I commenti della GUEST STAR ai racconti finalisti
I commenti della GUEST STAR ai racconti finalisti
Unlimited
Il racconto è simpatico e il tema è stato senz’altro rispettato. La scelta del dialetto romanesco, poi, è funzionale al genere comico. Attenzione comunque alle piccole incongruenze (la protagonista dice che il partner non l’ha beccata al computer, ma poco dopo la becca chiaramente).
Mi è mancato il pugno nello stomaco finale, perché la soluzione di dire che era tutto uno scherzo (anche se “per scherzo” elevato alla seconda) equivale, nel comico, a una storia fantasy in cui alla fine era tutto un sogno. A mio parere potevi trovare una soluzione con un colpo di scena finale ancora più forte.
Una prova comunque divertente e creativa.
Sentite questa
Il tema è stato declinato in modo originale, il punto di vista dell’Amplifon è senz’altro insolito! La rivelazione non arriva esattamente come un colpo di scena, perché viene anticipata a circa metà del racconto. Posticiparla fino alla fine avrebbe potuto essere una scelta più ottimale per un racconto breve come questo.
Si tratta ovviamente di un racconto paradossale e fuori dalle righe, ma la personalità dell’Amplifon forse è stata “amplificata” un po’ troppo e in alcuni casi le informazioni sono state veicolate dal senso della vista e non da quello dell’udito. Un piccolo errore, ma su cui avresti dovuto prestare un po’ più di attenzione con un tema dedicato proprio al “punto di vista”.
È in ogni caso una buona prova, che avrebbe potuto essere ottima se avessi sviluppato ancora di più il concetto di come percepisce la realtà un apparecchio acustico.
Quel pomeriggio d'agosto
Buon racconto, dall’inusuale punto di vista di una zanzara (o di una mosca). Propendo per la zanzara per la passione smodata per il sangue, ma per tutta la prima parte della lettura ho pensato che si trattasse di una mosca. Se la rivelazione finale fosse che l’insetto è una zanzara e non una mosca, non sarebbe abbastanza forte da giustificare l’ambiguità, che rischia di sfociare in un piccolo inganno al lettore.
Il comportamento iniziale della protagonista, infatti, è da mosca, e non si avverte alcun desiderio di pungere per succhiare il sangue, ma forse mi sbaglio. In ogni caso, suggerirei un lavoro di limatura per non lasciare alcuna ambiguità sull'identità della protagonista alla fine della narrazione, al di là del punto stesso del racconto in cui questa viene rivelata.
Il racconto passa dall’umoristico allo splatter, ma purtroppo manca di un vero e proprio pugno nello stomaco finale. È in ogni caso una prova interessante.
Sarò scintille e poi un bel niente
Buon racconto, con un punto di vista interessante. Soffre solo di uno svelamento troppo veloce. Avevo pensato fin dall’inizio della lettura che si trattasse di un computer… e quindi mi aspettavo di essere stupito in un altro modo, che ci fosse qualcos’altro di inaspettato. Per esempio, che alla fine non si trattasse affatto di un computer. Purtroppo, la prima lettura era quella corretta, e quindi questa è stata – a mio parere – un’opportunità mancata per portare il racconto da buono a ottimo.
C’è un piccolo errore di logica nell’espressione “troppe cose mi legano a questo posto”. Dal momento che si tratta di un portatile, e non di un PC fisso, i collegamenti via cavo non sembrano poi così insuperabili.
In ogni caso, mi è piaciuto. Bella prova.
Sorveglianza magnetica
Racconto con un interessante punto di vista, ma che lascia aperte alcune domande. Non è chiara la distinzione di ruoli tra l’Agente osservatore collegato in remoto alla mini mosca drone e il Sorvegliante, avrei spiegato un po’ meglio il motivo per cui c’è questa duplicazione, dato che basterebbe l’agente che muove la mosca da solo per spiare. È per avere due agenti che si sorvegliano a vicenda come avviene nell’FBI? E allora perché non un’intera squadra di controllo? Non è chiaro.
Anche la frase finale genera confusione: “finché non sarà salva da Loro. O da noi.” Dal contesto non si capisce chi rappresentino i due schieramenti.
Manca il pugno nello stomaco di una rivelazione finale inaspettata, ma è un buon racconto.
Asso di picche
Ritengo che il tema non sia stato interpretato in modo ottimale, in quanto il punto di vista del protagonista non risulta particolarmente insolito, dato il genere di riferimento scelto, il noir. Per questo genere letterario un vecchio rifiuto di galera è lo standard e non l’eccezione. Forse avresti potuto raccontare questa storia scegliendo un punto di vista più inaspettato.
Anche il ribaltamento del finale non è sufficientemente seminato nella prima parte, e quindi non arriva con tutta la potenza che poteva avere.
Un racconto che necessita ancora di un po’ di revisione.
Logorio
Racconto molto interessante, dato che fino alla fine non si capisce quale sia il punto di vista insolito del tema. Mi piace che resti misterioso il fatto che si tratti di un’intelligenza artificiale (più realistico) oppure di un osservatore umano (più inquietante e distopico). Mi ha stonato un po’ questa frase “Sarebbe davvero da cambiare, quel catafalco.” Qui sembra che per un istante si entri nel punto di vista dell’uomo, non dell’osservatore, che data la rivelazione finale dovrebbe invece pensare qualcosa del tipo: “Ecco, questa sì che è un’occasione di marketing!” Per non svelare la sorpresa finale hai optato per una soluzione intermedia, che però è molto borderline e rischia di essere percepita come inganno al lettore. Stai attento anche ai minimi dettagli, perché sono l’occasione per mostrare tutta la tua abilità di narratore.
Ottima prova.
Ma solo perché è una storia
Racconto grottesco e satirico, molto simpatico, tuttavia non mi pare che il tema sia stato sviluppato fino in fondo, perché il punto di vista di un narratore onnisciente, per quanto ironico, è abbastanza comune, non insolito.
Il risvolto politico della favola morale risulta universale, anche se non viene esplicitato.
Un racconto interessante.
Il rumore del silenzio
All’inizio pensavo che il punto di vista insolito fosse dato dal fatto che Michele fosse un animale domestico e non una persona, invece si rivela essere una persona cieca. Questa rivelazione non mi ha soddisfatto pienamente, anche perché non ho trovato che ci fossero semine sufficienti a corroborarla. Buona la parte delle descrizioni, quasi tutte basate sui sensi dell’udito e del tatto.
La cecità, tuttavia, è affrontata solo dal punto di vista dell’handicap. Il protagonista si piange addosso e si commisera ulteriormente proprio per questo fatto. Forse avresti potuto sviluppare di più tutte le sfaccettature della percezione di un non vedente, non solo negative, data la tua scelta di mettere questo elemento al centro del tema del contest.
Un racconto ancora acerbo, in cui occorre sviluppare di più il punto di vista del protagonista con l’immedesimazione.
Inserire contanti o carta
Racconto carino, con una morale amara. Mi è piaciuta l’idea che un’intelligenza artificiale potesse avere una coscienza etica più sviluppata di quella umana. Il tema è abbastanza rispettato, anche se il racconto non viene narrato dal punto di vista della macchinetta delle sigarette stessa ma da quella di un osservatore neutrale esterno.
Una buona prova.
La Petite Mort
Ammetto che ho dovuto leggere il racconto due volte per capire che ti riferivi a una lattina, avevo in mente almeno altre due ipotesi: un cellulare nuovo o una caramella. Ovviamente perché non avevo unito tutti i puntini e non ho automaticamente associato le “bollicine” a una bevanda gassata.
Il modo in cui scrivi è ricco e sensoriale, mi è piaciuto come hai preso sul serio e sviluppato fino in fondo il tema del punto di vista insolito.
Ottima prova.
Un'inedita proposta modesta
Mi è piaciuto. Racconto amaro e spietato, con un umorismo nero che ben si addice al punto di vista selezionato per narrare la vicenda.
L’unico elemento un po’ fuori sesto è che difficilmente riesco a immaginarmi la voce narrante che parla ad Abdul. Mi pare una riflessione interiore piuttosto che un “pistolotto” pronunciato ad alta voce.
Un’ottima prova.
Linfa Rossa
Un racconto molto accurato, che prende sul serio l’immersione nel punto di vista particolarissimo della protagonista: una pianta di appartamento.
Mi ha convinto un po’ meno il risvolto del finale violento, che ho trovato non necessario. Per rendere interessante il racconto non è sempre necessario inserire un fatto di sangue, si poteva convogliare lo stesso la violenza in altro modo.
Comunque un’ottima prova.
Piccolo come un gneur
Bel racconto. Il tema è interpretato come un cambiamento di punto di vista rispetto a quello che era naturale per il protagonista prima dell’esperienza di diventare padre.
Non trovo particolari criticità, tranne forse il fatto che la morale è molto esplicita, il cambiamento interviene nel protagonista senza particolari resistenze, rischiando di sembrare un racconto a tesi.
Una buona prova, che potrebbe essere resa ottima scavando di più nella psicologia del protagonista, mettendone in evidenza i conflitti interiori.
Libera
Bel punto di vista inaspettato! Mi è piaciuto il modo in cui hai capovolto la sorellastra di Cenerentola rimettendola al centro della sua storia. E anche il ribaltamento dei valori ufficiali e delle premesse della fiaba.
Se posso dare un suggerimento, porterei il racconto al presente, per rendere ancora più fresca e immediata la narrazione. Le fiabe sono al passato remoto. Le storie vere di personaggi forti sono al presente.
Ottima prova.
Il racconto è simpatico e il tema è stato senz’altro rispettato. La scelta del dialetto romanesco, poi, è funzionale al genere comico. Attenzione comunque alle piccole incongruenze (la protagonista dice che il partner non l’ha beccata al computer, ma poco dopo la becca chiaramente).
Mi è mancato il pugno nello stomaco finale, perché la soluzione di dire che era tutto uno scherzo (anche se “per scherzo” elevato alla seconda) equivale, nel comico, a una storia fantasy in cui alla fine era tutto un sogno. A mio parere potevi trovare una soluzione con un colpo di scena finale ancora più forte.
Una prova comunque divertente e creativa.
Sentite questa
Il tema è stato declinato in modo originale, il punto di vista dell’Amplifon è senz’altro insolito! La rivelazione non arriva esattamente come un colpo di scena, perché viene anticipata a circa metà del racconto. Posticiparla fino alla fine avrebbe potuto essere una scelta più ottimale per un racconto breve come questo.
Si tratta ovviamente di un racconto paradossale e fuori dalle righe, ma la personalità dell’Amplifon forse è stata “amplificata” un po’ troppo e in alcuni casi le informazioni sono state veicolate dal senso della vista e non da quello dell’udito. Un piccolo errore, ma su cui avresti dovuto prestare un po’ più di attenzione con un tema dedicato proprio al “punto di vista”.
È in ogni caso una buona prova, che avrebbe potuto essere ottima se avessi sviluppato ancora di più il concetto di come percepisce la realtà un apparecchio acustico.
Quel pomeriggio d'agosto
Buon racconto, dall’inusuale punto di vista di una zanzara (o di una mosca). Propendo per la zanzara per la passione smodata per il sangue, ma per tutta la prima parte della lettura ho pensato che si trattasse di una mosca. Se la rivelazione finale fosse che l’insetto è una zanzara e non una mosca, non sarebbe abbastanza forte da giustificare l’ambiguità, che rischia di sfociare in un piccolo inganno al lettore.
Il comportamento iniziale della protagonista, infatti, è da mosca, e non si avverte alcun desiderio di pungere per succhiare il sangue, ma forse mi sbaglio. In ogni caso, suggerirei un lavoro di limatura per non lasciare alcuna ambiguità sull'identità della protagonista alla fine della narrazione, al di là del punto stesso del racconto in cui questa viene rivelata.
Il racconto passa dall’umoristico allo splatter, ma purtroppo manca di un vero e proprio pugno nello stomaco finale. È in ogni caso una prova interessante.
Sarò scintille e poi un bel niente
Buon racconto, con un punto di vista interessante. Soffre solo di uno svelamento troppo veloce. Avevo pensato fin dall’inizio della lettura che si trattasse di un computer… e quindi mi aspettavo di essere stupito in un altro modo, che ci fosse qualcos’altro di inaspettato. Per esempio, che alla fine non si trattasse affatto di un computer. Purtroppo, la prima lettura era quella corretta, e quindi questa è stata – a mio parere – un’opportunità mancata per portare il racconto da buono a ottimo.
C’è un piccolo errore di logica nell’espressione “troppe cose mi legano a questo posto”. Dal momento che si tratta di un portatile, e non di un PC fisso, i collegamenti via cavo non sembrano poi così insuperabili.
In ogni caso, mi è piaciuto. Bella prova.
Sorveglianza magnetica
Racconto con un interessante punto di vista, ma che lascia aperte alcune domande. Non è chiara la distinzione di ruoli tra l’Agente osservatore collegato in remoto alla mini mosca drone e il Sorvegliante, avrei spiegato un po’ meglio il motivo per cui c’è questa duplicazione, dato che basterebbe l’agente che muove la mosca da solo per spiare. È per avere due agenti che si sorvegliano a vicenda come avviene nell’FBI? E allora perché non un’intera squadra di controllo? Non è chiaro.
Anche la frase finale genera confusione: “finché non sarà salva da Loro. O da noi.” Dal contesto non si capisce chi rappresentino i due schieramenti.
Manca il pugno nello stomaco di una rivelazione finale inaspettata, ma è un buon racconto.
Asso di picche
Ritengo che il tema non sia stato interpretato in modo ottimale, in quanto il punto di vista del protagonista non risulta particolarmente insolito, dato il genere di riferimento scelto, il noir. Per questo genere letterario un vecchio rifiuto di galera è lo standard e non l’eccezione. Forse avresti potuto raccontare questa storia scegliendo un punto di vista più inaspettato.
Anche il ribaltamento del finale non è sufficientemente seminato nella prima parte, e quindi non arriva con tutta la potenza che poteva avere.
Un racconto che necessita ancora di un po’ di revisione.
Logorio
Racconto molto interessante, dato che fino alla fine non si capisce quale sia il punto di vista insolito del tema. Mi piace che resti misterioso il fatto che si tratti di un’intelligenza artificiale (più realistico) oppure di un osservatore umano (più inquietante e distopico). Mi ha stonato un po’ questa frase “Sarebbe davvero da cambiare, quel catafalco.” Qui sembra che per un istante si entri nel punto di vista dell’uomo, non dell’osservatore, che data la rivelazione finale dovrebbe invece pensare qualcosa del tipo: “Ecco, questa sì che è un’occasione di marketing!” Per non svelare la sorpresa finale hai optato per una soluzione intermedia, che però è molto borderline e rischia di essere percepita come inganno al lettore. Stai attento anche ai minimi dettagli, perché sono l’occasione per mostrare tutta la tua abilità di narratore.
Ottima prova.
Ma solo perché è una storia
Racconto grottesco e satirico, molto simpatico, tuttavia non mi pare che il tema sia stato sviluppato fino in fondo, perché il punto di vista di un narratore onnisciente, per quanto ironico, è abbastanza comune, non insolito.
Il risvolto politico della favola morale risulta universale, anche se non viene esplicitato.
Un racconto interessante.
Il rumore del silenzio
All’inizio pensavo che il punto di vista insolito fosse dato dal fatto che Michele fosse un animale domestico e non una persona, invece si rivela essere una persona cieca. Questa rivelazione non mi ha soddisfatto pienamente, anche perché non ho trovato che ci fossero semine sufficienti a corroborarla. Buona la parte delle descrizioni, quasi tutte basate sui sensi dell’udito e del tatto.
La cecità, tuttavia, è affrontata solo dal punto di vista dell’handicap. Il protagonista si piange addosso e si commisera ulteriormente proprio per questo fatto. Forse avresti potuto sviluppare di più tutte le sfaccettature della percezione di un non vedente, non solo negative, data la tua scelta di mettere questo elemento al centro del tema del contest.
Un racconto ancora acerbo, in cui occorre sviluppare di più il punto di vista del protagonista con l’immedesimazione.
Inserire contanti o carta
Racconto carino, con una morale amara. Mi è piaciuta l’idea che un’intelligenza artificiale potesse avere una coscienza etica più sviluppata di quella umana. Il tema è abbastanza rispettato, anche se il racconto non viene narrato dal punto di vista della macchinetta delle sigarette stessa ma da quella di un osservatore neutrale esterno.
Una buona prova.
La Petite Mort
Ammetto che ho dovuto leggere il racconto due volte per capire che ti riferivi a una lattina, avevo in mente almeno altre due ipotesi: un cellulare nuovo o una caramella. Ovviamente perché non avevo unito tutti i puntini e non ho automaticamente associato le “bollicine” a una bevanda gassata.
Il modo in cui scrivi è ricco e sensoriale, mi è piaciuto come hai preso sul serio e sviluppato fino in fondo il tema del punto di vista insolito.
Ottima prova.
Un'inedita proposta modesta
Mi è piaciuto. Racconto amaro e spietato, con un umorismo nero che ben si addice al punto di vista selezionato per narrare la vicenda.
L’unico elemento un po’ fuori sesto è che difficilmente riesco a immaginarmi la voce narrante che parla ad Abdul. Mi pare una riflessione interiore piuttosto che un “pistolotto” pronunciato ad alta voce.
Un’ottima prova.
Linfa Rossa
Un racconto molto accurato, che prende sul serio l’immersione nel punto di vista particolarissimo della protagonista: una pianta di appartamento.
Mi ha convinto un po’ meno il risvolto del finale violento, che ho trovato non necessario. Per rendere interessante il racconto non è sempre necessario inserire un fatto di sangue, si poteva convogliare lo stesso la violenza in altro modo.
Comunque un’ottima prova.
Piccolo come un gneur
Bel racconto. Il tema è interpretato come un cambiamento di punto di vista rispetto a quello che era naturale per il protagonista prima dell’esperienza di diventare padre.
Non trovo particolari criticità, tranne forse il fatto che la morale è molto esplicita, il cambiamento interviene nel protagonista senza particolari resistenze, rischiando di sembrare un racconto a tesi.
Una buona prova, che potrebbe essere resa ottima scavando di più nella psicologia del protagonista, mettendone in evidenza i conflitti interiori.
Libera
Bel punto di vista inaspettato! Mi è piaciuto il modo in cui hai capovolto la sorellastra di Cenerentola rimettendola al centro della sua storia. E anche il ribaltamento dei valori ufficiali e delle premesse della fiaba.
Se posso dare un suggerimento, porterei il racconto al presente, per rendere ancora più fresca e immediata la narrazione. Le fiabe sono al passato remoto. Le storie vere di personaggi forti sono al presente.
Ottima prova.
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