoccupazioni.
Ma tuttavia non ascolta quella voce da morta. È viva; non si sa per quanto, ma lo è.

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KatyBlacksmith
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Re: La disegnatrice

Messaggio#12 » martedì 23 gennaio 2024, 20:41

Grazie, Maurizio!
Grazie!!
Sono sempre contenta se riesco a portare il lettore nel mio mondo, fosse anche per un momento.

Maurizio Chierchia ha scritto:Ti riporto di seguito un unico punto in cui avrei agito diversamente:
«Uno youkai…» mormoro, sorpresa. Ne avevo sentito parlare una volta sola, non so neppure come mi sia uscita dalle labbra la parola corretta.
La cosa che non mi convince in questa frase è come possa un mangaka non conoscere gli Youkai? Mi sembra un po' inverosimile, ma è un neo in mezzo a un corpo perfetto. Quindi passa inosservato.


Buono l'appunto, grazie!
E buona undicesima era!

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Gerry Ponsacchi
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Re: La disegnatrice

Messaggio#13 » martedì 23 gennaio 2024, 22:17

Ciao Katija, racconto interessante, che sul finale lascia delle buone vibes e denota una buona qualità di scrittura. Bene bene, vado al problema?

Secondo me il racconto è sbilanciato. Cerco di spiegarmi: nella lettura della prima parte, non ti fai un’idea chiara di cosa debba trasmettere il racconto. Abbiamo una disegnatrice che non riesce a lavorare, ma questo suo blocco non si traduce in una cupezza, non abbiamo il minimo indizio della piega che prenderà la storia. Tu dirai “be’, questo è un bene, no?” In realtà, ni (ecco perché ho scritto, “cerco di spiegarmi”).

Perché tutto il primo segmento sembra semplicemente una situazione quotidiana che va avanti per 2240 caratteri, fino alla frase “torno al blocco”.
Da lì, ecco che comincia il segmento finale di 1667 caratteri in cui piano piano aumenti l’inquietudine, le azioni cominciano a rincorrersi e il fatto che lei si accorga dell’angoscia del disegno vorrei essere chiaro, è potente. Ma hai poco tempo per sviluppare. Il lettore ha brancolato in una situazione di incertezza troppo a lungo, e arriva impreparato.

Stiamo parlando di finezze, ma il gioco è proprio questo: se riuscissi a rendere già dalle prime righe la tensione che percepiremo, ovviamente in modo più blando, quasi nascosto, avresti un finale con una marcia in più.

Un buon lavoro, comunque, a presto e spero d’esser stato d'aiuto!
g3rry

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Blaubar
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Re: La disegnatrice

Messaggio#14 » mercoledì 24 gennaio 2024, 23:22

Ciao Katja, piacere di leggerti e conoscerti!
Anche tu perdona il novellino se puoi, non sono ancora capace di fare commenti…
Brevemente: Tema e idea perfetti, narrazione metodica, ma il terrore bisogna farlo crescere.

Mi piace davvero l’idea di un artista che crea in modo quasi inconsapevole e le sue creazioni si rivelano premonitrici e maledette. Credo sia così per tantissime anime creative! I mangaka poi hanno quel nonsochè di esotico per noi occidentali e questo contribuisce. Tema perfetto.

La narrazione è molto ordinata. Le cose giuste al posto giusto. Un inizio con una scena familiare e che ci fa amare le difficoltà della protagonista. Poi un’illuminazione che spezza il blocco e inizia già a far prendere vita al disegno, seguito a stretto giro da un altro evento improvviso. Un doppio colpo al momento giusto. Poi un rush di creatività nato dalla prima vera stranezza che dovrebbe inquietare un po’ e va verso una seconda stranezza che in effetti inquieta e che culmina in un climax istantaneo. Un bel ritmo ma…

Ma la tensione può montare più rapidamente. Mi sarei aspettato che quando l’ispirazione coglie la disegnatrice si veda come una nave che affonda nel maelstrom, e in fondo c’è l’orrore: l’Oni che emerge dalla pagina ed è inevitabile, inarrestabile, inesorabile.

E’ stata davvero una bella lettura, buona gara!

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BruceLagogrigio
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Re: La disegnatrice

Messaggio#15 » mercoledì 24 gennaio 2024, 23:29

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione attuale/horror/fantastico. Casa familiare. Tema centrato.

Ciao Katija, è la prima volta che ho il piacere e l'onore di commentare un tuo racconto, ma avevo già letto una paio di cose tue per cui sapevo di dover incontrare una buona penna. Aspettativa confermata. Immersività praticamente perfetta. Le scene appaiono nella mente del lettore con facilità e precisione.
Magari la storia non è originalissima di per sé, ma la resa è perfetta. Al di là delle piccolissime sbavature già citate nei commenti non mi sento di aggiungere altro. Ottimo lavoro.

Buona gara.

Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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antico
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Re: La disegnatrice

Messaggio#16 » mercoledì 31 gennaio 2024, 11:44

Molto buono, mi è piaciuto. Ho anche sentito quella strisciante inquietudine farsi largo dalla lettura, fino all'ottima chiusa. Concordo con Gerry sul fatto che si possa fare di più nella prima parte, magari con una semina maggiore, sicuramente addessandola di più mentre allo stato attuale non sembra contenere altro se non il passaggio verso la parte veramente importante del racconto. Pertanto il mio è un pollice quasi su anche se bello brillante.

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KatyBlacksmith
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Re: La disegnatrice

Messaggio#17 » giovedì 1 febbraio 2024, 15:23

Con ritardo, cercherò di rispondervi.
Innanzitutto grazie per esservi presi il tempo di leggere e soprattutto valutare quello che ho scritto.

Gerry Ponsacchi ha scritto:Perché tutto il primo segmento sembra semplicemente una situazione quotidiana che va avanti per 2240 caratteri, fino alla frase “torno al blocco”.
Da lì, ecco che comincia il segmento finale di 1667 caratteri in cui piano piano aumenti l’inquietudine, le azioni cominciano a rincorrersi e il fatto che lei si accorga dell’angoscia del disegno vorrei essere chiaro, è potente. Ma hai poco tempo per sviluppare. Il lettore ha brancolato in una situazione di incertezza troppo a lungo, e arriva impreparato.

e
antico ha scritto:Concordo con Gerry sul fatto che si possa fare di più nella prima parte, magari con una semina maggiore, sicuramente addessandola di più mentre allo stato attuale non sembra contenere altro se non il passaggio verso la parte veramente importante del racconto.


Gerry e Antico: siccome non ho proprio chiarissimo ciò di cui state parlando, vuol dire che ho incontrato un altro dei miei punti ciechi e che sarà un'ottima occasione per imparare una cosa nuova e migliorarmi, per cui grazie a entrambi.

Blaubar ha scritto:Anche tu perdona il novellino se puoi, non sono ancora capace di fare commenti…
Brevemente: Tema e idea perfetti, narrazione metodica, ma il terrore bisogna farlo crescere.
[...]
Ma la tensione può montare più rapidamente. Mi sarei aspettato che quando l’ispirazione coglie la disegnatrice si veda come una nave che affonda nel maelstrom, e in fondo c’è l’orrore: l’Oni che emerge dalla pagina ed è inevitabile, inarrestabile, inesorabile.


Tranquillo, io non sono sicura di saper fare recensioni ancora adesso, di certo non mi metto a fare storie :) scrivi quello che senti: è la cosa più onesta e apprezzabile che si possa fare.
L'oni però non emerge dalla pagina nel mio racconto, o almeno non è emerso in quella sessione di disegno. L'oni è in casa, fa cadere i piatti, e magari posso immaginare di renderlo protagonista di altri episodi non subito evidenti. Ma ha preso vita in qualche modo, è lì, e alla fine le divorerà la faccia.
Proverò a rivedere la narrazione per introdurre dall'inizio qualche indizio di una presenza stonata. Grazie per i suggerimenti.

BruceLagogrigio ha scritto:Immersività praticamente perfetta. Le scene appaiono nella mente del lettore con facilità e precisione.
Magari la storia non è originalissima di per sé, ma la resa è perfetta.
Bruce


Grazie, Bruce.
Spero di riuscire a mantenere e migliorare ancora la capacità di far visualizzare le scene. Quando è la mente del lettore che costruisce le scene, la vicenda scivola meglio.

Grazie a tutti e buona palestra!

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Blaubar
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Re: La disegnatrice

Messaggio#18 » domenica 4 febbraio 2024, 22:09

Tutto chiaro, allora serviva solo seminare di più l'ansia della protagonista forse. Per esempio facendole ricordare di quella sessione precedente in cui aveva creato quell'orrore incompleto e deforme e aveva accartocciato e buttato il foglio ... che giace ignorato e infuriato sul fondo del cestino e infatti si vendica, tiè!
Comunque racconto davvero davvero bello, spero di leggerne tanti così

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