Pagina 1 di 1
Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 ottobre 2024, 2:36
da antico
BENVENUTI ALLA BEPPE RONCARI EDITION, LA SECONDA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 185° ALL TIME!Questo è il gruppo CRISTOFORO della BEPPE RONCARI EDITION con BEPPE RONCARI come guest star. Gli autori del gruppo CRISTOFORO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo RENZO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo GERTRUDE. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da BEPPE RONCARI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo CRISTOFORO:Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani, ore 00.20, 3953 caratteri
Modernità, di Katjia Mirri, ore 23.14, 3994 caratteri
Pirati, di Mario Mazzafoglie,
ore 01.33, 3836 caratteri
MALUS QUATTRO PUNTILibera, di Debora Donadel, ore 00.04, 3987 caratteri
La fine di tutto, di Maurizio Chierchia, ore 00.28, 3994 caratteri
Lo scorcio, di Cinzia Fabretti, ore 00.59, 3989 caratteri
Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi, ore 23.50, 3864 caratteri
Linfa Rossa, di Daniela Battistini, ore 00.28, 3534 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 31 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo RENZO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo RENZO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo RENZO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA BEPPE RONCARI EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 ottobre 2024, 17:10
da M.M
Andiamo con la mia classifica:
1. Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
2. La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
3. Modernità, di Katjia Mirri
4. Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi
5. Linfa Rossa, di Daniela Battistini
6. Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
7. Libera, di Debora Donadel
8. Pirati, di Mario Mazzafoglie
Credo difficilissimo a questo giro dare un ordine, molti dei testi erano a un livello simile.
A seguire le recensioni.
Contenuto nascosto
Registrati ed effettua l'accesso per visualizzare questo contenuto.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 25 ottobre 2024, 19:10
da gioco
Eccoci al traguardo con la soffertissima classifica.
Innanzi tutto complimenti, siete tutti autori dotati e interessanti. Questa volta più di altre trovo che la differenza qualitativa tra primi e ultimi sia sottile. Dover dare un ordinamento è compito crudele. Quindi... in bocca al lupo a tutti voi.
Commenti
Piccolo come un gneur - MatteoMantoani
Ciao Matteo, piacere di rileggerti!
Il tuo stile è decisamente solido e quasi riconoscibile. Il racconto è scritto bene e l'alternanza delle due scene mi sembra fluida, con rimandi puntuali ma non forzati tra l'una e l'altra. Molto vivide le descrizioni della macelleria.
Forse il subitaneo cambiamento emotivo del macellaio appare un po' tirato. Capisco bene che coi minuti contati non è facile, una volta scelta una strada non c'è tempo per ripensamenti. Però l'evento scatenante sembra debole se ci si immedesima nel contesto di chi ha scelto e svolge quella professione da anni (non lo dici, è vero, ma l'impressione è che Bepi faccia quel mestiere da tempo).
In ogni caso una buona prova, complimenti e in bocca al lupo!
Modernità - KatyBlacksmith
Ciao Katjia, eccomi di nuovo a commentarti!
Il racconto funziona, e lo sguardo è sicuramente originale. Sarebbe interessante capire come delle monetine possano indossare un Borsalino o un impermeabile, ma i caratteri erano troppo pochi per costruire un'ambientazione. Nella mia testa le vedo come disegnate in un cartone animato degli anni '40.
Forse all'inizio la lettura risulta un po' faticosa: non avendo ancora chiaro chi siano i soggetti mi son trovato a dover rileggere alcune frasi un paio di volte prima di proseguire. Infine, risulta un po' ambiguo il fatto che i tagli di monete e banconote sembrino personaggi univoci, ma raccontino esempi di "vita vissuta" attribuibili ad un singolo esemplare.
Una pignoleria: per eufonia avrei scritto "da modem a 56 Kbps".
Ti faccio comunque i complimenti: un racconto godibile e simpatico! Buona edition!
Pirati - Mario Mazzafoglie
Ciao Mario, piacere di leggerti!
L'idea del racconto è interessante, con la fantasia del gioco ispirata dalla vita reale.
Mi permetto piccole osservazioni critiche, sperando possano essere utili. In qualche occasione lo stile risulta appesantito (ad es. "portò la bottiglia di rum alla bocca e tracannò un lungo sorso di rum" con "di rum" ripetuto), probabilmente sviste dovute al tempo fugace. Il finale col disvelamento sembra un po' affrettato. Il protagonista dice "al tavolo manco solo io" ma poi tutti si aspettano l'arrivo di Gilmur. Se ho ben capito Tobias è figlio di Gilmur, non mi convince molto il figlio ubbidiente e smidollato di un padre gradasso e ubriacone.
Nel complesso comunque una bella prova, buona Roncari edition!
Libera - Debora
Buongiorno Debora, piacere di leggerti!
Il racconto è molto godibile e ben scritto. Di quelli letti finora credo sia quello che mi è piaciuto di più.
Mi permetto quindi delle osservazioni sperando possano essere utili.
Ci sono un paio di sviste (Come può [fa] un uomo ... ad essere cattivo), una piccola ripetizione che si poteva facilmente evitare (arrivo del principe, arrivarono).
Ho faticato con (e ho dovuto rileggere più volte) la parte dove rievocano le parentele, e la cosa mi ha disturbato facendomi uscire dall'immersione nella storia. Mi son detto: ma com'è possibile che abbiano conosciuto il padre ma non abbiano fatto in tempo a conoscere il patrigno? Aiuto mi son perso! Rileggendo e conoscendo la storia originale poi si può comprendere cosa intendesse significare la frase. Ma che cos'è che non hanno fatto in tempo a vedere? Non ha senso esprimersi così riguardo eventi antecedenti al matrimonio di loro madre col padre di Cenerentola, di cui ovviamente non potevano aver avuto esperienza.
Nel complesso comunque una gran bella prova, complimenti! E in bocca al lupo per l'edition!
La fine di tutto - Maurizio Chierchia
Ciao Maurizio, lieto di rileggerti!
Il tuo racconto mi piace e mi intiriga per l'atmosfera al tempo stesso sommessa e tesa, il tono colloquiale ma sospeso. L'idea è originale e pur senza fuochi d'artificio direi che funziona.
Se devo fare qualche appunto, nella speranza che possa risultare utile, trovo che ci sia poca evoluzione nel corso della narrazione, manca un po' di pathos e l'emozione rimane piatta per tutto il racconto. La Morte morente nel suo soliloquio mi sembra un po' troppo didascalica, fa tutta la spiegazione di come si accresce inglobando le anime eccetera, e in questo suona finta. Perché dovrebbe far lo spiegone? E per chi? Noto poi una cosa che a me criticano spesso, e quindi sto cercando di farci caso: c'è un po' l'effetto muro di parole, magari spezzando graficamente in diverse sezioni avresti dato più di respiro.
Detto questo comunque per me una buona prova, sicuramente a tema. Buona fortuna!
Lo scorcio - Cinzia Fabretti
Ciao Cinzia, piacere di leggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, e trovo che il modo in cui hai centrato il tema sia originale: la frase finale è entusiasmante.
Mi permetto un'osservazione critica, sperando possa risultare utile. Trovo che l'inizio arranchi un po': le ultime due battute del dialogo risultano troppo didascaliche, tradiscono l'intenzione di informare il lettore, rendendo la lettura meno scorrevole e più faticosa. Inoltre il ricordo della giornata passata è slegato dai ricordi successivi, visto l'incipit in cui scrivi "QUELLA giornata" si viene portati a pensare che quella giornata particolare debba essere importante nella vicenda.
Ci sono poi un paio di punti in cui sembra che le frasi siano state eccessivamente limate per rimanere nei 4000 caratteri (ad es. "senza condividere col marchese [alc]un particolare del progetto"). Capisco benissimo il problema(!) ma forse si poteva togliere qualche spiegazione e mantenere il resto più equilibrato.
Detto questo però voglio farti i complimenti, nel complesso la trovo decisamente una bella prova! E in bocca al lupo per la Beppe Roncari edition!
Tessitrice di Destini - Elettra Fusi
Buongiorno Elettra, felice di rileggerti!
Trovo l'idea del racconto molto bella, l'ambiente emotivo della Moira è molto ben costruito.
Ti riporto un paio di cose che non mi sono del tutto chiare e che personalmente compromettono un po' la godibilità del testo.
Perche' usi le iniziali puntate E. ed M. ma poi scrivi Linda e non L.? Non ho capito il significato del secondo filo annodato al primo. Infine, l'ultimo paragrafo, in particolare quell' "Avresti almeno potuto dirmelo", significa che Cloto dimentica e riscopre periodicamente che le sue azioni infuenzano i corpi dei viventi infliggendo dolore?
Credo ci sia un refuso "un paio di colleghi la sta[nno] portando fuori".
A parte l'essere un po' criptico per questi aspetti però il racconto mi è piaciuto molto, decisamente una bella prova! Complimenti e auguri per l'edition!
Linfa Rossa - HandyManny_D
Ciao Daniela, credo sia la prima volta che ho il piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto; bella l'idea, in accordo al tema, intrigante la narrazione. C'è il quotidiano e c'è il drammatico. Lo sguardo è insolito e a tratti straniante, ma non in senso negativo. Zona podio.
Sperando possa esser utile ti segnalo alcune cose che ho trovato un po' confuse. La protagoinsta sta sul davanzale? Su di un tavolino con altre piante? Su un tavolino solo suo, ma vicino ad altre piante su altri tavolini tutti vicini al davanzale? L'aggressore è uno sconosciuto per la pianta, quindi non è mai stato nell'appartamento, ma dall'epilogo si direbbe un partner geloso e violento (alla fine piange persino per il gesto femminicida).
Aggiungo anche una curiosità: la pianta ha piena consapevolezza dei termini che indicano cose, azioni e concetti, sa cos'è una tazza, un papero, un impermeabile, cos'è l'alito, una zuffa o una danza. Quindi chiamare linfa il sangue è intenzionale da parte sua? Sta "vegetalizzando" la sua umana?
Ancora complimenti e in bocca al lupo per la gara!
Classifica.
Questa volta podio tutto al femminile!
1. Libera
2. Linfa Rossa
3. Lo scorcio
4. Tessitrice di Destini
5. Piccolo come un gneur
6. Modernità
7. Pirati
8. La fine di tutto
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 ottobre 2024, 12:30
da Azzurra Mackenzie
1) Piccolo come uno gneur
Testo bellissimo. Crudo, vivido, destabilizzante.
Ottimo uso del pov inusuale in maniera particolare, in quanto è proprio un cambio di prospettiva della vita per la nascita di suo figlio. Un bacio in fronte di benedizione.
Mi è piaciuto davvero tantissimo!
Ottimo stile che puoi secondo me un pochino osare di più, però nel senso che se devi migliorare il migliorabile, per me è rendere la forma ancora più elegante di quello che è già.
2) Modernità
Carina l'idea delle monetine e banconote che discutono tra di loro.
Divertente come fai vedere le loro ansie per il fatto che la gente butta le monetine da uno e due centesimi, la parte della scritta/cazzetto disegnato.
E il conflitto causato dal terrore per l'uso delle banconote e l'arrivo della Modernità.
3) Linfa rossa
Originale l'idea.
Sicuramente c'è un margine di miglioramento per la scena dell'aggressione. Però ce la puoi fare.
Fighissima l'idea di un crime con una pianta che osserva la scena, ovviamente una cosa difficile ma non vuol dire che non dovevi provare anzi.
Sicuramente da questa esperienza secondo me se provi a editarlo anche seguendo le indazioni degli altri esce un raccontino più che dignitoso.
4) La fine di tutto
Bellissima l'idea. Ottimo stile.
Ma manca un pochino di mordente, figa l'idea di questo essere ultradimensionale che filosofeggia sul proprio lavoro. Sull'essenza della vita e dell'umanità.
Però manca un pochino di conflitto che dia pepe al tutto. Infatti risulta un pochino didascalico.
Nel complesso ci sta.
5)Tessitrice di destini
Carina l'idea delle Moire. Con Cloto che in una sovversione non vuole adempiere al suo ruolo. Che è in tema con un pov inusuale. Essendo una divinità che non vuole rispettare il proprio ruolo.
Bella l'idea che si passano questi fili di colori diversi.
Solo sporca di più la prosa, che è un pochino troppo semplice.
6) Libera
Noto che hai preso influenza dal soggetto di Engaged di Roncari. Per l'idea di far vedere la fiaba di Cenerentola dal punto di vista della sorellastra cattiva
Comunque molto bello il racconto, ma trovo l'esecuzione come un compitino senza infamia e senza lode.
Potevi osare molto di più, come idea, come stile. Anche perché il tema come è stato presentato è estremamente ampio.
7)Lo scorcio
Bellino. L'hook però non è attraente.
L'idea carina. Però addirittura il finale è un incipit migliore. Non ironicamente invertendo la struttura e rendendo tutto la narrazione del figlio che vedendo il quadro parla di suo padre e di quella giornata sarebbe stata decisamente migliore.
Anche perché la parte del padre pittore anziano che vede che non riesce a dipingere bene e tutta la vicenda che si sviluppa è molto carino.
Solo attenzione che il pov è leggermente e dico leggermente traballante in alcuni punti. Nel senso se devi fare narratore onnisciente stai attento che il rischio è uscire dal pov del narratore ed entrare nel personaggio confondendo.
Complimenti comunque.
8) Pirati
Bellina l'idea dei pirati che sono fantasia del bambino. Ma la vicenda è abbastanza scialba e poi fa stranissimo che sia un sedicenne, però va beh non è quello il problema. Dovevi sfruttare di più il lato avventuroso dei pirati per contrastarlo con la realtà.
Tipo fare una vera avventure, farli effettivamente passare in mezzo a degli iceberg con il protagonista che vuole dimostrarsi utile. In contrasto al ragazzo che invece che solo andare a cena deve fare un servizio palloso per la madre.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 28 ottobre 2024, 19:42
da antico
Avete ricevuto tre classifiche. Oltra alla mia, ne dovrete ricevere altre cinque.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 ottobre 2024, 10:25
da Emiliano Maramonte
Ecco classifica e commenti.
Buona gara!
CLASSIFICA
1. LINFA ROSSA di Daniela Battistini
2. PICCOLO COME UN GNEUR di Matteo Mantoani
3. LIBERA di Debora Donadel
4. LA FINE DI TUTTO di Maurizio Chierchia
5. MODERNITA' di Katjia Mirri
6. TESSITRICE DI DESTINI di Elettra Fusi
7. LO SCORCIO di Cinzia Fabretti
8. PIRATI di Mario Mazzafoglie
________________________________________________________________________________________________________
COMMENTI
PICCOLO COME UN GNEUR di Matteo Mantoani
A una prima lettura il racconto mi ha provocato un senso di forte straniamento perché la vicenda non mi è risultata ben chiara. Hai presentato in due paragrafi vari personaggi, e ho avuto difficoltà a immedesimarmi o a capire chi fosse il portatore di PDV. Poi mi sono detto: "Rileggiamolo con attenzione!" e la rilettura mi è servita! La situazione è chiara, se si bada a seguire per bene la scansione delle scene. E il punto di vista "inedito" (come da traccia del torneo) è quello di un macellaio che vede il mondo attraverso il filtro del suo lavoro. La nascita di un figlio è sempre un evento sconvolgente nella vita di una persona e in questo caso hai reso ottimamente lo stravolgimento emotivo. Mi sono piaciuti due elementi: 1 - l'humor nero, che mi ha ricordato il film "Delicatessen"; 2 - l'effetto disturbante e destabilizzante, come ho accennato all'inizio; 3 - il PDV, direi abbastanza inedito e particolare.
Se c'è qualche pelo nell'uovo, è proprio piccolino e dettato da pignoleria personale. Primo: boh, non so se la dichiarazione di un medico possa provocare una svolta nell'atteggiamento verso il proprio lavoro. Di punto in bianco, un macellaio che ha a che fare con sangue e interiora tutti i giorni, si fa scrupoli e addirittura prova una specie di ribrezzo? Nella costruzione narrativa del tuo racconto, per coerenza interna, lo voglio accettare, perché determina la chiusura di un arco narrativo, ma qualche perplessità mi rimane. Secondo: qualche frase si poteva alleggerire, ad esempio: "[...] se solo avesse immaginato cosa avrebbe significato avere quelle immagini nebbiose in testa per tutto il giorno, e poi rimettersi a lavorare con quei corpicini da fare a pezzi…"
Nel complesso una buona prova, ai livelli di bravura a cui ci hai abituato.
MODERNITA’ di Katjia Mirri
Mi aspettavo (e mi aspetto ancora) di leggere racconti con il punto di vista centrato su un oggetto, un animale, un vegetale e così via... E nel tuo caso non hai fatto eccezione. E' carina è interessante la storia delle monetine che, in incognito, riflettono sul loro destino di obsolescenza. All'inizio avevo pensato a dei robot (DueC, UnoC, Cinque...) poi verso la fine ho ricostruito il colpo di scena. Purtroppo il racconto soffre della difficoltà a ingranare all'inizio; vari personaggi presentati tutti insieme, scambio serrato di battute, immedesimazione "lenta", poi fila tutto liscio fino allo scioglimento finale.
Sul fronte della scrittura, poco da segnalare, lo stile è abbastanza pulito e scorrevole. Tema centrato.
Non mi ha fatto impazzire ma l'ho gradito per l'idea e per l'ironia (amara).
PIRATI di Mario Mazzafoglie
Vado subito al dunque: il racconto è carino e con una conclusione amara. Almeno hai provato ad amalgamare realtà e fantasia, anche se con diversi inconvenienti.
Ad esempio: il primo punto di vista che dovrebbe portare il lettore dentro la storia è frammentato. All'inizio facciamo la conoscenza con il mozzo Tobias e, in teoria, dovrebbe essere lui il nostro sguardo sulla vicenda. Poi la "telecamera" si sposta sul Gilmur che viene presentato, descritto, fatto muovere all'interno di un contesto, e alla fine scompare. Torna Tobias, infine compare un altro marinaio che fugge dalla nave. La scena si conclude. Nuovo punto di vista, si palesa il vero protagonista dell’intera vicenda, che si rivela essere non proprio rosea. Colpo di scena (abbastanza “ni”), sipario.
Non ti voglio dare suggerimenti su come avresti potuto (ri)scrivere la trama, perché in fondo la storia è tua e ti andava di concepirla così, ma poteva essere sviluppata con maggior impegno… Non so, è come se avessi colto un po’ di svogliatezza, ma magari mi sbaglio.
Ultima cosa: svista sicuramente dovuta al meccanismo infernale di minuti contati, ma Jhon meglio scriverlo “John”, a meno che non ci siano varianti che non conosco.
Tema centrato? Mmmmmmmmm.
LIBERA di Debora Donadel
Ecco, questa è un'idea fresca e intelligente! Un punto di vista davvero inedito! Sin dalle prime battute ho capito che si sarebbe parlato di Cenerentola, ma il vero interesse era dove volessi andare a parare. Mi è piaciuto il pizzico di horror verso la fine (idea geniale anche quella!) e il sottotesto antimaschilista e antipatriarcale che ha come immediata conseguenza l'emancipazione definitiva della protagonista. E infatti proprio in chiusura, fai in modo che Genny sia libera dalle convenzioni, dalle imposizioni sociali e dalle regole patriarcali. Un pochino stucchevoli alcuni dialoghi, ma non viene meno il valore del racconto.
Tema centratissimo.
LA FINE DI TUTTO di Maurizio Chierchia
Il racconto mi è piaciuto sotto diversi profili, innanzitutto lo stile, sicuramente "ampolloso" ma al servizio del tipo di storia ultraterrena che hai voluto raccontare, poi il nucleo tematico alla base della trama, ossia l'architettura dell'aldilà. In 4000 caratteri hai strutturato una visione del mondo dei morti inquietante e profonda, illustrando un meccanismo alquanto inedito. Quello che manca davvero è una spina dorsale. Non fraintendermi: non l'impegno o la qualità del testo, bensì un obiettivo, un percorso legato al personaggio. Ciò che ho letto è stata una sorta di "finestra" su un universo a noi sconosciuto, ma null'altro. C'è poca immedesimazione in un personaggio, cosa che, in un qualsiasi testo narrativo, è il perno di tutto.
Tema centrato.
LO SCORCIO di Cinzia Fabretti
Il racconto è interessante. Non essendo esperto d'arte non ho afferrato subito i riferimenti. Mi sembra di aver capito che parla del Mantegna, ma non ho altri appigli culturali per poterlo dire, se non la citazione finale. Tutto fila abbastanza liscio sino a "Sospirò" poi, purtroppo il testo diventa una specie di sussidiario di arte dove vengono illustrate le vicende di Andrea alla corte dei Gonzaga, per poi arrivare alla scena finale con un salto temporale in cui vediamo il figlio scoprire il dipinto del Cristo, che innesca considerazioni sulla grandezza artistica e umana del padre.
Avrei voluto viverle direttamente queste emozioni. Non sono un integralista della focalizzazione interna, ma sarebbe stato bello vedere il tutto attraverso gli occhi di Andrea (a metà racconto) e di Francesco alla fine, senza narrare la storia come se stessi sussurrandomela a un orecchio. Mi rendo conto che una vicenda così articolata avesse bisogno di molti più caratteri, però si potevano scegliere ad hoc dei "fotogrammi" di vita per darci le pennellate di un quadro più ampio.
Tuttavia ho apprezzato il substrato tematico: la tensione tra l'arte come carriera e l'arte come espressione spirituale e intima, con una riflessione sul lascito dell'artista, non solo in termini di opere, ma anche come visione unica del mondo che altri, come il figlio Francesco, possono raccogliere.
Tema preso un po' alla lontana.
TESSITRICE DI DESTINI di Elettra Fusi
Un merito, questo racconto, ce l'ha, ed è quello di far riflettere, e tanto. Ci sono tali e tanti significati stratificati che occorre leggere il testo più volte per afferrare alcune delle diverse implicazioni. Ad esempio io ci ho visto soprattutto un significato esistenziale, laddove la sofferenza è parte ineluttabile dell'esperienza umana e di fronte a dolore, spesso, molti di noi sono impotenti. Per quanto riguarda la storia in sé, ho vaghe reminiscenze scolastiche della mitologia greca, per cui ho avuto difficoltà a ricordare le tre Moire, ciò mi ha reso assai difficoltosa la lettura. C'è un poca chiarezza nell'esposizione delle scene e ho avuto una fastidiosa sensazione di distanza dal racconto, me ne dispiace.
Ti devo invece fare i complimenti per il modo in cui hai interpretato il tema del contest: sicuramente uno dei punti di vista più inediti trovato sinora in questa Edition.
LINFA ROSSA di Daniela Battistini
Leggo che hai partecipato già all'Edition del "Vizietto", quindi sicuramente ci siamo incrociati. Perdonami però se non ricordo la tua partecipazione. In ogni caso, lieto di leggerti!
Il racconto mi è piaciuto molto. Ottimo lo stile, pulito scorrevole, al servizio della storia. Hai anche padroneggiato un punto di vista che ritengo particolare: una prima frammista a una seconda, non facile da gestire. La trama fa parte di quella categoria di storie nella quale è un oggetto, una pianta, un qualcosa di inanimato a parlare. Me ne aspettavo molte così, in questa Edition, ma nel tuo caso, la prospettiva è più fresca e profonda. La vicenda è abbastanza comprensibile: la pianta, che ha un rapporto di grande affetto con la sua proprietaria, assiste impotente a un'aggressione, poi, vittima essa stessa, muore rivolgendo all'umana un pensiero d'amore. Commovente la frase finale che sancisce proprio questo triste destino comune e - consentimi - linfatico.
Cosa aggiungere? Tema centrato con lode!
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 ottobre 2024, 17:59
da antico
Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 ottobre 2024, 12:18
da Bescottina
Eccomi qua con la mia classifica.
Che dire, è stato davvero faticoso decidere ma è stato un piacere leggervi tutti!
Classifica:
1 - Linfa Rossa, di Daniela Battistini
2 - Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
3 - Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
4 - Libera, di Debora Donadel
5 - La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
6 - Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi
7 - Modernità, di Katjia Mirri
8 - Pirati, di Mario Mazzafoglie
Commenti:
Piccolo come un gneur – Mattero Mantoani► Mostra testo
Ciao Matteo, è un piacere leggerti!
Mi è piaciuto moltissimo come hai gestito i cambi scena, con la lepre a zampe aperte che riprende l'immagine di Rita dal ginecologo; il cuore che batte che riporta alle interiora della lepre. Per me era molto chiaro il momento dei passaggi da una situazione all'altra.
Sia la realtà della macelleria che lo studio del ginecologo sono molto vividi, ma asciutti al punto giusto da lasciarti lo spazio per paragoni azzardati ma molto efficaci (simpatico come il gelato al gusto di broccolo). Potevi alleggerire la lunghezza di alcune frasi avvalendoti di qualche virgola e punto in più ("Il dottor Buda clicca ancora con quel mouse decrepito, lo schermo mostra [...] i colori. La sua voce...) giusto per dare più aria alla frase, e sfruttare qualche sottinteso (per esempio quando parti di interiora e frattaglie, anche senza ripeterti con frattaglie e organi, è chiaro che parli sempre di quello), ma sono finezze e non disturbano affatto la lettura.
Anche io ho qualche dubbio di verosimiglianza sul fatto che l'ecografia possa portare un macellaio a provare ribrezzo per il suo lavoro, ma ho deciso di crederci perché l'arco narrativo racchiuso in così pochi caratteri comunque funziona e rimane attinente al tema di questa edizione.
Unica nota negativa, per me, è la decisa instabilità nella gestione del POV. Fino a "vuole pulirla, o semplicemente accarezzarla" ti sei tenuto a focalizzazione zero: un narratore esterno narra tutto (abbiamo tante indicazioni: "Bepi le tiene la mano per confortarla ma trema tutto anche lui."; "Non è chissacché, ma Rita si porta una mano alla bocca tutta emozionata."; "Anche Bepi ha le lacrime agli occhi"), e il "Sono proprio piccoli..." potrebbe essere attribuito a un narratore esterno.
Dopo "vuole pulirla, o semplicemente accarezzarla?", invece, "Povero gneur" e "Merda ma che gli sta succedendo" sono chiaramente fraseggio interiore. Ti sposti in una focalizzazione interna e la cosa mette in dubbio molte delle considerazioni che hai inserito: simpatico come un broccolo, le macchie grigie che sembrano una lotta tra una tempesta ecc sono la visione di Buda o del narratore esterno?
Nel complesso, comunque, lo ritengo un ottimo racconto. Complimenti!
Modernità - Katjia Mirri► Mostra testo
Ciao Katy, è un piacere leggerti!
Hai decisamente centrato il tema dell'edizione e mi è piaciuto molto il modo ironico e frizzante con cui hai gestito una scena che in realtà è piena di amarezza.
Come ti hanno già fatto notare, la pecca maggiore è l'inizio del racconto: tanti personaggi, inseriti troppo in fretta e con dei dettagli che faticano a ingranare per identificare "l'ecosistema". All'inizio pensavo che UnoC e DueC fossero dei droidi e il dettaglio "sgrano le stelline che ho lungo il bordo" - che è bellissimo e davvero azzeccato - perde moltissima forza.
So che è sempre una forte tentazione quella di giocare sull'attribuzione del POV per renderlo un colpo di scena, ma è molto complicato e non si addice bene a tutti i racconti. Il tuo, per esempio avrebbe avuto molta più forza se fosse stato immediatamente chiaro che erano monete - poi capisco che magari l'intento era altro e, ma smorza molte battute e molte immagini che hai dato, che invece sarebbero state ancora più divertenti se fosse stato più chiaro. Purtroppo il dettaglio della filigrana di Cinque passa un po' in sottofondo: sembra che cinque distenda qualcosa che ha in mano, non che distenda sé stessa.
Alcuni tratti di dialogo sono molto didascalici: "Come no!" sembra anticipare il fatto che la monetina proprietaria di POV non abbia idea di ciò che le deve spiegare Cinque, ma poi è evidente che invece lo sappia e che Cinque sappia che il portatore di POV sa, infatti usi "Ancora con quella storia" che riprende il precedente "Sempre la stessa storia".
"Stanno cercando di farsi passare per agenti segreti" è proprio la spiegazione didascalica di quello che hai detto nella frase precedente (un po' come quel "provo a informarmi" che anticipa la domanda in cui prova a informarsi).
"Lo sai anche tu: la loro esistenza è appesa a un filo sottile." fa suonare l'intera battuta come un "as you know bob" a beneficio del lettore.
In generale, comunque l'idea è molto molto carina e apprezzabile, complimenti!
Pirati – Mario Mazzafoglie► Mostra testo
Ciao Mario, è la prima volta che ti leggo e ti commento, quindi piacere :)
Per quanto la vicenda sia chiara, mi sfugge la parte che renderebbe "insolito" il punto di vista.
Per la narrazione iniziale in cui si gioca con la fantasia? Non so, non è una scelta così insolita.
Per l'età che hai attribuito a Jhon? Forse, ma più che risultarmi insolita, mi crea qualche perplessità. Manca qualche dettaglio che giustifichi l'età che hai scelto, non mi risulta chiaro dai pensieri del proprietario del POV.
A parte alcune ridondanze che ti hanno già segnalato, mi manca il coinvolgimento emotivo iniziale: se Jhon odia Gilmor come sembra fare in chiusura, ecco questo disprezzo lo vedo molto poco nella parte di fantasia. È vero, ridicolizza la ciurma, ma non così tanto quanto mi aspetterei con le emozioni che invece fa uscire nel finale.
Non mi ha convinto molto, forse era un tipo di racconto che richiedeva molto più spazio per essere adeguatamente forte.
Spero di leggerti ancora!
Libera - Debora Donadel► Mostra testo
Ciao, Debora! È stato un piacere leggerti.
Hai centrato in pieno il tema, sovvertendo il punto di vista di un’antagonista per raccontarne l’emancipazione dal contesto patriarcale in cui vive, e gli hai dato quella punta horror che io apprezzo tantissimo. Anche se apprezzo più il mostrato, che il raccontato, hai sfruttato al meglio l'uso della prima persona passata per rendere piacevole anche il raccontato.
Come ti hanno già detto, l’unica pecca sono alcune parti di dialogo. Capisco che avessi bisogno di mostrare l’odio della protagonista verso il sistema e verso gli uomini per porre le basi tematiche del racconto, ma questa linea:
«Cos’hai di bacato in quella testolina, ti sei dimenticata nostra madre inginocchiarsi di fronte la frusta di nostro padre? E cosa pensi, che il nostro patrigno fosse migliore? Non abbiamo fatto in tempo a vederlo, ma pensaci, Anastasia, pensaci un attimo: qualcuno forse sa com’è morta la sua prima moglie? E poi, quella rincretinita di Cenerentola, che non osa neanche alzare la testa quando le parla la servitù, secondo te, come l’ha cresciuta se non a suon di bastonate?»
che in un dialogo reale tra persone che si conoscono con lo stesso vissuto comune potrebbe avvenire (nella vita reale usiamo spessissimo gli “as you know, Bob”), nel racconto è proprio un “as you know, Bob” e lo penalizza un po’. Se avessi giocato più di sottintesi e non detti, lasciando all’immaginazione del lettore gli abusi alla madre e a Cenerentola, il dialogo avrebbe avuto ancora più forza.
Attenta all’uso di avverbi e gerundi e alla punteggiatura, che ti è scappata qualche virgola di troppo. (un esempio tra tanti: «Quante storie, potrei capire tua sorella con quei piedoni che si ritrova ma a te, accidenti, basterà piegare un po’ le dita!» «Quante storie! Potrei capire tua sorella, con quei piedoni che si ritrova, ma a te, accidenti, basterà piegare un po’ le dita!»)
Nel complesso è stata un’ottima prova, complimenti!
La fine di tutto - Maurizio Chierchia► Mostra testo
Ciao Maurizio, piacere leggerti!
Ho apprezzato molto il registro che hai usato, è perfetto per il tipo di racconto che hai strutturato e tiene bene la tensione e l’interesse fino alla fine. È uno stile molto adatto all'atmosfera metafisica della narrazione. Come ti ha fatto notare M.M la parte centrale subisce un po’ l’effetto spiegone, che è riassumibile con l’apertura che gli hai dato: “Ma da quel che so, ciò non è vero. Con me finisce tutto.”
L’idea della luce in fondo al tunnel che racconta è meravigliosa, mi ha ricordato il collasso gravitazionale che porta alla creazione di un buco nero e la cosa mi dà i brividi (non chiedere, non so perché).
Quello che manca è un’evoluzione interna. Visto che la luce dimostra comunque un certo grado di empatia nei confronti delle anime che inghiotte, provo a buttarti lì un’idea su come potresti dare “movimento” alla sua evoluzione interna: se la luce senza sentimenti ed emozioni scoprisse di avere paura nel suo ultimo istante? Potrebbe dare al racconto quel twist inaspettato.
Per me è stata un’ottima prova, complimenti!
Lo scorcio - Cinzia Fabretti► Mostra testo
Ciao Cinzia! È la prima volta che commento un tuo racconto e come prima cosa voglio farti i complimenti per come hai declinato il tema, applicandolo non al narrato, ma a un’oggetto importante nella narrazione. Bravissima, per me è un’idea vincente.
Quello che però non mi ha convinta per niente è l’apertura. Non mi ha fornito un gran contesto, più che altro è molto a beneficio del lettore, ma senza un aggancio forte con quella che trovo sia la parte davvero valida del racconto, cioè il modo in cui hai affrontato la disperazione del declino del pittore, il suo timore per la vecchiaia, per non essere più in grado di creare.
L’ho letto per intero la prima volta, e poi solo da “Si guardò le mani” ignorando le cose sul cognato, e funziona alla perfezione. Se avessi risparmiato le battute per affrontare solo quella, e avessi ampliato la carica emotiva (ne hai già messa molta, io l’ho trovato molto toccante, ma coi caratteri in più per me saresti riuscita benissimo a centrare ancora meglio l’obiettivo), il tuo racconto sarebbe senza dubbio finito al primo posto della classifica.
Fai qualche prova, nella sua brevità è uno di quei racconti che meritano un approfondimento perché è molto forte.
A presto e buona edition.
Tessitrice di Destini - Elettra Fusi
Ciao Elettra, è la prima volta che leggo un tuo racconto, quindi piacere.
Allora, sono un po’ in difficoltà col tuo racconto, lo ammetto, perché ho trovato uno stacco nettissimo e spaesante tra la prima parte, che ho trovato molto bella e vivida, e il finale. Altri hanno già commentato alcune discrepanze, quindi non starò a ripeterle, il punto è che non ho capito dove volessi andare a parare con il dialogo tra Cloto e Fato. Qual era la chiusura tematica che volevi trasmettere? L’ineluttabilità del destino anche per chi i destini li tesse? Il peso della sofferenza sulla vita? Mi rimane un po’ fumosa.
Ti hanno già fatto notare che per le prime due scene hai usato la maiuscola puntata anziché il nome intero, come invece hai fatto per la terza. Per il resto, occhio alla punteggiatura, ti sarebbe servito qualche punto in più, al posto delle virgole. Avrebbe dato maggior ritmo ed enfasi ad alcune parti del racconto.
È uno di quei racconti che mi piacerebbe molto rileggere una volta affinato, perché ha un’idea forte alla base, ma poco espressa. Spero di rileggerti presto e buona edition!
Linfa Rossa - Daniela Battistini► Mostra testo
Ciao Daniela, è la prima volta che ti leggo, ed è stato un vero piacere farlo!
Innanzitutto mi è piaciuto che pur essendo in prima persona, la pianta si rivolga a un “tu”, quindi sia mescolata a una narrazione in seconda persona. È molto funzionale, molto intimo nel caso di questo racconto.
Tutta la prima parte fila molto liscia, ma c’è un pezzettino minuscolo che immagino ti servisse a rallentare il momento di solitudine della pianta e dare l’idea domestica del contesto, ma dà molto poco alla narrazione: l’immagine dei tavolini, le briciole e il divano. Se fosse stata una semina funzionale sarebbe stata perfetta, perché hai costruito una bella immagine in poche parole, ma perde molto e diventa un po’ il “momento debole” della narrazione. Forse avresti potuto sfruttarlo meglio per rafforzare la semina della “vegetalizzazione” della proprietaria – per me era chiara con l’immagine di lei in strada, ma potrebbe sfuggire.
Ti do alcuni suggerimenti tecnici che potrebbero tornarti utili anche in futuro:
- “esplode” immagino non sia in senso letterale, ma accostato a una porta evoca un’immagine precisa, che non è quella che volevi dare (presumo che la porta si spalanchi con violenza, e che non esploda in miriade di schegge);
- “esce dalla borsa tremando, spruzzando”: in realtà sono due azioni consecutive, non contemporanee e nemmeno di durata equivalente, quindi voleva il presente “spruzzi”
- “…bruciore, come una lama, come una fiamma”: lama o fiamma? Il dolore da taglio e quello da fuoco sono ben diversi.
- Dei “sembra” non ne hai bisogno, sei in un POV certo per quello che riguarda la percezione spaziale, meno ne usi e più sono immediate le immagini che passi
- “come cenere/come un guscio” sono metafore eccessivamente vicine e “come cenere” accostato al fumo è molto… beh, direi ovvio, quindi era evitabile. “Come un guscio”, invece, mi ha confusa: non avevo minimamente capito che lui avesse colpito la proprietaria della pianta col vaso, perché un uovo e una faccia hanno due consistenze molto diverse, ma capisco fosse complicato trovare in poco tempo una metafora calzante.
- Prova a ridurre i verbi filtro (ti fa anche guadagnare caratteri).
Scusa la pappardella, ma hai un ottimo stile e questo racconto è quello che per tema, resa, carica emotiva e tensione mi ha colpito maggiormente, quindi volevo spenderci due paroline in più nella speranza di esserti utile.
Tema centratissimo! Complimenti e buona edition!
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 ottobre 2024, 16:47
da antico
Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre tre classifiche.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 30 ottobre 2024, 22:53
da Luca Moggia
Eccoci a un altro giro di MC!
Complimenti per le idee, tutti racconti originali e decisamente… insoliti!
Nei commenti mi sono dilungato sui punti secondo me migliorabili, nell'ottica di provare a dare qualche idea.
Idee da intendersi come spunti, non certo come soluzioni o tanto meno correzioni di sorta. Spero di aver fatto un buon lavoro.
Mi è parso che, nello sforzo di seguire il tema dell’edizione, si sia corso il rischio di generare racconti con qualche difetto di chiarezza o immedesimazione. Questo elemento, non da solo ovviamente, ha influito sulle valutazioni.
Nella metà alta della classifica le differenze sono veramente piccole (decimali nei punteggi che utilizzo).
Mai come stavolta avrei voluto un podio a quattro posti.
Basta, fine delle chiacchere.
Ecco la classifica e, a seguire, i commenti:
1 – Linfa Rossa, di Daniela Battistini
2 - Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
3 - Libera, di Debora Donadel
4 – Modernità, di Katjia Mirri
5 - La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
6 - Pirati, di Mario Mazzafoglie
7 - Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
8 - Tessitrice di destini, di Elettra Fusi
1 - Linfa Rossa, di Daniela Battistini
tema assolutamente centrato con il punto di vista che si sposta dentro una pianta. Decisamente insolito.
Il racconto a mio parere funziona, sei riuscita a creare una buona tensione emotiva utilizzando l'interiorità del punto di vista.
In particolare mi è piaciuto l'atteggiamento di venerazione che la pianta ha nei confronti della donna. Una venerazione che però non stanca perché animata da un sentimento di amore.
Buono il passaggio dalla situazione idilliaca a quella brutale della seconda parte.
Un bello stacco che accentua la carica emotiva del racconto.
Ti segnalo un paio di cosette che comunque non hanno pregiudicato la godibilità della storia.
Alla prima lettura del racconto non avevo ben capito cosa fosse successo nel punto che va da "Mi sento sollevare" fino a "Sono esposta, senza via di scampo". Rileggendo il racconto ho immaginato che l'aggressore abbia sollevato il vaso per poi spaccarlo in testa alla donna. In quel momento la pianta è "accecata" dallo spray al peperoncino quindi ha perfettamente senso che non veda cosa succede. Detto questo un pochino di confusione l'ho sentita.
Peccato non vedere meglio l'aggressore. Qualche dettaglio in più, che lo rendesse inquietante avrebbe accentuato ancora la tensione nella scena.
In conclusione ti faccio i complimenti perché il racconto mi ha colpito.
2 - Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
Un bel racconto, davvero!
Mi è piaciuto il modo in cui gradualmente colleghi le due linee temporali che inizialmente sembrano
entrarci poco l'una con l'altra. Sono entrambe esperienze del protagonista è vero, ma mi chiedevo quale fosse il nesso fino alla rivelazione che chiarisce tutto. A mio avviso un'operazione riuscita.
Forse il cambio di atteggiamento di Bepi è reso in modo un po' troppo repentino quando "Passa la mano sul fianco della carcassa: vuole pulirla, o semplicemente accarezzarla? Povero gneur… Merda, ma che gli sta succedendo?"
In quel momento non mi era ancora del tutto chiaro che stesse facendo l'associazione coniglio squartato - feto quindi la presa di coscienza arriva un po' improvvisa.
Fosse stata dopo «Bepi pensa, tuo figlio è come un piccolo gneur!», sarebbe arrivata con più immediatezza.
L'associazione fra lo gneur macellato e il figlio in arrivo mi ha fatto provare un certo disagio e quindi... operazione riuscita anche qua! E' venuto automatico empatizzare con Bepi.
Insomma un buon racconto congegnato in modo sapiente.
In bocca al lupo per l'Edizione e alla prossima!
3 - Libera, di Debora Donadel
Diversamente da altri racconti di questa Edition hai inteso il punto di vista come le convinzioni, i principi e la visione del mondo. Questa secondo me è una buona scelta e aumentava la difficoltà di ideazione rispetto all'utilizzo di oggetti vari o macchine.
Il risultato è decisamente buono, mi è piaciuta l'idea di dare a Genoveffa (Genny!) il ruolo di protagonista.
Anche la realizzazione mi ha convinto: il dialogo funziona e anche la scena d'azione, con quel tocco horror, l'ho decisamente apprezzata.
Posso farti un unico appunto riguardo alle motivazioni di Genny. Nel dialogo in cui spiega alla sorella il suo punto di vista parla di mariti/patrigni che frustano, uccidono e bastonano. Forse un po' troppo caricato. Per empatizzare con Genny secondo me sarebbe stato sufficiente anche solo uno degli episodi violenti tanto più che c'è il tema dalla sudditanza delle donne a cui lei si ribella.
Al netto di questa piccolezza, buonissimo racconto!
4 – Modernità, di Katjia Mirri
Hai decisamente centrato il tema dell'edizione con un racconto simpatico e originale.
Mi è piaciuta molto l'idea dell'eliminazione dei centesimi, ottima trovata per per inserire il conflitto nella storia.
Stilisticamente hai fatto un buon lavoro.
I dettagli che inserisci sono carini e i dialoghi suonano bene, hanno un bel ritmo che invoglia la lettura.
Grazie a questi ultimi ho letto con interesse tutto il racconto riuscendo a superare anche quello che, a mio parere, rappresenta il punto debole della narrazione, ossia l'inizio un po' confusionario.
Parlo della parte che va dall'inizio fino a: "stanno cercando di farsi passare per agenti segreti"
La storia comincia con dei personaggi parecchio strani che dicono cose ancora più strane.
Non riuscivo proprio a farmi un'idea e, preso dallo sforzo di trovare il senso della cosa, mi stavo perdendo.
Come ti dicevo, la forza dei dialoghi mi ha fatto superare lo scoglio e, svelato che si trattava di banconote e monete parlanti, mi sono gustato in pieno la storia.
Forse avresti potuto rendere l'ansia dei centesimi evitando il travestimento. E' carino e fa da base a delle battute simpatiche però aggiunge ulteriore complessità. Inoltre le cose che loro dicono in apertura insieme al fatto che si levino di torno alla svelta è abbastanza indicativo.
Comunque, in racconti come questo trovare il punto giusto per rivelare l'informazione strategica non è semplice e a mio parere effetto sorpresa qui funziona.
5 - La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
Personalmente preferisco storie con uno stile semplice e scorrevole rispetto a quelle con un registro ricercato e "solenne" (passami il termine). Alcuni passaggi, come per esempio "[...] la loro innocenza brilla luminosa, ingigantendomi più di ogni altra fiammella che si reputi una stella". li ho trovati un po' ostici.
D'altra parte, raccontare una storia, che comunque si fa leggere, con questo tipo di prosa evocativa e ricercata non è facile. Penso che con i paletti di Minuti Contati non ne sarei proprio capace! (Ma forse anche senza :-)
L'idea di fondo del racconto mi è piaciuta e l'ho trovata originale. Bella anche la riflessione sul fatto che questa entità cosmica custodisca le storie delle persone e che queste storie si perdano per sempre una volta che l'essere giunge alla sua estinzione.
Sebbene l'affresco sia interessante non ho percepito grande immedesimazione. Penso che questo sia dipeso dal fatto che le riflessioni del protagonista sono nettamente preponderanti rispetto agli eventi che accadono in scena.
E' vero però che lo stile ricercato e questa sorta di "staticità" sono molto adatti al tipo di punto di vista che, inutile dirlo, è decisamente insolito.
Ti faccio comunque i complimenti per la capacità di scrittura!
6 - Pirati, di Mario Mazzafoglie
La storia, pur non centrando in pieno il tema, lo affronta un modo interessante con un ragazzo che gioca di fantasia e ci da il proprio punto di vista sui familiari. A questo giro, però, mi pare manchi un po' della forza narrativa a cui mi hai abituato.
L'idea di fondo è simpatica, il protagonista che immagina i familiari come dei pirati sfigati, mi ha fatto sorridere.
La prima prima parte invece funziona meno.
Suona un po' neutra e poco caratterizzata dai sentimenti che il protagonista prova verso il fratello e verso Gilmur.
E' vero, li ritrae come pirati sfigatissimi, ma non ho sentito granché la rabbia e l'insofferenza che invece percepisco nelle battutte del dialogo finale.
Il suo alter ego nella storia (il marinaio che appare alla fine) non li affronta nemmeno, limitandosi a scappare alla prima buona occasione. Penso che questa remissività sia stata una scelta di caratterizzazione del protagonista e quindi va bene a priori, ma non mi ha colpito come avrebbe potuto fare.
Mi viene in mente che invece della scena della fuga poteva esserci una descrizione ridicolizzante anche della madre come membro dell'equipaggio. Il gioco dell' "abbandonare la nave" credo si sarebbe capito comunque dalla frase finale del ragazzo.
La seconda parte mi è piaciuta molto di più, ci ritrovo il tuo stile mordente alla "Mi confesso" che apprezzo sempre molto.
7 - Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
Trovo il tema dell'Edizione pienamente centrato. Buona l'idea di intendere il punto di vista come tecnica pittorica, insolita perché alternativa rispetto al contesto artistico dell'epoca. Come conoscenze di pittura e di storia dell'arte sono praticamente a zero, giusto qualche ricordo (molto sfocato) delle scuole. Nonostante questo, ho trovato senza difficoltà l'aggancio tematico nel racconto. Ciò significa che mi è arrivato in modo chiaro.
Non altrettanto chiaro invece l'incipit.
Mi sono davvero perso nel capire a chi attribuire le battute del dialogo e a collocare nel giusto rapporto i personaggi nominati.
Se fosse stato, per esempio, "Andrea ricordava quella giornata e quel discorso. – Come sta Nicolosia? - disse Giovanni" avrei inquadrato meglio la situazione.
Solitamente non leggo gli altri commenti, ma questa volta era palese che mi stesse sfuggendo qualcosa. Dopo aver scritto il commento gli ho dato un'occhiata. Nessuno ha segnalato gli aspetti di cui ti parlo perciò sono portato a pensare che sia un problema mio. Sicuramente dovuto anche alla mia mancanza di referenti culturali riguardo al contesto e ai personaggi della storia.
In realtà, per arrivare alla riflessione di Andrea, vero cuore del racconto, potevo evitare di fissarmi su questa parte.
Solo che non sapendolo e avendo la convinzione che fosse importante capirlo per poter capire la storia, mi sono appunto "fissato". E questo senso di spaesamento mi ha seguito anche nel prosieguo della lettura.
La riflessione di Andrea è la parte del racconto che mi è piaciuta di più. Si sente la paura del pittore e la forza con cui si aggrappa alla sua arte, condensandola nel piccolo quadro. Una visione talmente intima e personale del suo stato d'animo che diventa incomunicabile agli altri ma in cui lui esprime pienamente i suoi sentimenti.
8 - Tessitrice di destini, di Elettra Fusi
Trovo il tema dell'Edizione centrato. Sia in senso letterale, con la protagonista che è una divinità, sia sotto l'aspetto "ideologico" poiché si ribella al proprio compito proponendo quindi l'alterazione dello status quo.
Venendo al contenuto ti premetto che non conosco praticamente nulla delle Parche (se non qualche vago ricordo scolastico), né i loro nomi, né i loro ruoli. Soprattutto i loro ruoli.
Ho intuito abbastanza presto che si trattasse delle tre sorelle mitologiche ma probabilmente per la mancanza di queste informazioni ho faticato a seguire la storia. Se avessi avuto in mente la loro caratterizzazione e conosciuto i loro ruoli nel mito, penso che avrei seguito meglio la narrazione.
La struttura a "mini storie" è un'idea interessante, ma (complice anche la ristrettezza di caratteri) ha contribuito a frastornarmi poiché ogni volta venivano inseriti nuovi personaggi e nuove situazioni.
La parte del dialogo con la madre è molto più chiara, segno che lo stile che utilizzi è buono. Lo è in realtà anche nel resto del racconto solo che appunto ci sono troppe cose che ho avuto bisogno di decodificare mentre leggevo.
In sintesi, idea buona e attinente al tema. Buono anche lo stile di scrittura.
Migliorabile, a mio parere, la costruzione della trama e il passaggio delle informazioni al lettore.
Complimenti a tutti e alla prossima Edizione!
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 ottobre 2024, 16:24
da antico
Oltre alla mia dovete ancora ricevere altre due classifiche.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 ottobre 2024, 17:12
da BruceLagogrigio
Ecco la classifica sempre molto difficile da stilare. Tutti ottimi autori:
1 Linfa Rossa, di Daniela Battistini
2 Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
3 Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
4 Modernità, di Katjia Mirri
5 Libera, di Debora Donadel
6 La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
7 Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi
8 Pirati, di Mario Mazzafoglie
Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
In terza persona (Bepi). tempo verbale presente. Ambientazione: Macelleria / studio medico. Genere: Realistico. Tema centrato.
Ciao Matteo, piacere di leggerti come al solito. Lo stile è ottimo come ci hai abituato. L’immersione si sente nonostante la terza persona grazie all'attenzione viscerale che hai usato per i dettagli materiali e sensoriali, specialmente per le scene un po’ più splatter. Anche se c’è quel problema che ha evidenziato Moretto sul pensiero diretto che estranea un po’.
Buonissima la dose di tensione e il conflitto interiore ti fa veramente leggere tutto d’un fiato. Anche l’alternanza delle scene aiuta tantissimo.
Per quanto riguarda i difetti del racconto; direi l’unica cosa è che non è così sorprendente come punto di vista, sì abbastanza particolare ma niente di cosi estraneo (c’è chi ha osato molto molto di più). Nel senso che il racconto potrebbe andare bene per molti altri temi meno specifici di questo. Difetto importante visto che legato al tema.
Alla prossima!
Modernità, di Katjia Mirri
In prima persona. tempo verbale presente. Ambientazione: Portafoglio. Genere: umoristico/fantastico. Tema centrato.
Ciao Katjia, piacere di leggerti.
Ti faccio i complimenti perché lo stile è sempre ottimo. Come per gli altri commentatori ho fatto un po’ fatica a capire tutta la parte iniziale, facendomi perdere la scorrevolezza di lettura che nei tuoi scritti è sempre perfetta. Tanto più che tutto quel discorso del travestimento e dello zero zero sette confondeva ancora più le acque.
Era meglio magari scrivere i nomi per esteso? Anche se poi c’è il problema dei caratteri ma forse risolvibile.
I vari difettucci ti sono stati detti già nei precedenti, aggiungo che purtroppo non hai toccato il problema delle commissioni e del lucraggio che le banche fanno sull’uso della carta eheh.
L’idea e la declinazione del è simpatica e molto particolare.
Alla prossima.
Bruce.
Pirati, di Mario Mazzafoglie
In terza persona (prima parte) passato remoto, prima persona presente (seconda parte). Ambientazione: Piratesco (Prima parte) Casa familiare (seconda parte). Genere: Drammatico? Tema centrato.
Ciao Mario, piacere di leggerti.
Allora l'idea di base mi è piaciuta molto. Mi ha ricordato un po’ il racconto della Belotti della scorsa edizione (QUESTIONE D’ONORE) che aveva unito saggiamente il fantasy che però era in realtà un'ambientazione moderna.
Il “gancio” iniziale non è particolarmente incisivo. Forse era meglio un'introduzione più d’effetto che un descrizione esterna per introdurre la nave.
Secondo me più che un problema di voglia come ha detto il buon Maramonte si percepisce che hai avuto poco tempo. La ripetizione del rum è un chiaro segno.
Anche secondo me forse la prima parte forse era da accorciare in favore della seconda più densa.
Bello rivedere la figurazione reale dei personaggi immaginati dal ragazzo. Chissà se la fuga del ragazzo non sia esattamente come quella che ha immaginato per il suo alter ego?
Alla prossima.
Bruce.
Libera, di Debora Donadel
In prima persona. Tempo verbale passato remoto/imperfetto. Ambientazione: Stanze castello Cenerentola Genere fantastico/dark. Tema Centrato.
Ciao Debora, piacere di leggerti.
Un bel punto di vista insolito, Genoveffa (Genny) si mostra in tutta la sua complessità. La sua non è solo una ribellione alla scarpetta, al principe, ma soprattutto a un intero sistema patriarcale. lo stile è fresco e simpatico, e si legge bene. Belle anche le tinte dark con il sangue e il clima cupo in generale.
La parte che mi ha meno convinto:
“Cos’hai di bacato in quella testolina, ti sei dimenticata nostra madre inginocchiarsi di fronte la frusta di nostro padre? E cosa pensi, che il nostro patrigno fosse migliore? Non abbiamo fatto in tempo a vederlo, ma pensaci, Anastasia, pensaci un attimo: qualcuno forse sa com’è morta la sua prima moglie?”
Purtroppo è veramente “as you know” bob.
A concludere c’è da dire che il racconto lascia con una sospensione che mi sembra di ritrovare nelle migliori fiabe postmoderne: invece di un lieto fine per la coppia, c'è una scelta individuale, silenziosa ma potente, che sa di libertà.
Bruce.
La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Astratta/Metafisica. Genere fantastico. Tema Centrato.
Ciao Maurizio, un piacere rileggerti, allora che dire, come me hai scelto di sperimentare può andare bene può andare male, penso sia andata 50% per tutti e due. La mancanza di immedesimazione e il “tell” non so quanto siano ben visti su MC anche se ci sono state diverse eccezioni che sono arrivate in cima alla classifica per cui è sempre un rischio. Traspare in realtà un po’ di immedesimazione del POV: nonostante la Morte sia oltre il dolore o la gioia, traspare un vago senso di empatia verso le anime che accoglie, come se la sua esistenza fosse definita proprio da quelle luci destinate a svanire. È una visione affascinante e straziante al tempo stesso, perché fa riflettere sulla fine non solo della vita “umana”, ma anche della "vita" della Morte stessa.
A livello del racconto purtroppo la prima lettura è stata tutta falsata dal fatto che ho pensato fin dall’inizio che il POV fosse un buco nero che risucchiasse le stelle e che venisse a sua volta assorbito da un buco nero più enorme.
Detto questo la tematica è molto profonda e implica riflessioni filosofiche e religiose non indifferenti. tema sicuramente centrato e stile sempre ottimo.
Bruce.
Lo scorcio, di cinzia Fabretti
In terza persona. Tempo verbale passato remoto / passato prossimo / imperfetto. Ambientazione: corte rinascimentale italiana, tra Mantova e Roma. Genere: storico. Tema Centrato.
Ciao Cinzia, ci siamo scambiati di posto questa volta, piacere di leggerti ancora.
Il racconto nel complesso mi piace. Crea una bella atmosfera e i riferimenti storici sono tutti da apprezzare. Lo storico mi sembra il tuo genere preferito, almeno da scrivere, giusto?
Nella scrittura ho sentito meno sentimento rispetto ad altri tuoi racconti (ho percepito meno emozione a parte il finale) e un po’ mi dispiace anche se a livello di stile non posso dire nulla.
Ottima l’idea anche per il punto di vista.
Non mi convince molto anche i discorsi diretti iniziali che sembrano più parlare al lettore che far loro.
Comunque resta un valido racconto che concentra l’enfasi e il climax su un finale d’effetto.
Bruce.
Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi, ore 23.50, 3864 caratteri
In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Monte Olimpo / Mitologia greca. Genere fantastico/mitologico. Tema Centrato.
Ciao Elettra, piacere di leggerti. Non mi ripeto rispetto ai commenti precedenti per quanto riguarda le debolezze del racconto. Anche a me il finale non ha fatto impazzire e forse è l’unico elemento veramente migliorabile.
Il resto è davvero ottimo, le sensazioni sono tangibili (hai giocato benissimo con sensi) e trasmesse al lettore egregiamente, ottimo livello di immersione. Buono anche l’incipit.
Diciamo che tutto si smorza un po’ con questo finale che lo rende un racconto meramente descrittivo senza che la trama abbia un vero punto di arrivo.
Molto personale il fatto che Cloto chiami il fato stronza, l’ho apprezzato particolarmente
Ottima anche l’idea del punto di vista dalla parte di chi tesse le storie.
Ho avuto un po’ di confusione iniziale, ma per problema mio, nel senso che non ricordavo i nomi delle Moire quindi ci ho messo troppo a comprendere il testo.
Alla prossima.
Bruce.
Linfa Rossa, di Daniela Battistini
In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Casa familiare. Genere: thriller/fantastico. tema centrato.
Ciao Daniela, credo anche io di non aver letto nulla di tuo quindi piacere di leggerti.
Il racconto mi è molto piaciuto nel complesso, per come hai gestito il POV, per lo stacco fra la pace iniziale e la scena di violenza. Molto buono anche il finale.
Non è per nulla facile far calare il lettore nelle sembianze di un vegetale non avendo molti dei nostri sensi, ma credo ci sei riuscita piuttosto bene.
La parte che mi ha convinto meno è stata questa:
La mia attenzione si sposta sul salotto in subbuglio: tre calici incrostati di vino rosso si innalzano come torri ubriache dal tavolino basso. Briciole di cibo segnano un percorso verso il divano, i cuscini conservano l’impronta di tre corpi che hanno riso e festeggiato fino a notte fonda.
Mi storce un po’ il fatto che vedesse proprio come se avesse gli occhi, e non è chiara tutta la scena sia una semina per il finale (ma direi di no).
L’epilogo del racconto è triste e drammatico nel modo giusto.
Alla prossima e in bocca al lupo.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 ottobre 2024, 17:57
da antico
Oltre alla mia dovete ancora ricevere una sola classifica.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 ottobre 2024, 19:07
da Stefano.Moretto
Chiedo profondamente scusa a tutti per il ritardo, speravo di avere più tempo in settimana, purtroppo non è stato così.
Classifica:
1.Linfa Rossa
2.Modernità
3.Libera
4.Tessitrice di Destini
5.Piccolo come un gneur
6.Pirati
7.Lo scorcio
8.La fine di tutto
Commenti:
Piccolo come un gneur
► Mostra testo
Ciao Matteo, piacere di rileggerti!
Questo racconto è un po' complesso perché ci sono veramente tanti aspetti di cui tenere conto, quindi parto da quello più semplice.
La storia è molto lineare, anche se l'hai intrecciata un po' con i salti temporali communque si riesce a seguire bene. L'impressione che ho avuto è che tu abbia cercato di ottenere l'effetto cinematografico di un continuo scambio di scene, e devo dire con un ottimo risultato. Si riesce a empatizzare col protagonista, e anche se non ho avuto esperienza diretta ho visto cosa fa alle persone l'arrivo di un figlio, quindi non mi è difficile immaginare un cambio di mentalità totale.
Ci sono invece un paio di punti del racconto in cui ho avuto un momento di distacco per come è stato gestito il punto di vista, in particolare qua:
Bepi tira su col naso e stringe i denti. Passa la mano sul fianco della carcassa: vuole pulirla, o semplicemente accarezzarla?
Capisco che la terza persona non richiede obbligatoriamente i pensieri diretti per mantenere la focalizzazione, ma qui io ho proprio percepito un distacco, come se il narratore fosse totalmente fuori da Bepi. Di solito per capire se un pezzo funziona in terza, provo a ripensarlo in prima persona. In questo caso mi verrebbe fuori questo:
Tiro su col naso e stringo i denti. Passo la mano sul fianco della carcassa: voglio pulirla, o semplicemente accarezzarla?
Anche con una focalizzazione palesemente interna, mi sembra un pensiero molto forzato; e se non funziona bene in prima, in terza l'effetto è amplificato perché ti porta automaticamente a pensare che sia un narratore esterno. Questo è stato il punto in cui ho pensato "aspetta, si parlava di punto di vista insolito, vuoi vedere che in realtà è qualcun altro che sta guardando Bepi dall'esterno e ci sarà il twist finale?"
Un altro appunto che voglio farti è riguardo i nomi: Bepi, Buda, Berto... iniziano tutti per B e sono tutti di due sillabe, ci sono stati dei momenti, soprattutto all'inizio, dove ho fatto confusione. Ti consiglio di variare un po' di più le prossime volte, per rendere la lettura più scorrevole.
Modernità
► Mostra testo
Ciao Katy,
questo racconto l'ho trovato fantastico. Nonostante non ci sia una vera e propria trama con inizio–svolgimento–fine, non mi ha annoiato né mi ha lasciato con un senso di incompletezza, e decisamente questo non è poco.
L'unico punto problematico è l'inizio: non capendo cosa stava succedendo ho fatto un po' di avanti indietro tra le righe per cercare di mettere a fuoco la scena; poi alla parola "filigrana" ho capito tutto, ho riletto di nuovo da capo e a quel punto ho ingranato. Con una parte iniziale più chiara per me questo sarebbe un racconto da 10 su 10. E lo dico da amante dei pagamenti digitali, io farei sparire pure le banconote e pagherei direttamente tutto con un chip sottocutaneo ahah.
Pirati
► Mostra testo
Ciao Mario,
il racconto mi ha spiazzato. Ho passato tutta la prima parte a chiedermi dove volessi andare a parare con la storia dei pirati; con la seconda parte ho pensato a un plot twist simpatico, e infine mi è venuto il magone a pensare che fosse un'evasione mentale del ragazzo che vive in una famiglia disfunzionale.
Se dovessi farti un appunto, forse direi che la prima parte è un po' troppo lunga, il che rende più difficile fare i vari collegamenti (Tobia son dovuto andare a ricercarmelo per verificare che il nome fosse quello da tutte e due le parti).
Un altro problema, minore, è che nella prima parte non si capisce da che punto di vista stiamo guardando la storia: non è il capitano, non è il mozzo, non ci sono altri personaggi definiti. Non è che sia un problema insormontabile, la narrazione scorre comunque, però essendo che comunque ci sono dei giudizi molto severi nei confronti sia del capitano che del mozzo è chiaro che è qualcuno della ciurma che sta commentando e non è una "coscienza collettiva" o un narratore esterno, e questo viene confermato sul finale quando si scopre che effettivamente è uno dei marinai a osservare la scena.
Libera
► Mostra testo
Ciao Debora
mi piace innanzitutto il fatto che hai preso il tema su due livelli: da un lato hai usato il punto di vista di una di quelle che sono le antagoniste della fiaba originale, dall'altro hai preso quel personaggio e le hai dato un'ideologia totalmente opposta non solo al personaggio, ma anche allo stereotipo, rendendolo di fatto qualcosa di diverso da quello che vediamo di solito. Molto ben fatto.
Sulle descrizioni e i dialoghi, devo dire che a me sinceramente sono piaciuti, è tutto molto immediato e visuale. Ti farei solo un appunto sulla parte iniziale: quando arrivi in questo punto
Anastasia mi guardava come se fossi una squilibrata.
La presi per le spalle e la scrollai:
Succedono due cose: per la prima volta passi alla narrazione, e per la prima volta fai il nome di Anastasia. Normalmente ti direi che non è un problema, perché nella fiaba originale i nomi son quelli; tuttavia io non me lo ricordavo assolutamente e devi comunque considerare che un lettore potrebbe non saperlo, quindi sono rimasto un attimo spiazzato, anche perché istintivamente Anastasia mi ricorda più la figlia dello Zar che non Cenerentola. Questo è il rischio standard di far partire un racconto con una serie di battute di dialogo: rischi che quando fai partire la narrazione il lettore si trovi un po' spaesato; anche se in questo caso è durato solo un paio di righe, quindi non è che fosse una tragedia.
Nel complesso il racconto mi è piaciuto, anche per il finale in cui Genoveffa "stravince".
La fine di tutto
► Mostra testo
Ciao Maurizio,
è molto interessante questo punto di vista sull'aldilà, in cui la morte è effettivamente la fine di tutto e la morte stessa non è esente dal terminare la sua esistenza. Quello che mi sfugge però è il senso generale: perché le persone dovrebbero avere un'anima, se tanto quello che succede morendo è che entrano in un'altra entità "Morte" e poi scompaiono? E se un'anima scappa e non entra nella Morte? E se una Morte si rifiuta di assimilare le anime? Probabilmente sono io che mi sto facendo domande troppo specifiche, però quando mi metti un worldbuilding del genere sono cose che mi viene spontaneo chiedermi. Probabilmente ho divagato a pensare così tanto perché manca una "trama", nel senso che non c'è un inizio–svolgimento–fine, ma è un racconto descrittivo. Comunque il tutto è descritto con uno stile impeccabile, su questo devo farti i complimenti: l'immersione durante il testo è totale, sei stato veramente molto bravo a portare in scena quello che avevi in mente.
Lo scorcio
► Mostra testo
Ciao Cinzia,
il tuo è un racconto sicuramente molto ispirato, ma che lascia un po' di amaro in bocca sul finale. Sia perché finisce male per il protagonista, ma anche perché non si arriva a una vera e propria conclusione. Cerco di spiegarmi: il racconto non racconta effettivamente una storia definita, è più una descrizione della vita dell'artista; che ci sta, però per esempio il fatto di far girare tutto il significato del tema sul quadro perde un po' di impatto nel momento in cui il quadro viene nominato solo alla fine. Se tutto il racconto fosse girato attorno a quello, il paragrafo finale avrebbe avuto un impatto decisamente maggiore; invece il racconto passa prima a raccontare la vita dell'amico, poi a raccontare molto dettagliatamente un'opera maestosa, poi il declino della vita del protagonista, e il quadro compare solo alla fine. L'ultimo paragrafo quindi sembra solo voler spiegare quell'ultimo pezzo, come se fosse una postilla che permette di capire perché quel quadro in particolare è speciale affidandone l'analisi a un punto di vista esterno. Eccoo, manca un "filo conduttore" a tutto il racconto.
Si vede comunque che conosci molto bene l'argomento di cui parli dalle descrizioni accurate che fai sia delle opere che dello stile di vita dei personaggi, e hai riportato in moddo molto vivido il tutto.
Tessitrice di Destini
► Mostra testo
Ciao Elettra,
molto bella l'idea di usare le Parche come punto di vista, anche se ammetto che l'inizio mi ha lasciato un po' confuso, o meglio, ci ho messo un po' a capire che fossero effettivamente loro. In particolare nel primo periodo ho fatto molta fatica a capire cosa stesse succedendo, mi è stato più chiaro solo quando ho letto il secondo paragrafo. In generale le tre Parche ormai le ricordo solo per il film della Disney Hercules, forse avrebbe giovato alla comprensione un primo paragrafo dove le azioni delle Parche aiutavano a identificarle come tali.
A parte questo, il racconto ha un modo molto vivido di mostrare ogni scena ed è capace di farti entrare nella storia, mi è piaciuto in particolar modo come hai fatto trasparire le emozioni della tessitrice, si riesce a empatizzare facilmente.
Linfa Rossa
► Mostra testo
Ciao Daniela,
prima di tutto devo dirti che ho trovato geniale il modo in cui hai impostato la prima/seconda persona. Non credo di aver mai letto (nè pensato di scrivere) un racconto che fondesse la prima persona dell'effettivo punto di vista con la seconda persona, che già di per sé è rara. Una scelta decisamente unica, già solo per questo sei perfettamente in tema.
Oltre a questo, il racconto in sé è decisamente bello. Parte con un'enorme tranquillità e degenera velocemente verso tematiche purtroppo ben conosciute. Il finale mi ha spezzato dentro, ho sentito tutta la sofferenza della scena. Non ho grossi appunti da farti. Forse l'unica cosa che non mi ha convito troppo è che la pianta è fin troppo umanizzata. Mi spiego meglio: ha sensi palesemente umani (la vista, per esempio) e a quanto pare può "comunicare" con le altre piante. So che le piante hanno dei veri e propri metodi di comunicazione attraverso emanazioni, ma qui fai dei riferimenti uditivi.
Ho apprezzato moltissimo, invece, tutti i riferimenti olfattivi, che ragionevolmente sono quelli più sensati per questo punto di vista – seppure le piante non abbiano un vero e proprio naso, effettivamente è attraverso gli odori che comunicano.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 ottobre 2024, 23:14
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.
Re: Gruppo CRISTOFORO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 6 novembre 2024, 12:32
da antico
Ecco a voi i miei commenti e classifica.
1) Linfa Rossa, di Daniela Battistini
Davvero un ottimo racconto. Inizialmente sembra quasi di rivedere Toy Story in salsa piante, ma poi rimani coerente con l'immobilità dei soggetti in scena e piazzi questo sviluppo drammnatico che riesci a gestire con estrema grazia pur nella sua percepibile violenza. Poco da dire se non BRAVA e peccato per quel paio di ripetizioni che ti sono scappate (a me ha infastidito quella delle mani). Tema declinato ottimamente, per me questo è un pollice SU sicuro sicuro.
2) Libera, di Debora Donadel
Un racconto molto buono, una sorta di retelling intelligente e attuale con personaggi coerenti e ben delineati. Ci sono alcuni refusi, questo sì, e forse potevi concedere un po' più di spazio a Cenerentola, ma non ho molti altri appunti da farti in quanto mi sembra che tu riesca a rendere esattamente quello che volevi rendere. Ottima declinazione del punto di vista. Per me siamo proprio a un pelo dal quasi su.
3) Piccolo come un gneur, di Matteo Mantoani
Un racconto molto buono. La storia è chiara, i suoi pochi difetti anche. Stai cercando di lavorare sull'empatia e fai benissimo: capirai strada facendo che less is better, come si suol dire. Un esempio pratico: in questo racconto la chiusa è ridondante, il senso è già arrivato e farlo esplicitare "stroppia" (il troppo stroppia). Quando si lavora sulle emozioni sono sufficienti poche pennellate ben posizionate, senza mai esagerare che tanto non deve arrivare il messaggio, ma, appunto, l'empatia (questo, almeno, per come la vedo). Tra l'altro, mi sembra tu non abbia usato al meglio la figura degli occhi vitrei: la citi due volte, ma era un'immagine forte, quasi horror, che ho la sensazione che potesse essere usata in modo più funzionale. Detto questo: ottima declinazione del tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, al limite del quasi su. Ps: la scarsa empatia del dottore, così ben seminata, andava anch'essa usata meglio e non lasciata lì.
4) Modernità, di Katjia Mirri
Un racconto decisamente godibile il cui problema principale sta in una partenza troppo lenta in cui ho faticato a entrare nel mood. Tutta la prima parte andrebbe rivista, in effetti. Stessa cosa per il riferimento a Zio Paperone (che ti fa pensare di essere a Paperopoli, cosa possibile vista la stranezza dell'intro) e per il discorso legato alle stranezze della coppia di centesimi. Poi parte e si fa apprezzare alla grande con un finale davvero bellino. Buona anche la declinazione del tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo discretamente solido e brillante.
5) Lo scorcio, di Cinzia Fabretti
Eccomi. Ho trovato anch'io una grande difficoltà a entrare nel racconto a causa della parte iniziale: le voci sono troppo simili e non si capisce chi parla, cosa che porta poi a non riuscire a entrare bene nella seconda parte. Occhio, non dico che va eliminato l'intro, ma che vanno chiariti meglio i personaggi, dev'essere più evidente chi parla e le sue caratteristiche, deve percepirsi meglio il passare del tempo e la riflessione sull'anzianità che già parte da lì e magari anche chiariti prima i nomi dei figli perché sennò il rischio è che non si capisca, quando nominati, che siano loro. Insomma, più attenzione in un punto centrale come l'intro per permettere al racconto di essere fruito per le sue qualità e non penalizzato in partenza. Ottima la declinazione del tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo non completamente solido causa l'intro, ma sulla strada del brillante per come poi vai a declinare il discorso.
6) Tessitrice di Destini, di Elettra Fusi
Dunque... Idea molto buona (e quindi anche ottima declinazione del tema), ma si percepisce che il racconto avrebbe avuto bisogno di una maggiore fase di revisione. Il confronto finale con Fato sembra scritto un po' a braccio e poco ottimizzato con quanto precedeva, cosa che, come ti hanno già fatto notare in molti, non aiuta neppure a "finalizzare" il racconto nella testa del lettore. La prima parte (i tre paragrafi anticipati da corsivo) va un pelo asciugata e trovo inutile, anzi fuorviante, abbreviare i nomi, tanto più che non hai dato continuità non abbreviando il terzo, altro elemento che causa confuzione nel lettore. Revisionato, il racconto ha grandi potenzialità, alcune parti sono davvero scritte bene ed è il motivo che mi ha convinto che, semplicemente, tu non abbia avuto la possibilità di revisionarlo per bene e che sia arrivata con il fiato sul collo nel finale (anche se hai consegnato in tempo e con ancora un'ora per correggere). Per quanto detto, mi fermo su un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante, anche se si percepisce chiaro che che basta lavorarci poco per sistemarlo alla grande.
7) Pirati, di Mario Mazzafoglie
Molto corretta la riflessione di Emiliano riguardo al protagonista che si palesa solo all'ultimo nella parte "fantastica". Non mi convince affatto l'età del protagonista: sedici anni sono troppi e portano fuori dal racconto il lettore. Non trovo così funzionale la divisione in due parti con la scelta della scena a tavola per disvelare i protagonisti. Molto meglio sarebbe stata un'unica scena in salotto con un bambino max dieci anni che gioca con i suoi pirati e la realtà che squarcia la fantasia qua e la fino a sostituirla in toto seminando pian piano le rivelazioni sui personaggi. Diciamo che la tua idea è buona, ma l'esecuzione è stata un po' pigra e poco ispirata, questa volta. Per me un pollice tendente al positivo anche se non solido e neppure brillante.
8) La fine di tutto, di Maurizio Chierchia
Racconto che mi mette parecchio in difficoltà. Soffre del problema tipico di questo tipo di testo: troppa simbologia chiara nella testa di chi scrive, ma difficile da fare arrivare al lettore. Sostanzialmente, potrebbe anche trattarsi di un trattato filosofico in cui esponi una tua idea. Appunto: trattato, non racconto. Non c'è una storia e per quanto ho provato a seguire non ho trovato neppure un senso che potessi dargli io, secondo una mia potenziale interpretazione, e questo mi ha portato a pensare che tu avessi strutturato una logica che non è arrivata, almeno a me. Bene per la declinazione del tema. Come valutazione, non riesco ad andare oltre un pollice tendente al positivo anche se non in modo brillante e neppure solido e a parità di valutazione con altri racconti devo penalizzarti per la mancanza di un'evoluzione in corso di testo.