Nika

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 15 aprile con un tema di Polly Russell e 4 ore di tempo per scrivere un racconto con un max di 4000 caratteri spazi inclusi!
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Taylor_Blackfyre
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Nika

Messaggio#1 » lunedì 15 aprile 2024, 22:49

Come avrei potuto non amarla?

Avevo paura mentre mi inoltravo nel bosco, è vero, ne avevamo tutti. Cosa potevano fare un bastone di legno e una fiaccola, o persino la spada che portava al fianco il mio signore, se avessimo incontrato quello che cercavamo? Dicevano fosse una creatura infernale, un demone, un’entità malvagia che godeva del dolore e della disperazione dei mortali. Dicevano che non avesse divorato quei neonati perché affamata, ma solo per il piacere di ascoltare le grida delle madri e per saziarsi del dolore racchiuso negli occhi dei padri. Dicevano che vagava di villaggio in villaggio in cerca di sangue e sesso, le uniche cose che la saziavano.
Ma non importa quello che ripetevano il parroco e il mio signore, e nemmeno le parole degli altri contadini.
Quando la vedi, nulla importa.
È bastato uno sguardo per perdermi nei suoi occhi, neri e profondi come il pozzo nella piazza del mercato, tanto lucidi che potevo specchiarmi in loro e vedere l’amore sostituire la paura sul mio stesso viso.
Come avrei potuto non amarla?

Ci siamo separati prima del bivio per l’abbazia e mi sono trovato solo tra i fruscii del sottobosco e i sospiri del vento, solo come non lo ero mai stato quando, d’improvviso, gli insetti e gli uccelli notturni si sono zittiti. Il bosco è freddo e umido, sì, ma non quanto il gelo che mi ha avvolto in quel momento, che ha drizzato i peli del mio corpo.
Avevo paura, ma poi l’ho vista.
Era seduta su un ramo e sorrideva, i denti che brillavano candidi alla luce della luna, aguzzi come quelli della gatta di mia madre. Mi ha fatto cenno di avvicinarmi e le mie gambe le hanno obbedito, portandomi a pochi passi da lei. La sua pelle… Oh, che delizia, viola come il cielo prima di un uragano, come quando il sole tramonta dopo la pioggia. Mi sono leccato le labbra, voglioso di sfiorare quelle gambe lisce e sinuose che pendevano dal ramo e di mostrarle la mia adorazione. Ne ho sentito il sapore sulla lingua, dolce e inebriante come un pasticcino al miele, pieno di promesse quanto il modo distratto in cui si carezzava i seni con il dorso delle dita.
Sono caduto sulle ginocchia, con la devozione che in chiesa avevo solo da bambino, dimentico di ogni timore e con un nuovo fuoco che mi scaldava dentro.
Come avrei potuto non amarla?

È saltata giù dal ramo e mi è venuta incontro, le ali chiuse dietro la schiena, le corna arricciate che lanciavano la loro ombra alle sue spalle. Le è bastato un gesto e la mia fronte ha toccato il suolo, l’erba bagnata e la terra umida sotto di essa. L’avevano chiamata diavolessa, ma era una dea quella che veneravo, celestiale e magnifica come il canto di un coro. Prostrarsi davanti a lei non era solo naturale, era giusto, era quello per cui ero nato. Finalmente ero completo, al mio posto, come un fiume che scorre nei suoi argini e si riversa nel mare.
Come avrei potuto non amarla?

La sua voce è risuonata senza che muovesse le labbra, nella mia mente come fosse un mio pensiero. Obbedire ai suoi comandi è stato solo ascoltare la mia stessa volontà, un mio desiderio riflesso nei suoi. Non serviva chiederle il nome o della sua origine celestiale, solo ascoltare i battiti del mio cuore e seguirne i dettami.
Mi sono rialzato e ho annuito, prima di tornare nel bosco in tutta fretta.
Ho corso senza posa per tornare da lei prima dell’alba, prima che la luce malvagia del sole potesse ferire il diafano splendore che l’avvolgeva. Tenevo per i capelli le teste del mio signore e dei miei amici per offrirgliele in dono e lei ha riso. Oh, quanta gioia mi ha dato quel suono! Non ero mai stato così felice, nemmeno quando Mary accettò di sposarmi o la piccola Nina nacque dal suo ventre.
Tutto era perfetto.

Come avrei potuto non amarla, quando il suo dito delicato ha percorso il mio corpo, lacerandolo con l’unghia? Che dolore divino! Le ho sorriso quando ha allargato i lembi della mia pelle e infilato la mano dentro di me, per strapparmi il cuore e cibarsene.
Il suo incanto era troppo potente.
Come avrei potuto non amarla?
Ultima modifica di Taylor_Blackfyre il lunedì 15 aprile 2024, 23:06, modificato 2 volte in totale.



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Re: Nika

Messaggio#2 » lunedì 15 aprile 2024, 22:54

Ciao Taylor! Parametri tutti ok, buona POLLY RUSSELL EDITION!

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Taylor_Blackfyre
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Re: Nika

Messaggio#3 » lunedì 15 aprile 2024, 23:07

antico ha scritto:Ciao Taylor! Parametri tutti ok, buona POLLY RUSSELL EDITION!

Grazie Antico! Ho fatto delle modifiche, se vuoi ricontrollare :D

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Re: Nika

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2024, 14:50

Tema centrato. Racconto con tanto di frase ritornello: come avrei potuto non amarla? L’oggetto dell’amore del protagonista è una diavolessa crudele, ma lui si annulla in quel sentimento al punto di perdere di vista anche la moglie e la figlia, oltre che a macchiarsi del sangue del suo signore e degli amici, partiti con lui per una spedizione punitiva contro la diavolessa, colpevole di rapire e uccidere i bambini del villaggio. Questo, fino al sacrificio finale, quando il protagonista le offre addirittura il suo cuore.

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Luca Moggia
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Re: Nika

Messaggio#5 » martedì 16 aprile 2024, 20:18

Taylor_Blackfyre ha scritto:Come avrei potuto non amarla?

Avevo paura mentre mi inoltravo nel bosco, è vero, ne avevamo tutti. Cosa potevano fare un bastone di legno e una fiaccola, o persino la spada che portava al fianco il mio signore, se avessimo incontrato quello che cercavamo? Dicevano fosse una creatura infernale, un demone, un’entità malvagia che godeva del dolore e della disperazione dei mortali. Dicevano che non avesse divorato quei neonati perché affamata, ma solo per il piacere di ascoltare le grida delle madri e per saziarsi del dolore racchiuso negli occhi dei padri. Dicevano che vagava di villaggio in villaggio in cerca di sangue e sesso, le uniche cose che la saziavano.
Ma non importa quello che ripetevano il parroco e il mio signore, e nemmeno le parole degli altri contadini.
Quando la vedi, nulla importa.
È bastato uno sguardo per perdermi nei suoi occhi, neri e profondi come il pozzo nella piazza del mercato, tanto lucidi che potevo specchiarmi in loro e vedere l’amore sostituire la paura sul mio stesso viso.
Come avrei potuto non amarla?

Ci siamo separati prima del bivio per l’abbazia e mi sono trovato solo tra i fruscii del sottobosco e i sospiri del vento, solo come non lo ero mai stato quando, d’improvviso, gli insetti e gli uccelli notturni si sono zittiti. Il bosco è freddo e umido, sì, ma non quanto il gelo che mi ha avvolto in quel momento, che ha drizzato i peli del mio corpo.
Avevo paura, ma poi l’ho vista.
Era seduta su un ramo e sorrideva, i denti che brillavano candidi alla luce della luna, aguzzi come quelli della gatta di mia madre. Mi ha fatto cenno di avvicinarmi e le mie gambe le hanno obbedito, portandomi a pochi passi da lei. La sua pelle… Oh, che delizia, viola come il cielo prima di un uragano, come quando il sole tramonta dopo la pioggia. Mi sono leccato le labbra, voglioso di sfiorare quelle gambe lisce e sinuose che pendevano dal ramo e di mostrarle la mia adorazione. Ne ho sentito il sapore sulla lingua, dolce e inebriante come un pasticcino al miele, pieno di promesse quanto il modo distratto in cui si carezzava i seni con il dorso delle dita.
Sono caduto sulle ginocchia, con la devozione che in chiesa avevo solo da bambino, dimentico di ogni timore e con un nuovo fuoco che mi scaldava dentro.
Come avrei potuto non amarla?

È saltata giù dal ramo e mi è venuta incontro, le ali chiuse dietro la schiena, le corna arricciate che lanciavano la loro ombra alle sue spalle. Le è bastato un gesto e la mia fronte ha toccato il suolo, l’erba bagnata e la terra umida sotto di essa. L’avevano chiamata diavolessa, ma era una dea quella che veneravo, celestiale e magnifica come il canto di un coro. Prostrarsi davanti a lei non era solo naturale, era giusto, era quello per cui ero nato. Finalmente ero completo, al mio posto, come un fiume che scorre nei suoi argini e si riversa nel mare.
Come avrei potuto non amarla?

La sua voce è risuonata senza che muovesse le labbra, nella mia mente come fosse un mio pensiero. Obbedire ai suoi comandi è stato solo ascoltare la mia stessa volontà, un mio desiderio riflesso nei suoi. Non serviva chiederle il nome o della sua origine celestiale, solo ascoltare i battiti del mio cuore e seguirne i dettami.
Mi sono rialzato e ho annuito, prima di tornare nel bosco in tutta fretta.
Ho corso senza posa per tornare da lei prima dell’alba, prima che la luce malvagia del sole potesse ferire il diafano splendore che l’avvolgeva. Tenevo per i capelli le teste del mio signore e dei miei amici per offrirgliele in dono e lei ha riso. Oh, quanta gioia mi ha dato quel suono! Non ero mai stato così felice, nemmeno quando Mary accettò di sposarmi o la piccola Nina nacque dal suo ventre.
Tutto era perfetto.

Come avrei potuto non amarla, quando il suo dito delicato ha percorso il mio corpo, lacerandolo con l’unghia? Che dolore divino! Le ho sorriso quando ha allargato i lembi della mia pelle e infilato la mano dentro di me, per strapparmi il cuore e cibarsene.
Il suo incanto era troppo potente.
Come avrei potuto non amarla?


Ciao Taylor e ben ritrovato!

Parto con il dirti che sono contento di leggere un tuo nuovo racconto anche perché, a mio parere, ci sono dei netti miglioramenti rispetto a quello della scorsa edizione.
Riguardo al tema non trovo un'aderenza letterale ma questo non è necessariamente un difetto, anzi spesso è un tocco di originalità alla storia. Nella tua è presente l'amore, oscuro e folle, di un umano verso una demone che lo trasforma in una bestia assetata del sangue dei suoi compari. Direi quindi tema centrato!

Nel complesso la trama si segue molto meglio di quella della scorsa edizione ma nonostante questo alla prima lettura sono rimasto un po' confuso non riuscendo a capire bene la scansione degli eventi (che se non vado errato sono questi: ricerca del demone, incontro del protagonista con il demone, ritorno al paese per uccidere i compagni e incontro finale).
Nella seconda lettura, tutto ok. Probabilmente avrebbero aiutato alcune frasi con cui inserire un po' di contesto per delineare meglio dove si trovasse il protagonista nei vari momenti

Nello stile ho apprezzato il fatto che le similitudini, quasi tutte, siano azzeccate rispetto all'immaginario del protagonista ("profondo come il pozzo del paese", "aguzzi come i denti del gatto di mia madre") e questo è un punto positivo.
Il lato negativo è che secondo me sono un po' troppe, ne ho contate almeno sette.
Questo poi porta a un grosso uso dei "come" che si vanno a unire a quelli della frase ricorrente ("come avrei potuto non amarla?").
Insomma penso che ridurle potrebbe essere una buona idea sia per aumentare la scorrevolezza di lettura sia per dare maggior rilievo a quelle che sceglierai di conservare.

L'ho fatta lunga, ma spero che questi spunti ti siano utili!

Un grande in bocca al lupo per l'Edizione e a rileggerci!

Luca
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Taylor_Blackfyre
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Re: Nika

Messaggio#6 » mercoledì 17 aprile 2024, 1:26

Ciao Taylor e ben ritrovato!

Parto con il dirti che sono contento di leggere un tuo nuovo racconto anche perché, a mio parere, ci sono dei netti miglioramenti rispetto a quello della scorsa edizione.
Riguardo al tema non trovo un'aderenza letterale ma questo non è necessariamente un difetto, anzi spesso è un tocco di originalità alla storia. Nella tua è presente l'amore, oscuro e folle, di un umano verso una demone che lo trasforma in una bestia assetata del sangue dei suoi compari. Direi quindi tema centrato!

Nel complesso la trama si segue molto meglio di quella della scorsa edizione ma nonostante questo alla prima lettura sono rimasto un po' confuso non riuscendo a capire bene la scansione degli eventi (che se non vado errato sono questi: ricerca del demone, incontro del protagonista con il demone, ritorno al paese per uccidere i compagni e incontro finale).
Nella seconda lettura, tutto ok. Probabilmente avrebbero aiutato alcune frasi con cui inserire un po' di contesto per delineare meglio dove si trovasse il protagonista nei vari momenti

Nello stile ho apprezzato il fatto che le similitudini, quasi tutte, siano azzeccate rispetto all'immaginario del protagonista ("profondo come il pozzo del paese", "aguzzi come i denti del gatto di mia madre") e questo è un punto positivo.
Il lato negativo è che secondo me sono un po' troppe, ne ho contate almeno sette.
Questo poi porta a un grosso uso dei "come" che si vanno a unire a quelli della frase ricorrente ("come avrei potuto non amarla?").
Insomma penso che ridurle potrebbe essere una buona idea sia per aumentare la scorrevolezza di lettura sia per dare maggior rilievo a quelle che sceglierai di conservare.

L'ho fatta lunga, ma spero che questi spunti ti siano utili!

Un grande in bocca al lupo per l'Edizione e a rileggerci!

Luca


Ciao Luca!
Sì, ci sono un po' troppi paragoni. Diamo la colpa alla voce narrante che è un villico ignorante sotto l'incantesimo di un demone e chiudiamo un occhio, dai! XD
grazie del commento (sì, è come sempre utile. Che si abusasse un po' delle similitudini me n'ero accorto, che la scansione degli eventi non fosse chiara no) e buona gara a te!

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Pretorian
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Re: Nika

Messaggio#7 » mercoledì 17 aprile 2024, 14:20

Ciao, Taylor e piacere di leggerti.

Allora, il racconto è abbastanza lineare, con un uomo che cade sotto l'influsso di una demone (succube?), uccide per lei i suoi compagni e poi finisce ucciso a sua volta. A livello di trama si intuisce abbastanza facilmente dove andrà a parare il racconto è penso si senta abbastanza il fatto che la demonessa sia un personaggio muto, perché riduce il suo operato a pura magia rispetto alla seduzione e questo finisce con renderla un personaggio meno interessante. Anche il finale, con il personaggio che sente il piacere come dolore smorza l'impatto che la vicenda avrebbe potuto avere se, ad esempio, l'amore provato per lei l'avesse spinto ad accettare il dolore. Per quanto riguarda lo stile, è molto, molto migliorabile, con ancora un tell che copre aree dove avresti potuto lasciare che fosse la vicenda e le percezioni del protagonista a mostrare la vicenda. Anche la gestione dei tempi non è stata felice, con le vicende di diversi momenti temporali che si incrociano e rendono il tutto molto più confuso.

Alla Prossima!

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christianfloris
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Re: Nika

Messaggio#8 » mercoledì 17 aprile 2024, 14:26

Una bella storia in chiave fantasy che presenta molti spunti interessanti e qualche piccolo inconveniente.

Partiamo dagli inconvenienti: sul piano lessicale-sintattico, attenzione alla sovrabbondanza di similitudini gestite con le frasi comparative. Ce ne sono troppe e, benché il registro arcaico e poetico ci stia tutto nell'ambientazione che hai deciso di creare, rischiano di annoiare il lettore. Ne bastano due, al massimo tre: altrimenti l'impressione che ne ricava il lettore è che questa sia l'unica freccia che puoi prendere dalla tua faretra e scoccare col tuo arco. E di certo non è così. Quindi bisogna cercare di scongiurare la piattezza nei legami fra i periodi, prediligendo la semplicità e la coordinazione per asindeto. Beninteso, se questo è il tuo stile.
Bene anche l'uso dell'anafora ("come avrei potuto non amarla") che è una figura retorica tipica delle elencazioni che si facevano nei poemi cavallereschi, ma anche in questo caso meno è meglio.

Gli spunti interessanti risiedono nei personaggi (ben caratterizzati, secondo gli stilemi di genere) e nel finale che, per quanto ce lo si possa aspettare, arriva comunque come una rasoiata che sorprende. Un lavoro a mio avviso più che discreto, che necessita di essere leggermente ritoccato negli elementi che ho rilevato e che spero possano tornarti utili.

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Fagiolo17
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Re: Nika

Messaggio#9 » sabato 20 aprile 2024, 9:40

Allora, il racconto gioca sul grande classico della succube.
quindi niente di nuovo sulla figura demoniaca, ma tratteggia bene la vicenda.
hai messo in scena vari momenti temporali differenti. io avrei gestito magari il tutto in un unica scena, lui che arriva pronto ad ammazzarla, ma poi la vede e se ne innamora e il racconto si chiude con lui che torna a casa intenzionato ad ammazzare tutti.
oppure due scene, lui che viene corrotto e lui che torna dopo aver ucciso tutti e viene ammazzato. così da poter focalizzare meglio gli avvenimenti
perchè la descrizione del demone è molto carina e anche quella finale in cui si lascia infliggere dolore, ma perdono di potenza perché sono poca cosa in rapporto alla mole di cose che succedono.
c'è qualche incertezza stilistica qua e là e qualche problema con i verbi. hai usato tante metafore ma te lo hanno già detto quindi basta ahahahah
comunque sei sulla strada buona!
In bocca al lupo per l'edizione.

Franco Zanella
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Re: Nika

Messaggio#10 » sabato 20 aprile 2024, 23:55

Ciao Taylor, all’inizio il tuo racconto mi ha ricordato una fiaba ma con il passare delle righe la sensazione si è spostata verso un racconto più torbido fino a sfiorare l’horror, il tutto scandito da quel “come avrei potuto non amarla?” a evocare qualcosa di simile a un crescendo musicale. L’ho trovato un ottimo stratagemma per segnare l’aumento della tensione. Per finire con l’analogia musicale il finale mi ha fatto venire in mente le note de “La ballata dell’amore cieco” di De Andrè.
Buona edition e alla prossima lettura!

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Taylor_Blackfyre
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Re: Nika

Messaggio#11 » domenica 21 aprile 2024, 0:50

Pretorian ha scritto:Ciao, Taylor e piacere di leggerti.

Allora, il racconto è abbastanza lineare, con un uomo che cade sotto l'influsso di una demone (succube?), uccide per lei i suoi compagni e poi finisce ucciso a sua volta. A livello di trama si intuisce abbastanza facilmente dove andrà a parare il racconto è penso si senta abbastanza il fatto che la demonessa sia un personaggio muto, perché riduce il suo operato a pura magia rispetto alla seduzione e questo finisce con renderla un personaggio meno interessante. Anche il finale, con il personaggio che sente il piacere come dolore smorza l'impatto che la vicenda avrebbe potuto avere se, ad esempio, l'amore provato per lei l'avesse spinto ad accettare il dolore. Per quanto riguarda lo stile, è molto, molto migliorabile, con ancora un tell che copre aree dove avresti potuto lasciare che fosse la vicenda e le percezioni del protagonista a mostrare la vicenda. Anche la gestione dei tempi non è stata felice, con le vicende di diversi momenti temporali che si incrociano e rendono il tutto molto più confuso.

Alla Prossima!

Ciao e grazie per il commento.
Con Ash come avatar parti avvantaggiato, difficile darti torto. Diciamo che, al di là della riuscita o meno di questo brano, io non sono particolarmente fan della scrittura immersiva portata all'estremo, preferisco affiancare show e tell piuttosto che mostrare sempre tutto in diretta. Anche la scansione del tempo la preferisco non sempre lineare, la trovo più interessante quando è un po' più elaborata. In particolare in casi come questo, in cui a conti fatti è un personaggio che racconta quello che gli è successo, non uno che lo sta vivendo. Sul dover migliorare molto, però, siamo d'accordo.
Grazie e in bocca al lupo per la gara!

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Taylor_Blackfyre
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Re: Nika

Messaggio#12 » domenica 21 aprile 2024, 1:01

christianfloris ha scritto:Una bella storia in chiave fantasy che presenta molti spunti interessanti e qualche piccolo inconveniente.

Partiamo dagli inconvenienti: sul piano lessicale-sintattico, attenzione alla sovrabbondanza di similitudini gestite con le frasi comparative. Ce ne sono troppe e, benché il registro arcaico e poetico ci stia tutto nell'ambientazione che hai deciso di creare, rischiano di annoiare il lettore. Ne bastano due, al massimo tre: altrimenti l'impressione che ne ricava il lettore è che questa sia l'unica freccia che puoi prendere dalla tua faretra e scoccare col tuo arco. E di certo non è così. Quindi bisogna cercare di scongiurare la piattezza nei legami fra i periodi, prediligendo la semplicità e la coordinazione per asindeto. Beninteso, se questo è il tuo stile.
Bene anche l'uso dell'anafora ("come avrei potuto non amarla") che è una figura retorica tipica delle elencazioni che si facevano nei poemi cavallereschi, ma anche in questo caso meno è meglio.

Gli spunti interessanti risiedono nei personaggi (ben caratterizzati, secondo gli stilemi di genere) e nel finale che, per quanto ce lo si possa aspettare, arriva comunque come una rasoiata che sorprende. Un lavoro a mio avviso più che discreto, che necessita di essere leggermente ritoccato negli elementi che ho rilevato e che spero possano tornarti utili.


Ciao Christian,
bello trovarti qui anche se significa un posto in meno per passare il turno, vista la tua abitudine ad arrivare almeno in finale XD
Non posso che concordare, i paragoni sono un po' troppi. Volevo giocare con l'idea che il personaggio non avesse la capacità di esprimersi come l'incantesimo lo porta a fare e quindi cercasse di rendere l'idea come poteva, ma il troppo stroppia e mi sembra chiaro dai commenti che una sforbiciatina poteva essere data.

Grazie e in bocca al lupo per il prosieguo!

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Re: Nika

Messaggio#13 » domenica 21 aprile 2024, 1:04

Franco Zanella ha scritto:Ciao Taylor, all’inizio il tuo racconto mi ha ricordato una fiaba ma con il passare delle righe la sensazione si è spostata verso un racconto più torbido fino a sfiorare l’horror, il tutto scandito da quel “come avrei potuto non amarla?” a evocare qualcosa di simile a un crescendo musicale. L’ho trovato un ottimo stratagemma per segnare l’aumento della tensione. Per finire con l’analogia musicale il finale mi ha fatto venire in mente le note de “La ballata dell’amore cieco” di De Andrè.
Buona edition e alla prossima lettura!


Ciao Franco, ti ringrazio molto per il commento, specie per il blasfemo accostamento a uno dei miei più grandi idoli! Buona gara anche a te e grazie ancora!

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Re: Nika

Messaggio#14 » domenica 21 aprile 2024, 1:12

Fagiolo17 ha scritto:Allora, il racconto gioca sul grande classico della succube.
quindi niente di nuovo sulla figura demoniaca, ma tratteggia bene la vicenda.
hai messo in scena vari momenti temporali differenti. io avrei gestito magari il tutto in un unica scena, lui che arriva pronto ad ammazzarla, ma poi la vede e se ne innamora e il racconto si chiude con lui che torna a casa intenzionato ad ammazzare tutti.
oppure due scene, lui che viene corrotto e lui che torna dopo aver ucciso tutti e viene ammazzato. così da poter focalizzare meglio gli avvenimenti
perchè la descrizione del demone è molto carina e anche quella finale in cui si lascia infliggere dolore, ma perdono di potenza perché sono poca cosa in rapporto alla mole di cose che succedono.
c'è qualche incertezza stilistica qua e là e qualche problema con i verbi. hai usato tante metafore ma te lo hanno già detto quindi basta ahahahah
comunque sei sulla strada buona!
In bocca al lupo per l'edizione.


Ciao Luca,
sì, lei è una succuba, è il personaggio che non sa definirla (mi sembrava troppo specifico per un contadino XD). Sei il secondo a dirmi che avrebbe preferito una gestione cronologica degli avvenimenti, io di solito la preferisco più complessa ma a questo punto ci farò di sicuro un pensiero...
No, nessuno ha accennato a troppi paragoni, perché lo dici? XD Mi sono giocato la mia quota annuale, mi sa!
Grazie mille del commento e buona gara anche a te!

Debora
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Re: Nika

Messaggio#15 » martedì 23 aprile 2024, 23:47

Ciao Taylor, piacere di leggerti! Come avrei potuto non amarl(a)o questo racconto?
Si, è vero (sono anche antipatica a ripeterlo) ti perdi un po' lungo la linea temporale, ci sono troppe similitudini e metafore. Ma chi se ne frega! Il racconto mi piace, è proprio nel mio mood e la frase ricorrente è uno degli espedienti narrativi che amo di più. Il tema è centrato e alla fine si muore male proprio come piace a me. Figo!

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Re: Nika

Messaggio#16 » giovedì 25 aprile 2024, 22:26

Debora ha scritto:Ciao Taylor, piacere di leggerti! Come avrei potuto non amarl(a)o questo racconto?
Si, è vero (sono anche antipatica a ripeterlo) ti perdi un po' lungo la linea temporale, ci sono troppe similitudini e metafore. Ma chi se ne frega! Il racconto mi piace, è proprio nel mio mood e la frase ricorrente è uno degli espedienti narrativi che amo di più. Il tema è centrato e alla fine si muore male proprio come piace a me. Figo!

Ciao Debora, come potrei non ringraziarti? XD
Nella versione originale gli mangiava gli intestini come fossero spaghetti, ma servivano troppi caratteri. Quella sì che ti sarebbe piaciuta!

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Re: Nika

Messaggio#17 » sabato 27 aprile 2024, 11:44

Vero che ci sono dei passaggi che avresti potuto rendere meglio, ma hai la capacità di disegnare in modo vivido la scena nella mente del lettore e in questo racconto mi sembra assolutamente evidente. Coeso e coerente, anche ben controllato, forse troppe volte ripetuta la frase principale, soprattutto per 4000 caratteri. Pollice verso per il titolo perché non ha nessun riferimento nel testo e se lo googli non ti vengono risposte coerenti con quanto da te raccontato. Il tema per me è ok. Pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Angela proprio per il titolo (che, volente o nolente, deve raccontarci a sua volta qualcosa, no?).

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Re: Nika

Messaggio#18 » sabato 27 aprile 2024, 13:57

antico ha scritto:Vero che ci sono dei passaggi che avresti potuto rendere meglio, ma hai la capacità di disegnare in modo vivido la scena nella mente del lettore e in questo racconto mi sembra assolutamente evidente. Coeso e coerente, anche ben controllato, forse troppe volte ripetuta la frase principale, soprattutto per 4000 caratteri. Pollice verso per il titolo perché non ha nessun riferimento nel testo e se lo googli non ti vengono risposte coerenti con quanto da te raccontato. Il tema per me è ok. Pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Angela proprio per il titolo (che, volente o nolente, deve raccontarci a sua volta qualcosa, no?).

Grazie del bel voto, Antico!
In effetti per il titolo ho pensato solo a Polly, che conosce bene il personaggio (è la villain di un romanzo che sta editando, anche se questo raccontino non è "canonico" nella storia). Terrò presente per il futuro!
ciao e buon weekend

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