Commenti di Luca Nesler ai FINALISTI
Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 dicembre con un tema di Luca Nesler (scrittore, formatore, minuticontatista) e 3000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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- Iscritto il: venerdì 13 febbraio 2015, 12:36
Commenti di Luca Nesler ai FINALISTI
Messaggio#1 » mercoledì 15 gennaio 2025, 12:25
(a breve anche la news con la classifica finale)
Nella mia veste di formatore sono stato ancora più severo e spero di non indispettire nessuno coi miei commenti schietti, ma ci tengo a precisare che il commento è al vostro racconto e giammai a voi come autori.
Chi scrive, dal mio punto di vista, è qualcosa in divenire, quindi, casomai, quanto detto potrebbe valere per questa specifica occasione, ma non è chiaramente un giudizio definitivo su quanto siete e sarete in grado di fare.
Per fare le mie valutazioni cerco sempre un equilibrio tra controllo tecnico/stilistico e componente narrativa che comprende l'idea, la struttura del racconto e, insomma, la resa finale. Alcuni racconti tecnicamente molto buoni potrebbero essere sotto ad altri scritti meno bene da un punto di vista stilistico, ma molto più interessati a livello narrativo.
Ho letto racconti davvero belli, quasi tutti sopra la sufficienza. "Di tamburi e di mostri" e "Una coppa per il Doge" non sono rientrati in classifica per un pelo. Complimenti a tutti.
Rinnovo il mio ringraziamento all'Antico e a tutti gli amici che si prodigano per far vivere MC e a tutti coloro che hanno partecipato pensando a me mentre scrivevano col fiato sul collo. Sono onorato dal privilegio avuto in questa circostanza, davvero.
Ricordo ai primi tre classificati che hanno vinto un gettone virtuale per un'editing approfondito del loro racconto (ma essendo tutti e tre davvero buoni, forse sarebbe uno spreco) o, se lo vorranno, un'ora di consulenza. In ogni caso potranno scrivermi a info@lucanesler.com per accordarci.
Luca Nesler
COMMENTI
La gioia del cliente
Di tamburi e di mostri
Marinaio spaziale
Omicidio alle otto
Una coppa per il Doge
Che, la creatura
Ripieni di pensieri
Mourning Wheels
Terzo occhio
Dipendenze
Al caldo
Un guizzo strano
La giornata può cominciare
CyberConiuge
In Bloom
Nella mia veste di formatore sono stato ancora più severo e spero di non indispettire nessuno coi miei commenti schietti, ma ci tengo a precisare che il commento è al vostro racconto e giammai a voi come autori.
Chi scrive, dal mio punto di vista, è qualcosa in divenire, quindi, casomai, quanto detto potrebbe valere per questa specifica occasione, ma non è chiaramente un giudizio definitivo su quanto siete e sarete in grado di fare.
Per fare le mie valutazioni cerco sempre un equilibrio tra controllo tecnico/stilistico e componente narrativa che comprende l'idea, la struttura del racconto e, insomma, la resa finale. Alcuni racconti tecnicamente molto buoni potrebbero essere sotto ad altri scritti meno bene da un punto di vista stilistico, ma molto più interessati a livello narrativo.
Ho letto racconti davvero belli, quasi tutti sopra la sufficienza. "Di tamburi e di mostri" e "Una coppa per il Doge" non sono rientrati in classifica per un pelo. Complimenti a tutti.
Rinnovo il mio ringraziamento all'Antico e a tutti gli amici che si prodigano per far vivere MC e a tutti coloro che hanno partecipato pensando a me mentre scrivevano col fiato sul collo. Sono onorato dal privilegio avuto in questa circostanza, davvero.
Ricordo ai primi tre classificati che hanno vinto un gettone virtuale per un'editing approfondito del loro racconto (ma essendo tutti e tre davvero buoni, forse sarebbe uno spreco) o, se lo vorranno, un'ora di consulenza. In ogni caso potranno scrivermi a info@lucanesler.com per accordarci.
Luca Nesler
COMMENTI
La gioia del cliente
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Ottimo racconto, completo, ironico e macabro. Bella anche l'inversione nel finale che lo pone perfettamente in tema. Lo stile è solido a parte un paio di sottigliezze: il corsivo per i pensieri diretti mi sembra sempre un "di più" quando poi i pensieri del pdv sono comunque esplicitati anche in modo indiretto (e talvolta il corsivo è dimenticato, ma il pensiero funziona comunque). Trovo strano dare una gerarchia ai pensieri. Il termine plebeo non mi è parso verosimile abbastanza da restare in linea col resto del lessico del racconto, invece molto convincente. Buona la gestione delle informazioni capace di dare integrità a un pezzo tanto breve. Lettura scorrevole e idea semplice, ma resa splendidamente. Ottimo lavoro davvero.
Di tamburi e di mostri
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Ottima idea che trova il suo miglior compimento nell'inversione del finale a sorpresa. Stilisticamente non lo trovo particolarmente brillante, ma rimane un racconto godibile e coerente. La realizzazione mi pare un po' sbrigativa, con le parti d'azione un po' tirate via come la descrizione della battaglia o la battuta del protagonista resa col discorso indiretto. Qui lo stile pare un po' antiquato e poco raffinato. Un racconto con un'ottima idea a cui avrebbero giovato un migliaio di caratteri in più o, forse, a voler esplorare temi come l'ipocrisia coloniale contro i pericoli imprevisti, anche un paio di migliaia.
Marinaio spaziale
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Nella prima parte del racconto la gestione delle informazioni potrebbe essere migliore (ho capito che Aren era una donna all'ottava riga). Altro fattore migliorabile potrebbe essere la scorrevolezza, frenata da formulazioni un po' troppo cariche e talvolta non molto in linea con l'immaginazione del lettore. Per esempio: "Aren si coprì il viso schiaffeggiato dalla sabbia sollevata dal vento." Il viso coperto non viene più schiaffeggiato, quindi anticipare il gesto per descrivere cosa succedeva prima che questo venisse fatto, inoltre usando due participi di seguito, mette a dura prova la lettura. Inoltre io non immaginavo la sabbia sulla piattaforma di teletrasporto, quindi, non sapendo da dove farla venire, la mia immaginazione traballa facendomi uscire dal flusso per riflettere.
Altro esempio: "lei si ritrasse d’istinto", dove "d'istinto" è superfluo oltre che fuorviante perché non chiarisce le motivazioni dietro al gesto.
L'idea è intrigante e in tema, visto che il padre e la figlia invertono la differenza d'età ribaltando la loro condizione naturale di partenza. Non male anche il fatto che il loro rapporto si scopra solo alla fine, in modo che il finale riservi qualcosa di speciale per il lettore. Buoni i dettagli del cronometro e la riflessione su come Aren abbia superato la cosa negli anni, così come la sua rassegnazione finale. Un buon racconto, ben congegnato e a suo agio coi pochi caratteri a disposizione.
Altro esempio: "lei si ritrasse d’istinto", dove "d'istinto" è superfluo oltre che fuorviante perché non chiarisce le motivazioni dietro al gesto.
L'idea è intrigante e in tema, visto che il padre e la figlia invertono la differenza d'età ribaltando la loro condizione naturale di partenza. Non male anche il fatto che il loro rapporto si scopra solo alla fine, in modo che il finale riservi qualcosa di speciale per il lettore. Buoni i dettagli del cronometro e la riflessione su come Aren abbia superato la cosa negli anni, così come la sua rassegnazione finale. Un buon racconto, ben congegnato e a suo agio coi pochi caratteri a disposizione.
Omicidio alle otto
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Idea ambiziosa per un testo tanto breve, ma buona la resa finale. L'uomo che crede di essere sospettato alla fine scopre che il sospettato è l'amico assente. Il finale è soddisfacente e il racconto, che risuona un po' banale vista la riproposizione di una scena ormai divenuta cliché, si fa leggere con piacere vista la scelta di usare unicamente il botta e risposta.
Stilisticamente ci sono evidenti incertezze, come la battuta di Salas dopo il "prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso" che mi aveva fatto pensare che a parlare fosse il protagonista, o espressioni come "ora di morte" o "in sua direzione" o ancora la virgola prima di "finora" e di "prima di cena". E se la parlata da ispettore da vecchio giallo in TV funziona all'inizio per chiarire immediatamente la situazione, genera un effetto di poca verosimiglianza proseguendo col racconto. Ottima l'idea, discreta la realizzazione.
Stilisticamente ci sono evidenti incertezze, come la battuta di Salas dopo il "prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso" che mi aveva fatto pensare che a parlare fosse il protagonista, o espressioni come "ora di morte" o "in sua direzione" o ancora la virgola prima di "finora" e di "prima di cena". E se la parlata da ispettore da vecchio giallo in TV funziona all'inizio per chiarire immediatamente la situazione, genera un effetto di poca verosimiglianza proseguendo col racconto. Ottima l'idea, discreta la realizzazione.
Una coppa per il Doge
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Ottima la costruzione iniziale che ci immerge nell'azione e presto ci fornisce motivazioni e paure del protagonista. L'autore o autrice ha un'ottima competenza narrativa che, oltre a saper fare il suo mestiere, lo fa risparmiando caratteri (chè è sempre un'ottima cosa, anche fuori da MC). Meno bene il pezzo centrale in cui interviene un misterioso Filippo e il brano si segue meno attraverso la rabbia del protagonista difficile da comprendere e la paratassi priva di riflessioni emotive.
Il finale ci racconta di un fallimento che, in realtà, pareva annunciato dall'inizio. Il racconto inizia come finisce e questo tenderebbe a farmelo porre fuori tema, ma riconosco che c'è comunque una sua interpretazione, anche se non molto soddisfacente. L'ambientazione, chiara e particolare, avrebbe meritato più spazio, ed è la cosa migliore assieme alla tecnica usata per il racconto. Trovo però la resa narrativa un po' povera.
Il finale ci racconta di un fallimento che, in realtà, pareva annunciato dall'inizio. Il racconto inizia come finisce e questo tenderebbe a farmelo porre fuori tema, ma riconosco che c'è comunque una sua interpretazione, anche se non molto soddisfacente. L'ambientazione, chiara e particolare, avrebbe meritato più spazio, ed è la cosa migliore assieme alla tecnica usata per il racconto. Trovo però la resa narrativa un po' povera.
Che, la creatura
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Racconto ironico, fanta-ucronistico particolare nell'idea come nella resta stilistica coerente e fluida. Unici nei: la molotov che scompare nel nulla (e la molotov di Cechov?) e il finale che in quella frase "La creatura ci scaraventa proprio davanti alle gazzelle delle guardie, che ci puntano addosso i mitra." diviene un po' troppo sbigativo rispetto alle attese, anche se chiaro nelle intenzioni. In ogni caso racconto spassoso, intrigante, ben costruito (comprese le citazioni) e ben scritto. Bene!
Ripieni di pensieri
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Stilisticamente il brano è un po' ingessato in una tecnica che si appoggia su un onniscente che sa di vecchiotto e si dimostra poco consapevole. Dal primo predicato all'indicativo imperfetto "contemplava" che suggerisce uno svolgersi dell'azione senza tempo, ma che arriva dopo l'azione delle mani di Brizio che, invece, suggeriscono un inizio preciso, oltre a tenere il lettore lontano dalla scena. La focalizzazione che passa da soggetti animati a quelli inanimati ricorda un po' lo stile umoristico utilizzato spesso per racconti infantili: una resa grottesca che spesso diverte, ma tiene lontani emotivamente. Uno stile che potrebbe essere comunque coerente col tipo di testo.
Frasi come "I due si sedettero, sostenendosi a vicenda e poi cascando— e incastrandosi— nelle poltroncine attorno al tavolo" sono tipiche di un narratore poco consapevole della resa finale. Sono presenti stranezze di cui non ho colto il significato e quindi il valore. Quel "molto cautamente" di come Brizio va ad accogliere gli ospiti o i "rigurgiti incontestati" delle tubature. Il finale, che io interpreto come un tentativo di prendere il tema, non lo capisco in toto. Non sono riuscito a cogliere un significato nel brano. Se l'idea è che i tre siano delle "facce da culo" e la cosa sia manifestata dai discorsi di Paolina e Leoluca, questo non dimostra come lo sia anche Brizio. Così come non riconosco l'utilità della naticata di Paolina o del verde reiterato nella disposizione della sala da pranzo. E in ogni caso, dare delle facce da culo a qualcuno non mi pare qualcosa di particolarmente stimolante a livello di significato.
Ma potrei non avere colto il succo del discorso. I dialoghi sono a tratti interessanti nell'imitare una parlata sconclusionata, più grottesca che verosimile, ma per questo divertente e interessante. Nell'insieme un racconto che non mi è arrivato.
Frasi come "I due si sedettero, sostenendosi a vicenda e poi cascando— e incastrandosi— nelle poltroncine attorno al tavolo" sono tipiche di un narratore poco consapevole della resa finale. Sono presenti stranezze di cui non ho colto il significato e quindi il valore. Quel "molto cautamente" di come Brizio va ad accogliere gli ospiti o i "rigurgiti incontestati" delle tubature. Il finale, che io interpreto come un tentativo di prendere il tema, non lo capisco in toto. Non sono riuscito a cogliere un significato nel brano. Se l'idea è che i tre siano delle "facce da culo" e la cosa sia manifestata dai discorsi di Paolina e Leoluca, questo non dimostra come lo sia anche Brizio. Così come non riconosco l'utilità della naticata di Paolina o del verde reiterato nella disposizione della sala da pranzo. E in ogni caso, dare delle facce da culo a qualcuno non mi pare qualcosa di particolarmente stimolante a livello di significato.
Ma potrei non avere colto il succo del discorso. I dialoghi sono a tratti interessanti nell'imitare una parlata sconclusionata, più grottesca che verosimile, ma per questo divertente e interessante. Nell'insieme un racconto che non mi è arrivato.
Mourning Wheels
► Mostra testo
Brano che comincia sensatamente col suono della sveglia, anche se l'uso di questo incipit lo pone in modo spinto nel cliché. La riflessione razionale, e fin' troppo lunga, sul come il fischio nelle orecchie ricordi le bombe nei film ottiene l'effetto opposto a quello cercato dal brano in quel punto. Stesso discorso per altri flussi di pensiero successivi. L'idea che il protagonista darebbe la vita per una preghiera mi fa storcere il naso: la preghiera non significa automaticamente che questa sia esaudita, ma non pare un problema di confusione mentale del protagonista (altrimenti lucido), ma di comprensione del testo. Nella sequenza delle Malboro rosse il soggetto è il cassettino porta oggetti che sputa il pacchetto che, sempre il cassettino, aveva sequestrato a papà. Si capisce, per carità, ma non è il massimo, specie in un testo che presenta ulteriori problemi simili. Questi e altri inciampi tecnici più o meno vistosi distribuiti per tutto il racconto influenzano senz'altro il mio gradimento del pezzo e, soprattutto, il mio coinvolgimento emotivo. Il finale pone il testo perfettamente in tema, ma lo fa in modo forzato: come fa il padre ad essere a casa illeso? Elio ha sognato tutto e non se n'è mai reso conto? C'è stato un miracolo e la sua preghiera è stata esaudita?
Qualunque soluzione io decida di dare per buona (senza averne peraltro conferma dal testo), mi risulta un po' facile.
Purtroppo offrire un senso morale con un racconto così breve è un'impresa ardua. Elio qui non sembra meritevole della morte, nemmeno se pensiamo al fatto che lui dica di aver dedicato la vita al denaro, non sembra una persona bieca, uno Scrooge convertito dalla perdita del padre, e questo non aiuta l'intenzione del racconto.
Qualunque soluzione io decida di dare per buona (senza averne peraltro conferma dal testo), mi risulta un po' facile.
Purtroppo offrire un senso morale con un racconto così breve è un'impresa ardua. Elio qui non sembra meritevole della morte, nemmeno se pensiamo al fatto che lui dica di aver dedicato la vita al denaro, non sembra una persona bieca, uno Scrooge convertito dalla perdita del padre, e questo non aiuta l'intenzione del racconto.
Terzo occhio
► Mostra testo
Il racconto non inizia nel migliore dei modi: confusione sulla focalizzazione e sul rapporto tra i personaggi. Mia figlia si riferisce a Giulia o a Lucia? Il protagonista è Tommaso? Chi ha colpito? Giulia sta scappando per andare da sua madre con Lucia o è la piccola che corre da Giulia? Perché chiamare le lacrime gocce salate come se il pdv non sapesse cosa sta succedendo?
Presto però il racconto si riprende e diventa chiaro e pregnante. La droga, a seguito della malattia, è probabilmente il motivo della separazione. Poi Tommaso cerca di ricongiungersi alla figlia.
Il tema non mi sembra centrato in pieno: alla fine è davvero il contrario?
Abbiamo un Tommaso che ha fatto ciò che gli è stato consigliato; prima si drogava, ora non lo fa più; prima ci vedeva poco, ora non vede, ma ha un rimedio. Prima Lucia veniva portata lontano da lui, ora chiede cosa vuole.
Non è proprio il contrario.
Il racconto di un uomo che si risolleva non è né originale né particolarmente interessante. Stilisticamente (informazioni iniziali a parte) si regge bene e si fa leggere con disinvoltura, ma l'idea e la sua realizzazione non compongono un racconto divertente, toccante o particolarmente significativo.
Presto però il racconto si riprende e diventa chiaro e pregnante. La droga, a seguito della malattia, è probabilmente il motivo della separazione. Poi Tommaso cerca di ricongiungersi alla figlia.
Il tema non mi sembra centrato in pieno: alla fine è davvero il contrario?
Abbiamo un Tommaso che ha fatto ciò che gli è stato consigliato; prima si drogava, ora non lo fa più; prima ci vedeva poco, ora non vede, ma ha un rimedio. Prima Lucia veniva portata lontano da lui, ora chiede cosa vuole.
Non è proprio il contrario.
Il racconto di un uomo che si risolleva non è né originale né particolarmente interessante. Stilisticamente (informazioni iniziali a parte) si regge bene e si fa leggere con disinvoltura, ma l'idea e la sua realizzazione non compongono un racconto divertente, toccante o particolarmente significativo.
Dipendenze
► Mostra testo
Racconto stilisticamente ineccepibile (se non per una tendenza al muro di testo che potrebbe essere un po' attenuata) che usa una tecnica mista, direi insolita e particolare, ma perfettamente funzionale agli obbiettivi del racconto. La lettura, nonostante i dialoghi indiretti e il raccontato, è scorrevole e coinvolta grazie alla scelta di immagini, parole e situazioni. In questo modo il problema dei pochi caratteri è facilmente sormontato e il racconto dice tutto quello che deve dire. Il racconto di una normalità che evidenzia qualcosa di speciale e toccante.
Il bello nel vero (per citare la visione artistica di Francesco Heyez).
Alla fine è il padre a desiderare di vedere la figlia e questo è il contrario di quanto ci viene mostrato all'inizio. Squisitamente in tema, ottima sensibilità (mi fa pensare a qualcosa di autobiografico), ottimo controllo e ottimo racconto.
Il bello nel vero (per citare la visione artistica di Francesco Heyez).
Alla fine è il padre a desiderare di vedere la figlia e questo è il contrario di quanto ci viene mostrato all'inizio. Squisitamente in tema, ottima sensibilità (mi fa pensare a qualcosa di autobiografico), ottimo controllo e ottimo racconto.
Al caldo
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Racconto che mostra problemi tecnici fin' da subito con formulazioni come "Agata inondava - Fu allora che" (perché non descrivere semplicemente il poliziotto che entra?) O ancora quando l'agente interrompe un sorriso, come una cosa che ha inizio, svolgimento e fine e non qualcosa che c'è o non c'è.
Questo tipo di elementi proseguono nel racconto fino al finale in cui Agata sembra esortare a se stessa "meglio controllare" mentre lo sta facendo o l'uso non proprio corretto dei punti di sospensione.
C'è l'uso di un narratore onnisciente che non pare la scelta migliore per il tipo di racconto, come se non si avessero alternative migliori.
La storia presenta un capovolgimento orrorifico di impatto sicuro che funzionerebbe meglio se, sul finale, si intuisse una motivazione, anche folle, che spiegasse un tale gesto in modo da rendelo meno gratuito.
L'idea è buona, il finale mi ha inorridito (in senso positivo), peccato per la realizzazione che non è delle migliori.
Questo tipo di elementi proseguono nel racconto fino al finale in cui Agata sembra esortare a se stessa "meglio controllare" mentre lo sta facendo o l'uso non proprio corretto dei punti di sospensione.
C'è l'uso di un narratore onnisciente che non pare la scelta migliore per il tipo di racconto, come se non si avessero alternative migliori.
La storia presenta un capovolgimento orrorifico di impatto sicuro che funzionerebbe meglio se, sul finale, si intuisse una motivazione, anche folle, che spiegasse un tale gesto in modo da rendelo meno gratuito.
L'idea è buona, il finale mi ha inorridito (in senso positivo), peccato per la realizzazione che non è delle migliori.
Un guizzo strano
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Tecnicamente il testo è abbastanza carente: descrizioni banali, frasi minimali a cornice di battute cliché. Formulazioni che non valorizzano il racconto come "Mi sposto leggermente cercando di avvicinarmi." che potrebbe facilmente tradursi in un più efficace "cerco di avvicinarmi" o la virgola in "Se fai un altro passo, è finita" danno l'impressione di uno scarso controllo tecnico/stilistico.
L'idea del doppio inconfondibile è intrigante e l'intuizione del racconto mi pare ottima e centra il tema. Penso però che un pezzo simile avrebbe necessità di più contesto e quindi più caratteri per esprimere al meglio l'angoscia di questo protagonista che, così com'è, non dice molto, così come le motivazioni della gemella malvagia.
L'idea del doppio inconfondibile è intrigante e l'intuizione del racconto mi pare ottima e centra il tema. Penso però che un pezzo simile avrebbe necessità di più contesto e quindi più caratteri per esprimere al meglio l'angoscia di questo protagonista che, così com'è, non dice molto, così come le motivazioni della gemella malvagia.
La giornata può cominciare
► Mostra testo
Un altro racconto che, oltre a una resta tecnica ineccepibile, ha l'enorme pregio artistico di mostrare qualcosa di straordinario fascino in un insieme di semplici gesti quotidiani portanto il tema del racconto (a livello strutturale e tematico) a ottenere il massimo dalla sua intenzione. Ho anche speso una lacrima di vera commozione. Ottimo davvero.
CyberConiuge
► Mostra testo
Buona la resa tecnica, ma migliorabile. Suggerisco meno nomi propri nei dialoghi e la battuta in linea coi gesti per migliorarne la comprensione e la scorrevolezza, ma è poca cosa. Ottima l'inversione finale: ben seminata e sorprendente. Unica vera nota: trovo un po' stucchevole la solita riproposizione retorica dell'uomo violento difficile da rieducare in una società che non dimostra in nessun modo di voler accettare il cambiamento dei tempi e preferisce rifarsi a epoche più che passate per poter continuare con le stesse lamentele. Insomma, l'idea narrativa è un'ottima intuizione, ma la profondità di significato direi che non rende giustizia all'autore/autrice. Per il resto racconto ben fatto e ben strutturato.
In Bloom
► Mostra testo
Le descrizioni sono buone, originali e ben pensate, ma il narratore resta lontano dalla percezione personale e dai pensieri del punto di vista rendendo la tecnica meno efficace di quanto potrebbe essere, come se qualcuno ci raccontasse ciò che accade senza però sperimentarlo a livello intellettivo ed emotivo.
Un esempio: la protagonista descrive come affascinanti callistemon gli esseri umani che esplodono nell'aria e poi dice di trattenere i conati e l'orrore. La percezione alla lettura è contraria a quello che lei dice di provare.
Un altro esempio è quando ha la lucidità per ipotizzare cosa farebbe se non fosse terrorizzata.
La catastrofe apocalittica mi è sembrata molto convincente: belli i semi-artiglio, affascinante e orrorifico il modo che hanno di parassitare i corpi e ridistribuirsi nell'aria facendoli esplodere.
Il tema è chiaro: alla fine è la natura a distruggere noi. Diciamo però che lo trovo più declamato che incarnato nel testo.
Ad ogni modo un buon racconto che, probabilmente, potrebbe migliorare con una resa stilistica meno fredda e un po' di spazio in più per approfondire la protagonista. Resta un'ottima scena per un romanzo apocalittico.
Un esempio: la protagonista descrive come affascinanti callistemon gli esseri umani che esplodono nell'aria e poi dice di trattenere i conati e l'orrore. La percezione alla lettura è contraria a quello che lei dice di provare.
Un altro esempio è quando ha la lucidità per ipotizzare cosa farebbe se non fosse terrorizzata.
La catastrofe apocalittica mi è sembrata molto convincente: belli i semi-artiglio, affascinante e orrorifico il modo che hanno di parassitare i corpi e ridistribuirsi nell'aria facendoli esplodere.
Il tema è chiaro: alla fine è la natura a distruggere noi. Diciamo però che lo trovo più declamato che incarnato nel testo.
Ad ogni modo un buon racconto che, probabilmente, potrebbe migliorare con una resa stilistica meno fredda e un po' di spazio in più per approfondire la protagonista. Resta un'ottima scena per un romanzo apocalittico.
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- 145° Edizione - Sara Bilotti Edition - la Prima dell'Ottava Era (Settembre 2020)
- 146° Edizione - Livio Gambarini Edition - la Seconda dell'Ottava Era (Ottobre 2020)
- 147° Edizione - Scilla Bonfiglioli Edition - la Terza dell'Ottava Era (Novembre 2020)
- 148° Edizione - Davide Del Popolo Riolo Edition - la Quarta dell'Ottava Era (Dicembre 2020)
- 149° Edizione - Specularia Edition - la Quinta dell'Ottava Era (Gennaio 2021)
- 150° Edizione - LA CENTOCINQUANTESIMA - la Sesta dell'Ottava Era (Febbraio 2021)
- 151° Edizione - Sara Simoni Edition - la Settima dell'Ottava Era (Marzo 2021)
- 152° Edizione - Oriana Ramunno Edition - l'Ottava dell'Ottava Era (Aprile 2021)
- 153° Edizione - All Stars Edition - la Nona dell'Ottava Era (Maggio 2021)
- 154° All Time - Scrittore dell'Estate 2021 - 1300 CARATTERI EDITION
- 155° All Time - Scrittore dell'Estate 2021 - 2000 CARATTERI EDITION
- 156° All Time - Scrittore dell'Estate 2021 - 800 CARATTERI EDITION
- 157° All Time - Francesca Bertuzzi Edition - la 1° della NONA ERA
- 158° All Time - Luca Cristiano Edition - la 2° della NONA ERA
- 159° All Time - Wladimiro Borchi Edition - la 3° della NONA ERA
- 160° All Time - CIF Edition - la 4° della NONA ERA
- 161° All Time - Patrizia Rinaldi Edition - la 5° della NONA ERA
- 162° All Time - Maurizio Ferrero Edition - la 6° della NONA ERA
- 163° All Time - Maria Elisa Aloisi Edition - la 7° della NONA ERA
- 164° All Time - Penne Arruffate Edition - la 8° della NONA ERA
- 165° All Time - All Stars Edition - la 9° della NONA ERA
- 166° Edizione All Time - Franci Conforti Edition - la 1° della Decima Era
- 167° Edizione All Time - Davide Mannucci Edition - La 2° della Decima Era
- 168 All Time - Michele Vaccari Edition - la 3° della Decima Era
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