L'eredità del male - di Daniele Villa
L'eredità del male - di Daniele Villa
«Mamma, dov’è Lucian?»
Vesper gli porse il pugnale e scambiò uno sguardo con il resto della famiglia.
«Lucian arriverà, ora concentrati, Dominic.»
Sarebbe stato meglio, non ce l’avrebbe fatta senza di lui. E poi serviva il sangue di tutta la stirpe al completo per il rituale del Calice Eterno.
Tutti erano disposti in cerchio intorno all’anfora rossa. L’unica postazione vuota era quella di mamma, che si era avvicinata a lui per porgli il pugnale. E quella di Lucian: ma dov’era?
Dominic allungò la mano verso il pugnale dorato, e prima che potesse esitare, mamma Vesper gli forzò l’elsa sul palmo, e con l’altra mano lo costrinse a stringere il pugno.
In passato lo aveva già visto, il pugnale, ma brandito… quello mai.
Era freddo. E pesante. Pesante dell’oro di cui era forgiato. Pesante del gesto che avrebbe compiuto di lì a poco: avrebbe reciso i polsi del suoi famigliari, guardato il sangue colare nell’anfora rossa e da quella nel Calice. E quello sì, lo aveva già impugnato in passato.
Ma ce l’avrebbe fatta senza Lucian?
Si avvicinò a zio Silvan, la mano tremante.
Lo zio ruotò il polso verso l’alto. Un fascio di cicatrici si intrecciavano appena sotto il suo palmo. «Avanti, su. Non è la prima volta. Per me.»
Un taglio netto e leggero. Semplice. Pulito.
Dominic afferrò la mano di zio Silvan e avvicinò la lama. Non riusciva a controllarla: i tremori erano sempre più intensi.
Zio Silvan gli strappò di mano il pugnale. «Lascia fare a me, queste cose non fanno per te.»
Quella frase, l’aveva già…
Una luce. Le immagini del rituale del Primo Calice presero a scorrergli davanti agli occhi: quell’uomo nudo legato sulla ruota, Dominic con il calice in mano e mamma che gli porgeva il pugnale dorato. Ma non riuscì a brandirlo: lo fece Lucian, dopo aver pronunciato quelle parole.
Lascia fare a me. Queste cose non fanno per te.
Fu il suo gemello a compiere il sacrificio, guidando la mano con la quale Dominic reggeva il calice prima sotto il fiotto di sangue, poi alla bocca dello stesso Dominic. Caldo. Denso. Il gusto era anche piacevole, ma dopo il secondo sorso tornò sù, rigettato dalle sue viscere. Come lui aveva rigettato quell’azione malvagia, il suo corpo aveva rigettato il nettare prodotto da quel male, impedendo alle sue radici di penetrare nel suo profondo.
Ora però il sangue non sarebbe più stato quello di un debole estraneo, ma quello della sua stessa stirpe. Il male veicolato dal loro sangue era molto più potente. Finalmente sarebbe riuscito a farlo penetrare dentro di sé.
Si riprese il pugnale e lo avvicinò deciso al polso dello zio.
Lascia fare a me. Queste cose non fanno per te.
Le dita si aprirono e il tintinnio del pugnale al suolo riecheggiò nella cripta come un annuncio di resa.
Definitiva.
«Non posso. Non senza Lucian.»
«Lucian non c’è!» era la prima volta che sentiva urlare mamma in quel modo «Lucian non esiste, lo vuoi capire? È dentro di te, è sempre stato dentro di te! Sei in grado di accogliere il male, Dominic. Accettalo e unisciti a noi.»
«Ma cos—.»
Accettalo, Dominic. Accettami.
Come… cosa, doveva fare?
Rilassati e lascia fare a me.
L’immagine di mamma, papà e gli zii si allontanò lasciando posto all’oscurità più nera.
Poi da quell’oscurità riapparvero tutti. Tutti intorno al battistero, con i polsi alti sull’anfora nera.
«Ancora non lo avete capito?» la voce usciva, ma non era Dominic a parlare. Non più.
«Il male… il vostro male non può attecchire in me, come le radici di una quercia non possono attecchire nel magma.»
Lucian impose le mani e le abbassò di colpo.
Tutti, intorno all’anfora nera, abbassarono all’unisono il polso. I corpi tesi come la fune di un pozzo, gli occhi rivolti al soffitto e le bocche spalancate.
Fasci di radici nere si allargarono dai piedi di Dominic e risalirono dal basso i corpi di tutti e quattro i famigliari, poi si ritrassero attirandoli a sé.
Le radici nere sparivano, ricoperte dalla chiazza di sangue rosso che si allargava sotto Lucien, mentre la sua stirpe lo dilaniava.
«Prendete e nutritevi tutti. Nutritevi del male.»
Vesper gli porse il pugnale e scambiò uno sguardo con il resto della famiglia.
«Lucian arriverà, ora concentrati, Dominic.»
Sarebbe stato meglio, non ce l’avrebbe fatta senza di lui. E poi serviva il sangue di tutta la stirpe al completo per il rituale del Calice Eterno.
Tutti erano disposti in cerchio intorno all’anfora rossa. L’unica postazione vuota era quella di mamma, che si era avvicinata a lui per porgli il pugnale. E quella di Lucian: ma dov’era?
Dominic allungò la mano verso il pugnale dorato, e prima che potesse esitare, mamma Vesper gli forzò l’elsa sul palmo, e con l’altra mano lo costrinse a stringere il pugno.
In passato lo aveva già visto, il pugnale, ma brandito… quello mai.
Era freddo. E pesante. Pesante dell’oro di cui era forgiato. Pesante del gesto che avrebbe compiuto di lì a poco: avrebbe reciso i polsi del suoi famigliari, guardato il sangue colare nell’anfora rossa e da quella nel Calice. E quello sì, lo aveva già impugnato in passato.
Ma ce l’avrebbe fatta senza Lucian?
Si avvicinò a zio Silvan, la mano tremante.
Lo zio ruotò il polso verso l’alto. Un fascio di cicatrici si intrecciavano appena sotto il suo palmo. «Avanti, su. Non è la prima volta. Per me.»
Un taglio netto e leggero. Semplice. Pulito.
Dominic afferrò la mano di zio Silvan e avvicinò la lama. Non riusciva a controllarla: i tremori erano sempre più intensi.
Zio Silvan gli strappò di mano il pugnale. «Lascia fare a me, queste cose non fanno per te.»
Quella frase, l’aveva già…
Una luce. Le immagini del rituale del Primo Calice presero a scorrergli davanti agli occhi: quell’uomo nudo legato sulla ruota, Dominic con il calice in mano e mamma che gli porgeva il pugnale dorato. Ma non riuscì a brandirlo: lo fece Lucian, dopo aver pronunciato quelle parole.
Lascia fare a me. Queste cose non fanno per te.
Fu il suo gemello a compiere il sacrificio, guidando la mano con la quale Dominic reggeva il calice prima sotto il fiotto di sangue, poi alla bocca dello stesso Dominic. Caldo. Denso. Il gusto era anche piacevole, ma dopo il secondo sorso tornò sù, rigettato dalle sue viscere. Come lui aveva rigettato quell’azione malvagia, il suo corpo aveva rigettato il nettare prodotto da quel male, impedendo alle sue radici di penetrare nel suo profondo.
Ora però il sangue non sarebbe più stato quello di un debole estraneo, ma quello della sua stessa stirpe. Il male veicolato dal loro sangue era molto più potente. Finalmente sarebbe riuscito a farlo penetrare dentro di sé.
Si riprese il pugnale e lo avvicinò deciso al polso dello zio.
Lascia fare a me. Queste cose non fanno per te.
Le dita si aprirono e il tintinnio del pugnale al suolo riecheggiò nella cripta come un annuncio di resa.
Definitiva.
«Non posso. Non senza Lucian.»
«Lucian non c’è!» era la prima volta che sentiva urlare mamma in quel modo «Lucian non esiste, lo vuoi capire? È dentro di te, è sempre stato dentro di te! Sei in grado di accogliere il male, Dominic. Accettalo e unisciti a noi.»
«Ma cos—.»
Accettalo, Dominic. Accettami.
Come… cosa, doveva fare?
Rilassati e lascia fare a me.
L’immagine di mamma, papà e gli zii si allontanò lasciando posto all’oscurità più nera.
Poi da quell’oscurità riapparvero tutti. Tutti intorno al battistero, con i polsi alti sull’anfora nera.
«Ancora non lo avete capito?» la voce usciva, ma non era Dominic a parlare. Non più.
«Il male… il vostro male non può attecchire in me, come le radici di una quercia non possono attecchire nel magma.»
Lucian impose le mani e le abbassò di colpo.
Tutti, intorno all’anfora nera, abbassarono all’unisono il polso. I corpi tesi come la fune di un pozzo, gli occhi rivolti al soffitto e le bocche spalancate.
Fasci di radici nere si allargarono dai piedi di Dominic e risalirono dal basso i corpi di tutti e quattro i famigliari, poi si ritrassero attirandoli a sé.
Le radici nere sparivano, ricoperte dalla chiazza di sangue rosso che si allargava sotto Lucien, mentre la sua stirpe lo dilaniava.
«Prendete e nutritevi tutti. Nutritevi del male.»
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele! Malus minimo tempo per te, caratteri ok! Buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!
- BloodyWolf95
- Messaggi: 26
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao!
Il tema è raggiunto, il male dentro di noi come radici è una rappresentazione molto carina e anche elaborata, quindi da questa parte ottimo lavoro.
Il “problema” di questo racconto sono le ripetizioni… ti sei perso dietro al ripetere sempre le stesse parole e, se da un lato va bene per enfatizzare, qui però parole come “pugnale” arrivano ad annoiare il lettore, soprattutto dove bastava riadattare di poco la frase per eliminare alcune ripetizioni.
Per il resto è un testo carino e che invoglia la lettura. Ottimo lavoro!
Il tema è raggiunto, il male dentro di noi come radici è una rappresentazione molto carina e anche elaborata, quindi da questa parte ottimo lavoro.
Il “problema” di questo racconto sono le ripetizioni… ti sei perso dietro al ripetere sempre le stesse parole e, se da un lato va bene per enfatizzare, qui però parole come “pugnale” arrivano ad annoiare il lettore, soprattutto dove bastava riadattare di poco la frase per eliminare alcune ripetizioni.
Per il resto è un testo carino e che invoglia la lettura. Ottimo lavoro!
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele.
Racconto che declina bene il tema della sfida. Lo spunto non è dei più originali, forse; ma è funzionale e tu hai saputo costruirci sopra uno scritto tutto sommato ben strutturato.
Qualche inciampo nella forma, specie nella prima parte, un po’ prolissa. Per esempio avresti potuto eliminare l’intera frase “Tutti erano disposti in cerchio intorno all’anfora rossa. L’unica postazione vuota era quella di mamma, che si era avvicinata a lui per porgli il pugnale. E quella di Lucian: ma dov’era?”, al limite richiamando in seguito il particolare dell’anfora rossa per non perdere il particolare del cambio di colore.
Funzionali anche l’appoggiarsi a una frase, una sorta di mantra (“queste cose non fanno per te”) e l’uso del corsivo.
Tutto sommato una prova discreta.
Racconto che declina bene il tema della sfida. Lo spunto non è dei più originali, forse; ma è funzionale e tu hai saputo costruirci sopra uno scritto tutto sommato ben strutturato.
Qualche inciampo nella forma, specie nella prima parte, un po’ prolissa. Per esempio avresti potuto eliminare l’intera frase “Tutti erano disposti in cerchio intorno all’anfora rossa. L’unica postazione vuota era quella di mamma, che si era avvicinata a lui per porgli il pugnale. E quella di Lucian: ma dov’era?”, al limite richiamando in seguito il particolare dell’anfora rossa per non perdere il particolare del cambio di colore.
Funzionali anche l’appoggiarsi a una frase, una sorta di mantra (“queste cose non fanno per te”) e l’uso del corsivo.
Tutto sommato una prova discreta.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1203
- Contatta:
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao, carissimo Daniele, sono felice di ritrovarti!
Hai imbastito una storia complessa, fatta di strani riti, arcane tradizioni e rappresentazioni del male. Purtroppo questa struttura - forse con troppi personaggi in poco spazio - non ha giovato a una lettura limpida, almeno per me. Non nego che la scrittura sia intensa ma ti sei un po' accanito su alcuni passaggi, ad esempio nella prima parte hai indugiato troppo sui gesti del rituale, sul pugnale e così via. In più ci sono un paio di refusi che credo siano solo distrazione (a Minuti Contati capita!), tipo "sù", o "porgli il pugnale". Per il resto ho apprezzato molto l'atmosfera lugubre, quasi vampiresca, e la trasformazione finale degna di un horror di livello. Mi è mancata un po' la sottile ironia che ti contraddistingue.
Tema centrato.
Buona gara!
Emiliano.
Hai imbastito una storia complessa, fatta di strani riti, arcane tradizioni e rappresentazioni del male. Purtroppo questa struttura - forse con troppi personaggi in poco spazio - non ha giovato a una lettura limpida, almeno per me. Non nego che la scrittura sia intensa ma ti sei un po' accanito su alcuni passaggi, ad esempio nella prima parte hai indugiato troppo sui gesti del rituale, sul pugnale e così via. In più ci sono un paio di refusi che credo siano solo distrazione (a Minuti Contati capita!), tipo "sù", o "porgli il pugnale". Per il resto ho apprezzato molto l'atmosfera lugubre, quasi vampiresca, e la trasformazione finale degna di un horror di livello. Mi è mancata un po' la sottile ironia che ti contraddistingue.
Tema centrato.
Buona gara!
Emiliano.
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele!
Mi è piaciuta molto la trama da rituale del tuo racconto, le immagini di un ambiente macabro e oscuro, e di singolari oggetti (pugnale, calice) sono ben nitide. Ho un dubbio e una curiosità.
Dubbio: nel finale non mi è chiaro cosa sta accadendo, le radici che provengono dai piedi del protagonista portano via i componenti della famiglia o li spostano vicino a lui? E in base a questo, chi è la stirpe che lo dilania?
Curiosità: per l’idea che ti sei fatto, c’è una regola del rituale per cui in questo caso è un famigliare ad essere sottoposto al taglio del polso (considerando anche che lo è stato più volte, dalle cicatrici), a differenza della volta in cui era stato un estraneo?
Riguardo al tema, se come ho capito i famigliari vengono portati in fondo dalle radici, direi che è stato rappresentato in modo originale.
Mi è piaciuta molto la trama da rituale del tuo racconto, le immagini di un ambiente macabro e oscuro, e di singolari oggetti (pugnale, calice) sono ben nitide. Ho un dubbio e una curiosità.
Dubbio: nel finale non mi è chiaro cosa sta accadendo, le radici che provengono dai piedi del protagonista portano via i componenti della famiglia o li spostano vicino a lui? E in base a questo, chi è la stirpe che lo dilania?
Curiosità: per l’idea che ti sei fatto, c’è una regola del rituale per cui in questo caso è un famigliare ad essere sottoposto al taglio del polso (considerando anche che lo è stato più volte, dalle cicatrici), a differenza della volta in cui era stato un estraneo?
Riguardo al tema, se come ho capito i famigliari vengono portati in fondo dalle radici, direi che è stato rappresentato in modo originale.
Francesco Michele Forciniti
- HandyManny_D
- Messaggi: 113
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele,
è un piacere poter leggere di nuovo un tuo racconto.
Il tema è centrato.
Un rituale di famiglia richiama la parte malvagia di Dominic, Lucien. Una volta preso il controllo del rituale, Lucien diventa a sua volta calice sotto forma di radici oscure che attirano i familiari ingozzandoli con lo stesso male, rivelando che la parte peggiore di Dominic è quello che lo salverà dalla corruzione della famiglia. Almeno io l’ho inteso così.
Alcuni passaggi, tipo il finale, hanno bisogno di una lettura più approfondita. Sì, c’è qualche ripetizione, ma nonostante questo il tuo racconto è piacevolmente inquietante.
Buona Giorgia D’Aversa Edition.
Ci si legge in giro!
è un piacere poter leggere di nuovo un tuo racconto.
Il tema è centrato.
Un rituale di famiglia richiama la parte malvagia di Dominic, Lucien. Una volta preso il controllo del rituale, Lucien diventa a sua volta calice sotto forma di radici oscure che attirano i familiari ingozzandoli con lo stesso male, rivelando che la parte peggiore di Dominic è quello che lo salverà dalla corruzione della famiglia. Almeno io l’ho inteso così.
Alcuni passaggi, tipo il finale, hanno bisogno di una lettura più approfondita. Sì, c’è qualche ripetizione, ma nonostante questo il tuo racconto è piacevolmente inquietante.
Buona Giorgia D’Aversa Edition.
Ci si legge in giro!
- Mauro Bennici
- Messaggi: 133
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele,
Devo ammettere che mi sono perso. Probabilmente mi manca troppo il contesto. Ci sono troppi gesti e descrizioni e più di una volta ho perso il filo.
Perché devono fare il rituale? Cosa implica e quali sono i rischi? Il tutto mi arriva troppo tardi. Ho dovuto rileggere il pezzo prima.
Una limatura in riscrittura lo renderà bello, ne sono sicuro. Serve più ritmo e meno difetto informativo iniziale.
Buona edition!
Devo ammettere che mi sono perso. Probabilmente mi manca troppo il contesto. Ci sono troppi gesti e descrizioni e più di una volta ho perso il filo.
Perché devono fare il rituale? Cosa implica e quali sono i rischi? Il tutto mi arriva troppo tardi. Ho dovuto rileggere il pezzo prima.
Una limatura in riscrittura lo renderà bello, ne sono sicuro. Serve più ritmo e meno difetto informativo iniziale.
Buona edition!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1191
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele.
Uhm, allora: molto bene per come hai reso questa atmosfera gotica e lugubre, il rito è particolare e interessante, anche se ho letto con la speranza di avere qualche spiegazione in più sul suo contesto, una spiegazione che non arriva. E qui sta un po' il problema del racconto, che si legge più che volentieri, ma che appare un pochino confusionario, soprattutto nel finale in cui si fatica un pochino a capire come interpretare il tutto: chi è Luciano? Si tratta di una specie di mostro che si nasconde nel protagonista, e che compare alla fine e fa fuori tutti? Un pochino vago, mi manca la giusta chiave di interpretazione.
Molto interessante invece la tua deviazione dal racconto con note umoristiche, in favore di qualcosa di più drammatico. Forse stai cercando di sperimentare qualcosa di nuovo? Vedo che hai anche consegnato un po' all'ultimo, direi che l'effetto Minuti Contati ti ha un po' fregato.
Uhm, allora: molto bene per come hai reso questa atmosfera gotica e lugubre, il rito è particolare e interessante, anche se ho letto con la speranza di avere qualche spiegazione in più sul suo contesto, una spiegazione che non arriva. E qui sta un po' il problema del racconto, che si legge più che volentieri, ma che appare un pochino confusionario, soprattutto nel finale in cui si fatica un pochino a capire come interpretare il tutto: chi è Luciano? Si tratta di una specie di mostro che si nasconde nel protagonista, e che compare alla fine e fa fuori tutti? Un pochino vago, mi manca la giusta chiave di interpretazione.
Molto interessante invece la tua deviazione dal racconto con note umoristiche, in favore di qualcosa di più drammatico. Forse stai cercando di sperimentare qualcosa di nuovo? Vedo che hai anche consegnato un po' all'ultimo, direi che l'effetto Minuti Contati ti ha un po' fregato.
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao, rispondo un po' insieme a tutti:
Sì, è un racconto scritto molto molto di fretta, durante un turno in ospedale e iniziato alle 00.20, quindi con davvero poche pretese in termini di piazzamento, ma quello è sempre o quasi relativamente importante, l'importante è allenarmi e sperimentare, almeno qui.
Ho voluto provare a sperimentare, appunto, un'atmosfera dark in un campo del tutto nuovo per me e con il quale ho davvero poca (zero) confidenza. Non ho dato molta importanza al perché dei rituali, forse sarebbe bastato lasciarli nominati come lo erano inizialmente nella mia testa, per la precisione "battesimo" e "confermazione", sarebbe stato sicuramente più chiaro ma meno credibile in fatto di ambientazione.
L'idea era quella di un ragazzo troppo buono per la famiglia in cui è (sulla backstory avevo un'idea, ma sarebbe servito qualcosa si piu ampio respiro per parlarne) ma che riuscisse a tirare fuori il male dentro di lui solo.sottoforma di una seconda personalità. La famiglia si tramanda l'eredità di malvagità tramite questi rituali di sangue, ma una volta uscita la seconda personalità la situazione si ribalta perché il male che nasconda il ragazzo è più potente di quello che la famiglia si tramanda con questi "(dis)sacramenti".
La mia intenzione era sperimentarmi su un'atmosfera cupa, giusto per aggiungere qualcosa al mio bagaglio... vi ringrazio per i feedback come sempre utili, l'atmosfera a quanto pare c'è, meno la chiarezza sul.perche dei rituali o il significato (potrei anche aver messo un'accozzagliandi cliché, ma essendo davvero neofita del genere non posso saperlo,.quindi se.c'e qualche esperto gradirei delle delucidazioni bastonate XD)
Purtroppo non sono riuscito a correggere o rileggere quindi potrebbe anche esser pieno di refusi e ripetizioni, mi spiace... per me questa edition è stata di minuticontatissimi, ma ha comunque avuto la sua utilità!
Sì, è un racconto scritto molto molto di fretta, durante un turno in ospedale e iniziato alle 00.20, quindi con davvero poche pretese in termini di piazzamento, ma quello è sempre o quasi relativamente importante, l'importante è allenarmi e sperimentare, almeno qui.
Ho voluto provare a sperimentare, appunto, un'atmosfera dark in un campo del tutto nuovo per me e con il quale ho davvero poca (zero) confidenza. Non ho dato molta importanza al perché dei rituali, forse sarebbe bastato lasciarli nominati come lo erano inizialmente nella mia testa, per la precisione "battesimo" e "confermazione", sarebbe stato sicuramente più chiaro ma meno credibile in fatto di ambientazione.
L'idea era quella di un ragazzo troppo buono per la famiglia in cui è (sulla backstory avevo un'idea, ma sarebbe servito qualcosa si piu ampio respiro per parlarne) ma che riuscisse a tirare fuori il male dentro di lui solo.sottoforma di una seconda personalità. La famiglia si tramanda l'eredità di malvagità tramite questi rituali di sangue, ma una volta uscita la seconda personalità la situazione si ribalta perché il male che nasconda il ragazzo è più potente di quello che la famiglia si tramanda con questi "(dis)sacramenti".
La mia intenzione era sperimentarmi su un'atmosfera cupa, giusto per aggiungere qualcosa al mio bagaglio... vi ringrazio per i feedback come sempre utili, l'atmosfera a quanto pare c'è, meno la chiarezza sul.perche dei rituali o il significato (potrei anche aver messo un'accozzagliandi cliché, ma essendo davvero neofita del genere non posso saperlo,.quindi se.c'e qualche esperto gradirei delle delucidazioni bastonate XD)
Purtroppo non sono riuscito a correggere o rileggere quindi potrebbe anche esser pieno di refusi e ripetizioni, mi spiace... per me questa edition è stata di minuticontatissimi, ma ha comunque avuto la sua utilità!
- MerioRounds
- Messaggi: 51
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele!
Racconto che mi è piaciuto per le tinte dark. Personalmente ho apprezzato come hai sviluppato il tema legandolo a un’eredità famigliare, ma non ho apprezzato molto cosa centrasse la manifestazione delle radici alla fine del racconto. Ho visto nei tuoi precedenti commenti cosa ha preceduto la scrittura di questo racconto, e secondo me hai fatto bene a partecipare. Dopotutto, la valenza di MC è quella di una palestra di scrittura, partecipare per vincere è l’ottica che molti utilizzano ma che personalmente trovo sbagliata: l’importante è allenarsi e migliorare.
In bocca al lupo per questa edizione!
Racconto che mi è piaciuto per le tinte dark. Personalmente ho apprezzato come hai sviluppato il tema legandolo a un’eredità famigliare, ma non ho apprezzato molto cosa centrasse la manifestazione delle radici alla fine del racconto. Ho visto nei tuoi precedenti commenti cosa ha preceduto la scrittura di questo racconto, e secondo me hai fatto bene a partecipare. Dopotutto, la valenza di MC è quella di una palestra di scrittura, partecipare per vincere è l’ottica che molti utilizzano ma che personalmente trovo sbagliata: l’importante è allenarsi e migliorare.
In bocca al lupo per questa edizione!
- Taylor_Blackfyre
- Messaggi: 111
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Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele!
Atmosfera riuscitissima, mi piacciono sempre questi rituali dark, bella l'idea di trasmettere la malvagità con il sangue e che, dietro alla "debolezza" di Dominic si nascondesse invece qualcosa di ancora più oscuro e potente di quello che si aspettavano. Il tema è più sfiorato che centrato ed è un peccato, potevi forse cavartela con una frase veloce che esplicitasse ancora di più il legame del male con le radici della famiglia. Il finale in sé, in effetti, non è chiarissimo (sembra sia Lucian che sta per nutrirsi della famiglia, più che il contrario). Comunque, visto anche il poco tempo che hai avuto e il tuo essere nuovo del genere, è un ottimo lavoro, letto con piacere.
Buona edition!
Atmosfera riuscitissima, mi piacciono sempre questi rituali dark, bella l'idea di trasmettere la malvagità con il sangue e che, dietro alla "debolezza" di Dominic si nascondesse invece qualcosa di ancora più oscuro e potente di quello che si aspettavano. Il tema è più sfiorato che centrato ed è un peccato, potevi forse cavartela con una frase veloce che esplicitasse ancora di più il legame del male con le radici della famiglia. Il finale in sé, in effetti, non è chiarissimo (sembra sia Lucian che sta per nutrirsi della famiglia, più che il contrario). Comunque, visto anche il poco tempo che hai avuto e il tuo essere nuovo del genere, è un ottimo lavoro, letto con piacere.
Buona edition!
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 137
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele, un racconto non proprio nelle tue corde e scritto in fretta ma, proprio per queste ragioni, il lavoro è ottimo, anche se la valutazione risentirà di alcune criticità. L’atmosfera mi piace e, con uno stile ottimo, riesci a calare il lettore nella storia in modo molto ben gestito. Non hai lavorato bene sulla revisione, visto la mancanza di tempo, e ti sono sfuggite alcune ripetizioni di troppo e anche la spiegazione del contesto è debole, però trovo davvero interessante questo tuo esperimento di cambio di genere, decisamente riuscito. Un pollice tendente al positivo in modo molto brillante ma poco solido.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 411
Re: L'eredità del male - di Daniele Villa
Ciao Daniele, sono passato per un saluto e una buona lettura.
Allora a livello Dark direi obiettivo riuscito, fai calare perfettamente il lettore nell'ambientazione! Lo stile è sempre buono. Quello che mi manca è un worldbuilding di fondo che mi faccia comprendere meglio la situazione e la varie motivazioni dei personaggi! Non so, è come se non fossi riuscito a collocarli in uno specifico mondo, ma tutti un po' sospesi nel loro ruolo.
Alla prossima!
Allora a livello Dark direi obiettivo riuscito, fai calare perfettamente il lettore nell'ambientazione! Lo stile è sempre buono. Quello che mi manca è un worldbuilding di fondo che mi faccia comprendere meglio la situazione e la varie motivazioni dei personaggi! Non so, è come se non fossi riuscito a collocarli in uno specifico mondo, ma tutti un po' sospesi nel loro ruolo.
Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
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