La caccia

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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Andrea76
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La caccia

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:49

9 marzo 2020

Saliamo in macchina all’imbrunire.
Stasera ci si diverte, per forza. Da domani dicono che non si potrà uscire e che galleggeremo nella merda fino al collo. Forse anche più su.
E allora ci divertiamo stasera.
Usciamo vestiti come per una festa da sballo. Siamo coperti di jeans della Cotton Belt, di dolcevita della Navy, di felpe della Jeunesse Dorèè. Abbiamo gli orecchini, i tatuaggi, i piercing sul sopracciglio. E andiamo in giro con l’Audi del papà.
Questa sera è diversa e lo avvertiamo tutti. La peste gialla sta arrivando e noi ci sentiamo come una muta di bastardi in movimento. Sì, siamo arrabbiati contro chi ci ha messo in questa situazione del cazzo.
Decidiamo di muoverci e partiamo. La musica a palla di David Guetta fa tremare i finestrini dell’A4. Cantiamo e ci fermiamo in un bar sulla statale a prendere le Corona. Lasciamo la macchina in terza fila, così mentre stiamo pagando le birre uno stronzo comincia a suonare perché deve uscire. Lo lasciamo morire lì per un po’. Ci scoliamo la birra mentre il tipo continua a suonare il clacson come si fa con i caroselli quando vince la Nazionale. Torniamo indietro a piccoli passi. Quando ci vede fa pippa. Siamo fichi noi, siamo massicci e incazzati. Prova a dirci una parolina ma gli sputiamo sul parabrezza. Non fa una piega perché lo vede che faremmo paura all’esercito delle SS.
Rimontiamo in auto e raggiungiamo la disco. C’è poca gente, in molti sono rimasti a casa a lavarsi le mani con l’Amuchina.
Ci mettiamo a ballare, la house ci fa uscire di testa. È una musica che ci sfonda le budella e i timpani. Balliamo, sì, ma non riusciamo a sballarci.
È una serata strana, sa tanto di ultima cena. Qualcuno deve pagare per averci messo in questo casino.
Stiamo per decidere di andarcene quando arrivano proprio loro. I nemici. Sono come l’apparizione della madonna: tre cinesini vestiti con delle camicie che gli arrivano alle ginocchia. Si muovono sulla pista con la stessa grazia di tre elefanti. Ridicoli, sono ridicoli.
Ci guardiamo e ci capiamo al volo. Li avviciniamo e ci sforziamo di fare gli amici. Gli offriamo un tiro di coca fuori dal locale. Loro hanno più brufoli che capelli e all’inizio tentennano: dev’essere la prima sera che escono senza genitori.
Uno di loro dice di chiamarsi Yao e sembra quello più sveglio. Ci ride addosso e dice che va bene, che un tiro se lo fanno. Gli facciamo l’occhietto e li invitiamo a venire con noi.
Stasera è uno schifo, lo sappiamo. È la sera prima di un’esecuzione che farà fuori l’Occidente. Noi possiamo rendere la pastiglia meno amara.
Montiamo nell’Audi, merde gialle comprese, e partiamo in direzione della spiaggia. Uno di loro che dice di chiamarsi Ming guarda fuori dal finestrino. Il terzo che si chiama Xiang ci parla di un gruppo di musica di cui non ce ne frega un cazzo.
Arriviamo al mare. Parcheggiamo sulle dune e diciamo ai cinesi che andiamo a tirare la polvere a riva. Perché in fondo siamo romantici.
Gli untori scoppiano a ridere come tre scemi: bisogna decimarli quando sono giovani così non fanno figli. Ed è quello che faremo.
Scendiamo e andiamo verso la risacca, loro tre avanti e noi dietro. Uno dei nostri tira fuori la lama, raggiunge Xiang e lo pugnala tre volte sulle dorsali. Il cinesino si frantuma sulla sabbia e diventa subito polvere.
Un altro afferra un ombrellone arrugginito, corre verso Yao e glielo ficca nell’occhio dal quale schizza fuori la stessa pappa che esce da un dentifricio strizzato.
Ci manca il terzo. Corriamo da Ming e lo buttiamo a terra. Ci siamo portati dietro una delle Corona e gliela diamo in testa. Il vetro si spacca a metà, con la parte tagliente gli squarciamo la giugulare. Il sangue sprizza a fiotti come lo sperma nei film di Peter North.
Dovete morire tutti, brutti musi gialli!
Il sole sta salendo dalle dune. Rimontiamo in macchina e partiamo. Imbocchiamo la statale con David Guetta a palla. Ridiamo e cantiamo perché questa non è stata l’ultima serata. Niente affatto.
In un modo o nell’altro non è ancora finita.



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antico
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Re: La caccia

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 0:54

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: La caccia

Messaggio#3 » mercoledì 17 gennaio 2024, 16:46

Tema centrato. Descrivi molto bene la collera e lo spirito vendicativo di un gruppo di giovani agli inizi del Covid. Ma anche la voglia di trasgredire e divertirsi. La situazione precipita quando incontrano tre giovanissimi cinesi in discoteca e li uccidono, perché li considerano dei veri e propri untori. Molto ben rese le ambientazioni e molto credibile il linguaggio di questi giovani scioccati da un’esperienza che cambierà nel profondo la loro vita.

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Manuel Marinari
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Re: La caccia

Messaggio#4 » mercoledì 17 gennaio 2024, 19:04

Ciao Andrea, ci rileggiamo finalmente. Complimenti per la declinazione del tema, non avevo minimamente pensato al periodo di inizio della pandemia e della minaccia proveniente dalla Cina. Effettivamente, ripensando a quel periodo, credo che un po' in tanti l’avessimo percepita in questo senso. Ti ringrazio per avermelo fatto ricordare, lo avevo un po' rimosso. Il racconto è scritto bene e il ritmo scorre alla grande. Aggiungo solo un dettaglio: riflettevo sui nomi dei personaggi. Sarebbe stato interessante leggere i nomi dei figli di papà, italiani immagino, invece che solo Xiang, Yao, ecc. Te lo dico perché, durante la scena finale sulla spiaggia, poco importa se si chiama Xiang quello che si piglia una coltellata. Per loro si trattava soltanto di nemici cinesi, come li hai presentati all’inizio. Spero di essermi spiegato bene, in caso, rispondimi pure, son qui.
Ah, il fatto che bevono la Corona mi ha fatto schiantare, sfigati ahahha.
Buona edition, a rileggerci presto.

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Andrea76
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Re: La caccia

Messaggio#5 » mercoledì 17 gennaio 2024, 19:55

Ciao Manuel, la tua osservazione ha una sua logica. L'identità delle tre vittime per i protagonisti non ha alcuna importanza, io li ho inseriti solo per rendere più chiara l'ultima scena, ma forse non ce n'era davvero bisogno. Riguardo ai nomi dei protagonisti, era mia intenzione scrivere un racconto in prima persona plurale lasciando che i personaggi rimanessero generici proprio perché - nella mia testa - sono simboli di una categoria più ampia (gli anti-cinesi durante la pandemia). Grazie comunque per il tuo commento, a rileggerti presto.

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KatyBlacksmith
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Re: La caccia

Messaggio#6 » giovedì 18 gennaio 2024, 15:59

Ciao, Andrea e ben ritrovato.
Il tema è centrato e sei riuscito a scriverlo in un modo che ho odiato dal primo momento: violenza insensata, arroganza, vuoto esistenziale, insicurezza, immaturità... portati avanti senza una sbavatura. Coerente fino alla fine, fino alle esecuzioni per esorcizzare quello che i tre coglio... non sono in grado di accettare nel loro mondo di M. Non hai fatto sconti, non hai ceduto, non sei indietreggiato di un millimetro, ambientando molto bene la vicenda.
Proprio per questa coerenza è un'ottima prova. Una prova che mi ha davvero infastidita a bestia. Sappilo.
Buona undicesima era!

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Michael Dag
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Re: La caccia

Messaggio#7 » venerdì 19 gennaio 2024, 18:47

La caccia, di Andrea Spinelli
Una bella botta di cruditè, cosa che personalmente gradisco sempre. Molto realistico il flusso di pensieri e il registro linguistico del personaggio.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma fa il suo dovere, hai seminato bene e non poteva concludersi in altri modi. Mi sono piaciuti anche i dettagli specifici che hai inserito. Insomma, non mi vengono critiche da farti se non l’Audi del papà...di chi? Ma appunto, solo un piccolo dettaglio. Ottimo lavoro

EDIT: ha ragione manuel, tutti così truci e cattivi e bevono corona? dai, in queste situazioni ci vuole la tennent's XD

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gcdaddabbo
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Re: La caccia

Messaggio#8 » sabato 20 gennaio 2024, 12:09

Ciao, Andrea! Era un po’ che non ci si incrociava.
Vedo che sei ritornato al vecchio amore: stile ribelle, violento, menefreghista. Questa volta le donne sono salve, ma le vittime sono tre povere ragazzi cinesi che hanno la sfortuna di incontrare il terrore locale nelle vesti di alcuni decerebrati in vena di festeggiamenti pazzoidi.
Il problema è che scrivi bene, per il tuo genere.
Comprendimi! Ho passato la mia vita intera a combattere perché quelli che parlavano come te cambiassero, convinto che la pace, l’uguaglianza, la fratellanza, la solidarietà siano negli interessi di tutti.
Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Andrea76
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Re: La caccia

Messaggio#9 » sabato 20 gennaio 2024, 14:11

KatyBlacksmith ha scritto:Ciao, Andrea e ben ritrovato.
Il tema è centrato e sei riuscito a scriverlo in un modo che ho odiato dal primo momento: violenza insensata, arroganza, vuoto esistenziale, insicurezza, immaturità... portati avanti senza una sbavatura. Coerente fino alla fine, fino alle esecuzioni per esorcizzare quello che i tre coglio... non sono in grado di accettare nel loro mondo di M. Non hai fatto sconti, non hai ceduto, non sei indietreggiato di un millimetro, ambientando molto bene la vicenda.
Proprio per questa coerenza è un'ottima prova. Una prova che mi ha davvero infastidita a bestia. Sappilo.
Buona undicesima era!


Ciao Katija, grazie per il commento. L'indignazione era il sentimento che volevo evocare con questo racconto, indignazione verso una società aggressiva e violenta che a mio avviso negli ultimi quattro anni è ulteriormente peggiorata. Sono contento che quella coerenza linguistica di cui parli si sia intravista, perché in effetti il mio obiettivo era focalizzarmi sulla psicologia dei personaggi anche a rischio di sacrificare il plot. Grazie ancora e spero di rileggerti presto.

Michael Dag ha scritto:La caccia, di Andrea Spinelli
Una bella botta di cruditè, cosa che personalmente gradisco sempre. Molto realistico il flusso di pensieri e il registro linguistico del personaggio.
Il finale è abbastanza prevedibile, ma fa il suo dovere, hai seminato bene e non poteva concludersi in altri modi. Mi sono piaciuti anche i dettagli specifici che hai inserito. Insomma, non mi vengono critiche da farti se non l’Audi del papà...di chi? Ma appunto, solo un piccolo dettaglio. Ottimo lavoro

EDIT: ha ragione manuel, tutti così truci e cattivi e bevono corona? dai, in queste situazioni ci vuole la tennent's XD

Ciao Michael, grazie per il commento. Mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto nel complesso. La scelta della Corona... è vero, è un pugno nell'occhio. Ci credi se ti dico che l'ho scelta solo per motivi di metrica? Se avessi optato per la Tennent's avrei sforato coi caratteri! XD
gcdaddabbo ha scritto:
Ciao, Andrea! Era un po’ che non ci si incrociava.
Vedo che sei ritornato al vecchio amore: stile ribelle, violento, menefreghista. Questa volta le donne sono salve, ma le vittime sono tre povere ragazzi cinesi che hanno la sfortuna di incontrare il terrore locale nelle vesti di alcuni decerebrati in vena di festeggiamenti pazzoidi.
Il problema è che scrivi bene, per il tuo genere.
Comprendimi! Ho passato la mia vita intera a combattere perché quelli che parlavano come te cambiassero, convinto che la pace, l’uguaglianza, la fratellanza, la solidarietà siano negli interessi di tutti.
Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

Ciao Giovanni, non è la prima volta che commenti un mio racconto ed entri sul personale. La cosa, te lo dico sinceramente, mi infastidisce. Vorrei chiarire una volta per tutte che se scrivo di serial-killer, pervertiti, stalker o razzisti non necessariamente sono come loro o agogno quello stile di vita. Semmai è il contrario, lo denuncio. Se il modo in cui lo rappresento - stilisticamente e nei contenuti - non centra l'obiettivo o non rientra nei tuoi gusti letterari è un tuo sacrosanto diritto, ma ti prego in futuro di non darmi lezioni di morale o sociologiche che senza falsa modestia non merito. Grazie, spero di leggerti più in là.

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Luca Moggia
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Re: La caccia

Messaggio#10 » sabato 20 gennaio 2024, 16:24

Ciao Andrea,

ti faccio i complimenti per come hai affrontato il tema dell’edizione.
Il terrore di un gruppo dominante che vede messa in crisi la propria supremazia e sfoga l'enorme frustrazione contro un presunto nemico non è affatto una tema banale pur essendo (purtroppo) molto attuale.
Apprezzo particolarmente la caratterizzazione della voce narrante, veramente ben tratteggiata.
Dal punto di vista “visivo” descrivi contesto e personaggi tramite luoghi e oggetti iconici di una certa categoria di persone.
Dal punto di vista psicologico mostri molto bene la mentalità xenofoba della voce narrante, con un linguaggio semplicistico, stereotipato e sprezzante. Anche gli eventi della trama sono coerenti con il punto di vista del narratore.

Manca un portatore di punto di vista interno alla storia e questo elemento mi ha lasciato un po’ esterno.
Ma c’è un però, anzi, due.
Il primo è che qui il vero protagonista del racconto è il gruppo, non un singolo individuo e questo mi sembra molto coerente sia con l’estrema identità sociale del narratore sia con il suo pensiero “noi-loro”.
Il secondo è che, comunque sia, il racconto mi ha colpito e ho reagito alla vicenda provando rabbia e desiderio di vendetta verso i picchiatori. Se non è coinvolgimento emotivo questo…

Come punto debole della narrazione ho trovato una prosa un po’ appesantita dal modo in cui hai gestito alcune descrizioni del gruppo e alcuni pensieri della voce narrante. I dettagli sono buoni però avresti potuto “scioglierli” nella narrazione invece che compattarli in blocchi tipo “Usciamo vestiti [...] l’Audi del papà”. Per quanto riguarda i pensieri non mi sono piaciute molto le autovalutazioni “siamo fichi” “faremmo paura all’esercito delle SS” “siamo arrabbiati…” ecc.

In sintesi: racconto ambizioso, molto coinvolgente e attuale, con alcuni aspetti migliorabili nello stile.

In bocca al lupo per la Picciuti edition e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Andrea Furlan
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Re: La caccia

Messaggio#11 » domenica 21 gennaio 2024, 18:54

Ciao Andrea,
Sono contento di ritrovarti su minuti contati! Il tuo racconto ha un buon ritmo e rende bene la frustrazione e la voglia di rivalsa del gruppo di giovani che hai voluto raccontare. Buona l'idea di vederli come un branco in cui non c'è un protagonista o differenze fra i membri. Tema centrato, anche se non vedo molto il lato "terrore". Come aspetti da migliorare l'ho trovato forse un po' tropo raccontato, ma ci sta per stare nei caratteri e poter usare una terza persona abbastanza esterna. In sintesi, una buona prova forse migliorabile.

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SarahSante
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Re: La caccia

Messaggio#12 » domenica 21 gennaio 2024, 19:48

Ciao Andrea,
il tuo racconto è interessante e coglie un momento particolare storico con tutta la rabbia che si è scatenata e la necessità che è partita in alcuni di dare la colpa ad altri che nulla c'entravano. Hai descritto bene un gruppo di ragazzi egoisti, certi di essere fighi (la musica a palla, la macchina in terza fila da fregarsene di persone bloccate in macchina) e con la voglia di farla pagare a qualcuno per i loro diritti pretesi e che vedranno negati dal giorno successivo. Anche io ho trovati il racconto forse un po' troppo raccontato ma nei 4000 caratteri aumentare i dialoghi e tenere tutta la storia era effettivamente difficile.
E anche io ho trovato il gruppo irritantissimo quindi hai saputo suscitare bene questi sentimenti in chi legge

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L'inquisitore
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Re: La caccia

Messaggio#13 » mercoledì 31 gennaio 2024, 12:35

Ciao Andrea! Racconto alla Arancia meccanica che mostra degli adolescenti disillusi che se la prendono col capro espiatorio di turno con estrema violenza (pure troppa). La scelta di una narrazione tra flusso di coscienza e azioni al presente è un po' pesante, ma rende l'idea di una persona concentrata su se stessa com'è il protagonista. Interessante il tentativo di scrivere in prima plurale, ma l'effetto è comunque di un personaggio solo che si sente parte di un gruppo, anche perché, naturalmente, vede gli altri componenti diversi da sé (sopratutto nella scena del massacro). L'identificazione del gruppo con gli adolescenti (o comunque come degli adolescenti), mi risulta un po' generalizzante: mi sembra che tu ce l'abbia coi ragazzini, come se solo loro potessero avere simili pregiudizi a causa della loro condizione (non penso sia così, ma il racconto, per come l'hai impostato, mi fa quest'effetto). Forse è per questo che Pietro è arrivato a giudicare l'autore, piuttosto che il racconto (cosa senz'altro da evitare). Dico questo proprio perché forse non hai ottenuto l'effetto che volevi proprio a causa del come lo hai cercato.
Ci sono alcuni aspetti che rendono il pezzo poco credibile: la voce narrante si descrive con gli occhi di chi li giudica (l'audi del papà, la descrizione degli abiti). Dall'inizio della scena, così come dal finale, mi arriva un numero imprecisato di persone che poi salgono sull'audi A4 con altri 3 cinesi. Ho subito pensato "non ci stanno" e ho cercato informazioni sul numero di protagonisti trovandone di vaghe, ma chiaramente destinate a far immaginare un gruppo più numeroso di due. La violenza è descritta in modo troppo minuzioso per risultare credibilmente percepita dal pdv. A parte questo la lettura scorre e le immagini che hai scelto sono buone ed evocative. Il messaggio finale non mi è chiaro e questo penalizza un po' il racconto, a mio avviso.
Direi un pollice tendente al positivo al pelo per questo tuo pezzo!

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