La Petite Mort
- Bescottina
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La Petite Mort
La Petite Mort
di Barbara Ottani
Qualcosa di caldo, morbido e cedevole mi avvolge. Mi spande dentro un tepore che ricordo di aver provato tempo fa, prima che mi chiudessero nella cella dalle pareti bianche e la luce che va e viene.
Il mondo si capovolge con uno scossone che mi fa sciaguattare. Mi trovo a testa in su; il freddo si dissipa insieme al letargo che m’intontiva.
È il mio turno? Ha scelto me?
Fuori dalla cella c’è una luce abbagliante, macchie di colore indistinte. L’aria è così torrida che inizio a sudare. Voci vicine e lontane, tintinnii e stridii mi attraversano e mi fanno vibrare.
O è l’eccitazione? In fin dei conti, è la mia prima volta… Ma sono pronta.
La cosa calda che mi stringe è una mano. È grande, mi avvolge tutta. Potrebbe stritolarmi, ma mi culla delicata. È questo l’amore?
Forse lo scoprirò oggi. Ha scelto me, niente più cella fredda. La trepidazione scatena le bollicine che mi formicolano dentro. Risalgono impazzite con un pizzicore irresistibile.
Sbatto contro una superficie dura, dondolo in qua e in là, ma rimango dritta. Finalmente è il mio turno. È il caldo che mi fa sudare, o è l’attesa? Come sarà, quando mi aprirà? Farà male? Nessuna delle mie sorelle ne aveva idea, né nella cella che ronzava né nel posto rumoroso in cui stavo prima.
Dita mi accarezzano lente, risalgono tutto il mio corpo, disegnano cerchi e mi cospargono del mio sudore umido. Fremo, mentre i polpastrelli raggiungono il mio viso e lo esplorano frettolosi. Perché all’improvviso ha così fretta?
Un dito trova la chiave per aprirmi, la tormenta, l’accarezza. Le bollicine sciamano, io sciabordo e gorgoglio. Qualcosa di duro mi s’infila sotto la lingua, la solleva con forza e mi costringe a dischiudermi. L’aria calda mi entra dentro con un sibilo sommesso e mi apro con uno schiocco. Non fa male, sono così eccitata che ribollo in una vampata di schiuma.
Le dita mi abbandonano la lingua, scendono lungo il corpo e mi si richiudono attorno. Il vuoto si apre sotto di me. Volo veloce in alto e mi inclino, spillo un paio di gocce eccitate che mi scivolano sul viso. Un alito ancor più caldo della stanza aleggia sulla mia fessura, riempie il poco spazio vuoto dentro di me e fa scoppiare altre bollicine. Non mi avevano detto fosse così bello.
Non lo sapevano, o volevano tenere per loro il segreto? Nessuna delle mie sorelle è mai tornata a raccontarlo.
Labbra roventi mi sfiorano, saccheggiano le mie pieghe dalle gocce sfuggite, premono prepotenti. La lingua umida trova la mia apertura e la mano che mi stringe mi inclina ancora di più. Mi riverso in una bocca calda, in un tripudio di bolle.
Torno verticale e mi riappoggio, leggera. Sono intontita e barcollo. Gli sono piaciuta anche così sudata o mi rimetterà nella cella fredda? Quanto prenderà di me? Mi terrà sempre con sé, per risucchiarmi con quella bocca rovente?
Vorrei fosse così. Morirei, ma sarebbe una piccola, bella morte.
La mano mi solleva ancora, gioca con la mia lingua, ma questa volta sono pronta. Mi inclino di slancio e l’essenza sgorga fuori da me, nella sua bocca, contro la sua lingua. A ogni assalto sono sempre più calda, sempre più vuota.
Mi riempirà, quando sarò finita? Vorrei continuasse per sempre, ma ormai sono così leggera che le voci mi rimbombano dentro.
Volo in alto, gesti secchi mi scuotono. Sembro vuota, ma nel profondo ho ancora un paio di gocce. Mi navigano dentro, anche se sono calda e ho smesso di sudare. Se mi agita ancora un po’, se ne accorgerà.
Fremo dalla voglia di inclinarmi ancora, ma non succede. Volo ancora, più a lungo.
Cosa succede?
La mano stringe forte e mi ammacca, si serra con violenza. Mi accartoccio, strido e mi lamento, ma mi riduce al ricordo di me stessa. Perché lo fa? Fino a un istante fa, mi stava baciando. È questo che è successo alle altre? Le ha svuotate e uccise come sta facendo con me?
La presa viene meno.
Roteo.
Cado.
Atterro con un tintinnio in un posto buio.
Metallo.
Ah, ecco dov’erano le mie sorelle…
E dire che avevo ancora un paio di gocce da dargli…
di Barbara Ottani
Qualcosa di caldo, morbido e cedevole mi avvolge. Mi spande dentro un tepore che ricordo di aver provato tempo fa, prima che mi chiudessero nella cella dalle pareti bianche e la luce che va e viene.
Il mondo si capovolge con uno scossone che mi fa sciaguattare. Mi trovo a testa in su; il freddo si dissipa insieme al letargo che m’intontiva.
È il mio turno? Ha scelto me?
Fuori dalla cella c’è una luce abbagliante, macchie di colore indistinte. L’aria è così torrida che inizio a sudare. Voci vicine e lontane, tintinnii e stridii mi attraversano e mi fanno vibrare.
O è l’eccitazione? In fin dei conti, è la mia prima volta… Ma sono pronta.
La cosa calda che mi stringe è una mano. È grande, mi avvolge tutta. Potrebbe stritolarmi, ma mi culla delicata. È questo l’amore?
Forse lo scoprirò oggi. Ha scelto me, niente più cella fredda. La trepidazione scatena le bollicine che mi formicolano dentro. Risalgono impazzite con un pizzicore irresistibile.
Sbatto contro una superficie dura, dondolo in qua e in là, ma rimango dritta. Finalmente è il mio turno. È il caldo che mi fa sudare, o è l’attesa? Come sarà, quando mi aprirà? Farà male? Nessuna delle mie sorelle ne aveva idea, né nella cella che ronzava né nel posto rumoroso in cui stavo prima.
Dita mi accarezzano lente, risalgono tutto il mio corpo, disegnano cerchi e mi cospargono del mio sudore umido. Fremo, mentre i polpastrelli raggiungono il mio viso e lo esplorano frettolosi. Perché all’improvviso ha così fretta?
Un dito trova la chiave per aprirmi, la tormenta, l’accarezza. Le bollicine sciamano, io sciabordo e gorgoglio. Qualcosa di duro mi s’infila sotto la lingua, la solleva con forza e mi costringe a dischiudermi. L’aria calda mi entra dentro con un sibilo sommesso e mi apro con uno schiocco. Non fa male, sono così eccitata che ribollo in una vampata di schiuma.
Le dita mi abbandonano la lingua, scendono lungo il corpo e mi si richiudono attorno. Il vuoto si apre sotto di me. Volo veloce in alto e mi inclino, spillo un paio di gocce eccitate che mi scivolano sul viso. Un alito ancor più caldo della stanza aleggia sulla mia fessura, riempie il poco spazio vuoto dentro di me e fa scoppiare altre bollicine. Non mi avevano detto fosse così bello.
Non lo sapevano, o volevano tenere per loro il segreto? Nessuna delle mie sorelle è mai tornata a raccontarlo.
Labbra roventi mi sfiorano, saccheggiano le mie pieghe dalle gocce sfuggite, premono prepotenti. La lingua umida trova la mia apertura e la mano che mi stringe mi inclina ancora di più. Mi riverso in una bocca calda, in un tripudio di bolle.
Torno verticale e mi riappoggio, leggera. Sono intontita e barcollo. Gli sono piaciuta anche così sudata o mi rimetterà nella cella fredda? Quanto prenderà di me? Mi terrà sempre con sé, per risucchiarmi con quella bocca rovente?
Vorrei fosse così. Morirei, ma sarebbe una piccola, bella morte.
La mano mi solleva ancora, gioca con la mia lingua, ma questa volta sono pronta. Mi inclino di slancio e l’essenza sgorga fuori da me, nella sua bocca, contro la sua lingua. A ogni assalto sono sempre più calda, sempre più vuota.
Mi riempirà, quando sarò finita? Vorrei continuasse per sempre, ma ormai sono così leggera che le voci mi rimbombano dentro.
Volo in alto, gesti secchi mi scuotono. Sembro vuota, ma nel profondo ho ancora un paio di gocce. Mi navigano dentro, anche se sono calda e ho smesso di sudare. Se mi agita ancora un po’, se ne accorgerà.
Fremo dalla voglia di inclinarmi ancora, ma non succede. Volo ancora, più a lungo.
Cosa succede?
La mano stringe forte e mi ammacca, si serra con violenza. Mi accartoccio, strido e mi lamento, ma mi riduce al ricordo di me stessa. Perché lo fa? Fino a un istante fa, mi stava baciando. È questo che è successo alle altre? Le ha svuotate e uccise come sta facendo con me?
La presa viene meno.
Roteo.
Cado.
Atterro con un tintinnio in un posto buio.
Metallo.
Ah, ecco dov’erano le mie sorelle…
E dire che avevo ancora un paio di gocce da dargli…
Re: La Petite Mort
Ciao Barbara! Seconda edizione consecutiva per te! Caratteri e tempo ok, buona Beppe Roncari Edition!
- Signor_Darcy
- Messaggi: 323
Re: La Petite Mort
Ciao Barbara.
Seconda prova, secondo commento per quanto mi riguarda. Rispetto al primo racconto noto forse un piccolo passo indietro a livello stilistico, dovuto però forse all’esasperazione dell’antropomorfizzazione della lattina, forse eccessiva: non mi sarebbe dispiaciuto scoprire più tardi la natura del portatore di punto di vista, ecco.
Di contro, diversi elementi ti permettono di giocare bene a livello sensoriale (ammesso e non concesso che una lattina possa provare piacere per dei cerchi disegnati sul sudore umido, ecco – ma anche questa è la bellezza della scrittura, suppongo.)
Lo spunto rimane interessante e ovviamente aderente al tema (molto libero, da questo… punto di vista, nel bene e nel male).
Un appunto che ho ricevuto più volte anch’io, non ricorrere troppo spesso alla divisione in troppi paragrafi, perché finisci per annullare l’effetto delle cesure più importanti delle altre. La cosa è particolarmente evidente nel finale, ovviamente.
Avrei evitato anche qualche punto di sospensione di troppo (per esempio quelli alla penultima riga; o prima, quando scrivi “è la mia prima volta”).
Tutto sommato un racconto discreto, comunque, considerando la difficoltà del tema.
Seconda prova, secondo commento per quanto mi riguarda. Rispetto al primo racconto noto forse un piccolo passo indietro a livello stilistico, dovuto però forse all’esasperazione dell’antropomorfizzazione della lattina, forse eccessiva: non mi sarebbe dispiaciuto scoprire più tardi la natura del portatore di punto di vista, ecco.
Di contro, diversi elementi ti permettono di giocare bene a livello sensoriale (ammesso e non concesso che una lattina possa provare piacere per dei cerchi disegnati sul sudore umido, ecco – ma anche questa è la bellezza della scrittura, suppongo.)
Lo spunto rimane interessante e ovviamente aderente al tema (molto libero, da questo… punto di vista, nel bene e nel male).
Un appunto che ho ricevuto più volte anch’io, non ricorrere troppo spesso alla divisione in troppi paragrafi, perché finisci per annullare l’effetto delle cesure più importanti delle altre. La cosa è particolarmente evidente nel finale, ovviamente.
Avrei evitato anche qualche punto di sospensione di troppo (per esempio quelli alla penultima riga; o prima, quando scrivi “è la mia prima volta”).
Tutto sommato un racconto discreto, comunque, considerando la difficoltà del tema.
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 41
Re: La Petite Mort
Ciao Barbara!
Anche per me è la seconda edizione su due in cui devo commentare il tuo racconto.
E devo dire che questo mi è piaciuto di più del precedente. Molto meno confuso e molto più aderente al tema.
Continuo a dire che hai un lessico e uno stile molto intriganti. E in questo racconto anche molto sexy.
Passando alle critiche, direi che un paio vocaboli mi hanno fatto un po' storcere il naso (cedevole e sciaguattare) e un paio di frasi mi hanno fatto momentaneamente perdere aderenza col racconto ("Potrebbe stritolarmi, ma mi culla delicata. È questo l’amore?" e "Non lo sapevano, o volevano tenere per loro il segreto? Nessuna delle mie sorelle è mai tornata a raccontarlo.")
Nel complesso, una buona prova.
Anche per me è la seconda edizione su due in cui devo commentare il tuo racconto.
E devo dire che questo mi è piaciuto di più del precedente. Molto meno confuso e molto più aderente al tema.
Continuo a dire che hai un lessico e uno stile molto intriganti. E in questo racconto anche molto sexy.
Passando alle critiche, direi che un paio vocaboli mi hanno fatto un po' storcere il naso (cedevole e sciaguattare) e un paio di frasi mi hanno fatto momentaneamente perdere aderenza col racconto ("Potrebbe stritolarmi, ma mi culla delicata. È questo l’amore?" e "Non lo sapevano, o volevano tenere per loro il segreto? Nessuna delle mie sorelle è mai tornata a raccontarlo.")
Nel complesso, una buona prova.
- Bescottina
- Messaggi: 32
Re: La Petite Mort
Signor_Darcy ha scritto:Ciao Barbara.
Seconda prova, secondo commento per quanto mi riguarda. Rispetto al primo racconto noto forse un piccolo passo indietro a livello stilistico, dovuto però forse all’esasperazione dell’antropomorfizzazione della lattina, forse eccessiva: non mi sarebbe dispiaciuto scoprire più tardi la natura del portatore di punto di vista, ecco.
Di contro, diversi elementi ti permettono di giocare bene a livello sensoriale (ammesso e non concesso che una lattina possa provare piacere per dei cerchi disegnati sul sudore umido, ecco – ma anche questa è la bellezza della scrittura, suppongo.)
Ciao Stefano,
è un piacere rileggere i tuoi commenti!
È la prima volta che mi cimento in un cambiamento così drastico del punto di vista (e la prima persona non è esattamente il mio forte), onestamente non sapevo quanto esasperare l'antropomorfizzazione (anche a livello sensoriale) e ho spinto un po' per timore che alla fine del racconto non si capisse esattamente che oggetto stesse parlando, ma mi salvo il commento per ulteriori esperimenti.
Signor_Darcy ha scritto: Un appunto che ho ricevuto più volte anch’io, non ricorrere troppo spesso alla divisione in troppi paragrafi, perché finisci per annullare l’effetto delle cesure più importanti delle altre. La cosa è particolarmente evidente nel finale, ovviamente.
Avrei evitato anche qualche punto di sospensione di troppo (per esempio quelli alla penultima riga; o prima, quando scrivi “è la mia prima volta”).
Tutto sommato un racconto discreto, comunque, considerando la difficoltà del tema.
Ti ringrazio tantissimo anche per questo suggerimento, lo terrò buono per la prossima edizione :)
Grazie mille!
Stefano Scudeler ha scritto:Ciao Barbara!
Anche per me è la seconda edizione su due in cui devo commentare il tuo racconto.
E devo dire che questo mi è piaciuto di più del precedente. Molto meno confuso e molto più aderente al tema.
Continuo a dire che hai un lessico e uno stile molto intriganti. E in questo racconto anche molto sexy.
Passando alle critiche, direi che un paio vocaboli mi hanno fatto un po' storcere il naso (cedevole e sciaguattare) e un paio di frasi mi hanno fatto momentaneamente perdere aderenza col racconto ("Potrebbe stritolarmi, ma mi culla delicata. È questo l’amore?" e "Non lo sapevano, o volevano tenere per loro il segreto? Nessuna delle mie sorelle è mai tornata a raccontarlo.")
Nel complesso, una buona prova.
Ciao Stefano, ben ritrovato anche a te e grazie mille del commento. Sono molto felice ti sia piaciuto. Spero di migliorare con le prossime edizioni, è ancora parecchio difficile per me rimanere in così pochi caratteri.
In effetti le frasi che hai indicato forse sono un po' troppo "umane", ma non sapevo quanto spingere per caricare "emozionalmente" il racconto.
Posso chiederti perché alcuni termini ti hanno fatto storcere il naso?
Grazie ancora del commento :)
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 41
Re: La Petite Mort
Ovviamente quando si tratta di parole singole si ricade spesso nel gusto personale. "Cedevole" mi è sembrato un po' ripetitivo rispetto a "morbido" e non lo assocerei a una mano. Sciaguattare non l'avevo mai sentito. Non so se è un regionalismo ma sul.momento mi è sembrata più una parola "errata", anche se il senso si capiva.
Niente di grave comunque, non è che spostino il giudizio a mio avviso.
La volta scorsa più di una persona mi aveva fatto notare un termine un po' "stonato" tra quelli che avevo usato e mi è servito (spero) per stare più attento (nel senso di essere più consapevole che bisogna pesare ogni parola, cosa estremamente difficile con caratteri e minuti contati).
Niente di grave comunque, non è che spostino il giudizio a mio avviso.
La volta scorsa più di una persona mi aveva fatto notare un termine un po' "stonato" tra quelli che avevo usato e mi è servito (spero) per stare più attento (nel senso di essere più consapevole che bisogna pesare ogni parola, cosa estremamente difficile con caratteri e minuti contati).
Re: La Petite Mort
LA PETITE MORT di Barbara Ottania
Ciao Barbara. Nonostante il poco tempo hai scritto un racconto molto ben curato. Il tuo stile è accattivante e hai reso splendidamente la sensualità del contatto tra lattina e bevitore. Forse la lattina avrebbe dovuto avere un linguaggio diverso, un suo modo di esprimersi meno “umano”. Ma ovviamente è da inventare e non è certo facile. Nel complesso un ottimo lavoro. Complimenti
Ciao Barbara. Nonostante il poco tempo hai scritto un racconto molto ben curato. Il tuo stile è accattivante e hai reso splendidamente la sensualità del contatto tra lattina e bevitore. Forse la lattina avrebbe dovuto avere un linguaggio diverso, un suo modo di esprimersi meno “umano”. Ma ovviamente è da inventare e non è certo facile. Nel complesso un ottimo lavoro. Complimenti
- Bescottina
- Messaggi: 32
Re: La Petite Mort
Stefano Scudeler ha scritto:Ovviamente quando si tratta di parole singole si ricade spesso nel gusto personale. "Cedevole" mi è sembrato un po' ripetitivo rispetto a "morbido" e non lo assocerei a una mano. Sciaguattare non l'avevo mai sentito. Non so se è un regionalismo ma sul.momento mi è sembrata più una parola "errata", anche se il senso si capiva.
Niente di grave comunque, non è che spostino il giudizio a mio avviso.
La volta scorsa più di una persona mi aveva fatto notare un termine un po' "stonato" tra quelli che avevo usato e mi è servito (spero) per stare più attento (nel senso di essere più consapevole che bisogna pesare ogni parola, cosa estremamente difficile con caratteri e minuti contati).
Assolutamente, te l'ho chiesto apposta. Anche se sono opinioni personali, c'è sempre qualcosa di utile da imparare, soprattutto sulla scelta della "parola esatta", visto che condiziona tantissimo la resa finale.
Thomas ha scritto:LA PETITE MORT di Barbara Ottania
Ciao Barbara. Nonostante il poco tempo hai scritto un racconto molto ben curato. Il tuo stile è accattivante e hai reso splendidamente la sensualità del contatto tra lattina e bevitore. Forse la lattina avrebbe dovuto avere un linguaggio diverso, un suo modo di esprimersi meno “umano”. Ma ovviamente è da inventare e non è certo facile. Nel complesso un ottimo lavoro. Complimenti
Ciao Thomas, ti ringrazio tantissimo. Anche io ero incerta su quanto "agio" dare alla sensorialità della lattina, sono contenta però che abbia trasmesso la sensualità che volevo. Grazie infinite!
-
- Messaggi: 244
Re: La Petite Mort
Ciao
il tuo racconto è veramente ben riuscito, all'inizio credevo si trattasse di un pesce o un'aragosta, è stato una sorpresa quando si è capito che si trattava di una lattina.
Il tema era piuttosto difficile stavolta, sei riuscita a proporre qualcosa di originale, il tuo racconto è uno di quelli che mi ha stupito di più.
Le descrizioni , anche se tutto la storia è completamente raccontata, non annoiano.
Complimenti
il tuo racconto è veramente ben riuscito, all'inizio credevo si trattasse di un pesce o un'aragosta, è stato una sorpresa quando si è capito che si trattava di una lattina.
Il tema era piuttosto difficile stavolta, sei riuscita a proporre qualcosa di originale, il tuo racconto è uno di quelli che mi ha stupito di più.
Le descrizioni , anche se tutto la storia è completamente raccontata, non annoiano.
Complimenti
- Luca Nesler
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Re: La Petite Mort
Ciao Barbara, piacere e benvenuta! Ottima capacità di immedesimazione e gestione delle descrizioni. Brava davvero. Purtroppo, come per il racconto di Gioco, dopo aver intuito il punto di vista, il racconto non ha più molto da dire. Mi ha ricordato un po' Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia, con questi prodotti da supermercato antropomorfizzati (e lì ancora più sessualizzati). Il fatto che il racconto si focalizzi sulle sensazioni e i pensieri della lattina lo rendono un po' monotono e noioso. Peccato perché stilisticamente mi è piaciuto molto! Sono curioso di rileggerti con qualcosa di più intenso. In genere ci si mette un po' a prendere le misure con il numero di caratteri, ma sono certo che non tarderai a farti valere. Alla prossima
- Taylor_Blackfyre
- Messaggi: 81
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Re: La Petite Mort
Ma porc...
Ma si può farmi sentire triste per una lattina?!? Meno male che non hai usato un animale, per un po' ho temuto potessi andare a parare lì. A parte lo "sciaguattare", il racconto mi è piaciuto, non ho trovato eccessiva l'antropomorfizzazione della lattina. Mi è piaciuto il lato sexy e hai colto in pieno la linea guida del punto di vista. Bel lavoro.
Complimenti e buona edition!
Ma si può farmi sentire triste per una lattina?!? Meno male che non hai usato un animale, per un po' ho temuto potessi andare a parare lì. A parte lo "sciaguattare", il racconto mi è piaciuto, non ho trovato eccessiva l'antropomorfizzazione della lattina. Mi è piaciuto il lato sexy e hai colto in pieno la linea guida del punto di vista. Bel lavoro.
Complimenti e buona edition!
- AndreaCrevola
- Messaggi: 199
Re: La Petite Mort
Ciao Barbara, abbi pazienza ma arrivo solo ora... piacere di averti letto anzitutto!
Il punto di vista è quello di una lattina (io pensavo fosse una bottiglia di vino frizzante, a dire il vero, forse per via dello stile che hai adottato: raffinato e a volte un po' barocco nella scelta dei termini da utilizzare) che viene usata e poi gettata nel contenitore del metallo. Il racconto è buono, lo stile interessante e ricercato, senza timore di usare un aggettivo in più qua e là per cercare anche un qualche effetto musicale nella lettura.
Di contro, un po' debole il conflitto e quindi la trama del racconto che si riassume in una descrizione del punto di vista della lattina. Non dico che non sia adeguato: è sufficiente ma senza lode da questo punto di vista.
Il punto di vista è quello di una lattina (io pensavo fosse una bottiglia di vino frizzante, a dire il vero, forse per via dello stile che hai adottato: raffinato e a volte un po' barocco nella scelta dei termini da utilizzare) che viene usata e poi gettata nel contenitore del metallo. Il racconto è buono, lo stile interessante e ricercato, senza timore di usare un aggettivo in più qua e là per cercare anche un qualche effetto musicale nella lettura.
Di contro, un po' debole il conflitto e quindi la trama del racconto che si riassume in una descrizione del punto di vista della lattina. Non dico che non sia adeguato: è sufficiente ma senza lode da questo punto di vista.
- Bescottina
- Messaggi: 32
Re: La Petite Mort
Giovanni P ha scritto:Ciao
il tuo racconto è veramente ben riuscito, all'inizio credevo si trattasse di un pesce o un'aragosta, è stato una sorpresa quando si è capito che si trattava di una lattina.
Il tema era piuttosto difficile stavolta, sei riuscita a proporre qualcosa di originale, il tuo racconto è uno di quelli che mi ha stupito di più.
Le descrizioni , anche se tutto la storia è completamente raccontata, non annoiano.
Complimenti
Ciao Giovanni, ti ringrazio moltissimo, sono felice che ti sia piaciuto.
Luca Nesler ha scritto:Ciao Barbara, piacere e benvenuta! Ottima capacità di immedesimazione e gestione delle descrizioni. Brava davvero. Purtroppo, come per il racconto di Gioco, dopo aver intuito il punto di vista, il racconto non ha più molto da dire. Mi ha ricordato un po' Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia, con questi prodotti da supermercato antropomorfizzati (e lì ancora più sessualizzati). Il fatto che il racconto si focalizzi sulle sensazioni e i pensieri della lattina lo rendono un po' monotono e noioso. Peccato perché stilisticamente mi è piaciuto molto! Sono curioso di rileggerti con qualcosa di più intenso. In genere ci si mette un po' a prendere le misure con il numero di caratteri, ma sono certo che non tarderai a farti valere. Alla prossima
Ciao Luca, grazie per i complimenti.
Sì, sto ancora cercando di sentirmi a mio agio nelle poche battute, alla prima edition ho provato con un racconto che aveva troppa backstory ma è rimasta nella mia testa T_T e questa volta ho appositamente iper-semplificato i gradi di conflitto. Mi sono tenuta su una semplice scena metaforica di una relazione disfunzionale per puntare sull'emozione - devo dire che, a giudicare dai commenti, al mio target è arrivato, quindi nonostante la trama sia appena accennata sono tutto sommato soddisfatta. Voglio provare a complicarmi la vita pian piano perché i caratteri così ridotti sono davvero una sfida enorme. Spero di riuscire a farti leggere qualcosa di meglio alle prossime edition! Grazie ancora!
Taylor_Blackfyre ha scritto:Ma porc...
Ma si può farmi sentire triste per una lattina?!? Meno male che non hai usato un animale, per un po' ho temuto potessi andare a parare lì. A parte lo "sciaguattare", il racconto mi è piaciuto, non ho trovato eccessiva l'antropomorfizzazione della lattina. Mi è piaciuto il lato sexy e hai colto in pieno la linea guida del punto di vista. Bel lavoro.
Complimenti e buona edition!
Ciao Taylor! Grazie mille, sono felice sia passata proprio l'emozione che volevo! Ahahah.
Noto che "sciaguattare" ha colpito parecchio. È un toscanismo, ma pensavo fosse molto più comune perché l'ho letto spesso qua e là e il suono mi piace più di "diguazzare".
Grazie ancora!
AndreaCrevola ha scritto:Ciao Barbara, abbi pazienza ma arrivo solo ora... piacere di averti letto anzitutto!
Il punto di vista è quello di una lattina (io pensavo fosse una bottiglia di vino frizzante, a dire il vero, forse per via dello stile che hai adottato: raffinato e a volte un po' barocco nella scelta dei termini da utilizzare) che viene usata e poi gettata nel contenitore del metallo. Il racconto è buono, lo stile interessante e ricercato, senza timore di usare un aggettivo in più qua e là per cercare anche un qualche effetto musicale nella lettura.
Di contro, un po' debole il conflitto e quindi la trama del racconto che si riassume in una descrizione del punto di vista della lattina. Non dico che non sia adeguato: è sufficiente ma senza lode da questo punto di vista.
Ciao Andrea, grazie per i complimenti e ti do ragione, sì, il succo del racconto si riassume un po' in quello per i motivi che ho scritto anche in risposta a Luca. Voglio capire come costruire maggiore profondità senza farmi prendere dal panico per i pochi caratteri, quindi mi sono tenuta sul semplice. Prometto che alle prossime edition oserò di più! Grazie ancora :)
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