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Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 16 gennaio 2024, 2:13
da antico
BENVENUTI ALLA DANIELE PICCIUTI EDITION, LA QUINTA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 179° ALL TIME!Questo è il gruppo NERO ELFICO della DANIELE PICCIUTI EDITION con DANIELE PICCIUTI come guest star. Gli autori del gruppo NERO ELFICO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo CURSED SAILS.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo TERRALUNA. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DANIELE PICCIUTI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo NERO ELFICO:Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte , ore 00.58, 3979 caratteri
Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia, ore 00.59, 3986 caratteri
Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio, ore 00.34, 3995 caratteri
Tesori d’oriente, di Debora Donadel, ore 00.59, 3958 caratteri
Jamila, di Corrado Gioannini, ore 00.10, 3930 caratteri
Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi, ore 23.10, 3997 caratteri
La notte trema, di Cristina Emme, ore 22.54, 2011 caratteri
Higanbana, di Blaubar, ore 23.54, 1836 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo CURSED SAILS Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo CURSED SAILS e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo CURSED SAILS.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA DANIELE PICCIUTI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 17 gennaio 2024, 16:10
da alexandra.fischer
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:
Le lacrime di un Dio di Emiliano Maramonte
Tema centrato. Molto efficace la forma diaristica. Interessante l’idea delle lacrime che fanno scomparire l’umanità. Le descrizioni sono orientaleggianti, penso ai colori del cielo e alla membrana che lo ricopre. Bene anche la presenza dei social dove c’è allarmismo e tutti parlano di catastrofe. C’è anche una donna con una bambina, e si vede lo spaccato di quotidiano. E una crisi coniugale che si ricompone.
Da che fuggire? Di Maurizio Chierchia. Tema centrato. L’ambientazione è giapponese. E c’è anche un riferimento alla credenza del Kappa, il mostro delle acque. Il personaggio del nonno ha un suo fascino, pur essendo alcolizzato consiglia il piccolo nipote per il meglio, ma lui lo uccide per finire poi nelle grinfie del Kappa. Storia gradevole.
Attenzione:
Sì, sì, come ti pare
saké
Cina e Ticino di Bruce Lagogrigio. Tema centrato. Un uomo con l’azienda in crisi per colpa dei cinesi si consola come può con l’amore della moglie Mara e cerca di salvare il salvabile tramite il socio Ivan, dapprima creduto svizzero. Si rivelerà bulgaro. E gli darà un falso aiuto: fatture truccate e un enorme prestito. Il finale è raggelante. Il protagonista è stato raggirato da Ivan e Mara e dovrà vedersela con la Finanza svizzera. Simpatico il riferimento alla canzone di Valeria Rossi.
Attenzione:
fa freddo, amore
in genere bastiamo noi per scaldarci, cucciolo
Che cazzo succede, Ivan?
Tesori d’oriente di Debora Donadei Tema centrato. Bellissimo il tappeto che descrivi, malgrado contenga kalashnikov. Suggestivo il rapporto fra Lidia e il negoziante Cyrus, prodigo di storie. L’ultima, bruttissima, riguarda quella con il nipote, implicato in un traffico d’armi. E questo stesso nipote ucciderà Lidia e Cyrus. Finale giustamente da brividi.
Attenzione al nome del nipote:
Raid o Rais?
Jamila di Corrado Gioannini Tema centrato. Il racconto è dal punto di vista della piccola Jamila, la quale si ritrova coinvolta nella guerra fra Israele e la Palestina. Dapprima può ancora giocare con la coperta ricavata da un abito tradizionale della nonna. La descrizione della coperta ha un che di magico. La situazione precipita quando la casa di Jamila è bombardata e lei perde una gamba ritrovandosi orfana. C’è ancora speranza in lei, commuove il fatto che sogni di diventare chirurgo, ma il finale è impietoso. L’ospedale nel quale si trova è bombardato e lei muore.
Dei tatuati che scendono il villaggio e fanno il culo di Gerry Ponsacchi Tema centrato. Gli Dei del titolo sono bande di motociclisti che scendono al villaggio per fare razzia, stuprare. Il protagonista è ormai abituato a questi arrivi, preferibilmente invernali. Ed è indignato della passività del villaggio al punto da volersi far ammettere nella banda degli Dei Tatuati, gli orientali. La sua richiesta viene accolta.
La notte trema di Cristina Emme Tema centrato. In questo racconto scritto in forma epistolare c’è tutto l’orrore della guerra. Dalle immagini serene del padre che gioca con il figlio si passa alla scomparsa di Zarifa e della madre del protagonista. Le bombe sono ovunque e uccidono. Il protagonista chiede al padre se l’umanità si salverà dall’orrore della guerra.
Higanbana di Blaubar Tema centrato. Storia di ambientazione nipponica. Parla di un fiore che compare all’inizio della narrazione e riappare per tutto il tempo, l’higanbana. Dapprima è il fiore che coltivano due coniugi, ma con la malattia della moglie, i semi diventano un dolce. Poi c’è il nuovo matrimonio del protagonista con la figlia del padrone e a questo punto la si vede china sul corpo del padre, dove c’è il fiore e poi una tomba. Poi c’è la notte in cui il protagonista trova il fiore al posto della moglie. La prima moglie torna come vampiro sul finale. Notevole il personaggio del malvagio padrone di casa.
La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:
Le lacrime di un Dio di Emiliano Maramonte 1
Jamila di Corrado Gioannini 2
Higanbana di Blaubar 3
Dei tatuati che scendono il villaggio e fanno il culo di Gerry Ponsacchi 4
Da che fuggire? Di Maurizio Chierchia 5
Cina e Ticino di Bruce Lagogrigio 6
Tesori d’oriente di Debora Donadei 7
La notte trema di Cristina Emme 8
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 21 gennaio 2024, 2:18
da MatteoMantoani
Cari amici, grazie a tutti per i vostri bei racconti. Il tema non era dei più semplici e ho voluto premiare chi l'ha declinato nel modo più delirante e originale tra tutti. Il mio consiglio per alcuni è di usare meglio tutti i caratteri a disposizione per articolare una vicenda in modo chiaro ed esaustivo. In generale, l'ho trovato un buon girone. A tutti di nuovo grazie e alla prossima!
1) Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo
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Un racconto originale e dalla vicenda folle che si ispira a I Sette Samurai, Grosso Guaio a Chinatown passando per Dragon Ball, scritto con uno stile da monologo teatrale ma con un taglio decisamente divertente. Forse il racconto di presterebbe bene per essere espanso in un romanzo weird. Un plauso alla fantasia dell'autore.
2) Jamila
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Raccogliere l'ispirazione dagli eventi di attualità è certamente un escamotage che può funzionare (l'ho fatto anche io), e questo racconto si ispira a eventi veri relativi alla guerra in corso in Medio Oriente per creare una forte empatia nel lettore, che si strugge nel vedere questi innocenti spezzati dalla follia della guerra. Raccontato bene e commovente, questo racconto merita il mio podio.
3) Le lacrime di un dio
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Emiliano ci regala una splendida e interessante visione apocalittica, con un originale pioggia divina che annulla le persone e dà loro una nuova vita in una dimensione parallela. Molto bene il coinvolgimento emotivo creato attraverso i rapporti famigliari dei personaggi, le cui vicende sono verosimili poiché anche ispirate al periodo del COVID.
4)Cina e Ticino
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L'effetto nostalgia per i primi anni 2000 permea tutto il racconto, e mi ha fatto sorridere al ricordo di quelle stupide canzonette commerciali da schiaffi che hanno segnato l'inizio di un'era di lordume musicale. La vicenda in sé non mi ha lasciato molto, probabilmente per il finale un po' così oppure perché non sono riuscito a provare pena per il protagonista.
5) La notte trema
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Un monologo struggente sugli eventi attuali della guerra in Medio Oriente, che però tuttavia sono depotenziati dal fatto che non sappiamo nulla del personaggio che esprime questi pensieri e non abbiamo una vicenda a cui appoggiarci per creare vera empatia. In questa forma rimane un affresco certamente coinvolgente dal punto di vista emotivo visto il collegamento all'attualità, ma manca la storia.
6)Da che fuggire?
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Al di là della vicenda che non brilla per originalità, i dialoghi e le reazioni emotive del protagonista non mi paiono del tutto verosimili, con la conseguenza di farmi uscire dal racconto. Anche l'ambientazione orientale non è funzionale alla vicenda e di conseguenza vedo il tema non perfettamente centrato. L'autore è un noto protagonista di MC che per me sa fare molto di più.
7) Higanbana
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Questo racconto ha dalla sua un'ambientazione ben resa e un'atmosfera onirica che coinvolge e interessa, sarà causa l'eccessiva brevità ma la vicenda ha dei punti confusi che il lettore non riesce a inquadrare bene, con l'effetto di perdere interesse e arrivare alla fine con troppi punti di domanda irrisolti. Buono lo stile, anche se a tratti migliorabile per essere reso più immediato.
8) Tesori d’oriente
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Questo racconto parte in modo interessante ma si perde un po' troppo in un finale inverosimile ed evidentemente costruito dall' autore per far finire male il protagonista. Il rapporto di amicizia tra questi due personaggi è curioso, e poteva portare a una conclusione un po' diversa. Lo stile è diverso da quello che apprezzo di più, ma cionondimeno è scorrevole e chiaro.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 22 gennaio 2024, 18:43
da antico
Oltre a quella de IL GLADIATORE, dovete ancora ricevere altre cinque classifiche.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 22 gennaio 2024, 20:42
da Gaia Peruzzo
Ciao a tutti! Ecco la mia classifica. Mi dispiace di non aver aspettato che rispondeste tutti quanti ai commenti, e di non aver ancora instaurato un dialogo con tutti, ma sono convinta delle posizioni.
1) Dei tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
2) Jamila, di Corrado Gioannini
3) Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte
4) Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
5) Tesori d'oriente, di Debora Donadel
6) Da che fuggire, di Maurizio Chierchia
7) La notte trema, di Cristina Emme
8) Higanbana, di Blaubar
E qui di seguito i commenti:
Con una piccola premessa, mi è dispiaciuto un sacco mettere ultimi i due nuovi arrivati, però una classifica bisogna pur farla. Ma, ecco, spero che possa essere qualcosa che vi sproni a dare il meglio e a mettervi in gioco!
Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte.
Ciao Emiliano. Ci sono dei punti davvero intensi, dove sono riuscita a immaginare anche il timbro di voce del punto di vista. Tipo questo qui: "Ogni volta è difficile farle capire perché questo non è possibile, ci sto molto male ma è così che deve andare". Era proprio come se sentissi la sua voce nella mia testa! Quindi grandioso! Per me hai scelto un linguaggio corretto che rende tutto molto coinvolgente.
Il racconto mi è piaciuto tanto, anche se il finale l'ho trovato un pochino destabilizzante. Più che altro perché il resto del testo è molto focalizzato su azioni e immagini quotidiane, quindi guidi molto l'immaginazione, mentre nel finale il lettore è costretto a colmare ciò che sta succedendo. Mi sono trovata smarrita, come i personaggi, anche se sollevata dal fatto che fossero ancora tutti vivi, ma forse è quella la sensazione che volevi dare. Però rimane comunque un racconto molto buono.
In bocca al lupo per la gara!
Da che fuggire di Maurizio Chierchia
Ciao Maurizio. Ho avuto un pochino di difficoltà con l'immaginazione della disposizione della stanza, all'inizio, in cui si trovano nonno e nipote. Avrei aggiunto qualche dettaglio lì. Il nonno è seduto al tavolo con il ragazzino? O su una poltrona/cuscino un po' più distante? Il tavolo è in mezzo a loro?
Cambierei questa frase "nel muoversi infuriato, sbatte il bastone da passeggio contro la bottiglia che vola [...]". In un "nel tentare di prendermi, colpisce con il bastone da passeggio la bottiglia che vola, ecc ecc" perché mi da più l'idea di tirare la bastonata addosso al ragazzino.
Poi mi chiedo come ha fatto il nonno, se ha un bastone, quindi immagino abbia problemi a camminare, a raggiungerlo e menarlo? Perché il ragazzino, che in teoria è più veloce, non è fuggito e si è chiuso in camera per davvero? Lo so, sto diventando fastidiosamente puntigliosa. Ma lì ci sarebbe stato bene un passaggio con il ragazzino bloccato per la paura, o qualcosa del genere, in modo tale che il fatto di venir bastonato dal nonno avesse più senso.
Avrei evitato anche "cascata scarlatta" essendo il punto di vista di un ragazzino, e in un momento del genere mi sembra strano che si facciano pensieri così poetici.
Ho avuto più paura del nonno comunque, e forse la parte finale meritava un po' più di spazio.
In ogni caso, secondo me, come idea non è malvagia. Può solo essere resa meglio! In bocca al lupo per la gara!
Cina e Ticino di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce. Allora ho qualche dubbio su "Ivan mi ha fatto impallidire oggi", e "Le sue parole riecheggiano [...]", più che altro perché essendo il testo in prima persona mi sembrano un po' artefatte come linguaggio nella testa del personaggio. Le modificherei con qualcosa di più semplice, tipo: "Ivan mi ha fatto paura oggi" e "Le sue parole mi passano ancora per la mente". Qualcosa del genere.
Anche la moglie sembra un pochino robotica, forse perché dice troppo spesso "cucciolo". Non avevo capito che stesse nascondendo qualcosa anche se effettivamente, rileggendolo una seconda volta, poteva avere un comportamento leggermente strano. O forse mi sto facendo troppi pensieri ahah.
Non mi aspettavo il tradimento finale, quindi mi ha sorpreso, è stato tutto un ribaltamento della situazione. E direi che l'idea che ti è venuta è buona.
Poi beh, a me piaceva un sacco quella canzone, ma è anche vero che ero piccola quando è uscita ahah.
In bocca al lupo per la gara!
Tesori d'oriente di Debora Donadel
Ciao Debora. Devo dire che il testo fa molto "fiaba". Della serie: non entrare mai in un negozio di tappeti che altrimenti potrebbe finire male.
Un aspetto che forse avrei ampliato un po' è l'ambientazione trevigiana, perché alla fine è un dettaglio che si è perso nel vuoto.
Poi la parte in cui Cyrus tenta di venderle il tappeto grazie alle storie, per me, è risultata un po' forzata. Nel senso che avrei seminato prima un po' di dettagli sul personaggio di Lidia in merito. Anche perché di lei sappiamo solo che odia i tappeti per via dei suoi animali domestici, quindi avrei fatto più presa sul fattore delle storie e della sfida. Lo avrei proprio mostrato come passaggio con una qualche curiosità che poteva far interessare anche noi lettori al negozio di Cyrus. Però so che i caratteri a volte sono tiranni.
Comunque l'idea di fondo l'ho trovata molto carina, e non mi aspettavo proprio per niente che finisse in questo modo.
In bocca al lupo per la gara!
Jamila di Corrado Gioannini
Ciao Corrado. Come gli altri tuoi racconti che ho letto anche questo è molto vivido. Hai utilizzato bene il dettaglio della coperta che apre e chiude il racconto, e hai dosato bene le informazioni. Secondo me hai fatto bene anche a scegliere un narratore esterno.
Sento la mancanza dei dialoghi, però il testo è comunque scorrevole e non ti fa dire "oh mio dio un muro di testo nooo!". Ha il suo forte impatto, e direi anche altro, tipo che mi ha fatto stare male (però non so se sia molto carino da dire). Comunque per me hai fatto un ottimo lavoro.
In bocca al lupo per la gara!
Dei tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo di Gerry Ponsacchi
Ciao Gerry. Non è un tipo di narrazione che leggo spesso, ma credo che sia quello che si differenzia di più a livello di stile, tra i racconti che ho letto. Mi ha fatto sentire come una bambina a cui il protagonista sta raccontando una storia attorno al fuoco. E trovo che ci sia qualcosa di originale nella realizzazione del tema, perché non mi sarei mai aspettata di leggere qualcosa di simile.
C'è solo una piccola cosa che volevo chiederti e riguarda la frase finale. Ma è più una curiosità. Quando il protagonista dice: "prima di prendermi tra di voi.", quindi noi lettori che abbiamo "ascoltato" il suo racconto, facciamo parte dei Terrori D'Oriente?
In bocca al lupo per la gara!
La notte trema di Cristina Emme
Ciao Cristina. Benvenuta su MC. Allora il racconto è molto toccante ma rimane comunque più una lettera che una storia, sento anche io la mancanza di una sorta di trama. Rimangono anche molti interrogativi. Dov'è suo padre? Che ne è stato di questo ragazzino? Si sarà salvato? Chi è questo protagonista?
Secondo me, il racconto poteva acquistare una sua immagine più solida, forse appunto facendo scrivere al bambino davvero una lettera, cioè lasciando più o meno questo testo, ma intercalandolo con azioni compiute dal protagonista nel momento in cui appunto posa una penna sul foglio e sente le bombe, le grida intorno a lui, e altro, e noi come lettori vediamo cosa sta provando. Insomma dandogli più un contesto da racconto. Sarebbe stato ancora più toccante se alla fine ci mostravi cosa ne è stato di questa lettera o di lui.
L'idea fa la sua breccia nel cuoricino, è appunto la forma che non convince moltissimo. Ti consiglio la prossima volta di sfruttare i caratteri in più che hai per rendere ancora il tutto più dinamico e visivo, perché si sente che sei abile nel gestire le emozioni e nel concentrarti sui dettagli giusti.
In bocca al lupo per la gara!
Higanbana di Blaubar
Ciao Blaubar e benvenuto su MC. Allora il testo è poetico, e le immagini che dipingi con le tue parole lo sono altrettanto, ma molti passaggi non mi sono stati subito chiari e ho dovuto rileggere. Avrei usato gli altri caratteri a disposizione per delineare meglio la storia, i cambiamenti di scena e l'ingresso dei vari personaggi. Il ritmo del testo è molto veloce, ma è difficile incastrare subito i pezzi, come se si stesse facendo un puzzle senza conoscere la figura di partenza.
Poi mi sono rimasti dei dubbi.
Tipo quando la figlia del padrone piange suo padre e lo trova morto, mi sono chiesta: perché non se ne preoccupa? Insomma dovrebbe avere paura, dato che lo ha trovato coperto di sangue. Ma non l'ho percepita, c'è solo il suo dolore. Ma mi sono chiesta perché non scappasse via dalla casa e rimanesse lì dato il pericolo.
Da un lato è come se già tutti si aspettassero di morire, come se i personaggi sapessero già a cosa andavano incontro.
Ho capito che il protagonista sapeva della trasformazione della moglie, se non sbaglio. È stato come se lo avesse pianificato appositamente per vendicarsi del padrone, dato che ormai lei stava morendo. O almeno questo è quello che ho percepito io. Però allora ne avrei voluto sapere di più, che ingredienti ci sono nel pasto? Solo i bulbi dorati? Questa parte era particolarmente interessante! Dato che poi denotava la trasformazione della moglie. Perché non lo ha mangiato anche lui questo pasto? Poteva mangiarlo anche lui? Ha sacrificato l'integrità della moglie, ma c'era un'altra strada che poteva compiere? O questa era l'unica via? Sapeva davvero quello che stava facendo?
L'idea è buona, ma anche secondo me andava dettagliata meglio.
In bocca al lupo per la gara!
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 23 gennaio 2024, 12:26
da Shanghai Kid
Grazie davvero a tutti per le belle letture e gli utilissimi spunti di riflessione. Penso che il pregio più grande di Minuti Contati sia quello di scambiarci suggestioni e riflessioni.
A rileggerci presto e in bocca al lupo a tutti voi!
1) Dei tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
2) Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte
3) Jamila, di Corrado Gioannini
4) Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
5) Higanbana, di Blaubar
6) Da che fuggire, di Maurizio Chierchia
7) Tesori d'oriente, di Debora Donadel
8) La notte trema, di Cristina Emme
Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
leggerti è sempre un piacere.
Noto e apprezzo che tu abbia mantenuto la quota poetica dell’ultima volta che ti ho commentato. Meno pervasiva, ma di certo presente in questo tuo scritto. Anche io ho declinato “oriente” con “alba”, ma in una chiave totalmente diversa. La tua è davvero creativa e originale. Inoltre, appena iniziata la lettura avevo trovato singolare che non iniziassi dal giorno 1, e quindi mi ha piacevolmente colpita trovarlo alla fine in questa sorta di struttura circolare. Lo stile è fluido e gradevole. Una prova molto buona.
Da che fuggire? di Maurizio Chierchia
Ciao Maurizio,
piacere di averti letto.
Ti è scappato qualche refusino, come questi accenti: “Senza sapere ne come ne quando”, ma insomma, nulla di grave. Il testo si fa leggere e non è male, ma mi trovo abbastanza d’accordo con quanto ti ha già ben spiegato Matteo. Il personaggio del nonno è carino e anche il riferimento ai mostri mitologici, ma il protagonista secondo me è poco credibile ed è difficile empatizzare con lui. Avrei preferito sentire la sua paura sia nella collisione con il nonno che nell’incontro con il mostro, penso che questo avrebbe giovato parecchio al tuo pezzo che, invece, così, resta una lettura piacevole ma nulla di più. Peccato, è una cosa che sai fare.
Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo di Gerry Ponsacchi
Ciao Gerry,
piacere di averti letto.
Cosa dirti? Che stile. Che fluidità. Ammiro davvero molto la fluidità con cui le tue parole delineano mondi. La perizia con cui scrivi è davvero notevole e lo fai sembrare naturale: uno ti legge e non trova forzature, ma un mondo intero in cui ci catapulti in un modo veramente un po’ magico. Mi piaceva già solo il titolo, ma il racconto merita davvero. Originale e bello. Ottima prova. Non ho altro da dirti.
Cina e Ticino di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
piacere di averti letto.
Mi accodo a chi ha trovato la declinazione del tema originale e divertente, lo è anche per me. Ti ho trovato un po’ diverso nello stile rispetto ai tuoi scritti precedenti, sbaglio? L’ho trovato convincente, anche se alcune scelte mi sono parse un po’ forzate, ad es. “mi prende la mano e la porta fra esse” che mi suona proprio un po’ male. C’è qualche refuso, qualche virgola che manca nei dialoghi, prima del nome, ma sono sciocchezze. La conclusione è carina, simpatica davvero la chiusa con il modo di dire, mi ha strappato un sorriso, tuttavia l’ho trovato un po’ scollato dalla prima parte, specialmente per il rapporto con la moglie: nulla mi faceva presagire che sarebbe andata così e quindi avrei gestito differentemente almeno una delle mie parti.
Tesori d’Oriente di Debora
Ciao Debora,
piacere di averti letta.
Allora, la storia è originale, la declinazione che hai dato del tema non mi è per niente dispiaciuta, anzi. Anche la soluzione che hai inserito nel finale è molto interessante, come lo è questa specie di mille e una notte. Però, c’è un però. Lo stile mi ha convinto meno. Mi sono sentita poco coinvolta e ho empatizzato poco con i personaggi. Avrei fatto scelte differenti, forse con una prima persona e il punto di vista di Lidia… Non so, così su due piedi mi verrebbe da proporti questa soluzione.
Jamila di gioco
Ciao Corrado,
piacere di averti letto!
Come ti hanno già detto altri, anche io avevo pensato a questa declinazione del tema ma semplicemente non me la sono sentita per una questione emotiva. Tu l’hai affrontato bene e con delicatezza. Come ti ha già fatto notare Mario, però i salti temporali sono un po’ troppi:, io avrei condensato il tutto in un’unica scena e, nel caso specifico del tuo racconto, avrei scelto la prima. Infatti trovo che la parte migliore del tuo testo sia proprio l’inizio.
Comunque una buona prova.
La notte trema di Cristina_emme
Ciao Cristina,
piacere di averti letto.
Come ho scritto a gioco, anche io avevo pensato a questa come prima declinazione del tema, ma poi, per una questione emotiva, non me la sono sentita di affrontarla. Mi hai trascinato in quel vortice di sofferenza, ma “non in modo ottimale” a livello di stile. Forse è una questione soggettiva, ma avrei preferito una struttura diversa, non il formato “lettera”. Alcune frasi, poi, seppur condivisibili e le uniche sensate se si parla di situazioni simili, rischiano di sembrare un po’ “posticce”, affettate, confezionate. Non dico che sia così, ma a me ha fatto questo effetto leggerle.
Hingabana di Blaubar
Ciao Blaubar e benvenuto.
Piacere di averti letto.
Ti consiglio anche io, come chi mi ha preceduto nei commenti, di usare quasi tutti i caratteri.
Detto questo, mi è piaciuta la tua idea e mi è anche piaciuto abbastanza il tuo stile. Ho molto apprezzato il parallelismo uomo-natura della prima parte. Secondo me potevi procedere su quella linea. Una prova un po’ monca, ma con una buonissima base. Non male come prima prova.
Ad maiora.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 24 gennaio 2024, 15:28
da antico
Oltre a quella de IL GLADIATORE, dovete ancora ricevere altre tre classifiche.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 24 gennaio 2024, 16:04
da Mario Mazzafoglie
1) DEI TATUATI CHE SCENDONO AL VILALGGIO E FANNO IL CULO - GERRY PONSACCHI
2) LE LACRIME DI UN DIO - EMILIANO MARAMONTE
3) JAMILA - GIOCO4) CINA E TICINO - BRUCE LAGOGRIGIO
5) DA CHE FUGGIRE? - MAURIZIO CHIERCHIA
6) TESORI D'ORIENTE - DEBORA DONADEL
7) LA NOTTE TREMA - CRISTINA EMME
8) HIGANBANA - BLAUBAR
LE LACRIME DI UN DIO - EMILIANO MARAMONTE
► Mostra testo
Ciao Emiliano, un piacere leggerti.
Il tuo racconto scorre bene, con la giusta tensione dall'inizio alla fine, creando nel lettore quella vogli di capire
innanzitutto cosa sia successo, e poi ovviamente come si conclude il tutto.
Il tuo stile è pulito e chiaro, nei tuoi alti standard, senza costringerci a ulteriori riletture.
L'appunto che mi permetto di fare è dal punto di vista della scelta diaristica del racconto, mi spiego: non discuto la scelta, anzi, ma
dal momento che pensi al diario non mi aspetto scene vissute nel presente, ma automaticamente sarei più a mio agio con qualcosa di raccontato a posteriori.
Questo a mio avviso era un problema risolvibile a monte, in quanto a mio avviso tutto quello che succede dal "giorno 2" fino al "giorno 14"
sarebbe potuto essere racchiuso tutto tranquillamente in un'unica scena "qui e ora" (e non ho dubbi che con la tua abilità saresti riuscito a racchiudere
tutte le informazioni necessarie).
Poi con uno stacco netto di iparagrafi saresti potuto andare giù con il finale.
In questo modo secondo me avresti avuto una costruzione più elegante e meno spezzettata.
Ovviamente tutto a mio modesto parere.
Alla prossima, buona edition.
DA CHE FUGGIRE? - MAURIZIO CHIERCHIA
► Mostra testo
Ciao Maurizio, un piacere leggerti.
Parto col dire che per me il tema è centrato, perchè comunque costruisi il racconto attorno alla pericolosità del Kappa, figura mitologica
giapponese, e a mio avviso questo basta e avanza.
Purtroppo però mi trovo d'accordo con qualche commento che mi ha preceduto: il carattere sprezzante del ragazzino non ci aiuta a empatizzare
con lui, e questo poteva essere risolto con qualche pensiero in più nella parte iniziale, magari mostrando meglio una sua sofferenza causata
dall'oppressività del nonno. In fin dei conti, il nonno parla per il suo bene, e questo ci fa quasi tifare per lui piuttosto che per il ragazzino.
E in ultimo, sempre come ti diceva già qualcuno, anche la "non paura" dinanzi al mostro non aiuta in questo senso.
Detto questo, si potrebbe vedere il tutto anche sotto un'altra ottica, in quanto un personaggio sprezzante di tutto, che non vuole cambiare, che
non vuole ascoltare, alla fine poi è giusto che faccia quella fine.
Per quanto riguarda lo stile, tolto qualche refuso, stiamo parlando come al solito di un'ottima prova da parte tua.
Alla prossima, buona edition.
CINA E TICINO - BRUCE LAGOGRIGIO
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Ciao Bruce, un piacere leggerti.
Allora, per me il tema è centrato, con una declinazione non banale e divertente.
Lo sviluppo del racconto è buono, con tutte le informazioni distribuite nel testo nel modo giusto e armonico. Non c'è bisogno di ulteriori riletture, in quanto la storia inizia, si sviluppa e finisce con linearità.
L'appunto che mi permetto di fare è sulla costruzione dell'empatia del protagonista, mi spiago: un tizio che rientra a casa e dice "quella scema ancora non ha preparato nulla" a mio avviso ce lo rende immediatamente antipatico. Poi dopo nemmeno mezza riga si lamenta della canzone (non che non ne avesse ragione, eh). Nelle prime righe quindi abbiamo un personaggio che offende la moglie e che si lamenta solo. Non è il massimo.
A mio avviso questo poteva essere evitato sviluppando la parte iniziale al "contrario", ossia facendoci prima vedere come fosse un uomo sotto pressione per via dei problemi dell'azienda, e poi facendolo tornare a casa. Questo ci avrebbe fatto pensare: ok, il tizio è nervoso, però è comprensibile vista la situzaione in cui si trova.
Questo il mio pensiero.
Alla prossima, buona edition.
TESORI D'ORIENTE - DEBORA DONADEL
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Ciao Debora, un piacere leggerti.
Allora, allora... Il racconto è interessante, con un risvolto particolare e originale.
Questo venditore di tappeti che si trova dinanzi a un bivio esistenziale su denunciare o meno suo nipote che è un terrorista. E' un personaggio che si trova a fare una scelta e ai lettori piace leggere di persone che si trovano in queste situazioni perchè scatta nella testa quel "e adesso cosa fara?".
Adesso il punto qual è? E' che fondamentalmente il protagonista non è lui ma questa Lidia, che se ci andiamo a ragionare non porta nulla di concreto al racconto. Ci parli di una donna che odia i tappeti perchè aveva dei gatti, ma se al contrario fosse stata un'amante dei tappeti, ai fini del racconto, non sarebbe cambiato nulla.
Quello che voglio dire è che la storia è bella e mi piace, ma a mio avviso avresti ottenuto un risultato decisamente migliore affrontando tutto da un altro punto di vista. Io avrei voluto essere Cyrus, e non Lidia. Avrei voluto essere un venditore di tappeti in crisi decisionale, e non una casalinga che va a perdete tempo a un negozio di tappeti.
Questo il mio pensiero.
Alla prossima, buona edition.
JAMILA - GIOCO
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Ciao Corrado, un piacere leggerti.
Sicuramente il tuo racconto dal punto di vista emozionale va a toccare dei tasti a cui nessuno può rimanere insensibile, a maggior ragione in un contesto d'attualità come quello di cui hai scritto.
Dal punto di vista della struttura, però, a mio avviso, ci sono un po' troppi salti temporali per essere un racconto di soli 4000 caratteri. Quando lo spazio è poco io preferisco che si condensi tutto in un'unica, massimo due, scene. Gusto mio personale, eh.
Stilisticamente poco da dire, il testo è sviluppato molto bene.
Il tema è ovviamente centrato.
Alla prossima, buona edition.
DEI TATUATI CHE SCENDONO AL VILALGGIO E FANNO IL CULO - GERRY PONSACCHI
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Ciao Gerry, un piacere leggerti.
Che dire, complimenti per la fantasia!
Allora, il racconto è ottimo, anche se ti dirò... forse senza il lato "fantasy" (superpoteri premendo sui tatuaggi) mi sarebbe piaciuto ancora di più.
Quello che hai costruito bastava e avanzava per risultare geniale e per sviluppare un grande racconto.
Detto questo, nessun problema, visto che io stravedo per le menti che riescono a partorire roba del genere, quindi la tua posizione sarà sicuramente alta nella mia classifica.
Alla prossima, buona edition.
LA NOTTE TREMA - CRISTINA EMME
► Mostra testo
Ciao Cristina, un piacere leggerti.
Altro racconto che va a toccare corde emotive a cui è difficile rimere indifferenti.
Sono combattuto, perchè da una parte io ritengo che la lettura, qualunque essa sia (poesia, prosa, trafiletto pubblicitario) se riesce ad emozionare ha fatto il suo dovere, dall'altra credo che essendo questa una "gara" di racconti, forse in un racconto io cerco altro.
Un piccolo consiglio stilistico, che va al di là del contenuto: troppi stacchi di paragrafi non vanno mai bene. Anche se può sembrare una fesseria, si spezzetta troppo la lettura.
Alla prossima, buona edition.
HIGANBANA - BLAUBAR
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Ciao Blaubar, un piacere leggerti.
Vedo che sei alla prima apparizione su questo forum quindi questo mi fa automaticamente fare due cose: la prima, ovviamente, è darti il benvenuto/a. La seconda, è quella di non essere duro nel commento.
Per la prossima volta ti consiglio di utilizzare tutti i caratteri a disposizione, non tanto per "riempire" e farci contenti, ma proprio per spiegare meglio la storia che ci vuoi narrare. Usare tutti i caratteri avrebbe permesso al lettore di non avere domande a fine racconto, ma avere chiara ogni cosa accaduta. Questo è uno dei migliori pregi per uno "scrittore".
Mi riservo di rileggerti alla prossima edition.
Ciao e in bocca al lupo.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 24 gennaio 2024, 16:31
da Giovanni P
1-Higanbana, di Blaubar
2- Tesori d’oriente, di Debora Donadel
3-Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte
4-Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia
5-Jamila, di Corrado Gioannini
7- Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
6- La notte trema, di Cristina Emme
8-Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte
Ciao, la tua storia mia ha tenuto incollato al cellulare dalla prima all’ultima parola. Il racconto potrebbe essere sviluppato per creare qualcosa di molto più ampio, invidio chi come te con pochi caratteri riesce a scrivere qualcosa di interessante, ma sopratutto autoconclusivo e contestualizzato. Ottima l'idea di impostare il tutto come un diario, sei riuscito a condensare gli eventi più importanti con pochi caratteri a disposizione. Hai avuto un ottima idea, ma secondo me il tema non è centrato, almeno non del tutto.
Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia
Ciao, una bella storia con un brutto finale, speravo tanto per il bambino che i Kappa fossero buoni, ma picche.
Comunque sia il tuo racconto mi piaciuto molto, sei riuscito a costruire un atmosfera mostrando solo quello che vale la pena mostrare, senza cadere nella trappola dello scrivere immersivo a tutti i costi, cosa che ultimamente mi sta stuccando e non poco. Il tema è centrato, più orrore di questo...
Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
la tua mi ha riportato indietro nel tempo, quando effettivamente "dammi tre parole" la sentivamo di continuo ( anche troppo). Hai trasmesso bene i sentimenti del protagonista e il finale mi è piaciuto molto, mi fa piacere che il protagonista venga fermato e preso.
Lo stile è veloce, asciutto e essenziale, come dovrebbe essere ogni racconto breve che abbia un inizio e uno svolgimento. C'è qualche piccolo refuso che ti hanno già segnalato.
Il tema è centrato.
Tesori d’oriente, di Debora Donadel
Buongiorno
Il tuo racconto per ora è quello che mi è piaciuto di più, la storia mi ha preso e il finale mi è piaciuto molto. Anche se non hai descritto Cyrus l'ho immaginato e questo secondo me vuol dire saper scrivere.
Ci sono diverse parti di "raccontato" come quella dei gatti che però non mi sono dispiaciute, lo stile del racconto è questo, o piace o non piace.
Di tante storie che sarebbe bello ampliare questa è una delle poche su MC che potrebbe tranquillamente rimanere così.
Jamila, di Corrado Gioannini
Buongiorno,
hai proposto un racconto tosto che ruota attorno alla piccola protagonista e quello che le succede intorno. Ogni dettaglio che mostrato era nitido e non lo hai forzato, questo secondo me è un ottimo risultato in una gara a tempo. Il tuo stile si basa sul raccontare più che mostrare, e a me non dispiace. Il tema neanche a dirlo è più che centrato, orrori dal mediorente che non finiranno mai.
Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
Buonasera Gerry,
racconto stilisticamente non brillante, ma come tanti film che mi ha fatto ricordare (grosso guaio a china town, i guerrieri della notte, interceptor ecc ecc ecc) mi ha divertito tantissimo.
Semplice ed evocativo.
Il tema è centrato, sarebbe una buona base dalla quale partire per una storia breve o addirittura un romanzo breve.
La notte trema, di Cristina Emme
Buongiorno Cristina
hai presentato un racconto forte, dove l'orrore della guerra visto dagli ultimi e aggiungerei dagli innocenti è nitido e forte, raccontato senza inutili giri o vittimismi che renderebbero la storia melensa.
Il tema è centrato, non sei l'unica di questo gruppo ad aver toccato questo argomento purtroppo di strettissima attualità. La lettura interrotta dagli stacchi ha un effetto drammatico che a me non dispiace, anche se rende più faticosa la lettura.
Higanbana, di Blaubar
Ciao
appena ho letto le prime due righe mi sono cadute le braccia, ho pensato al solito horror pieno di luoghi comuni visti, rivisti e scopiazzati male. Poi andando avanti ho capito che il pregiudizio è sempre stupido.
Il tuo racconto mi ha stupito, pur con tutti i difetti che ti hanno già segnalato. Lo stile e la storia sono ottimi, complimenti davvero.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 25 gennaio 2024, 19:01
da antico
Oltre a quella de IL GLADIATORE, dovete ancora ricevere una classifica.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 25 gennaio 2024, 20:25
da PuntiDiDomanda
Stavolta arrivo tardissimo! Niente premesse, si va dritti con la classifica.
1)
Dei tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
2)
Le Lacrime di un Dio, di Emiliano Maramonte
3)
La notte trema, di Cristina Emme
4) Jamila, di Corrado Gioannini
5) Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
6) Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia
7) Tesori d'Oriente, di Debora Donadel
8) Higanbana, di Blaubar
- COMMENTI -
1) Dei tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
Primo per l'originalità del narratore (prima persona rivolta a una seconda plurale) e la godibilità di lettura.
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L'accuratezza stilistica lascia il tempo che trova, se il racconto è scorrevole e godibile e trasmette quanto deve. Il punto dei principi è quello, non creare una perfezione teorica (che poi, esiste? Ho letto diversi romanzi spacciati per stilisticamente perfetti che in realtà si perdono in descrizioni minuziose di eventi completamente inutili, quindi tali non sono), ma un risultato funzionale alla lettura che dia piacere. E secondo me questo racconto in questo intento riesce.
Lo scopo dello scritto mi sembra semplicemente creare un'esperienza di lettura scorrevole e particolare, senza tanti fronzoli, e lo fa a partire da un'idea originale, almeno nella commistione di elementi. Forse c'è un po' troppa roba, l'elemento fantasy non era necessario, d'altra parte è parte integrante delle palesi ispirazioni del racconto, quindi ci può anche stare.
Invece la storia in sé di originalità ha poco, sa abbastanza di già visto, e questo invece fa pendere la bilancia verso il negativo.
Il mio grande dubbio su di te come scrittore (esatto, non sul racconto) è quanto a lungo può funzionare questo tipo di originalità? Gli elementi comuni con Lepridottera sono diversi ed evidenti, e per me questo tipo di stile, soprattutto in certi elementi, ha nel fattore "prima volta" uno dei suoi maggiori punti di forza, forse proprio il maggiore, e forse alla lunga stanca. Non a caso con me già l'effetto wtf è arrivato molto, molto, molto mitigato e ti ho riconosciuto subito.
Beh, d'altra parte potresti dirmi che se ti ho riconosciuto subito hai un'impronta autoriale, che in effetti è un pro.
2) Le Lacrime di un Dio, di Emiliano Maramonte
Secondo posto per la capacità di far convivere una sensazione di quotidianità e un contesto terribile in modo non forzato.
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sei stato molto bravo a rendere le scene di quotidianità all'interno del cataclisma. Si è percepita tantissimo la sensazione di serenità dentro il dramma, quasi come se la presenza stessa del suddetto portasse a rivalutare le piccole cose piacevoli della vita. E credo che di fatto fosse questa la tua intenzione col racconto, quindi oh, portata a termine con funzionalità e disinvoltura.
E penso che su questo da "collega scrittore" ci sia porsi domande e imparare, come il mese scorso c'era da imparare sul modo in cui hai creato l'angoscia iniziale, in quel maledetto bosco.
Ciò che mi manca, oltre all'attinenza al tema, su cui nonostante la spiegazione ho molti dubbi, è della contestualizzazione.
Per carità, non è necessario che un fenomeno sia spiegato, può benissimo esserci qualcosa di sovrannaturale che non viene compreso per tutta la durata dell'opera, non è questo il punto, ad esempio Cecità di Saramago lo fa e funziona (di quel romanzo non funzionano tantissime altre cose, ma è un altro discorso), però nel momento in cui tu stesso mi dai l'idea che degli elementi noti e/o su cui ipotizzare i personaggi ce li abbiano, secondo me a noi che leggiamo manca qualcosa. Perché il ventesimo giorno scendono in strada, se non sanno qual è l'effetto della pioggia e, anzi, possono presumere sia mortale? Hanno scoperto qualcosa? Si sono rassegnati all'inevitabile? Cosa significa che "c'è una lacrima per ognuno di noi"? Che ogni umano ha una lacrima del suo determinato colore che lo raggiunge e lo smaterializza? Come fa Marco ad arrivare da solo sotto quel fenomeno? D'accordo, abbiamo visto che in realtà non è sempre presente, visto che anche Dany sta sul terrazzo e lo vede partire, però allora ha una cadenza? Inizia in momenti casuali? C'è un modo per attraversarlo senza esserne colpiti?
Ho tanti interrogativi di questo tipo, che non mi fanno percepire come naturale lo svolgersi degli eventi. Mi vengono in mente mille modi che l'umanità avrebbe potuto trovare per far fronte al fenomeno, senza soccombere o anche rischiare di farlo. In fondo le lacrime non entrano negli edifici.
In tal senso mi accodo anche all'idea di un finale poco convincente e un pochino buonista. Capisco che l'aura di misticismo e fiaba (in un certo senso) che avvolge l'intera vicenda debba essere mantenuta fino in fondo, per coerenza di tono, però a quel punto sarebbe stato meglio lasciare il punto di domanda. Chiaramente avrebbe smorzato la struttura "a spirale" (da un inizio verso un nuovo inizio), ma così c'è un finale sospeso che fa porre ulteriori quesiti sia sul proseguo sia sul messaggio dell'opera.
3) La notte trema, di Cristina Emme
Terzo posto perché nonostante gli evidenti difetti stilistici riesce a toccare delle corde emotive.
► Mostra testo
In generale la lettura non è problematica e per quanto il contenuto non sia particolarmente originale fa il suo dovere, tocca delle corde.
Entrando nel merito, credo che per quanto comoda l'idea della lettera in questo caso abbia un suo senso, però alcune cose sporcano la scelta stilistica, come il "Bam bam. Un bambino che piange", che non si confà molto al formato.
Forse anche in questo racconto c'è un problema di "via di mezzo", nel senso che dà una sensazione di lettera, ma in realtà non è tale, e ciò a mio avviso lo depotenzia un po'. Anche la mancanza di alcune virgole e un "le tolgano dignità" al posto di "tolgano loro dignità" pesano di più a causa della scelta.
Tieni anche conto che ormai il racconto epistolare tende a non funzionare più particolarmente, per i lettori, perché è una cornice narrativa che sa un po' di "vecchio". Poi oh, per come la vedo io meglio un epistolare coinvolgente e ben strutturato che una narrazione in tempo reale noiosa e/o brutta.
Mi piace molto l'idea che ti ha suggerito Gaia, nei commenti, intervallare parti di lettera a vicende nel presente, sarebbe stato molto figo.
4) Jamila, di Corrado Gioannini
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Nella mia lettura ha striduto (mamma mia, suona malissimo "striduto") molto la contrapposizione tra la drammaticità della situazione e l'asetticità del narratore, quasi come fosse un telegiornale che racconta un fatto di cronaca. In generale per quanto mi riguarda è molto raro ritenere efficaci opere "fotografiche", nel senso che immortalano una situazione per quella che è, senza un taglio specifico, senza aggiungere qualcosa di personale, e purtroppo questo caso non fa eccezione.
Penso che una voce più intima e meno "raccontata" sarebbe stata più adatta, nel caso specifico, se fossi stato Jamila avrei vissuto molto di più la situazione.
Tra l'altro, sempre focalizzandomi sul narratore, trovo anche un po' di indecisione nella scelta, uno strano ibrido tra focalizzazione interna, esterna e onnisciente. In particolare, per fare l'esempio più lampante, nel primo paragrafo i vari capoversi si dividono in quattro narratori focalizzati diversi (in realtà nel terzo dei quattro non si capisce in chi è focalizzato, forse nel piccolo, ma non credo che il piccolo si riferirebbe a se stesso in quel modo, però non è nemmeno una scrittura da onnisciente), con il problema dell'head-jumping.
Apprezzabile, invece, il cercare sempre di utilizzare dettagli vividi e concreti e coinvolgere i cinque sensi. Non è quel raccontato che riassume e restituisce una poltiglia della situazione, da questo punto di vista è un buon raccontato.
5) Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
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Il riferimento alla hit che si ripete in continuazione e ti fa venir voglia di spaccare la radio mi ha molto divertito, funziona bene e contestualizza alla grande il racconto a livello storico.
Sono d'accordo con chi dice che il plot twist non è seminato e, anzi, tutto fa pensare che il protagonista e la moglie non abbiano problemi se non nella testa del POV, e anche sul rischio di creare un protagonista antipatico, per cui non empatizzeresti (peraltro ho fatto lo stesso errore in questa edition, avendo dovuto cancellare il momento save the cat per questione di caratteri).
Aggiungo agli spunti di miglioramento il dialogo non proprio verosimile in chiusura del primo paragrafo: pare molto più una situazione da linea telefonica hot che non da conversazione reale.
6) Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia
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Parto col dire che il personaggio del nonno fa molta paura, soprattutto visto con la prospettiva di un bambino, quindi in tal senso buon lavoro. Anche il fatto che il POV sia fin da subito piuttosto sprezzante e normalmente non ti verrebbe voglia di tifare per lui è molto ben bilanciato dal contesto familiare terribile, quindi a mio avviso non rovina di per sé l'empatia.
Il problema della prima parte sta nell'escalation del conflitto troppo repentina: è un commento che ti avevo già fatto nello scorso racconto (peraltro la strutturazione è molto simile, tranne per il fatto che il kappa è seminato, a differenza dei lupi dell'altra volta), ma di nuovo vedo in pochi secondi una scena che passa dall'essere un diverbio "normale" tra nonno e nipote a una situazione tarantiniana.
Per carità, l'idea di mostrare come il nonno incolpi l'altro di suoi problemi è anche sensata e carina, però che per un suo errore che ha una conseguenza abbastanza banale arrivi davvero a massacrare il nipote mi sembra troppo. Idem quest'ultimo che lo ammazza a sangue freddo, senza porsi in alcun momento il problema di averlo fatto.
L'elemento che in generale mi lascia più perplesso, però, è la mancanza di un focus preciso e distinguibile, sia dal punto di vista narrativo sia tematico. In primis, per quanto il kappa sia introdotto dall'inizio, le due situazioni sono comunque totalmente slegate, sembra di avere due racconti diversi uniti insieme, quando concentrarsi su una delle due parti (per forza di cose quella del kappa, visto il tema, anche se il conflitto col nonno è più interessante. Magari potevi far sì che il nonno fosse il Kappa, però sul come bisogna ragionarci) avrebbe reso tutto più coeso; secondariamente, ed è forse il punto più importante, non è chiaro perché il bambino venga punito.
Mi spiego meglio: nella situazione il bambino uccide il nonno per autodifesa, perché l'altro lo aggredisce ed è evidentemente una persona instabile e pericolosa, probabilmente dovrebbe stare in un centro di recupero, se non in carcere, quindi il bambino è una vittima che ha subito un abuso e chissà quanti altri. Il problema è che la punizione finale nei suoi confronti ti porta a pensare che in realtà non sia così, quindi legittima in qualche modo il comportamento del nonno.
È vero che non dici esplicitamente questa cosa, e le due situazioni sono separate, nella vita reale penserei che il kappa è uno stronzo che usa come scusa la questione della puzza di sangue perché è sadico, però qui siamo in una narrazione, in cui tutto è causale, di conseguenza è chiaro che il lettore penserà: il kappa punisce il bambino perché si è comportato male col nonno. Quindi che doveva fare, lasciarsi massacrare perché la violenza è sbagliata?
Il nonno era uno stronzo violento, come fa a non darmi fastidio il messaggio che passa?
Ho la forte sensazione che l'idea iniziale fosse più complessa e i limiti di tempo e caratteri l'abbiano minata molto.
7) Tesori d'Oriente, di Debora Donadel
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Penso che questo racconto abbia due punti di forza: il primo è la descrizione del tappeto, che ho visualizzato piuttosto bene, il secondo l'originalità del rapporto tra i due protagonisti, che sono uniti da un legame peculiare, sebbene non sia poi esplorato.
Però si nota tanto l'acerbità nella scrittura. È vero che lo stile è molto "classico", come ti hanno fatto già notare, ma per me il punto non è tanto quello, quanto che non ha sufficiente personalità, sembra il modo in cui scriverebbe una persona che si sta approcciando alla prosa. E questo vale sia per il tipo di narrazione (narratore onnisciente, molto raccontata e asettica), sia per i dialoghi legnosi. Si vede che siamo all'interno di un testo scritto che vuole portarci da qualche parte, e non in una conversazione tra persone in carne e ossa, e in alcuni passaggi le battute servono appositamente per spiegarci delle cose riguardo la trama.
A questo si collega anche ciò che non torna nella storia:
1) davvero uno che nasconde un problema così grande si confiderebbe con la prima persona che capita a tiro? È molto strano, va bene che ormai si conoscono e hanno un rapporto, però da nessuna parte sembra che siano in confidenza, quindi non sembra molto credibile che uno dei due possa dire all'altro qualcosa di tanto importante e compromettente, anche se fosse in una situazione disperata. E in questo caso non lo è (o noi non lo vediamo), perché Cyrus non ci sembra affatto in una crisi interiore profonda.
In tal senso è vero che probabilmente l'essere nel punto di vista di lui, o comunque sbirciare nella sua psiche in maniera diversa (cosa fattibile anche con l'onnisciente), avrebbe potuto modificare di molto e in positivo la percezione della seconda parte;
2) casualmente il nipote si presenta al momento giusto (o meglio, sbagliato), un po' troppo comodo, cosa che insieme alla troppa velocità e all'ultimo pensiero poco verosimile di Lidia penalizza anche il finale.
Insomma, ci sono degli elementi che fanno ben sperare, però c'è anche abbastanza da sgrezzare per tirare fuori il pieno potenziale.
8) Higanbana, di Blaubar
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Concordo coi consigli che ti hanno dato i miei predecessori.
Il racconto è abbastanza confuso, lascia troppi irrisolti e non si capiscono bene le motivazioni dei personaggi in gioco. Probabilmente nel caso specifico servivano caratteri in più per delineare la vicenda (non sono d'accordo che si debba necessariamente usare tutti i caratteri, per quanto siano pochi se uno ha una buona idea in relazione al tema ma necessita di poco spazio fa bene ad adeguarsi alla sua necessità).
Tendenzialmente non amo questo tipo di scrittura, un po' troppo "ovattata", o evocativa, come hanno detto altri, preferisco uno stile incisivo che va dritto al punto, però nel caso specifico la trovo giusta per il tipo di racconto. Non so se è un tuo stile personale che per caso hai applicato anche qui, oppure ti sei adattato al mood, però richiama molto un certo tipo di letteratura classica giapponese (non ho letto molto, ma quel qualcosina ha assonanze col tuo racconto, poi magari è un caso), ed è un riferimento gradito, visto il tema.
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 26 gennaio 2024, 12:18
da antico
Dovete solo più ricevere la classifica de IL GLADIATORE
Re: Gruppo NERO ELFICO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 31 gennaio 2024, 20:45
da IL GLADIATORE
Ecco commenti e classifica:
1 - Le lacrime di un dio, di Emiliano Maramonte
2 - Dei Tatuati che scendono al villaggio e fanno il culo, di Gerry Ponsacchi
3 - Jamila, di Corrado Gioannini
4 - La notte trema, di Cristina Emme
5 - Da che fuggire?, di Maurizio Chierchia
6 - Cina e Ticino, di Bruce Lagogrigio
7 - Higanbana, di Blaubar
8 - Tesori d’oriente, di Debora Donadel
1 - LE LACRIME DI UN DIO
Ciao Emiliano! Il tuo racconto è davvero ben scritto e sono d'accordo con Elisa quando sottoline le note poetiche e l'atmosfera che hai saputo creare. Raccontare la fantascienza in modo poetico e pennellare le descrizioni come fossero quadri è una qualità che stai confermando e migliorando. Trovo originale le lacrime colorate che cadono e fanno sparire gli umani, davvero una bella trovata creativa. Lo stile è il tuo e porta il racconto a braccetto esattamente dove tu pensavi di farlo andare. La mia valutazione è un pollice su con pacca sulla spalla.
2 - DEI TATUATI CHE SCENDONO AL VILLAGGIO E FANNO IL CULO
Un racconto con uno stile fluido e brillante che non fa mai inciampare nella lettura. Geniale e decisamente da esperto l'apparecchiatura del worldbuilding e meritevole di plauso la tua abilità a gestire bene la narrazione senza cadere mai nel prolisso o nell'eccesso. Direi che la chicca finale del villico che si rivolge a noi Terrori è degna di nota e porta la valutazione a un pollice su.
Complimenti
3 - JAMILA
Ciao Corrado!
Il racconto soffre un po' per l'eccesso di salti temporali, come ti hanno già fatto neotare, ma è davvero ben scritto e riesce a coinvolgere il lettore emotivamente senza risultare una storia strappalacrime vista e rivista e questo grazie alle abilità narrative che dimostri di avere. Sono d'accordo con Mattia e credo che avresti potuto anche buttarti in una narrzione più empatica per "ammazzare" il lettore e farlo sentire parte delle emozioni che descrivevi. Mi rendo conto però che queste sono le scelte personali che l'autore in quel momento fa e in quanto tali totalmente rispettabili. Per questo mi sento di darti una valutazione decisamente positiva e di paizzarti nell'ultimo gradino del podio con un pollice tendente al poitivo bello solido e brillante.
4 - LA NOTTE TREMA
Ciao Cristina, il racconto si presenta nella forma epistolare e questo presenta molti rischi ma che tu hai saputo dribblare abbastanza bene. Un racconto che riesce ad arrivare al cuore del lettore senza essere melenso, superficiale o banale. Ci sono alcuni passaggi che denotano un'abilità a gestire la carica emotiva della storia che io, nei tuoi panni, approfondirei e cercherei di lavorarci per migliorarla ulteriormente.
Sono d'accordo sull'orrore di quelle interlinee ma questo non va per niente a macchiare la mia valutazione che è di un pollice tendente al positivo in modo brillante e pure un poco solido.
5 - DA CHE FUGGIRE?
Ciao Maurizio, quoto il commento di Matteo e di Elisa perché anche io ho trovato una certa difficoltà a emaptizzare con i personaggi e a farmi coinvolgere da loro. Per quanto riguarda lo stile, direi che il racconto scorre abbastanza bene e si fa leggere senza particolari e grossi problemi anche se con qualche inciampo di troppo che di solito non fanno parte della tua scrittura.
Devo dire però che la figura del nonno è ben riuscita ed è abbastanza inquietante per cui la mia valutazione, nonostante le criticità della storia, è di un pollice su in modo brillante ma non solido
6 - CINA E TICINO
Ciao Bruce, trovo il tema del tuo racconto declinato in modo spassoso e originale ma credo che stavolta il tuo stile e la fluifdità della scrittura non sia all'altezza degli ultimi lavori. Ci sono delle espressioni, come quella che ti ha fatto notare Elisa, che sono un po' forzate e rallentano di brutto la lettura. Io però devo applaudire il tuo coraggio: creare un protagonista con cui difficilmente si riesce a empatizzare è un atto coraggioso che, pur essendo spesso un rischio, nel tuo caso ti aiuta a equilibrare una storia che rischiava di sfuggirti di mano e per questo la mia valutazione è un pollice tendente al positivo in modo solido ma non del tutto brillante.
7 - HIGANBANA
Ciao Blaubar, davvero peccato per questo racconto che ha un potenziale enorme, soprattutto per le trovate geniale e per l'atmosfera poetica che hai saputo dare con uno stile davvero interessante, per cui ti faccio i complimenti, permettendomi di di consigliarti studio e assidua partecipazione ai contest perché, da quel che ci hai fatto assaggiare, potresti davvero tirar fuori dei gioiellini, usando le parole del Mantoani nazionale :). Avresti potuto sfruttare tutto il materiale che ti esplodeva dentro e soprattutto i caratteri a disposizione per buttarlo fuori. La mia valutazione è di un pollice solido ma non brillante.
8 - TESORI D'ORIENTE
Ciao Debora, trovo che il tuo racconto abbia alcuni problemi strutturali - tu stessa hai detto che rileggendolo avresti potuto strutturarlo diversamente e dargli una partenza diversa - ma non sono d'accordo con chi ti suggerisce di cambiare lo stile. Sono della stessa opinione di Matteo quando ti sottolinea una troppa invadenza del narratore onnisciente ma trovo il tuo stile personale e meritevole di essere sì migliorato ma non cambiato. Migliorato significa lavorare di più sull'immersione e sul punto di vista e asciugare un po' alcune espressioni ma direi che renderlo diverso non è proprio necessario.
La valutazione è un pollice tendente al positivo