PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 19 febbraio con un tema di Diego Lama e cinquemila caratteri a disposizione!
Sira66
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PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#1 » lunedì 19 febbraio 2024, 21:59

Rudolf aprì gli occhi risvegliato dal suono di urla e latrati. Un odore disgustoso lo assalì prima ancora della vista di tutte quelle persone che lo circondavano in piedi. Si tirò su a sedere e si guardò le gambe e le braccia.
«Dove sono? Dov’è la mia divisa? Chi ha osato levarmela!» tuonò.
Lo stupore gli congelò l’espressione del volto all’istante. In che lingua aveva parlato?
«Dove mi avete portato? Vi faccio fucilare tutti!» esclamò ancora in un idioma ignoto.
Nessuno pareva curarsi di lui. Solo un anziano gli toccò la spalla e gli fece cenno di alzarsi. «Non avere paura, ci stanno solo spostando, andrà tutto bene».
«Paura io? Vecchio tu non sai quello che stai rischiando!»
Una guardia iniziò ad urlare di uscire e mettersi in fila; con uno sfollagente li batteva sulla schiena e sulla testa per spronarli.
Rudolf vide che fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani. Riconoscendo le divise italiane alzò il braccio agitandolo per farsi notare e intanto chiamava:
«Camerata! Ehi camerata, qui! Sono il comandante Rudolf Höss, esigo sapere dove mi trovo».
«Ma che vuole quello?» chiese uno dei soldati al compagno.
«Che ne so, non si capisce niente. Tra un po’ vedi che smette», rispose ridacchiando.
Ma Rudolf non si dava pace.
«Soldati questo è un grave atto di insubordinazione! Mettetevi sull’attenti, perdio!»
Il colpo che lo stordì alla testa non lo vide nemmeno arrivare. Si accasciò sulle gambe e fu solo grazie all’uomo anziano e ad un altro con una lunga barba che non venne calpestato dai prigionieri in movimento.
Intanto la massa umana si spostava fuori dai corridoi all’aperto, passando tra file di militari armati e cani rabbiosi.
Il vecchio lo aiutò a salire sul camion telato. A decine si stiparono in piedi reggendosi spalla contro spalla.
«Di dove sei ragazzo?» chiese l’anziano.
«Ma quale ragazzo, sono un Tenente Colonnello delle SS, primo comandante di Auschwitz! Non so chi mi abbia rubato la divisa, ma quando lo scoprirò non avrà il tempo di pentirsene».
«Parli strano, ghe capì nagott… sei un bolscevico?»
Il camion si avviò. A Rudolf girava la testa, in parte per il colpo ricevuto, ma soprattutto per l’incapacità di comprendere cosa stesse accadendo. Fino a qualche ora prima era nel suo letto, immerso in un profondo sonno.
Si disse che, non appena il camion si fosse fermato, avrebbe cercato qualcuno in grado di capirlo e si sarebbe fatto accompagnare al quartier generale di… non sapeva neppure in che città si trovasse.
Nuove grida e latrati accompagnarono la discesa dal camion che si era fermato.
Altri mezzi vomitavano giovani e vecchi e più distante donne e bambini piangenti camminavano spinti dai militari, mentre con lo sguardo cercavano di scovare tra gli uomini volti amati di mariti, figli o padri.
Rudolf si mise sulle punte dei piedi per cercare un suo pari in grado o una divisa del Reich, ma si accorse che la fila umana scompariva dentro quella che sembrava essere una stazione ferroviaria.
Di colpo si bloccò raggelato. Guardò intorno a sé, questa volta osservando i dettagli di quanto vedeva. La banale verità che si mostrava ai suoi occhi fu come uno schiaffo in pieno volto.
Era notte fonda e i camion sbarcavano il loro carico umano sul lato destro dell’edificio. La fila umana era sospinta e incalzata con bastoni, canne dei fucili e cani ringhiosi a procedere verso l’interno, dove su un binario morto i vagoni vuoti attendevano di essere riempiti.
Rudolf era l’unico a non portare con sé una borsa, una valigia, anche solo una sacca; l’unico cui la paura non aveva seccato la gola o imbrattato i calzoni. Almeno fino a quel momento.
Annaspando cercò di farsi largo tra la folla, urlando e sbracciandosi per richiamare l’attenzione di un ufficiale tedesco che confabulava con altri militari italiani, ma fu l’anziano ancora una volta a correre in suo soccorso, tappandogli la bocca lo costrinse a salire sul vagone.
«Sta’ fermo, che stai facendo! Vuoi che ci ammazzino tutti?»
Il vagone era senza finestre. Per terra solo del pagliericcio e un secchio in un angolo.
Un bimbo piangeva aggrappato al padre che cercava di tranquillizzarlo, “Vedrai che tra poco arriva anche la mamma”, diceva. L’odore della paura misto a sudore soffocava l’aria e i lamenti erano l’unico suono in grado di sovrastare il latrare dei cani.
Rudolf si buttò in ginocchio, con le mani appoggiate sul capo e si vide per ciò che era, un insulso omuncolo piagnucolante.
Fece in tempo a scorgere fuori il cumulo di borse e valigie accatastato per terra, poi gli sportelli vennero chiusi e piombati e i vagoni del binario 21 iniziarono la loro ascesa verso l’esterno della galleria, invisibili, nell’indifferenza della città addormentata.



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antico
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#2 » lunedì 19 febbraio 2024, 22:03

Ciao Simona! Seconda a postare! Caratteri ok, buona DIEGO LAMA EDITION!

alexandra.fischer
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#3 » giovedì 22 febbraio 2024, 15:21

Tema centrato. Da brividi la vicenda di Rudolf, tenente colonnello delle SS, primo comandante di Auschwitz, privato della divisa e obbligato così a condividere il destino dei prigionieri del lager. La ricostruzione storica è credibile e il finale raggela il Lettore. Rudolf, senza la sua divisa, è costretto a salire su un treno e si vede per l’uomo spaventato che è.

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#4 » giovedì 22 febbraio 2024, 18:40

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Da brividi la vicenda di Rudolf, tenente colonnello delle SS, primo comandante di Auschwitz, privato della divisa e obbligato così a condividere il destino dei prigionieri del lager. La ricostruzione storica è credibile e il finale raggela il Lettore. Rudolf, senza la sua divisa, è costretto a salire su un treno e si vede per l’uomo spaventato che è.

Grazie Alexandra. Buona sfida!

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GiulianoCannoletta
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#5 » venerdì 23 febbraio 2024, 8:22

Ciao Simona! Piacere di averti letto.
Nel tuo racconto proponi il ribaltamento per eccellenza, il comandante del campo di concentramento che si ritrova a partire con un treno di deportati. Non spieghi come possa essere avvenuto, e secondo me è una scelta giusta nell'economia del racconto, lo viviamo come una specie di contrappasso.
Non sono convinto del tutto riguardo agli aspetti linguistici: "In che lingua aveva parlato?" "esclamò ancora in un idioma ignoto."
Mi sarebbe forse tornato di più se, più che chiedersi in che lingua stava parlando lui, avesse smesso di capire la lingua dei suoi (ex) soldati.
Per il resto il racconto scorre bene, un buon equilibrio tra lo spaesamento del protagonista e la rassegnazione che coincide con l'inizio del viaggio verso il campo.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#6 » venerdì 23 febbraio 2024, 11:10

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Simona! Piacere di averti letto.
Nel tuo racconto proponi il ribaltamento per eccellenza, il comandante del campo di concentramento che si ritrova a partire con un treno di deportati. Non spieghi come possa essere avvenuto, e secondo me è una scelta giusta nell'economia del racconto, lo viviamo come una specie di contrappasso.
Non sono convinto del tutto riguardo agli aspetti linguistici: "In che lingua aveva parlato?" "esclamò ancora in un idioma ignoto."
Mi sarebbe forse tornato di più se, più che chiedersi in che lingua stava parlando lui, avesse smesso di capire la lingua dei suoi (ex) soldati.
Per il resto il racconto scorre bene, un buon equilibrio tra lo spaesamento del protagonista e la rassegnazione che coincide con l'inizio del viaggio verso il campo.
A rileggerci presto!
Giuliano

Grazie Giuliano, volevo infliggere anche la pena di capire tutti ma non farsi capire da nessuno.

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Fagiolo17
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#7 » venerdì 23 febbraio 2024, 15:09

Ciao Simona e piacere di averti letta.
L’idea del tuo racconto mi piace, la trasposizione di questo nazista nel corpo di un deportato funziona per lo straniamento del suo non capire esattamente cosa sta succedendo.
Ci sono alcuni passaggi un pochino legnosi, nulla di grave, ma rallentano un po’ la lettura.
Ti faccio un paio esempio e sia chiaro che parlo sempre per gusto personale e non per chissà che regola di scrittura o altro.
“Si disse che, non appena il camion si fosse fermato, avrebbe cercato qualcuno in grado di capirlo ecc ecc”
Perché inizi la frase con quel SI DISSE CHE? Non risulterebbe meglio togliendola del tutto? Sarebbe comunque chiaro che si tratta di un suo pensiero.
“Rudolf vide che fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani.”
Se qui invece avessi messo direttamente: Fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani, sarebbe stato chiarissimo che era ciò che vedeva Rudolf, senza bisogno di dirlo e spostare l’attenzione su quello che lui fa.
Togliendo il “vide” o il “si disse che” la lettura risulta molto più fluida, ci sentiamo nella testa del punto di vista invece che immaginarcelo esternamente.
A conti fatti è comunque un racconto che funziona e che si segue volentieri fino alla sua conclusione.
In bocca al lupo per l’edizione.

Gaia Peruzzo
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#8 » venerdì 23 febbraio 2024, 21:26

Ciao Simona. Il testo è scritto bene, c'è qualche ripetizione che ogni tanto rallenta la lettura, tipo il continuo precisare della presenza dei cani. Per quanto riguarda me, gli avrei dato un titolo diverso, perché mi è rimasta la curiosità di sapere cosa sia davvero successo a Rudolf. Come ha fatto a diciamo trasformarsi da nazista a deportato? Ho capito che stava dormendo ed è come se si fosse risvegliato in un altro corpo. Ma appunto mi manca il nesso di come ha fatto. Cos'è questa porta spazio temporale sull'abisso? Secondo me era il dettaglio che potevi afferrare per dare alla vicenda un taglio più originale. Perché si percepisce che è una sua punizione, ma sarebbe stato divertente capire al come ci è arrivato e in che modo.
Forse con qualche carattere in più ci si sarebbe potuto creare un nesso più solido. O forse un titolo più azzeccato poteva essere un brutto risveglio, o qualcosa legato al risveglio, e non mi avrebbe lasciato la curiosità di voler capire, perché purtroppo a me è rimasta.
In bocca al lupo per la gara!

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#9 » lunedì 26 febbraio 2024, 16:12

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Simona e piacere di averti letta.
L’idea del tuo racconto mi piace, la trasposizione di questo nazista nel corpo di un deportato funziona per lo straniamento del suo non capire esattamente cosa sta succedendo.
Ci sono alcuni passaggi un pochino legnosi, nulla di grave, ma rallentano un po’ la lettura.
Ti faccio un paio esempio e sia chiaro che parlo sempre per gusto personale e non per chissà che regola di scrittura o altro.
“Si disse che, non appena il camion si fosse fermato, avrebbe cercato qualcuno in grado di capirlo ecc ecc”
Perché inizi la frase con quel SI DISSE CHE? Non risulterebbe meglio togliendola del tutto? Sarebbe comunque chiaro che si tratta di un suo pensiero.
“Rudolf vide che fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani.”
Se qui invece avessi messo direttamente: Fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani, sarebbe stato chiarissimo che era ciò che vedeva Rudolf, senza bisogno di dirlo e spostare l’attenzione su quello che lui fa.
Togliendo il “vide” o il “si disse che” la lettura risulta molto più fluida, ci sentiamo nella testa del punto di vista invece che immaginarcelo esternamente.
A conti fatti è comunque un racconto che funziona e che si segue volentieri fino alla sua conclusione.
In bocca al lupo per l’edizione.

Grazie Per la lettura e il feedback, terrò conto dei tuoi suggerimenti!

Sira66
Messaggi: 154

Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#10 » lunedì 26 febbraio 2024, 16:15

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Simona. Il testo è scritto bene, c'è qualche ripetizione che ogni tanto rallenta la lettura, tipo il continuo precisare della presenza dei cani. Per quanto riguarda me, gli avrei dato un titolo diverso, perché mi è rimasta la curiosità di sapere cosa sia davvero successo a Rudolf. Come ha fatto a diciamo trasformarsi da nazista a deportato? Ho capito che stava dormendo ed è come se si fosse risvegliato in un altro corpo. Ma appunto mi manca il nesso di come ha fatto. Cos'è questa porta spazio temporale sull'abisso? Secondo me era il dettaglio che potevi afferrare per dare alla vicenda un taglio più originale. Perché si percepisce che è una sua punizione, ma sarebbe stato divertente capire al come ci è arrivato e in che modo.
Forse con qualche carattere in più ci si sarebbe potuto creare un nesso più solido. O forse un titolo più azzeccato poteva essere un brutto risveglio, o qualcosa legato al risveglio, e non mi avrebbe lasciato la curiosità di voler capire, perché purtroppo a me è rimasta.
In bocca al lupo per la gara!

Grazie per la lettura e il feedback. Sul titolo potrei anche essere d'accordo con te, un titolo migliore era certamente possibile; sulla spiegazione invece del perchè Rudolf sia in quelle condizioni non credo sia rilevante ai fini del racconto che vuole fotografare un momento e una condizione precisa: poi sai, con tempi e spazio maggiori, tutto sarebbe stato possibile. Viva il lupo!

Gaia Peruzzo
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#11 » lunedì 26 febbraio 2024, 20:27

Sira66 ha scritto:Grazie per la lettura e il feedback. Sul titolo potrei anche essere d'accordo con te, un titolo migliore era certamente possibile; sulla spiegazione invece del perchè Rudolf sia in quelle condizioni non credo sia rilevante ai fini del racconto che vuole fotografare un momento e una condizione precisa: poi sai, con tempi e spazio maggiori, tutto sarebbe stato possibile. Viva il lupo!


Lo so, tempo e caratteri sono i cardini della sfida. D'accordo ci sta che volessi concentrati su qualcosa di preciso. Però, per farti un esempio, la sorte ha voluto che nel girone in cui sei capitata ci sia anche un altro racconto svolto prendendo lo stesso tema, anche se sono svolti in maniera differente (Troppo freddo). Secondo me giocare su un possibile risvolto anche diciamo magico o paranormale, che poteva essere uno scambio di corpi o altro, avrebbe dato al tuo una marcia più particolare. Nel senso: non è il solito racconto sul nazista che vince o viene punito o fa il suo sporco lavoro, ma è un racconto su un nazista che per x o y motivi si ritrova nel corpo di un deportato. Dato che comunque c'è nel testo, ma solo come conseguenza e non come punto di partenza primario dello sviluppo della scena. So che posso sembrare puntigliosa o rompi scatole, ma questo è il mio pensiero. Magari alla fine lo penserò solo io ahah (magari lo penso perché sto pensando troppo al "Bambino col pigiama a righe", anche se lì lo scambio succede per errore), però ecco dato che bisogna comunque dare un parere spero che un pochino possa esserti utile.

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Manuel Marinari
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#12 » lunedì 26 febbraio 2024, 22:42

Ciao Simona. L'idea è molto interessante e il racconto si legge bene fino alla fine. Peccato per la scelta, che comunque va sempre rispettata a mio avviso, di non far sapere al lettore del motivo per cui si sveglia nel corpo di un deportato. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio alla fine, magari attraverso un flashback, scoprire qualcosa. Un elemento fantastico o paranormale avrebbe dato quel più a un buon racconto. O mentre si chiudevano le porte del vagone 21, il rumore del ferro gli avrebbe fatto tornare la memoria o altro. Ovvio che è il mio parere personale e come esperienza di lettore del tuo racconto. Anche io sono d'accordo con Giuliano sull'aspetto linguistico rispetto alla conoscenza delle lingua dei soldati. Ma è un piccolo dettaglio. Un buon racconto scritto bene.
Buona edition a presto!

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#13 » martedì 27 febbraio 2024, 14:31

Gaia Peruzzo ha scritto:
Sira66 ha scritto:Grazie per la lettura e il feedback. Sul titolo potrei anche essere d'accordo con te, un titolo migliore era certamente possibile; sulla spiegazione invece del perchè Rudolf sia in quelle condizioni non credo sia rilevante ai fini del racconto che vuole fotografare un momento e una condizione precisa: poi sai, con tempi e spazio maggiori, tutto sarebbe stato possibile. Viva il lupo!


Lo so, tempo e caratteri sono i cardini della sfida. D'accordo ci sta che volessi concentrati su qualcosa di preciso. Però, per farti un esempio, la sorte ha voluto che nel girone in cui sei capitata ci sia anche un altro racconto svolto prendendo lo stesso tema, anche se sono svolti in maniera differente (Troppo freddo). Secondo me giocare su un possibile risvolto anche diciamo magico o paranormale, che poteva essere uno scambio di corpi o altro, avrebbe dato al tuo una marcia più particolare. Nel senso: non è il solito racconto sul nazista che vince o viene punito o fa il suo sporco lavoro, ma è un racconto su un nazista che per x o y motivi si ritrova nel corpo di un deportato. Dato che comunque c'è nel testo, ma solo come conseguenza e non come punto di partenza primario dello sviluppo della scena. So che posso sembrare puntigliosa o rompi scatole, ma questo è il mio pensiero. Magari alla fine lo penserò solo io ahah (magari lo penso perché sto pensando troppo al "Bambino col pigiama a righe", anche se lì lo scambio succede per errore), però ecco dato che bisogna comunque dare un parere spero che un pochino possa esserti utile.

Certo! Ogni commento ragionato è utile nonché ben accetto.

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Luca Moggia
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#14 » martedì 27 febbraio 2024, 21:39

Ciao Simona,

il racconto affronta il tema in modo originale, non per l’idea dei campi di concentramento
che anzi in questa edizione è un po’ scontata, quanto per la strana vicenda di Rudolf.
Mi è piaciuto il fatto che il protagonista si risvegli in una situazione completamente assurda (per lui)
senza capire come ciò sia successo.
Dal racconto non emergono spiegazioni ma a mio parere qualsiasi presupposto va bene per una storia a patto poi
che il seguito sia coerente.
Un punto che mi sfugge e potrebbe trattarsi tanto di un’incoerenza quanto di un mio difetto di comprensione,
è la questione della lingua.
Rudolf non riconosce l’idioma con cui parla (“esclamò ancora in un idioma ignoto”), quindi non parla né tedesco, né austriaco direi. Non parla nemmeno italiano perché i soldati italiani non lo capiscono “«Che ne so, non si capisce niente. Tra un po’ vedi che smette», rispose ridacchiando. (il soldato)”.
Però Rudolf capisce l’italiano poiché risponde al vecchio che lo chiama “ragazzo” ma, lo stesso vecchio, non capisce nulla o quasi di quello che Rudolf dice...
Aiuto! :-)

Oltre a questo anche il contesto della storia è un po’ confuso. La scena iniziale si svolge dentro a una cella, che però arriva solo al decimo rigo. Nelle scene successive c’è un alternarsi di immagini ricorrenti: Rudolf che passa in mezzo a delle guardie con i cani, poi viene caricato sul camion, poi di nuovo circondato da guardie e cani, fino a essere caricato sul treno.
L’ho fatta lunga ma era per dirti che forse mancano un po’ di variazioni nelle situazioni in cui si dipana la storia.

Ho notato poi che hai consegnato il racconto alle 21:59.
Tanto di cappello! Io a quell’ora è manna se ho in mente un’idea di storia…
Sono convintissimo che sfruttando tutto il tempo avresti orchestrato meglio la narrazione con ottimi risultati!

In bocca al lupo per la Diego Lama edition e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Maurizio Chierchia
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#15 » mercoledì 28 febbraio 2024, 14:31

Ciao Simona.
Premetto che il racconto mi è piaciuto parecchio per quanto riguarda lo stile e il modo in cui scrivi. Le descrizioni visive, le azioni, tutto è ben condito.
Il problema, dal mio punto di vista invece, è proprio il fatto di non sapere perchè il nazista si ritrovi nel corpo di un deportato. Per me quella era la parte chiave che avrebbe distinto questa storia dalle miliardi di storie sulla seconda guerra mondiale. Se non ci fosse stato quel dettaglio probabilmente avremmo letto l'ennesima storia di deportazione, invece tu ci mostri uno spiraglio per qualcosa di nuovo ma non ci apri completamente la porta. Qui avrei preferito sapere. Sapere perchè si trovi lì, capire se sta sognando, se è una maledizione o chissà cosa.
Peccato perchè ho letto tutto il racconto aspettando qualche rivelazione che alla fine non c'è stata e un po' mi dispiace.
Per il resto hai comunque scritto un ottimo racconto.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#16 » mercoledì 28 febbraio 2024, 17:03

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Simona. L'idea è molto interessante e il racconto si legge bene fino alla fine. Peccato per la scelta, che comunque va sempre rispettata a mio avviso, di non far sapere al lettore del motivo per cui si sveglia nel corpo di un deportato. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio alla fine, magari attraverso un flashback, scoprire qualcosa. Un elemento fantastico o paranormale avrebbe dato quel più a un buon racconto. O mentre si chiudevano le porte del vagone 21, il rumore del ferro gli avrebbe fatto tornare la memoria o altro. Ovvio che è il mio parere personale e come esperienza di lettore del tuo racconto. Anche io sono d'accordo con Giuliano sull'aspetto linguistico rispetto alla conoscenza delle lingua dei soldati. Ma è un piccolo dettaglio. Un buon racconto scritto bene.
Buona edition a presto!


Grazie Manuel per i tuoi commenti. Apprezzo le osservazioni, mi state dando un buono spunto per completare il racconto spiegando il mistero. Ci lavorerò. Buona edition anche a te

Sira66
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#17 » mercoledì 28 febbraio 2024, 17:05

Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Simona.
Premetto che il racconto mi è piaciuto parecchio per quanto riguarda lo stile e il modo in cui scrivi. Le descrizioni visive, le azioni, tutto è ben condito.
Il problema, dal mio punto di vista invece, è proprio il fatto di non sapere perchè il nazista si ritrovi nel corpo di un deportato. Per me quella era la parte chiave che avrebbe distinto questa storia dalle miliardi di storie sulla seconda guerra mondiale. Se non ci fosse stato quel dettaglio probabilmente avremmo letto l'ennesima storia di deportazione, invece tu ci mostri uno spiraglio per qualcosa di nuovo ma non ci apri completamente la porta. Qui avrei preferito sapere. Sapere perchè si trovi lì, capire se sta sognando, se è una maledizione o chissà cosa.
Peccato perchè ho letto tutto il racconto aspettando qualche rivelazione che alla fine non c'è stata e un po' mi dispiace.
Per il resto hai comunque scritto un ottimo racconto.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto.


Grazie Maurizio, sono contenta che un po' ti sia piaciuto. È un plebiscito: volente tutti sapere come mai il caro comandante si trovi in quei panni e allora dovrò per forza completare questo racconto! Grazie e buona gara anche a te.

Giulio_Marchese
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#18 » giovedì 29 febbraio 2024, 19:22

Ciao Simona,
Del tuo racconto ho molto apprezzato l'idea e penso che sia giusto non spiegare il come e il perché anche perché vediamo la vicenda dal punto di vista del protagonista che li ignora.
Per quanto riguarda l'esecuzione ritengo, come ti è stato fatto notare, che alcuni passaggi sono un po' legnosi ma niente di grave.
Quello che mi perplime maggiormente è l'ambientazione in relazione al tema. Da un lato parlare di nazismo mi sembra un po' scontato, tant'è che ci sono stati diversi racconti che hanno dato la medesima lettura, di contro però il tema non mi sembra pienamente centrato.
A rileggerci

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L'inquisitore
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Re: PORTA SPAZIO-TEMPORALE SULL'ABISSO

Messaggio#19 » lunedì 4 marzo 2024, 11:05

Ciao Simona! Il racconto parte in modo interessante, ma non si dipana, resta sulla confusione e sulla richiesta di risposte che non vengono soddisfatte. L'idea di scambiare aguzzino e torturato è buona (mi ha ricordato il torturatore di Dürrenmatt), ma, vuoi per i caratteri o perché ti sei focalizzata su cose meno interessanti, lo sviluppo non è molto d'impatto.
Dal punto di vista tecnico ci sarebbe da limare e da asciugare un po' la scrittura per renderla più efficace, questo in un racconto tanto breve è ancora più importante. Inoltre in diversi momenti non mi sei sembrata davvero concentrata sulla situazione. Per esempio dove scrivi "con uno sfollagente li batteva sulla schiena e sulla testa per spronarli" è facile immaginare un soldato che passa dietro una fila di prigionieri e colpisce uno dopo l'altro sia sulla schiena che sulla testa dicendo "dai, forza!", che non credo fosse quello che volevi suscitare.
Assegno un pollice ni questa volta.

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