Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
- BruceLagogrigio
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Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
I corpi delle fate cadono dal cielo come foglie e il loro sangue come pioggia.
Mi desto con la certezza di aver avuto un incubo anche se rammento solo le voci d’un canto antico.
La luce del sole che entra da una finestra mi ferisce gli occhi. La tunica è inzuppata di sudore. Fasce mi avvolgono il capo. Non comprendo dove mi trovo.
Mi ergo dal giaciglio di paglia. La sala in cui giaccio è ampia. C’è un vasetto in terracotta sul tavolo alla mia destra. L'aria è pervasa dall'odore di erbe e pestilenza.
Un ospedale da campo! Come ci sono finito?
Il Sacro Bosco arde di fiamme cremisi mentre il canto delle fate si trasforma in urlo di dolore.
Rinuncio a scavare nei miei pensieri; ciò che ho visto in superficie basta già per una dozzina d'incubi. Un giovane dal volto mite entra nella sala.
"Generale, vi siete destato finalmente!" esorta con tono familiare.
Il paggio mi guarda con gratitudine, ma non ne comprendo la ragione.
"Generale?" ripeto esitante. "Io?"
"Non rammentate ancora? È trascorso un mese dalla battaglia. Siete un eroe adesso!"
"Eroe? Perdonami. Non ricordo davvero."
Il giovane pare deluso, ma poi sorride, comprensivo.
"I medici hanno detto che soffrite d'amnesia post-bellica. La memoria tornerà col tempo. Non temete."
Forse, non lo desidero.
Le mie mani intrise del loro sangue.
Il sole cala oltre la finestra. Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia.
Un anziano si avvicina al mio giaciglio. Indossa una cappa di lino bianco e un cappello a tesa larga.
"Generale, posso parlarvi?" mi chiede con voce calma. "Sono il Gran Maestro dell'Ordine del Garofano. Nella capitale vi chiameranno eroe, ma io so cosa avete fatto. La vostra ultima vittoria è stata ottenuta tramite l'uso di un'arma proibita e terribile, nota solo a pochi."
"Pro.. Proibita?"
Il vecchio annuisce. "Conoscevate il prezzo di quel potere. Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve. Il rimorso vi consumerà. Il re mi manda per aiutarvi, ma in realtà vi è poco che posso fare per voi.”
Il vento ulula tra gli alberi, portando con sé le voci degli uomini morenti e delle fate:
L'anziano mi prende la mano e studia l’anello d'oro bianco e la pietra di malachite incastonata su di esso. "L’anello di Oblivion. Conosco questo artefatto. Cancella i ricordi ma per attivarlo occorre…”
Prende il vasetto dal tavolo.
“Sangue di fata. Molto astuto. Badate però: non seccherà mai, ma usatelo con parsimonia. Non sono rimaste più fate in questo mondo."
Me lo porge.
Valuto l’offerta. La tentazione di dimenticare è forte. Vorrei liberarmi dal peso della colpa e dai canti che infestano la mente, ma anche ciò ha un prezzo.
Ho impiegato tutto il giorno per richiamare a malapena il volto di mia moglie, dei miei figli e dei miei compagni d’armi. Il mio primo bacio. La prima volta che ho amato. Devo avere già usato l’anello in questi giorni.
Il canto delle fate sferraglia nella mia testa. Come una lama.
Rapido, immergo le dita nel sangue.
Tutto si dissolve nel buio e resta:
Solo il loro canto.
I corpi delle fate cadono dal cielo come foglie e il loro sangue come pioggia.
Mi desto con la certezza di aver avuto un incubo anche se rammento solo le voci d’un canto antico.
La luce del sole che entra da una finestra mi ferisce gli occhi. La tunica è inzuppata di sudore. Fasce mi avvolgono il capo. Non comprendo dove mi trovo.
Mi ergo dal giaciglio di paglia. La sala in cui giaccio è ampia. C’è un vasetto in terracotta sul tavolo alla mia destra. L'aria è pervasa dall'odore di erbe e pestilenza.
Un ospedale da campo! Come ci sono finito?
Il Sacro Bosco arde di fiamme cremisi mentre il canto delle fate si trasforma in urlo di dolore.
Rinuncio a scavare nei miei pensieri; ciò che ho visto in superficie basta già per una dozzina d'incubi. Un giovane dal volto mite entra nella sala.
"Generale, vi siete destato finalmente!" esorta con tono familiare.
Il paggio mi guarda con gratitudine, ma non ne comprendo la ragione.
"Generale?" ripeto esitante. "Io?"
"Non rammentate ancora? È trascorso un mese dalla battaglia. Siete un eroe adesso!"
"Eroe? Perdonami. Non ricordo davvero."
Il giovane pare deluso, ma poi sorride, comprensivo.
"I medici hanno detto che soffrite d'amnesia post-bellica. La memoria tornerà col tempo. Non temete."
Forse, non lo desidero.
Le mie mani intrise del loro sangue.
Il sole cala oltre la finestra. Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia.
Un anziano si avvicina al mio giaciglio. Indossa una cappa di lino bianco e un cappello a tesa larga.
"Generale, posso parlarvi?" mi chiede con voce calma. "Sono il Gran Maestro dell'Ordine del Garofano. Nella capitale vi chiameranno eroe, ma io so cosa avete fatto. La vostra ultima vittoria è stata ottenuta tramite l'uso di un'arma proibita e terribile, nota solo a pochi."
"Pro.. Proibita?"
Il vecchio annuisce. "Conoscevate il prezzo di quel potere. Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve. Il rimorso vi consumerà. Il re mi manda per aiutarvi, ma in realtà vi è poco che posso fare per voi.”
Il vento ulula tra gli alberi, portando con sé le voci degli uomini morenti e delle fate:
L'anziano mi prende la mano e studia l’anello d'oro bianco e la pietra di malachite incastonata su di esso. "L’anello di Oblivion. Conosco questo artefatto. Cancella i ricordi ma per attivarlo occorre…”
Prende il vasetto dal tavolo.
“Sangue di fata. Molto astuto. Badate però: non seccherà mai, ma usatelo con parsimonia. Non sono rimaste più fate in questo mondo."
Me lo porge.
Valuto l’offerta. La tentazione di dimenticare è forte. Vorrei liberarmi dal peso della colpa e dai canti che infestano la mente, ma anche ciò ha un prezzo.
Ho impiegato tutto il giorno per richiamare a malapena il volto di mia moglie, dei miei figli e dei miei compagni d’armi. Il mio primo bacio. La prima volta che ho amato. Devo avere già usato l’anello in questi giorni.
Il canto delle fate sferraglia nella mia testa. Come una lama.
Rapido, immergo le dita nel sangue.
Tutto si dissolve nel buio e resta:
Solo il loro canto.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce e benvenuto nella nuova Era! Caratteri e tempo ok, buona CRISTIANO SACCOCCIA EDITION!
- BruceLagogrigio
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
antico ha scritto:Ciao Bruce e benvenuto nella nuova Era! Caratteri e tempo ok, buona CRISTIANO SACCOCCIA EDITION!
Grazie Antico. Anche a te!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Maurizio Chierchia
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce!
Non ho molto da dire se non che mi è piaciuto tanto il tuo racconto. La storia mi ha preso fin dalle prime righe, con i pensieri del protagonista che descrivono benissimo il concetto di ricordi che riaffiorano. Il finale con lui che decide di continuare a dimenticare e il fatto che ci fai capire che lo fa già da un mese, significa che quello che ha combinato è davvero terribile. Mi piace anche che non ci dici cosa abbia fatto di preciso, ma che, come il protagonista, a noi rimangono solo le immagini di sangue di quello che è successo.
Non mi resta che augurarti una buona gara e a rileggerci presto!
Non ho molto da dire se non che mi è piaciuto tanto il tuo racconto. La storia mi ha preso fin dalle prime righe, con i pensieri del protagonista che descrivono benissimo il concetto di ricordi che riaffiorano. Il finale con lui che decide di continuare a dimenticare e il fatto che ci fai capire che lo fa già da un mese, significa che quello che ha combinato è davvero terribile. Mi piace anche che non ci dici cosa abbia fatto di preciso, ma che, come il protagonista, a noi rimangono solo le immagini di sangue di quello che è successo.
Non mi resta che augurarti una buona gara e a rileggerci presto!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Bentrovato, Bruce Lagogrigio! Amando il fantasy, trovo sempre suggestivi i tuoi racconti. Questo l’ho apprezzato davvero, anche se ti confesso non tutto mi si è composto chiaramente. È ovvio che il limite dei 3000 caratteri sia infame, e causa di forzature. Tuttavia non potrò, nella classifica, non tener conto di chi è riuscito, nonostante tutto, a darmi una visione completa degli eventi e di chi ha lasciato qualche ombra.
Ad esempio, quando il vecchio dice: “Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve. Il rimorso vi consumerà”, non mi è chiaro di chi parli. Dei nemici scampati? Perché dovrebbe avere rimorsi? Il prezzo di non uccidere nemici è lasciargli uccidere le proprie truppe, è la guerra.
Non mi è poi chiaro se per avere il sangue di fata egli le abbia sterminate, tanto che non ce ne sono più. Ha responsabilità, in questo? Mi pare che dal racconto non emerga una risposta definitiva.
Infine, perché quella del vecchio la definisci un’offerta? Il generale ha già l’anello al dito, e accanto a lui c’è il vaso contenente ciò che serve per attivarlo. Lo ha già usato, non sembra quindi che gli serva l’offerta di nessuno, per decidere di ricorrervi. Ho pensato che forse ha dimenticato come usarlo, ma visto che l’effetto è transitorio, e che un po’ per volta ricorda, l’utilità della spiegazione del vecchio non appare evidente.
Infine, un’osservazione tecnica di minimo valore. Siamo nel personaggio del generale, sentiamo i suoi pensieri e vediamo con i suoi occhi. Poi scrivi: “Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia” e credo che sia una frase stonata, perché è come se lui stesso si guardasse da fuori, e vedesse il suo viso e la sua barba. Al di là di queste note, che servono quasi per scusarmi di non darti il primo posto, è un bellissimo racconto.
Ad esempio, quando il vecchio dice: “Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve. Il rimorso vi consumerà”, non mi è chiaro di chi parli. Dei nemici scampati? Perché dovrebbe avere rimorsi? Il prezzo di non uccidere nemici è lasciargli uccidere le proprie truppe, è la guerra.
Non mi è poi chiaro se per avere il sangue di fata egli le abbia sterminate, tanto che non ce ne sono più. Ha responsabilità, in questo? Mi pare che dal racconto non emerga una risposta definitiva.
Infine, perché quella del vecchio la definisci un’offerta? Il generale ha già l’anello al dito, e accanto a lui c’è il vaso contenente ciò che serve per attivarlo. Lo ha già usato, non sembra quindi che gli serva l’offerta di nessuno, per decidere di ricorrervi. Ho pensato che forse ha dimenticato come usarlo, ma visto che l’effetto è transitorio, e che un po’ per volta ricorda, l’utilità della spiegazione del vecchio non appare evidente.
Infine, un’osservazione tecnica di minimo valore. Siamo nel personaggio del generale, sentiamo i suoi pensieri e vediamo con i suoi occhi. Poi scrivi: “Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia” e credo che sia una frase stonata, perché è come se lui stesso si guardasse da fuori, e vedesse il suo viso e la sua barba. Al di là di queste note, che servono quasi per scusarmi di non darti il primo posto, è un bellissimo racconto.
- DamianoMeloni
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- Contatta:
Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce.
Diciamo che qui più di ultima battaglia siamo già nel post dove l’oblio sembra una strada preferibile alla gloria. Molto originale come trovata. Inoltre, sei riuscito a farmi provare le emozioni giuste e gli inframezzi sono un bel stratagemma per riempire il vuoto tra una scena e l’altra. Una nota che stona, a mio avviso, è l’uso di alcuni termini un po’ troppo “colti” per dei soldati: desto, rammentare, mi ergo.
Nel complesso un gran bel racconto.
Ci si rilegge in giro ;)
P.S.
La citazione a Elder Scrolls (non so se voluta) è un plus più che gradito!
Diciamo che qui più di ultima battaglia siamo già nel post dove l’oblio sembra una strada preferibile alla gloria. Molto originale come trovata. Inoltre, sei riuscito a farmi provare le emozioni giuste e gli inframezzi sono un bel stratagemma per riempire il vuoto tra una scena e l’altra. Una nota che stona, a mio avviso, è l’uso di alcuni termini un po’ troppo “colti” per dei soldati: desto, rammentare, mi ergo.
Nel complesso un gran bel racconto.
Ci si rilegge in giro ;)
P.S.
La citazione a Elder Scrolls (non so se voluta) è un plus più che gradito!
- Shanghai Kid
- Messaggi: 394
Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
piacere di averti letto di nuovo.
Il tuo racconto mi è piaciuto, soprattutto negli intervalli relativi alle fate: evanescenti e poetici come la memoria e il suo diradarsi. Questa trovata, secondo me, è davvero buona. Sono d’accordo con Damiano rispetto al lessico talvolta un po’ troppo alto. La storia mi è piaciuta al netto di uno stile che può essere migliorato. Comunque la declinazione che hai dato al tema mi piace molto e mette al centro la complessità del tema dato: dove finisce la dannazione? Dove inizia la redenzione?
A rileggerci,
Elisa
piacere di averti letto di nuovo.
Il tuo racconto mi è piaciuto, soprattutto negli intervalli relativi alle fate: evanescenti e poetici come la memoria e il suo diradarsi. Questa trovata, secondo me, è davvero buona. Sono d’accordo con Damiano rispetto al lessico talvolta un po’ troppo alto. La storia mi è piaciuta al netto di uno stile che può essere migliorato. Comunque la declinazione che hai dato al tema mi piace molto e mette al centro la complessità del tema dato: dove finisce la dannazione? Dove inizia la redenzione?
A rileggerci,
Elisa
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 361
Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Cinzia Fabretti ha scritto:Bentrovato, Bruce Lagogrigio! Amando il fantasy, trovo sempre suggestivi i tuoi racconti. Questo l’ho apprezzato davvero, anche se ti confesso non tutto mi si è composto chiaramente. È ovvio che il limite dei 3000 caratteri sia infame, e causa di forzature. Tuttavia non potrò, nella classifica, non tener conto di chi è riuscito, nonostante tutto, a darmi una visione completa degli eventi e di chi ha lasciato qualche ombra.
Ad esempio, quando il vecchio dice: “Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve. Il rimorso vi consumerà”, non mi è chiaro di chi parli. Dei nemici scampati? Perché dovrebbe avere rimorsi? Il prezzo di non uccidere nemici è lasciargli uccidere le proprie truppe, è la guerra.
Non mi è poi chiaro se per avere il sangue di fata egli le abbia sterminate, tanto che non ce ne sono più. Ha responsabilità, in questo? Mi pare che dal racconto non emerga una risposta definitiva.
Infine, perché quella del vecchio la definisci un’offerta? Il generale ha già l’anello al dito, e accanto a lui c’è il vaso contenente ciò che serve per attivarlo. Lo ha già usato, non sembra quindi che gli serva l’offerta di nessuno, per decidere di ricorrervi. Ho pensato che forse ha dimenticato come usarlo, ma visto che l’effetto è transitorio, e che un po’ per volta ricorda, l’utilità della spiegazione del vecchio non appare evidente.
Infine, un’osservazione tecnica di minimo valore. Siamo nel personaggio del generale, sentiamo i suoi pensieri e vediamo con i suoi occhi. Poi scrivi: “Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia” e credo che sia una frase stonata, perché è come se lui stesso si guardasse da fuori, e vedesse il suo viso e la sua barba. Al di là di queste note, che servono quasi per scusarmi di non darti il primo posto, è un bellissimo racconto.
Ciao Cinzia! Che bella sorpresa, ben ritrovata!
Allora per quanto riguarda la barba grigia è stata un'aggiunta all'ultimo che avrei potuto evitare (era giusto per far capire l'età avanzata del protagonista e quindi motivo in più per essere l'ultima battaglia). Ho sentito un campanello d'allarme mentre lo scrivevo, ottimo appunto avermelo fatto notare.
In realtà la risposta alle tue domande è nel testo: "Molti di coloro che sono scampati alla battaglia periranno a breve." Effettivamente si riferiva agli amici più che ai nemici. Anche perché i nemici non era gli uomini in quella battaglia. E Ciò risponde anche alla tua altra domanda. Aspetto ancora un po' a svelare l'intreccio ma è tutti gli elementi sono nel racconto (quasi fosse un giallo fantasy). Anche il motivo per cui le fate sono definitivamente scomparse. L'unica cosa un po' in sospeso è qual arma abbia effettivamente usato il Generale. Si tratta di una stregoneria molto simile ad una bomba all'idrogeno, ma vista in chiave magica.
Per l'offerta: il protagonista aveva dimenticato l'uso dell'anello (avendolo usato precedentemente) e più avanti come ben asserisci lo avrebbe sicuramente ricordato (dopo alcuni giorni). Però il Gran Maestro rivelandoglielo subito (e spiegando anche come usarlo) lo mette immediatamente di fronte alla possibilità di cancellare la memoria. Il protagonista stava piangendo fino a poco prima in balia dei rimorsi e quindi l'offerta è vista in quel senso.
Grazie per il bellissimo racconto! Lo apprezzo più di qualsiasi posto in classifica.
Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao, Bruce e piacere di leggerti.
Non so, ho sempre apprezzato moltissimo i tuoi racconti, ma questo davvero non riesce a convincermi. A livello di trama, capisco l'idea di qualcuno che ha compiuto un atto così orribile da far di tutto per dimenticare, ma proprio il fatto che non fornisci nemmeno un indizio di ciò che possa essere riduce quasi al nulla il peso drammatico di questo elemento. Quando è apparso il membro dell'Ordine del Garofano ho pensato che avrebbe dato al vecchio generale un'ultima chance di ricordare in modo da inserire nel finale il dramma tra il dover rinunciare a tutti i momenti belli della vita e doversi confrontare con l'orrore di ciò che ha fatto, ma questa scelta non è davvero fornita e il tutto resta indefinito. Anche il fatto che lui ricordi le fate non è chiaro se sia un vero ricordo o l'effetto collaterale del loro sangue.
Anche a livello di stile abbiamo dei problemi. Tutta la prima parte è terribilmente appesantita dall'uso di arcaicismi o comunque di termini aulici, come "mi desto", "il capo", "rammento", "Mi ergo" , "giaccio" e così via. All'inizio pensavo che volessi dare l'idea che il protagonista abbia un modo di pensare e di esprimersi molto "antico", ma poi ho notato che nella seconda parte questa cosa si interrompe, quindi resto abbastanza perplesso,
Alla prossima!
Non so, ho sempre apprezzato moltissimo i tuoi racconti, ma questo davvero non riesce a convincermi. A livello di trama, capisco l'idea di qualcuno che ha compiuto un atto così orribile da far di tutto per dimenticare, ma proprio il fatto che non fornisci nemmeno un indizio di ciò che possa essere riduce quasi al nulla il peso drammatico di questo elemento. Quando è apparso il membro dell'Ordine del Garofano ho pensato che avrebbe dato al vecchio generale un'ultima chance di ricordare in modo da inserire nel finale il dramma tra il dover rinunciare a tutti i momenti belli della vita e doversi confrontare con l'orrore di ciò che ha fatto, ma questa scelta non è davvero fornita e il tutto resta indefinito. Anche il fatto che lui ricordi le fate non è chiaro se sia un vero ricordo o l'effetto collaterale del loro sangue.
Anche a livello di stile abbiamo dei problemi. Tutta la prima parte è terribilmente appesantita dall'uso di arcaicismi o comunque di termini aulici, come "mi desto", "il capo", "rammento", "Mi ergo" , "giaccio" e così via. All'inizio pensavo che volessi dare l'idea che il protagonista abbia un modo di pensare e di esprimersi molto "antico", ma poi ho notato che nella seconda parte questa cosa si interrompe, quindi resto abbastanza perplesso,
Alla prossima!
- BruceLagogrigio
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Bruce!
Non ho molto da dire se non che mi è piaciuto tanto il tuo racconto. La storia mi ha preso fin dalle prime righe, con i pensieri del protagonista che descrivono benissimo il concetto di ricordi che riaffiorano. Il finale con lui che decide di continuare a dimenticare e il fatto che ci fai capire che lo fa già da un mese, significa che quello che ha combinato è davvero terribile. Mi piace anche che non ci dici cosa abbia fatto di preciso, ma che, come il protagonista, a noi rimangono solo le immagini di sangue di quello che è successo.
Non mi resta che augurarti una buona gara e a rileggerci presto!
Ciao Maurizio ben ritrovato. Sì d'accordo su tutto e contentissimo ti sia piaciuto. Ho osato con il fantasy vediamo come va. Buona gara anche a te e a rileggerci.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Pietro D'Addabbo
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, piacere di leggerti.
Racconto in prima persona in cui il protagonista parte da uno stato di amnesia, inizialmente comincia a recuperare i suoi ricordi e poi torna volontariamente a dimenticare.
Ci sono alcuni dettagli che non mi hanno convinto e che provo a riportare.
Il dialogo con il paggetto è fuorviante, poiché suggerisce una familiarità di questo servo con il generale ma non è evidente che questi abbia assistito a molti risvegli (o almeno a un altro) del generale stesso precedenti a questo attuale, visto che il protagonista ha già usato l'anello.
Non mi è chiaro se l'anziano abbia già incontrato il generale oppure no, perché dovrebbe avergli già spiegato in passato come funziona l'anello eppure non si limita a indicarlo ma ha bisogno di prendere la mano e 'studiare' l'anello, come se lo vedesse per la prima volta. Parla anche al futuro "vi chiameranno eroe", ma non potrà mai accadere se il generale ha già fatto altre volte la scelta di dimenticare e prevedibilmente continuerà a farla, come nel mese appena trascorso.
Non è chiaro come la memoria stia tornando: sono stati cancellati eventi recenti e lontani, perfino le persone care, eppure quelle tornano alla mente prima del canto che è avvenuto appena un mese prima. Anche i tempi non mi convincono: il protagonista passa da amnesia totale a ricordare il canto in una sola giornata, quella che ci racconti. Significa che deve usare l'unguento ogni giorno da un mese, oppure che questa pratica lo mette in stato d'incoscienza per lunghissimi periodi. Infine, sa come usare l'unguento nonostante sia stato necessario che un anziano gli dicesse cos'era: se ha ricordato da solo come usarlo che bisogno c'era dell'anziano?
Una nota stilistica: avrei anticipato la frase "Ho impiegato tutto il giorno..." fra le due frasi in questo punto: "Il sole cala oltre la finestra. Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia." Avresti ottenuto il doppio effetto di farmi cogliere meglio il passare del tempo, indicando come il protagonista ha usato tutto questo tempo, e di presentare la posta in gioco prima che l'anziano offrisse di dimenticare, in questo modo sarebbe stato immediato cogliere la drammaticità di questa offerta.
Purtroppo questi apparenti inciampi mi hanno impedito di godere in pieno di questa storia, la cui trama ha sicuramente tutte le potenzialità per avvincere un lettore come me.
Alla prossima
Racconto in prima persona in cui il protagonista parte da uno stato di amnesia, inizialmente comincia a recuperare i suoi ricordi e poi torna volontariamente a dimenticare.
Ci sono alcuni dettagli che non mi hanno convinto e che provo a riportare.
Il dialogo con il paggetto è fuorviante, poiché suggerisce una familiarità di questo servo con il generale ma non è evidente che questi abbia assistito a molti risvegli (o almeno a un altro) del generale stesso precedenti a questo attuale, visto che il protagonista ha già usato l'anello.
Non mi è chiaro se l'anziano abbia già incontrato il generale oppure no, perché dovrebbe avergli già spiegato in passato come funziona l'anello eppure non si limita a indicarlo ma ha bisogno di prendere la mano e 'studiare' l'anello, come se lo vedesse per la prima volta. Parla anche al futuro "vi chiameranno eroe", ma non potrà mai accadere se il generale ha già fatto altre volte la scelta di dimenticare e prevedibilmente continuerà a farla, come nel mese appena trascorso.
Non è chiaro come la memoria stia tornando: sono stati cancellati eventi recenti e lontani, perfino le persone care, eppure quelle tornano alla mente prima del canto che è avvenuto appena un mese prima. Anche i tempi non mi convincono: il protagonista passa da amnesia totale a ricordare il canto in una sola giornata, quella che ci racconti. Significa che deve usare l'unguento ogni giorno da un mese, oppure che questa pratica lo mette in stato d'incoscienza per lunghissimi periodi. Infine, sa come usare l'unguento nonostante sia stato necessario che un anziano gli dicesse cos'era: se ha ricordato da solo come usarlo che bisogno c'era dell'anziano?
Una nota stilistica: avrei anticipato la frase "Ho impiegato tutto il giorno..." fra le due frasi in questo punto: "Il sole cala oltre la finestra. Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia." Avresti ottenuto il doppio effetto di farmi cogliere meglio il passare del tempo, indicando come il protagonista ha usato tutto questo tempo, e di presentare la posta in gioco prima che l'anziano offrisse di dimenticare, in questo modo sarebbe stato immediato cogliere la drammaticità di questa offerta.
Purtroppo questi apparenti inciampi mi hanno impedito di godere in pieno di questa storia, la cui trama ha sicuramente tutte le potenzialità per avvincere un lettore come me.
Alla prossima
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)
- BruceLagogrigio
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Bruce, piacere di leggerti.
Racconto in prima persona in cui il protagonista parte da uno stato di amnesia, inizialmente comincia a recuperare i suoi ricordi e poi torna volontariamente a dimenticare.
Ci sono alcuni dettagli che non mi hanno convinto e che provo a riportare.
Il dialogo con il paggetto è fuorviante, poiché suggerisce una familiarità di questo servo con il generale ma non è evidente che questi abbia assistito a molti risvegli (o almeno a un altro) del generale stesso precedenti a questo attuale, visto che il protagonista ha già usato l'anello.
Non mi è chiaro se l'anziano abbia già incontrato il generale oppure no, perché dovrebbe avergli già spiegato in passato come funziona l'anello eppure non si limita a indicarlo ma ha bisogno di prendere la mano e 'studiare' l'anello, come se lo vedesse per la prima volta. Parla anche al futuro "vi chiameranno eroe", ma non potrà mai accadere se il generale ha già fatto altre volte la scelta di dimenticare e prevedibilmente continuerà a farla, come nel mese appena trascorso.
Non è chiaro come la memoria stia tornando: sono stati cancellati eventi recenti e lontani, perfino le persone care, eppure quelle tornano alla mente prima del canto che è avvenuto appena un mese prima. Anche i tempi non mi convincono: il protagonista passa da amnesia totale a ricordare il canto in una sola giornata, quella che ci racconti. Significa che deve usare l'unguento ogni giorno da un mese, oppure che questa pratica lo mette in stato d'incoscienza per lunghissimi periodi. Infine, sa come usare l'unguento nonostante sia stato necessario che un anziano gli dicesse cos'era: se ha ricordato da solo come usarlo che bisogno c'era dell'anziano?
Una nota stilistica: avrei anticipato la frase "Ho impiegato tutto il giorno..." fra le due frasi in questo punto: "Il sole cala oltre la finestra. Una lacrima scivola sul mio viso e corre fra la barba grigia." Avresti ottenuto il doppio effetto di farmi cogliere meglio il passare del tempo, indicando come il protagonista ha usato tutto questo tempo, e di presentare la posta in gioco prima che l'anziano offrisse di dimenticare, in questo modo sarebbe stato immediato cogliere la drammaticità di questa offerta.
Purtroppo questi apparenti inciampi mi hanno impedito di godere in pieno di questa storia, la cui trama ha sicuramente tutte le potenzialità per avvincere un lettore come me.
Alla prossima
Ciao, Pietro grazie per il tuo commento, vediamo se riesco a rispondere a tutto.
Il dialogo con il paggetto sta proprio ad indicare che i due si conoscessero (anzi poteva essere anche il suo stesso scudiero).
Il Generale e il Gran Maestro non si erano mai visti infatti il vecchio si presenta. Il Generale sapeva come usare l'anello (ma facendone uso lo dimentica ogni volta). Il canto delle fate è talmente potente e intrinseco nell'anima del generale e da superare gli effetti dell'anello che ha conti fatti non sembra nemmeno così potente, infatti impiagato un solo giorno per recuperare parte della memoria, ma evidentemente il male che ha fatto è talmente terribile da portarlo ogni volta ad usarlo.
Ottimo lo spunto finale, effettivamente sarebbe stata una buona soluzione la tua.
A risentirci.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Taylor_Blackfyre
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
complimenti per l'ottimo racconto! Anche tu mi dimostri, una volta di più, che si può scrivere qualcosa di complesso anche con così pochi caratteri. Non è facile dare l'idea di aver letto una storia completa con racconti così brevi e qui, salvo qualche piccolo dettaglio, ci sei riuscito. Con un migliaio di caratteri in più avresti potuto colmare i pochi dubbi che ci sono. Ottime le frasi in corsivo e il finale, bello e coinvolgente. Insomma, ottimo lavoro.
Buona prosecuzione!
complimenti per l'ottimo racconto! Anche tu mi dimostri, una volta di più, che si può scrivere qualcosa di complesso anche con così pochi caratteri. Non è facile dare l'idea di aver letto una storia completa con racconti così brevi e qui, salvo qualche piccolo dettaglio, ci sei riuscito. Con un migliaio di caratteri in più avresti potuto colmare i pochi dubbi che ci sono. Ottime le frasi in corsivo e il finale, bello e coinvolgente. Insomma, ottimo lavoro.
Buona prosecuzione!
- Andrea Furlan
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
Un buon racconto, atmosfere fantasy accennate. Ho molto apprezzato il senso di fondo, accettare l'oblio come una droga per cancellare le proprie colpe. Struttura ben delineata dal canto delle fate inframmezzato al testo che dona drammaticità all'insieme. Buono l'espediente di usare il vecchio come coscienza del protagonista per dare le informazioni chiave in pochi caratteri, nonostante il testo avrebbe bisogno di una revisione per renderlo più fluido. Discreto il worldbuilding che però lascia alcune domande che stimolano il lettore lasciando interrogativi aperti (più informazioni sulla guerra, cos'è l'arma che ha usato, cosa vuol dire che è andato "in superficie" etc.), comunque ben gestito nell'ambito dei caratteri a disposizione. In sintesi, un buon racconto che merita un ampliamento per rendere al meglio e necessita di una buona revisione.
Un buon racconto, atmosfere fantasy accennate. Ho molto apprezzato il senso di fondo, accettare l'oblio come una droga per cancellare le proprie colpe. Struttura ben delineata dal canto delle fate inframmezzato al testo che dona drammaticità all'insieme. Buono l'espediente di usare il vecchio come coscienza del protagonista per dare le informazioni chiave in pochi caratteri, nonostante il testo avrebbe bisogno di una revisione per renderlo più fluido. Discreto il worldbuilding che però lascia alcune domande che stimolano il lettore lasciando interrogativi aperti (più informazioni sulla guerra, cos'è l'arma che ha usato, cosa vuol dire che è andato "in superficie" etc.), comunque ben gestito nell'ambito dei caratteri a disposizione. In sintesi, un buon racconto che merita un ampliamento per rendere al meglio e necessita di una buona revisione.
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
DamianoMeloni ha scritto:Ciao Bruce.
Diciamo che qui più di ultima battaglia siamo già nel post dove l’oblio sembra una strada preferibile alla gloria. Molto originale come trovata. Inoltre, sei riuscito a farmi provare le emozioni giuste e gli inframezzi sono un bel stratagemma per riempire il vuoto tra una scena e l’altra. Una nota che stona, a mio avviso, è l’uso di alcuni termini un po’ troppo “colti” per dei soldati: desto, rammentare, mi ergo.
Nel complesso un gran bel racconto.
Ci si rilegge in giro ;)
P.S.
La citazione a Elder Scrolls (non so se voluta) è un plus più che gradito!
Ciao Damiano, grazie per il commento. Per i termini ho un po' osato nel senso che volevo dare un piglio medievaleggiante. Essendo Generale poteva esser anche di origine nobile quindi giustificato. Contenuto ti sia piaciuta la citazione e il racconto nel complesso. A rileggerci!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Shanghai Kid ha scritto:Ciao Bruce,
piacere di averti letto di nuovo.
Il tuo racconto mi è piaciuto, soprattutto negli intervalli relativi alle fate: evanescenti e poetici come la memoria e il suo diradarsi. Questa trovata, secondo me, è davvero buona. Sono d’accordo con Damiano rispetto al lessico talvolta un po’ troppo alto. La storia mi è piaciuta al netto di uno stile che può essere migliorato. Comunque la declinazione che hai dato al tema mi piace molto e mette al centro la complessità del tema dato: dove finisce la dannazione? Dove inizia la redenzione?
A rileggerci,
Elisa
Ciao Elisa ben ritrovata.
Confesso che il tuo è sempre il commento che temo maggiormente. Sono contentissimo ti sia piaciuto. Le tue bacchettate delle edizioni precedenti hanno contribuito al miglioramento dello stile anche se la strada è ancora impervia. Alla prossima!
Bruce.
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Un racconto che si distingue per una scrittura molto poetica e simbolica, che rende il tema della dannazione e della redenzione universale. La prima persona permette di immergerci nel tormento interiore del protagonista e i flashback favoriscono la tensione crescente. Ho apprezzato particolarmente l'uso del canto delle fate come metafora del rimorso, molto suggestivo. La coerenza tra il mondo costruito e la battaglia interiore è uno dei punti di forza di questa storia, che riesce a essere emotivamente coinvolgente senza mai risultare pesante e questo non è un risultato da pochi. Il finale aperto lascia il lettore con un senso di mistero e riflessione e a me le riflessioni garbano parecchio :) Pollice su, bravo. Finisce davanti al pari valutato Mantoani per una maggiore capacità di coinvolgere emotivamente il lettore.
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Pretorian ha scritto:Ciao, Bruce e piacere di leggerti.
Non so, ho sempre apprezzato moltissimo i tuoi racconti, ma questo davvero non riesce a convincermi. A livello di trama, capisco l'idea di qualcuno che ha compiuto un atto così orribile da far di tutto per dimenticare, ma proprio il fatto che non fornisci nemmeno un indizio di ciò che possa essere riduce quasi al nulla il peso drammatico di questo elemento. Quando è apparso il membro dell'Ordine del Garofano ho pensato che avrebbe dato al vecchio generale un'ultima chance di ricordare in modo da inserire nel finale il dramma tra il dover rinunciare a tutti i momenti belli della vita e doversi confrontare con l'orrore di ciò che ha fatto, ma questa scelta non è davvero fornita e il tutto resta indefinito. Anche il fatto che lui ricordi le fate non è chiaro se sia un vero ricordo o l'effetto collaterale del loro sangue.
Anche a livello di stile abbiamo dei problemi. Tutta la prima parte è terribilmente appesantita dall'uso di arcaicismi o comunque di termini aulici, come "mi desto", "il capo", "rammento", "Mi ergo" , "giaccio" e così via. All'inizio pensavo che volessi dare l'idea che il protagonista abbia un modo di pensare e di esprimersi molto "antico", ma poi ho notato che nella seconda parte questa cosa si interrompe, quindi resto abbastanza perplesso,
Alla prossima!
Ciao Agostino, sì capisco i tuoi dubbi, nel senso che spesso ho il problema di capire quanto lasciare in sospeso le informazioni del racconto. Mi sembrava in questo di aver trovato un buon compromesso dando un po' di indizi e cercando di far calare il lettore nel protagonista, il quale non ricorda lui stesso i dettagli della battaglia (avendo usato l'anello). Però capisco che va molto a gusti.
Per gli arcaismi un libro scritto così sarebbe davvero pesante mentre per un racconto è già più supportabile. Volevo dare un registro medievale, non avevo notato ma in effetti nella seconda parte è molto meno presente. Grazie per il commento. Alla prossima!
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Taylor_Blackfyre ha scritto:Ciao Bruce,
complimenti per l'ottimo racconto! Anche tu mi dimostri, una volta di più, che si può scrivere qualcosa di complesso anche con così pochi caratteri. Non è facile dare l'idea di aver letto una storia completa con racconti così brevi e qui, salvo qualche piccolo dettaglio, ci sei riuscito. Con un migliaio di caratteri in più avresti potuto colmare i pochi dubbi che ci sono. Ottime le frasi in corsivo e il finale, bello e coinvolgente. Insomma, ottimo lavoro.
Buona prosecuzione!
Grazie Taylor. Molto soddisfatto ti sia piaciuto. Alla prossima!
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
Andrea Furlan ha scritto:Ciao Bruce,
Un buon racconto, atmosfere fantasy accennate. Ho molto apprezzato il senso di fondo, accettare l'oblio come una droga per cancellare le proprie colpe. Struttura ben delineata dal canto delle fate inframmezzato al testo che dona drammaticità all'insieme. Buono l'espediente di usare il vecchio come coscienza del protagonista per dare le informazioni chiave in pochi caratteri, nonostante il testo avrebbe bisogno di una revisione per renderlo più fluido. Discreto il worldbuilding che però lascia alcune domande che stimolano il lettore lasciando interrogativi aperti (più informazioni sulla guerra, cos'è l'arma che ha usato, cosa vuol dire che è andato "in superficie" etc.), comunque ben gestito nell'ambito dei caratteri a disposizione. In sintesi, un buon racconto che merita un ampliamento per rendere al meglio e necessita di una buona revisione.
Ciao Andrea, hai colto perfettamente lo spirito del racconto! Grazie per i consigli.
Alla prossima!
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Re: Solo il loro canto di Bruce Lagogrigio
IL GLADIATORE ha scritto:Un racconto che si distingue per una scrittura molto poetica e simbolica, che rende il tema della dannazione e della redenzione universale. La prima persona permette di immergerci nel tormento interiore del protagonista e i flashback favoriscono la tensione crescente. Ho apprezzato particolarmente l'uso del canto delle fate come metafora del rimorso, molto suggestivo. La coerenza tra il mondo costruito e la battaglia interiore è uno dei punti di forza di questa storia, che riesce a essere emotivamente coinvolgente senza mai risultare pesante e questo non è un risultato da pochi. Il finale aperto lascia il lettore con un senso di mistero e riflessione e a me le riflessioni garbano parecchio :) Pollice su, bravo. Finisce davanti al pari valutato Mantoani per una maggiore capacità di coinvolgere emotivamente il lettore.
Grazie Gladiatore per l'ottima analisi. Non avrei pensato di finire davanti al bravissimo Matteo e la cosa mi inorgoglisce tantissimo. Come ho scritto a lui, la differenza l'ha fatta la gestione della prima persona come traspare anche dal tuo commento.
Ancora grazie e alla prossima.
Bruce.
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