Tsukumogami

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
PuntiDiDomanda
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Tsukumogami

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:59

Il pettorale di Kazuo vibra sotto il doppiopetto. Di nuovo il cellulare. Cosa vorrà suo padre, stavolta, aumentare il ritardo? Eppure gliel’ha detto mille volte che ogni ora sprecata sono soldi buttati in mare.
Dà una manata alla pietra su cui è seduto. Se continuano a farlo incazzare il viso gli diventerà dello stesso rosso dei tre torii che ha di fronte.
A saperlo avrebbe trovato una scusa per non presentarsi.
Kazuo porta il telefono all’orecchio. «Cos’è successo ancora?»
«Mi perdoni, signore…» È il CEO, col solito tono mortificato.
«Parla.»
«Ecco, vede, c’è un problema coi rifiuti chimici, che, ecco—»
«Ancora i rifiuti?» Gliel’ha già detto mille volte di buttarli in mare. È sordo o ha iniziato a fumarle con le orecchie, le sigarette?
«Sì, certo, signore, però il problema è che gli operai si, come dire…»
«Rifiutano? Dì loro che mettano la coscienza a posto, avranno il solito incentivo. Raddoppiato.» Pensano sempre al denaro, quelli.
«No, no, ci mancherebbe.» La voce gli si increspa. E allora qual è il problema? «È che si stanno ammalando tutti.»
«Di nuovo questa cazzata?»
«Sì, è la solita storia, signore. Altri due operai hanno chiamato dicendo la stessa cosa: “ero sul lungo mare. Accompagnato dalle note di un liuto, un drago con le squame verdi e gialle è uscito dall’oceano cavalcato da una donna. Subito dopo mi sono svegliato a letto fradicio, con la febbre.”»
Certo, e domani verrà a trovarlo Amaterasu. «Ascoltami, Watanabe, se non vuoi essere licenziato. Oggi è il compleanno di quel coglione di mio padre, che a questa roba potrebbe anche crederci.»
Kazuo ha il collo fradicio. Allarga il bavero della camicia. «Muovi il culo e fai venire a lavorare quel gruppo di nullafacenti. Chiaro?»
«S-sì.»
Kazuo si alza in piedi, gli occhi al cielo.
Delle urla esplodono attraverso il cellulare.
«Che succede ancora?» Gli fischia l’orecchio.
«Ts-ts-ts-ts…»
Altre grida.
Intorno a Kazuo si alza un concerto di suonerie di cellulari.
«Watanabe, parla o ti licenzio davvero.»
Il rumore di un aereo che decolla lo assorda. Ma è impossibile, la fabbrica è lontana dall’aeroporto.
Il chiacchiericcio di chi gli sta intorno si alza d’intensità, ma è una litania incomprensibile.
«Cosa sta succedendo?» urla e corre verso a un tizio con un cappellino orribile, che non pagherebbe neanche mezzo yen. Gli scuote la spalla. «Allora? Rispondi, muoviti!»
Quel poveraccio ha il volto alzato verso l’alto, la bocca spalancata.
«Dimmi cosa—»
Un’onda alta dieci piani torreggia di fronte a loro. Ma non è… Come… Non c’è… Non-
Le gambe restano immobili. Ma non c’è stato nessun terremoto. Deve scappare ma il corpo non risponde ai comandi.
Kazuo è a dieci chilometri dal mare. Nessun terremoto. Se l’onda è arrivata lì allora a riva come—
«La mia fabbrica…»
L’onda si abbassa di colpo, con un movimento innaturale, travolge alcuni uomini e si schianta a pochi passi da lui. Sulla sabbia grigia che lo circonda giacciono oggetti vecchi senza valore. Un ombrello si alza sul manico, da solo, imitato da un bastone di legno consumato, un lenzuolo e una busta di plastica bucherellata.
Kazuo si strofina gli occhi. Quello che sta succedendo non è reale, non può esserlo. È tutto finto. È solo il sogno lucido più realistico della sua vita. Sì, per forza.
Di fronte a lui una vecchia bambola di pezza, poggia le mani a terra e si alza in piedi. Ha la faccia di un komainu. Ma quella è…
Al posto degli occhi ha due orbite vuote, invece della bocca chiusa una fauce spalancata coi denti aguzzi, ma Kazuo è sicuro, quella è Kumy, la bambola con cui giocava da bambino. «Da quanto tempo, Kazuo.» Nel pugno di stoffa tiene un coltello con l'impugnatura di plastica.
Tieni Kazuo. La voce di suo padre risuona nella mente. Lei protegge la famiglia da quasi cent'anni. Trattala con cura.
Kumy avanza verso di lui. «Ce l'hai fatta a diventare ricco, dopo avermi gettato nell'oceano come un rifiuto.»
Alza il coltello e mi si avventa contro. «Ma da oggi in poi l'oceano e noi rifiuti ci prendiamo la nostra rivincita.»



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antico
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Re: Tsukumogami

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 1:07

Ciao Mattia! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

PuntiDiDomanda
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Re: Tsukumogami

Messaggio#3 » martedì 16 gennaio 2024, 1:48

Ciao Antico. Dico subito (a me stesso, più che altro) che stavolta se la gara va male passo dal Laboratorio. Il tema mi piaceva molto, ho trovato un bel concept, ma per esprimerlo al meglio mi servono più tempo e caratteri.
Com'è ora me lo diranno gli altri, io ho in mente come poteva essere e non riesco proprio a valutarlo obiettivamente.
Due ore (circa) di ricerca hanno reso la sfida molto dura!

Dario17
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Re: Tsukumogami

Messaggio#4 » martedì 16 gennaio 2024, 16:10

I raccontini così brevi in cui si svolgono per la maggiorparte al telefono non mi fanno impazzire, si perde molto tempo ed energia a capire dove i due interlocutori siano e cosa stanno facendo con chiarezza.
C'è un bel frullatone di mitologia giapponese e ok però mi perdo nel capire se la bambola abbia quelle fattezze perchè è un richiamo a un demone ben preciso e se debba collegarla alla donna in groppa al drago.
Non mi ha convinto moltissimo.
Mi sembri intento alla narrativa trasparente e credo tu sia nel sentiero giusto.
Eviterei frasi fatte come:
Deve scappare ma il corpo non risponde ai comandi.
Quello che sta succedendo non è reale, non può esserlo. È tutto finto.
«Da quanto tempo, Kazuo.»

LeggErika3
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Re: Tsukumogami

Messaggio#5 » mercoledì 17 gennaio 2024, 14:12

L’idea è buona, il richiamo agli oggetti che si animano dopo 100 anni interessante e si nota una ricerca eseguita a priori, sempre apprezzabile. Hai usato miti non scontati e spingi il lettore ad approfondire. Il dialogo è costruito con attenzione e si vede. Ci sono però degli aspetti che non ho apprezzato. Dapprima la libertà con cui, al cellulare, il protagonista si sbilancia su temi sensibili. Non conosco la legislazione giapponese ne’ il rischio di essere intercettati nel sol levante, ma mi sembra che costui corra dei rischi enormi in modo tale che neanche la più grande incazzatura telefonica giustificherebbe. Per altro il mondo nipponico tende a esprimersi in maniera assai più reticente rispetto noi mediterranei, e di questo ne sono piuttosto sicura. Altro aspetto, non sono riuscita bene a visualizzare dove avvenisse l’azione. È seduto su una pietra, quindi immagino all’aperto. Ma, di fatto, siamo in fabbrica. Lo scopro dopo. Dunque non vivo lo stupore dell’onda perché, per quanto ho immaginato fin lì, potrebbe essere anche al porto. Poi: vari elementi mitologici. Ma sono correlati fra loro? Questo scatenarsi di eventi magici è un caso o ci sono legami che non sappiamo? Il problema è solo la bambola? Insomma, forse c’è un mondo sommerso sotto questa storia, ma non emerge del tutto

Cinzia Fabretti
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Re: Tsukumogami

Messaggio#6 » sabato 20 gennaio 2024, 15:13

Buongiorno, Puntididomanda. Ho letto con interesse il tuo racconto, apprezzando la ricerca che immagino ti abbia aiutato nello scegliere le immagini della bambola e del drago. Anche io ho trovato però incompleta la descrizione del luogo da cui Kazuo parla, tanto da non avere elementi sul finale per capire che è in un sogno. Lo è davvero, poi? O ha delle allucinazioni? Diciamo che l’incertezza circa cosa stia davvero accadendo mi lascia insoddisfatta, e diminuisce la buona impressione delle immagini che avevi evocato. Anche sull’atteggiamento molto ‘occidentale’ di Kazuo ho qualche dubbio, ma immagino che ad esempio vivere e studiare all’estero potrebbe modificare un atteggiamento tradizionale, per cui non mi turba troppo. Null’altro da annotare, ti auguro una buona Edition.

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Alvin Miller
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Re: Tsukumogami

Messaggio#7 » sabato 20 gennaio 2024, 16:40

Ciao Puntididomanda, il tuo racconto ha qualcosa che non va. Non tanto nello stile che a occhio mi è sembrato buono, ma perché mancano alcune informazioni che secondo me erano vitali. Prima di tutto la collocazione spaziale di Kazuo, non sono proprio riuscito a figurarmi dove si trovasse (ho capito solo che è all'aperto), e se penso a quello che succede poi la cosa diventa ancora più problematica perché non so come immaginarmi la scena. Infatti ho dovuto rileggere diverse volte.
Poi l'introduzione sull'epilogo della bambolina, che stravolge completamente il senso del racconto. Ci stavi suggerendo che Kazuo avesse degli scrupoli morali e che fosse alla mercé di un capo tirannico (una cosa che a mio avviso sarebbe sufficiente come Terrore d'Oriente), e in seguito ci costringi a rivalutare la sua percezione come di un personaggio che ha abbandonato la sua bambolina (che a questo punto credo fosse una Yokai). Viene punito per qualcosa che la bambola dice, ma che non è in linea con l'idea che si è fatta il lettore, e che potevi risolvere aggiungendo la frase giusta nei dialoghi al telefono.
Un'inezia che guasta tutto e che mi suggerisce non avessi le idee chiare (o forse ne avevi troppe) sulla morale del racconto.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Fagiolo17
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Re: Tsukumogami

Messaggio#8 » lunedì 22 gennaio 2024, 19:05

Ciao Mattia e piacere di rileggerti.
Allora. Sullo stile non dico niente perché è sempre ottimo e scorrevole, quindi complimenti.
Stavolta però non mi ha fatto impazzire la trama. Perché? Perché a metà (anzi, sul finale) mi sono trovato di fronte a qualcosa che non mi aspettavo. Non nel senso che fosse un plot twist che mi ha lasciato a bocca aperta, ma perché quella bambola proprio non sono riuscito a capire che cosa c’entrasse con i rifiuti chimici dell’inizio. Mi è sembrato come fossero due storie differenti mixate insieme. Doveva essere una rappresentazione della rabbia del mare intossicato dai rifiuti? Gli è stata data dal padre e proteggeva la famiglia, quindi è più una cosa legata ad essa, ma allora a quel punto avrei giocato più su questo elemento senza farlo saltare fuori nelle ultime tre righe del racconto.
Purtroppo questo ha penalizzato la fruizione, mi spiace.
In bocca al lupo per l’edizione.

Elettra Fusi
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Re: Tsukumogami

Messaggio#9 » lunedì 22 gennaio 2024, 19:59

Ciao Mattia,
ho apprezzato gli aspetti mitologici giapponesi che hai inserito nel racconto. Mi hai fatto venire voglia di approfondirli e questo per me è un punto in più. Purtroppo lo scambio telefonico e l'alternarsi dei corsivi non mi sono risultati del tutto chiari. Forse il finale meritava un po' più di spazio, mi è sembrato affrettato senza essere per questo un vero colpo di scena, ma penso che possa dipendere dal numero massimo di caratteri che a volte va a impattare proprio sulle ultime battute.
L'onda di tsunami che si infrange proprio davanti al protagonista è terrificante al punto giusto invece, anche se infrange del tutto anche la sospensione dell'incredulità (ha parlato al telefono fino a qualche secondo prima con qualcuno che doveva già essere sott'acqua/assenza di marremoto o terremoto ecc...).
Ti leggerò molto volentieri in futuro, alla prossima.
Elettra Fusi
ProfElettra

PuntiDiDomanda
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Re: Tsukumogami

Messaggio#10 » lunedì 22 gennaio 2024, 23:31

Grazie ragazzi, per ora rispondo in modo generico a tutti perché sono in un periodo no e non me la sento di approfondire, però di base vi do ragione. Rivalutando il racconto a mente fredda mi sono reso conto di aver rifatto l'errore di voler far stare troppa roba in pochi caratteri. Manca diversa roba che doveva emergere e invece è rimasta sott'acqua (per rimanere in tema, lol). Le maggiori specifiche sul luogo in cui è Kazuo ad esempio sono andate perse con i tagli a fine racconto (stavo a 4600 caratteri).

PuntiDiDomanda
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Re: Tsukumogami

Messaggio#11 » lunedì 22 gennaio 2024, 23:40

Cinzia Fabretti ha scritto:Buongiorno, Puntididomanda.

Sai che su me stesso sto avendo l'impressione opposta alla tua della scorsa edition (quando dicevi di avere difficoltà perché non scaletti), ovvero di non riuscire bene perché cerco di strutturare troppo?
L'unica volta in cui ho ottenuto un risultato soddisfacente a livello di riscontro è stata quella in cui avevo in testa l'inizio e il finale e l'ho buttata giù senza pensare troppo a cosa ci sarebbe stato in mezzo. Con il mio secondo miglior risultato è stata la stessa cosa. Invece nelle tre in cui mi sono perso tra ricerche, strutturazioni, difetti fatali, archi di trasformazione, tematiche e compagnia ho perso la bussola.
Non capisco se è la strutturazione in sé a non andare, quando mi rapporto a un contest con certe regole, oppure se sono io che quando strutturo tendo a mettere troppa carne al fuoco e mi incasino.

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Fagiolo17
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Re: Tsukumogami

Messaggio#12 » martedì 23 gennaio 2024, 13:03

PuntiDiDomanda ha scritto:
Cinzia Fabretti ha scritto:Buongiorno, Puntididomanda.

Sai che su me stesso sto avendo l'impressione opposta alla tua della scorsa edition (quando dicevi di avere difficoltà perché non scaletti), ovvero di non riuscire bene perché cerco di strutturare troppo?
L'unica volta in cui ho ottenuto un risultato soddisfacente a livello di riscontro è stata quella in cui avevo in testa l'inizio e il finale e l'ho buttata giù senza pensare troppo a cosa ci sarebbe stato in mezzo. Con il mio secondo miglior risultato è stata la stessa cosa. Invece nelle tre in cui mi sono perso tra ricerche, strutturazioni, difetti fatali, archi di trasformazione, tematiche e compagnia ho perso la bussola.
Non capisco se è la strutturazione in sé a non andare, quando mi rapporto a un contest con certe regole, oppure se sono io che quando strutturo tendo a mettere troppa carne al fuoco e mi incasino.


Io di solito faccio proprio così. decido l'inizio e la fine e cerco di seguire il flow nella zona centrale. mi capita di arrivare comunque stretto al finale e dover tagliare, ma molto meno spesso delle volte in cui strutturavo tutto per filo e per segno e finivo con l'esagerare.

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AndreaCrevola
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Re: Tsukumogami

Messaggio#13 » giovedì 25 gennaio 2024, 13:13

Ciao Mattia, piacere di aver letto il tuo racconto.
Mi è parso un racconto un po’ confuso, in tutta sincerità. Concordo sull’assenza di contesto, cosa che fa fluttuare i personaggi in uno scenario spazio-temporale indefinito. Nella prima parte abbiamo un dialogo tra il protagonista e il CEO, che all’improvviso vira verso uno scenario catastrofico, dove i rifiuti escono dal mare e si ribellano a coloro che hanno inquinato. L’idea mi sembra interessante, ma l’hai compressa nella parte finale dedicando la quasi totalità del testo al conflitto tra i due personaggi coinvolti dal dialogo. In questo, poi, ci sono delle parti che mi sembrano poco funzionali al racconto, per esempio l’accenno al padre del protagonista (non ho capito l’incipit) oppure la visione del drago da parte degli operai (che non ho compreso, ma forse ha degli agganci mitologici che io non conosco).

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Andrea76
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Re: Tsukumogami

Messaggio#14 » giovedì 25 gennaio 2024, 14:15

Ciao Mattia, il tuo racconto è scritto da una mano solida che dimostra di saper padroneggiare bene lo show don’t tell. C'è una buona focalizzazione sul personaggio portatore di punto di vista, però ho trovato tutto troppo condensato, nel senso che alla fine la trama si smarrisce in simbolismi giapponesi di cui a un certo punto ho faticato a capire il ruolo e il significato. Peccato perché a mio avviso il racconto nella prima parte crea una forte aspettativa nel lettore, salvo aggrovigliarsi un po’ su se stesso nella seconda risultando criptico. A rileggerti.

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antico
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Re: Tsukumogami

Messaggio#15 » sabato 3 febbraio 2024, 18:50

PuntiDiDomanda ha scritto:
Cinzia Fabretti ha scritto:Buongiorno, Puntididomanda.

Sai che su me stesso sto avendo l'impressione opposta alla tua della scorsa edition (quando dicevi di avere difficoltà perché non scaletti), ovvero di non riuscire bene perché cerco di strutturare troppo?
L'unica volta in cui ho ottenuto un risultato soddisfacente a livello di riscontro è stata quella in cui avevo in testa l'inizio e il finale e l'ho buttata giù senza pensare troppo a cosa ci sarebbe stato in mezzo. Con il mio secondo miglior risultato è stata la stessa cosa. Invece nelle tre in cui mi sono perso tra ricerche, strutturazioni, difetti fatali, archi di trasformazione, tematiche e compagnia ho perso la bussola.
Non capisco se è la strutturazione in sé a non andare, quando mi rapporto a un contest con certe regole, oppure se sono io che quando strutturo tendo a mettere troppa carne al fuoco e mi incasino.



Rispondo perché il tema mi sta a cuore. Il problema non è strutturare o meno, ma la gestione dello spazio disponibile. Mi spiego: puoi non strutturare e andare a braccio o puoi strutturare e seguire la tua scaletta MA in entrambi i casi DEVI tenere sotto controllo i caratteri disponibili ed essere disposto, soprattutto in caso di scaletta, a ristrutturare in corso d'opera nel caso ti renda conto di stare andando lungo. Allo stato attuale non tieni in conto lo spazio e quindi il fatto che il racconto riesca o no è sostanzialmente casuale (sempre tenendo a mente che parti da ottime basi) perché SE CAPITA che ti stia giusto in quei caratteri ALLORA sarà bello equilibrato nella sua forma finale, ma se vai lungo allora il taglio successivo difficilmente potrà consegnare al lettore un racconto equilibrato in tutte le sue parti.

Non a caso ogni mese cambiamo size ed è per non farvi specializzare in una certa dimensione, ma costringervi ad allenarvi nel controllo delle vostre storie perché se imparate ad adattarle a ogni singola size e ad avere risultati costanti allora state tranquilli che lo saprete fare anche quando vi troverete ad avere a che fare anche con venti o trenta o chissa quanti mila caratteri.

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Re: Tsukumogami

Messaggio#16 » sabato 3 febbraio 2024, 18:54

E ora arrivo al commento. Il racconto ha delle buone potenzialità, ma il risultato finale è un po' pasticciato perché il taglio caratteri ha lasciato parecchi problemi. Uno a caso? Alla fine sei passato a una prima persona che non avevi tenuto per tutto il resto del racconto. Poi la bambolina che spunta dal nulla senza una semina e il fatto che non si capisca mai dove sia il protagonista. Altro esempio: proprio in apertura c'è una costruzione che proprio non ti riconosco:
"Cosa vorrà suo padre, stavolta, aumentare il ritardo?"
Cosa vuol dire? Che poi non è suo padre, ma Watanabe.
Insomma, tanto pasticcio che non mi fa andare oltre un pollice tendente al positivo, ma non in modo solido e neppure brillante.

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Daniele_picciuti
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Re: Tsukumogami

Messaggio#17 » domenica 4 febbraio 2024, 10:53

Ciao, attratto dal titolo sono passato a leggere il racconto. Mi è piaciuto il ritmo che hai dato, così come la componente sociale, che è tipicamente giapponese. La grande azienda, il CEO, gli operai che danno problemi agli imprenditori privi di scrupoli... e anche il concetto dei rifiuti legati alla natura e alla tradizione che esigono vendetta mi piace. Sicuramente ci sono problemi per via del tempo e del limite di battute ma ti consiglio di lavorarci e allungarlo perché hai messo dentro diversi elementi interessanti - forse troppi, è questo il problema in poco spazio - e ora che puoi metterci mano hai l'opportunità di ampliarlo a piacimento.
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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